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CAPITOLO XX.

- Questa è la sera prima della battaglia- affermò Mikey, fissando fuori dalla finestra.

Draken, seduto sul letto, si alzò e lo raggiunse.

- Noi vinceremo, Mikey- affermò; aveva affidato tutto sé stesso a quel ragazzo, sapeva bene che avrebbero vinto.

- E se qualcosa andasse storto? Ken-chin io...- Mikey fece un respiro profondo - so bene che tutti i nostri amici sono forti. Ma per quanto sembrino solo degli idioti, sono anche molto sensibili: Kisaki sfrutterà sicuramente questa cosa. Kazutora è contro di noi, mio fratello non c'è, Shin è ancora bloccato, Sanzu non si è ancora ripreso dal tradimento e...-.

Capendo che Mikey stava iniziando ad andare in panico, Draken lo strinse a sé.

- Mikey, lo hai detto anche tu: i nostri amici sono forti. Tutti loro sanno a cosa stiamo andando incontro, e sono pronti Mikey. Sono pronti a combattere perché, come te, vogliono sconfiggere Kisaki, vogliono riportare indietro Kazutora, vogliono Izana di nuovo con noi e vogliono che Shinichiro stia bene. Non sei solo a combattere per tutto questo Mikey: stiamo tutti combattendo per te, ricordatelo sempre. Non sei solo-.

Mikey chiuse gli occhi e si aggrappò leggermente a lui, sentendosi improvvisamente rassicurato: quel ragazzo aveva un potere calmante su di lui... non era solo perché gli rimaneva vicino, riusciva a fargli trovare la razionalità, a farlo rimanere sé stesso.

Senza Draken probabilmente si sarebbe già perso nei meandri della sua stessa disperazione: ma grazie a lui, poteva ancora riuscire ad andare avanti davvero.

- Grazie, Ken-chin- sussurró.

- Sai che sono sempre qui per te- dichiarò Draken, e il minore annuì.

Sentirono bussare alla porta e Draken si voltò.

- Vieni pure Emma- disse.

Emma aprì la porta, con un lieve sorriso in volto.

- Ho portato qualcosa di caldo da bere, per aiutarvi a dormire- affermò.

- Sei la migliore- dichiarò Draken con un sorriso, mentre Mikey si allontanava da lui per andare ad abbracciare la sorella.

- Grazie di essere qui- le disse.

Emma rimase un attimo sorpresa, poi sorrise.

- Voi in due non sapete preparare un pasto decente, devo pensarci per forza io- affermò, mentre Mikey si staccava da lei e si sedeva sul letto.

Emma gli passò una tazza, poi ne porse una a Draken, che si era avvicinato, rimanendo però in piedi, per poi prendere la terza, posare il vassoio sul tavolino nella stanza e sedersi di fianco al fratello.

- Le ragazze sono tutte più che cariche: Kisaki non è stato abbastanza intelligente da mettere donne nel suo esercito, per cui vinceremo di sicuro- affermò Emma.

- Sai che il potere femminile non è così esteso vero?- rise Mikey.

- No, ma è molto forte! Quindi è di sicuro un buon aiuto- dichiarò la ragazza.

- Non avevo dubbi, in fondo tu sei molto forte- affermò Draken.

Emma lo guardò male.

- Guarda che potrei battervi se volessi!- dichiarò.

- Di sicuro, quando è in quel periodo del mese può...- mormorò Mikey, e sia lui che Draken rabbrividirono.

- Per vostra fortuna, è già passato; altrimenti lo avrei usato volentieri contro Kisaki-.

Mikey si voltò verso Draken.

- Dici che siamo ancora in tempo per cambiare la data?- chiese.

- Se mandiamo Emma a chiedere, sicuramente ci riusciamo- rise Draken, ed entrambi ottennero una linguaccia dalla ragazza.

Continuarono a ridere e scherzare per una decina di minuti, fin quando Mikey non iniziò a sentirsi stanco; aveva sonno... quel sonno che provava quando si stava rilassando e divertendo troppo, e qualcosa dentro di lui ci teneva a ricordargli che c'era sempre un avvenimento orribile in agguato, e se non voleva finirci dentro subito era meglio riposare.

I due amanti se ne accorsero, ma ci erano più che abituati; Emma tolse delicatamente la tazza dalle mani di Mikey mentre Draken gli sfilava la maglietta, per poi farlo sdraiare sul letto.

- Vuoi che lo faccia?- chiese Emma, già pronta a usare il suo potere per calmare il fratello; ma il ragazzo scosse la testa.

- Rimani qui- mormorò, e la bionda fece un piccolo sorriso.

- Va bene- disse, chinandosi per lasciare al fratello un bacio sulla fronte.

Draken sfilò a sua volta la maglietta e si sistemò di fianco a Mikey; strinse a sé il ragazzo, aspettando che trovasse una posizione che gli risultasse comoda, dopodiché si voltò verso Emma e, con un sorriso, aprì il braccio per invitarla a raggiungerli.

Emma si sdraiò dal lato opposto rispetto a Mikey, la testa sul petto del fidanzato, che le avvolse un braccio attorno alle spalle.

Vide Mikey allungare una mano e fece lo stesso, intrecciandola a quella del fratello e posando entrambe sul ventre del più alto.

Il respiro di Mikey si regolarizzò in pochi secondi, ed entrambi i ragazzi ne furono grati; sapevano che non sarebbe stata una notte facile, ma almeno un po' sarebbe riuscito a riposare.

Draken si voltò verso la ragazza e si chinò, unendo dolcemente le loro labbra in un bacio che Emma non esitò a ricambiare.

La strinse leggermente a sé mentre tornava con la testa sul cuscino: un giorno, avrebbe ringraziato quella ragazza per tutto l'amore e la pazienza che gli aveva dimostrato; avrebbe passato più tempo con lei, sarebbero partiti insieme, avrebbero avuto una famiglia.

Ma finché Mikey avesse avuto bisogno di lui, sarebbe rimasto al suo fianco: avrebbe protetto la felicità di quel ragazzo a tutti i costi.

...

- Tsk, finalmente l'idiota si è addormentato- borbottó Keisuke, facendo ridere il biondo poggiato al suo petto.

- Tu pensi di riuscire a dormire, Keisuke?- chiese Chifuyu, alzando lo sguardo verso il ragazzo.

- Chissà, magari se mi rilasso un po'...- Keisuke avvolse il braccio attorno alla vita del biondo, chinandosi e unendo le loro labbra.

Spinse la lingua nella bocca del minore, che non esitò ad accoglierla dentro di sé e farla incontrate con la sua, con cui il moro iniziò a giocare lentamente.

- Dio quanto vorrei farlo adesso- sospirò Keisuke, staccandosi a forza dal ragazzo, ben sapendo che altrimenti avrebbe davvero rischiato di impedirgli di partecipare alla battaglia.

- Lo faremo quando torneremo, va bene? Domani sera, finita la battaglia, torneremo qui, festeggeremo con i nostri amici, poi saliremo a mangiare della Yakisoba Peyoung e festeggeremo a nostro modo. Che ne dici?- propose Chifuyu.

- Dico che sei il migliore- affermò Keisuke, chinandosi a lasciargli un altro bacio veloce, prima di tornare con la testa sul cuscino, lo sguardo fisso sul soffitto.

- Cosa ti preoccupa?- gli chiese Chifuyu, osservandolo.

Baji iniziò ad accarezzargli i capelli, lo sguardo ancora rivolto verso l'alto.

- Baby, in qualsiasi modo vada domani, io farò di tutto per riportare indietro Kazutora- affermò.

- Faremo- dichiarò Chifuyu, e il moro si voltò verso di lui.

Chifuyu sorrise.

- Non sei più solo Keisuke: ti aiuterò a riportare Kazutora nella Toman. Se per te è importante, lo è anche per me; e poi, quando l'ho incontrato... mi è sembrato che lui fosse il primo a voler tornare in realtà- ammise.

Baji lo fissò per un attimo: il ragazzo di fronte a lui... era davvero forte. Non si era mai fatto mettere i piedi in testa, aveva cercato di vivere al massimo, non si lasciava spaventare dalle difficoltà che aveva davanti; ed era così forte da poter sopportare tutti i suoi problemi.

Era certo che, anche se non si fossero incontrati, quel ragazzo avrebbe continuato a rimanere forte e a sorridere.

Si girò su un fianco in modo da stringerlo a sé.

- Grazie, Baby- sussurró; Chifuyu si accoccolò di più contro di lui e chiuse gli occhi: avrebbe fatto di tutto per lui.

Baji continuò a tenerlo stretto a sé, accarezzandogli i capelli: era più sicuro, adesso che sapeva quanto Chifuyu fosse forte; perché neanche lui aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare per poter riavere Kazutora.

...

- Vai da lui-.

Hakkai, in piedi davanti alla finestra della sua stanza, si voltò nel sentire entrare sua sorella.

Fece un piccolo sorriso.

- Non voglio lasciarti qui da sola la sera prima di una battaglia- affermò.

Yuzuha alzò gli occhi al cielo.

- Compio omicidi, so dormire benissimo prima di una battaglia; tra l'altro, quando Hina tornerà potrebbe aver bisogno di parlare. E Mitsuya ha bisogno di te-.

Hakkai si morse appena il labbro inferiore, indeciso: anche lui sarebbe voluto correre dal ragazzo... ma stava rinunciando a stare con lui proprio per fare stare bene sua sorella, non poteva continuare a lasciarla lì da sola.

- Yuzuha...-.

- Vai, Hakkai. Io me la posso cavare: lui non vuole farlo, lo sai bene- Yuzuha sorrise - anche se non glielo vuoi dire, gli vuoi ancora dimostrare quanto lo ami no?-.

Hakkai rimase per un attimo in silenzio, poi si avvicinò alla sorella e la abbracciò.

- Grazie- sussurró, prima di dirigersi velocemente fuori di casa.

Il sorriso svanì dal volto di Yuzuha non appena sentì la porta chiudersi alle sue spalle.

- Mi dispiace Hakkai- mormorò: suo fratello stava rinunciando al suo grande amore per lei, senza neanche sapere perché lei si rifiutasse in quel modo di entrare nella Toman, perché avesse chiesto a Mikey di renderla un'assassina, perché avesse lasciato Senju, perché stesse lontana da tutti.

Eppure, nonostante non lo sapesse, stava provando a rimanerle vicino il più possibile.

- Sei un bravo ragazzo Hakkai, meriti di essere felice- mormorò.

Hakkai bussò alla porta di fronte a lui, che venne aperta in una attimo.

- Penso di dover dormire da solo stanotte- commentò Takashi.

- Scusami, stavo cercando di capire se mia sorella stesse bene- mormorò Hakkai.

- Non scusarti Hakkai- il maggiore si spostò per lasciarlo entrare - lo capisco. Ma ti ha spedito qui no?-.

- Ha detto che... tu non vuoi stare senza di me- mormoró Hakkai.

- È vero. Potrei farlo, ma perché dovrei quando state con te mi fa stare così bene?- Takashi lo superò e si diresse verso la camera da letto - lo sai che non rinuncio a te per capriccio Hakkai, e non lo farò mai-.

Hakkai sorrise.

- Non dovrai mai farlo- affermò, seguendolo - hai sentito Luna e Mana?-.

- Si, sono riuscito a salutarle- rispose Takashi, sedendosi sul letto.

Quando era entrato nella Toman, era riuscito a mandare via le sue sorelle da Tokyo, ma ovviamente continuava a tenerle d'occhio da lontano, in caso avessero bisogno di lui; la maggior parte dei soldi che gli spettavano finiva a loro ed era sempre allerta per controllare che non accadesse niente alle sue sorelline.

Hakkai si sedette sul letto, a pochi millimetri dal maggiore.

- Presto, quando Tokyo sarà una città migliore grazie a te, potrai rivederle- affermò.

- Quando arriverà quel giorno- Takashi allungò la mano e la posò su quella del minore - sappi che non avrai più modo di lasciare il mio fianco-.

Hakkai sorrise.

- Non lo farò. In fondo, non voglio farlo- affermò.

Mitsuya rise appena, prima di avvicinarsi al minore e unire le loro labbra; nessuno di loro due voleva lasciare l'altro, per cui era certo che sarebbero rimasti insieme per sempre.

...

- Ti ho portato un'altra coperta. E un altro cuscino. E ti ho messo sul comodino degli snack e delle bibite- affermò Peh-yan, mentre pensava mentalmente se avesse dimenticato qualcosa: Pah aveva bisogno di dormire molto bene prima di una battaglia, e quegli elementi lo aiutavano di sicuro.

Pah-chin lo fissò per un attimo, mentre si metteva comodo nel suo giaciglio.

- Manca qualcosa- affermò.

Peh-yan sbarró gli occhi: cosa poteva aver dimenticato? Erano anni che si occupava di lui... possibile che proprio quella sera avesse commesso un errore? Com'era potuto succedere?!

- Peh- rise il mimore, notando la sua espressione piena di panico - vieni qui-.

Il minore si rilassò subito e sospirò.

- Sei proprio stupido Pah, mi fai prendere gli infarti- bofonchiò, mentre si sdraiava sul letto di fianco al minore, che lo strinse con forza a sé.

- Adesso sono pronto a dormire e rilassarmi prima della battaglia- dichiaró Pah-chin.

- Vedi di non rimanere sveglio a fissarmi- gli ricordò Peh-yan.

- In caso, ci penserai tu a farmelo notare no?- commentò Pah-chin, chiudendo gli occhi.

Peh-yan sorrise mentre li chiudeva a sua volta: si, si sarebbe sempre preso cura di quel ragazzo, a tutti i costi.

...

- Non stai ancora dormendo?- chiese Smiley, osservando il gemello che armeggiava in cucina.

- Volevo finire di pulire, per rilassarmi un po'- rispose Angry.

- Sei l'unico che si rilassa così- rise Smiley - vedi di non esagerare- si voltò e si diresse nella sua stanza.

Si lanciò sul letto: un tempo, avrebbe passato la sera prima della battaglia a parlare con il suo migliore amico di quante persone avrebbero fatto fuori, poi la mattina dopo si sarebbe riunito con lui per raggiungere gli altri; gli unici due capitani non fondatori... ormai, era rimasto praticamente l'unico, dato che Sanzu, anche se non era un fondatore, conosceva Mikey da quando era piccolo.

Chiuse gli occhi: almeno, aveva sempre il suo fratellino.

Angry aspettò che il ragazzo si fosse addormentato, prima di sgattaiolare fuori dall'appartamento; sapeva che Smiley non l'avrebbe presa per niente bene, doveva fare in fretta e non farai scoprire.

Quella sera erano tutti a dormire, per cui i corridoi erano deserti: questo era sicuramente un punto a suo vantaggio.

Facendo meno rumore possibile, uscì dal palazzo e si diresse verso una via lì vicino; non appena vi passò davanti, si sentì afferrare per un braccio e tirare delicatamente all'interno.

Un attimo dopo, si trovò tra le braccia di Rindou.

- Stai attento cucciolo, ti prego- sussurró il biondo.

Il minore arrossì appena.

- Non preoccuparti, non è la prima grande battaglia a cui partecipo- mormorò, alzando la testa.

- Lo so, ma Kisaki è uno stronzo... Fai attenzione, va bene? Se succederà qualcosa, verrò da te- dichiarò Rindou.

Angry scosse la testa.

- Non avere paura: andrà tutto bene- dichiaró.

Rindou portò una mano ad accarezzargli i capelli, prima di tirarlo verso di sé e baciarlo dolcemente.

Angry chiuse gli occhi, godendosi tutto l'affetto che sentiva provenire dal maggiore, e che sapeva essere rivolto solo a lui.

Quando si staccarono, si voltò verso l'altro ragazzo presente nel vicolo, che era rimasto in disparte, la schiena contro il muro, a fissare il palazzo della Toman.

- Mi dispiace, ancora si rifiuta anche solo di parlarne...- mormorò.

Ran sorrise.

- Non temere azzurro, un giorno conquisterò tuo fratello. Goditi il tempo con il mio fratellino intanto, non ne avete molto-.

Angry annuì e tornò ad appoggiarsi al petto di Rindou; sperava solo che, un giorno, non avrebbe più dovuto nascondere in quel modo ciò che provava.

...

- Vuoi che ti tenga la manina?- commentò Benkei, ricevendo un'occhiataccia da Akashi.

- Ti ho chiesto di accompagnarmi per lasciare un po' quei due da soli, non per prendermi in giro- sbuffò.

- Certo, non sei assolutamente in ansia- fece notare il bianco.

Akashi non rispose e bussò alla porta dell'appartamento di fronte a lui; un attimo dopo, Senju andò ad aprirgli.

- Ciao fratellone... che ci fai qui?- chiese, sorpresa.

Aveva un buon rapporto con Akashi, anche perché passavano molto tempo insieme; avevano parlato della battaglia per tutta la settimana, e Akashi le aveva fatto parecchie raccomandazioni, per cui non si spiegava come mai fosse comparso così all'improvviso.

- Vorrei... parlare con Haru- rispose Takeomi, leggermente in ansia.

Senju lo fissò per un attimo, poi sorrise.

- Entra, è in soggiorno- affermò, spostandosi per lasciarlo passare.

- È...-.

- Si sta preparando- rispose semplicemente Senju, e il moro annuì, prima di dirigersi verso il salotto.

Si affacciò: Sanzu era seduto sul pavimento, intento a lucidare le sue spade mentre cantava qualcosa su... zucchero e pillole? Inquietante...

- Haruchiyo- lo chiamò, e il ragazzo si voltò verso di lui.

- Fratellone! Il tuo grande amore ti ha cacciato per scopare con il suo ragazzo?- commentò il minore, tornando a concentrarsi sulle sue spade.

Akashi ignorò la provocazione: in fondo, non parlavano bene da un po', era normale che lo trattasse così.

- Veramente, sono qui per te- affermò.

- Per me? Io non mi faccio Shinichiro- fece notare Haruchiyo.

- Sono qui... per dirti di stare attento, domani. E augurarti buona fortuna- affermò Takeomi.

Sanzu si fermò per un attimo.

- A me?- mormoró, sorpreso.

Akashi annuì.

- Tu sei molto fedele a Mikey, so che combatterai al massimo per lui- affermò.

Sanzu annuì.

- Lo farò- mormorò.

Akashi si morse nervosamente l'interno della guancia: doveva solo... dirlo.

- Magari, una volta finita, potresti raccontarmi com'è andata mentre ci mangiamo qualcosa noi due- mormorò.

Sanzu si voltò e lo fissò per un attimo, poi sorrise.

- Mi piacerebbe davvero, fratellone- affermò.

Akashi annuì, cercando di non mostrare il suo sorriso.

- Allora... buona fortuna- si voltò e si allontanò velocemente, uscendo dall'appartamento.

- Stai bene?- gli chiese Benkei, raggiungendolo in corridoio.

Akashi annuì e si voltò verso l'amico, un piccolo sorriso in volto.

- Pare che io non sia completamente perduto-.

Anni a pensare solo a Shinichiro, a come conquistarlo, come stargli vicino, a sperare che un giorno sarebbe successo qualcosa... anni in cui aveva ignorato tutto il resto, soprattutto il dolore che fingeva di non vedere.

Ma adesso, avrebbe cercato di seguire Shinichiro in ciò per cui più lo ammirava: era una persona che si prendeva sempre cura degli altri.

Avrebbe ripreso a prendersi cura di suo fratello, a ogni costo.

...

- Qualche visione?- chiese Wakasa, sdraiato nel letto di fianco al compagno.

Shinichiro scosse la testa.

- Vuoto- mormorò.

- Forse è meglio: allarmarli prima di una battaglia non avrebbe senso, e ciò che hai visto nella tua ultima visione non si è ancora avverato; lasciamo del tempo- disse Wakasa.

- Sono preoccupato. Mikey... non affronterà solo Kisaki domani- mormorò il moro; se qualcosa fosse andato storto, si sarebbe trovato ad affrontare anche sé stesso... e lui non sarebbe potuto essere lì ad aiutarlo.

- Mikey si prepara a questo da anni, ed è pieno di amici che lo aiuteranno. So che ti senti in colpa perché non sarai lì ma... sono anni ormai che Mikey prende le decisioni da solo, che manda avanti la Toman, e che cerca di mostrarti quanto sia diventato grande e forte. Questa è un'ottima opportunità per mostrartelo-.

Shinichiro sorrise.

- Sono vecchio ormai per certe cose, eh?- commentò, mentre si voltava per abbracciare meglio il suo ragazzo.

- Hai ragione. Mikey... ha fatto numerosi passi avanti in questi anni; sono sicuro che non si fermerà adesso- affermò.

Credeva nel suo fratellino: sapeva che, un giorno, sarebbe tornato a sorridere come un tempo.

...

- E se la mia strategia non dovesse funzionare?! Moriremo tutti! Anzi no, sopravviveranno e mi faranno uccidere! Hakkai mi farà fuori per aver consigliato al suo ragazzo una brutta strategia! Morirò!-.

- Yamagishi, dubito che daranno la colpa a te, visto che sono loro ad averti dato le informazioni e i consigli- fece notare Akkun.

- Senza contare che non l'hai decisa da solo- aggiunse Takuya.

- Vedrai che sopravviverai tranquillamente!- esclamò Makoto, dando una pacca tra le scapole del ragazzo.

- Lo spero- mormoró lui.

- Forza ragazzi, andiamo a letto- Akkun si alzò dal divano - domani sarà una giornata impegnativa, meglio riposare-.

- Non aspettiamo Takemichi?- chiese Takuya.

- Non sappiamo tra quanto tornerà... deve affrontare un discorso importante- affermò Akkun.

- Takemichi-. Il ragazzo si voltò di scatto: non pensava di trovare qualcun altro in giro a quell'ora.

- Naoto, ciao. Che ci fai qui?- chiese.

- Non si sa mai cosa potrebbe passare per la testa delle persone... Tipo camminare in giro tra il palazzo della Toman e il bar di Hakkai durante la notte. Tenevo d'occhio la zona- rispose il moro.

Takemichi fece un piccolo sorriso.

- Allora ci tieni ad aiutarci eh?- commentò.

- Ho già espresso il mio parere a riguardo- Naoto si voltò - Takemichi, io non sarò lì per cui... vedi di prenderti cura di mia sorella-.

- Lo farò- dichiarò il biondo. Naoto annuì e si allontanò, mentre Takemichi riprendeva la sua camminata.

Poco dopo, arrivò alla sua meta: la panchina dove  poco tempo prima di era seduto a parlare con Hina.

Lì, trovò proprio la sua ragazza, lo sguardo pensieroso fisso davanti a lei, mentre muoveva leggermente le gambe.

Si fermò per un attimo a osservarla: era davvero carina... ancora non ci credeva di essere riuscito a conquistare una ragazza come lei.

Serrò appena i pugni: l'avrebbe protetta a ogni costo.

- Hina- la chiamò, mentre si avvicinava a lei; la ragazza si voltò e gli rivolse un sorriso.

- Takemichi! Ciao- disse.

- Scusami il ritardo... come mai mi hai chiesto di incontrarci?- chiese il ragazzo, mentre si sedeva di fianco a lei.

- Eri parecchio nervoso, ho pensato che parlare un po' ti avrebbe fatto bene: lo dici sempre anche tu che ti calma no?- commentò Hina.

Takemichi la fissò per un attimo, e il suo sorriso non poté fare a meno di allargarsi: era così dolce... davvero una ragazza perfetta

- Si, in effetti... sono parecchio nervoso. È la prima battaglia a cui partecipo, e ho sempre fatto abbastanza schifo in questo genere di cose- mormoró.

- Sei sempre stato troppo buono per pensare di entrare in qualcosa di così grande. Però, proprio perché sei buono... non puoi fare a meno di ignorare le persone che hanno bisogno di te- commentò la ragazza.

- Già...- mormorò Takemichi, leggermente imbarazzato - a proposito, mi dispiace essere stato poco con te ultimamente...-.

Hina scosse la testa.

- Non scusarti: ci sono tante persone che hanno bisogno di te. Uno dei tanti motivi per cui mi hai fatta innamorare è proprio la tua infinita bontà: non voglio certo impedirti di usarla- affermò.

Takemichi arrossì leggermente: stavano insieme da un po', ma sentire dire da Hina che lo amava gli faceva ancora venire un immenso batticuore.

Prima che lui potesse dire qualcosa, la ragazza si alzò.

- Sai Takemichi, ho sempre saputo come fossi fatto, quindi non ho alcun problema a  vederti meno o supportare le tue decisioni. Per questo ci tengo a dirti che comunque andrà questa battaglia, qualsiasi cosa deciderai di fare dopo... io ti continuerò a sostenere e amare- dichiarò, voltandosi verso di lui con un sorriso.

Takemichi la fissò: era davvero... la ragazza più fantastica del mondo.

- Hina io...- si alzò e si avvicinò a lei - tu mi piaci davvero tantissimo, dalla prima volta che ti ho visto; ho pensato subito che tu fossi fantastica: forte, coraggiosa, oltre che davvero carina! E io mi sento molto fortunato ad averti; nonostante non abbia nulla di speciale... tu continui a sostenermi, a starmi vicino e volermi bene. Quando questa battaglia sarà finita, ci prenderemo dei giorni per noi, farò in modo di renderti felice e di ripagarti per tutto quello che hai fatto per me!- esclamò.

Hina era una ragazza fantastica, e lui intendeva mostrarle quanto fosse importante la sua presenza nella sua vita.

- Non mi serve che stai con me giorni interi Takemichi; hai tanti amici, tante persone che contano su di te e che hanno piacere a passare del tempo con te. Però- Hina alzò l'indice e sorrise - prendiamoci una sera per noi, va bene? Per stare un po' insieme-.

Durante quella serata, probabilmente... avrebbe capito cosa sarebbe successo nella sua vita.

Ma in ogni caso, di sicuro non avrebbe mai smesso di fare il tifo per quel ragazzo.

- Una sera?- Takemichi arrossì leggermente - per me va bene!- rispose.

- Perfetto! Allora poi ci organizziamo- Hina si mise leggermente in punta di piedi e lasciò un bacio sulla guancia del biondo - tu sei un bravo ragazzo Takemichi, per cui sono sicura che, qualunque sia il tuo obiettivo, lo porterai a termine. Non sono l'unica a essersi accorta di quanto vali, ricordati che stai combattendo con tutti i tuoi amici- affermò.

Takemichi la fissò per un attimo: Hina aveva ragione... non era certo l'unico nella Toman, e neanche a prendersi cura di Mikey, quel ragazzo aveva molti amici che tenevano a lui.

Non doveva cercare di fare tutto da solo, anzi, se voleva riuscire a portare a termine qualcosa non poteva assolutamente pensare di riuscire a farcela da solo: si sarebbe affidato alle persone che aveva intorno e di cui si fidava, e avrebbe cercato di dare il massimo per tutti loro.

- Hai ragione Hina: grazie davvero. So che non sono tanto forte, ma se avrai bisogno di me, farò di tutto per aiutarti- affermò; non l'avrebbe lasciata sola per nessun motivo al mondo.

- Ne sono sicura. Su di te si può sempre contare- Hina lo superò - adesso cerca di andare a riposare, va bene? Hai bisogno di recuperare le forze per domani-.

- Hai ragione. Cerca di dormire anche tu, Hina-chan- rispose il ragazzo.

- In caso non ci riesca, mi basterà pensare che ci sei tu al mio fianco no?- Hina gli fece l'occhiolino, prima di allontanarsi.

Takemichi si sentì arrossire: non si sarebbe mai abituato a quei gesti... ma era così carina che probabilmente anche dopo vent'anni si sarebbe ancora ritrovato in quella situazione...

Scosse la testa: non era il momento di pensare a quello, doveva concentrarsi sulla battaglia imminente.

- Bene: meglio andare a riposare- affermò, tornando a dirigersi verso l'edificio della Toman; anche se, per qualche motivo, si sentiva osservato...

...

Izana scoppiò a ridere.

- Certo che quel ragazzo è davvero interessante!- esclamò, divertito.

- Per questo hai voluto che lo osservassi?- commentò Yashuiro, mentre spegneva la trasmissione delle spie che aveva messo per strada.

- Si! Dobbiamo sapere cosa stanno facendo prima della battaglia no?- commentò Izana, sorridendo.

- Sei ancora sicuro della tua scelta?- gli chiese Kakucho.

- Ma certo! Super sicuro! Gli Haitani cosa stanno facendo? Sono per strada?- chiese il bianco.

Muto riaccese le spie stradali per controllare la situazione dei due fratelli.

- Sì- confermò, osservando i due che si avvicinavano al loro palazzo - perché non gli vuoi dire che sai di loro e dei gemelli?-.

- E poi dove sarebbe il divertimento?!- rise Izana - tu sei sicuro di non voler fare qualche scappatella?-.

- La mia situazione è leggermente diversa- fece notare Yashuiro; Rindou aveva conquistato Angry quando erano già nemici, lui invece... se n'era andato lasciandolo lì.

Dubitava che vedersi di nascosto avrebbe migliorato qualcosa, anzi, quel ragazzo lo considerava un traditore e probabilmente non l'avrebbe fatto andare via nuovamente: avrebbe consegnato la sua testa a Mikey senza alcun rimorso.

Letteralmente, dato che viaggiava con delle spade.

- Hai ragione, mi sa che non potrai vederlo ancora per un po'- rise Izana - a proposito, hai mai usato il tuo potere per spiare la gente che faceva sesso?-.

Muto inarcò un sopracciglio.

- No. E pensavo che questa riunione fosse fatta solo per controllare che nessuna delle due parti stesse infrangendo la tregua prima della battaglia- fece notare.

- Hai ragione! Bene Kaku, ora che mi sono accertato di entrambe le cose, andiamo a fare sesso!- esclamò Izana, saltando in braccio al moro.

- Va bene. Grazie dell'aiuto Muto- salutò il minore, prima di uscire dall'appartamento del biondo con il suo ragazzo in braccio.

- Come ti senti?- chiese Kakucho.

- Con te bene- rispose Izana con un piccolo piccolo sorriso, stringendosi appena a lui.

Suo fratello stava per andare in guerra: e dopo quella guerra, sarebbe dovuto entrare in scena lui; e allora, sarebbe tutto finito.

- Non preoccuparti, sono con te- sussurró Kakucho, stringendolo più forte: non avrebbe lasciato che quel ragazzo stesse di nuovo male.

- Ha fatto male?- chiese Kanji, mentre Madarame si alzava dal letto.

- Mh? Non sei così tanto forte- rispose Shion, dirigendosi verso la finestra.

Il moro si alzò e lo raggiunse, cercando di stare calmo dopo quella frase: quel ragazzo passava da gemere come un matto sotto di lui a trattarlo con freddezza... lo avrebbe fatto impazzire.

- Ma sembra che tu apprezzi la mia poca forza- commentò, poggiandogli la mano sul fianco.

- Non sei male a letto- affermò Shion; non era per niente male, ma non poteva allargare il suo giudizio o quel ragazzo si sarebbe montato la testa.

- Mai trovato qualcuno di migliore? Altrimenti, non mi spiego come mai tu sia ancora qui- commentò il moro.

- Potrei, ma non ho voglia- rispose Shion; no, non l'avrebbe mai trovato.

- Testardo come sempre eh?- commentò Kanji.

- Intendi fare scendere quella mano o me n vado?- chiese Shion.

- Ti piace più di quanto dici eh?- ribattè il moro, prima di fare scivolare la sua mano fino alla natica del biondo.

Il ragazzo non rispose e si limitò a voltarsi e unire le loro labbra; forse, grazie a quella guerra, sarebbe riuscito a cambiare qualcosa anche tra di loro.

...

- Domani ci sarà la battaglia finale- affermò Tetta, fissando fuori dalla finestra.

- Come sembra un momento poetico!- rise Shuji, osservandolo.

- Invece, è un momento molto serio. Le truppe sono pronte?- chiese Tetta, voltandosi verso un ragazzo seduto su una poltrona.

- Si. Sicuro che non vuoi che venga anch'io?- chiese lui: fremeva dalla voglia di combattere.

Fremeva dalla voglia di andare da tutti questi ragazzini che si credevano tanto forti, ma che lui avrebbe potuto battere in un attimo.

Voleva vederla da vicino: quella furia, quella distruzione, quella potenza... Era lì solo per vederle.

- No: voglio ottenere quei ragazzi, non distruggerli completamente, per quello aspetteremo Izana. Ti terrò come asso nella manica- dichiarò Tetta.

Il ragazzo serrò le labbra, ma annuì: doveva pazientare ancora un pochino.

- Hanma- Tetta si voltò verso il compagno - dov'è Kazutora?-.

- Nella sua stanza- Shuji scosse le spalle - voleva riposarsi prima della battaglia-.

Kazutora chiuse gli occhi, lasciando che il vento notturno gli accarezzasse la pelle, scompigliandogli i capelli.

Strinse con forza la ringhiera: finalmente, quella battaglia stava arrivando.

Aveva aspettato anni, aveva atteso per giorni, pensando solamente alla sua vendetta, a come gliel'avrebbe fatta pagare.

Loro ti hanno tradito. Se vuoi essere felice, li devi togliere di mezzo.

Si, doveva liberarsi di loro: fargliela pagare, eliminarli da quel mondo, così sarebbe stato libero di fare ciò che voleva, senza venire giudicato da nessuno.

Ancora poco, e avrebbe potuto farlo.

Ancora poco... e avrebbe potuto rivederli.

Si voltò per tornare nella sua stanza, ma si fermò all'improvviso: c'era qualcosa di strano, era appena successo qualcosa.

Qualcuno era appena entrato a Tokyo; qualcuno era arrivato, e se era tanto pazzo da entrare in quella città, probabilmente era anche più folle di lui.

Scosse la testa: era solo una sensazione, stava aspettando trepidante la battaglia, per questo gli era sembrato così.

Ma adesso non doveva pensare a strane sensazioni: doveva concentrarsi sul fatto che, il giorno dopo, avrebbe rivisto i suoi ex compagni.

Finalmente, si sarebbe preso ciò che gli spettava.

...

Il ragazzo si guardò intorno: riuscire ad abbattere quelle guardie era stato un gioco da ragazzi... e Tokyo era esattamente come se la ricordava: distrutta, completamente distrutta.

Ma in fondo, lui era attratto dalle cose distrutte.

Alzò lo sguardo.

- Ancora poco... e ti avrò di nuovo con me-.

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