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CAPITOLO IV.

Nel bar era calato il silenzio.

Chifuyu sbarrò gli occhi, sorpreso; la ragazza che il suo migliore amico aveva visto compiere un omicidio... Era lì.

Ed era un'amica del ragazzo con cui stava uscendo.

Si sentì stringere più forte il polso mentre Baji lo spingeva leggermente dietro di sé.

- Baji-san...- alzò lo sguardo su di lui, confuso.

- Non preoccuparti Baby, non succederà niente- dichiaró il moro, con sguardo serio.

Chifuyu osservò gli altri ragazzi presenti nel bar.

Alcuni, come quello dai lunghi capelli lilla e due ragazzi biondi, uno con i capelli raccolti in un codino e l'altro in una treccia, parevano impassibili.

Altri due, uno sempre biondo e l'altro con i capelli leggermente più scuri, sembravano quasi pronti a gridargli addosso; uno dai capelli azzurri aveva l'aria piuttosto arrabbiata, mentre al suo fianco un ragazzo dai capelli rosa sorrideva, così come un ragazzo dai capelli bianchi che sembrava quasi felice di aver sentito la frase di Takemichi.

Infine, c'erano una ragazza dai capelli biondi, che seduta di fianco alla ragazza castana indicata da Takemichi la guardava con aria preoccupata, mentre un'altra dai capelli bianchi pareva stare cercando di contenere l'emozione.

La castana però sembrava più che tranquilla.

- Assassina?- chiese, in tono tranquillo - in realtà, faccio la ballerina al "Giglio Blu". Certo, alcuni mi dicono che faccio strage di ragazzi, ma dubito sia un reato-.

- Tu sei il ragazzo di Hina vero?-.

Takemichi portò lo sguardo sulla ragazza dai capelli bianchi di fianco alla castana.

- Si...- mormorò; adesso che la guardava bene, in effetti gli sembrava di averla già vista...

- Sono Senju Kawaragi, la collega di Hina al bar- si presentò lei.

- Oh... Si, mi ricordo- mormorò, poi sbarró gli occhi - sei la ragazza che mi ha mandato al piano di sopra!-.

- Pah?- chiese Mikey, voltandosi verso il ragazzo.

- Ora che ci penso, Senju l'aveva fatto salire per prendere del ghiaccio... Dato che è sceso con quello poco dopo me n'ero anche dimenticato- mormorò Pah-chin.

- Sapete che Pah per certe cose ha una pessima memoria- sospirò Peh-yan.

- In quell'occasione... Ho sbagliato stanza e ho visto...- Takemichi si bloccò, non sapendo bene come dirlo: non gli usciva certo tranquillo dire "ho visto quella ragazza che ammazzava una persona".

- Mi sa che ho sbagliato a indicare la strada... Ops- sussurró Senju.

Mikey la fissò per un attimo.

- Non hai sbagliato vero?- chiese.

- Diciamo che non ho specificato- affermò Senju, poggiandosi allo schienale del divanetto.

- Con te faremo i conti dopo- mormorò Mikey, prima di tornare a guardare Takemichi.

Lo fissò per un attimo: Baji aveva detto che quel ragazzo era speciale... E in effetti, gli sembrava che avesse qualcosa.

Si trovava davanti a un gruppo di sconosciuti, aveva accusato una di loro di essere un'assassina, e stava tremando più di Baji davanti a un divieto di fare a botte per una settimana.

Ma nonostante fosse palesemente terrorizzato, nei suoi occhi c'era anche una certa decisione: non intendeva mollare, non finché poteva almeno.

Nei suoi occhi c'era qualcosa... Qualcosa di talmente puro che per un attimo Mikey ne fu quasi spaventato; pensava che quegli sguardi si fossero persi anni prima, ma a quanto pare c'era ancora qualcuno...

- Mikey- sussurró Draken, riscuotendolo dai suoi pensieri.

- Come ti chiami?- chiese Mikey, fissando il ragazzo di fronte a lui, che si irrigidí.

- Hanagaki... Takemichi- mormorò.

- Mhh... Ascolta Takemitchy, facciamo un patto, ti va?- Mikey fece un piccolo sorriso - tu non dai di matto, e noi raccontiamo a te e al tuo amico cosa sta succedendo, va bene?-.

Takemichi lo fissò per un attimo: aveva un sorriso gentile ma... Il suo sguardo era spaventoso.

- Non mi sembra sia una scelta- mormorò.

- Non lo è- rispose Mikey.

- Hakkai- chiamò Takashi; Chifuyu e Takemichi sentirono un rumore e si voltarono mentre le serrande del locale venivano tirate giù da un ragazzo con i capelli blu.

- Non preoccuparti baby: te l'ho detto, non ti succederà niente- affermò Keisuke; Chifuyu tornò a guardarlo.

- Cosa sta succedendo?- chiese; per qualche motivo, nonostante la situazione, non era spaventato. Sentiva che erano tutti decisi a non fare loro del male.

- Lo scoprirai tra poco. Ma non temere: noi siamo i buoni- affermò Keisuke.

- Baji. Hai detto che era speciale. Quanto?- chiese Mikey, continuando a fissare Takemichi.

Baji lo fissò per un attimo e sussultò: si era concentrato solo su Chifuyu, ma adesso che ci faceva caso... Quel ragazzo pareva molto più speciale di quanto credesse.

Però...

- L'eccitazione ti ha dato alla testa?- commentò Mikey, notando che il ragazzo non rispondeva.

Mitsuya gli lanciò uno sguardo: se stava esitando così tanto... Doveva centrare Mikey.

- Tsk, non voglio toglierti tutto il divertimento di scoprire certe cose! Ti basti sapere che è collegato positivamente a tutti noi- affermò Keisuke.

Mikey annuì e tornò con lo sguardo sul biondo, che era rimasto parecchio confuso dalla situazione.

- Takemitchy. Quanti amici hai?- chiese.

- Non ti dirò chi sono i miei amici finché non saprò cosa sta succedendo- affermò Takemichi con decisione, cercando di non mostrare che stava tremando appena: non avrebbe messo in pericolo anche loro.

- Ti ricordo che sappiamo dove abitate: rispondi alla domanda. Potrebbe valerne della loro vita- ordinò Draken.

Takemichi lanciò un'occhiata a Chifuyu, che annuì appena.

- Non gli farete niente vero?- chiese Takemichi, voltandosi nuovamente verso Mikey.

Sentiva che quel ragazzo avrebbe potuto ucciderlo con un colpo ma... Non avrebbe mai lasciato che accadesse ai suoi amici.

- Se non si metteranno contro di noi, no- affermò Mikey.

Takemichi serrò le labbra.

- Viviamo in sei, oltre a noi ce ne sono altri quattro: li conosciamo da quando eravamo ragazzi- dichiarò.

- Quindi siete sei eh?- mormorò Mikey.

- Dimentichi la ragazza: Shinichiro non ha specificato il sesso- affermò Takashi.

- Anche così, arriverebbero a sette- fece notare Draken.

- Hina ha un fratellino! Che tra l'altro pare sia nella polizia- affermò Senju con un sorriso.

Mikey le lanciò un'occhiata, poi tornò a guardare Takemichi.

- Così, fanno otto- affermò Draken, e Mikey annuì.

- Angry, Smiley, Pah, Peh: andate a recuperarli. Sanzu, vai ad avvisare Shinichiro; Yuzuha, Emma, tenete d'occhio Senju, poi ci voglio parlare- dichiarò Mikey.

- Quanta fiducia- rise Senju, mentre tutti i nominati si alzavano.

- Takemitchy, Chifuyu, sedetevi- disse Mikey, tornando a sedersi di fianco a Draken; sullo stesso divanetto di fianco al biondo c'era Mitsuya, che venne raggiunto un attimo dopo da Hakkai.

- Vieni- Keisuke iniziò a camminare verso il divanetto di fronte a quello dove c'erano seduti i quattro ragazzi, portando Chifuyu con sé; il biondo lanciò uno sguardo a Takemichi, che decise di seguire l'amico.

Si sedettero e per un attimo calò il silenzio.

- Bene, mentre aspettiamo i tuoi amici...- Mikey accavallò le gambe e sorrise - perché non mi parli un po' di te?-.

...

- Intendete davvero tenermi d'occhio eh?- commentò Senju; il bar di Hakkai era dall'altra parte della strada rispetto alla sede della Toman, per cui le due ragazze avevano portato Senju lí, nella sala riunioni.

Emma era andata a prendere qualcosa da mangiare, lasciando da sole le altre due ragazze.

- Hai fatto in modo che un ragazzo sconosciuto mi vedesse uccidere una persona: è normale che Mikey voglia parlarti. Perché lo hai fatto?- chiese Yuzuha, in piedi davanti a lei.

Senju sospirò e si appoggiò allo schienale del divano, su cui si era lanciata.

- Ti ricordo, che quel bar appartiene a Koko: se non lo teniamo buono, farà sicuramente dei casini. Non ho idea del motivo per cui volesse che Takemitchy ti vedesse, ma so che ha assunto Hina apposta per farlo venire lì: voleva solo che Takemitchy si avvicinasse a noi, ma non so perché- affermò Senju.

- E tu perché gli dai ascolto? È Mikey il tuo capo: hai scelto tu di entrare ufficialmente nella Toman. Non dovresti seguire gli ordini di Hajime Kokonoi in questo modo- fece notare Yuzuha.

Senju assottigliò lo sguardo.

- Tu cosa faresti al mio posto? Mio fratello maggiore vive in un'infermeria, e mio fratello minore non sopravvive senza le droghe- si alzò - Mikey è un ottimo capo, non l'ho mai negato, o non avrei scelto di seguirlo. Ma purtroppo ha dei limiti, molti dei quali se li è imposti da solo: non vuole rischiare niente che potrebbe metterci in pericolo, soprattutto dopo ciò che è successo. E lo capisco, ma se non rischia non andrà mai avanti. Koko sarà anche un egoista, e si fa fatica a capire cosa pensi, ma è dalla nostra parte. È stato positivo no?- fece notare.

- Il tuo ragionamento ha senso, ma Mikey è comunque il nostro capo: avresti dovuto parlargliene- affermò Yuzuha.

- Ho detto a Mikey che l'avrei seguito, ma non significa che non abbia le mie idee... E i miei obiettivi ovviamente; devo agire anche per quei due idioti che mi trovo come fratelli- dichiarò la minore - tu dovresti capirlo-.

- Io non sono nella Toman- fece notare Yuzuha.

- Già, ed è una cosa davvero inspiegabile- Senju si fermò di fronte a lei e allungò la mano, prendendo quella della ragazza - perché non entri nella Toman? Le sei anche più fedele di me. Ma non appena Mikey te l'ha proposto... Hai voluto allontanarti da tutto ciò che poteva farti cambiare idea, anche se continui a lavorare per noi. Perché?- sussurró.

Yuzuha distolse lo sguardo.

- Ho i miei motivi... Non voglio entrare nella Toman, ma Mikey è l'unico a poterci salvare- tolse la mano da quella della bianca - dovresti parlarne con lui, se non vuoi rischiare. Mikey potrebbe tagliarti fuori, se pensa che tu sia pericolosa per la Toman-.

- Sa bene che gli sono fedele: vedrai che il mio gesto servirá. Anche se avrei preferito che non ti vedesse in quella condizione; sono gelosa sai?- affermò Senju, rivolgendole un piccolo sorriso.

Yuzuha continuò a non guardarla, sapendo bene che avrebbe ceduto se lo avesse fatto.

- Pensa alla missione, Senju: abbiamo compiuto una scelta- mormorò.

- Tu l'hai compiuta-.

- E ti chiedo di rispettarla. Questo è un momento delicato: non cambierà niente tra di noi- affermò.

Senju la fissò ancora per un attimo, poi sospirò e tornò a sedersi.

- Vuol dire che aspetterò... Il giorno in cui compirai la scelta giusta-.

...

- Peh, tu hai incrociato quel ragazzo?- chiese Pah-chin, la moto che sfrecciava per le strade della città.

- Mh? No, ero occupato a organizzare il cambio per Yuzuha- affermò Peh-yan, e il minore annuì.

Peh-yan gli lanciò uno sguardo.

- Non sentirti in colpa per averlo lasciato passare: se veramente è legato a tutti noi... Hai fatto più che bene- dichiaró.

Pah-chin fece un piccolo sorriso.

- Tsk, dovrete ringraziarmi per avervi salvato tutti quanti!- esclamò, facendo ridere il maggiore.

- È questa- dichiarò Peh-yan, ed entrambi fermarono la moto.

Scesero e si avviarono verso le casette a schiera di fronte a loro.

- Com'è che si chiamava di cognome?- chiese Pah-chin.

- Tachibana... Dovrebbero essere questi- dichiarò Peh-yan, fermandosi di fronte a una delle case.

- Suoniamo- disse Pah-chin; il minore annuì e suonò il campanello.

Un attimo dopo, la porta venne aperta da un ragazzo dai capelli mori, con l'aria severa, che teneva una mano sulla pistola che aveva al fianco.

- Si?- chiese.

- Naoto Tachibana, tu e tua sorella dovete venire con noi- dichiarò Peh-yan.

Il ragazzo assottigliò lo sguardo.

- Sono un poliziotto. Senza un mandato, non sono obbligato a seguirvi da nessuna parte- dichiarò.

- Tsk, vuoi farci incazzare?- ringhiò Pah-chin, avvicinandosi di un passo a lui.

Peh-yan vide qualcuno muoversi alle spalle del moro.

- Hinata Tachibana, il tuo ragazzo è con noi!- urlò.

Naoto sbarró gli occhi e si voltò.

- Hina, non...- non fece in tempo a finire la frase che Hina lo affiancò.

- Takemichi è con voi?- chiese, mentre il suo sguardo si posava su Pah-chin - tu sei il bodyguard della zona vip del "Giglio blu"...- mormorò, e il ragazzo annuì.

- Riguarda ciò che Takemitchy ha visto quella notte- affermò.

- Takemitchy?- mormorò Hina, confusa.

- Se verrete con noi, vi spiegheremo tutto- affermò Peh-yan.

- Hina, non pensarci, è...-.

- Naoto- Hina si voltò verso il fratello - ho detto a Takemichi di stare tranquillo, ma so che non è tipo da inventarsi le cose. Dobbiamo cercare di stargli vicino e aiutarlo a capire- affermò.

Naoto avrebbe voluto non cedere, ma quando sua sorella gli parlava con quel tono, dolce ma sicuro... Non riusciva ma a dirle di no.

- E va bene. Ma se qualcosa va storto, mi ascolterai, va bene?- disse.

- Certo!- rispose Hinata con un sorriso.

- Bene: andiamo- ordinò Pah-chin - speriamo che anche i due gemellini se la siano cavata-.

...

- Sembri nervoso- commentò Smiley, osservando il fratello, che sfrecciava sulla moto di fianco a lui.

- Sono felice che stiamo per incontrare nuovi amici ma... Mi sembrano tutti nervosi- mormorò Angry - mi piacerebbe che potessero stare tranquilli-.

- Vedrai che andrà bene! Baji ha parlato a favore di quei ragazzi no? E sicuramente Mikey ci farà indagare su di loro- affermò Smiley.

- Però, se stiamo aumentando così, e se Shinichiro è tornato ad avere visioni... Potrebbe essere che ci sia un nuovo scontro in vista- mormorò Angry.

- E di cosa ti preoccupi? Potremo pestare un bel po' di gente!- esclamò Smiley.

- Sai che non è mai così semplice, fratellone... Forse dovremmo chiedere a...-.

- No-.

La decisione con cui Smiley aveva disposto fece sussultare l'azzurro: suo fratello cercava sempre di sorridere, per cui quando diventava così serio... Non era mai un buon segno.

- Non parlarne finché non sarà necessario: non voglio sentire i loro nomi uscire dalle tue labbra- dichiarò Smiley.

Angry abbassò la testa e annuì; staccò una mano dal manubrio, portandosela al volto.

- Hai un viso così gentile...-.

- Gentile? Ma se sembro sempre arrabbiato...-.

- Si ma... È una rabbia piena di gentilezza-.

Serrò le labbra: prima o poi... Ne avrebbe parlato con suo fratello; ma per adesso, era meglio concentrarsi sulla missione.

- Siamo arrivati- Smiley fermò la moto e Angry fece lo stesso - saliamo a prenderli?- tornò a sorridere.

- Cerca di essere gentile, o non vorranno mai venire- sospirò Angry.

- Vedrò cosa posso fare- Smiley rise appena e Angry si sentì leggermente meglio: in qualche modo, finché era con il suo fratellone, sarebbe andato tutto bene.

...

- Sicuro di non voler andare a cercare informazioni? Potrebbe essere la tua occasione per chiedere a Izana di darti quel ragazzo- commentò il biondo, poggiando la bottiglia sul tavolo della cucina al quale era seduto.

Il moro, che si stava dondolando sulla sedia di fronte a lui, alzò lo sguardo sul fratello.

- Tanto Muto può ottenere le informazioni in un attimo, e Mocchi si divertirá a fare a gara con Madarame... Sempre che riescano a uscire dal letto- ridacchiò - io ho già ciò che voglio-.

- Ti ricordo che ciò che vuoi ti respinge in ogni modo possibile- affermò il biondo, bevendo nuovamente.

E per colpa di quello, anche i suoi movimenti erano limitati...

- Non importa: gli servo, e lo sa bene; gli servo più di quanto immagini. Verrà presto da me- dichiaró il maggiore.

- Tu e la tua dannata sicurezza...- sospirò il biondo - non sarebbe meglio se ci parlassi?-.

- Sai che, ora che come ora, non funzionerebbe: aspetterò il momento giusto. E intanto, continuerò a mostrargli...- il ragazzo fece un sorriso - quanto io lo ami follemente-.

...

- ... e così... Bè, ecco... Adesso lavoriamo tutti e...- balbettò Takemichi; era almeno un'ora che stava parlando, con i ragazzi di fronte a lui che lo fissavano... Aveva provato a chiedere aiuto a Chifuyu con lo sguardo, ma il ragazzo sembrava perso nei suoi pensieri.

- E sei finito a vivere con i tuoi cinque e sfigati amici invece che con la tua ragazza, perché dopo aver impiegato anni a conquistarla figuriamoci se riesci a chiederle di vivere insieme- rise Draken.

- Disse quello che vive facendo il babysitter- lo canzonò Takashi.

- Bisogna prendersi cura del proprio capo- dichiarò Mikey in tono solenne.

- Certo, soprattutto quando è un bambino di cinque anni- rise Keisuke.

- Questo bambino di cinque anni è più forte di te- ribattè Mikey.

- Bambini, non litigate- sospirò Draken.

- Dovrei portargli qualcosa da bere per farli calmare?- mormorò Hakkai.

- Penso sarebbe solo peggio- Takashi si voltò verso di lui e gli rivolse un mezzo sorriso; Hakkai arrossì appena e distolse lo sguardo.

Mitsuya sospirò e tornò a guardare davanti a sé; Draken gli lanciò un'occhiata, ma il ragazzo gli fece cenno che andava tutto bene.

O meglio... Prima o poi, sarebbe andato tutto bene.

Sentirono suonare il campanello del locale e Hakkai si allontanò dal divano per andare ad aprire.

Mitsuya fece per alzarsi, ma venne bloccato dalla voce di Baji.

- Non preoccuparti per il tuo non-fidanzato: sono i nostri- affermò.

Mitsuya tornò a sedersi mentre Hakkai apriva la porta.

- Benvenuti- disse.

- Siamo tornati!- annunciò Peh-yan, entrando nel locale con Pah-chin, seguito da Hina e Naoto.

- Takemichi!- non appena lo vide, la ragazza si fiondò subito verso di lui - stai bene?- gli chiese.

Takemichi le rivolse un sorriso: aveva trovato una ragazza davvero fantastica...

- Sto bene, non preoccuparti. Mi dispiace che ti abbiano trascinata qui all'improvviso ma... Pare che... Che Mikey-kun abbia delle cose che vuole spiegarci... Anche riguardo a ciò che ho visto quella sera- spiegò Takemichi, abbassando appena il tono della voce nel pronunciare l'ultima frase.

Adesso che Hina era lì, si sentiva piuttosto nervoso: se fosse successo qualcosa... Avrebbe dovuto proteggerla a ogni costo; fortuna che non era solo a farlo.

Mikey tenne lo sguardo sui due ragazzi: vedeva Draken e Emma tutti i giorni, quindi era abituato a osservare una coppia innamorata ma... Per qualche motivo, gli fece un effetto diverso.

I due davanti a lui parevano due ragazzini ancora imbarazzati a parlarsi, come se si fossero appena conosciuti... Come se il loro amore dovesse ancora sbocciare totalmente.

Risultavano teneri: era certo che, con tutta la purezza che emanava Takemitchy, sarebbero potuti riuscire a sbocciare presto.

Baji lanciò un'occhiata all'amico, poi alla coppia, ma non disse niente: lui sapeva... Ma non voleva certo essere l'artefice; certe cose potevano essere capite solo con il tempo.

- Hey, non dimenticatevi di noi!- esclamò Smiley, entrando nel locale.

- Siamo riusciti a recuperarli- dichiarò Angry, seguendolo.

Dietro di loro, comparvero Akkun, Takuya, Yamagishi e Makoto.

- Takemichi! Per fortuna sei qui!-.

- Pensavamo ti avessero rapito!-. Gli ultimi due si fiondarono dal loro amico, quasi ignorando gli altri presenti.

- No, sto bene, non temete... Diciamo che è una lunga storia, ma adesso ci spiegheranno tutto- affermò Takemichi, leggermente sorpreso ma anche felice di tutta la preoccupazione dei suoi amici.

Akkun invece rimase leggermente indietro, guardandosi intorno e osservando le persone presenti nella stanza.

Quei due ragazzi avevano detto loro che avrebbero potuto aiutarli e anche fare chiarezza su molte cose ma... Ancora non si fidava totalmente.

- Akkun, non preoccuparti- mormorò Takuya, e il fucsia si voltò verso di lui - qualcosa mi dice... Che sono dalla nostra parte-.

Akkun tornò a guardare davanti a lui: gli sembravano tutti rilassati, anche Takemichi... Ma voleva comunque rimanere in guardia.

- Stammi vicino- si limitò a dirgli, mentre camminava verso gli altri, seguito dal biondo.

- Accomodatevi- disse loro Takashi, indicando il divanetto vicino a Chifuyu.

I quattro ragazzi andarono a sedersi lì, mentre Hina si accomodò di fianco a Takemichi.

- Pah, Peh, Angry, Smiley, andate pure a riposarvi: stasera dovete lavorare. Qui ci pensiamo noi- dichiarò Draken.

- Va bene- i quattro si inchinarono, le mani unite dietro alla schiena, prima di allontanarsi.

Mikey spostò lo sguardo su Naoto, che era ancora in piedi.

- Tu non ti siedi?- chiese.

- Immagino sappiate che sono un poliziotto... E voi siete una gang, a meno che abbiate rubato quelle giacche a qualcuno- affermò Naoto.

- Le ha fatte Taka-chan- Hakkai comparve alle spalle del ragazzo - qualche problema?-.

- Hakkai, vieni pure a sederti: questo ragazzo ha solo una pistola, non può fare niente contro di noi- affermò Takashi.

Hakkai lanciò un'ultima occhiataccia a Naoto, prima di raggiungere Mitsuya.

- Solo una pistola? Potrei arrestarvi tutti in questo momento, soprattutto se davvero centrate con l'omicidio che ha visto Takemichi. Non pensate che mi farò spaventare solo perché siete più di me- dichiaró Naoto.

- Posso spaccargli la faccia?- borbottó Keisuke.

- Stai buono tu- ribattè Draken.

- Hai ragione, c'entriamo; per cui, non è meglio per te sederti e ascoltare tutta la storia, invece di startene lì in piedi a fare il bullo? Sei nel nostro territorio, potremmo farti sparire in un attimo, quindi è meglio che ci ascolti- dichiarò Mikey.

A quelle parole, Hina si voltò di scatto verso di lui.

- Voi non avete il diritto di obbligare la gente a stare qui e ascoltarvi: noi potremmo benissimo...-.

- Hina- Takemichi poggiò una mano su quella della ragazza e interruppe il suo discorso - cerchiamo di ascoltarli- mormorò, guardando Mikey.

Qualcosa gli diceva che non avrebbe fatto del male a Naoto, e neanche a loro; e poi, voleva capire cosa c'entrassero in tutta quella storia.

- Naoto, lo chiedo per favore anche a te: prova ad ascoltare ciò che hanno da dire. Sai che voglio proteggere Hina quando te, ma sento che possono davvero aiutarci- affermò Takemichi.

Naoto lo fissò per un attimo: conosceva Takemichi da anni, e anche se all'inizio lo aveva considerato un idiota, sapeva che teneva davvero a sua sorella e ai suoi amici.

Si avvicinò al divanetto libero, sedendosi il più vicino possibile a sua sorella.

- Sentiamo cos'hanno da dire- disse, e Takemichi gli rivolse un sorriso.

- Grazie- gli disse, poi tornò a guardare Mikey.

- Mikey-kun... Potresti spiegarci?- chiese.

- Solo perché me l'hai chiesto gentilmente- Mikey rise appena, poi si fece serio.

- Partiamo da chi siamo noi. Il mio nome è Manjiro Sano, anche se tutti mi chiamano Mikey: sono il capo della Toman; siamo una gang di rivoluzionari- dichiarò.

- Rivoluzionari?- chiese Takemichi, confuso.

- Immagino sappiate tutto che, ormai da anni, un ragazzo con i poteri sconosciuto ha preso il potere di Tokyo: noi sappiamo chi è. E sappiamo che è un ragazzo molto astuto e intelligente, ma anche perfido; intende fare fuori tutti quelli che non staranno dalla sua parte, creare un impero solo suo e conquistare tutto il mondo. Noi vogliamo fermarlo- raccontò Draken.

- Come si chiama?- chiese Naoto.

Mikey lo fissò per un attimo.

- Questo è ancora presto per voi per saperlo- dichiarò.

Il ragazzo assottigliò lo sguardo.

- Devo ricordarvi che...-.

- Non ce ne fotte un cazzo se sei un poliziotto- sbuffò Keisuke - non siamo qui per rispondere alle tue domande, avremmo potuto tranquillamente obbligarti a schiaffi ad ascoltarci, ma stiamo cercando di essere gentili, per cui chiudi quella cazzo di bocca-.

Naoto portò la mano sulla pistola.

- Sentì tu...-.

- Ed ecco perché di solito non facciamo partecipare Baji a queste riunioni... Mitsuya, puoi riportare un po' di diplomazia?- sospirò Draken.

- Sempre io devo rimediare ai vostri casini eh?- sospirò Takashi, poi portò lo sguardo sui ragazzi, principalmente su Naoto.

- Baji è sempre un po' brusco...-.

- Cos'è che sarei io?-.

- ... ma ciò che ha detto è vero. Noi non seguiamo la legge della polizia, e non seguiamo il ragazzo al governo: abbiamo una nostra legge interna alla Toman, ed è l'unica che seguiamo. Questo è perché tutti noi siamo Maledetti: siamo stati eliminati dalla società anni fa, ma non sono riusciti a ucciderci; quando quel ragazzo ha preso il potere, noi ci siamo uniti per liberare Tokyo. Non ci interessa collaborare con la polizia, non dopo che essa stessa ha cercato di ucciderci tutti: ma non siamo dei criminali, stiamo solo cerca di salvare questa città- affermò Takashi.

- Siete tutti dei Maledetti?- mormoró Takemichi, sorpreso; aveva immaginato fossero forti, e aveva capito che c'era qualcosa di strano ma... Non aveva pensato potesse essere quello.

In fondo, non aveva mai incontrato qualcuno con dei poteri.

- Si. Per questo non può fregarcene di meno delle minacce esterne- dichiarò Mikey, alzandosi - noi vogliamo solo riconquistare Tokyo, tutto qui-.

- Volete cacciare un tiranno in modo da creare una nuova dittatura? Non pensate di essere meglio di lui- ringhiò Naoto.

Mikey lo fissò e il ragazzo per un attimo si sentì tremare: il suo sguardo... Faceva davvero paura.

- Il nostro scopo non è creare una nuova dittatura: è creare una città in cui la gente come noi non sia costretta a sottomettersi o nascondersi per poter vivere; una città per noi, in cui potrà vivere chi la pensa come noi. Tutto qui- dichiaró Takashi.

- Tutto qui? Voi intendete ribaltare il governo e creare un nuovo paese! Per quando al momento Tokyo sia a pezzi, non pensare che...-.

- Zitto- ringhiò Hakkai - non rivolgersi in questo modo a Taka-.

Naoto si zittí all'improvviso, quasi senza rendersene conto, mentre Mitsuya si voltava di scatto verso Hakkai.

- Idiota! Non usare il tuo potere con così tanta leggerezza; stai bene?- chiese, poggiandogli la mano sulla fronte.

- Era solo una parola, non preoccuparti- mormorò Hakkai.

- Però per qualche motivo adesso è più caldo- ridacchiò Keisuke, ricevendo un'occhiataccia da Mitsuya.

- Avete dato per scontato che noi Maledetti fossimo un pericolo: ma usare quei poteri comporta un altro rischio anche per noi, se non riusciamo a controllarli rischiano di consumarci. Nessuno di noi è intenzionato a fare qualcosa di male- affermò Draken, mentre Mikey tornava seduto.

- E... La storia dell'omicidio?- mormorò Hina, lanciando un'occhiata al fratello, preoccupata.

- Quella era vera- dichiarò Mikey - e non è il primo che compiamo-.

- Abbiamo un accordo con il proprietario del "Giglio blu": ci lascia usare il suo locale per uccidere persone, principalmente ricchi, che negli anni hanno perseguitato o fatto del male a membri della Toman, o che sappiamo lavorare per il nostro nemico. Non abbiamo mai ucciso persone con famiglie o innocenti: solo chi dovevamo uccidere- affermò Takashi.

- Siamo come dei vendicatori... Dei vendicatori Maledetti- dichiarò Mikey.

Per un attimo, calò il silenzio: i ragazzi stavano cercando di metabolizzare tutte le nuove informazioni.

Takemichi non sapeva esattamente cosa dire: aveva sempre cercato di vivere nel suo, non era un problema per lui essere all'oscuro delle cose, soprattutto perché non si era mai sentito in grado di farlo.

E adesso, aveva appena scoperto qualcosa di decisamente più grande di lui... Qualcosa che avrebbe potuto cambiare tutta la sua intera esistenza.

Ne era spaventato, parecchio: non era un grande combattente, aveva sempre dato il massimo per proteggere i suoi amici, ma da quando Tokyo era caduta nel caos aveva smesso di desiderare con tutto sé stesso di ottenere dei poteri per riuscire a diventare un eroe.

Però, allo stesso tempo... In un certo senso, ammirava tutto quello: ammirava quei ragazzi che, invece di scappare o arrendersi, nonostante le difficoltà stavano cercando di combattere, di cambiare quella città.

Anche se avevano detto che avrebbero applicato la loro legge... Da come fossero uniti, gli era chiaro che quella legge portava le persone a unirsi e aiutarsi a vicenda.

Forse, quella gang rivoluzionaria poteva davvero salvare Tokyo.

- C'è una cosa che non mi è chiara-.

La voce di Akkun riscosse Takemichi dai suoi pensieri e il ragazzo si voltò verso il suo amico.

- Noi... Come mai siamo qui?- chiese.

Takemichi sbarró gli occhi: è vero, non ci aveva pensato... Come mai avevano portato lì proprio loro? Dubitava si trattasse solo della storia fra Chifuyu e Baji...

- Non posso ancora raccontarvi i dettagli, ma qualcuno di noi ha scoperto che presto otto ragazzi Maledetti si sarebbero uniti a noi. Sono stati visti tutti insieme, per cui dev'essere un gruppo che si conosceva già. Questa notizia ci è arrivata poco dopo che Baji ha conosciuto il vostro amico... E i due di voi che ha incontrato, sono legati a noi. Se ci confermerà che lo siete tutti, probabilmente siete voi gli otto ragazzi- dichiarò Mikey, alzando lo sguardo su Baji.

Tutti si voltarono verso il moro.

- Sei proprio perso senza di me, eh Mikey?- commentò Keisuke con un sorriso, poi tornò serio - sono loro- confermò.

Per un attimo, calò il silenzio.

- Aspettate! Ma noi... Nessuno di noi ha dei poteri!- esclamò Takemichi.

- Questo lo dite voi: i poteri si possono manifestare anche in avanti con il tempio, potete non avere avuto l'occasione di accorgervene, oppure non ci avete fatto caso- affermò Takashi.

- Al momento, non abbiamo i mezzi per accertacene: ma adesso che sappiamo che siete voi, possiamo fare delle ricerche per tirarli fuori- aggiunse Mikey.

- Ci state chiedendo... Di combattere con voi?- mormorò Takuya.

- Non combattere, non tutti i poteri servono a questo: ma voi... Starete dalla nostra parte, di questo ne siamo certi- affermò Takashi.

- Per questo, da oggi vivrete con noi- Mikey si alzò - il secondo piano del nostro palazzo è lasciato libero, per cui potete viverci tranquillamente-.

- Prima che possiate chiederci come mai dovreste farlo- Draken bloccò le proteste che stavano per arrivare - ragionate sul fatto che è molto meglio per voi. Come vi abbiamo rintracciati noi, potrebbero farlo anche persone molto meno gentili. Vi offriremo lavori migliori e meno pericolosi di quelli che state svolgendo adesso, sarete sempre protetti, ma finché rispettate le nostre regole potete fare come volete. E soprattutto... Sono appartamenti di lusso-.

- Io ci sto!- esclamarono Kazushi e Makoto.

- Certo che è facile comprarvi- borbottó Akkun.

- Perfetto: allora, affiderò il secondo piano a voi quattro; Baji sicuramente vorrà rapire Chifuyu, lo troverete al sesto piano. Ragazza, poliziotto: visto che dubito vogliate vivere con quei quattro, starete nella casa qui sopra con Yuzuha e Hakkai, così non avrete problemi- affermò Mikey.

- Ehm... E io?- chiese Takemichi, leggermente confuso.

- Tu Takemitchy- Mikey fece un sorriso - sarai all'ottavo piano con mia sorella, Ken-chin e me! Non ne sei felice?-.

...

- Pare che abbiano trovato gente interessante- sussurró il biondo, seduto alla scrivania dello studio, mentre osservava le foto degli otto che aveva davanti.

- Sono stati in gamba eh?- ridacchiò il ragazzo moro, sdraiato sul divano dello studio, intento a mangiare.

- Quel potere deve essersi riattivato: altrimenti, non avrebbero mai agito in modo così veloce; dev'essersi smosso qualcosa- affermò il biondo.

- Dev'essere stato Baji-.

I due si voltarono verso un terzo ragazzo, in piedi di fronte alla finestra.

- Deve aver visto qualcuno che lo ispirava... E se l'è ovviamente preso, come fa sempre; ha un potere decisamente adatto a lui- ridacchiò.

- Davvero irritante- rise il moro.

Il biondo continuò a fissare il ragazzo alla finestra.

- Hai occasione di avvicinarti a quei ragazzi senza che Baji lo scopra?- chiese; il ragazzo scosse la testa.

- Baji può prevedere qualsiasi mio movimento: mi è impossibile spezzare il legame che ha creato; se dovessi avvicinarmi a qualcuno che anche solo lontanamente vuole proteggere, lo capirebbe subito- affermò.

- In poche parole, sei completamente inutile- rise il moro.

- Oh, io non ne sarei così sicuro- il ragazzo si voltò: nei suoi occhi risplendeva una follia chiara quanto la luce del sole che gli stava facendo brillare il tatuaggio che aveva sul collo - Baji saprà anche quando mi avvicino, ma una volta che sono lì... Non ha alcun modo per fermare la mia follia. Presto, capiranno cosa significhi avere contro un folle-.

Avrebbe continuato ciò che aveva iniziato: avrebbe reso la follia la loro più grande paura; presto, nessuno di loro avrebbe più potuto avercela con lui.

Sarebbero stati tutti troppo spaventati dalla distruzione che si portava dietro: una distruzione che stavano contribuendo loro stessi a creare.

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