Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CAPITOLO XXII.

Muto cadde a terra, le gambe gli facevano male dopo il colpo che gli aveva assestato Kakucho; tossí leggermente mentre alzava la testa su Izana.

- Ti prego... lasciaci andare- sussurró, cercando di superare i lamenti dei due ragazzi per terra di fianco a lui.

- Ho promesso a Kisaki di non intervenire: la Tenjiku non si metterà in mezzo a questo scontro. O non vuoi più fare parte della Tenjiku, Mucho?- commentò Izana, con un sorriso in volto.

Kakucho gli lanciò uno sguardo, chiedendosi quanto il ragazzo si stesse trattenendo.

- Non lo farei mai, lo sai- ringhiò Yasuhiro.- ho lasciato tutto per te... Ho lasciato lui per te! Ma se non vado subito lì...-.

- Vuoi finire come loro per caso?- chiese Izana, indicando con un cenno del capo Rindou e Ran.

I due fratelli Haitani erano terra, le mani sugli occhi, a lamentarsi dal dolore e tremare dalla paura; entrambi erano stati colpiti dal Terrore Mentale di Izana quasi senza rendersene conto.

Era stato un riflesso quasi involontario, quello dei tre ragazzi: non appena, grazie al potere di Muto, avevano visto cosa fosse successo a Baji, avevano deciso di correre sul luogo; ma Izana li aveva fermati senza esitazione.

- Volete fare tanto gli eroi, ma adesso vi dirò una cosa: Smiley non intende cedere a te Ran, si odierebbe se lo facesse in questo momento in preda al panico; caro Rindou, il tuo piccolo Angry... vuoi davvero che riveli a suo fratello della vostra relazione in questa situazione? E veniamo a noi Mucho- Izana portò lo sguardo sul biondo, che tremò appena, la paura che iniziava a impossessarsi del suo corpo - Sanzu ti vede come un traditore. Ti odia. Vuoi andare a consolarlo per la perdita del suo amico? Ti troverai con la testa tagliata ancora prima di avvicinarti a lui. Quindi, le tue scelte sono due: o riattivi il tuo potere e vediamo cosa sta succedendo, oppure ti faccio finire come quei due finché non ti rendi conto che quella che vuoi compiere è una follia ancora peggiore di quella che hai attuato tradendo la Toman per seguirmi. Cosa vuoi fare?-.

Muto si guardò intorno: gli Haitani erano ancora a terra, Kakucho non sarebbe mai andato contro Izana e né Madadame né Mochizuki avrebbero combattuto il loro capo per loro.

E non avrebbe dovuto farlo nemmeno lui... Izana aveva ragione: se fosse andato sul campo di battaglia, avrebbe solo scatenato più rabbia e peggiorato le cose.

Non poteva farlo... doveva aspettare il momento giusto per andare da lui.

Leggermente a fatica, si alzò e tornò sulla poltrona su cui era seduto prima; chiuse gli occhi e attivò il suo potere, per poi riaprirli mentre proiettava le immagini del campo di battaglia sulla parete di fronte a loro.

- Ottima scelta. Mocchi, Madarame, aiutate quei due ad alzarsi- ordinò Izana, andando verso il divano.

Mentre Madarame tirava su Rindou e Mochizuki si occupava di Ran, Izana si sedette sul divano in braccio al suo ragazzo.

Facendo attenzione a non farsi vedere da nessuno, Kakucho gli prese la mano e Izana gliela strinse più forte possibile, mentre fissava, tramite lo schermo, il corpo del ragazzo a terra.

- Sei tu Izana?-.

Il ragazzo si voltò, osservando il bambino che aveva di fronte.

- Sei uno dei due bambini che c'era insieme a Mikey vero?- commentò, fissandolo.

- Esatto, e volevo dirti una cosa- Keisuke gli puntò un dito contro - se vorrai fare del male a Mikey, dovrai passare sul mio corpo-.

Izana lo fissò per un attimo, poi scoppiò a ridere.

- E pensi di potermi battere?- commentò.

- Adesso forse no, ma un giorno diventerò abbastanza forte per proteggere tutti i miei amici- Keisuke si voltò - un'ultima cosa. Da quello che mi ha detto Shinichiro, tu e Mikey potreste andare d'accordo; per cui, anche se è un idiota che non fa altro che mangiare e dormire... prova a volergli bene. Vedrai che non te ne pentirai- affermò, prima di allontanarsi.

Izana lo fissò, non riuscendo a smettere di sorridere: se Mikey era circondato da amici simili... doveva essere davvero una brava persona.

- Come lo proteggerai, adesso?- sussurró; come avrebbe potuto adesso proteggerlo da lui?

...

MEZZ'ORA PRIMA

- Sei nervoso, Inupi?- chiese Hajime, notando che il ragazzo continuava a fissare fuori dalla finestra del soggiorno del loro attico.

- Mi sento inquieto- mormorò Seishu: qualcosa non andava, sentiva che stava per succedere qualcosa di grave... e che non poteva fare niente per impedirlo.

Koko si alzò dal divano e lo affiancò.

- Non è la nostra guerra, Inupi: lo sai, noi siamo fuori da questa storia. Abbiamo deciso di non intrometterci- fece notare.

- Tu lo hai deciso- ribattè Seishu, leggermente freddo.

Koko lo fissò per un attimo.

- Saresti voluto andare?- chiese.

- Possiamo fingere di essere neutrali quanto vogliamo, ma sai che siamo dalla loro parte, Koko, lo siamo sempre stati- mormorò Seishu.

Koko serrò le labbra: Inui aveva ragione, in fondo aveva sempre voluto aiutare quei ragazzi.

Ma quella gang era tanto bella quanto pericolosa, e lui doveva tenere Inui al sicuro.

Aprì la bocca per rispondere, quando entrambi avvertirono una strana sensazione: un attimo dopo, si trovarono in una stanza d'infermeria, con di fronte Shinichiro e Wakasa, seduti sul letto.

- Benvenuti- disse Shinichiro, alzandosi - è tanto che non ci vediamo, Seishu. Come va?- chiese, andando verso il ragazzo.

- Shin...- mormorò il biondo, sorpreso.

Il moro sorrise e aprì le braccia; il minore non esitò a rifugiarsi tra esse, lasciandosi stringere dal maggiore.

Quando era piccolo e i suoi genitori l'avevano appena abbandonato per essere un Maledetto, Shinichiro l'aveva accolto, aveva aiutato lui e sua sorella a trovare modi per sfamarsi, e Inui aveva passato ore, quando non era con Koko, a osservarlo lavorare.

L'aveva sempre ammirato: aveva ammirato lui come persone, come leader, come combattente, come meccanico, come fratello... e aveva amato anche la relazione tra lui e Wakasa, gli erano sempre sembrati i genitori che, purtoppo, non aveva mai avuto.

Quando Shinichiro era a capo della Black Dragon, lui era troppo piccolo per farvi parte; così, vi era entrato quando Izana era salito a capo, iniziando ad ammirare il fratello minore quanto il maggiore.

Quando poi Izana era entrato nella Toman, gli aveva lasciato la Black Dragon... e da lì, con l'arrivo di Taiju, erano iniziati i suoi guai, e lui aveva finito per scegliere di allontanarsi dalle gang e stare solo al fianco di Koko.

Ma era sempre felice di rivedere quei due ragazzi; con lui, con quel ragazzo che i due più grandi ricordavano come un bambino tanto tenero quanto tormentato, anche Wakasa si ammorbidiva.

Infatti, quando aveva visto il minore, anche lui si era alzato e adesso si stava unendo all'abbraccio.

Koko, se in un primo momento si era sentito geloso, non poté fare a meno di sorridere nel vedere quella scena: sapeva bene quanto a Inui fossero mancate delle effettive figure genitoriali, ed era felice di vedere che, nel periodo in cui lui era stato più preso da altro, c'era stato qualcuno che si era preso cura del biondo.

- Sono davvero felice di rivedervi... anche se immagino che non ci avete fatti portare qui solo per una visita di corresia- commentò Seishu, staccandosi dai due ragazzi.

- È così. Shinichiro qualche tempo fa ha avuto una visione e... temiamo riguardi questa battaglia- affermò Wakasa.

- Prima di continuare... ci sono due sconosciuti nel mio appartamento qui?- chiese Hajime; per portarli lì dovevano avere usato per forza il potere di Benkei... quindi si erano scambiati con qualcuno.

- Non preoccuparti, Benkei e Akashi usciranno subito e ci raggiungeranno qui in un attimo. Noi però dobbiamo fare qualcosa nel frattelo- Shinichiro tornò serio - c'è un altro modo per cercare quella lista-.

I due ragazzi si irrigidirono appena, non preparati alla notizia.

- Quale?- chiese Seishu.

- Mikey non ha voluto usarlo fino ad adesso, perché dovrei usare il mio potere e lui vuole che lo risparmi per tenere d'occhio Shinichiro. Ma al momento lui è a posto, ed è una situazione critica- affermò Wakasa.

- Wakasa può guardare nel passato; di solito può farlo solo con i suoi ricordi e con quelli delle persone che tocca, ma se dovesse toccare la persona che più era vicina ad Akane... potrebbe riuscire a guardare i suoi ricordi e trovare la lista- spiegò Shinichiro.

Koko si voltò di scatto verso il ragazzo.

- Puoi farlo davvero?- chiese.

- L'ho già fatto con Baji per dirgli dove fosse finito un suo amico: posso riprovarci- dichiarò Wakasa.

Koko sentì il suo cuore accelerare i battiti: forse, finalmente...

Aveva aspettato quel momento per anni: ma allora perché adesso... aveva paura?

- Ma trovare la lista... servirà davvero, in mezzo a tutta questa guerra?- mormorò.

- Koko, devi provarci: quella lista contiene qualcosa di importante, che magari può anche aiutare nella guerra. Bisogna tentare- dichiarò Seishu.

Koko lo fissò: era più che convinto... voleva farlo; e lui non poteva certo tirarsi indietro, non adesso.

Si voltò verso Wakasa.

- Proviamo- disse.

Wakasa annuì e si sedette sul bordo del letto, facendo cenno al minore di raggiungerlo.

Cercando di non mostrare la sua esitazione, Koko andò a sedersi di fianco a lui.

- Adesso ti prenderò le mani. Tu chiudi gli occhi e cerca di pensare ai vostri momenti insieme, non devi fare altro, lascia il resto a me e non respingermi- gli spiegò il maggiore.

- Non respingerti?- chiese Hajime, leggermente confuso.

- Capirai cosa intendo- rispose semplicemente Wakasa, allungando le mani.

Koko vi poggiò sopra le sue, rimanendo per un attimo sorpreso dalla forza con cui gliele strinse... probabilmente era una piccola vendetta per aver fatto soffrire Inui, e se la meritava.

Wakasa chiuse gli occhi e il minore fece lo stesso.

- Sicuro di voler assistere?- chiese Shinichiro, poggiando una mano sulla spalla di Inui; il biondo annuì, lo sguardo fisso su Koko.

- So già cosa prova. E lei è mia sorella: se c'è una possibilità, la voglio cogliere- mormoró.

Koko fece un respiro profondo: se ce l'aveva fatta Inui... poteva farcela anche lui.

Cercò di non fare caso alla presenza del biondo nella stanza e a tutti i pensieri che vorticavano dentro di lui, e si sforzò solo di ricordare.

Di ricordare la prima volta che aveva visto Akane, e da subito aveva pensato che fosse bellissima; di ricordare tutte le giornate passate con lei, a passeggio insieme, a tutti i suoi sorrisi quando lui le aveva fatto dei regali, agli anniversari, i baci, le cene...

Wakasa si inoltrò in quei ricordi, ma avvertiva qualcosa di strano intorno a lui: qualcosa non stava funzionando.

Riusciva a vedere perfettamente i ricordi di Koko, ma più il minore riusciva a rilassarsi e fare emergere tutto quanto, più lui sentiva di starsi allontanando dai ricordi di Akane.

Provò ad avvicinarsi a lei, ma c'era qualcosa che lo respingeva: non era Koko... o meglio, non sapeva di essere lui.

Era qualcosa di troppo profondo perché il ragazzo potesse capire di starlo facendo, ma fece anche capire a Wakasa che era inutile cercare tracce di quella ragazza in lui.

- Non funziona- dichiarò, aprendo gli occhi e lasciando le mani del ragazzo.

Koko rimase per un attimo confuso, mentre dal passato tornava improvvisamente alla realtà; sbatté un paio di volte le palpebre, poi si voltò verso il maggiore.

- Ti arrendi di già? Ci hai provato per pochi minuti!- esclamò.

- So da subito quando qualcosa non funziona, e non posso raggiungere Akane tramite te. Mi riposo qualche minuto per riprendermi, poi proviamo con Seishu- dichiarò Wakasa, alzandosi e andando ad appoggiarsi a Shinichiro per recuperare un po' di forze.

Il ragazzo gli fece passare un braccio attorno alle spalle e gli lasciò un bacio sulla fronte; Inui era talmente intenerito da quella coppia, che per un attimo non realizzò quello che il ragazzo aveva detto.

- Aspetta, io?- chiese, sorpreso.

- Sei sul fratello, perché ti sembra così strano?- chiese Wakasa, fissandolo.

- Waka- sussurró Shinichiro, sapendo bene dove il suo ragazzo volesse andare a parare: e sapeva che aveva ragione ma... non potevano essere troppo bruschi o sarebbe stato peggio.

Wakasa lo strinse appena, come a ricordargli che avevano poco tempo, e il ragazzo sospirò, decidendo di lasciarlo fare.

- Mi dispiace dirtelo Wakasa, ma dubito che Inupi possa riuscire in una cosa simile- affermò Hajime, alzandosi e raggiungendo i tre ragazzi.

- Perché? Dato che hai il controllo sulla sua vita, vuoi averlo anche sui suoi pensieri e i suoi ricordi?- commentò Wakasa.

Inui abbassò appena la testa: non aveva avuto problemi a decidere di scegliere Koko, di rinunciare a tutto il resto per poter stare con quel ragazzo, e non se ne pentiva; ma Shinichiro e Wakasa probabilmente pensavano ancora a lui come il ragazzino che un tempo andava da loro dicendo che un giorno sarebbe diventato un guerriero forte e indipendente, e invece era risultato tutto tranne che quello.

Sapeva che non gliene facevano una colpa, ma sapeva anche che non erano per niente d'accordo con quella scelta.

- Non si tratta di questo- rispose Hajime, ignorando la provocazione - ma Inupi non era abbastanza legato a sua sorella, provarci lo ferirebbe e basta-.

Inui alzò di scatto lo sguardo su Koko, sorpreso: lui... non era legato a sua sorella? Ma se passavano sempre più tempo possibile insieme...

Akane l'aveva praticamente cresciuto, in casa si era occupata per anni lei di tutto, e Inui ricordava che correva fuori dalla casa di Shinichiro quando era sera e sapeva che lei era tornata dall'università, in modo da starci un po' insieme.

Koko sapeva tutto quello... come poteva dire che non erano legati?

- Sono fratelli- fece notare Wakasa.

- Si, ma da quando è morta, in Inupi non ho mai avvertito il desiderio di rivederla, di stare con lei, o di fare qualcosa per riaverla- dichiarò Hajime.

Avrebbe nascosto il vero motivo a ogni costo, non avrebbe lasciato che quel ragazzo venisse ferito nuovamente: non poteva permettere che lo facesse lui al suo posto, doveva essere lui a riuscirci.

Inui lo fissò per un attimo, mentre sentiva la rabbia montare dentro di lui: amava Koko, aveva mollato tutto per seguirlo e non avrebbe mai lasciato il suo fianco... ma non poteva credere che lui pensasse questo del rapporto che lo legava a sua sorella.

- È questo che pensi?- fece un passo verso di lui - solo perché non ho pensato di prendere il suo corpo e congelarlo per averla sempre nel mio muro, pensi che non fossimo legati? È questo che credi?- ringhiò.

Koko cercò di non scomporsi: aveva immaginato che Inui si sarebbe arrabbiato, ma sapeva che non gli avrebbe fatto niente.

- Non hai neanche mai pensato di volerla rivedere Inupi. Quindi si, penso che voi foste molto meno legati di quanto lo eravamo noi due-.

Koko ringraziò la capacità di mentire che aveva acquisito negli anni, o avrebbero già scoperto tutto.

- Secondo te, se non avessi tenuto a lei, avrei accettato di vederla con il ragazzo che amo senza rivelarle che mentre la abbracciavi mi tenevi per mano? O che, nonostante stessi con lei, nonostante tu dica di amarla, continui a baciarmi, a tenermi vicino a te, a essere geloso di me? Perché pensi che non gliel'abbia detto eh?!- ringhiò il biondo.

- Perché sapevi che avrei scelto lei: dirglielo ti avrebbe solo portato ad allontanarti ancora di più da me, ed è la cosa che vuoi meno in assoluto- affermò Hajime.

Inui serrò le labbra.

- Ti sbagli se dici questo. Perché se Akane fosse stata consapevole dei miei sentimenti, non avrebbe mai accettato di stare con te, perché lei mi voleva bene!- fece un passo verso di lui - sai perché non ho mai desiderato che tornasse all'improvviso, non ho mai pensato di tenermi il suo corpo o simili? Perché io sono riuscito ad accettare la sua morte! Mia sorella si è suicidata per evitare di finire tra le grinfie di una persona che odia, per evitare di essere costretta a ferire le persone a cui tiene! È stata molto coraggiosa, e io ho voluto onorare questo suo coraggio rendendomi conto da subito che lei non c'era più! Ma questo non significa che io non le volessi bene: le volevo un bene dell'anima, perché era mia sorella cazzo, era una persona fantastica che si è sempre presa cura di me e Baji solo sa quanto io sia stato di merda ogni volta in cui ho provato invidia verso di lei o ho desiderato essere al suo posto! Io le ho sempre voluto un bene immenso, e per questo, per quanto mi mancasse, ho accettato da subito la sua morte!-.

Inui fece un respiro profondo, cercando di riprendere fiato e riordinare le idee, mentre tratteneva le lacrime che minacciavano di rigargli il volto da un momento all'altro.

- E invece tu, non ci sei riuscito. E non te ne faccio una colpa, so quanto la amassi: ma non sei riuscito ad accettarlo Koko, ed è per questo che non hai voluto dare a Taiju ciò che desiderava; perché probabilmente, non ti piaceva ciò che lui voleva, perché hai capito che non avresti mai riavuto Akane indietro, che non saresti mai riuscito a riabbracciarla, e tu questo non lo puoi accettare. Ma devi farlo: devi accettarlo Koko, perché Akane non c'è più; ma la Toman, i nostri amici, le persone che lei voleva aiutare quando è morta, sono ancora qui, hanno bisogno del nostro aiuto. E tu dovresti andare da Taiju e darglielo, questo aiuto, perché loro non hanno mai esitato a darlo a noi: accetta che Akane è morta e dai a Taiju quello che vuole, Koko. Fallo, se non vuoi rimanere bloccato nel passato per sempre-.

- Quello che Taiju vuole non c'entra nulla con Akane: è qualcosa che non gli posso dare- sussurró Hajime.

Era rimasto scosso dal discorso del biondo: sapeva bene che aveva ragione, se teneva Inui lontano da tutto quello, lontano da sua sorella e da quei sentimenti, era solo per evitare di farlo soffrire.

Ma pareva che Inui... fosse maturato molto più di lui.

Gli aveva fatto credere qualcosa di non vero, e lo sapeva, ma non credeva sarebbe arrivato al punto di riversare fuori tutto in quel modo.

- Allora daglielo Koko: tu puoi dare tutto a tutti, tu sei il ragazzo che compra gli altri tramite i loro desideri, solo tu puoi farlo. Per favore Koko... devi farlo per aiutarli- mormorò Seishu.

- Non posso farlo- dichiarò Hajime.

- Perché no?!-.

- Perché è te che vuole Inupi!- il moro si ritrovò a urlare senza neanche accorgersene, ma sapeva che se non l'avesse detto in quel modo non sarebbe mai riuscito a dirlo.

La notizia lasciò shockati tutti i presenti; neanche Shinichiro e Wakasa si aspettavano una cosa simile, e Inui ancora meno.

- Me?- mormorò, confuso.

- Quando è venuto da me, l'ho visto chiaramente, ho capito il motivo per cui non voleva dirmi ciò che desiderava- Hajime distolse lo sguardo - Taiju ha commesso molti errori, e se n'è reso conto. E nel suo percorso di consapevolezza, si è reso conto anche del ragazzo che è rimasto al suo fianco, che ha provato a farlo ragionare, che è andato da lui anche dopo che era stato battuto. Lui ti ha sempre visto come qualcuno di forte... forte, ma anche capace di provare compassione e di fare del bene. Nonostante ormai la sua vita sia dedita alla chiesa, il suo lato più umano continua a desiderare di averti con lui: per sentirsi meno solo, per avere qualcuno che lo capisca, per non dover affrontare tutto senza nessuno vicino- Hajime riportò lo sguardo su di lui.

- Non so cosa che pensi Inupi, ma non ti lascerò a Taiju: non lascerò che ti porti via. A costo di rinchiuderti per sempre in casa mia e non farti mai più vedere nessun altro, non lascerò mai che tu vada da lui-.

Inupi lo fissò per un attimo: quel ragazzo, sempre così forte e sicuro, stoico e calcolatore... stava tremando, terrorizzato al pensiero di perderlo.

- Koko... sai bene che non potrei mai farlo- mormoró, avvicinandosi a lui - ho scelto di seguire te. Non lui, te: è al tuo fianco che vivo, e questo non potrà mai cambiare-.

- Perché sento che c'è un ma dietro queste parole?- mormorò Hajime.

- Penso solo che potrei provare a parlarci, andarlo a trovare ogni tanto, lasciarlo sfogare. Sa bene anche lui che non potrei mai abbandonarti per nessuno, ma magari...-.

- Niente magari Inupi. Taiju adesso sarà anche un devoto, ma devo ricordarti il demone che era un tempo? Se decidesse di riaverti con te, nessuno potrebbe fermarlo. E io non correrò questo rischio- affermò Hajime.

Non avrebbe lasciato che glielo portassero via, non lui, non proprio Inupi.

Il biondo abbassò la testa.

- Koko, ascolta, non so perché tu abbia così tanta paura, non so perché tu mi voglia così tanto vicino a te... e immagino che non me lo dirai, o forse semplicemente ti fa bene avere qualcuno fedele vicino- mormorò.

Koko affondò i denti nel labbro inferiore: era ancora presto, non poteva ancora dirglielo.

- Ma come ho detto... i nostri amici stanno combattendo anche la nostra battaglia, la stessa per cui Akane ha perso la vita. E io non me ne starò con le mani in mano: andrò a parlare con Taiju, e ti dimostrerò che posso tranquillamente tornare da te anche se si tratta di lui. Otterremo quella lista e porteremo avanti la volontà di Akane Koko: se la ami davvero, dovresti volerlo anche tu- dichiarò Seishu.

Koko non avrebbe mai ringraziato Wakasa come in quel momento: perché se il maggiore non si fosse avvicinato a Inui, lui avrebbe finito per fermarlo, per dirgli di non andare, che il resto non importava, voleva solo che rimanesse al suo fianco.

Invece, Wakasa si avvicinò al biondo e gli prese delicatamente le mani tra le sue.

- Proviamo?- chiese, e il biondo annuì.

Wakasa lo portò a sedersi sul letto e il minore chiuse gli occhi.

- Cerca di calmarti prima- gli consigliò il maggiore, e il ragazzo annuì, compiendo dei respiri profondi per calmarsi.

Mentre Wakasa gli parlava per aiutarlo, Shinichiro affiancò Koko.

- Non so esattamente cosa stia succedendo. Ma per quanto tu sia giovane... non sai quanto tempo ti rimane. Non viverlo tenendoti dentro tutto ciò che senti, ti farà solo male- affermò.

Il minore non rispose: lo sapeva bene, ma non poteva rischiare di ferire nuovamente Inui, soprattutto non dopo tutto ciò che si erano appena detti; doveva aspettare ancora un po'... anche solo per un po', poi avrebbe potuto dirgli tutto.

- Pronto?- chiese Wakasa, e Inui annuì.

- Bene- il maggiore chiuse gli occhi mentre Inui iniziava a ricordare: ricordate i momenti con sua sorella, come l'avesse stretto forte quando erano stati abbandonati dai loro genitori, come avessero cercato di imparare a cucinare insieme, come fosse sempre fiera di lui quando si impegnava a scuola, come fosse felice che avesse dei nuovi amici, come lo abbracciasse quando aveva paura, come gli fosse sempre rimasta vicino, anche nei momenti più difficili...

Aveva temuto che i suoi ricordi si sarebbero spostati a quando l'aveva vista con Koko, ma in realtà non successe: con un lieve sorriso sulle labbra, continuò a ricordare sua sorella.

Koko mandò gli a fatica il gruppo che aveva in gola: era da tempo che non vedeva un'espressione così rilassata sul volto di quel ragazzo... ed era colpa sua.

Ma un giorno, avrebbe rimediato.

Senza problemi, Wakasa scivolò dentro la coscienza di Inui, e in un attimo riuscì a raggiungere quella di Akane.

Cercò di tornare a quel periodo della sua vita, a quando doveva avere incontrato Takemichi e aveva stilato quella lista: gli bastava anche solo sapere dove fosse, capire cosa ci fosse scritto, anche solo un minimo indizio... avrebbe potuto cambiare tutto quanto.

- È troppo pericolosa per finire nelle mani sbagliate-.

Era la voce di Akane?

Inui ricordava quella frase: una notte, aveva visto sua sorella in soggiorno; stava bruciando qualcosa nel camino...

L'aveva visto di sfuggita, non ci aveva neanche fatto caso, era mezzo addormentato e Akane la mattina dopo aveva detto che era un suo vecchio compito.

Ma quella breve visione fu sufficiente: tramite quella, Wakasa riuscì a passare alla vista di Akane di quel momento; e la lesse, lesse la lista. E con lui la lesse anche Inui.

Wakasa tornò indietro, riportando entrambi nel presente: i ragazzi aprirono gli occhi, senza lasciarsi le mani, fissandosi per un attimo, ancora increduli.

Il maggiore iniziò a barcollare leggermente e in un attimo Shinichiro fu di fianco a lui per sostenerlo.

- Stai bene?- gli chiese, e Wakasa annuì.

- L'abbiamo vista- mormorò.

- L'avete vista davvero?! Siete riusciti a leggerla?- chiese Hajime, avvicinandosi.

Inui si voltò verso di lui e annuì.

- Su quella lista...- si interruppe mentre tutti e quattro lo sentivano: qualcosa che si spezzava dentro di loro.

Qualcosa che per qualcuno era più forte, per altri meno, ma che nessuno avrebbe mai potuto ignorare; e soprattutto, non poterono ignorare il dolore di quel momento.

- Baji...- sussurró Shinichiro, scivolando a terra, mentre miliardi di pensieri vorticavano nella sua mente.

Baji era morto... era lui il filo rosso che si spezzava, quello tra lui e Chifuyu.

Ma se Baji era morto... Gli altri erano in pericolo? E suo fratello...

La porta si aprì di scatto ed entrarono Benkei e Akashi; per un attimo ci fu silenzio.

Poi, Inui si alzò.

- Dovete portarmi lì- affermò.

...

Per un attimo, nella rimessa rimase solo il silenzio: nessuno fiatava, si udivano solo i singhiozzi di Chifuyu, mentre gli altri osservavano la scena, increduli, cercando in qualche modo di porre rimedio a qualcosa che dentro di loro si era spezzato.

C'era solo una persona che non stava riuscendo a farci caso: una persona che, in quel momento, si poteva a malapena definire tale.

Una persona che in quel momento, per non cedere alla tristezza e al dolore, aveva ceduto a qualcosa di molto più oscuro, a una rabbia che si nutriva della sua forza e che era pronta a distruggere qualsiasi cosa avesse intorno.

- Sanzu-. La sua voce risuonò nella radura mentre il ragazzo dai capelli rosa alzava la testa verso il suo capo.

Stava male, sentiva il suo cuore a pezzi, aveva voglia di piangere; ma non era quella sua personalità a essere fuori in quel momento.

Da fuori, quel ragazzo sembrava stare perfettamente bene, come se non avesse appena visto uno dei suoi amici d'infanzia morire davanti ai suoi occhi.

Come se non gli importasse di nulla... se non di esaudire i desideri del suo capo.

- Dimmi- rispose.

- Ci sono ancora dei membri della Valhalla. Se provano ad alzarsi, a muoversi o a dire qualcosa, uccidili- ordinò.

- Agli ordini- rispose Haruchiyo, senza alcuna esitazione: avrebbe fatto di tutto per mostrargli che sapeva che poteva contare su di lui.

E Mikey, in quel momento, aveva puntato proprio su quello: sul fatto che Sanzu avrebbe sempre messo da parte qualsiasi razionalità per seguire i suoi ordini.

Mikey iniziò a camminare verso Kazutora, che era ancora immobile, uno sguardo pieno di dolore in volto, la confusione che si agitava dentro di lui.

Lo sguardo di tutti si posò su Mikey.

Sapevano che avrebbero dovuto fermarlo, lo sapevano bene: Mikey non era in sé, rischiava di fare qualcosa di cui si sarebbe pentito, e dopo sarebbe stato solo peggio.

Ma nessuno dei suoi amici riusciva a muovere un muscolo: era come se, spezzando quel legame, Baji li avesse privati di qualsiasi forza, di qualsiasi motivazione ad agire, a interrompere quello che stava per accadere.

Nessuno lo voleva, nessuno voleva che Mikey fissasse Kazutora con uno sguardo così pieno d'odio; ma non sapevano come fermarlo.

Pah-chin avvertiva il pericolo, ma non poteva fermarlo; Mitsuya sapeva che qualsiasi parola sarebbe stata inutile; Smiley ed Angry erano consapevoli che un loro intervento non sarebbe servito.

Emma fece per avvicinarsi, ma Draken le si sbarró davanti.

- Sarebbe inutile adesso- sussurró.

Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime.

- Ken...- mormorò.

Draken serrò le labbra.

- Mikey- chiamò, e il ragazzo si fermò.

- Mikey. Non ho la forza per fermarti adesso, sono riuscito a malapena ad alzarmi- strinse i pugni: sentiva nel petto un dolore talmente grande che non aveva idea di come sarebbe mai riuscito a sopportarlo; ma Mikey stava soffrendo ancora di più, e lui doveva fare qualcosa.

- Ma se uccidi Kazutora... ogni gesto di Baji sarà stato vano. Guarda Chifuyu, guarda tutti i tuoi amici, guarda quanto dolore c'è già in questo luogo; vuoi veramente che un altro nostro amico muoia per questo? Sai bene che Kazutora non era in sé. Baji ha sempre creduto in lui, e anche tu: dimostraglielo ora, e mettiamo fine a questa storia-.

Mikey si guardò intorno; sentì il suo cuore stringersi sempre di più mentre osservava il dolore dei suoi amici, talmente grande da impedirgli anche di fare un passo.

Pah, che si gettava sempre in tutto, seguito da Peh; Smiley ed Angry, che ascoltavano a malapena gli ordini perché il maggiore si divertiva a fare come voleva; Mitsuya, sempre razionale, con Hakkai al suo fianco.

Chifuyu, che in pochi giorni era riuscito a fare stare bene Baji come nessun altro ci era riuscito in quegli anni.

Tutte persone forti, tutte persone distrutte... che lo fissavano, che avevano bisogno di lui; lui che era il loro capo, e che avrebbe dovuto portarle in salvo.

- Fallo, Mikey- mormorò Kazutora, e il biondo tornò a guardarlo.

- È colpa mia. Se Shinichiro è impazzito, se Izana se n'è andato... se lui se n'è andato... e se ora Baji è morto... è tutta colpa mia. Non mi merito il tuo perdono- sussurró: non poteva farcela, non avrebbe mai potuto vivere con tutto quel dolore, con quei sensi di colpa.

Almeno con la sua morte... sarebbe riuscito a fare sfogare Mikey.

Il biondo sentì la rabbia crescere nuovamente dentro di lui: aveva perso i suoi fratelli, aveva perso dei membri della sua gang... e adesso, aveva perso Baji, colui che da quando erano piccoli gli era sempre stato vicino, che l'aveva sempre sostenuto, che gli aveva dato tutto quello... per colpa di quel ragazzo.

Riprese a camminare verso Kazutora, ignorando i flebili tentativi dei suoi amici di richiamarlo; sollevò il pugno, pronto a colpire il ragazzo, ma si sentì afferrare il braccio.

- Ti prego Mikey-kun, aspetta! Io so che tu non sei così, tu vuoi bene a Kazutora; non lasciarti prendere dalla rabbia, non...-.

- Takemitchy è inutile, allontanati- urlò Draken, ma era troppo tardi: ormai Mikey non riusciva più a sentire niente, neanche la voce di quel ragazzo che fino a poco prima gli aveva portato tanta pace.

Con un movimento brusco del braccio, se lo scrollò di dosso, facendolo volare a terra, prima di tornare a guardare Kazutora; sollevò nuovamente il braccio e tirò un pugno al ragazzo, che volò a qualche metro di distanza, atterrando tra alcuni ragazzi della Valhalla che non si erano svegliati in tempo per scappare.

- Takemichi, stai bene?- Akkun affiancò l'amico, aiutandolo a rialzarsi.

Reapirando affannosamente, il biondo alzò lo sguardo su Mikey: quindi era quello, era quello che intendevano tutti quando gli dicevano che Mikey aveva dentro qualcosa che non era facile da controllare e da mandare via.

Lui aveva dentro... un dolore troppo grande per sperare che delle semplici parole o dei semplici gesti avrebbero potuto salvarlo.

E adesso, quel dolore si stava riversando su Kazutora.

Il ragazzo tossí leggermente, sputando del sangue a terra, mentre si voltava.

Nel vedere Mikey avvicinarsi, pieno di rabbia, con quello sguardo quasi vuoto, una parte di lui sarebbe voluta scappare; ma non l'avrebbe più fatto.

Baji si era sacrificato per lui, e adesso lui doveva essere pronto ad assumersi le proprie responsabilità.

Vide Mikey alzare nuovamente il braccio e si preparò mentalmente alla sua fine, ma mentre Mikey stava per colpirlo, sei dei corpi intorno a lui scomparvero, e al suo posto apparirono altri sei ragazzi.

Inui si lanciò verso Mikey; non poteva eguagliare la sua Forza, ma grazie al suo Colpo poteva mettere tutta la sua energia in un singolo colpo, e grazie a quel potere riuscì a fermare il pugno di Mikey.

- Mikey, fermati! Per Baji c'è ancora speranza!- urlò.

Il ragazzo si immobilizzò, fissando il biondo fronte a sé.

- Possiamo ancora salvarlo: è lui la chiave- Seishu si voltò verso Takemichi, che si indicò, confuso - lui... può riportare in vita le persone-.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro