CAPITOLO LVII.
- Ci siamo tutti?- chiese Mikey, osservando i ragazzi di fronte a lui.
I sei capi degli squadroni, più Senju che stava sostituendo momentaneamente il fratello, annuirono: erano pronti.
- Bene. Allora, è il momento di confermare l'arrivo degli ultimi guerrieri che prenderanno parte alla battaglia di oggi- affermò Mikey, voltandosi, mentre quattro moto si avvicinavano a loro.
- Speravo non arrivasse mai questo momento...- mormorò Takashi; Hakkai fece un piccolo sorriso e un passo verso di lui, per rimanergli vicino.
Le quattro moto si fermarono e le quattro ragazze in sella a esse scesero, dirigendosi verso Mikey.
- Bentornate- disse il ragazzo.
- Ti ringrazio- rispose Hina con un sorriso.
Mikey aveva avvisato solo Mitsuya, Inui e sua sorella del ritorno delle quattro ragazze, per cui ne rimasero tutti piuttosto sorpresi.
- Hina, Akane, voi unitevi al quinto squadrone per questa battaglia; Luna, Mana, voi andate con il secondo, altrimenti Mitsuya ci ammazza- disse loro Draken.
- Agli ordini- risposero le quattro ragazze, dirigendosi dove gli era stato detto.
- Vedete di stare attente e seguire Yuzuha voi due... Non fatemi pentire di avervi dato il permesso- sospirò Takashi.
- Sai che non potevi impedircelo- rise Mana.
- Non preoccuparti, faremo le brave- dichiarò Luna, mentre entrambe andavano vicino a Yuzuha ed Emma, che le accolsero con un abbraccio.
Stesso trattamento che avrebbero voluto riservare a Hina e Akane, ma le due erano state braccate da Senju, che non sembrava intenzionata a lasciarle andare.
- Avreste dovuto dirmelo! Dobbiamo assolutamente fare una festa di bentornato! Anche se sarà già una bella festa prendere a calci Kisaki- rise la ragazza.
- Faremo entrambe le cose più che volentieri- affermò Hina con un sorriso; anche lei... Era felice di essere tornata.
Lanciò uno sguardo a Takemitchy, che le rivolse un cenno di bentornato che la ragazza ricambiò volentieri: pareva che lui stesse bene... Per quanto dolorosa, aveva fatto la scelta giusta.
- Forza, mettiamoci in ordine- disse Akane; Hina annuì ed entrambe si sistemarono dietro a Senju.
- Molto bene. Come sapete, si tratta di un attacco a sorpresa: questa volta, non andremo lì in moto, sarà Benkei a trasportarci- dichiarò Mikey.
In quel modo, avrebbero avuto due vantaggi: il primo, era che Kisaki non li avrebbe visti arrivare; il secondo era che, trasportandosi al posto delle guardie di Kisaki, avrebbero potuto allontanare momentaneamente la maggior parte delle sue forze ed evitare di dare inizio a uno scontro frontale e sanguinolento.
Inoltre, Benkei li avrebbe disposti già per i loro compiti.
Kazutora conosceva la piantina del palazzo, e anche Izana, visto che ci erano stati.
Izana, insieme ai gemelli Kawata, al quinto squadrone con a capo Senju e a Takuya e Akkun, che avrebbero avuto il compito di aiutarli a identificare il punto esatto in cui si trovavano i loro amici e controllare se arrivavano nemici e che a loro non fosse successo niente, si sarebbero recati a cercare Kakucho.
Una volta raggiunti poi dalla ex-Tenjiku, che già sapeva come liberarsi, sarebbero andati da Mikey e Draken, che intanto sarebbero stati con Kazutora e Ryusei insieme a Kisaki e Hanma... E probabilmente South, ma non ne erano spaventati.
Gli altri, infine, sarebbero rimasti fuori ad attendere il ritorno dell'esercito di Kisaki: grazie al potere di Pah, potevano sentirlo arrivare, e Baji avrebbe diretto le operazioni, in modo da indirizzare tutti nel luogo in cui c'era bisogno di loro.
Avrebbero finalmente messo fine a tutto quello.
Mikey si guardò intorno: erano tutti pronti e decisi... Era il momento.
- Benkei- disse, voltandosi verso il ragazzo, che annuì.
- Andiamo- ordinò Mikey.
Benkei batté le mani tra di loro, e in un attimo si ritrovarono in un posto completamente diverso: il palazzo al centro di Tokyo, che ospitava il governatore, e in quel caso il loro peggior nemico.
- Stai bene?- gli chiese Takeomi, notando che Benkei stava barcollando leggermente.
- Non ho mai trasportato così tante persone... Ci siamo tutti?- chiese Benkei, guardandosi intorno.
- Si, siamo tutti ai posti giusti- dichiarò Keisuke con un sorriso: finalmente, erano arrivati alla battaglia finale... E l'avrebbero combattuta fino alla fine.
- Qualcosa mi dice che sono arrivati- rise Ran, mentre si liberava dalle catene; avevano dovuto tornare legati, per non destare sospetti, ma ormai non ce n'era più bisogno.
- Ci siamo tutti?- chiese Rindou, guardandosi intorno: erano tutti liberi.
- Andiamo- ordinò Yashuiro - Haru, vuoi combattere?-.
Il ragazzo fece girare un paio di volte le spade che aveva in mano: i suoi capelli erano diventati rosa.
- Si. Questa è l'ultima battaglia della Toman: combattiamola al massimo- dichiarò lui, dirigendosi verso le sbarre della cella.
- Madarame, distruggile- ordinò.
- Bè, non sei il capitano del nostro squadrone, ma sei pur sempre un capitano... Kanji- chiamò Shion, avvicinandosi alle sbarre.
- Fatto- dichiarò Kanji, finendo di applicargli l'etichetta: "Abbastanza forte da rompere le sbarre".
Madarame strinse con forza il tirapugni, dopodiché tirò indietro il braccio, prima di tirare un pugno alla sbarra, che si frantumò di fronte a lui; dopo un altro paio di colpi, riuscirono tutti a uscire dalla prigione senza troppi problemi.
- Hiro, gli altri come sono messi?- chiese Haruchiyo.
- Tutto sta procedendo secondo i piani: raggiungiamo Izana e andiamo insieme da Mikey- rispose Yashuiro.
Il minore esitò per un attimo: il suo primo impulso era correre da Mikey ma... Gli ordini erano di andare prima da Izana, e lui avrebbe eseguito gli ordini di Mikey.
- Andiamo- ordinò, iniziando a correre.
Muto non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un sorriso mentre lo seguiva: quel ragazzo... Stava diventando sempre più forte.
- Hai creato un po' di armi, stai bene?- chiese Kanji.
- Tsk, disse mister etichetta... Sto bene, pensa a correre- ribattè Shion, facendo sfuggire una risata al moro.
Rindou e Ran, che erano rimasti leggermente indietro, si scambiarono uno sguardo.
- Mi sento single- dichiarò il secondo.
- Muoviamoci a raggiungerli- aumentarono il passo, ansiosi di poter tornare finalmente dai propri ragazzi.
- Tsk, se quei due non si muovono a raggiungerci possono considerarsi single- borbottó Smiley, camminando velocemente dietro agli altri insieme al gemello.
- Sei sicuro che il mio Kaku sia su questo piano?- chiese Izana, guardandosi intorno: aveva visto poco di quell'edificio, quando era andato a trovare Kisaki, ma quel piano così in basso, fin troppo vicino alle prigioni, non gli piaceva...
- Sì- rispose Akkun, cercando di rimanere concentrato: aveva visto poco Kakucho, ma il fatto di averlo conosciuto la sera in cui Izana era a cena con i fratelli gli dava abbastanza potere per riuscire a capire dove fosse.
- Arriva qualcuno alle nostre spalle- affermò Senju; Takuya si voltò e fissò in quella direzione, dalla quale si sentivano dei rumori.
- Sono nemici- mormorò.
- Ormai siamo vicini: quinto squadrone, fermatevi qui e bloccateli; noi procediamo- ordinò Senju.
I ragazzi dello squadrone eseguirono l'ordine e la ragazza riprese ad allontanarsi con i suoi amici, svoltando nell'ennesimo corridoio.
- Lì in fondo- mormorò Akkun, fissando una porta; Izana fece per mettersi a correre, ma Senju lo bloccò.
- Si avvicina qualcun altro- affermò - sono sei. Potrebbero essere loro-.
Takuya si voltò a sua volta verso quella direzione, ma non ci fu bisogno di alcun potere per capirlo.
- Vedrai che arriverò prima io!-.
- Sei più grande, hai le gambe più lunghe!-.
Angry e Smiley si scambiarono uno sguardo: si... Erano decisamente i loro fidanzati.
Un attimo dopo, si trovarono entrambi stretti nell'abbraccio dei due fratelli; abbraccio che Angry non esitò a ricambiare, mentre Smiley finse di non volerlo ricevere, ma alla fine cedette anche lui.
- Mi sei mancato cucciolo- sussurró Rindou.
- Anche tu- Angry lo strinse leggermente di più - stai bene? Vi hanno fatto qualcosa?-.
- A parte darci del cibo da schifo e separarci da voi, no- rispose il ragazzo.
- Peccato- borbottó Smiley.
- So che sei felice di rivedermi- dichiarò Ran con un sorriso; Smiley non rispose, ma lo strinse leggermente di più, sollevato nel vedere che fosse lo stesso di sempre.
Intanto, vennero raggiunti anche dagli altri e Senju si avvicinò al fratello.
- Stai bene?- gli chiese, notando che era tornato lo stesso di qualche giorno prima.
- Muoviamoci- rispose semplicemente lui; la ragazza lanciò uno sguardo a Muto, che annuì.
- Ok ragazzi, se nessuno di voi sta per morire nell'immediato, muoviamoci- ordinò Izana, tornando a camminare verso la porta, subito seguito dagli altri.
- Kakucho è lì dentro- confermò Yashuiro - da solo, in teoria-.
Izana aumentò il passo; con un calcio, buttò giù la porta.
Si trovarono in quella che sembrava una camera da letto... Anche se aveva solo il letto, e una sedia al centro.
Sdraiato sul letto, c'era Kakucho; avvicinandosi, Izana poté notare che era addormentato ma... Anche pieno di tagli e graffi.
Si inginocchiò di fianco al letto, cercando di non cedere all'impulso di andare subito a uccidere Kisaki, e allungò la mano, accarezzando la guancia del moro.
- Sono arrivato a prenderti Kaku- sussurrò, provando a non fare sentire quanto la sua voce stesse tremando: se gli avevano fatto del male...
Come richiamato dalla sua voce, Kakucho aprì gli occhi, trovandosi di fronte il volto sorridente del maggiore... E i suoi occhi pieni di dolore.
Allungò la mano, posandola su quella del ragazzo.
- Mi dispiace averti fatto preoccupare, Izana- sussurró.
- Sapevo che avresti resistito- dichiarò il maggiore.
- Non mi hanno fatto molto... Volevano solo che ti arrabbiassi con Mikey, ma so bene che tu sei una persona migliore di ciò che loro credono- sussurró Kakucho.
- Finché tu credi in me un questo modo, so di esserlo- dichiarò Izana, facendo sorridere il minore - riesci ad alzarti?-.
Kakucho annuì; gli faceva leggermente male il corpo, ma si tirò comunque su.
- Sono riuscito a sentire la tua conversazione con Kisaki: dobbiamo stare attenti a South, non sappiamo quanto duri il suo potere. Voi ne siete a conoscenza?- chiese Yashuiro.
- Si, ce ne ha parlato Akane: non è un potere molto sviluppato, non è riuscito a completarlo, ma comunque bisogna fare attenzione- dichiarò Senju.
- Muoviamoci a...- prima che Haruchiyo potesse finire la frase, Senju lo afferrò per un braccio e lo tirò vicino a lui.
- Sta arrivando qualcuno!- urlò, mentre dal pavimento spuntava South, alle spalle di Izana, con un sorriso in volto.
- Molto bene: è il momento di mettere fine a tutto questo- dichiarò; un sorriso comparve anche sul volto di Izana.
- Sono d'accordo con te- sussurró.
- South è con il gruppo di Izana- affermò Keisuke, aprendo gli occhi - niente di cui preoccuparsi-.
- Mikey?- chiese Takemichi.
- Kazutora li sta ancora conducendo da Kisaki- rispose il moro, e il ragazzo annuì, leggermente preoccupato.
- Stai tranquillo Takemitchy, vedrai che starà bene: è Mikey in fondo- dichiarò Chifuyu.
Takemichi annuì nuovamente, ma c'era qualcosa che lo preoccupava...
- Stanno arrivando- dichiarò Pah-chin, fissando un punto in lontananza.
- Quanti sono?- gli chiese Takashi.
- Tanti, l'intero esercito a protezione della città- dichiarò Pah-chin; almeno, ciò che era rimasto dopo la fuga di metà della popolazione da quel luogo.
- Bene: è il momento di pestare un po' di gente!- dichiarò Keisuke con un sorriso.
Akashi allungò la mano, da cui si sprigionò una nebbia intensa, che si allargò tutta intorno a loro, in modo da bloccare la visuale ai loro nemici.
Iniziarono a sentirli: i loro passi, le loro urla, mentre si avvicinavano sempre di più, confusi da ciò che stava succedendo e da quella strana nebbia di fumo che bloccava la loro visuale.
Un attimo dopo, i primi iniziarono ad avvicinarsi ai membri della Toman, e partí lo scontro.
- Teniamoli lontani dalla porta!- urlò Seishu, mentre si lanciava all'attacco, seguito da Koko.
Il moro non poté fare a meno di notare che anche senza usare il suo potere, quel ragazzo era davvero parecchio forte... E bellissimo mentre combatteva, con quell'aria fiera e un lieve sorriso in volto: si vedeva che gli mancava tutto quello.
- Tsk, Kokonoi, se non vuoi diventare solo un portafogli vedi di muoverti un po'; il tuo ragazzo ne ha già buttati giù il triplo rispetto a te-. Il ragazzo si voltò, trovandosi di fronte Taiju, che come se niente fosse aveva appena lanciato cinque persone.
- Bè, è sempre stato più forte di me... Ma farò del mio meglio- dichiaró Hajime, riprendendo a combattere.
Inui sorrise: gli era mancato combattere con quei due ragazzi... Prorpio come quando erano nella Black Dragon, avrebbe dato il massimo per vincere.
- Non vorrete lasciare fare tutto a loro vero? Forza Toman!- urlò Takashi, attivando il suo potere prima di lanciarsi all'attacco, seguito dalla maggior parte dei membri della Toman, rinforzati da quel potere.
- Sai Taka, sei proprio un ottimo capo- dichiarò Hakkai, schiena contro schiena con il ragazzo, mentre buttava giù un paio di nemici.
- Mi basta il mio ruolo grazie, non ho abbastanza energie per mettermi a fare altro- rise Takashi, tirando un calcio a un ragazzo e poi un pugno a un altro.
- Te le tolgo tutte?- commentò Hakkai.
- Si, e gradirei che continuassi così, per cui mettiamocela tutta- rispose il maggiore, facendolo sorridere.
- Agli ordini!- esclamò, lanciandosi in avanti e riprendendo a combattere: ce l'avrebbe messa tutta.
Yuzuha sorrise nel vedere quella scena: si, suo fratello era decisamente cresciuto parecchio...
- Bene ragazze: facciamogli vedere quanto valiamo anche noi- si voltò verso Emma, Luna, Mana, Hina e Akane - siete pronte?!-.
- Nate pronte!- dichiararono loro.
- Molto bene: allora all'attacco! Emma, Hina, solito schema- ordinò Yuzuha.
Le due ragazze annuirono e iniziarono a dirigersi verso i loro nemici, sprigionando i loro poteri, in modo da fare vacillare quei ragazzi abbastanza perché le loro amiche riuscissero a colpirli.
Hina non poté fare a meno che sorridere: ci stavano riuscendo, e anche lei si stava rivelando utile... Aveva deciso di tornare per poter aiutare la Toman in quella battaglia, e avrebbe combattuto al massimo delle sue forze.
Anche Emma sorrise, osservando le ragazze intorno a lei, le sue amiche, che si riteneva molto fortunata ad avere: grazie a loro, poteva fare valere molto di più anche sè stessa.
- Pare che tua sorella se la stia cavando molto bene- commentò Wakasa, osservando le ragazze combattere.
- Waka, vai pure- disse Shinichiro. Il ragazzo di voltò di scatto verso di lui e il più alto gli sorrise.
- Ma cosa dici?!-.
- So quanto ti manchi combattere sul serio... Vai a unirti alla mischia. Io sono qui in un angolo, circondato da alleati, e ci sono anche Benkei e Akashi: vai, non mi accadrà niente-.
Wakasa lo fissò per un attimo: come faceva quel ragazzo a capirlo così bene...?
- Mi limito a fare fuori quelli qui intorno per la sicurezza del mio capo- precisò, prima di allontanarsi leggermente, facendo ridere il moro: almeno, aveva la possibilità di sfogarsi un po'.
- È il momento di sfogarci contro tutti questi bastardi!- esclamò Pah-chin, sferrando un pugno in faccia a uno dei suoi avversari.
- Puoi dirlo forte!- urlò Peh-yan, stordendone alcuni con il suo potere, per poi concentrarsi sul menarne altri.
- Alla tua destra!- urlò Pah-chin, e il ragazzo si voltò, colpendo il nemico e poi tornando a concentrarsi sul suo ruolo principale: combattere per proteggere Pah-chin. Lo avrebbe fatto fino alla fine.
Sentì la schiena del ragazzo poggiarsi contro la sua e non poté fare a meno di sorridere: si, avrebbero combattuto insieme fino alla fine.
- Tsk, ci hanno messo in fondo per fare loro tutto il lavoro... Pronto a combattere un po' baby?- chiese Keisuke, voltandosi verso Chifuyu, che sorrise.
- Ti seguo- dichiarò, facendo sorridere il moro.
- Allora andiamo!- urlò, lanciandosi all'attacco, seguito dal biondo.
Baji era come sempre una furia mentre attaccava, i capelli raccolti in una coda, un sorriso in volto: in fondo, quello era il suo modo per sfogarsi, per riuscire a concentrarsi solo sui suoi pensieri.
Ma riusciva a sentire: riusciva a sentire anche tutte le emozioni delle persone che aveva intorno fondersi con le sue, perché provavano tutti quanti lo stesso, ed erano decisi, come lui, a fare del loro meglio per vincere.
Chifuyu non poté fare a meno di sorridere nel vederlo così tranquillo: quello era decisamente il loro mondo.
D'un tratto però, si bloccò: aveva percepito... Qualcosa che non gli piaceva.
- Baby, tutto bene?- gli urlò il moro, mentre stendeva l'ennesimo avversario.
Il biondo si voltò.
- Takemichi!- richiamò l'amico, che stava combattendo poco lontano con vicino Makoto e Yamagishi - entra nel palazzo e vai da Mikey-.
Il ragazzo si voltò di scatto verso di lui.
- Che succede?- chiese, mentre Baji gli si avvicinava.
- Penso di aver percepito qualcosa da Kisaki e... Non mi piace per niente. Il palazzo dovrebbe essere ormai quasi completamente vuoto- affermò Chifuyu.
- Ci pensiamo noi ad accompagnarlo- dichiarò Yuzuha, avvicinandosi insieme alle ragazze - andiamo-.
- Va bene- mormorò Takemichi; lanciò un ultimo sguardo al campo di battaglia, prima di seguirle nell'edificio: sperava solo che Mikey stesse bene.
- Quanto manca?- chiese Mikey, guardandosi intorno; ormai avevano salito un po' di piani, e steso un bel po' di nemici... E ancora stavano salendo.
- Non molto, l'ufficio di Kisaki è piuttosto in alto- dichiarò Kazutora; fortuna che, nonostante quando viveva lì avesse in testa una grande e perenne confusione, almeno ricordava le strade e come fosse fatto l'edificio...
- Certo che Kisaki ha un brutto gusto anche nell'arredamento, è tutto così triste...- mormorò Ryusei.
- Probabilmente era troppo concentrato sul fare soffrire persone innocenti per preoccuparsi dell'arredamento- dichiarò Draken, guardandosi intorno, all'erta.
Era pronto ad attivare la sua barriera in caso di bisogno; sperava solo che non ne avessero bisogno.
- Siamo arrivati- dichiarò Kazutora, fermandosi di fronte a una porta.
- Fatevi indietro- ordinò Mikey, e i tre ragazzi arretrarono, mentre lui con un calcio buttava giù la porta.
Draken entrò nella stanza, seguito dai tre ragazzi: si trattava di un ufficio, piuttosto grande, con al centro una scrivania, su cui si era schiantata la porta, ampiamente illuminato dalla finestra dietro essa, e varie scaffalature ai lati piene di libri.
- La porta era aperta, potevate semplicemente bussare- dichiarò Tetta, in piedi dietro alla scrivania, con Hanma al suo fianco, che sorrideva come sempre.
- Preferiamo mettere in chiaro le cose- affermò Mikey, guardandosi intorno: non sembravano esserci guardie o altro, per fortuna.
- Avete attaccato improvvisamente il mio quartiere generale, penso vi siate messi abbastanza in chiaro- fece notare Tetta.
- Quindi, ti arrendi senza combattere?- chiese Mikey.
- Naturalmente no. Hanma, vai- ordinò il minore.
I tatuaggi del ragazzo iniziarono a brillare e un attimo dopo lui si scagliò contro Draken, che aspettandosi quell'attacco non ebbe troppe difficoltà a parare il colpo.
- Pensi che questo basterà? Il tuo esercito sta venendo massacrato dalla Toman, non hai più ostaggi, e io sono più forte di te- dichiarò Mikey.
- Ne sei sicuro, Mikey? Non tutto il tuo esercito è in grado di combattere- affermò Tetta, guardando alle sue spalle.
Mikey si voltò di scatto, e notò che Kazutora e Ryusei si erano come immobilizzati.
- Ma come...- mormorò Mikey; era certo che avessero spezzato il controllo di Kisaki, eppure...
- Anche se non posso più ordinargli di fare niente, comunque ho avuto il controllo su di loro per un po': posso farli rimanere immobili finché voglio, così come ogni altra persona che sono riuscito a controllare, anche solo per poco-.
Mikey tornò a guardare Kisaki, avvertendo la rabbia iniziare a crescere dentro di lui.
- Cosa pensi che cambierà questo?- ringhiò.
- Potrebbe cambiare molte cose. Per esempio, il tuo caro fratello Izana... In questo momento, sta osservando ciò che abbiamo fatto al suo grande amore. Con chi pensi che se la prenderà? E posso bloccare un bel po' dei tuoi amici... Senza contare che non sai con quanti di loro South sia entrato in contatto. E dimentichi la cosa principale- Tetta fece un passo in avanti - sono riuscito a parlare varie volte anche con te. Chi ti assicura... Che non abbia già il controllo sulla tua mente?-.
Mikey si sentì irrigidire a quelle parole: ogni volta in cui avevano visto Kisaki, quell'uomo aveva provato a parlare con lui, a portarlo dalla sua parte; non aveva mai funzionato, però...
- Non te lo lascerei mai- ringhiò.
- E secondo te i tuoi amici volevano lasciarmelo? Non penso, ma è successo. Sei già stato colpito dal potere di Izana... Per non parlare di quella forza oscura dentro di te. Solo io posso controllare quella forza, Mikey, lo sai bene- dichiaró Tetta, facendo un altro passo verso di lui.
Mikey iniziò a sentire la sua mente farsi leggermente confusa: la poteva controllare? Quindi poteva anche... Farla sparire? Aiutarlo a mandarla via? Se l'avesse fatto...
- Mikey, non cedere: sai bene di essere abbastanza forte da farlo da solo!- urlò Draken.
Il minore sussultò appena nel sentire la sua voce; non riuscì a voltarsi, ma sapeva che quel ragazzo stava combattendo per lui... Non poteva mollare.
- Non provarci Kisaki: siamo più forti di te. Noi ti batteremo- dichiarò.
- Ma davvero?- Tetta infilò la mano in tasca, per poi tirare fuori una pistola, che puntò contro Draken.
Mikey sbarró gli occhi.
- Non osare...- fece per muoversi in avanti, ma sentiva il corpo sempre più pesante, faticava a compiere quei passi.
- E come pensi di fermarmi? Stai scivolando pian piano sotto il mio controllo, i tuoi due amici sono immobili, e lui è il pericolo, ma tu non puoi fare niente per questo... Come pensi di cavartela, Mikey?- commentò Tetta, un sorriso in volto: più metteva paura a quel ragazzo, più la presa sulla sua mente si saldava, dandogli un controllo sempre più completo.
Adesso doveva solo... Tirare fuori la forza di quel ragazzo, e fargliela usare contro i suoi stessi compagni.
In quel modo, Mikey non si sarebbe più ripreso e lui sarebbe riuscito a governarlo a suo piacimento.
Tolse la sicura alla pistola.
- Ken-chin!- urlò Mikey, ma il più alto era ancora impegnato a combattere contro Hanma, che stava utilizzando tutte le sue forze per un unico obiettivo: riuscire a tenerlo bloccato, in modo che Kisaki potesse fare ciò che voleva.
- Vi credevo persone migliori- ringhiò Draken; la sua barriera era già attiva, ma stava avvolgendo anche gli altri, non poteva rischiare di abbassarla o Kisaki avrebbe potuto colpire loro.
- Dovresti ormai saperlo, Kisaki ha sempre un piano in mente- dichiarò Shuji, sorridendo.
Kisaki sparò: il primo colpo si infranse contro la barriera del ragazzo, crepandola leggermente.
- Ken-chin, usa la barriera su di te!- ordinò Mikey.
- Potrebbe colpire loro!- ribattè il ragazzo, continuando a combattere.
- Ha ragione, non esiterei a ucciderli: e tu non potresti fare niente- dichiaró Tetta, sparando un altro colpo: ancora uno... E probabilmente la barriera sarebbe crollata.
Mikey serrò le labbra, la confusione e la rabbia che si espandevano sempre di più verso di lui: se solo fosse riuscito ad arrivare quel potere, se fosse stato più forte, se avesse potuto fare qualcosa...
Ma cedere all'oscurità significava solo fare il gioco di Kisaki; però poteva anche essere... L'unico modo per salvare i suoi amici.
Un terzo sparo, e la barriera si infranse; la pallottola si conficcò nella parete, fin troppo vicina a Draken.
- Con il prossimo colpo non lo mancherò- Tetta azionò nuovamente la pistola, ma proprio mentre sparava Drakan si sentì spingere a terra.
- E questi da dove arrivano?!- ringhiò Shuji, mentre il biondo si voltava: era Takemitchy... Insieme a un gruppo di ragazze piuttosto incazzate, tra cui la sua amata Emma.
- Emma! Cosa ci fate qui? È pericoloso, dovete...- Draken si fermò quando notò qualcos'altro: sangue.
- Ti ha colpito?- Hina si inginocchiò di fianco a Takemichi, che ancora a terra stava cercando di riprendere fiato e ignorare il bruciore al fianco.
- Non completamente- mormorò a denti stretti: anche se faceva male... Non poteva arrendersi adesso.
Takemichi alzò lo sguardo su Mikey, che era ancora immobile, emozioni confuse che si mischiavano dentro di lui: preoccupazione, rabbia, impotenza... Lui poteva veramente fare qualcosa? Poteva davvero salvarli, aiutarli, guidarli verso un mondo migliore? Lui... Ne era degno?
- Mikey!- urlò Takemichi - io sto bene, stiamo tutti bene. Izana ha trovato tutti gli altri, e stanno bene; Draken è vivo, e a me basterà una fasciatura. Batti Kisaki e liberaci tutti quanti: tu puoi farcela- dichiarò.
- Pensi che delle semplici parole bastino? Mikey sa bene che non è così semplice: non può ribellarsi a me, è troppo oscuro per riuscirci, vi farà solo del male. E South ormai avrà già battuto Izana: non c'è più speranza per voi-.
Gli occhi di Mikey si spalancarono lentamente: Izana... Battuto? Non era possibile, era tra i più forti insieme a lui, e non era neanche solo a combattere... Non era possibile che prorpio lui, che suo fratello...
- Ma la vuoi smettere di sparare cazzate?-.
Si sentì un tonfo, e Mikey vide il corpo di South, appena atterrato vicino a lui, strisciare per qualche centimetro sul pavimento; un attimo dopo, Izana lo affiancò, con Kakucho poco dietro di lui.
- Mikey, questo stronzo ci sta sottovalutando. Non ti sembra sia ora di smettere di avere paura e fargliela finalmente pagare?- commentò Izana.
Mikey per un attimo non rispose, continuando a fissare l'uomo di fronte a lui.
L'uomo che aveva provato a portargli via tutto: la sua famiglia, i suoi amici, il ragazzo che amava... Tutto ciò che aveva perso era stato per colpa sua.
Lui aveva dentro qualcosa di mostruoso, era vero ma... Tutti i suoi amici lo accettavano per ciò che era.
Erano tutti lí per combattere al suo fianco, perché si fidavano di lui: e lui... Avrebbe combattuto per tutti loro.
Non gli avrebbe mai fatti del male, era stato Kisaki a ferirli: e ora lui... Avrebbe sconfitto quel male.
Fece un passo in avanti e Kisaki sbarró gli occhi.
- Tu... Non puoi ribellarti a me Mikey! Sono io che ti ho dato la tua forza! È grazie a me se sei diventato così!- urlò.
- Ma di cosa stai parlando?- ringhiò il biondo.
- Io penso di saperlo-.
Mikey si voltò, e vide Wakasa e Shinichiro sulla soglia della porta; il primo si diresse verso di lui.
- Posso?- chiese.
Mikey annuì, leggermente confuso, e il ragazzo gli prese delicatamente le mani, per poi chiudere gli occhi e attivare il suo potere.
- Tu sei Manjiro vero?-.
Il bambino si voltò, fissando il bambino dai capelli biondi che l'aveva appena raggiunto fuori dal parco.
- Si, sono io. Ti serve qualcosa?- chiese.
Il bambino sorrise.
- Tu... Sei molto forte. Se avessi potere, potresti esserlo ancora di più- dichiarò.
Mikey sorrise.
- Ma io avrò un potere! E diventerò il più forte di tutti!- dichiarò, sorridendo; in fondo era già più forte di Baji e Haruchiyo, i suoi due amici... E di suo fratello Shinichiro, ma non ci voleva molto.
- Sono felice di sentirtelo dire. Ma sai, per riuscire a diventare davvero forti... C'è bisogno di fare tanti sacrifici, a volte anche di lasciare indietro le persone, in modo da poter andare avanti noi- dichiarò Tetta.
Mikey assottigliò lo sguardo.
- Non lo potrei mai fare: se qualcuno sceglie di seguirmi, lo aiuterò fino alla fine- dichiarò.
Kisaki scosse la testa.
- Questo non va bene...- mormorò, per poi fissarlo negli occhi - hai bisogno... Di più oscurità- dichiarò.
Mikey iniziò ad avvertire qualcosa di strano dentro di lui: la sua mente era confusa, c'era qualcosa dentro di lui di strano, qualcosa di doloroso... E di arrabbiato.
- La prossima volta che ci vedremo... Vedrai che mi darai ragione- affermò Tetta, prima di voltarsi e allontanarsi.
- È stato da quel giorno che hai iniziato a comportarti in maniera strana... Poco dopo hai manifestato il tuo potere, ma non ci avevamo fatto molto caso visto che è successo poco prima di Baji. Quando hai ferito Sanzu abbiamo pensato fosse per quel potere, e solo rivedendo Kisaki qualche tempo fa ci siamo ricordati del bambino che avevamo visto avvicinarsi a te quella volta ma... Io avevo la mente troppo confusa per pensarci e Waka pensava solo ad aiutarmi. Ce ne siamo ricordati solo poco fa- raccontò Shinichiro
Mikey continuò a fissare il ragazzo di fronte a lui, un odio sempre più crescente nello sguardo.
Hanma fece per raggiungere il ragazzo, ma Draken gli afferrò le braccia, bloccandolo.
- Ti lascerò andare. Ma anche per il suo bene... Fagli interrompere quel controllo- disse, tenendo lo sguardo fisso su Mikey, che stava continuando ad avanzare.
- Per colpa tua... Sei stato tu a ferirli- sussurró.
- Io ti ho reso più forte! Solo io posso aiutarti Mikey! Solo io posso...- Tetta non fece un tempo a finire la frase: il calcio di Mikey lo colpì in pieno petto, con una forza tale da scaraventarlo contro la finestra, che si infranse in mille pezzi mentre il ragazzo iniziava a cadere.
Draken lasciò andare Hanma, che non esitò a correre per lanciarsi a sua volta: i suoi tatuaggi brillarono, potenziando il ragazzo, che riuscì ad afferrare il biondo si volo; lo strinse a sé mentre atterrava, riuscendo ad ammorbidire il colpo quel tanto che bastava da non subire troppi danni.
- Stai bene?- chiese, facendo tornare il minore con i piedi per terra. Kisaki aveva gli occhi sbarrati, era incredulo, e il corpo che tremava appena.
- Io... Non è possibile che lui... Io l'ho creato! Solo io lo posso controllare! Io devo...-.
Hanma lo fissò negli occhi: stava impazzendo completamente...
- Shuji. Mi seguirai qualsiasi cosa io voglia fare?-.
Il ragazzo si voltò verso il minore, sdraiato nel letto di fianco a lui, nudo come lui.
- Certo! È troppo divertente- rise; aveva incontrato il minore quando era un bambino già troppo forte per divertirsi a pestare gli altri, e Kisaki gli aveva dato uno scopo più che divertente: non aveva motivo per smettere di seguirlo.
- Bene- dichiaró Tetta.
- Ma vedi su non impazzire per i tuoi piani malvagi- rise Shuji.
- Basti tu come pazzo- affermò Tetta, voltandosi verso di lui - se mi accadesse di perdere la testa, non sarei più io-.
Hanma serrò le labbra e afferrò le spalle del ragazzo: non avrebbe lasciato che scivolasse in quel modo nel dolore... Non era lui quello pazzo tra i due.
- Guardami! Interrompi il controllo su Mikey!-. Kisaki sbarró gli occhi.
- No! Io...-.
- Abbiamo perso, ok? Non possiamo più fare niente-.
Kisaki si bloccò e fissò il ragazzo negli occhi: lui era l'ultimo... Da cui si aspettava di sentire quelle parole... In fondo, gli era sempre rimasto vicino...
- Andiamocene: possiamo conquistare Kyoto, o qualsiasi altra città o regione, anche tutto il Giappone se vuoi: ma qui a Tokyo... Non c'è più posto per noi. Andiamo via insieme, dimenticati di Mikey e del resto: hai me come forza al tuo fianco- dichiarò.
Kisaki lo fissò, il labbro che tremava leggermente: se Hanma ed arrivato a dirgli quelle parole... Non c'era davvero più niente da fare.
- Portami via- sussurró.
Hanma fece un piccolo sorriso e lo prese in braccio, per poi iniziare ad allontanarsi.
Kisaki chiuse gli occhi: era il momento di dire addio a Tokyo, alla Toman... E a Mikey.
Mikey avvertì qualcosa cambiare dentro di lui, come se all'improvviso la fonte di tutta la rabbia e l'odio che provava fossero svanite.
Si fissò per un attimo le mani, confuso, prima di voltarsi verso Takemichi.
Il ragazzo gli rivolse un sorriso e Mikey si diresse verso di lui; cadde in ginocchio davanti al ragazzo e lo strinse in un abbraccio che il minore non esitò a ricambiare.
- È finita: ce l'abbiamo fatta- sussurró Takemichi
- Si...- mormoró Mikey, prima di alzare lo sguardo sugli altri presenti nella stanza, che gli rivolsero un sorriso - è finita. La Toman ha vinto-.
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