03; Misteriosi ritrovamenti
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Nel frattempo, la famiglia Oh stava cominciando seriamente a preoccuparsi, perché Ji An ci stava effettivamente mettendo un po' troppo per tornare a casa. Solitamente non arrivava mai dopo le 20/20:30, ma quella sera erano già le 21:30 e ancora non s'era vista.
«Cara, prova a chiamare Yuta, oppure Eun Chan, quei suoi due amici... magari sanno qualcosa, anzi... magari è andata proprio da loro, chi lo sa» azzardò speranzoso il padre, portandosi una mano al mento.
«Buona idea!» rispose la madre, illuminandosi improvvisamente.
«Ah, accidenti a noi a quando abbiamo deciso di lasciarla senza cellulare...» borbottò poi, mentre attendeva che Yuta rispondesse dall'altro capo. Grazie al cielo la signora Oh aveva salvato il suo numero, da dopo l'incidente di Ji An, per ogni evenienza... e pareva che ora fosse giunto il momento di utilizzarlo per una buona causa.
«Pronto?» rispose una voce dopo tre squilli, timidamente.
«Yuta, ciao! Sono la madre di Ji An, scusa il disturbo... sai per caso dov'è mia figlia?»
«Nossignora; io sono a casa da solo, in questo momento, e l'ultima volta che ho visto Ji An è stato dopo la fine delle lezioni» si affrettò a rispondere Yuta, metodico come sempre.
«Oh, capisco...» rispose sconfortata la madre di Ji An, torturandosi una ciocca di capelli con un dito e facendo un segno di diniego al marito.
"Un momento! La fine delle lezioni... il laboratorio di scienze!" riflettè Yuta un attimo dopo, pronto a chiarire con la signora Oh.
«Un momento, signora... ma Ji An non le ha detto che...?» cominciò, pensando che la risposta fosse retorica, visto che Ji An non aveva più un cellulare da dopo l'incidente.
«Che cosa?» lo incalzò la madre di Ji An, cominciando a preoccuparsi.
Yuta inspirò profondamente, pronto a raccontarle tutto e a scusarsi per non averli avvisati prima, visto che sarebbe dovuto essere un suo compito, essendo amico stretto di Ji An.
«Ah... e così Ji An si trova ancora in laboratorio a scuola per quel progetto, eh? E... sai quando tornerà?» domandò ancora la signora Oh, sperando che sua figlia avrebbe fatto ritorno molto presto, anche se nelle parole di Yuta non aveva percepito una verità tanto cristallina, per una sorta di strano sesto senso da madre.
Ed in effetti era vero, perché Yuta le aveva detto che Ji An stava svolgendo un progetto scolastico con alcuni suoi compagni di gruppo, mentre in realtà quella mattina s'era cacciata in un guaio bello e buono, beccandosi una punizione.
«Nossignora. Però so che la scuola oggi chiude alle 22» spiegò di nuovo Yuta, cercando di rassicurarla.
Ma in realtà erano già le 21:30, e la madre di Ji An non era sicura per niente, visto che aveva a cuore la salute e l'incolumità delle sue figlie più di ogni altra cosa, anche se non sempre lo dava a vedere.
«Yuta, so che ti chiedo molto, ma... mio marito sta lavorando ad una cosa molto importante e io devo stare con mia figlia piccola. Quindi tu... tu non è che potresti andare lì un po' prima per andarla a prendere e vedere come sta? Sai, sono sua madre e la conosco, e quando Ji An ritarda non sono più tanto sicura che stia andando tutto bene» gli propose la signora Oh, ottenendo immediatamente un segno di accordo da parte di Yuta.
Il ragazzo, d'altronde, era fatto così. Anche lui era molto preoccupato per Ji An, ma non immaginava affatto di trovare quel che effettivamente trovò quando arrivò a scuola, dopo aver parcheggiato il motorino.
Era ormai buio pesto, e all'entrata ci fu soltanto un segretario del preside ad accoglierlo, chiedendogli che cosa volesse.
«Ehm... sono venuto a prendere... un amico, sì, un amico, per... perché aveva gli allenamenti di basket fino a questa sera, ma deve tornare a casa con... con me» si inventò di sana pianta, visto che quel maledetto Song Kyungil non gli si levava più dalle scatole. Eh sì, era un segretario così rompicoglioni che erano pochi quelli a cui stava simpatico.
Ma ora non era il momento di pensare a lui: Yuta aveva cose molto più importanti che gli frullavano per il cervello.
Innanzitutto, trovare Ji An.
Ma non sarebbe stato affatto facile recarsi presso il laboratorio di scienze con Kyungil che, nascosto dietro i fogli di mille pratiche che teneva in mano, cercava di spiarlo per vedere dove andasse. Il fatto poi era che la palestra si trovava esattamente dal lato opposto della scuola rispetto a dove voleva recarsi lui, per cui Yuta dovette "rimochiare" in giro qualche ragazzo della squadra di basket e fare finta di parlarci amichevolmente, con Kyungil che lo spiava da dietro un angolino del muro.
"Aish... ma non ha niente di meglio da fare, quello scimunito?" pensò Yuta, scuotendo la testa, mentre adocchiava distrattamente qualche ragazzo intento ad uscire dalla palestra per avvicinarglisi.
"Mark no, troppo stronzo. Doyoung tanto meno, troppo donna; poi mi farebbe sembrare gay, e non voglio di certo che quel segretario idiota vada a spifferare una cosa del genere in giro. Renjun troppo piccolo, Ten troppo strafottente...". Yuta condusse un attento esame visivo alla velocità della luce di quasi tutti i presenti, mentre gli si avvicinavano, ma con scarsi risultati.
Ancora in preda ai suoi pensieri, sentì qualcuno sbattergli addosso e cadere.
Yuta si riscosse velocemente, sfregandosi gli occhi, per poi ritrovarsi in piedi davanti ad un esemplare di Jaehyun caduto col sedere a terra, ed un'espressione scocciata in viso.
«Ehi, bell'addormentato nel bosco, guarda dove vai!» lo apostrofò Jaehyun, con un gesto della mano.
Sebbene fosse tutto sudato e con indosso quella tenuta da basket e una fascia per capelli color giallo canarino che avrebbero fatto ribrezzo anche a sua nonna, Yuta non si fece soffiare via l'occasione da sotto il naso così facilmente, perciò afferrò al volo la mano di Jaehyun e, con un gesto molto forzato, lo aiutò a tirarsi su, salutandolo amichevolmente.
«Amico mio, da quanto tempo! Sai, ho la macchina qui fuori e non appena finirai di farti la doccia...» Yuta parlava più veloce della luce, atteggiandosi da vero amico, e Jaehyun stava a guardarlo a braccia conserte, un sopracciglio alzato, senza capire.
«Ehi, calma, calma! Amico? Io amico tuo? Ma da quando in qua? E poi da quand'è che uno come te avrebbe già la macchina, a 17 anni? Ma che cazzo hai bevuto?» lo interrogò Jaehyun, con un terzo grado che non avrebbe potuto essere più dettagliato.
Yuta allora, che sentiva ancora la presenza di quel ficcanaso di Kyungil nell'aria, gli mise letteralmente una mano davanti alla bocca, lo trascinò un po' in disparte, e con l'altra mano frugò nelle proprie tasche, estraendone alcuni verdoni.
«Cinquantamila won (A/N: 40 euro) per farti stare al gioco... ci stai?» gli sussurrò, allungandoglieli da dietro la giacca, e sperando con tutto il cuore che li accettasse.
E fortunatamente il ragazzo, sebbene inizialmente titubante, li accettò, strappandoglieli dalle mani e nascondendoseli nei pantaloni con uno sbrilluccichio negli occhi che denotava un grande attaccamento ai soldi, tipico di un ragazzo borioso come Jaehyun.
«Ehm... certo, certo, amico!» si affrettò dunque a correggersi, dandogli - schifato - un paio di pacche sulle spalle.
Kyungil, ad una decina di metri di distanza, li spiava confuso.
«Allora, prima di andarcene vieni un attimo con me, che credo di aver dimenticato qualcosa in aula, oggi dopo la fine delle lezioni» gli propose Yuta, trascinandolo letteralmente per un braccio verso il corridoio degli spogliatoi che portava alla porta d'uscita della palestra.
In pochi secondi superarono Kyungil, il quale continuava a fissarli sbalordito, e che ovviamente non si attardò a seguirli.
«Ehi, ragazzi, dove credete di andare?!» gli urlò dietro, quando vide che salivano le scale.
Ma nessuno dei due si voltò, anzi, sotto ordine di Yuta accelerarono il passo, arrivando al piano di sopra veloci più che mai, mentre Kyungil era ancora ai primi due gradini, col fiatone peggio di un asmatico.
«Mi dici perché diamine devo seguirti? Cos'è, hai paura di andare su da solo?!» parlò Jaehyun, vedendo che Yuta lo precedeva di qualche passo, affaticato.
«Ora non ho tempo per spiegare, tu seguimi e basta» tagliò corto Yuta, continuando il suo percorso in direzione del laboratorio di scienze.
«Ma che...? Il laboratorio di scienze? E perché mai? Non dovevi andare in classe?» sbraitò Jaehyun, una volta che Yuta si fermò davanti alla porta.
«È socchiusa... e buia» mormorò Yuta, confuso, accingendosi ad entrare.
«Eh? Ma-»
Jaehyun non ebbe nemmeno il tempo di ribattere, che Yuta spalancò la porta con una manata e lo trascinò dentro, provando ad accendere la luce, che però era fulminata.
«Aaaah! Levami questa mano di dosso, pervertito! Lo sapevo che sotto sotto c'era un inganno, non avrei dovuto fidarmi!» urlò Jaehyun, dimenandosi più che mai e riuscendo a sottrarsi dalla presa di Yuta, per poi correre in fondo all'aula, con Yuta che continuava a guardarlo vicino alla porta, confuso.
Con gli occhi cercava ancora Ji An, che, come però aveva potuto constatare, non era più lì.
Jaehyun, nel frattempo, continuava ad insultarlo da lontano, tenendogli un dito puntato contro.
«Brutto lurido schifoso bastardo, mio padre lo verrà a saper- AAAAAAAAAHHH!»
Ma non finì nemmeno la frase, poiché emise un urlo disumano, appiccicandosi contro la finestra, con gli occhi rivolti a qualcosa per terra, che Yuta non riusciva a scorgere dal punto in cui si trovava.
«Che hai?» domandò, avvicinandosi a passi lenti.
«D-due... d-due cadaveri! Hanno assassinato qualcuno! Che cosa orripilante!» urlò Jaehyun, con le mani nei capelli, ancora immobilizzato contro la finestra.
«Che cosa hai detto?!»
Yuta era al limite dell'incredulità, ma fu costretto a credergli quando, dopo essersi avvicinato, vide due corpi accasciati a terra, privi di sensi.
Si affrettò a piegarsi su di loro, e, dopo aver dato loro vari colpetti preoccupato, si accorse dell'inevitabile: quei due corpi appartenevano a Ji An e Taeyong.
Yuta si affrettò a prendere Ji An per le spalle, preoccupato, e a scuoterla per farla rinsavire.
«Ji An-ah! Ji An-ah, rispondimi!»
«Alla Taejin School hanno assassinato qualcuno! Mio padre lo verrà a sapere, e sarà la volta buona che mi farà cambiare scuola!» farneticava Jaehyun nel frattempo, non sapendo cos'altro fare.
«Jaehyun, sta' un po' zitto e avvicinati! Guarda, sono Ji An e Taeyong!» urlò Yuta, continuando a scuoterli, ma ottenendo scarsi risultati.
«UH! CHE COSA? QUALCUNO LI HA UCCISI?!» gridò in risposta Jaehyun, decidendosi finalmente a piegarsi affianco a Yuta, e iniziando a schiaffeggiare Taeyong.
«Non dire scemenze! Ci ho già provato a schiaffeggiarli, ma non rispondono. Sembra proprio che siano...» esordì Yuta.
«Morti?! Sono veramente morti?! Dio, ma allora tocca chiamare l'ambulanza!»
«Aish, non dire sciocchezze! E come avrebbero fatto a morire, senza neanche un taglio o un graffio?! Sono solo svenuti, non vedi? Il battito cardico e il respiro... è costante in entrambi» constatò Yuta, dopo aver poggiato la testa di lato sul petto di entrambi.
«Oh, grazie al cielo... per un attimo ho creduto che...» farfugliò Jaehyun, asciugandosi il sudore in fronte con una mano.
«Fagli la respirazione bocca a bocca» sentenziò ad un tratto Yuta, alternando il suo guardo da Jaehyun a Taeyong.
«Ehhhh? Stai scherzando, spero!»
Jaehyun pareva esterrefatto. Non avrebbe scordato quel giorno di stranezze per nulla al mondo.
«Dobbiamo farlo, oppure rischiano entrambi di entrare in stato comatoso o chissà cos'altro da un momento all'altro!» disse Yuta ansimante, piegandosi per primo su Ji An e cominciando con la respirazione.
«Ugh... devo farlo proprio, eh? Taeyong... perdonami» sussurrò Jaehyun con espressione schifata, guardando con attenzione le mosse di Yuta per poi imitarlo, facendo la respirazione su Taeyong, che miracolosamente fu il primo a riprendersi.
«Puah... sembra che almeno questo schifo sia stato utile a qualcosa» mormorò Jaehyun, pulendosi la bocca con un braccio, mentre aiutava un Taeyong terribilmente intontito a rialzarsi.
«D-dove sono...? Che cosa mi è successo?» biascicò pochi attimi dopo, reggendosi debolmente alla spalla di Jaehyun mentre cercava di rialzarsi e di guardarsi intorno.
Nel frattempo, anche Ji An pareva essersi risvegliata, e diede alcuni colpi di tosse prima di avere la stessa identica reazione di Taeyong.
Una gran confusione e mal di testa regnavano nella mente di entrambi, e lì per lì a Yuta sembrò quasi che avessero perso la memoria.
Così adottò quel suo famoso trucchetto a cui sottoponeva sempre qualcuno che stava male, e che ovviamente funzionò, perché Ji An ci cascò come una pera cotta.
«Ji An, che cos'è?» le chiese, facendole vedere la mano aperta, mentre Ji An era ancora a terra e aveva ancora gli occhi semi chiusi e una mano alla testa.
«Eh? È una mano...» sussurrò lei, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.
«Sbagliato, è il numero cinque. In ogni caso, hai ancora la memoria buona» ridacchiò Yuta, sollevato, aiutandola a rialzarsi. Poi rivolse un'occhiata a Jaehyun, terribilmente affaticato nel reggere il peso di Taeyong, e gli fece un cenno con la testa affinchè portassero entrambi i due ragazzi fuori dal laboratorio.
Una volta in corridoio, notando che fortunatamente non c'era nessuno a pedinarli, Yuta, reggendo Ji An con un braccio, si incamminò per primo e disse a Jaehyun di seguirlo.
Fin lì tutto liscio; fu una volta arrivati alle scale, che venne il difficile. Già, perché lì dovettero entrambi prendere in braccio i loro amici, facendo una fatica disumana, visto che Taeyong non era di certo una piuma, e il braccio ingessato di Ji An non aiutava affatto.
Dopo essere passati in palestra a recuperare il borsone di Jaehyun, riuscirono ad uscire dall'edificio senza problemi, dal momento che di Kyungil non c'era più nessuna traccia all'entrata; così, una volta arrivati al parcheggio, Yuta parlò.
«Jaehyun, io sono in motorino e posso riportare Ji An a casa. Tu... come farai con Taeyong?»
«Ah... non preoccuparti per noi, io... io ho la macchina parcheggiata proprio là dietro, sai?» rispose Jaehyun, e poi improvvisò un sorrisetto rassicurante.
"Non era lui il primo ad avermi detto che era impossibile avere una macchina a 17 anni? Ma... forse mi sto sbagliando, magari lui ne ha già 18. Chissà, ora non mi ricordo." riflettè Yuta, pensando che poi non era il momento di soffermarsi su certe cose.
«Sicuro di non volere un passaggio? Posso sempre chiamare i miei, per farci venire a prendere, e voi potete usare il mio motorino» insistè, vedendo che Jaehyun era andato parecchio in ansia nell'ultimo quarto d'ora.
Jaehyun fece di no con la testa, e si congedò velocemente con un «A domani» molto affrettato.
La verità era che lui era venuto a scuola in bicicletta, ma non aveva assolutamente voluto fidarsi di uno come Yuta che gli offriva passaggi gratis. Anzi, al solo pensiero di come sarebbero potute andare le cose se solo non avessero trovato lì i corpi di Taeyong e Ji An, il povero Jaehyun non poteva che rabbrividire.
Fu così che, risvegliato Taeyong con una buona dose di schiaffi, lo fece salire sul portapacchi dietro e fece in modo che stesse ancorato ai suoi fianchi, mentre lui pedalava a perdifiato verso casa sua.
Intanto, anche Yuta aveva fatto salire Ji An a fatica sul suo motorino e le aveva raccomandato di tenersi ben stretta durante il viaggio. Poco prima di mettere in moto, la rassicurò dicendole che sarebbero arrivati a casa in una decina di minuti.
Ed effettivamente tutti e quattro i ragazzi arrivarono a destinazione sani e salvi, e all'apparenza - a parte la preoccupazione dei genitori - tutto sembrò andare per il verso giusto quella sera... o almeno, fino all'indomani mattina.
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