CAPITOLO XXI.
La città era silenziosa. Era mattina presto, ma mentre di solito c'era in giro almeno qualcuno quel giorno sembrava che tutti avessero deciso di rimanere in casa.
Nessuno sapeva della battaglia imminente, ma era come se tutti avessero avvertito qualcosa di diverso a Tokyo.
Come se tutti stessero aspettando qualcosa, che probabilmente avrebbe cambiato tutto.
L'unico rumore che si avvertiva, erano moto: numerose moto che sfreccivano per le strade della città, con in sella ragazzi con indosso toffoku neri con delle scritte dorate, ognuno sulla propria moto, concentrato a osservare davanti a loro, come se lì ci fossero già i loro obiettivi.
Solo poche moto avevano due occupanti: Chifuyu, ancora in attesa delle lezioni di Baji su come guidare, si teneva stretto al moro, lanciando sguardi preoccupati intorno a lui: l'ansia era talmente palpabile che gli sembrava quasi lo stesse soffocando, gli pareva di sentire tutti i pensieri delle persone intorno a lui, e avvertiva la testa che girava leggermente.
- Rimani concentrato Baby, non farti prendere dall'ansia- lo richiamò Keisuke; il ragazzo annuì e lo strinse leggermente più forte, prima di osservare i suoi amici.
Takemichi, che era salito dietro Mitsuya, sembrava stranamente calmo; al contrario, Yamagishi, dietro ad Hakkai, pareva tremare leggermente...
Akkun e Takuya, dietro ai gemelli, stavano cercando di mantenere la calma, mentre Makoto, dietro a Peh-yan, era palesemente in panico.
Lanciò un'occhiata anche a Hina, che però sembrava tranquilla, anche più di Yuzuha, che la stava portando.
In generale, erano tutti molto tesi, ma anche pronti.
- Siamo arrivati!- urlò Draken, per richiamare l'attenzione su tutti quanti.
Takemichi alzò appena lo sguardo, fissando di fronte a lui: si trovavano in periferia, in una zona piuttosto malmessa, e quelli davanti a loro erano i cancelli di una vecchia rimessa d'auto, dove le gang si dirigevano spesso a regolare i conti tra di loro.
Quel giorno, avrebbe assistito a un grande scontro.
Si fermarono di fronte ai cancelli e tutti scesero dalle moto.
Mikey si voltò verso gli altri mentre Draken lo affiancava.
- Riunitevi negli squadroni!- urlò, e in un attimo tutti i ragazzi si misero in ordine.
- Baby segui le mosse di Hakkai, finché non siamo dentro- ordinò Keisuke.
Chifuyu annuì e osservò Hakkai che, dopo aver spiegato a Takemichi e ai suoi amici come mettersi, si era sistemato leggermente dietro Mitsuya.
Fece lo stesso e tornò a guardare Baji: qualcosa non andava... ma quello non era decisamente il momento per parlarne.
Spostò lo sguardo su Mikey, che si trovava di fronte a loro e li stava fissando, Draken di fianco a lui.
- Come sapete, quello di oggi non è uno scontro qualsiasi: affronteremo la Valhalla, la gang di Kisaki, il governatore di Tokyo. Il nostro scopo è, ovviamente, vincere: ma ancora più importante, tornare a casa tutti insieme. Kisaki vuole un forte potere, e noi gli impediremo di ottenerlo. Vinceremo questa battaglia... e ci riprenderemo Kazutora. Siete tutti pronti?!- urlò, ottenendo un urlo d'approvazione da parte di tutti i membri della Toman.
- Rimanete in formazione mentre entriamo!- ordinò Draken, mentre sia lui che Mikey si voltavano e iniziavano a camminare, diretti verso l'interno della discarica.
Mentre Mikey entrava, sentirono dei rumori dall'altra parte.
- Sono arrivati- dichiarò Pah-chin; poteva sentire forte e chiaro il pericolo in lontananza... soprattutto quello derivato da Hanma e Kisaki.
- C'è anche Tora- affermò Keisuke: avvertiva il suo migliore amico, sentiva il suo filo tirare leggermente, come se lo stesse chiamando.
- Andiamo- ripetè Draken, mentre iniziavano a camminare.
Chifuyu si portò una mano alla testa: tutto quell'odio che avvertiva... non sembrava significare nulla di buono.
- Concentrati-.
Il biondo annuì alle parole di Baji: doveva rimanere concentrato.
Continuarono a camminare, fino a fermarsi a pochi passi dalla linea centrale, mentre la Valhalla faceva lo stesso dalll'altra parte.
Davanti a un gruppo di persone piuttosto agguerrite, spiccavano tre figure: Hanma, come sempre fin troppo alto per i gusti di tutti; Kisaki, di fianco a lui, che li fissava con un sorriso vittorioso in volto.
Ma lo sguardo di quasi tutti era sul terzo ragazzo: Kazutora, con il suo solito sorriso folle, che li fissava.
Stava fremendo d'impazienza: finalmente... finalmente era lì, davanti a tutti loro, pronto a riprendersi cio che più desiderava.
- Vedo che avete mantenuto la promessa- commentò Tetta.
- Noi non siamo sleali come te- dichiarò Mikey - vediamo di fare concludere in fretta questa battaglia-.
- Sono più che d'accordo. Hanma-.
- Agli ordini- ridacchiò Shuji, allontanandosi dal ragazzo per dirigersi verso il centro della rimessa; Mikey fece un cenno a Draken, che fece lo stesso, fermandosi esattamente di fronte ad Hanma.
- È un po' che non ci vediamo, mio caro draghetto- commentò Shuji, un sorriso in volto.
- Non perderti in chiacchiere Hanma, non siamo qui per questo: combatti o vattene- ordinò Draken.
- Bene! Pronto per la battaglia?- rise il più alto.
- Iniziamo quando vuoi-.
Si fissarono ancora per un attimo; poi, quasi senza che nessuno se ne accorgesse, i loro pugni entrarono in contatto.
- Andate!- urlò Mikey, mentre iniziava a correre.
Draken attivò la sua Barriera, espandendola in modo che coprisse tutti i suoi compagni.
- Andiamo draghetto, ancora ti ostini a proteggere tutti quanti?! Se ti concentrassi sul nostro scontro, potresti quasi avere la possibilità di battermi!- rise Shuji.
- Eppure mi sembri in difficoltà, Hanma- dichiarò Draken.
- Ah sì? Vediamo adesso- Shuji chiuse per un attimo gli occhi, e i suoi tatuaggi iniziarono a brillare sul suo corpo, aumentando di parecchio la sua forza.
- Oggi ti ucciderò!- urlò, lanciandosi contro il ragazzo.
- Tsk, credici!- Draken parò il suo pugno: è vero, Hanma era molto forte ma... lui era abituato a combattere contro Mikey, e in confronto alla sua la forza di Hanma non era niente.
Si lanciò contro il ragazzo, colpendolo con un pugno al volto, e mentre il moro si riprendeva lui ne approfittò per guardarsi intorno: vedeva Kisaki, che si muoveva agilmente tra i suoi soldati per evitare lo scontro diretto; vedeva Mikey, che per il momento sembrava stare combattendo tranquillamente.
Ma non vedeva Kazutora.
- Dov'è?- ringhiò Pah-chin, guardandosi intorno; non riusciva ad avvertire la sua presenza, il suo pericolo... non riusciva a capire dove fosse.
- Pah!-.
Il ragazzo si voltò di scatto e vide tre ragazzi caricare verso di lui; ma in un attimo Peh-yan gli fu di fronte.
Il ragazzo aprì la bocca e urlò, spedendo i tre avversari a terra.
- Scusami, mi sono distratto- disse Pah-chin.
- Distraiti quanto vuoi: ci penso io a proteggerti- rispose il maggiore, mentre sferrava due pugni ad altri due ragazzi che gli si stavano avvicinando.
Pah-chin lo fissò per un attimo, poi si guardò intorno: i nemici erano troppi, se avesse continuato a cercare solo Kazutora sarebbe stato sopraffatto.
Anzi, Peh-yan sarebbe stato sopraffatto, a causa sua: e lui non poteva permetterselo.
Affiancò il ragazzo.
- Il mio sensore di pericolo non funzionerà mai con Kazutora: battiamo questi idioti, poi andremo a cercare l'idiota più grande- affermò.
Peh-yan sorrise.
- Agli ordini!- urlò, mentre entrambi si lanciavano all'attacco.
- Sembra che siano belli carichi- rise Smiley, mentre mandava al tappeto tre avversari, e Angry annuì.
Si guardarono intorno: erano completamente circondati... ma quei pesci piccoli potevano essere sconfitto in un attimo.
Però, Kisaki aveva creato apposta uno scherma per fare in modo che loro dovessero trovarsi a cercare Kazutora... e lo avrebbero fatto a ogni costo.
- Angry, psicopatico che non può usare le spade perché è una rissa!- urlò Smiley; in un attimo suo fratello lo affiancò, mentre Sanzu andava verso di lui con aria annoiata.
- Che vuoi?- chiese.
- Liberiamogli la strada- ordinò Smiley; sorrise, e un attimo dopo scoppiò a ridere.
Sentì la forza nel suo corpo aumentare mentre si lanciava nuovamente all'attacco, deciso a mettere al tappeto chiunque si fosse messo sulla sua strada.
Lui non era uno dei fondatori, lui era stato scelto per combattere: e avrebbe combattuto fino alla fine.
Angry chiuse gli occhi, facendo un respiro profondo: avrebbe protetto i suoi amici a ogni costo, era quello il suo compito.
Lasciò che la tristezza circolasse dentro di lui: tristezza perché dovevano combattere delle guerre così spaventose, tristezza perché non erano più tutti insieme, perché i suoi amici stavano male; perché non riusciva a stare con il ragazzo che amava, a parlare sinceramente a suo fratello, ad aiutarlo a essere felice.
Tutto quello era davvero triste... ma prima o poi, sperava di riuscire a cambiarlo.
Riaprì gli occhi, mentre da essi colavano un paio di lacrime, mentre si lanciava dietro al fratello, pronto ad aiutarlo.
Sanzu li fissò per un attimo: lui preferiva decisamente usare le spade, infatti se l'era portate dietro, ma se le avesse usato in uno scontro a mani nudi sarebbe stato come tradire gli ideali di Mikey, e lui non avrebbe mai potuto tradirlo.
Sospirò e iniziò a camminare verso i nemici.
- Bene, vediamo di fare pentire un po' di persone di essersi messe contro di noi- affermò.
- Mi sembrano tutti piuttosto carichi- commentò Hina, guardandosi intorno; anche più che carichi... come faceva la gente a divertirsi a ridursi in quel modo?!
- Cerca di non distrarti: è vero che ti stanno attaccando in pochi, ma comunque devi stare attenta- affermò Yuzuha, mentre colpiva un paio di persone.
Hina annuì e si guardò intorno: in effetti, non la stavano attaccando in molti, era più lei ad avvicinarsi... forse perché erano un po' sorpresi di vedere lì una ragazza, anche se ormai parecchi erano stati menati da Yuzuha.
A un tratto, notò qualcosa in lontananza.
- Cosa stanno facendo?- chiese, notando che Emma stava camminando tranquillamente, con davanti Senju che le liberava la strada.
- Emma sta usando il suo potere: può riuscire a trasmettere i sentimenti agli altri, e anche se funziona molto meglio toccandoli, emanando un po' di tranquillità o di sonno riesce a indebolirli. Stanno tutti cercano di liberare la strada fino a Kazutora, anche se non sappiamo esattamente dove sia; ma dobbiamo fare in modo che Baji arrivi da lui- le spiegò Yuzuha.
Hina la osservò: Emma non le era mai sembrava seria come in quel momento... e pareva anche parecchio forte, come se la strada si aprisse al suo passaggio.
Un po' come accadeva a lei, anche se non aveva idea del motivo.
- Bene: vediamo di aiutarli anche noi- disse, preparandosi al combattimento: non avrebbe lasciato che facessero tutto loro, sarebbe riuscita ad aiutarli a sua volta, in qualsiasi modo.
- Pare che Hina se la stia cavando bene eh?- commentò Akkun, notando che Takemichi continuava a controllarla - vedi di pensare a chi hai davanti-.
Il ragazzo si voltò di scatto e sbarró gli occhi, in tempo per vedere un ragazzo caricare verso di lui.
Si abbassò, nella speranza di non venire colpito, quando vide qualcuno pararsi di fronte a lui e mettere a terra il ragazzo.
- Alzati, Takemitchiy: siamo qui per aiutarti, ma se vuoi che ci riusciamo devi fare del tuo meglio- affermò Takashi.
Takemichi alzò lo sguardo su di lui: quel ragazzo sembrava emanare un coraggio incredibile...
Serrò le labbra e si rialzò: Mitsuya aveva ragione... anche se era debole e aveva paura, non poteva lasciare fare tutto a loro.
- Hai ragione Mitsuya, scusami: ma tu cerca di non sforzarti troppo... ormai sono tutti pieni di coraggio no?- fece notare Takemichi, guardandosi intorno.
Trovava la Diffusione di Mitsuya un potere davvero incredibile: riusciva a infondere coraggio in tutte le persone che aveva intorno.
- Non preoccuparti per me: pensa ai nemici che hai davanti- rispose Takashi, prima di lanciarsi nuovamente all'attacco.
Doveva abbatterne il più possibile, anche solo ferirli, rallentarli, fermarli: doveva riuscire a tenerli lontani dai loro amici.
Si voltò verso Hakkai, che annuì, prima di voltarsi: aveva davanti almeno una decina di persone...
- Siete pronti?- chiese a Makoto e Yamagishi; i due ragazzi, anche se un po' tremanti, annuirono.
Hakkai fece un respiro profondo, mentre evocava il suo potere.
- Fermi!- ordinò, e i nemici si fermarono immediatamente.
- Abbatteteli. Takuya, Akkun, con me- ordinò Hakkai, dirigendosi verso un altro gruppo di ragazzi.
- Agli ordini!- risposero i due.
Takemichi fece un piccolo sorriso: grazie a Mitsuya e Hakkai, contando il coraggio che gli davano e il fatto che il minore bloccasse loro gli avversari, i suoi amici stavano riuscendo ad abbattere i nemici senza problemi.
Certo, non avrebbero potuto continuare così per tutta la battaglia, ma sperava che, una volta che Hakkai e Mitsuya avessero iniziato a essere stanchi, la maggior parte della Valhalla sarebbe stato a terra.
Si voltò e vide un paio di ragazzi avvicinarsi. Fece un respiro profondo: non stava combattendo da solo... stava combattendo per la Toman, per i suoi amici, per Hina. E per Mikey.
Lo avrebbe fatto a tutti i costi.
- Whaaa- iniziò a correre, tirando pugni a chiunque incontrasse sulla sua strada che indossava una giacca bianca, senza alcuna esitazione; i suoi avversari dovevano essere parecchio confusi da quell'arrivo improvviso, ma almeno lo colpivano poco... anche perché il suo urlo aveva attirato l'attenzione di molti, anche di alcuni membri della Toman.
- Ti sei scelto dei tipetti interessanti eh? Se non fosse stato per quel potere, dubito li avresti mai reclutati- commentò Tetta; Mikey si voltò verso di lui.
- Almeno, lui è consapevole delle sue debolezze, e non si fa proteggere da tre che posso abbattere con un calcio- dichiarò il biondo, osservando Choji, Chome e Chombo, che facevano da scudo a Kisaki.
- Un capo non dovrebbe combattere in prima linea; non fino alla fine almeno- commentò Tetta.
- Si, se il capo è il più forte: cosa che tu evidentemente non sei- dichiarò il biondo.
- Potrò non avere la tua forza fisica ma... dubito di essere meno forte di te. Prendetelo- ordinò Tetta, e i tre ragazzi si lanciarono contro il biondo.
Mikey rimase immobile: sapeva bene cosa facevano quei tre, una volta che avevano un bersaglio lo raggiungevano a qualsiasi costo.
Così, rimase immobile, lasciando che Chome e Chombo gli bloccassero le gambe, mentre Choji spuntava dietro di lui per afferrargli le braccia.
- Ti arrendi in questo modo Mikey? Pensavo avresti combattuto un po' di più- commentò Tetta, mentre Mikey osservava i tre uomini.
Hanma scoppiò a ridere.
- Noto che il tuo amichetto è un po' in pericolo! Che c'è, ha già esaurito tutto il suo potere?- commentò Shuji, voltandosi.
Anche Draken si voltò di scatto, notando la condizione di Mikey.
- Non vai a salvarlo?- commentò Shuji.
Un piccolo sorriso si fece largo sul volto di Draken.
- Mikey non ha esaurito il suo potere- si voltò verso Hanma - non l'ha ancora utilizzato-.
Mikey chiuse gli occhi, e lo richiamò: Forza, il suo potere; pericoloso tanto per gli altri quanto per lui stesso... ma in quel momento, sarebbe stato molto più pericoloso per i suoi nemici.
Una potenza incredibile si scatenò dal suo corpo, sbalzando via i tre ragazzi come se niente fosse; dopodiché, iniziò a camminare verso Kisaki.
- Bene. Allora, Kisaki, adesso che la tua potenza è stata battuta, che cosa intendi...- Mikey sentì all'improvviso qualcuno alle sue spalle e si voltò di scatto, in tempo per schivare il pugno di Kazutora diretto verso di lui.
- Chi ti dice che l'abbia finita?- commentò Tetta, mentre Mikey fissava il ragazzo di fronte a lui.
- Kazutora. Cosa stai facendo?- chiese, mentre il ragazzo portava lo sguardo su di lui.
Serrò i pugni: non era una giacca bianca che avrebbe dovuto indossare quel ragazzo, non era a lui che avrebbe dovuto rivolgere quel sorriso folle, tutta quella rabbia.
- Mikey! È un po' che non ci vediamo vero?- commentò Kazutora, sorridendo - ma adesso finalmente... posso ottenere la mia vendetta- affermò.
- Vendetta per cosa? Per aver fatto impazzire mio fratello? Per averci abbandonati? Per aver fatto andare via anche Izana?- Mikey fece un passo verso di lui - non è per litigare con te che sono qui, Kazutora- dichiarò.
- Pensi che mi importi qualcosa di ciò che vuoi? Ti svelo una cosa Mikey: non me ne può fregare di meno. Per colpa tua... per colpa tua io sono diventato così!- esclamò Kazutora, spalancando le braccia.
- Per colpa tua Mikey, che mi hai sempre considerato debole, un pericolo, un folle! Per colpa tua, che ogni volta che avevi bisogno di incolpare qualcuno scaricavi sempre tutto su di me! Per colpa tua, che quando tuo fratello è impazzito mi hai guardato subito come se fossi un mostro! Tu mi hai spinto ad andarmene, non mi hai mai accettato!- urlò, la rabbia che si faceva largo dentro di lui.
- È proprio come hai detto, Kazutora; lui ti ha abbandonato, non ha mai creduto in te, ha sempre voluto che te ne andassi, non ti ha mai considerato come uno degli altri, neanche una volta- affermò Tetta.
Mikey non lo guardò: lo avvertiva, il suo potere era attivo: se l'avesse guardato... non sapeva cosa sarebbe successo.
- Kazutora. Sai bene che Kisaki ti sta controllando. Tu sai come stanno le cose: ti ho sempre voluto bene- dichiaró Mikey.
- Mi sta controllando dici? Eppure, anche adesso, tu sei venuto qui a darmi la colpa per tuo fratello! Anzi, per entrambi i tuoi fratelli! Sei proprio patetico Mikey- Kazutora scoppiò a ridere - e oggi regoleremo i conti-.
- Fermati, Kazutora-.
Il ragazzo si voltò e il suo sorriso si allargò.
- Baji! E hai con te anche il tuo fidanzatino, noto... è davvero il tuo fidanzato? Cammina sulle sue gambe, mi sembra strano- commentò Kazutora, portando lo sguardo su Chifuyu, che camminava poco dietro Baji.
- Non pensare a lui Kazutora: è con me che parlerai adesso- affermò Keisuke, facendo un verso di lui - smettila con tutto questo Tora, e torna indietro. Sono legato a te, sai bene che posso sentire ciò che provi. Tu vuoi tornare con voi- dichiarò.
- E perché dovrei voler tornare?- chiese Kazutora, avvicinandosi a lui.
- Baji- chiamò Mikey, preoccupato.
- Va tutto bene: pensa a quelli che hai dietro- rispose Keisuke.
Mikey si voltò di scatto, e vide dei ragazzi correre verso di lui: deboli... ma troppi per ignorali, e il ragazzo fu costretto a dare le spalle alla battaglia per riuscire a combatterli.
- Sicuro di non voler aiuto dal tuo capitano, Baji?- commentò Kazutora, fermandosi di fronte al ragazzo.
- Il nostro capitano, Kazutora-.
- Non è più il mio capitano da anni Baji. Accettalo: io non faccio più parte della Toman, sono un membro della Valhalla. Seguo Kisaki adesso, non Mikey- dichiarò il ragazzo.
- Non dire cazzate Tora: sai più che bene che Mikey è il nostro unico capo. Eri con me quando ho deciso che sarebbe stato lui, quando abbiamo fondato la Toman, e quando Kisaki ha provato a distruggerti... e ti ha separato da lui- affermò Keisuke.
Sentì la rabbia esplodere nel petto del suo migliore amico, ma almeno era qualcosa in più in confronto alla confusione che quel ragazzo stava provando.
Se fosse stato deciso, forse avrebbe potuto pensare di lasciare perdere: ma aveva sentito i sentimenti di Kazutora ogni singolo giorno mentre erano separati.
E quando non era in preda alla confusione e alla follia, il suo migliore amico era triste e spaventato: adesso almeno... stava ottenendo delle reazioni.
- Non nominarlo!- urlò Kazutora - lui se n'è andato! Lui è stato tra i primi a lasciarmi! Ed è colpa tua, che hai provato a tenerci vicini! Se tu non mi avessi detto niente, io non avrei mai sofferto in questo modo!- si lanciò contro Baji, tirando fuori un coltello dalla giacca mentre si avvicinava pericolosamente al moro.
Baji rimase immobile mentre sentiva la lama conficcarsi nella carne del suo stomaco; Kazutora sbarró gli occhi, sorpreso del suo stesso gesto, e del fatto che il moro non si fosse spostato.
- Keisu...- Chifuyu fece per avvicinarsi, ma venne bloccato dalla voce di Baji.
- Chifuyu, non ti avvicinare- ordinò.
- Ma...- Chifuyu aveva il cuore che batteva a mille, il corpo che tremava, non riusciva a distogliere lo sguardo dal ragazzo davanti a lui: stava bene? Quanto era ferito? Baji... sarebbe stato bene, giusto?
Non poteva perderlo. Lui doveva stare bene.
- Chifuyu, non so ancora esattamente quale sia il tuo potere, ma è evidente che riesci a capire quando le persone nascondono i loro sentimenti. Guarda Kazutora: cosa ne pensi?- chiese Keisuke.
Leggermente tremante, Chifuyu si sforzò di spostare lo sguardo su Kazutora.
Provò a ignorare tutta la paura e il dolore che sentiva dentro di lui, così come tutta l'oppressione che sentiva intorno a lui, e si concentrò su Kazutora, ancora incredulo.
Deglutì: non ne era sicuro, però...
- Ha paura, vuole che lo aiuti- mormorò.
Baji fece un piccolo sorriso.
- Andrà tutto bene, non preoccuparti- disse.
- Kazutora, cosa stai aspettando?- chiese Tetta, avvicinandosi di un paio di passi - lui è quello che ti ha fatto soffrire più di tutti-.
Kazutora deglutì.
- Si, lui...- mormoró, stringendo appena il coltello.
- Tora, non ascoltarlo: sappiamo entrambi cosa vuoi davvero- affermò Keisuke.
Kazutora lo fissò e deglutì a vuoto: non riusciva a capire cosa stesse succedendo, cosa stesse facendo, perché avesse tutta quella confusione nella sua testa... perché ci fosse del sangue sulle sue mani.
Si staccò di scatto, osservandosi di nuovo le mani, ma il sangue non c'era.
- Tora...- Keisuke provò a richiamarlo, ma il ragazzo si voltò e iniziò a correre per allontanarsi da lí.
- Chifuyu, non seguirmi- ordinò Keisuke, iniziando a correre: non poteva trascinare quel ragazzo nel bel mezzo dello squadrone nemico, non gli avrebbe lasciato correre quel rischio.
Ignorando il dolore che sentiva all'addome, continuò a correre, cercando di seguire il suo migliore amico; ogni tanto qualcuno provava ad attaccarlo, e lui non aveva difficoltà a batterli, ma a ogni pugno avvertiva la sua giacca farsi leggermente più bagnata e il coltello muoversi nella sua carne.
Serrò le labbra nel sentire il sapore del sangue in bocca, ma continuò comunque a correre: avrebbe raggiunto Kazutora e l'avrebbe riportato indietro, a qualsiasi costo.
- Keisuke aspetta!- Chifuyu tentò di seguirlo, ma si trovò la strada sbarrata.
- Guarda come sono magnanimo, ti impedisco suicidarti insieme al tuo amico! Certo, questo sempre che riesci a battere loro- commentò Tetta, osservando i dieci ragazzi che avevano circondato il biondo.
Chifuyu serrò le labbra.
- Se pensi che io sia debole, ti sbagli!- urlò, mentre si avventava contro i dieci ragazzi. Non avrebbe lasciato che gli impedissero di andare ad aiutare Baji: non l'avrebbe lasciato solo.
Doveva...
Si voltò, e vide Peh-yan poco distante.
Mise a terra gli ultimi ragazzi ancora in piedi e corse verso di lui.
- Peh!- urlò, e il ragazzo si voltò verso di lui, confuso.
- Ho bisogno del tuo potere: Baji-san è ferito e si è lanciato tra i nemici dietro a Kazutora. Dobbiamo raggiungerlo!- dichiarò.
Peh-yan annuì e fece un respiro profondo, attivando il suo potere.
- TOMAN, DOBBIAMO RAGGIUNGERE BAJI: È FERITO- urlò, in modo da farsi sentire da tutti i suoi compagni.
- Ferito?!- Mikey si voltò di scatto, nella speranza di vedere l'amico, ma non lo notò.
Serrò le labbra, mentre sentiva la rabbia montare dentro di lui: si era allontanato un attimo, e guarda cos'era successo... doveva raggiungerlo.
Con un ultimo pugno, Draken mise al tappeto Hanma.
- Raggiungiamolo!- urlò.
- Quegli idioti... Corriamo da loro Peh!- ordinò Pah-chin, iniziando a correre.
- Hakkai, ce la fai?- chiede Takashi.
- Certo- rispose il maggiore, e il ragazzo annuì.
- Takemichi, rimanete qui con Smiley e gli altri a coprirci le spalle: noi andiamo a cercare l'idiota- dichiarò Takashi.
- Mikey...- mormorò Takemichi, portando lo sguardo sul ragazzo.
Mitsuya serrò le labbra.
- Mikey adesso ha bisogno di controllare che Baji stia bene: non possiamo rallentarlo. Rimanete qui- ordinò, prima di iniziare a correre, seguito da Hakkai.
Takemichi continuò a fissare la direzione verso cui si stavano allontanando i fondatori, seguiti dai loro vice e da Chifuyu.
Osservò Mikey: era arrabbiato, no, di più... gli pareva più che arrabbiato. E gli sembrava anche... che il suo sguardo... si stesse svuotando.
Che fosse quello a cui si riferivano tutti?
- Takemitchy!-. Il ragazzo si voltò mentre un nemico caricava verso di lui; Akkun gli fu davanti in un attimo e parò il colpo, per poi spedire l'avversario al tappeto.
- Te l'ha detto anche Mitsuya: devi portare a termine il tuo compito; solo così potrai aiutare Mikey- affermò, lanciando un'occhiata a Takuya.
Gli si stavano avvicinando in troppi... doveva intervenire.
- Ci serve che rimani in te, Takemichi- dichiarò, prima di correre verso l'amico.
Takemichi scosse la testa: Akkun aveva ragione, doveva rimanere concentrato.
- Takemitchy- si voltò, e vide Angry avvicinarsi a lui.
- Ci penso io a proteggere te e i tuoi amici! Voi aiutateci a combattere!- affermò l'azzurro.
Takemichi gli rivolse un sorriso.
- Grazie!- rispose, prima di tornare serio e concentrarsi sui suoi avversari.
Anche se poteva fare poco... li avrebbe aiutati a ogni costo; sperava solo che riuscissero a recuperare Baji.
Il moro stava ancora correndo dietro a Kazutora; avvertiva la sua bocca riempirsi di sangue e il coltello fargli sempre più male, ma continuò a correre.
Non l'avrebbe lasciato solo: doveva raggiungerlo a ogni costo.
Attivò il suo potere e afferrò il nastro che lo teneva legato a Tora: quel nastro che un tempo era totalmente arancione, ma che era stato quasi del tutto sopraffatto dal giallo.
Ma lui non avrebbe mai mollato: anzi, afferrò con forza il nastro e lo tirò.
Di solito quei nastri erano come inesistenti, ma lui poteva riuscire a comandarli, anche se per poco: infatti, riuscì a tirare leggermente Kazutora verso di lui e fermare la sua corsa.
- Lasciami Suke!- urlò Kazutora, mentre Baji si fermava dietro di lui.
Un sorriso comparve sulle due labbra.
- Era un po' che non mi chiamavi così- sussurró - mi mancava-.
Kazutora sbarró gli occhi: l'aveva fatto senza pensarci, ma in effetti...
- Stai lontano da me- mormorò.
- Non posso: perché io ti riporterò a casa, Kazutora-.
Il maggiore sentì gli occhi riempirglisi di lacrime.
- Perché?! Dopo ciò che ho fatto, dopo ciò che ho detto... perché ancora di fidi di me?!- sussurró.
- Perché sei il mio migliore amico Tora: ti conosco, e so che non vuoi farci del male. Torna con noi Tora: ti salveremo da Kisaki, noi possiamo aiutarti- dichiarò Keisuke.
Kazutora serrò le labbra.
- Ti farò del male- mormorò.
Lo sentiva dentro di lui: il desiderio... di ferire quel ragazzo, di fargli del male, di toglierlo dalla sua vita.
Così non avrebbe più dovuto provare sentimenti per loro, così non avrebbe più dovuto sentirsi in colpa, non avrebbe più dovuto avere paura di sbagliare, di impazzire, né di qualsiasi altra cosa.
- Vieni con me, Kazutora Hanemiya, e non dovrai più trattenere tutta la tua follia-.
Devi ucciderli.
È colpa loro se soffri.
- No, io...- sussurró; chi era a parlare? Era Kisaki? Era la sua follia? Era lui?
È stato lui a dare inizio a tutto.
Senza di lui non soffriresti!
Liberati della sofferenza!
- Kazutora Hanemiya. Fallo-.
Loro sono il tuo nemico. Uccidili. Uccidi Baji.
- Tora...-.
Kazutora aprì gli occhi. Il suo volto venne sfigurato da un'espressione di puro orrore: davanti a lui, Baji stava perdendo sangue dalla bocca, era pallido, i suoi occhi sembravano starsi svuotando pian piano e... aveva più di una ferita nell'addome.
Arretrò, inorridito: era stato lui? Era stato lui a ferirlo in quel modo? Come aveva potuto? Baji... era il suo migliore amico... come aveva potuto?
- Fallo Kazutora, fini...-. Kisaki non fece in tempo a finire la frase perché Mikey lo gettò a terra con un calcio, prima di voltarsi verso i due ragazzi.
- Baji!- urlò. Non poteva essere: il suo primo amico, colui che non era mai stato spaventato dalla sua oscurità, colui che gli aveva affidato la sua vita e quella della Toman... non poteva...
Baji si accasciò a terra, privo di forza.
Sanzu si voltò di scatto verso quella zona, immobilizzandosi: non poteva essere...
- Merda, la mia barriera non può arrivare fino a lì!- ringhiò Draken, cercando di non farsi prendere dal panico.
- Dobbiamo raggiungerlo!- Takashi mise al tappeto altri tre nemici mentre continuava a correre.
- Idiota! Non osare morire!- urlò Pah-chin, ma lo avvertiva: avvertiva il pericolo della Morte sempre più vicino, sempre più schiacciante.
Chifuyu superò di corsa lui e Peh-yan e si lanciò di fianco a Baji.
- Ti prego, resisti- sussurró, alzando delicatamente la testa del ragazzo e posandosela sulle gambe, nella speranza che riuscisse a respirare meglio.
Baji ormai stava facendo fatica a immagazzinare aria, ci vedeva a malapena, ma percepiva lì tutti i suoi amici.
- Baby, scusami- sussurró.
- Baji-san, non scusarti: va tutti bene. Hina può guarirti- mormorò Chifuyu, accarezzandogli teneramente i capelli, mentre la ragazza si avvicinava.
- No, non può. Non lasciatela avvicinare, è inutile- sussurró, mentre anche il resto dei loro amici gli si avvicinava.
Hanma approfittò della confusione per prendere Kisaki, ancora stordito, tra le braccia; fece cenno alla sua gang di allontanarsi e il posto iniziò a svuotarsi lentamente.
- Baji, non essere testardo, fatti curare- mormorò Takashi.
Baji rise appena.
- Non c'è niente da curare... sono ferite troppo gravi-.
- Baji-san, non dire così, ti prego- sussurró Chifuyu - non puoi lasciarmi-.
Non poteva perderlo, non lui: non il ragazzo che con uno sguardo gli aveva dato una nuova vita, che lo aveva portato in un mondo che gli apparteneva, che lo faceva stare così bene.
Avevano ancora tanto da fare: doveva insegnargli ad andare in moto, mangiare tutta la Yakisoba Peyoung che avevano in casa, festeggiare con i loro amici.
Non poteva...
- Chifuyu, tu sei un ragazzo davvero forte; so che... puoi andare avanti- sussurró.
- Baji-san ti prego...- mormorò Chifuyu, le lacrime che iniziavano a cadere lungo le sue guance: non poteva perderlo.
Il ragazzo gli rivolse un sorriso, poi si voltò.
- Pah, non hai mai visto Tora come un nemico; grazie al tuo buon cuore e alla tua sincerità, ho sempre saputo di chi fidarmi- sussurró.
- Ma ti sembrano discorsi da fare ora?!- urlò Pah-chin, le lacrime agli occhi.
- Mitsuya...-.
- Non farlo Baji- mormorò Takashi.
- Non fare così, tu sei quello razionale, il nostro mediatore. Con te sapevo sempre di avere qualcuno in grado di tenerci sulla retta via-.
Il ragazzo serrò le labbra e semplicemente annuì, senza dire altro.
- Draken, prenditi cura di quell'idiota del nostro capo ma... non dimenticarti ti te stesso; sei la nostra mamma in fondo, devi essere in forze- affermò Keisuke.
- Come faccio a esserlo così?- mormorò il biondo.
- Mikey...-.
- Non ti ascolterò- dichiarò il biondo, fissandolo.
- Come se tu mi avessi mai ascoltato- rise il ragazzo - Emma e Haruchiyo mi sono testimoni che non l'hai mai fatto da quando eravamo bambini. Ma tu... sei il capo migliore che potessi scegliere: portali alla vittoria-.
Mikey si morse il labbro inferiore.
- Baji...-.
- E affidati a Takemichi- Keisuke portò lo sguardo sul ragazzo appena nominato - sei collegato a tutti noi, sta a voi scoprire come ma... te li affido-.
Prima che il ragazzo potesse rispondere, Baji tossì leggermente.
- Ti prego Baji-san, adesso basta, altrimenti...- sussurró Chifuyu.
- Tora!- Keisuke alzò leggermente la voce e il ragazzo sussultò appena - il tuo posto sarà sempre nella Toman. Non dimenticarlo mai-.
- Suke...- singhiozzò il ragazzo.
Baji sorrise e tornò a guardare Chifuyu.
- Sapevo che prima o poi saresti arrivato; sono felice di averti aspettato. Abbiamo passato insieme poco tempo, ma è stato bellissimo: tu sei una persona splendida Chifuyu, meriti di essere felice- sussurró.
- Non posso esserlo senza di te, Baji-san- singhiozzò Chifuyu.
- Si che puoi: tu sei forte. So che puoi andare avanti. Tu sei entrato nella mia vita e io non posso fare a meno di dirti... grazie, Chifuyu- sussurró, prima di chiudere gli occhi.
- Baji-san!- urlò il ragazzo, e d'un tratto lo sentì: tutti lo sentirono, tutti coloro che erano legati a Baji, che Baji aveva voluto tenere vicino a sé, di cui aveva voluto condividere tutte le emozioni, anche quelle peggiori... si spezzarono.
Lo avvertirono tutti, ma chi lo sentì di più di Chifuyu: quello era un semplice nastro, ma lui sentì come se il suo cuore si fosse appena spezzato.
Continuò a piangere, mentre quel filo rosso aleggiava intorno a lui, ancora legato al suo cuore; ma ormai, l'altra estremità non era più collegata a nessuno.
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