CAPITOLO LVI.
- Questa sarà la nostra battaglia finale contro Kisaki- affermò Mikey, fissando tutte le persone nel cortile di fronte a lui.
Nessuno fiató, pronti ad ascoltare ciò che il loro capo aveva da dire.
- Ci siamo allenati a lungo per questo. Abbiamo combattuto parecchie battaglie, abbiamo rischiato di perdere tante persone, ma siamo ancora qui tutti insieme, più forti che mai e pronti a combattere: per noi stessi, per le persone a cui teniamo e per Tokyo. Domani mattina, noi sconfiggeremo definitivamente Tetta Kisaki e prenderemo il possesso di questa città. Conoscete tutti il nostro piano: se qualcuno di voi non se la sente di combattere, non abbia paura di ammetterlo adesso; ricordatevi che la Toman è e sarà per sempre la vostra casa- concluse il ragazzo.
Come aveva immaginato, nessuno fiató: erano tutti pronti a mettere fine a quella storia.
- Bene: andate a riposare, domani sarà una lunga giornata- ordinò Draken.
Tutta la gang si inchinò al loro comandante, prima di allontanarsi per andare a riposare.
Taiju si avvicinò a Mikey, che stava rimanendo immobile nella sua postazione di capitano, in attesa che tutti gli altri si allontanassero.
- Grazie per avere effettuato questa riunione la sera- disse il maggiore.
- Volevo che partecipassi. Hai deciso cosa fare?- gli chiese Mikey.
- Ci vediamo domattina- dichiarò Taiju, prima di superarlo per salire sulla sua moto e tornare alla chiesa.
Anche le anime gliel'avevo confermato: aiutare la Toman contro Kisaki era la scelta migliore; un'ultima battaglia, in modo da potersi lasciare poi indietro tutto quel mondo a cui ormai non apparteneva più.
- È un bene che ci sia anche lui a combattere con noi, è parecchio forte- commentò Izana.
- Si, è un grande aiuto- confermò Mikey.
Il maggiore lo fissò per un attimo, cercando di capire se fosse il caso di dire qualcosa; ma sapeva che non era necessario: Mikey sapeva già tutto.
Sapeva quanto tenesse a Kakucho, e quanto ci tenesse ad aiutare il fratello e la Toman: non c'era bisogno di dire altro.
- Ci vediamo domani, capitano- salutò, prima di voltarsi per allontanarsi; si diresse verso Emma, che stava parlando con Yuzuha e Senju.
- Sorellina- la chiamò, e la ragazza si voltò, rivolgendogli un piccolo sorriso.
- Dimmi- rispose.
- Questa notte non venire nel mio appartamento: vado a dormire subito, devo essere al meglio della mia bellezza quando rivedrò Kaku- dichiarò Izana, facendola ridere leggermente.
- Va bene. Chiamami se hai bisogno, d'accordo?- disse Emma.
- Vale lo stesso per te: chiamami se Mikey ti fa disperare- le fece l'occhiolino, prima di allontanarsi.
- Posso avere l'onore di accompagnarti fino in camera?-. Izana si voltò, un sorriso in volto.
- Il tuo ragazzo non sarà preoccupato se allunghi così tanto la strada, fratellone?- commentò, lanciando un'occhiata a Wakasa; il ragazzo si era fermato leggermente dietro a Shinichiro, che invece l'aveva affiancato.
- Dato che mi terrà tutta la notte attaccato al letto, ho ricevuto questa piccola concessione- affermò Shinichiro mentre entravano nell'edificio, dirigendosi poi verso gli ascensori.
- Sicuro di voler venire domani? Come ti senti?- chiese Izana, salendo in ascensore insieme ai due ragazzi.
- Non preoccuparti, sto bene, e in ogni caso combattere non è il mio compito, per cui non mi sforzerò così tanto, e ho Waka a tenermi d'occhio- dichiarò il moro.
- Molto bene; continua così Waka, o questo fa casini- rise Izana, mentre uscivano dall'ascensore, lanciando un'occhiata al ragazzo.
- Io sarei il maggiore...- borbottó Shinichiro.
- Infatti è grazie a tutto ciò che ci hai insegnato che siamo qui- Izana si fermò davanti alla porta del suo appartamento - grazie, Shin-.
Il moro sorrise e allungò la mano, posandola sulla testa del ragazzo.
- Sei cresciuto molto Izana, sono fiero di te: grazie anche a te... Tutti quanti avranno l'occasione di essere felici- affermò.
Izana arrossì appena.
- Siete la mia famiglia, non avrei potuto non aiutarvi- mormorò; e anche Kokucho faceva parte della sua famiglia, così come la Tenjiku: li avrebbe salvati a ogni costo.
- L'ho sempre saputo- Shinichiro tolse la mano - dormi bene, fratellino-.
- Anche tu- rispose Izana, prima di entrare nell'appartamento, pronto a passare un'ultima notte a dormire da solo prima di avere di nuovo Kakucho tra le sue braccia.
Shinichiro e Wakasa tornarono verso il loro appartamento in silenzio; quando entrarono, Wakasa si voltò a fissare il moro, che lo accolse con un sorriso in volto.
- Lo so Shini, so che non rinuncerai a questa battaglia, e non voglio chiederti di farlo. Ma ti prego, rimanimi vicino, qualsiasi cosa accada, va bene? Non posso rischiare che ti succeda qualcosa- affermò.
- Waka, mi è mai successo niente?- Shinichiro allargò le braccia - ho guidato la Black Dragon per anni, e tu sei sempre stato lì a proteggermi. So che non corro alcun rischio, finché sei al mio fianco. Anche contro il potere di Kazutora... Tu sei sempre riuscito a farmi rimanere lucido. Un'ultima battaglia, e poi non dovrai più preoccuparti; combattiamola come al solito, va bene?-.
Wakasa non poté fare a meno di avvicinarsi e lasciarsi stringere tra le sue braccia.
- Va bene- sussurró; lo avrebbe protetto lui in battaglia, in quello era sempre stato bravo. Così, Shinichiro avrebbe potuto continuare a proteggere le loro vite.
- Shinichiro ci ha chiesto di aiutare gli altri... Ma Wakasa non mi sembrava molto convinto. Cosa dici che dovremmo fare?- mormorò Takeomi.
Benkei, sdraiato sul letto di fianco a lui, sospirò.
- Vediamo com'è la situazione: Mikey ci ha dato carta bianca su questo. La maggior parte della Toman farà irruzione, ma Kisaki probabilmente avrà molte forze anche fuori, e sicuramente il tuo potere servirà per combattere lì- affermò.
Akashi annuì. Avevano affrontato tante battaglie, anche prima che Shinichiro li trascinasse nella Toman; eppure, quella era qualcosa di decisivo, non poteva essere presa sottogamba.
- Vedi solo di non strafare con il tuo fumo, se svieni in mezzo alla battaglia è un problema... Ci serve anche la tua forza fisica- dichiarò Benkei.
- Guarda che sono resistente- sbuffò il moro - e anche più forte di te-.
- La tua resistenza la testerò dopo la battaglia- Benkei si voltò su un fianco e fissò il ragazzo - sei preoccupato per tuo fratello?-.
Akashi serrò le labbra.
- Mi hanno detto che Kisaki non gli ha fatto niente ma... Ho paura di come Haru potrebbe reagire a qualcosa di simile. Sono felice che almeno sia con quel deficente biondo- mormorò, facendo ridere Benkei.
- Starà bene: è tuo fratello in fondo- dichiarò.
Akashi annuì: era vero... Erano una famiglia forte; sperava che anche sua sorella ne fosse consapevole.
- Senju, arrivo subito, fammi parlare con il mio fratellino preoccupato- disse Yuzuha, che mentre si dirigeva verso casa con la minore aveva notato che il fratello si era affettato a seguirla.
- Va bene- rise Senju, dandole un bacio sulla guancia, prima che la castana raggiungesse il ragazzo.
- Sei nervoso per domani?- chiese, fermandosi di fronte a lui.
- È la battaglia finale, un pochino lo sono ma... So anche che vinceremo. Pure Taiju è dalla nostra parte, non possiamo perdere- dichiarò Hakkai, e sua sorella fece un piccolo sorriso.
- Sono felice di vedere che tu abbia tutta questa sicurezza ora- si avvicinò e lo abbracciò; il ragazzo sorriso e la strinse a sua volta.
- È anche merito tuo- sussurró.
- Ci siamo aiutati a vicenda, come fa una vera famiglia- Yuzuha si staccò dall'abbraccio - vai a riposare, d'accordo? Riposare-.
Hakkai arrossí leggermente.
- Sbaglio o la tua ragazza è più da tenere d'occhio del mio?- commentò, facendola ridere.
- In effetti hai ragione... Meglio che vada a tenerla d'occhio. Ci vediamo domani; non andare troppo in panico, va bene? Andrà tutto bene- dichiaró Yuzuha.
Hakkai annuì: voleva controllare se sua sorella stesse bene, ma pareva che fosse più che a posto; la osservò per un attimo mentre raggiungeva Senju, prima di voltarsi per tornare dal suo ragazzo.
- Panico da battaglia?- chiese Senju.
- Panico da fratello protettivo. Tu... Come ti senti?- rispose Yuzuha.
Senju serrò appena le labbra.
- Mio fratello ha compiuto la sua scelta: fino a poco tempo fa, sarebbe rimasto qui con Mikey senza alcun dubbio, ma adesso ha capito che anche se non è presente fisicamente è sempre parte della Toman, e ha scelto di stare con il ragazzo che ama consapevole che andremo a salvarlo. Ed è ciò che farò- dichiarò.
Yuzuha sorrise.
- Lo faremo- affermò, allungando la mano e afferrando quella della minore, che le sorrise. Si, tutti insieme ce l'avrebbero fatta.
- È strano non vedervi insieme, siete sempre stati inseparabili- commentò Draken, lanciando un'occhiata al piazzale, che si stava svuotando.
- Hakkai è solo andato a parlare con sua sorella, tra un attimo torna indietro e andiamo anche noi a riposare- affermò Takashi - tu sei pronto per domani? Pare ci siano ben due persone che vogliono farti fuori-.
Un sorriso comparve sul volto del biondo.
- E non vedo l'ora di schiacciarle entrambe- dichiarò, facendo ridere il ragazzo.
- Chiamami se hai bisogno, va bene?- si raccomandò Takashi.
- Lo farò, ma tu concentrati sul tuo ruolo: una volta che avremo conquistato questa città, non avrai più scampo, avremo parecchio bisogno di te- dichiarò Draken.
- In poche parole, verrò schiavizzato come sempre- borbottó Takashi, facendo ridere l'amico.
- Non preoccuparti, avrai tempo di goderti la tua luna di miele- affermò Draken, e il ragazzo sorrise: non vedeva l'ora.
- Taka-chan-.
Il ragazzo si voltò, e vide Hakkai andargli incontro.
- Vado; ci vediamo domani- salutò Draken con un gesto della mano, prima di raggiungere il minore.
- Parlato con Yuzuha?- chiese.
- Si, lei è tranquilla- rispose Hakkai mentre si dirigevano all'interno dell'edificio.
- E tu?-.
Hakkai serrò appena le labbra.
- Combatterò al massimo- dichiarò; Mitsuya fece un sorriso.
- Così si dice. E poi andremo a festeggiare noi due, va bene?- disse, allungando la mano e prendendo quella di Hakkai, che sorrise.
- Più che volentieri- dichiarò il minore - guarda, ci sono Pah e Peh-.
Mitsuya alzò lo sguardo, e notò i due amici camminare lungo il corridoio.
- Hey!- li richiamò, e i due ragazzi si voltarono.
- Poi sono io quello che urla- commentò Peh-yan.
- Fate già i piccioncini? Guardate che c'è ancora una battaglia prima- affermò Pah-chin.
- Non parlate come se voi due vi steste trattenendo fino allo scontro contro Kisaki- ribattè Takashi - Peh-yan non è per niente silenzioso-.
- Perché il tuo ragazzo si invece?- borbottó Peh-yan.
- Possiamo lasciare questa cosa in camera da letto...?- mormorò Hakkai, leggermente rosso.
- Dove noi andremo ora- dichiarò Pah-chin, facendo ridere i due ragazzi.
- Allora ci vediamo domani per lo scontro: contiamo su di te, Pah- affermò Takashi; il ragazzo sorrise.
- E anche su di te, ovviamente dopo che io avrò fatto il mio lavoro- dichiarò Pah-chin.
- Ci puoi contare- dichiarò Takashi.
- Bene; allora andiamo a mangiare qualcosa. Ci vediamo domani per prendere a pugni quel ragazzo- affermò il biondo, riprendendo a camminare insieme al minore lungo il corridoio.
- A presto- salutò Takashi, osservando i due ragazzi salire in ascensore per dirigersi nel loro appartamento.
- Ti preparo subito il tuo spuntino- dichiarò Peh-yan, facendo per dirigersi in cucina; ma prima che potesse raggiungerla, si sentì circondare da un paio di braccia forti.
- Prima stiamo un po' tranquilli, possiamo mangiare dopo, è ancora presto- sussurró Pah-chin.
Il minore si voltò e lo abbracciò a sua volta.
- Domani avrai un ruolo molto importante Pah, ma non sarai solo ad affrontarlo, io sarò sempre al tuo fianco- mormorò.
- Lo so- sussurrò Pah-chin; era la prima volta che gli davano un compito così importante... Doveva assolutamente fare del suo meglio.
Ma sapeva che ci sarebbe riuscito: i suoi amici credevano in lui, e non li avrebbe delusi per nessun motivo al mondo.
- Ma cerca di pensare anche a te- sussurró.
- Lo sai Pah: prima vieni tu. Non temere, non farò niente che mi impedisca di rimanere al tuo fianco- dichiarò Peh-yan.
Pah-chin sorrise: con lui vicino, ci sarebbe riuscito sicuramente.
- Secondo voi riesco a strozzare Kisaki con uno di questi nastri?- chiese Keisuke, osservando il suo braccio, mentre saliva in ascensore insieme ai suoi amici.
- Penso siano troppo mentali per farcela, ma si può sempre provare- dichiarò Chifuyu.
- Se vuoi te lo teniamo fermo noi, lo facciamo più che volentieri- affermò Kazutora.
- Lo picchiamo anche un po' nel frattempo- rise Ryusei.
- Mi sembra un ottimo piano- confermò Keisuke, mentre le porte dell'ascensore si aprivano, lasciandoli uscire.
- Bene, è il momento di andare a fare uno spuntino pre-battaglia e poi andare a dormire- dichiarò Keisuke.
- Vedi di non farlo durare troppo questo spuntino- rise Kazutora - che devi riposare-.
- Sentì chi parla... Vi ricordo che io posso controllare quanto lo fate durare- affermò Keisuke.
- Allora starai sveglio un po'- Kazutora gli rivolse la linguaccia e il ragazzo scoppiò a ridere.
- Keisuke, vado a preparare qualcosa da mangiare- Chifuyu lasciò un bacio sulla guancia del ragazzo, prima di voltarsi per entrare nel loro appartamento.
- Io vado a preparare me da mangiare- rise Ryusei, lasciando a sua volta un bacio a Kazutora, prima di dirigersi dall'altra parte del corridoio.
- Quei due sono fantastici eh?- sussurró Kazutora.
- Puoi dirlo forte... Ti senti pronto a combattere?- chiese Keisuke.
Il ragazzo serrò le labbra.
- Sono stato sotto Kisaki fin troppo tempo... Mi prenderò la mia vendetta e aiuterò la mia vera famiglia a sconfiggerlo- dichiarò.
Anche Baji sorrise.
- Così si parla! Facciamogli vedere di che pasta siamo fatti!- esclamò, facendo sorridere anche il maggiore.
- Mi raccomando, non sforzarti troppo tu, d'accordo?- si raccomandò Kazutora.p
- Tsk, non preoccuparti, sono perfettamente in grado di sostenere tutti voi idioti- dichiarò Keisuke, voltandosi - in fondo... Ho tante persone al mio fianco ad aiutarmi- affermò, prima di allontanarsi lungo il corridoio.
Kazutora sorrise e fece lo stesso, entrando nel suo appartamento.
- Ti sei già preparato?- chiese, chiudendo la porta e dirigendosi in camera da letto, dove Ryusei stava già tirando fuori i toffoku da indossare il giorno seguente.
- Chissà... Lo scoprirai da solo- Ryusei si voltò verso di lui e lo raggiunse, circondandogli il collo con le braccia - come ti senti?-.
Kazutora gli circondò la vita con le braccia, stringendolo appena.
- Voglio mettere fine a tutto questo. Kisaki... Ha fatto male a troppe persone- mormorò.
Ryusei allungò la mano, accarezzandogli la guancia.
- Tu non sei come lui Kazu, lo sai- sussurró.
- Lo so, ma ho fatto anch'io del male- mormorò Kazutora - però adesso, rimedierò a ogni costo-.
Ryusei fece un piccolo sorriso.
- Quell'uomo non ha più controllo su di noi, ricordatelo: il nostro obiettivo è andare lì per pestare più persone possibile. Ti senti pronto per questo?- chiese.
Kazutora sorrise.
- Per questo sono sempre pronto. E tu? Non sei nervoso?-.
- Neanche un po': Kisaki non ha più controllo su di me, e ho già tutto ciò che voglio, per cui non potrà mai ottenerlo di nuovo- dichiarò Ryusei, mettendosi in punta di piedi per lasciare un bacio sulle labbra del ragazzo.
Kazutora lo strinse a sé: anche lui, ormai, non avrebbe potuto desiderare altro.
- Vuoi altro?- chiese Chifuyu, indicando con un cenno del capo la yakisoba peyoung che aveva preparato sul tavolo.
- Mh, fammici pensare...- Keisuke lo raggiunse e gli circondò la vita con le braccia - un ragazzo che la condivida con me, magari?- sussurró, lasciandogli un bacio sul collo.
Chifuyu sorrise e si voltò verso di lui.
- Lo hai già. Qualcos'altro?- chiese.
Baji finse di pensarci un attimo.
- Prendere a pugni Kisaki lo faremo domani, per cui... Una settimana chiusi in camera a riprenderci dallo scontro?- propose.
- Avrai anche quella- rise Chifuyu, lasciandogli un bacio veloce sulle labbra - cerca di non strafare domani, va bene?-.
Baji avrebbe avvertito tutti i pensieri della battaglia... È vero che picchiando la gente si sfogava e avvertiva meno, ma Chifuyu sapeva bene che in quella battaglia sarebbe stato parecchio attento ai suoi amici, e ciò significava che doveva stare parecchio attento a lui.
- Non preoccuparti Baby, non intendo più lasciarti- Keisuke gli sollevò delicatamente il braccio, lasciando un bacio sul polso del biondo, dove si vedeva il segno che gli aveva lasciato a furia di stringerlo - ricordi che sei il mio grande amore no? Rimarrò con te per sempre-.
Chifuyu sorrise e si lasciò cullare tra le braccia del moro, che lo strinse con forza a sé: tutti loro... Avrebbe fatto in modo di proteggere tutti loro, a ogni costo.
...
- Incredibile che abbiate dovuto impiegarci anni e un accoltellamento a mettervi insieme... Ancora più di noi- borbottó Kazushi, seduto al tavolo insieme agli amici.
- Tu neanche avevi idea che ti piacesse finché non ti è saltato addosso- gli fece notare Akkun.
- Appunto, io non ne avevo idea! Tu che scusa avevi?- ribattè il ragazzo.
- La sua logica non fa una piega- confermò Makoto, seduto al tavolo di fianco al suo ragazzo.
- Non possiamo concentrarci sul fatto che adesso siamo tutti insieme e felici?- fece notare Takuya, mentre finiva di portare via gli ultimi piatti.
- Sicuro di non volere una mano? Zoppichi ancora leggermente- gli fece notare Akkun, facendolo diventare parecchio rosso.
- Non serve, ho finito- confermò il ragazzo, voltandosi più verso gli altri - iniziate pure ad andare a riposare, che ne avremo bisogno-.
- Agli ordini mamma!- Kazushi e Makoto si alzarono e abbracciarono l'amico - siamo felici per voi!- esclamarono, prima di allontanarsi verso quella che ormai era la loro stanza.
- Che idioti- rise Takuya, mentre Akkun si alzava e si avvicinava a lui, circondandogli dolcemente la vita con le braccia.
- Ti senti pronto per domani?- gli chiese; Takuya annuì.
- Non sarò diventato il ragazzo muscoloso che volevo ma... Ho realizzato tanti obiettivi da quando sono qui, e adesso intendo fare valere tutti i miei progressi e aiutare al massimo i miei amici- dichiarò il biondo.
Akkun sorrise e si chinò per baciarlo.
- Sei davvero coraggioso sai?- sussurró.
- È merito tuo che non hai mai mollato- mormorò Takuya, leggermente imbarazzato - tu come ti senti?-.
- Spero solo che davvero Kisaki non abbia alcun potere su di me... Anche se, in caso di pericolo, tu lo capiresti subito no?- fece notare Akkun.
- Si: questa volta, non lascerò perdere e ti aiuterò al massimo- confermò il biondo, una nuova luce di sicurezza negli occhi che fece sorridere ancora di più il suo ragazzo.
- Allora, sono più che tranqullo. Ti dò una mano, così andiamo a riposare insieme, va bene?-.
Takuya annuì e Akkun si staccò da lui per aiutarlo a caricare la lavastoviglie: adesso, sapeva di non doverlo solo proteggere, ma anche che quel ragazzo era più che pronto a combattere... E finalmente, era libero di farlo con lui.
- Dici che lo faranno anche stanotte? Sarebbe divertente se per una volta fossimo noi a sgridarli- commentò Makoto.
- Contando che Takuya zoppica da due giorni, dubito proprio che accadrà- rise Kazushi.
- E dire che non mi sembrava che Akkun fosse messo così tanto meglio di noi...- borbottó Makoto.
- O forse è Takuya a essere più debole- si vantò Kazushi, facendo ridere il ragazzo.
- Come ti senti per domani? Il tuo piano è pronto?- chiese Makoto.
- Si, e ci sono tante persone pronte ad aiutare ad attuarlo- affermò Kazushi con un sorriso - probabilmente ci saranno degli imprevisti anche stavolta ma... Non ho mai incontrato qualcuno così forte come i membri della Toman. So che ce la faremo- dichiarò.
Makoto sorrise e allungò il braccio, circondando le spalle dell'altro e tirandolo verso di lui, fiero della sicurezza acquisita da quel ragazzo: anche se erano deboli... Avrebbero combattuto anche loro con tutte le loro forze.
...
- Grazie ancora per averci prestato una delle vostre camere- disse Seishu con un sorriso.
- Per noi non è un problema, volevo dormire con il mio fratellone stanotte- affermò Angry.
- Cercate di non distruggere il letto- rise Smiley.
- Non temete, lo faremo dopo la battaglia- affermò Hajime.
- Ok, andiamo a riposare adesso- Seishu spinse leggermente il ragazzo verso la camera di Angry - a domani ragazzi, dormite bene-.
- A domani- salutarono i due gemelli, mentre la coppia si chiudeva nella camera.
- Vuoi veramente farlo adesso?- commentò Hajime, ridendo leggermente per l'irruenza del ragazzo.
- Andiamo Koko, quei due sono lontani dai loro ragazzi, non volevo ci rimanessero male... Soprattutto Angry, ha appena iniziato a uscire davvero con Rindou...- mormorò il biondo.
- Sei sempre stato fin troppo sensibile; ma non preoccuparti, non se la sono presi per questo, desiderano che i loro amici stiano bene- Hajime gli si avvicinò e gli poggiò le mani sulle spalle, guardandolo negli occhi - tu sei pronto per domani? O sei ancora in ansia?-.
- È un po' che non combatto una battaglia simile, anche contro Izana è stato diverso, visto che era il fratello di Mikey, e non era quella decisiva... Ma sono pronto, posso buttarne giù minimo cento da solo, farò del mio meglio- dichiaró Seishu.
Koko lo fissò per un attimo.
- Cosa ti preoccupa?- chiese.
Inui abbassò leggermente la testa.
- Non è proprio una preoccupazione, è solo che... Loro sono i primi veri amici che ho. Voglio solo che vada tutto bene- dichiaró.
Koko fece un piccolo sorriso e lo strinse a sé.
- Andrà tutto bene Inupi, dopotutto combatterai anche tu: hai sempre combattuto al massimo... E ti ho sempre trovato più che bellissimo mentre combatti. Riusciremo a batterlo senza problemi- affermò.
Inui sorrise.
- Hai ragione. Così poi... Potremo partire no?- mormorò.
Koko sorrise.
- Si, dopo partiremo, in modo da stare insieme solo noi per un po' di tempo- sussurró; avrebbe anche dato lui il massimo, in fondo quei ragazzi erano riusciti ad aiutarlo a stare con il ragazzo che amava... E lui avrebbe fatto di tutto per renderlo felice.
- Sembrano felici insieme- commentò Smiley, mentre si sdraiava a letto con il fratello.
- Si... Inui ha sofferto molto il non poter stare con lui, ma finalmente ora possono stare insieme- sussurró Angry, felice per l'amico.
- Sei preoccupato? Lo sai, quei due idioti non si lasceranno fare del male così facilmente- dichiarò Smiley.
Ma anche lui doveva nascondere parecchia preoccupazione... È vero che quel gruppo aveva la pelle dura, ma era anche vero che Kisaki era uno stronzo, e che aveva più risorse di quante loro credessero.
Però Ran stava bene, lo sapeva; e doveva stare bene, non l'avrebbe mai lasciato, e non poteva farlo soffrire, altrimenti sapeva che lo avrebbe pestato a sangue.
- È solo che... Non ho potuto stare con Rin a lungo, e adesso che finalmente era con me...- mormoró Angry, lo sguardo basso; sarebbe solo voluto riuscire a stare con lui... Perché doveva essere così difficile?
- Mi dispiace, se lo avessi saputo prima...- Smiley si bloccò e scosse per un attimo la testa - no, probabilmente per un po' non lo avrei capito, non ero pronto ad accettarlo per me, figuriamoci per te. Ma dato che Rin ti rende così tanto felice... Lo sarei stato per te- si voltò verso di lui - da adesso, farò di tutto perché voi possiate essere felici insieme, è una promessa-.
Angry fece un piccolo sorriso e si accoccolò contro il fratello, che lo strinse a sé, proprio come quando erano piccoli.
- Lo saremo tutti, fratellone: io adesso so come pensare alla mia felicità, per cui fallo anche tu- sussurró.
- Lo farò- confermò Smiley, stringendolo più forte: tutti loro... Sarebbero stati felici, dovevano solo accettarlo.
...
- Emma, ti ho mai detto quando cucini bene?- sospirò Mikey, mentre la ragazza toglieva i piatti dalla tavola.
- Varie volte- rise Emma - ma sono felice di sapere che il tuo appetito non si sia placato-.
- Mai- confermò Mikey.
- Adesso però è il momento che il bambino vada a prepararsi e poi a dormire- Draken si alzò - vieni Mikey-.
- Va bene papà- ridacchiò Mikey, alzandosi e seguendo il ragazzo verso il bagno.
- Vuoi una mano?- chiese Takemichi, alzandosi da tavola.
- Non serve tranquillo, vai anche tu a prepararti per dormire- rispose la ragazza.
- Non potrei andare comunque finché non ci va Mikey, per cui ti aiuto- dichiarò il biondo, alzandosi e iniziando a togliere gli ultimi piatti dalla tavola.
Emma gli rivolse un sorriso gentile.
- Ti ringrazio, sei davvero un bravo ragazzo. Mikey è molto fortunato ad averti al suo fianco- affermò - anche Naoto lo ha detto, e lui non mi sembra uno che si spreca in complimenti-.
- Da quando sei amica di Naoto?- chiese Takemitchy, confuso.
- Quando le tue amiche si rimettono insieme e il tuo ragazzo fa da babysitter a tuo fratello, hai tempo libero per appassionarti a cose complicate... Come la legge, che tra l'altro andrà decisamente cambiata quando noi saliremo al governo- affermò Emma.
- Wow... Hina aveva ragione, sei davvero una ragazza in gamba- dichiarò il biondo.
- Ti ringrazio- rise lei - e comunque... Hina sta andando avanti al meglio con la sua vita, per cui non preoccuparti per lei-.
Takemichi annuì.
- So che ha molte persone che le vogliono bene vicino, è una ragazza fantastica... So che riuscirà a realizzare i suoi sogni- sussurró.
- Ne sono certa anch'io- affermò Emma - facciamo in fretta, così possiamo andare a riposarci anche noi-.
Takemichi annuì e lanciò uno sguardo alla porta del bagno: sperava che Mikey non si stesse agitando troppo...
- Perché eri più nervoso alla prima riunione della Toman che all'ultima battaglia decisiva?- borbottó Draken, facendo ridere il ragazzo di fronte a lui, che stava aiutando a mettere il pigiama.
- Non è che non sono nervoso... Ho paura per tutto ciò che potrebbe accadere. Ma ormai, non si torna indietro- dichiarò Mikey.
Tutti i suoi amici erano con lui, decisi a seguirlo fino alla fine; e l'unico modo che aveva per rimediare a tutto i suoi errori... Era sconfiggere definitivamente Kisaki, in modo che tutti potessero essere liberi di essere felici.
E lo avrebbe fatto, a ogni costo.
Draken sorrise.
- Così deve parlare il nostro capitano!- dichiarò, facendo ridere il ragazzo.
- Tu Ken-chin... Sei pronto a seguirmi in quest'ultima battaglia?- chiese il minore.
- In questa battaglia, e in tutte quelle che dovremo sostenere in futuro... Io sarò al tuo fianco- dichiarò Draken, fissandolo negli occhi.
Mikey sostenne il suo sguardo: quel ragazzo era fantastico... Non poteva neanche più chiedergli se preferisse andare via con Emma, cosa avrebbe fatto una volta finita quella storia, o altre domande simili.
Lui voleva che Draken continuasse rimanere al suo fianco, e sapeva che anche il maggiore voleva rimanere, per cui non l'avrebbe mai mandato via.
- Vinciamo anche questa battaglia, Ken-chin- disse.
- Lo faremo. Come ogni altra battaglia- confermò il maggiore.
Mikey sorrise.
- Bene: e ora, a nanna!- esclamò, uscendo dal bagno; Draken scosse la testa, divertito, e lo seguì.
- Takemitchy, a nanna!- esclamò Mikey, spuntando in cucina.
- Arrivo. Buonanotte, Emma-chan- salutò il minore, prima di seguire il ragazzo verso la loro camera da letto, mentre Draken entrava in cucina e si avvicinava alla ragazza.
- Come ti senti?- le chiese.
- Sono pronta a supportarvi al massimo, come sempre- dichiarò Emma, e il ragazzo sorrise.
- Cerca di rimanermi vicino, d'accordo? Sai che Kisaki sa essere spietato- sussurró Draken.
- Lo so. Ma tu pensa a proteggere Mikey, vedrai che tutta la Toman mi starà vicino, come sempre- dichiarò Emma.
- Lo farò. Ma mi occuperò anche di te- Draken si chinò e le lasciò un bacio tra i capelli - vieni a letto?-.
Lo sguardo della ragazza si illuminò.
- Certo!- rispose; Draken sorrise nel vedere quanto fosse luminoso il suo sguardo: avrebbe protetto sia lei sia Mikey a ogni costo.
- Come ti senti, Mikey-kun?- chiese Takemichi, osservando il ragazzo lanciarsi nel letto, e cercando di non fare troppo caso al fatto che si fosse tolto la maglietta.
Il suo fisico era decisamente qualcosa da cui era difficile distogliere lo sguardo... Ma quello non era per niente il momento.
- Assonnato- rise il maggiore - tu non hai voglia di venire a letto?- chiese, un sorrisetto in volto.
Takemichi arrossì leggermente e si sdraiò a sua volta accanto al maggiore, che subito fece scivolare la mano nella sua.
- Takemitchy, domani dovrai fare ciò che ti dirò, va bene? Kisaki... Vuole me più di quanto voglia il tuo potere, e ce lo ha dimostrato. Non fare niente di avventato, d'accordo? Non posso perderti- sussurró.
- Però... Neanche io posso, Mikey: per cui promettimi che starai attento- sussurró il minore; non avrebbe lasciato che quel ragazzo affrontasse tutto da solo.
- Se me lo chiedi tu, Takemitchy, allora starò attento- dichiarò Mikey con un sorriso.
- Ragazzi, posso entrare?- chiese Emma, bussando leggermente alla porta della stanza.
- Vieni pure- rispose Mikey; la ragazza aprì la porta ed entrò.
- Ken mi ha detto che stanotte era richiesta la mia presenza- dichiarò.
- Ma certo: sei la mia sorellina! Dormi qui con noi!- esclamò il ragazzo; Emma sorrise e raggiunse il fratello, sdraiandosi di fianco a lui.
- Mi raccomando sorellina, domani stai attenta, altrimenti ci arrabbiamo in tanti... E Wakasa ti picchia per aver fatto agitare Shin- rise Mikey, facendo ridere anche la ragazza.
- Va bene!- rispose lei con un sorriso - basta che stiate tutti attento anche voi-.
A lungo Mikey non aveva voluto che lei gli stesse vicino di notte, perché non voleva spaventarla o rischiare di farle del male durante il sonno: se adesso accettava di averla lì con lei, significava che si sentiva più tranquillo.
Stava facendo molti passi avanti, ed erano tutti più che fieri di lui.
- C'è posto per un altro nel letto?- chiese Draken, entrando nella stanza e chiudendo la porta.
- Muoviti Ken-chin, ho sonno!- si lamentó Mikey.
- Arrivo arrivo- rispose il ragazzo, divertito.
Emma si fece leggermente da parte, in modo che Draken potesse mettersi tra lei e il fratello, sapendo bene che il ragazzo aveva comunque bisogno del suo migliore amico vicino per riuscire a farcela.
Draken si sdraiò, stringendo a sé Emma con un braccio, mentre con l'altro avvolgeva Mikey, che si tirò ovviamente dietro Takemitchy, continuando a tenerlo per mano.
Mikey fece un piccolo sorriso e chiuse gli occhi: aveva vicino delle persone che non lo avrebbero mai lasciato, e in tutto quel palazzo... C'era la sua famiglia.
Doveva stare tranquillo: avrebbero sicuramente vinto, e sarebbero rimasti per sempre insieme.
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