Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CAPITOLO XIX.

- Tsk, anche oggi è stato un allenamento inutile- sbuffò Pah-chin, lanciandosi di schiena sul letto.

- Pah, sei riuscito a schivare il doppio dei colpi che schivavi una settimana fa: a me sembra che tu sia migliorato molto- fece notare Peh-yan, sedendosi di fianco a lui.

- Non era la mia forza fisica a dover migliorare, ma il potere- borbottó il minore.

- Il tuo potere ha funzionato benissimo, e sai che continuerà a non attivarsi di sua volontà contro Kazutora: è tuo amico-.

- Ci ha anche traditi-.

- Sai che non l'ha fatto di sua spontanea volontà-.

Pah-chin sbuffò, ma per quanto fosse arrabbiato sapeva bene che il maggiore aveva ragione; era frustrato e confuso, ma questo non bastava a fargli pensare che un suo amico fosse un suo nemico.

- Ricordi? Un tempo il tuo sogno era sconfiggere Mikey. Un giorno, quando avremo di nuovo Kazutora, sarai felice di essere migliorato nel combattimento, e non nel tuo potere- dichiarò Peh-yan.

- Tsk, prima o poi riuscirò a mandare a segno almeno un colpo! Anche se dubito riuscirò mai a battere Mikey, è fin troppo forte... ma tu non osare dirglielo!-.

Peh-yan scoppiò a ridere.

- Non glielo dirò, tranquillo- affermò.

Pah-chin annuì; in fondo, un tempo battere Mikey era il suo più grande desiderio... quando l'aveva incontrato, così forte e fiero, non aveva potuto fare a meno di ammirarlo.

Lui da bambino, per via della sua stazza, aveva sempre pensato di essere molto forte, ma quando aveva visto Mikey aveva compreso cosa fosse la vera forza.

Erano diventati amici perché Mikey era divertito dai suoi continui tentativi di sfidarlo, e Pah-chin non aveva potuto che affezionarsi a lui e ai suoi modi di fare; avevano continuato a sfidarsi ma... non era mai riuscito a batterlo.

Serrò le labbra: nonostante si conoscessero da quando erano dei ragazzini, non aveva idea di come aiutare Mikey... gli ripetevano tutti che bastava che gli rimanesse vicino, ma lui avrebbe voluto poter fare molto di più per quel ragazzo.

Certo, grazie a lui Mikey aveva scoperto un paio di traditori, che ancora non sapevano di essere stati beccati, eppure... si sentiva comunque inutile.

Non riusciva a essere razionale come Mitsuya, a capirlo come Baji, a essere necessario quanto Draken: era uno dei fondatori, ma in confronto agli altri...

Doveva assolutamente fare qualcosa, doveva cambiare, doveva diventare più forte.

- Pah- Peh-yan allungò la mano, posandola su quella del minore - stai già facendo tanto, lo sai, sei una delle persone su cui Mikey può contare su più. Sei essenziale per lui e per la Toman-.

- Non è abbastanza- mormoró Pah-chin.

- Mancano due giorni alla battaglia, è inutile pensarci adesso; cerca di rilassarti e pensare allo scontro con Kisaki. Dopo quello avremo tutto il tempo del mondo per pensare al resto- dichiarò Peh-yan.

Pah-chin fece un respiro profondo: anche Peh era uno che se la prendeva piuttosto in fretta, soprattutto su qualcosa che riguardava lui, ma quando parlavano loro due riusciva a essere sempre quello razionale; Pah non avrebbe potuto desiderare nessuno di migliore al suo fianco: una persona che lo capisse, ma che allo stesso tempo riuscisse a fargli mantenere la calma.

- Hai ragione, cercherò di pensare solo alla battaglia: grazie, come sempre- si portò la mano del maggiore vicino alle labbra, lasciandovi un bacio sul dorso, e Peh-yan arrossì appena.

- Magari quando torniamo mi metto a dieta, sono l'unico qui con qualche chilo di troppo- mormorò, mentre poggiava nuovamente la mano sul letto.

- Ma Pah, tu vai benissimo così come sei! E poi ami mangiare!- esclamò Peh-yan; non voleva assolutamente che il minore rinunciasse a qualcosa di importante per lui, anzi, non voleva che rinunciasse a niente a cui non volesse rinunciare.

- Si ma...-.

- Pah, non devi cambiare in questo modo solo per paura. Tra l'altro, sai che Mikey ama dormire usando la tua pancia come cuscino- affermò il maggiore, posando una mano sulla pancia del ragazzo.

- Vero, Mikey ama le cose morbide, ed è in grado di dormire davvero ovunque- rise Pah-chin, ricordandosi tutte le volte in cui, dopo bei momenti passati con la Toman, lui e Mikey si erano addormentati, e lui aveva dovuto fare da cuscino al suo capo.

Ma in fondo, era più che felice di poter stare così vicino a Mikey.

- Esatto; e anche io amo come sei fatto... anche il tuo fisico, ti rende tenero- dichiarò Peh-yan, iniziando delicatamente a muovere la mano, facendola scorrere più in basso.

- Tu non diresti mai nulla contro di me Peh- fece notare Pah-chin, chiudendo gli occhi e godendosi quella lieve carezza.

- No, perché per me sei perfetto- affermò il maggiore, chinandosi e lasciando un bacio sulla guancia del ragazzo, mentre delicatamente gli tirava su la maglietta.

- Adulatore- sospirò Pah-chin.

- Dico solo la verità- sussurró Peh-yan, mentre le sue labbra si posavano sul ventre del ragazzo - mi permetti di dimostrartelo?-.

- Mhh-. La risposta di Pah-chin, che già stava pregustando ciò che stava per succedere, bastò come conferma al maggiore.

🔞🔞🔞

Le labbra di Peh-yan continuarono a lasciare una scia delicata sulla pelle del minore, scendendo sempre più in basso, mentre con le mani gli abbassava delicatamente i pantaloni e i boxer.

Senza esitazione, iniziò a fare scorrere la lingua sul membro del ragazzo; lo sentì iniziare a indurirsi sotto il suo tocco, centimetro dopo centimetro, diventare più grande ed eretto man mano che lui lo accarezzava.

Pah-chin di suo era un ragazzo molto impulsivo, e anche nel lato sessuale non erano poche le volte in cui, vedendo Peh-yan in certe situazioni, non esitava a lanciarlo sul letto e dare il via al divertimento.

Ma al maggiore piaceva particolarmente prendersi cura del minore: quando era lui a iniziare, lo faceva sempre con calma, lentamente, facendo attenzione che ogni parte del ragazzo fosse pronta, in modo che potesse godersi al massimo quel piacere.

Le sue labbra iniziarono a stuzzicare anche la zona intorno al membro del ragazzo, mentre con le mani gli sfilava totalmente pantaloni e boxer, liberandogli le gambe dai vestiti.

Vi fece passare sopra le mani, provocando dei lievi brividi di piacere al minore, mentre con la lingua tornava a stuzzicargli l'erezione.

La percorse lentamente, dalla base fino alla cima, e quando arrivò alla cappella del ragazzo la prese delicatamente tra le labbra, scendendo con calma per avvolgere il membro del maggiore, per quanto glielo permettevano le sue dimensioni.

Mosse appena la bocca, utilizzando la lingua su tutta l'erezione del maggiore; Pah-chin strinse appena il lenzuolo, mentre iniziava ad ansimare appena.

Peh-yan non gli provocava solo piacere, no: il suo modo calmo, gentile e delicato di prendersi cura di lui lo riempieva d'amore, gli faceva sentire un calore mai provato prima; quando gli lasciava il controllo sapeva sempre che grazie a lui si sarebbe trovato in un luogo luminoso e caldo in cui si sarebbe sentito perfettamente in pace con sé stesso, in cui sarebbe riuscito a non pensare ai problemi e accettarsi completamente.

Bè... quel luogo era anche la calma prima della tempesta, ma quello era un altro discorso.

Nel notare che il piacere del minore stava iniziando ad aumentare, Peh-yan si sfilò delicatamente il suo membro dalla bocca.

Quello non era il momento per farlo impazzire dal piacere, anzi: quello era il momento in cui doveva prendersi cura di lui, non dargli alcuna preoccupazione, che si trattasse di paure o eccitazione: doveva solo farlo stare tranquillo e prepararlo a ciò che sarebbe successo.

Con le labbra, iniziò a risalire lungo il corpo del minore; mentre con le mani gli sollevava la maglietta, iniziò a baciargli delicatamente il ventre, per poi passare ai fianchi, e risalire sempre di più.

Pah-chin rimase sdraiato, completamente sopraffatto da quei gesti: gli sembrava che, mentre lo sfiorava, il minore gli stesse pian piano ridando il respiro, come se stesse riportando il suo corpo e il suo cuore in vita, in una maniera davvero dolce.

Peh raggiunse il suo petto e delicatamente fece scorrere le labbra sui capezzoli del biondo, avvolgendoli appena con le labbra, e facendo sfuggire un gemito al minore.

Il ragazzo sorrise, sapendo bene quanto al suo capo piacesse quando gli stuzzicava il petto in quel modo: era un ottimo modo per tenerlo occupato mentre, delicatamente, lo faceva sollevare quel tanto che bastava a togliergli la maglietta.

Pah-chin età talmente preso da quei gesti che si accorse a malapena di essersi dovuto staccare dal letto, per poi tornavi sdraiato sopra: riusciva solo a sentire il suo corpo che prendeva vita lentamente, e non desiderava sentire altro.

Peh-yan riprese a salire con le labbra, stuzzicando l'incavo del collo del ragazzo, passando poi al suo volto, baciandogli dolcemente le guance, la fronte e la punta del naso, prima di posare delicatamente le labbra sulle sue.

Il corpo di Pah-chin reagì automaticamente, ricambiando quel dolce bacio che il ragazzo gli stava donando.

Inizialmente, rimase ancora per un attimo vittima di quell' incantesimo, dedito a tutte quelle attenzioni che Peh-yan gli stava rivolgendo: in fondo, quel ragazzo si era sempre preso cura di lui in ogni modo possibile, e lui gliene era sempre stato grato.

Anzi, cercava sempre di ringraziarlo il più possibile per la sua fedeltà: sapeva che a Peh-yan bastava rimanere al suo fianco ma... lui avrebbe fatto di tutto per fargli capire quanto gli fosse grato per essere con lui.

Come se si fosse improvvisamente risvegliato, Pah-chin afferrò con forza i fianchi del maggiore, mentre con la lingua si insinuava nella sua bocca; quasi senza rendersene conto, Peh-yan si ritrovò con la schiena contro il materasso, le labbra di Pah-chin che si muovevano in modo selvaggio sulle sue in un bacio che il minore non esitò a ricambiare.

Le mani di Pah-chin iniziarono a muoversi sul suo corpo, accarezzandolo come se volesse sentirne ogni centimetro, mentre lo spogliava velocemente.

Gli afferrò le natiche, facendogliele sollevare, mentre si staccava dalle sue labbra, sistemandosi tra le gambe del minore.

Peh-yan aprì gli occhi, nel tentativo di riprendere fiato, e abbassò lo sguardo; il suo cuore venne scosso da un fremito: lo sguardo che Pah-chin gli stava rivolgendo... sembrava quello di una belva che non vedeva l'ora di gustarsi la preda che aveva appena conquistato, divorandola completamente.

Una volta assicuratosi di avergli fatto l'effetto giusto, Pah-chin si chinò: la sua lingua scivolò velocemente dentro l'entrata del maggiore, mentre con le mani gli separava e riuniva con forza le natiche, facendogli avvertire ancora di più i suoi gesti e la sua presenza.

- Ah... Pah... ah...- Peh-yan iniziò a gemere con forza, stringendo il lenzuolo sotto di lui, cercando di risparmiare la voce: voleva riuscire a farla sentire a quel ragazzo, sapeva che gli sarebbe servita poco dopo.

Eppure, già non poteva fare a meno di sorridere nel sentire la lingua del minire dentro di lui, che accarezzava delicatamente le pareti al suo interno, che lo preparava, perché non voleva fargli male, perché anche lui, a suo modo, voleva prendersi cura di lui.

In fondo, anche se Peh-yan sembrava quasi un servitore ogni tanto, in realtà lui sapeva di stare ricevendo tanto dal minore: una lealtà, un affetto e una premura che lo riempivano di forze molto più di qualsiasi potere.

Avvertì la lingua di Pah-chin uscire da dentro di lui e il suo corpo fremere di impazienza al pensiero di quello che sarebbe successo dopo pochi secondi... e quello che voleva che succedesse.

Sorrise mentre sentiva l'erezione del maggiore entrare a contatto con la sua entrata: stava per averlo, stava per averlo davvero.

Il suo corpo bollente aspettava solo di poter aumentare ancora di più il suo calore, unirlo con quello del maggiore, stringelo a sé mentre veniva stretto a sua volta.

Pah-chin lo fissò per un attimo: osservò quel ragazzo, quel corpo che più volte lo aveva difeso, quelle braccia che l'avevano stretto parecchie volte, quelle labbra che lo avevano sempre riempito di dolcezza, che fosse con i baci o con le parole.

Amava tutto di quel corpo, amava quel ragazzo, e adesso gliel'avrebbe dimostrato un'altra volta.

Si spinse dentro di lui e Peh-yan gettò all'indietro la testa, rilasciando un forte urlo che scosse anche il corpo del minore, che non esitò a spingersi fino in fondo dentro di lui: in fondo, non aveva mai avuto problemi ad accoglierlo completamente.

Posò le mani ai lati della testa del minore, che lo fissò negli occhi, leggermente ansimante, lo sguardo pieno di desiderio, il corpo che trasmetteva un calore che sembrava voler sciogliere qualsiasi cosa ci fosse intorno a loro per poter rimanere con lui per sempre.

- Fammi sentire la tua voce- sussurró, prima di iniziare a muoversi dentro di lui.

Peh-yan gettò la testa all'indietro e urlò, urlò con tutto il fiato che aveva in corpo; non si aggrappò a niente, lasciò che fosse sono la sua voce a trasmettere tutto ciò che provava.

- Pah... ah... Pah... ti amo...- urlò, non risparmiò nemmeno una briciola del suo fiato.

Pah-chin, mentre si spingeva dentro di lui con tutta la forza che aveva, non poteva fare a meno di fissarlo, incantato da tutta la lealtà che quel ragazzo provava verso di lui, da tutto l'amore che gli aveva sempre dimostrato, da quanto sapesse essere così fantastico, una presenza così importante nella sua vita.

Poggiò una mano sul ventre del ragazzo, schiacciandolo appena contro il materasso, in modo che il maggiore potesse avvertirlo ancora meglio dentro di lui, che potesse sapere che lui era lì, pronto a donargli tutto ciò che voleva.

- Pah... ah... si... ah...- Peh-yan urlò ancora più forte, il piacere che invadeva completamente la sua mente e il suo corpo, lasciando uscire solo quelle grida dedicate interamente al maggiore.

- Pah... ah... è così bello...- urlò - sei... ah... così...-.

- Ti piace eh?- sussurró Pah-chin, iniziando a spingersi con ancora più forte dentro quel ragazzo: la sua carne calda si apriva al suo passaggio, come per non lasciargli nessun ostacolo, come se volesse farlo arrivare ancora più in là di quanto fosse fisicamente possibile.

- Ti amo Pah... ah... così bello...- urlò il maggiore, e Pah-chin era certo che non stesse parlando solo del sesso.

Si chinò in avanti, il suo respiro pesante scosse il corpo del minore, facendogli avvertire brividi di piacere su tutta la sua pelle; gli piaceva sentire la voce del maggiore, avere il suo respiro così vicino, sentire quel calore...

- Ah... Pah... Pah!- urlò Peh-yan, sentendo il minore aumentare ancora di più le sue spinte.

Pah-chin sentí il corpo del ragazzo iniziare a tremare: non avrebbe resistito ancora a lungo... si sarebbe preso ciò che gli mancava.

Si lanciò sul collo del ragazzo, iniziando a morderlo e succhiarlo con forza, facendolo urlare ancora di più.

- Ah... Pah... ah... Ha... Haruki!- urlò.

Pah-chin sentì il suo corpo venire scosso da una scarica di piacere: il suo nome, urlato dalla voce del ragazzo che ama, pronunciato con tutto quel piacere e quell'affetto... lo stava riempiendo di una forza mai vista prima.

- Continua a parlare; continua a urlare per me, Ryohei- sussurró, mentre continuava a spingersi in lui.

- Ah... Haruki... Ah... Si...- il minore continuò a urlare, incapace si trattenersi, incapace di trattenere tutto l'amore che sentiva verso quel ragazzo, tutto il piacere che gli stava facendo provare, tutto ciò che gli aveva donato.

Inarcò la schiena, mentre avvertiva le sue gambe tremare con forza.

- Haruki... Insieme... ah....- urlò.

Pah-chin avvolse il braccio libero attorno al corpo del ragazzo, tirandolo di più verso di sé.

- Ti amo, Ryohei- sussurró, mentre lo teneva stretto a sé e inizia a spingersi dentro di lui con tutte le forze che gli erano rimaste.

- Pah!- urlò il maggiore mentre iniziava a venire; serrò le natiche, mentre la sua voce si espandeva in tutto il corpo di Pah-chin, che con un ringhio si rovesciò dentro di lui.

In contemporanea, i corpi dei due ragazzi smisero lentamente di muoversi; Pah-chin uscì delicatamente da dentro di lui, sdraiandosi di fianco al ragazzo in modo da non schiacciarlo.

🔞🔞🔞

Si fissarono, entrambi con il respiro pesante, leggermente ansimanti, ma con il sorriso in volto.

Si lanciarono l'uno sulle labbra dell'altro, iniziando a baciarsi mentre si sorridevano l'un l'altro, incapaci di contenere i loro sentimenti.

- Ti amo tanto Pah- sussurró il maggiore- mi prenderò cura di te per sempre-.

Pah-chin lo strinse con forza a sé, posandogli la mano dietro la nuca perché posasse la testa sul suo petto.

- Grazie di tutto Peh, non potrei farcela senza di te- sussurró, e il maggiore arrossì appena.

- Non preoccuparti, rimarrò sempre con te- dichiarò Peh-yan.

- Ne sono certo- senza fatica, Pah-chin si alzò, tenendo in braccio il minore - ma adesso, andiamo a occuparci di te-.

Peh-yan sorrise e gli lasciò un bacio sulla guancia: si, non avrebbe voluto che Pah-chin cambiasse in nessun modo.

...

- Ricordami perché devo subirmi te che russi?- borbottó Kazushi, mentre sistemava il futon di fianco al letto di Makoto.

- Perché stanotte Takuya lascerà la stanza a Takemichi, quindi è dovuto andare a dormire da Akkun, e dato che la stanza di Akkun è più vicina al soggiorno, ci ha minacciati che se continuiamo a giocare fino a tarda notte e svegliamo Takuya, che ha il sonno leggero, ci ammazza, per cui se vogliamo continuare a giocare dobbiamo stare nella mia stanza- dichiarò Makoto.

Il più basso lo guardò male.

- Non volevo un riassunto, ma grazie- borbottó - certo che Takuya è un idiota a non accorgersi di piacere ad Akkun...-.

- Che ci vuoi fare? In fondo, Takuya si è dichiarato gay anni fa, ma Akkun non ha mai detto di essere bisessuale, per cui forse non ci pensa neanche- dichiarò Makoto, mentre si sedeva con la schiena contro il letto e accendeva la televisione.

Yamagishi lo fissò per un attimo.

- Sembri conoscere le sessualità degli altri meglio di loro- commentò, mentre andava a sedersi di fianco a lui.

- Non è difficile: dopotutto, nessuna delle persone che conosco è etero-.

- Nessuna nessuna?- chiese Kazushi, sorpreso.

- Nessuna; certo, alcuni lo sono più di altri, ma nessuno lo è totalmente. Neanche Takemichi sai? Anche se l'ho capito un po' dopo, ma è troppo buono per discriminare in base al sesso... anche se è talmente preso da Hina che penso non noti nessun altro- ridacchiò il moro.

- Su questo ti dò ragione- affermò Kazushi; ma aveva un campanello d'allarme in testa...

- Hey, io sono etero!- esclamò.

- Certo, e io sono forte... un bel ragazzo attira anche te, ammettilo; sei solo troppo terrorizzato da tutta la gente forte che abbiamo intorno per rendertene conto- affermò il moro.

- Hey! Non...- Kazushi si fermò un attimo: in effetti, tolto il lato spaventoso, doveva ammettere che i ragazzi che aveva intorno avevano qualcosa di attraente...

Scosse la testa.

- Guarda che ammettere che qualcuno è figo non significa che mi farei sbattere da lui!- esclamò.

- Quindi sei anche bottom eh?-.

- Makoto!-.

- Andiamo, scherzavo! E poi, non c'è da preoccuparsene no? Tanto qui nessuno ti giudicherà per quello- affermò il moro, mentre preparava il videogioco.

- Non è questo il punto...- mormorò Kazushi; come aveva fatto quel ragazzo ad accorgersene? Se n'era a malapena reso conto lui...

Tra l'altro...

- E tu? Conti tra le persone che hai incontrato?- chiese.

- Il gioco è pronto: diamoci dentro!- esclamò Makoto, passandogli una delle due console.

Yamagishi lo guardò male, ma non ricevette indietro alcuno sguardo, segno che il ragazzo non ne voleva parlare.

Sospirò e si concentrò sul gioco: chissà perché il suo amico voleva nasconderlo, dopo ciò che gli aveva detto... forse l'aveva scoperto da poco anche lui ed era un po' imbarazzato, visto che aveva passato gli anni dalle medie in poi a nascondere giornaletti porno con donne nude nelle loro stanze per averli sempre da leggere quando li andava a trovare.

In ogni caso, a lui non importava: Makoto era suo amico, e qualsiasi fossero i suoi gusti sarebbe sempre rimasto così.

- Facciamo piano, o Akkun ci uccide davvero- affermò, mentre iniziavano a giocare.

Akkun in effetti stava tenendo d'occhio i rumori, ma pareva che i due ragazzi stessero riuscendo a fare piano, per cui era tornato a rilassarsi... per quanto potesse essere rilassato con il ragazzo che gli piaceva che dormiva a pochi centimetri da lui.

Serrò le labbra: prima gli aveva offerto la sua camera, poi, dato che il letto era grande, gli aveva detto che se era scomodo con il futon poteva dormire con lui... era masochista per caso?!

Sospirò mentre continuava a fissarlo: era un ragazzo davvero bellissimo... aveva lineamenti semplici, gentili, uno sguardo dolce, e quel sorriso... lo faceva impazzire ogni volta.

Avrebbe dovuto farsi avanti quel giorno, quando Takuya, all'ennesima volta in cui Makoto aveva cercato di tirarlo nei porno, aveva confessato di essere gay.

Se solo l'avesse capito all'epoca, quanto quei sentimenti che lo portavano a volere così bene a quel suo amico ancora più che agli altri stessero diventati forti...

- Akkun? Tutto bene?-.

Akkun sbarró gli occhi, accorgendosi solo in quel momento che Takuya si era svegliato, lo stava fissando... e che lui aveva allungato la mano verso il biondo.

- Si, scusami... stavo pensando a quale taglio ti starebbe bene- mentí, ritirando la mano.

- Sei giunto a una conclusione?- chiese Takuya.

Akkun raccolse il suo coraggio e fissò il ragazzo negli occhi.

- Così sei molto bello. Se vuoi avere un'aria più sexy, penso che i capelli lunghi ti starebbero bene, ma così sei decisamente più tenero-.

Takuya ringraziò il buio della stanza, grazie a cui forse Akkun non l'aveva visto arrossire.

- Se dovrò cambiare look, verrò sicuramente a chiedere consiglio a te- affermò.

Akkun sorrise, ma prima che potessero dire altro sentì una porta aprirsi.

Si scambiarono uno sguardo.

- Era la mia camera- mormorò Takuya.

- Vado a vedere se Takemichi sta bene: tu riposa- gli disse Akkun; dovette trattenersi dal dargli un bacio sulla fronte prima di alzarsi.

Silenziosamente, uscì dalla camera e dal corridoio della zona notte; notò che la luce della cucina era accesa, e quando entrò vide Takemichi in piedi davanti al lavandino, che si stava riempiendo un bicchiere d'acqua.

- Non riesci a dormire?- gli chiese.

Takemichi sussultò leggermente e si voltò.

- Akkun! Mi hai colto alla sprovvista- sussurró.

- Sei tu che sei un fifone- borbottó Akkun, avvicinandosi a lui - sei preoccupato per Mikey?-.

Takemichi abbassò la testa.

- Per lui la notte è uno dei momenti peggiori- mormorò.

Akkun lo fissò per un attimo, poi sospirò.

- Ascolta Takemichi: non conosco Mikey, ma...- all'improvviso, sotto lo sguardo confuso di Takemichi, Akkun sparì; al suo posto, comparve un ragazzo piuttosto grosso, con le spalle larghe, i capelli bianchi e un'espressione che faceva parecchia paura.

Takemichi lanciò un urlo, guardandosi velocemente intorno alla ricerca di una qualsiasi arma, ma prima che potesse aprire il cassetto dei coltelli il ragazzo gli afferrò un braccio.

- Ti vuoi calmare? Sono Benkei, e sono nella Toman, mi hai anche visto alla riunione idiota- sbuffò.

Takemichi lo fissò per un attimo: in effetti, ricordava di averlo visto alla riunione insieme a quello che Draken gli aveva indicato come il fratello di Mikey, che era arrivato insieme al suo ragazzo e due amici che gli facevano da guardie del corpo.

E una era la persona che aveva davanti: e se Mikey l'aveva scelto come guardia del corpo del fratello, forse era meglio non metterselo contro...

- Oh, ricordo... scusami per la reazioni, stavo parlando con il mio amico e ti ho visto comparire all'improvviso...- disse, imbarazzato, mentre Benkei lo lasciava.

- Scambio: è il mio potere, posso scambiare le posizioni di due persone, se ne vedo una. Shinichiro ti vuole parlare: mi sono scambiato con il tuo amico, e ora scambio te con lui, tutto chiaro?- chiese Benkei.

Va bene che sapeva che Shinichiro era un grande capo e una persona fantastica, anche quando gli aveva portato via Wakasa non era riuscito a odiarlo... ma poteva anche evitare di farsi venire strane idee nel bel mezzo della notte.

- Ehm... si- rispose Takemichi, ancora leggermente confuso.

- Bene- Benkei chiuse gli occhi e Takemichi sentì la testa girargli leggermente; un attimo dopo, si trovava in una stanza d'ospedale, di fronte a una poltrona con seduto sopra un ragazzo moro, che lo osservava con un sorriso in volto.

- Benvenuto, Takemichi- gli disse Shinichiro.

- Ehm... salve- mormorò il biondo, leggermente imbarazzato.

Shinichiro scoppiò a ridere.

- Salve? Ho solo undici anni più di te-.

- Te l'ho detto che sembri vecchio-. Takemichi si voltò, e notò un ragazzo basso, con i capelli lunghi, in piedi di fronte alla finestra.

- Hai la mia età Waka- fece notare Shinichiro.

- Ma io sono più sexy-.

- Sono d'accordo, ma cosa c'entra?-.

- Ehm... tu sei il fratello di Mikey-kun, vero?- chiese Takemichi, leggermente imbarazzo.

- Si, mi chiamo Shinichiro: sono il maggiore dei fratelli Sano- affermò il ragazzo, riportando lo sguardo su di lui - mi dispiace se ti ho fatto venire all'improvviso, ma ci tenevo a conoscerti-.

- Conoscermi?! Come mai?!- chiese Takemichi, sorpreso; aveva passato la vita a essere praticamente una nullità, ma in appena due settimane pareva che tutti volessero conoscerlo...

- Bè, è raro che qualcuno riesca a ad avvicinarsi a Mikey come hai fatto tu. I membri principali della Toman sono gli unici a cui si è avvicinato di sua volontà, anche se sempre con un certo timore; ma erano anni che non faceva entrare qualcuno nella sua vita in questo modo- affermò Shinichiro.

- I fratelli Sano hanno parecchi problemi relazionali: sono tutti testardi, e impiegano parecchio a convincersi di meritare qualcuno vicino. Fortuna che la sorella fa eccezione- commentò Wakasa, avvicinandosi.

- Non posso darti torto. Se chiedi in giro, ti diranno tutti che un tempo ero circondato da amici e che non ero mai solo ma in realtà... è solo perché mi è sempre piaciuto aiutare gli altri. Di mio, mi piaceva anche stare un po' in solitudine, e a volte pensavo di meritarmela. Anche se quando ho visto Waka non ho saputo resistere- affermò Shinichiro, mentre il più basso si sedeva sulle sue ginocchia.

Gli circondò la vita con il braccio, mentre continuava a fissare Takemichi.

- Io me la sono cavata con poco, le preoccupazioni per i miei fratelli hanno tenuta impegnata la mia mente abbastanza da non cadere nell'oscurità. Ma Izana, e Mikey ancora di più... da quando sono piccoli, si portano dietro tanto dolore. Mikey è rimasto distrutto dalla morte di mamma; e quando è iniziata la caccia ai Maledetti, è stato lui ad allontanare nostro nonno per evitare che venisse coinvolto. Vive con il bisogno che le persone a cui tiene stiano al suo fianco, e allo stesso tempo cerca di allontanarle perché teme di fargli del male- dichiaró Shinichiro.

Takemichi strinse appena i pugni.

- Cosa gli è successo?- mormorò.

- Lui è una persona buona: accoglie tutti, anche le persone che stanno peggio o che hanno commesso crimini; finché sa che sono persone che possono proteggere i suoi amici, lui prova a fare di tutto per loro. Ma ogni volta che ha provato a fare qualcosa di buono, è successo qualcosa di brutto.

- Quando era piccolo, e ha manifestato la sua Forza, ha avuto paura, si è spaventato per quel potere, e ha ferito Sanzu. Così, Haruchiyo è passato da un amico che voleva proteggere a qualcuno a cui aveva rovinato la vita, dato che da quel momento ha manifestato il suo potere. Crede di aver rovinato tutto ciò che gli sta intorno: prova a tenersi le persone vicine, eppure Kazutora, Izana e molti altri se ne sono andati; prova ad allontanarle perché non siano in pericolo, ma loro rimangono e si feriscono per combattere con lui. Mikey è perennemente combattuto tra l'essere un capo che deve proteggere tutti, e l'essere un ragazzo distrutto che merita di rimanere solo per non ferire nessuno. Se non avesse i suoi amici vicino, probabilmente la Toman non esisterebbe già più- raccontò Shinichiro.

- Tutto questo... a causa del suo potere?- mormorò Takemichi.

Shinichiro scosse la testa.

- Mikey aveva queste paure da molto prima, dalla morte di nostra madre; quando ha scoperto che avevamo Emma e Izana come fratelli, a lungo ha temuto che il mio rapporto con lui si sarebbe incrinato, e questo l'ha spaventato. Si è affidato molto ai suoi amici, e quando ha capito che potevamo essere tutti fratelli, ha iniziato a pensare di doverli proteggere a ogni costo e a darsi la colpa per tutte le volte in cui rimanevano feriti, comprese le volte in cui Izana stava male per i suoi problemi. Più incontra persone, più vuole aiutare, più aumenta in lui la paura di portare solo dolore. Mikey è un ragazzo molto forte ma... è anche distrutto, e se non cambierà qualcosa non so quanto tempo durerà ancora- affermò.

Takemichi lo fissò per un attimo.

- Quindi... mi stai chiedendo di allontanarmi da lui?- abbassò la testa - se Mikey-kun sta male per tutti quelli che ha intorno, immagino che avere vicino un debole come me non gli faccia bene...- mormorò; eppure, lui...

Sentì Shinichiro ridere e alzò la testa, confuso.

- Ti sbagli: è proprio il contrario. Mikey vorrebbe allontanare chi gli sta intorno, ma sono proprio le persone che rimangono nonostante tutto a dargli la forza di andare avanti. Tu hai una luce in te Takemichi, hai qualcosa che lo fa stare bene. Non ti sto chiedendo di passare la vita a prenderti cura di mio fratello: ma se in questi giorni hai imparato a volergli bene... mi piacerebbe che tu rimanessi con noi, o anche solo con lui. Mikey ha bisogno di ricordarsi che non è solo e che non è impossibile che le persone gli vogliano bene, e penso proprio che qualcuno come te potrebbe fare al caso suo-.

Wakasa fissò il compagno: quello che aveva detto su sé stesso era vero, ma chissà se Shinichiro aveva realizzato che quella luce che vedeva in Takemichi c'era anche lui; una luce che ti portava a voler seguire la persona che hai di fronte, perché sai che, comunque andrà, riuscirà sempre a darti dei motivi per sorridere.

Proprio come stava cercando di fare Mikey.

- Io...- mormoró Takemichi, e Wakasa riportò lo sguardo su di lui.

- Io conosco poco Mikey-kun, e ancora so di non aver visto tutta questa oscurità di cui mi parlate tutti. Ma... penso che Mikey-kun sia una persona fantastica, e vorrei che lo capisse anche lui- dichiarò.

Lui non voleva arrendersi, soprattutto quando ormai aveva capito che la persona che aveva provato a respingerlo in realtà avrebbe solo voluto tenerlo più vicino a sé.

E lui non se ne voleva andare.

Shinichiro sorrise.

- Ti ringrazio Takemichi. Sono sicuro che, grazie a te... mio fratello potrà riuscire a tornare a sorridere come un tempo-.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro