CAPITOLO XIII.
- Sai, sei fortunato che non ci sia Hakkai, altrimenti non ne saresti uscito vivo- commentò Keisuke, mentre Inui si accertava che Mitsuya non avesse armi addosso.
Si fidava di loro, ma l'aveva fatto anche con Kisaki e i suoi uomini, e non sapeva se li stessero guardando, per cui doveva farlo anche con quel gruppo.
- Perché, se l'avessero fatto a Chifuyu come l'avresti presa?- commentò Haruchiyo.
- Nessuno può toccarlo a parte me- ringhiò Keisuke, e il ragazzo scoppiò a ridere.
- Ragazzi, cercate di rimanere concentrati- li ammonì Draken.
- Facile parlare, Inui è gay, tu non devi preoccuparti per Emma- borbottó Keisuke.
- O forse è perché si fida di me?- fece notare Emma.
- Mi fido di Chifuyu, è di tutti gli altri che non mi fido- affermò il moro.
- Adesso che sei occupato sei più nervoso eh?- commentò Draken.
- Io invece non sono per niente occupato- Haruchiyo su avvicinò a Mitsuya e Inui, avvicinando il volto a quello del biondo - neanche tu lo sei ufficialmente, vero?- sussurró.
- Bene, vi ho controllati tutti: potete entrare- affermò Seishu, ignorando il biondo e guardando Mitsuya, che annuì.
- Ehm, tanto per sapere... loro quanti sono?- chiese Kazushi, leggermente nervoso.
- Cinque, uno meno di voi. Kisaki, ovviamente Hanma, e con lui ci sono Choji, Chrome e Chombo. Io non potrò intervenire, ma sarò al piano di sopra, se avrete bisogno- affermò Seishu.
- Grazie Inui, lo apprezziamo molto- dichiarò Takashi, e il biondo annuì.
- Siete pronti?- chiese poi, guardando Draken.
- Avviciniamoci a lui- disse Emma, e tutti si avvicinarono al biondo.
Draken chiuse per un attimo gli occhi, prima di attivare la sua barriera ed espanderla leggermente, in modo che coprisse anche i suoi amici.
Riaprì gli occhi.
- Siamo pronti- affermò.
Inui annuì e si voltò per aprire la porta d'ingresso del locale; entrò, seguito dai sei ragazzi, e si diresse verso la zona dei divanetti.
Due di essi erano stati sistemati uno di fronte all'altro, con in mezzo un tavolino, e uno dei due era già occupato.
Seduto al centro c'era Kisaki, e di fianco a lui, appoggiato al bracciolo, Hanma.
Dietro i due ragazzi ce n'erano altri tre, membri della gang di Kisaki, che Akane anni prima aveva dichiarato non avere poteri: Choji, che Sanzu aveva rinominato "lo stronzo che mi ha rubato lo stile", visto che, con quei capelli lunghi bianchi e la mascherina sembrava Sanzu fino a qualche anno prima; Chome, un ragazzo dagli occhi spiritati e delle strani spirali nere in testa che spiccavano tra i suoni capelli biondi; e Chombo, un ragazzo pelato con un tatuaggio sull'occhio.
Non erano decisamente forti quanto loro, ma probabilmente Kisaki li aveva portati per ricordare alla Toman la sua potenza.
- Benvenuti. Noto con dispiacere che il vostro capo non c'è- commentò Tetta.
- Mikey aveva facende più urgenti di cui occupassi: per questo incontro, parlerai con Mitsuya- dichiarò Draken, mentre il ragazzo appena nominato si sedeva sul divanetto, facendo cenno a Yamagishi di mettersi di fianco a lui.
- Takashi Mitsuya. Strano vederti senza Hakkai- commentò Tetta.
- Non penso siamo qui per parlare delle nostre relazioni; altrimenti, bisognerebbe chiedere ad Hanma se sono suoi i segni o se hai fregato anche lui- affermò Takashi.
Hanma scoppiò a ridere.
- Tutti miei, non preoccuparti- dichiarò.
- Tsk, avevo quasi sperato che lo uccidesse- borbottò Kei, facendo ridere Sanzu.
- Davvero uno strano gruppo, per venire a parlare con me. State cercando di puntare sulla perdita di controllo?- commentò Tetta, guardando i due ragazzi.
- Intendi quella che mi permetterà di spaccarti la faccia?- ringhiò Kei.
- Kisaki, è con me che devi parlare, non cercare neanche di fregare loro, tanto non ci riuscirai- affermò Takashi, e il biondo riportò lo sguardo su di lui.
- Dimmi allora, Mitsuya Takashi: di cosa volevi parlare?- chiese Tetta.
- Mettiamo le carte in tavola Kisaki. Hai mandato in giro Kazutora, e hai cercato di portare con te uno dei nostri nuovi alleati. Cosa vuoi da noi?-.
- Sai che sto cercando di portarveli via, eppure ne hai portato uno con te?- commentò Tetta, lanciando uno sguardo a Yamagishi, che sussultò appena.
- Uno neanche tanto coraggioso- ridacchiò Shuji.
- È stata una scelta di Mikey, non è certo qualcosa di cui dobbiamo discutere con te. Allora Kisaki: cosa vuoi?- chiese nuovamente il ragazzo.
Kisaki lo fissò per un attimo, poi si sporse in avanti.
- Mettiamo bene le cose in chiaro: io governo questo paese, mentre voi siete una gang piena di persone con continui crolli mentali che spera di togliermi il potere. Il vostro unico vantaggio, è che vi ho fatto conoscere la mia identità: ma anche se diceste in giro chi sono, nessuno potrebbe fare niente contro di me- si fermò per un attimo, come per lasciare che quelle parole si radicassero nella mente dei ragazzi di fronte a lui.
- Tuttavia, preferisco ancora non uscire allo scoperto, per cui vi propongo uno scambio equo: io vi ridò Kazutora, e voi in cambio mi date gli otto ragazzi. Che ne dite?- propose Tetta.
- Tu sei fuori di testa- ringhiò Keisuke, facendo per andare verso di lui.
- Baji, stai fermo- lo richiamò Draken.
Baji gli lanciò un'occhiataccia, ma sapeva bene che anche Draken era più che incazzato.
- Kazutora fa parte della Toman Kisaki, non è di tua proprietà; se non avessi il controllo su di lui, sarebbe già tortato da noi- affermò Takashi.
- Ne sei sicuro? Sbaglio o... se n'è andato prima che io lo contattassi?- commentò Tetta.
- E conosciamo bene tutti le condizioni per cui lo ha fatto: non ti è fedele Kisaki, lo sappiamo entrambi, o l'avresti lasciato libero dal tuo controllo come Hanma. Se pensi che sacrificheremo la vita di otto ragazzi per riavere qualcuno che sappiamo già che vuole tornare da noi, dovrai rivedere un attimo la tua strategia- dichiarò Takashi.
In realtà, non lo sapeva: non sapeva se Kazutora volesse davvero tornare, non sapeva quanto il suo potere si fosse espanso dentro di lui; ma era certo che, se l'avessero liberato dall'influsso di Kisaki, sarebbero riusciti almeno a parlarci e cercare di convincerlo.
- Bene, allora, non mi lasci altra scelta- Tetta si alzò - tra una settimana, il 31 ottobre, alla rimessa d'auto fuori città. Dato che non conoscete altro che la violenza, direi di concluderla con uno scontro: chi vince, potrà avere ciò che desidera- affermò, allungando la mano.
Mitsuya lo fissò per un attimo: lo avevano già messo in conto; avevano vagliato le varie strategie di Kisaki, ciò che sapevano, ciò che voleva.
Kisaki governava Tokyo, aveva un bell'esercito dalla sua parte, ma non aveva il favore dei cittadini, e contando tutte le persone che erano fuggite da Tokyo, le sue forze non erano grandi come se avesse un vero esercito militare.
In poche parole, poteva batterli solo sconfiggendoli fisicamente: ed era ciò a cui loro puntavano.
Sapevano che, anche vincendo, Kisaki probabilmente non sarebbe sparito: non era così semplice da sconfiggere; ma almeno, sarebbero riusciti a riprendersi Kazutora.
Speravano anche di scoprire qualcosa di più dalla lista, ma da come aveva parlato Kisaki, neanche lui era certo di quale ragazzo avesse il potere che gli interessava; era probabile che avesse obbligato Akane a dirgli qualcosa sulla lista, ma lei si era suicidata poche ore dopo essere stata presa, e non l'avrebbe fatto se non fosse stato necessario per proteggere loro e quella lista.
Quindi, anche lui stava compiendo una caccia al tesoro: e loro l'avrebbero vinta.
Si alzò.
- Ci saremo- fece per allungare la mano, ma Sanzu si parò tra di loro.
- Sigillo io il patto!- esclamò, allungando la mano e stringendo quella di Kisaki, con un sorriso in volto.
Kisaki lo fissò per un attimo.
- Haruchiyo Sanzu... vedo che ancora non posso usare il mio potere su di te. Ma questo non sarà uno svantaggio per me- dichiaró Tetta, mentre ritirava la mano.
- Ci vediamo tra una settimana- affermò, prima di dirigersi verso l'uscita dal locale.
- Non vedo l'ora di ucciderti, Draken!- esclamò Shuji, prima di seguire il compagno insieme agli altri tre.
Per un attimo, ci fu silenzio.
- È andata bene: non abbiamo neanche dovuto usare troppo i nostri poteri- commentò Draken, mentre disattivava la barriera.
- Per fortuna- sospirò Emma.
Mitsuya si voltò verso Sanzu.
- Grazie- gli disse.
- Figurati! Quando vuoi, il pazzo fuori di testa è sempre pronto a sacrificare la mia mente- rise Haruchiyo.
Se anche solo parlare con Kisaki era pericoloso, toccarlo rappresentava un rischio ancora maggiore; Mitsuya dubitava che avrebbe potuto fare molto in quel semplice contatto, ma era sempre meglio non rischiare.
- Noto che ce l'avete fatta senza problemi-. I due si voltarono, e videro Koko e Inui scendere le scale per raggiungerli.
- Si, è andato tutto liscio- dichiarò Takashi.
- Immagino non ci sia neanche bisogno di chiedervi se parteciperete alla battaglia- commentò Draken.
- Rimarremo più che volentieri fuori da tutto questo- dichiarò Hajime - il mio è ancora territorio neutrale-.
- Sai che, quando la battaglia sarà finita, dovrai scegliere da che parte stare vero? Cambieranno un po' di cose quando una delle due parti sarà estinta: e allora che farai, caro Hajime?- chiese Haruchiyo, con un sorriso in volto.
- Vedrò ciò che più mi ispira al momento, ma non sarò così facile da buttare giù- dichiarò Hajime: era abituato a contrattare e ottenere sempre ciò che voleva, non sarebbe stato semplice da battere.
- A proposito Koko. Non vogliamo obbligarti a dirci cos'è successo con Taiju ma... immagino che dovremo escludere la possibilità di farci aiutare da lui- commentò Draken.
Koko serrò le labbra.
- Non so cosa chiederebbe a voi, ma io non sono disposto a pagare quel prezzo- il suo sguardo si posò per un attimo su Baji, che non disse niente.
- Una volta finito lo scontro contro Kisaki, ci penseremo: per adesso, dobbiamo occuparci di lui, prima che cerchi nuovamente di avvicinarsi a qualcuno di noi- dichiarò Takashi.
- È davvero una fortuna che abbiamo scoperto che era lui il nuovo governatore... altrimenti, sarebbe stata davvero dura battere qualcuno come lui...- mormorò Emma.
- Avete scoperto? Ma lui non ha detto... che vi ha permesso di scoprirlo?- mormorò Kazushi.
Ci fu silenzio e tutti si voltarono verso il ragazzo, che sussultò appena.
Per quanto fosse rimasto in ansia per tutto il tempo, aveva comunque cercato di ascoltare tutto: paura a parte, gli piaceva avere informazioni e conoscere tutto ciò che aveva intorno, per cui non si era perso una parola.
Non sapeva se avesse fatto bene a dirlo ma... voleva cercare di rendersi più utile possibile.
- Ricordate come avevamo scoperto chi fosse?- chiese Hajime.
- Aveva provato a contattare Mikey più volte, ma non siamo mai riusciti a capire chi fosse: erano sempre posti pieni di persone, e Mikey era sempre accompagnato, per cui non si è mai avvicinato. Poi un giorno uno dei ragazzi che aveva accompagnato Mikey... ha ucciso una persona a sangue freddo; la volta dopo, Akane ha visto Kisaki e ha capito che era il suo potere- raccontò Draken.
- Nessuno sapeva che lui era il governatore, per cui poteva uscire tranquillamente, anche se ovviamente aveva sempre la scorta- aggiunse Takashi.
- Quindi, poco dopo quando avevate capito chi fosse, il che, da quello che mi aveva raccontato Mitsuya, è successo poco dopo la sconfitta di Taiju... Lui ha rapito la ragazza che lo aveva scoperto?- chiese Kazushi.
Calò nuovamente il silenzio.
- Ok, qualcuno deve dirlo: Kisaki ci ha fregati- sbuffò Keisuke.
- Aveva capito che c'era qualcuno tra di noi in grado di conoscere i poteri degli altri: in effetti, dato quanto ci siamo evoluti in poco tempo, era normale che pensasse ci fosse qualcosa sotto- affermò Takashi.
- Quindi non voleva solo Mikey, ma anche Akane- mormorò Emma.
Ci fu nuovamente silenzio; Inui lanciò uno sguardo preoccupato a Koko, che era assorto nei suoi pensieri.
Avevano scelto tutti e tre insieme di aiutare la Toman... ma ovviamente, non sapevano quali sarebbero state le conseguenze.
- Puoi essere devastato per lei senza preoccuparti prima di lui- sbuffò Keisuke.
Inui gli lanciò un'occhiataccia, mentre Koko alzò lo sguardo su di lui, non sapendo bene con chi dei due stesse parlando... anche se gli fu chiaro dallo sguardo del moro.
- Riferiremo ciò che abbiamo scoperto a Mikey: adesso è meglio andare- affermò Draken, e gli altri annuirono.
Mitsuya si voltò verso Koko e Inui.
- Grazie ancora per l'aiuto- disse.
- Un giorno ricambierete- affermò Hajime, e il ragazzo annuì.
- Andiamo- ordinò Draken, dirigendosi verso l'uscita del locale, seguito dal resto del gruppo.
Baji non gli aveva detto niente, il che significava che Mikey non aveva avuto crolli ma... preferiva comunque tornare a casa; sapeva che non avrebbe preso bene quella notizia, e doveva essere al suo fianco per qualsiasi evenienza.
...
Mikey scoppiò a ridere.
- Sei davvero una schiappa Takemtichy!- esclamò, osservando, dagli spalti della palestra, il ragazzo, che stava tentando di colpire Smiley; il maggiore, come indicato da Mikey, si stava limitando a schivare senza attaccare e senza usare il suo potere, ma doveva trattenere le risate perché Takemichi era proprio divertente, mentre provava a colpirlo senza alcun successo.
- Non è un po' duro come allenamento per lui?- mormorò Angry, seduto di fianco al biondo, preoccupato: quel ragazzo ce la stava mettendo tutta, ma era evidente che non avesse idea neanche di come colpire una persona.
- Mi sa che mi toccherà usare il sacco da boxe- rise Mikey - purtoppo, con la situazione in cui siamo... dobbiamo cercare di avere più persone possibili che sanno almeno come difendersi. Puoi organizzare un allenamento per Takemitchy e i suoi amici? Almeno per vedere come sono messi di base. Escludi Chifuyu, Baji mi ha detto che lui già se la cava bene- affermò.
- Eh? Io?!- chiese Angry, sorpreso.
- Si. Solitamente li affiderei a Mitsuya e Hakkai, ma solo già parecchio impegnati... Pah ha un suo allenamento, e di sicuro non posso lasciarli a Sanzu o Baji. Conto su di te perché tuo fratello non li faccia fuori. Posso farlo?-.
- Certo! Lo farò volentieri! Grazie per l'occasione- rispose Angry, ancora leggermente sorpreso; aveva sempre avuto un rapporto tranquillo con Mikey, ma di solito ci parlava suo fratello... Quella era la sua occasione per aiutare entrambi.
- Non ringraziarmi: fai parte della Toman. E grazie a te e tuo fratello che mi portate le informazioni, sto iniziando a capire come comportarmi con Izana: so di potermi fidare di voi- affermò Mikey.
- Grazie- mormorò Angry, prima di tornare a guardare il fratello.
Se solo Izana e Mikey fossero riusciti a parlarsi e tornare uniti... anche per loro sarebbe diventato più semplice.
- Smiley, basta così: grazie per l'aiuto, potete andare- affermò Mikey.
- Va bene! La prossima volta che avrò voglia di divertirmi ti chiamerò, Takemitchy- rise Smiley.
- Grazie- borbottó il biondo, mentre poggiava le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
- Andiamo Angry- disse Smiley, dirigendosi verso la porta.
- Ci vediamo presto; buona giornata- salutò Angry, prima di seguire il gemello.
- Sono distrutto... Le risse non fanno proprio per me- sospirò Takemichi, dirigendosi verso gli spalti e lasciandosi cadere poco distante da Mikey.
- Ho chiesto a Angry di creare un programma di allenamento per te e i tuoi amici, così in caso succeda qualcosa potrete difendervi- affermò il maggiore.
- Ti ringrazio Mikey-kun, stai facendo molto per noi- dichiarò Takemichi.
- Vi ho praticamente rapiti, almeno devo trattarvi bene- rise il ragazzo.
Takemichi lo fissò per un attimo: era tutto il giorno che, per quanto fosse tranquillo, e per quanto continuasse a fargli fare cose che lo divertivano... il suo sguardo sembrava triste.
- Sei preoccupato, Mikey-kun?- chiese.
- So bene quanto i miei amici siano forti... ma Kisaki è un vero bastardo- mormorò il maggiore.
Serrò appena i pugni: sarebbe voluto essere con loro, guidarli e proteggerli dalla minaccia di Kisaki ma... se fosse stato lì, avrebbe solo peggiorato le cose.
- Lui è un bastardo ma... tutti loro ti sono fedeli no? Penso che questo vada oltre qualsiasi potere mentale-.
Mikey si voltò verso Takemichi, leggermente sorpreso.
- Insomma: lì ci sono Draken, Emma, Mitsuya, Baji e Sanzu... da quello che mi hai detto, sono tra le persone che più ti sono vicine, quindi di sicuro non ti tradiranno mai- dichiarò Takemichi - forse il più a rischio è Yamagishi, ma ha talmente paura che se notasse qualcosa di strano potrebbe scappare a gambe legate- ridacchiò.
Mikey lo fissò per un attimo, e un lieve sorriso comparve sul suo volto: improvvisamente, si era sentito molto più rassicurato.
- Hai ragione; e anche se Kisaki provasse a fare qualcosa, Sanzu è immune al suo potere, non avrà problemi ad aiutarli- affermò, tornando a guardare davanti a sé: i suoi amici erano forti, ci sarebbero riusciti sicuramente.
- Avevi già accennato questa cosa, Mikey-kun, ma... Come mai Sanzu è immune?- chiese Takemichi.
- Doppia Personalità: è il suo potere. Sanzu di base è diverso da come lo vedi: è un ragazzo più insicuro di quanto sembra, gli piace tenere i capelli bianchi, spesso indossa la mascherina per nascondere le sue emozioni. Non che sia sano, ma è comunque più tranquillo di come lo conosci ora. La sua altra personalità... ha praticamente preso il sopravvento negli ultimi due anni: droga, divertimento, spade, provocazioni... se fino a poco fa lo faceva di tanto in tanto, ormai è diventata la sua personalità principale. Grazie a questo potere, non viene intaccato troppo da cose come le droghe: Kisaki non può controllare completamente il suo cervello perché è come se ne avesse due separati. Anche se, purtroppo, l'Haruchiyo che era mio amico da bambino ormai mi vedo solo raramente quando è tanto stanco- raccontò Mikey.
- Cosa gli è successo per diventare così?- chiese Takemichi.
- Quando Izana se n'è andato, ha portato via due persone. Una era il suo ragazzo, l'altra... era il ragazzo di Sanzu. Avevano un rapporto molto profondo, e come ti ho detto lui non perdona facilmente i tradimenti: da allora, vuole solo vendicarsi di lui, e usa questa sua personalità per proteggersi dal resto mentre continua a soffrire- raccontò il maggiore.
Ricordava ancora quando l'aveva trovato per la prima volta, imbottito di droga, che rideva come un pazzo, mentre gli giurava che avrebbe ucciso Muto per aver tradito la Toman e il suo capo; ma Mikey sapeva bene che lo odiava anche per avere tradito lui.
- Non dev'essere semplice venire traditi in questo modo...- sussurró Takemichi; lui aveva sempre avuto pochi amici, ma era certo che gli fossero più che fedeli.
Se uno di loro l'avesse tradito, non sapeva come avrebbe reagito.
- Essere traditi... è una delle cose che spaventa di più al mondo- sussurró Mikey.
Sapeva bene che Draken non l'avrebbe mai fatto, così come Baji e gli altri loro amici; ma allo stesso tempo, dopo che era successo con Kazutora e Izana... se da un lato voleva avere completa fiducia, dall'altro aveva paura di ritrovarsi, un giorno, completamente solo.
- Sei davvero fortunato ad avere intorno persone che tengono così tanto a te, Mikey-kun: tutti si fidano molto di te, e ce la stanno mettendo tutta per aiutarti. Sono sicuro che grazie a loro riuscirai a ritrovare tutte le persone a cui tieni- affermò Takemichi.
Al maggiore sfuggì un sorriso.
- Sei davvero incredibile, Takemitchy- affermò: qualsiasi cosa lui dicesse, sembrava che quel ragazzo riuscisse a trovare il lato positivo, e farlo vedere anche a lui.
Prima che il minore potesse rispondere, Mikey si mise in piedi.
- Non ho fatto entrare ufficialmente te e i tuoi amici nella Toman perché non voglio che vi sentiate costretti: vi abbiamo portati qui per proteggervi, quando questa storia sarà finita non dovrete rimanere, se non vorrete. Ma in caso di andasse di restare... fammelo sapere, va bene?- disse, voltandosi e rivolgendogli un sorriso.
Takemichi lo fissò per un attimo: è vero, non ci aveva pensato... Si era gettato in quella nuova vita senza pensarci troppo, visto che non aveva trovato molta altra scelta, e con la valanga di problemi che stavano arrivando non era riuscito a pensare troppo al resto.
Ma ufficialmente, lui non apparteneva a quel luogo, quindi un giorno avrebbero anche potuto dirgli di andarsene, e lui avrebbe dovuto farlo.
Però adesso... Mikey stesso gli stava dicendo che poteva rimanere.
Non era una decisione che poteva prendere così su due piedi, doveva pensare bene a cosa comportasse e parlarne con i suoi amici: in fondo, per quanto gli obiettivi della Toman gli piacessero, lui non apparteneva a quel mondo.
Però...
- Mikey-kun, qualsiasi cosa succederà in futuro... vorrei comunque poterti aiutare, almeno in questa battaglia- affermò.
- Sei sicuro? In un campo di battaglia dovrai fare molto più che solo provare a difenderti- commentò Mikey.
- Voglio provarci comunque- affermò Takemichi.
Il maggiore lo fissò negli occhi: quella determinazione che aveva nello sguardo... non la vedeva da un po'.
Ormai tutti i suoi amici sapevano cosa comportasse, e per quanto fossero decisi nei loro occhi c'era comunque qualcosa di... spento, proprio come nei suoi.
Forse, avere qualcuno di così luminoso al loro fianco li avrebbe aiutati; di sicuro, stava aiutando lui.
- Grazie, Takemitchy. Torniamo a casa? Ho fame, voglio la merenda- dichiarò, spiccando un salto per scendere dagli spalti.
Takemichi sorrise.
- Arrivo!- si alzò e iniziò a scendere anche lui.
- Più veloce Takemitchy, ho fame!- si lamentó il maggiore.
- Scusami, ci sono!- il minore praticamente si fiondò giù dai gradini, raggiungendo il ragazzo per poi anticiparlo fuori dalla palestra.
Mikey sorrise: sì... gli faceva decisamente bene averlo con lui.
...
- Posso entrare?- chiese Takeomi, bussando alla porta.
- Vieni pure- gli disse Shinichiro, semisdraiato sul suo letto.
Akashi aprí la porta.
- Devi stare attento alla terminologia che usi, il tuo ragazzo potrebbe uccidermi- affermò, chiudendo la porta alle sue spalle, per poi dirigersi verso il letto del ragazzo.
Shinichiro lanciò un'occhiata a Wakasa, che dormiva tranquillamente di fianco a lui sotto le coperte, la testa poggiata sul suo petto e un suo braccio intorno alle spalle.
- Fa tanto il geloso, ma sa che non lo tradirei mai- affermò, chinandosi a lasciargli un bacio sulla fronte: amava troppo quel ragazzo per pensare di lasciarlo andare.
- Tsk, la gelosia nei miei confronti non l'ha ancora superata- borbottó Takeomi, sedendosi di fianco al letto del ragazzo.
- Diciamo che ha i suoi motivi- rise Shinichiro.
- Ha provato a baciarti!- urlò Wakasa, mentre l'ennesimo piatto volava a terra.
- Waka, l'ho allontanato: lo sai che non ti tradirei mai- affermò Shinichiro, cercando di avvicinarsi senza farsi male per via di tutti i cocci a terra.
- Potrebbe riprovarci, o potrebbe riprovarci qualcuno a cui non bastano le parole per essere allontanato! Non tutti ti ascoltano Shini, e sai bene di essere fisicamente più deboli di molti altri. Cosa farai se ci proverà qualcun altro eh?!- urlò il più basso.
- Quindi sei geloso... o sei preoccupato per me?- commentò Shinichiro, mantenendo un'aria tranquilla: non poteva biasimare Wakasa per essere arrabbiato, conosceva bene tutte le sue insicurezze, ed era il primo a voler fare di tutto per aiutarlo a farle andare via.
- Entrambe le cose! Lo sai che ti cacci sempre nei guai. E al mondo... ci sono tante persone- Wakasa abbassò leggermente il tono e la testa.
Lo sguardo gli cadde sul casino di piatti che c'era per terra.
C'erano tante persone al mondo: brave persone, che sapevano cucinare, che non sembravano sempre stanche e annoiate, persone che avrebbero potuto donare molto di più al ragazzo che amava... persone che non gli avrebbero fatto una scenata di gelosia distruggendogli la cucina per aver respinto un ragazzo.
- Davvero? Non me n'ero accorto- commentò Shinichiro.
Wakasa alzò lo sguardo, confuso.
- Di cosa?-.
- Delle altre persone. Da quando ti ho conosciuto- Shinichiro allargò le braccia - per me ci sei solo tu-.
Wakasa sentì gli occhi pizzicargli leggermente e non potè fare a meno di gettarsi tra le braccia del ragazzo.
- Come fai ad accettarmi in questo modo?- sussurró.
- Ma cosa dici? Guarda che io amo tutto di te, anche la tua immensa gelosia. Non devi preoccuparti Waka: gli altri possono provarci quanto vogliono, ma tu sei l'unica persona con cui desidero stare- affermò Shinichiro.
Wakasa lo strinse leggermente più forte.
- Quindi... posso uccidere Akashi?
- È il mio migliore amico e il guerriero più forte della Black Dragon, io eviterei- rise Shinichiro - e poi, ormai penso che anche lui abbia capito di non poterci separare-.
- Lo spero per lui- borbottó Wakasa, facendo ridere il più alto; no, non avrebbe lasciato quel ragazzo per nessun motivo al mondo.
- Era giusto per confermare che non avessi più speranze, ormai mi è passata- borbottó Takeomi.
Trovava ancora Shinichiro una persona incredibile, e avrebbe continuato a volergli bene per sempre; di sicuro, una parte di lui non si sarebbe mai staccata da quello che era il suo migliore amico da una vita.
Ma ormai, sapeva che il suo cuore apparteneva completamente a Wakasa, e se voleva la sua felicità, doveva lasciare semplicemente che stesse con lui.
- Me lo auguro, o rischieresti davvero la vita- rise Shinichiro.
- Come mai è così stanco? Hai rischiato un altro attacco?- chiese Takeomi, indicando Wakasa con un cenno del capo.
- Al contrario: oggi mi sentivo molto in forma- affermò Shinichiro; erano poche le volte in cui potevano farlo, dato il suo stato, ma durante quei momenti ci metteva tutto sé stesso.
- E meno male che ti raccomando sempre di non esagerare...- borbottó Takeomi.
- Sai che non ascolto facilmente gli altri. Ma tu dovresti ascoltare Draken e parlare con tuo fratello- affermò Shinichiro.
Akashi si irrigidí.
- Io non sono te Shinichiro: tu riesci a gestire il fatto che dentro tuo fratello ci sia praticamente un demone... io non so come comportarmi con il suo dolore- affermò.
- Eppure, mio fratello non è qui- fece notare Shinichiro; sapeva che Akashi parlava di Mikey, ma anche Izana non era stato facile da crescere.
Shinichiro aveva intuito quale fosse il motivo per cui il ragazzo se ne fosse andato, ma proprio per questo sapeva di non poter essere lui ad andare a parlargli... non per primo almeno.
- Shin...-.
- Non devi per forza chiedergli come va. Puoi anche invitarlo a mangiare con te, o guardare un film con lui; sono certo che passare un po' di tempo con te gli farà bene-.
- Non è la mia ragazza- borbottó Takeomi, facendo ridere il moro.
- Certi fratelli vanno viziati come dei fidanzati. Anche se io tra Mikey e Waka non so chi vizi di più...- commentò Shinichiro.
- Ti sento- borbottó Wakasa, aprendo gli occhi e guardando male il fidanzato.
- Da quando è sveglio lui?- chiese Takeomi.
- Da quando mi hai chiamato "Shin", ha un radar per certe cose- rise Shinichiro.
- Si chiama gelosia- borbottó Wakasa, tirandosi su.
- Mr gelosia, non pensare che a me faccia piacere se la gente ti vede nudo- borbottó Shinichiro, afferrandolo il lenzuolo e portandolo a coprire il corpo del ragazzo, che alzò gli occhi al cielo.
Poi, si voltò verso Akashi.
- Sai che Shini non si sbaglia su certe cose: ascoltalo- affermò.
- Wow, tu che mi fai un complimento? Sono stato davvero bravo oggi- commentò Shinichiro.
- Puoi fare di meglio- dichiaró Wakasa.
- Hey!-.
- Vi lascio alle vostre discussioni di coppia- affermò Takeomi, alzandosi.
- Non eri venuto per visitarmi?- chiese Shinichiro.
- Solo per vedere come stessi-.
- O per distrarti mentre tuo fratello è a parlare con Kisaki- commentò Shinichiro.
- Ci vediamo- li liquidò Takeomi, uscendo dalla stanza, dove trovò Benkei, come sempre a fare da guardia.
- Vado a fumare qualcosa- affermò, superandolo.
- E poi dici che ormai ti sei arreso... ogni volta che esci da lì ti fai fuori almeno due pacchetti- commentò Benkei.
Akashi si fermò.
- Il fatto che sappia che è impossibile non vuol dire che non ci abbia sperato fino all'ultimo. Tu dovresti saperlo bene- affermò, prima di allontanarsi.
- Già...- mormorò Benkei, lanciando uno sguardo basso la porta - io lo so bene-.
- Wakasa. Volevo dirti che...-.
- Mi sono messo con Shinichiro- lo interruppe il più basso.
Benkei lo fissò per un attimo: aveva pensato di dirglielo prima che accadesse; pensava di avere tempo, Wakasa non era tipo da cedere facilmente.
Eppure...
- Sei sicuro che ti renderà felice?- chiese.
- Si. Quindi ricordalo anche tu- rispose Wakasa.
- Bè, felice è felice- mormorò Benkei; quindi, doveva esserlo anche lui.
...
- Quindi è andata come previsto?- chiese Senju, osservando la strada di fronte a lei; tra non molto sarebbe dovuta andare a lavorare al locale, per cui aveva evitato di mettersi a fare la guardia a Shinichiro.
- Esatto! Torneremo in tempo per parlarne prima che te ne vada!- esclamò Haruchiyo, dall'altra parte del telefono, mentre sfrecciava sulla sua moto.
Senju fece un piccolo sorriso.
- Ne sono felice. Vedi di non schiantarti- si raccomandò.
- Certo che no! A presto sorellina!- rispose il ragazzo, mettendo giù il telefono.
Senju sospirò: almeno, sembrava che suo fratello stesse meglio...
- Senju-.
La ragazza si voltò e sorrise.
- Hina, ciao! Che ci fai qui fuori?- chiese.
- Ti ho vista e ho pensato di venire a parlarti- risposa Hina, avvicinandosi alla ragazza.
- Meno male, ho saputo che ti hanno trasferito all'infermiera e non sapevo se sarei riuscita a vederti! Volevo scusarmi per aver spedito il tuo ragazzo da Yuzuha, ma mi serviva che in qualche modo lo scopriste- affermò, unendo le mani a mo' di preghiera per scusarsi.
- Non preoccuparti, lo capisco; Takemichi ormai sembra essersi ripreso dallo shock iniziale, per cui va tutto bene- dichiaró Hina con un piccolo sorriso.
- Meno male! Sono felice che tu non ce l'abbia con me; mi dispiacerà non averti più a lavorare con me, mi stavi simpatica- affermò Senju.
- Anche a me dispiacerá. Però... sono qui per chiederti una cosa-.
- Ti ascolto-.
- Ecco... Yuzuha mi ha detto che sei la ragazza più forte a combattere, anzi, che sei tra i più forti in assoluto- affermò Hina.
- Yuzuha ti ha detto questo?- chiese Senju, sorpresa; chissà se le aveva detto anche altro di lei, o di loro...
Hina annuì.
- Per cui, volevo chiederti una cosa: mi piacerebbe che tu mi allenassi- affermò.
- Che io ti allenassi?! Ma... Pensavo che stesse pensando Mikey ai vostri allenamenti- rispose Senju, confusa.
- È vero, ma comunque... Per quando Takemichi e i suoi amici non siano dei grandi guerrieri, hanno già affrontato un paio di brutte situazioni, e sanno più o meno come cavarsela. Io non ne ho mai avuta l'occasione: vorrei che tu mi dessi una mano, sempre che per te non sia un disturbo- affermò Hina.
- Certo che no ma... sicura di volere che ti alleni io? Dopo quello che è successo, ti fidi di me?- chiese la ragazza, sorpresa.
- Ma certo! Stavamo diventando amiche no? E poi, stai facendo tutto per aiutare la Toman e i tuoi fratelli- Hina sorrise - non vedo l'ora di provare a diventare forte come te-.
Senju rimase in silenzio per un attimo: era da tempo... che non aveva delle vere amiche.
Sorrise.
- E va bene. Preparati: da domani, oltre a un'infermiera imparerai a diventare anche una guerriera!-.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro