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CAPITOLO XXXIX.

Nonostante fosse ormai sera, il palazzo era ancora immerso nel silenzio: dal momento che Mikey aveva dato disposizioni a tutti in modo che riposassero il più possibile, in giro per i corridoio non c'era praticamente nessuno.

I membri della Toman che non abitavano direttamente nel palazzo ma nelle case intorno erano rimasti nelle loro abitazioni a riposare, ed eccezion fatta per gli Haitani, che la mattina avevano lasciato il luogo per tornare a Roppongi, neanche gli abitanti del palazzo erano usciti dalle loro case, tranne Pah-chin e Peh-yan che a pranzo avevano ordinato d'asporto per tutti, e visto che non potevano fare entrare estranei avevano portato loro da mangiare nei vari appartamenti, ricevendo ringraziamenti e benedizioni da tutti.

Solo un ragazzo si aggirava per i corridoi; si era appositamente accertato che non ci fosse nessuno, in modo da evitare incontri sgradevoli o fastidiosi, mentre si dirigeva velocemente al primo piano dell'edificio.

Aveva lasciato un giorno per riprendere le forze e per lasciare calmare gli animi, ma adesso non aveva più motivo per aspettare.

Si fermò di fronte alla porta dell'appartamento e fece un respiro profondo, prima di bussare.

Sentì dei rumori all'interno, poi la porta venne aperta.

- Cosa vuoi?- gli chiese Senju, in tono duro.

- Parlare con Haru- dichiarò Yashuiro: non si sarebbe certo lasciato fermare da quella ragazza.

Senju assottigliò lo sguardo.

- Vedremo se vuole parlare con te, vado a parlarci. Ma indipendentemente da cosa accadrà- gli puntò il dito contro - fallo ancora soffrire, e non sarà la sua spada a ucciderti- dichiarò, prima di chiudere la porta.

Fece un respiro profondo, prima di voltarsi e tornare in soggiorno, dove trovò Sanzu e Akashi seduti sul divano, intenti a guardare un film.

- È lui?- chiese Takeomi.

Senju annuì: aveva usato il suo potere poco prima perché Sanzu gli avvea chiesto se ci fosse qualcuno in giro, e aveva sentito che il ragazzo si stava avvicinando.

- Cosa vuoi fare?- chiese, fissando il fratello.

Per un attimo, il ragazzo non rispose.

- Digli di andare nella sua vecchia stanza. Voi andate pure- rispose, alzandosi e uscendo dal soggiorno.

I due fratelli si scambiarono uno sguardo, poi Akashi si alzò e fece cenno a Senju di andare: era una scelta di loro fratello in fondo, sapevano bene che era in grado di cavarsela da solo.

Si diressero verso la porta d'ingresso e la aprirono: Muto era ancora lì fuori, in attesa.

- Ha detto di andare nella tua vecchia stanza- affermò Senju.

- Sei fai cazzate, esci da qui come un cadavere- affermò Takeomi, prima di superarlo con la sorella.

- Non succederà- Yashuiro entrò nell'appartamento e chiuse la porta alle sue spalle.

Si guardò intorno: sembrava tutto come un tempo, anzi, probabilmente era più pulito di un tempo... doveva essere andata spesso Senju a pulire.

Un'altra cosa che non era cambiata, era il profumo: il profumo di Haru... l'aveva sempre sentito parecchio; non avrebbe saputo dire di cosa fosse, ma non avrebbe potuto confonderlo con nessun altro profumo al mondo.

Superò la cucina, dirigendosi verso la porta che conduceva alle camere; la porta della sua era aperta.

Sua... in realtà, era diventata loro dopo poche settimane, quando era riuscito a fare capire a quel ragazzo che non voleva che fossero semplici compagni di squadrone.

Entrò senza esitazione, e non rimase sorpreso nel vedere lo stato della stanza: mobili distrutti, pareti piene di segni di spade, sue foto strappate ovunque...

L'aveva visto tramite le sue spie, aveva assistito a Sanzu che compiva tutto quello a causa sua, anche se vederlo di persona faceva tutto un altro effetto.

- Tu lo sapevi già-.

Si voltò; ed eccolo lì, davanti a lui, in tutta la sua bellezza, i capelli lunghi che sembravano farlo ondeggiare a ogni movimento, quella pelle candida, quello sguardo sicuro, la fierezza con cui rimaneva immobile, a fissarlo, con le sue spade in mano...

Dal lieve luccichio nei suoi occhi, dedusse che aveva preso un paio di pillole, anche se non abbastanza da non essere lucido.

- Sì- confermò, girandosi totalmente verso il ragazzo.

- Ci hai traditi. Mi hai abbandonato. Mi hai visto soffrire, e non hai fatto niente- dichiaró Haruchiyo.

- Esatto- confermò Yashuiro. In quel momento, non aveva senso dirgli quanto anche lui ci fosse stato male: Sanzu aveva esposto i fatti, ed era andata esattamente così, non aveva alcuna scusa.

- Mikey ti ha ammesso nuovamente nella Toman; io rispetto la sua decisione. Se deciderà di farti tornare capitano del quinto squadrone, rispetterò la sua decisione. Se deciderà che devo essere il tuo vice, rispetterò la sua decisione. Se deciderà che devo continuare a vivere qui con te, accetterò la sua decisione- Haruchiyo fece un passo in avanti - sei qui solo grazie a Mikey, non dimenticartelo. Per me, la tua presenza è totalmente indifferente. Non ti ammazzerò, sei un membro della Toman: ma se nella tua mente pensi di valere ancora qualcosa per me, hai sbagliato a capire; per me non vali più niente- si voltò e fece per allontanarsi, ma la voce del biondo lo bloccò.

- Dici che non valgo più niente solo perché ancora non mi hai perdonato- affermò Yashuiro.

- Te l'ho detto: rispetterò la volontà di Mikey. Io combatto per lui. Combatto per la Toman per seguire Mikey. Il resto è irrilevante. E tu sei compreso nel resto- dichiarò Haruchiyo.

- Ne avevamo già parlato Haru, no? La tua devozione per Mikey è ammirabile, ma tu sei molto più di questo- affermò Yashuiro.

- No, questo è ciò che voglio essere- affermò il minore, senza voltarsi.

- Quindi, se Mikey ti dicesse di venire a letto con me...- Yashuiro gli si avvicinò e gli poggiò le mani sui fianchi, tirandolo verso di lui - lo faresti?-.

- Mikey mi vuole bene, non mi chiederebbe mai una cosa simile- dichiarò Haruchiyo, senza scomporsi; anche se la sensazione di quel corpo muscoloso contro il suo era così familiare...

- Quindi intendi non farlo?-.

- Te l'ho detto, non conti più niente per me- dichiaró Haruchiyo.

Muto gli lasciò i fianchi.

- Mikey mi ha perdonato. Secondo la tua logica, dovresti farlo anche tu-.

- L'ho fatto-.

- Allora perché non mi guardi?-.

- Perché dovrei? Non conti più niente per me- affermò Haruchiyo: non poteva contare più niente.

- Per questo sei venuto davanti all'edificio della Tenjiku? Per questo fino a pochi giorni fa sfogavi tutta la rabbia che provi nei miei confronti in questa stanza?-.

Sanzu serrò le labbra, cercando di mantenere la calma: era vero, era palese che fosse andato perché ancora provava rabbia nei suoi confronti; una rabbia dettata da sentimenti molto più profondi.

- So bene che non mi hai dimenticato Haru. Ora sono qui: dimmi ciò che devi, chiedimi ciò che devi, sfogati. Non devi per forza agire sempre per conto di Mikey, puoi farlo anche per conto tuo- dichiarò Yashuiro.

- E cosa ti aspetti che faccia per conto mio?-.

- Che mi dici cosa c'è che non va, Haru- affermò Yashuiro.

- Cosa c'è che non va?! Hai davvero il coraggio di chiederlo?!- il minore si voltò di scatto, gli occhi che iniziavano a riempirsi di rabbia - non va che te ne sei andato all'improvviso, hai tradito il nostro capo, senza dirmi niente, mi hai lasciato solo, mi hai abbandonato all'improvviso quando conoscevi bene tutte le mie insicurezze. Tu non sei altro che un traditore!- urlò.

- Ma sono tornato. Izana voleva aiutare Mikey, lo sapevo bene. Come tu hai deciso di seguire Mikey, io ho deciso anni fa di seguire Izana: ma non significa che volessi abbandonarti- dichiarò Yashuiro.

- Lo hai fatto. E ricordati che se non sei dalla parte di Mikey, non sei neanche dalla mia- ringhiò Haruchiyo.

- Sono dalla parte di Mikey, lo sai-.

- No, non lo so! Tu sei un traditore!- urlò il minore.

- Haru- Yashuiro si avvicinò a lui - me ne sono andato, ma non ti ho mai tradito- affermò.

- Si che lo hai fatto! Mi hai lasciato solo!-.

- Non ho mai smesso di amarti, lo sai bene-.

- No che non lo so! E non mi interessa! Io ti odio!- Haruchiyo lasciò cadere le spade e iniziò a tempestare di pugni il petto del ragazzo.

- Ti odio! Ti odio!- urlò.

Muto lasciò che si sfogasse, che lo colpisse, tanto non gli faceva male.

- Io ti odio! Ti odio tantissimo! Sei solo uno stronzo! Ti odio-.

Muto lo fissò: stava iniziando a cambiare leggermente, i suoi capelli iniziavano a schiarirsi, per poi tornare scuri di colpo, come se volesse a tutti i costi reprimere i suoi sentimenti.

Ma non gliel'avrebbe lasciato fare, non ora che era di nuovo al suo fianco e poteva fare qualcosa per evitarlo.

- Sai bene che non è vero- gli afferrò i polsi, in modo da bloccare i suoi gesti e li spostò entrambi in una mano, in modo da essere libero di posare l'altra sulla guancia del ragazzo e fargli alzare leggermente la testa - sai che non mi odi, Haru- sussurró.

Sanzu avrebbe voluto ribattere, ma non poteva mentirgli mentre lo fissava in quel modo, non ci sarebbe mai riuscito.

Sentì la confusione crescere sempre di più dentro di lui: cosa doveva fare? Di quale parte di lui doveva fidarsi?

Quel ragazzo se n'era andato, me era anche stato uno dei primi a farlo stare così bene, a farlo sentire voluto, importante.

E adesso che era così vicino, non poteva fare altro che ripensare a tutti i loro momenti insieme, a quanto stesse bene insieme a lui... e che un po' gli mancava tutto quello.

Notando la sua confusione, Muto avvicinò leggermente il volto al suo.

- Mi dispiace davvero Haru, sarei voluto rimanere con te, ma era giusto che fossi da un'altra parte. Non avrei mai voluto lasciarti, mi sei mancato ogni singolo secondo, non ho mai smesso di pensare a te, anzi, Izana ha dovuto fermarmi dal correre a vedere come stessi, perché stavo impazzendo senza averti al mio fianco. E ora che sono qui, non intendo andarmene mai più, neanche se fosse Izana stesso a chiedermelo: d'ora in poi, seguirò solo te- dichiarò.

Sanzu deglutì rumorosamente: se era davvero così, se sul serio potevano essere felici insieme, se non l'avesse più lasciato... allora, forse...

- Come faccio a crederti? Chi mi assicura che non te ne andrai di nuovo?- mormoró.

- Lo sai Haru. Il mio Haru, il ragazzo dai capelli bianchi, che si diverte a farmi vedere film idioti, a cui piace rubarmi da mangiare, guardarmi mentre lo sgrido dicendogli che deve pulire, che ama dormire accocolato tra le mie braccia... sa bene quanto lo ami- sussurró il biondo, prima di chinarsi e unire le loro labbra.

Sanzu chiese mentalmente scusa a Mikey, e anche a quella parte di lui che aveva cercato per tutto quel tempo di tenere il pensiero di Muto lontano dalla sua mente: ma adesso che quel ragazzo era lì, che lo stava di nuovo tenendo stretto tra le sue braccia, che non sembrava intenzionato a lasciarlo andare... si sentiva finalmente di nuovo in pace con sé stesso.

Cedette e si lasciò avvolgere dal biondo mentre ricambiava il bacio; Muto lo tirò verso di sé, incapace di resistere solo un secondo di più senza quel ragazzo, senza poter sentire il suo profumo, il suo sapore, il calore del suo corpo, la sua voce... si trovò a chiedersi come avesse fatto a vivere senza a tutto quello fino a quel momento.

Cercò di andarci piano, dato che era un po' che non si vedevano, e non voleva esagerare subito; ma fu Sanzu che, gettate le braccia al suo collo, non poté fare a meno di tirarlo verso di sé, approfondendo il bacio, premendo le labbra su quelle del biondo con una forza tale che pareva volesse unirle tra di loro per sempre.

Si aggrappò alla sua schiena con foga, come per recuperare tutti quei baci e quelle strette a cui avevano rinunciato in quegli anni lontani.

Muto si lasciò guidare da quei gesti, facendo scivolare la sua lingua in avanti; il minore non esitò ad accoglierla tra le sue labbra, iniziando a farla giocare con la sua.

Si accarezzarono, come per tornare a studiarsi quei corpi che in realtà conoscevano a memoria, mentre tutte le vecchie sensazioni, i ricordi di tutti i loro momenti insieme, tornavano lentamente a galla, riempiendoli del desiderio di fare tornare tutto come a quei tempi, e di non rinunciare più a nulla di ciò che stavano avendo.

Sanzu iniziò a camminare leggermente all'indietro e il biondo lo seguì, fin quando non arrivarono alla stanza del minore; nel vedere che si stava dirigendo verso il letto, Muto lo bloccò.

- Sei sicuro Haru?- mormorò; sul volto del ragazzo comparve un piccolo ghigno.

- Adesso che sei di nuovo qui, pensavo volessi prenderti tutto- spinse in avanti il bacino, facendolo incontrare con quello del ragazzo, mentre lo fissava negli occhi - pensi mi sia sfuggito il modo in cui mi fissavi? Non puoi resistermi-.

- Come cazzo faccio a resisterti?- ringhiò il biondo, mentre le sue mani si insinuavano sotto la maglietta del minore, stringendogli con forza i fianchi e facendo sfuggire un gemito a Sanzu - volevo andarci piano perché non sei più abituato a certi piaceri, ma se vuoi che torni subito a rimpierti il culo, basta che lo dici-.

- Hiro Hiro, chi ti dice che in questi anni, mentre tu eri lontano...- Haruchiyo si avvicinò al suo orecchio - non l'abbia fatto fare a qualcun altro?-.

🔞🔞🔞

Sanzu sapeva che con quelle parole avevano appena scatenato una furia che non si sarebbe fermata: qualsiasi traccia di rimorso e pentimento svanì dai gesti di Muto, che capendo di essere stato perdonato decise che era arrivato il momento di liberare tutto il desiderio che aveva trattenuto in quegli anni.

Si fiondò sul collo del ragazzo, affondando leggermente i denti nella sua pelle; il minore gettò la testa all'indietro, gemendo con forza, un sorriso in volto, sapendo bene quanto al ragazzo piacesse sentire i suoi gemiti.

- Qualcuno qui è geloso eh?- ghignò, mentre sentiva il biondo tirare e succhiare la sua pelle, deciso a lasciargli quello che sarebbe stato solo il primo di una lunga serie di marchi.

Muto si avvicinò al suo orecchio.

- So bene che non ti sei fatto toccare da nessuno... perché sai che nessuno potrà mai trattarti come meriti- fece scivolare le mani dentro i pantaloni e i boxer del ragazzo, stringendogli con forza le natiche, e Sanzu si aggrappò con più forza a lui.

Era da tempo che non sentiva tutta quella forza attraversargli il corpo, quel tocco sicuro su di lui, quel respiro caldo che gli sfiorava la pelle... quanto gli piaceva...

- Ah sì?- sussurró.

- Certo, e lo sai molto bene: ma dovrai pagarla per avere anche solo pensato di farlo-.

Sanzu avvertì il dito del biondo iniziare a stimolare la sua entrata e gemette, incapace di resistere al piacere che iniziava a espandersi in lui.

- Sai cosa facevo io, mentre tu ti chiedevi se fosse il caso di farti scopare da altri?- il biondo continuò a parlare in tono basso, sensuale, fin troppo vicino all'orecchio del minore, che non poté fare a meno di ansimare in risposta.

- Io ti osservavo, quando uscivi dalla doccia, mentre dormivi, mentre eri nella nostra stanza... e mi masturbavo sulla tua immagine, pensando alla tua bocca attorno al mio cazzo, a quanto luccichino i tuoi occhi mentre me lo succhi, a quanto ti piaccia prenderlo in mano e occuparti di lui... vuoi sapere quante volte la tua immagine è stata sporcata dal mio sperma, Haru?- Yashuiro morse leggermente il collo del ragazzo, che gemette più forte, il corpo scosso da dei brividi di eccitazione, mentre iniziava ad avvertire i suoi pantaloni farsi fin troppo stretti.

- E sai perché non ho mai avuto problemi a farlo? Perché so quanto ti piaccia procurarmi piacere, quanto ti piace che io ti faccia ciò che desidero... sapere di essere la mia piccola troia ti eccita vero? Ti ha sempre eccitato- uscì con le mani da dentro ai boxer del ragazzo e gli afferrò nuovamente i fianchi, facendolo voltare e tirandolo verso di lui, in modo che la schiena del minore si scontrasse contro il suo petto.

- Ti sei sempre strusciato su di me, mettendomi in mostra il tuo culo, perfetto per essere scopato da me, sapendo bene quale sarebbe stata la tua punizione. Ti è sempre piaciuto provocarmi, e che io rispondessi così- sussurró.

Sanzu avrebbe voluto rispondere, o reagire; si sarebbe volentieri messo a muovere il fondoschiena, spingendosi ancora di più contro il ragazzo, come per dimostrargli quanto effettivamente gli piacesse.

Eppure non riusciva, il suo corpo era come paralizzato dall'eccitazione, l'astinenza lo stava portando a desiderare che accadesse tutto ciò che gli era mancato in quegli anni: non voleva provocazioni, voleva quel ragazzo e basta.

- Si, anche adesso, sei qui che non riesci a fare altro che aspettarmi vero?- sussurró Yashuiro, facendo scorrere la mano destra sul ventre del ragazzo, per poi insinuarla nei suoi pantaloni.

Tastò i boxer, dove si vedeva già il rialzo del minore, e sorrise.

- Guarda, sei già bagnato... vuoi proprio che ti scopi eh?- tirò fuori la mano e lo lasciò andare - vai sul letto- ordinò.

Sanzu iniziò a camminare fino al letto; adesso che non era più attaccato a lui... una piccola provocazione poteva concedersela.

Si fermò a pochi passi dal letto e si posò le mani sui pantaloni, iniziando ad abbassarli delicatamente; avvertì lo sguardo di Muto bruciargli addosso mentre si metteva a novanta per sfilarsi l'indumento.

Lo lasciò a terra, per poi iniziare a sfilarsi anche la maglietta, muovendo leggermente i fianchi; lo sguardo del biondo venne completamente catturato da quel movimento sensuale, non poté fare a meno di osservare i suoi fianchi muoversi, la sua pelle che veniva pian piano scoperta, il modo in cui sembrava stesse cercando di implorarlo di fargli ciò che desiderava...

La maglietta cadde a terra, sopra i pantaloni, e le mani del rosa si posarono sui suoi boxer, iniziando a farli scendere e tornando nuovamente a novanta mentre li sfilava delicatamente.

Dopodiché, come se niente fosse, ancheggiando leggermente si diresse verso il letto e vi si sdraiò sopra, a pancia in su, in modo da nascondere le natiche che il biondo tanto desiderava, ma lasciando bene in evidenza la sua erezione.

Muto lo fissò per un attimo: nudo, eccitato, sorridente... e lì, completamente alla sua mercé, pronto a lui, a ciò che voleva fargli, ad accettarlo al suo interno.

Iniziò a camminare verso il letto; il sorriso di Sanzu si allargò, trasformandosi poi in un'espressione delusa quanto notò che il ragazzo si era fermato, invece di sdraiarsi.

Il biondo si sfilò la maglietta e lo sguardo di Sanzu scattò sul suo fisico muscoloso: con tutti quei muscoli, poteva fare davvero parecchie cose...

Si tirò su e poggiò una mano sul petto del ragazzo, posando le labbra sui suoi pettorali; tirò fuori la lingua e, con gli occhi aperti e fissi sul ragazzo, iniziò delicatamente a scendere con la lingua lungo il suo corpo.

Portò la mano libera ai jeans del biondo, che stavano per esplodere nel tentativo di contenere la sua erezione; fece scendere anche l'altra mano e gli slacciò i pantaloni, afferrandoglieli e facendoli scendere insieme ai boxer.

L'erezione del maggiore svettò davanti ai suoi occhi, dura e imponente, come se fosse solo in attesa del suo arrivo.

Si leccò le labbra e si chinò in avanti, ma non appena la sfiorò con le labbra si sentì afferrare per i capelli; Muto lo strattonó leggermente all'indietro, facendolo tornare sdraiato, mentre si sistemava anche lui sul letto, le ginocchia ai lati della testa del minore.

Poggiò una mano sul muro mentre avvicinava il suo membro alle labbra del ragazzo.

Lentamente, Sanzu aprì la bocca, lasciando che il biondo vi lasciasse scivolare dentro la sua erezione.

Da quella posizione poteva prendere molto meno, il senso di soffocamento arrivava molto prima, ma non era quello che interessava a Muto: lui voleva vedere quello sguardo... lo sguardo di un ragazzo governato dall'eccitazione, che lo stava fissando come a sfidarlo, come a dirgli di soffocarlo con tutta quella passione, che lui la voleva, che desiderava farlo con lui.

Serrò le labbra, trattenendosi dall'andare davvero più in fondo, e si mosse leggermente.

Sanzu chiuse gli occhi, gemendo appena come per ringraziare il ragazzo di quei gesti, come per fargli capire quanto apprezzasse poter gustare il suo sapore, quanto gli piacesse essere in quella posizione, sotto di lui, con il suo membro in bocca, che invece di soffocarlo come avrebbe potuto fare gli stava donando un piacere immenso.

Avvertì il precum del biondo uscire e lo raccolse con la lingua, ingoiando appena e facendo avvertire tutto il movimento al maggiore, che dovette sfilare l'erezione dalla sua bocca per evitare di perdere il controllo.

Scivolò all'indietro, lasciando che la sua erezione, bagnata dalla saliva di Sanzu, carezzasse il corpo del ragazzo, che inarcò appena la schiena, gemendo d'apprezzamento nel sentire qualcosa di così duro e pieno di piacere percorrerlo completamente.

Si sentì afferrare le natiche e sollevare il bacino, mentre la lingua di Muto entrava a contatto con la sua entrata.

- Ah... si... lì...- gemette, mentre il biondo spingeva la lingua dentro di lui, lubrificando tutti i punti che riusciva a raggiungere.

- Ah... è così bagnato... come se fossi davvero una troia- gemette nuovamente, e Muto alzò lo sguardo su di lui, osservando il suo volto completamente occupato da una maschera di piacere, il suo sguardo eccitato, il modo in cui stringeva leggermente il lenzuolo.

Lo tirò ancora di più verso di lui, arrivando più a fondo, e Sanzu iniziò a muovere appena il bacino, andando incontro a quei movimenti.

- Ah... si... di più...- gemette: voleva di più, stava iniziando a impazzire, e allo stesso tempo gli piaceva quel piacere crescente, che quasi come una tortura sembrava volerlo fare impazzire con qualcosa che riusciva solo a imitare ciò che davvero lo avrebbe fatto impazzire.

- Con di più...- Yashuiro si mise in ginocchio, alzando di più il bacino del ragazzo in modo che entrasse in contatto con la sua erezione - intende che vuoi questo?-.

Un sorriso furbo si fece largo sul volto del minore.

- Sei sicuro... che questo possa bastare a soddisfarmi?-. Non appena finí la frase, lo sentì: sentì il membro di Muto penetrarlo con forza, farsi largo nella sua carne senza alcun riguardo, entrando completamente dentro di lui e facendolo urlare di piacere.

- Hai ragione, da come urli sembra tu non sia ancora soddisfatto- affermò Yashuiro, posando una mano sul ventre del ragazzo - e dire che sono proprio qui dentro...- si mosse appena e Sanzu poté sentirlo, mentre si muoveva al suo interno, riempiendo ogni suo spazio vuoto e ingrandendosi dentro di lui.

- Mhhh... se rimani fermo così sembra quasi che tu non ci sia...- sbadigliò appena - potrei quasi schiacciare un pisolino...-.

- Va bene, dormi pure- Yashuiro si chinò e gli lasciò un bacio sulla guancia - ma non pensare che mi fermerò- sussurró, prima di iniziare a muoversi.

Sanzu gettò la testa all'indietro, gemendo con forza: quanto gli mancava quella sensazione, il biondo che si spingeva con forza dentro di lui, il suo corpo scosso da continue scariche di piacere che lo stavano portando a gemere sempre di più, a volere sempre di più.

- Non è abbastanza questo per te vero? Per una piccola troia come te, non è abbastanza- Yashuiro gli poggiò le mani sui fianchi, stringendoli con forza, e tirando il corpo del ragazzo contro di lui.

Sanzu chiuse gli occhi, rilasciando un gemito ancora più forte di quelli di prima; Yashuiro uscì quasi completamente da dentro di lui, e mentre rientrava tirò nuovamente il corpo del ragazzo verso di sé, riuscendo a fare sentire ancora di più quell'impatto a Sanzu.

Il minore smise completamente di pensare, non voleva più farlo: voleva solo avvertire quelle sensazioni, il suo corpo che sfregava contro le coperte, il suo bacino che violentemente continuava a scontrarsi con quello di Muto, che stava continuando ad aumentare la velocità dei suoi gesti, spingendosi sempre con più foga dentro quel ragazzo.

Non poteva fare a meno di rilasciare anche lui piccoli e sommessi gemiti: la carne di quel ragazzo era così calda, la sua voce era così eccitante, tutto di lui era così bello che gli era impossibile non desiderare spingersi ancora più a fondo, sentirlo urlare sempre di più, tenerlo più stretto possibile a sé.

Con il fiato corto, lo osservò mentre muoveva appena il bacino, assecondando completamente i suoi gesti, andando incontro a quei desideri, mentre la sua voce pareva quasi un ordine divino che gli diceva di usare tutta la sua forza, di lasciare un segno indelebile di quel momento nel ragazzo sotto di lui.

E pian piano, iniziò a vedere i suoi capelli schiarirsi, le sue cicatrici farsi leggermente più accentuate, il suo sguardo cedere totalmente al piacere, dimenticando per un attimo che doveva difendersi, che doveva stare attento; e in quel modo, gli piaceva ancora di più.

Aumentò la forza delle sue spinte, mentre Haruchiyo ormai non riusciva a fare altro che urlare, le gambe che gli tremavano, il corpo continuamente scosso da quelle spinte, mentre avvertiva il maggiore continuare a riempirlo con tutti ciò che aveva.

Un urlo più acuto degli altri e il minore iniziò a venire; strinse le natiche e il lenzuolo, dimenò i fianchi.

- Hiro!- urlò, e con un ringhio sommesso Muto lo seguì, rilasciando dentro il ragazzo tutto quel piacere che cercava da quando i loro occhi si erano incontrati per la prima volta dopo tanto tempo, e il vero Haruchiyo si era reso conto che non avrebbe mai potuto smettere di desiderare quel ragazzo.

Ansimante, Muto uscì da dentro il minore, lasciandogli il bacino, e il corpo del ragazzo ricadde sul materasso, stremato.

🔞🔞🔞

Il maggiore si alzò e lo prese in braccio, in modo da essere libero di tirare indietro le lenzuola; dopodiché, lo fece sdraiare nuovamente e si sistemò di fianco a lui, coprendo entrambi con le coperte.

Ancora ansimante, Sanzu si voltò verso di lui, poggiando la testa sul petto del ragazzo e lasciando gli gli accarezzasse i capelli.

- Mi piaci di più così- sussurró Yashuiro, osservando il colore dei suoi capelli - anche tu... stai meglio così, no?-.

Sanzu per un attimo non rispose, ma sapevano entrambi che il ragazzo aveva ragione; in fondo, quello era il vero lui.

Haruchiyo Akashi, un ragazzo un po' solitario, molto leale, che amava rimanere al fianco dei suoi amici, che era insicuro, aveva bisogno di essere rassicurato e amato, e in cambio di quell'amore non esitava a donare tutto ciò che aveva.

Lui era sempre stato così, all'inizio usava la sua altra personalità solo per combattere: ma aveva dovuto iniziare a difendersi, a trovare in un altro lui la forza per andare avanti, non poteva farcela da solo, ormai lo sapeva.

- Solo rimanendo folle... potrò davvero rimanere al fianco di Mikey- mormorò.

Muto non rispose, limitandosi a stringerlo a sé: sapeva bene che il ragazzo non avrebbe cambiato idea, almeno fin quando non avessero vinto, e Mikey non fosse stato felice.

In fondo, Sanzu teneva a Mikey e lo ammirava parecchio; ma lui avrebbe fatto in modo che pensasse anche a sé stesso.

- Almeno con me, sii chi vuoi essere, va bene?- sussurró, lasciandogli un bacio sulla fronte.

- L'ho sempre fatto- mormorò Haruchiyo, stringendosi di più a lui: con quel ragazzo, era sempre stato sé stesso.

- Non andartene più- sussurró.

- Non preoccuparti: non ti lascerò più- dichiarò Yashuiro; questa volta, sarebbe rimasto sempre al suo fianco.

...

- Sei così tanto preoccupato per tuo fratello?- commentò Benkei, notando che Akashi era alla quinta sigaretta nel giro di una decina di minuti.

- Non dubito della bontà di Muto, o almeno, delle sue buone intenzioni: ma Haruchiyo è fragile- mormorò Takeomi, preoccupato; e lui se n'era reso conto fin troppo da poco... o meglio, aveva ignorato la cosa per troppo tempo.

- Tuo fratello ha già affrontato la situazione con lui una volta, vedrai che sarà in grado di farlo di nuovo- dichiarò Benkei; Akashi annuì, rimanendo comunque pensieroso.

- Eccovi qui-. I due si voltarono, e videro Wakasa andare verso di loro.

- È successo qualcosa?- gli chiese Takeomi, preoccupato; era raro che il ragazzo lasciasse solo Shinichiro...

- No, sono solo venuto ad avvisarvi che Shini vorrebbe uscire una delle prossime sere: ha detto che, se organizzerai prima tutti gli esami, sarà più facile- affermò il più basso.

- Lo farò- rispose il moro.

Wakasa annuì e si voltò.

- Se vi metteste insieme, potremmo fare un'uscita a quattro: sareste una bella coppia di friendzonati- dichiarò, prima di allontanarsi prima che i due potessero rispondere.

Akashi e Benkei si scambiarono uno sguardo.

- Di che stava parlando?- chiese il secondo; Waka non era tipo da dire certe cose a caso...

- Sai che è strano- Takeomi scrollò le spalle e si portò nuovamente la sigaretta alle labbra - dato che siamo stati entrambi friendzonati da quei due e ci facciamo compagnia, probabilmente pensa ci sia qualcosa tra noi-.

- Bah, una botta te la darei, ma puzzi troppo di fumo per stare con te- dichiarò Benkei.

- Hey! Ti faccio notare che tu esci sempre a fumare con me- sbuffò Takeomi.

- Si, ma non riuscirei a uscire con te; Wakasa ha iniziato a puzzare di fumo quando ha iniziato a uscire con Shinichiro- mormorò il ragazzo.

Akashi lo fissò per un attimo.

- Posso capirlo- mormorò, spegnendo la sigaretta - però non ti vale per la botta e via?-.

- Sai quanti me ne sono fatti con quell'odore perché mi ricordavano lui?- borbottó Benkei, facendo ridere il moro.

- Ho fatto la stessa cosa- dichiarò Takeomi.

- Non essere ricambiati fa schifo eh? Sei ancora innamorato di Shinichiro?-.

- Non smetterà mai di essere una persona speciale per me, ma sono felice per lui e Wakasa, sarebbe da idioti pensare di mettersi in mezzo a una coppia simile. Mi è passata da un po' ormai. E a te?-.

- Vale la stessa cosa, anche se è stato difficile accettare che Wakasa non avesse più bisogno di me, visto che ho passato anni a prendermi cura di lui. Ma so che me ne è riconoscente, semplicemente non ero quello giusto- rispose Benkei, scrollando le spalle.

Akashi annuì, poi tornarono in silenzio; erano stati entrambi così concentrati, negli anni, a vivere un amore non ricambiato, che a lungo gli era risultato difficile pensare di provare qualcosa per qualcun altro.

Eppure forse, un giorno...

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