CAPITOLO I.
- Sicuro che sia qui?-.
Takemichi annuì, in risposta alla domanda di Akkun.
- Si, è decisamente questo il posto- affermò, osservando l'enorme locale che aveva davanti... E l'immensa fila che c'era fuori.
"Giglio Blu": uno dei locali più esclusivi di Tokyo, uno dei pochi rimasti; non si stupivano che ci fosse così tanta gente.
- Wow, sembra un locale super di lusso!- esclamò Makoto.
- E per niente adatto a noi- aggiunse Chifuyu.
- Guarda che sei tu quello che qui si diverte più di tutti!- gli fece notare Kazushi.
- Se con "diverte" intendi che lavoro in un bar pieno di gente ...- borbottó Chifuyu.
- Ragazzi, cerchiamo di rimanere concentrati su Takemichi, o qui non entreremo mai- affermò Takuya.
- Takemichi, come ti ha detto di fare Hina?- Chifuyu si voltò verso l'amico e alzò gli occhi al cielo: come aveva immaginato, era in panico.
- Ehm... Ecco... Si giusto... Come...- mormorò, frugando nelle tasche per cercare il suo telefono.
Si sentiva parecchio nervoso: lui non era sicuramente il tipo di persona che amava girare per i bar... Soprattutto, dato che il bar che avevano davanti era un locale piuttosto rinomato, che la sera oltre a un bar diventava una discoteca, ed era anche possibile affittare le stanze al piano di sopra.
Serrò appena le labbra: quei posti non erano famosi solo per la musica e l'alcool... Avevano tutti e sei passati i vent'anni, non erano così ingenui da pensare di poter andare a divertirsi senza correre rischi.
Tokyo non era più un luogo sicuro: non da quando erano arrivati loro; o meglio, erano nati.
All'improvviso, erano spuntate delle persone nate con degli strani poteri; potevano essere di tutto, dalla manipolazione della materia a cose talmente psicologiche che erano impossibili da spiegare.
Ricordava bene che Chifuyu, emozionato, aveva pensato di essere finalmente entrato in uno dei manga che tanto gli piacevano... Qualcosa sugli eroi, aveva detto.
Erano a malapena dei bambini, e ne erano stati emozionati ma... Gli adulti non la pensavano così.
Li avevano chiamati Maledetti.
Spaventati, avevano iniziato a cercare quei bambini per analizzarli come cavie da laboratorio: erano andati avanti a perseguitarli per anni ma... Un giorno, uno di quei bambini, a soli dodici anni, aveva preso il potere.
Takemichi e i suoi amici non avevano idea di chi fosse, sapevano solo che da quel momento la città era piombata nel caos: la maggior parte delle persone, soprattutto tra i più anziani, erano scappati e non si erano più fatti vedere.
Erano rimasti lì principalmente ragazzi, ancora speranzosi, o tutti coloro che non avevano comunque possibilità di scappare.
Nessuno sapeva chi stesso governando Tokyo in quel momento, ma ormai la città era stata tagliata fuori dal resto del mondo e doveva cavarsela da sola.
Risultato: parecchia povertà, molti criminali, e il governatore sembrava non voler fare niente; anzi... Pareva divertirsi, a vedere i cittadini in quello stato.
Takemichi e i suoi amici erano dovuti rimanere: troppo piccoli per scappare da soli, alcuni erano stati abbandonati dai loro genitori, altri avevano le famiglie ancora lì che non erano riuscite a scappare.
Era ormai da due anni che loro cinque vivevano insieme: avevano tutti rinunciato agli studi, tanto non c'era alcuna possibilità di fare carriera, e si dedicavano a vari lavoretti part-time per aiutarsi a vicenda a sopravvivere.
Di recente, Hinata Tachibana, la ragazza di Takemichi, aveva trovato lavoro in quel bar, così quella sera avevano deciso di andare a trovarla.
Quello era uno dei locali che pagavano meglio della zona, era parecchio frequentato... E Takemichi aveva molta paura del motivo.
- Takemichi-. Il ragazzo sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla e si voltò, trovandosi di fronte il volto di Chifuyu, che gli stava sorridendo, rassicurante come sempre.
- Hina è una ragazza forte, lo sai bene: vedrai che avrà già messo quei ragazzi al loro posto- affermò.
Anche Takemichi fece un piccolo sorriso.
- Lo spero- rispose, mentre controllava il telefono.
- Ha detto di andare a parlare con la guardia: venite- disse, iniziando a camminare.
Cercò di non guardarsi intorno mentre superavano la fila di persone che stavano aspettando di entrare nel locale: molti di loro li stavano guardando male, probabilmente parecchi li stavano insultando, chiedendosi come mai sei sfigati come loro stessero evitando la fila... Ma doveva ignorarli; aveva imparato a ignorare quelli che facevano così, preferiva di gran lunga vivere in pace con sé stesso che ascoltare tutti quelli che lo insultavano.
- Stai bene Chifuyu?-.
Takemichi si voltò di scatto nel sentire la domanda di Akkun, e notò che Chifuyu si era portato una mano alla testa.
- Non è niente, sto bene... Sapete che quando sono in mezzo a tante persone mi viene spesso mal di testa. Al bar ho imparato a gestirlo, ma qui ho abbassato la guardia- rispose Chifuyu, continuando a camminare.
Era qualcosa che gli accadeva da quando era piccolo: soprattutto se era circondato da persone con pensieri negativi, gli sembrava quasi di sentire i loro insulti direttamente nella testa...
Era andato da diversi dottori, ma nessuno era riuscito a capire cosa avesse, e alla fine l'avevano liquidata come un po' di ansia sociale.
In ogni caso, il ragazzo non aveva intenzione di lasciare che quel piccolo problema rovinasse la loro serata.
- Ricomponiamoci: è vero che abbiamo l'invito di Hina, ma se sembriamo pure insicuri oltre che sfigati, potremmo avere dei problemi- affermò, togliendosi la mano dalla testa.
Tra i sei, era sicuramente il più forte, e lavorando in posti simili sapeva come comportarsi, per cui sapeva già che era meglio che non abbassassero la guardia, dato che quelli in fila li stavano ancora guardando male.
Gli altri cinque ragazzi si ricomposero a loro volta mentre si avvicinavano sempre di più al bodyguard moro dell'ingresso.
Takemichi fece un respiro profondo: era il momento di tirare fuori un po' di spina dorsale.
- Mi scusi- chiamò il bodyguard, che si voltò verso di lui.
Anche se aveva gli occhiali da sole, era palese che li stesse guardando male... Avevano provato a mettersi al meglio, ma nessuno di loro lí era un grande stilista.
Di sicuro, i loro capelli erano a posto grazie ad Akkun.
- Ecco, sono il fidanzato di una barista, mi ha detto che ci avrebbe fatti inserire in lista per questa serata... Si chiama Hinata Tachibana- dichiarò, il cuore che batteva a mille.
Si sentiva nervoso: odiava quelle situazioni, dovessi confrontare con persone più forti di lui e che lo guardavano palesemente dall'alto al basso...
Doveva cercare di evitare problemi a ogni costo, ma ci teneva davvero ad andare a vedere come Hina se la stesse cavando al lavoro.
L'uomo li squadrò ancora per un attimo, poi tirò fuori il telefono per guardare qualcosa.
- Hinata Tachibana ha una prenotazione per sei ma... Siete sicuri di essere voi? Non mi sembrate adatti a un posto simile-.
- Eh?! Guarda che noi...- prima che Makoto potesse combinare qualche casino che sarebbe sicuramente stato compito degli altri rimediare, la porta alle spalle del bodyguard si aprì.
Ne uscì un ragazzo alto, biondo, dall'aria parecchio sicura di sé; era vestito di bianco, con un abito parecchio elegante, e sembrava avere il volto segnato... Ma dato che era buio non si vedeva molto bene.
- C'è qualche problema Kiyomasa?- chiese, osservando i sei ragazzi; aveva uno sguardo a dir poco glaciale...
Chifuyu si irrigidí leggermente: quel ragazzo era decisamente forte, probabilmente anche più di lui... Sperava non avessero problemi, o avrebbero rischiato parecchio.
I ragazzi intorno a lui erano tutti amici fedeli, e soprattutto Akkun e Takemichi non avrebbero esitato a lanciarsi a proteggere gli altri, ma non avevano possibiltà di sconfiggere quel ragazzo.
- Dicono di essere gli invitati di Hinata Tachibana ma...- il bodyguard lanciò loro un'altra occhiataccia.
Anche il ragazzo li squadrò: pareva infastidito...
- Falli entrare, sono loro- dichiaró, prima di voltarsi e rientrare nel locale.
I sei ragazzi si scambiarono uno sguardo: non avevano capito bene come ma... Pareva che potessero entrare.
Il bodyguard si spostò e con una mano aprí la porta del locale; subito, i sei ragazzi vennero invasi da aria calda, odore di ogni genere di alcolico e droga e musica parecchio alta.
Si scambiarono uno sguardo: decisamente, non erano adatti a quel posto ma... non avevano altra scelta.
Chifuyu entrò nel locale, pronto a fare da scudo ai suoi amici; Takemichi lo seguì, deciso a trovare Hina il prima possibile.
All'interno era ancora più grande di quanto avessero immaginato... Il centro era pieno di persone che ballavano, tanto che si vedevano a malapena i divanetti a lato.
Al centro della pista ce n'era una più piccola, da cui si potevano vedere tre ragazze che ballavano, leggermente rialzate in modo che fossero visibili da tutti, anche se alcune sbarre facevano in modo che nessuno potesse raggiungerle.
Per fortuna, il bancone era poco a destra rispetto all'entrata, per cui i ragazzi riuscirono a schivare la maggior parte del movimento nella pista e a dirigersi verso esso.
Takemichi si guardò intorno, e i suoi occhi si illuminarono quando vide una ragazza dai corti capelli arancioni e un sorriso smagliante in volto che, dietro al bancone, era intenta a preparare alcune birre.
- Hina!- la chiamò, aumentando il passo.
- Guarda come corre dalla sua bella- rise Akkun mentre lo seguivano.
La ragazza si voltò e sorrise.
- Takemichi! Ragazzi! Siete riusciti a venire!- esclamò, avvicinandosi al bancone.
- Non potevo perdermi il tuo invito- dichiarò Takemichi con un piccolo sorriso.
- Stai benissimo, Hina-chan!- esclamò Makoto.
- Hey, stavo per dirlo io!- sbuffò Takemichi, facendo ridere la ragazza.
In effetti, stava davvero bene: indossava una gonna corta a quadri, che per fortuna le copriva il necessario, e una camicetta bianca, legata poco sopra l'ombelico, leggermente aderente.
- Scusatemi, ma sono in pieno orario lavorativo... Vi ho fatto riservare un tavolo a nome mio; tra dieci minuti dovrei liberarmi, potete aspettarmi lì- dichiarò Hina.
- Noi ci tuffiamo subito alla ricerca di ragazze!- esclamò Makoto.
- Non aspettateci- Kazushi fece l'occhiolino ai suoi amici, prima di allontanarsi.
- Torneranno come sempre a mani vuote e depressi- rise Takuya.
- Noi approfittiamo dell'offerta del tavolo- affermò Akkun, prima di voltarsi verso Takemichi e Chifuyu - voi due cosa fate?-.
- Io rimango qui a guardarti lavorare, se non è un problema- disse Takemichi.
- Certo che no- rispose la ragazza con un sorriso.
- Io ti rubo già qualcosa al bancone Hina, ho voglia di scatenarmi un po'- dichiarò Chifuyu; più che altro, l'alcool e distrarsi lanciandosi in mezzo alla pista erano le opzioni migliori per farsi passare tutte quelle voci che ancora sentiva addosso a sé.
- Allora ci vediamo dopo- Akkun salutò i due ragazzi e, insieme a Takuya, si diresse verso la zona in fondo al locale, dove c'erano alcuni tavoli, anche se venivano usati raramente perché tutti predilivano i più comodi divanetti laterali.
Per fortuna, non impiegarono molto a trovare il loro tavolo e a sedersi.
- Spero che Makoto e Yamagishi non si caccino nei guai- sospirò Takuya.
- Sai che lo faranno, e che noi dovremo andare a riprenderli- rise Akkun.
- Già... Ma tanto, abbiamo te Akkun: in qualche modo, riesci sempre a recuperarli e ad accorgerti quando qualcuno sta male... Come Chifuyu prima- commentò il biondo.
- Con degli amici così idioti è normale...- borbottó, poi lanciò uno sguardo a Takuya.
- Ti senti a disagio vero?- gli chiese.
- Sai che questi posti non fanno per me... Ma volevo supportare Takemichi- affermò Takuya.
Akkun lo fissò: l'amico era stato costretto a lavorare per un po' in un posto simile e non gli era andata bene... Era normale che si sentisse a disagio.
Allungò la mano, posandogliela sulla spalla.
- Non preoccuparti: ci siamo qua noi; se qualcosa non va, basta che me lo dici e ci penso io, va bene?- gli disse.
Takuya gli sorrise.
- Grazie Akkun- sussurró; il fucsia ricambiò il sorriso e Takuya distolse lo sguardo per non lasciare vedere che era arrossito.
- Guarda, Chifuyu si sta gettando in pista-.
- Andrà bene lasciare andare Chifuyu? Mi sembrava stanco- commentò Hina, mentre preparava un piatto con sopra degli stuzzichini.
- Aveva un po' di mal di testa, ma Chifuyu se la cava sempre parecchio bene... Piuttosto, tu hai avuto problemi?- chiese il biondo, tornando a voltarsi verso di lei.
- Altro che problemi, Hina mette tutti in ringa!- una ragazza dai capelli bianchi comparve di fianco a Hina, sorridendo, e le mise un braccio attorno alle spalle - all'inizio volevano tutti provarci con lei, ma sono bastate poche sue parole e adesso arrivano, la salutano, ordinano e se ne vanno. Mai visti clienti così ubbidienti!- rise.
Hina arrossì appena.
- Mi limito a essere sincera con loro... E a dirgli che ho un ragazzo che amo e che devono stare attenti quando ci provano con le persone, a qualcuno potrebbe dare fastidio- rispose.
Stavolta fu Takemichi ad arrossire.
Era innamorato di Hina dalle medie, ma solamente di recente era riuscito a dichiararsi e mettersi con lei... Era davvero contento di sentirle dire quelle cose.
- Così lui è il famoso ragazzo per cui rifiuti tutti eh? Sai, mi sto chiedendo se sia tu ad avere un potere, visto che hai accalappiato la nostra Hina, o lei, visto come manda via tutti! Questo spiegherebbe come mai una ragazza tanto intelligente non se ne sia andata da qui- commentò la ragazza.
Takemichi si irrigidí appena: né lui né Hina avevano poteri, ma per qualche motivo il modo in cui quella ragazza ci aveva scherzato gli aveva messo i brividi...
Nonostante adesso fosse un Maledetto a governare, comunque le persone con i poteri non erano viste di buon occhio, per cui erano in pochi a parlarne così apertamente.
- Te l'ho detto: mio padre è un poliziotto, non è voluto andare via, sono qui per questo; e sono felice di esserlo, visto che ho incontrato Takemichi- affermò Hina, e il ragazzo arrossì ancora di più.
Non sapeva mai come comportarsi in quelle situazioni, si imbarazzava fin troppo facilmente...
- Dato che è un così bravo ragazzo, non gli dispiacerá andarci a prendere del ghiaccio vero?- la bianca si voltò verso Takemichi - l'abbiamo quasi finito e come vedi siamo incasinate... Si trova di sopra, nell'ultima stanza a destra. Dì al bodyguard che ti mandiamo noi e ti farà passare-.
Takemichi sbarró gli occhi: avrebbe dovuto attraversare il locale intero, parlare con un bodyguard, salire a un piano di solito adibito a ben altro che a tenere il ghiaccio...
Lanciò uno sguardo a Hina, che stava attendendo la sua risposta.
Quella ragazza non gli aveva mai fatto pesare quando era stato codardo, o quando aveva avuto paura a fare qualcosa...
Ma adesso lei era riuscita a trovarsi un buon lavoro, sicuramente meglio del suo al negozio di dischi, e lui aveva l'occasione di mostrarle che ci teneva ad aiutarla.
Non si sarebbe tirato indietro.
- Certamente, nessun problema! Arriverò in un attimo!- esclamò, alzandosi e voltandosi.
- Grazie Takemichi- gli disse Hina con un sorriso.
Takemichi si voltò e le fece il pollice all'insù, prima di allontanarsi.
Attraversò il locale con una velocità che non aveva mai usato prima: non ci teneva a fermarsi lì in mezzo... Era anche parecchio tentato di andare a chiamare i suoi amici, ma così avrebbe detto addio al suo coraggio; poteva farcela anche da solo.
Fece un respiro profondo e si avvicinò al bodyguard dai capelli biondi che controllava le scale per salire al piano superiore.
- Mi scusi, mi mandano Hina e... Non so come si chiami l'altra barista ma... Sono incasinate e... Mi hanno chiesto... Di andare a recuperare... Del ghiaccio...- la sua voce di abbassò progressivamente mentre parlava... Quel ragazzo lo stava guardando proprio male...
- Ma ti sembro deficente?! Sai in quanti vengono qui con scuse simili?- sbuffò, mentre alzava lo sguardo verso il bancone.
La ragazza bianca gli fece un cenno e lui alzò gli occhi al cielo.
- Passa- disse, spostando la cordicella.
Gli occhi di Takemichi si illuminarono.
- Grazie mille!- esclamò, facendo un piccolo inchino, prima di dirigersi velocemente su dalle scale.
- Mica l'ho fatto per te!- gli urlò il ragazzo, ma Takemichi decise di continuare a camminare e fare più in fretta possibile.
Al piano di sopra l'aria era decisamente più respirabile, per fortuna...
- Ultima a destra- mormoró, iniziando a camminare lungo il corridoio.
Se la logica non lo ingannava, l'ultima a destra era quella che aveva davanti...
Fece un respiro profondo e poggiò la mano sulla maniglia, prima di aprirla.
Per fortuna, non ci fu bisogno di nessuna chiave o simili... Ma quello non era decisamente un magazzino.
Gli si gelò il sangue nelle vene e per un attimo gli mancò il respiro.
Era una camera da letto. Una camera in cui aveva visto qualcosa che non avrebbe mai dovuto vedere.
Richiuse velocemente la porta, ringraziando di averla aperta a poco, il cuore che gli batteva a mille nel petto.
Dovevano andarsene da lì: doveva portare i suoi amici via da lì.
Hina era al bancone, Makoto e Yamagishi in pista, Akkun e Takuya ai tavoli... Chifuyu, era da solo.
Doveva assolutamente andare a recuperare Chifuyu e portare tutti via da quel luogo.
Chifuyu stava iniziando a non capire più molto di quello che gli succedeva intorno; aveva visto Takemichi allontanarsi nella folla, probabilmente alla ricerca di un po' d'aria, ma non gli andava di seguirlo.
Il suo amico ormai aveva la ragazza, lui invece poteva divertirsi solo in quelle occasioni; e poi, c'erano anche gli altri in giro, se avesse avuto bisogno.
Riprese a ballare; probabilmente risultava tutt'altro che sexy, ma in quel momento aveva troppo alcool in corpo per farci caso.
La musica continuava a salire e anche il caldo lì dentro, soprattutto date tutte le persone che c'erano.
Chifuyu, con i sensi leggermente annebbiati, si voltò, continuando a ballare, e contemporaneamente un ragazzo moro poco dietro di lui fece lo stesso.
I loro occhi si incontrarono e a Chifuyu sembrò che tutti i suoi sensi fossero appena stati catturati da lui: un ragazzo dai lunghi capelli mori, un paio di occhi marroni, una camicia bianca leggermente sbottonata che lo stava fissando con un'intensità tale che pensava sarebbe potuto svenire presto.
Era un figo della madonna, e per qualche motivo gli sembrava quasi che gli stesse comunicando un certo interesse, come per spingerlo ad avvicinarsi.
Vide il ragazzo andare verso di lui e istintivamente fece lo stesso.
Sentì le braccia del moro attorno alla vita che lo tiravano verso di lui e le loro labbra unirsi; la lingua del moro chiese con forza l'accesso alla sua bocca e Chifuyu non esitó a concederglielo.
Sapeva di alcool, e aveva le labbra davvero morbide.
Mentre le loro lingue si incontravano, allacciò le braccia attorno al suo collo e iniziò a giocare con i suoi capelli, arrivando alla conclusione che fossero i migliori che avesse mai toccato.
Sentì la mano sinistra del moro stringergli con forza la natica, mentre poggiava la destra sulla sua guancia per approfondire il bacio.
Il moro si staccò e Chifuyu ne approfittó per riprendere un attimo fiato, mentre la mano del ragazzo si continuava a muovere e sulla sua guancia e l'altra finì sul suo fianco.
Il moro avvicinó le labbra al suo orecchio.
- Ti va di seguirmi?- sussurró.
Il suo tono di voce era talmente basso che Chifuyu si sentì come scosso dall'interno.
Come se quello non fosse bastato, il moro lo tirò appena verso di lui, facendo sfregare il lieve rialzo dei pantaloni di Chifuyu con il suo rialzo ancora più presente.
Ogni parte della razionalità di Chifuyu sparì completamente.
Si avvicinó al suo orecchio.
- Ovunque tu voglia- sussurró.
Ritrovò di nuovo le labbra del moro sulle sue; non capì esattamente quando fossero usciti dal locale, si era limitato a seguire il ragazzo, che lo baciava ogni volta poteva.
Si ritrovó all'improvviso in quella che sembrava una camera d'hotel, ma non ci fece molto caso perché si ritrovó contro il muro con la lingua che si intreccia a quella del moro.
🔞🔞🔞
Sentì la mano del moro stringersi leggermente attorno al suo collo mentre con l'altra si insinuava sotto la sua maglietta.
Chifuyu allungò le mani e iniziò a slacciare i pantaloni dell'altro, tirandoglieli giù insieme ai boxer.
Capendo cosa volesse fare, il moro lo lasciò andare e Chifuyu si mise in ginocchio davanti a lui.
Si trattenne dal fare un fischio di apprezzamento: quel ragazzo era decisamente ben dotato.
Iniziò a leccare la sua lunghezza e la sentí crescere ancora leggermente, così come avvertí crescere l'impazienza del ragazzo.
Infatti, poco dopo sentì la mano del moro serrarsi sui suoi capelli e avvicinarlo alla punta del suo membro.
Chifuyu lo prese in bocca senza esitazione e cercó di andare più in fondo possibile; iniziò a usare la lingua e muovere leggermente la testa e sentì il ragazzo respirare più pesantemente.
Trattenne un sorriso solo perché aveva la bocca troppo impegnata.
Avvertiva i suoi pantaloni farsi sempre più stretti, ma i piccoli gemiti del moro valevano quel lieve dolore.
Continuó il suo lavoro; la presa sui suoi capelli si serrò ancora di più mentre il moro iniziava a muovere il bacino a tempo.
Chifuyu avvertì qualcosa di semiliquido bagnargli leggermente la bocca; poggiò una mano sul fianco del moro, tenendolo fermo, come a dirgli che per lui non era un problema.
Il moro recepì il messaggio e si spinse ancora di più nella sua bocca; Chifuyu si sentì soffocare per un attimo quando l'altro iniziò a venire, ma riuscí ad ingoiare tranquillamente.
Il moro lo allontanò dalla sua bocca e, sempre tenendolo per i capelli, gli alzò il volto.
Chifuyu si leccó leggermente un po' di sperma che gli era rimasto all'angolo della bocca, prima di mordersi leggermente il labbro.
Il moro si morse il labbro a sua volta mentre lo tirava su e lo spingeva nuovamente contro il muro, tornando a baciarlo.
Chifuyu si chiede come fosse possibile che quelle labbra gli fossero già mancate.
Sentì le mani del moro sfilargli la camicia, poi anche i pantaloni e i boxer, mentre lui tornava a giocare con i suoi capelli.
Il moro lo sollevò, mettendolo a sedere su un tavolo presente nella stanza; riprese a baciarlo con foga mentre si portava una mano sulla sua erezione per stimolarla nuovamente.
Chifuyu poggiò una mano sulla sua e il moro lasciò che compisse quel lavoro al posto suo; gli poggió una mano sulla natica e con l'altra gli aprì appena le gambe, accarezzandogli l'interno coscia, mentre iniziava a baciargli la mascella, scendendo lungo il suo corpo.
Gli diede un lieve morso, come a chiedere il permesso per lasciargli segni; Chifuyu rilasciò un gemito d'approvazione e il ragazzo gli lasciò un segno leggermente più evidente, prima di riprendere a scendere con le labbra lungo il suo corpo.
Gli lasciò segni nell'incavo del collo, sul petto, sul fianco, fino ad arrivare poco sopra la sua erezione.
Entrambi stavano per arrivare di nuovo al limite; il moro afferrò Chifuyu per i fianchi, lo fece tornare con i piedi per terra e lo tiró verso di sé per baciarlo nuovamente.
Chifuyu si accorse tardi che l'altro aveva avvicinato il dito alla sua entrata per penetrarlo.
Rilasciò un lieve gemito a metà tra sorpresa e dolore.
- Sei davvero stretto eh? Lo avevo immaginato- sussurró il moro - che ne dici se ti allargassi io?- lo fece girare, facendo aderire la schiena di Chifuyu al suo petto e facendogli avvertire bene quanto fosse eccitato.
Chifuyu decise di provare a sfidare la sorte e si voltò verso di lui, avvicinandosi al suo orecchio.
- E se lo fossi perché sono abituato a stare dietro?- sussurró.
Era palesemente una bugia, ma voleva vedere la reazione dell'altro.
Si trovò con il petto sul tavolo e le gambe allargate; il moro si chinò su di lui.
- Vorrà dire che ti farò provare un'esperienza nuova- affermò, prima di penetrarlo.
Chifuyu serró le labbra, cercando di non fare caso al bruciore.
- Se me lo permetti, ti farò provare un piacere dieci volte più forte di questo dolore- sussurró il moro.
Chifuyu si voltò verso di lui.
- Fammi ancora più male- sussurró.
Il moro lo fece tirare su e gli coprì la bocca con una mano mentre iniziava a muoversi dentro di lui.
Fece passare l'altro braccio attorno alla sua vita per tenerlo saldo contro il suo corpo.
- Sei davvero sexy lo sai?- gli sussurró all'orecchio.
Chifuyu si concentró su quella voce così profonda e sensuale, e il dolore iniziò a diminuire.
- Raramente qualcuno è riuscito a eccitarmi in questo modo, ma tu sei davvero fuori dal comune- sussurró il moro; poggiò le labbra sul collo di Chifuyu, che piegò leggermente la testa all'indietro mentre l'altro iniziava ad accarezzargli il fianco.
- Non vedo l'ora di sentirti gemere-.
Chifuyu iniziò a non avvertire più alcun tipo di dolore, anzi, il piacere tornò a farsi prepotentemente largo dentro di lui.
Iniziò ad ansimare e presto a rilasciare dei lievi gemiti.
- Così, bravo- il moro gli tolse la mano dalla bocca e anche quella attorno alla vita.
Chifuyu appoggiò le mani sul tavolo, piegandosi leggermente in avanti e aprendo di più le gambe.
Sentì il membro del moro penetrarlo ancora più in profondità e non potè fare a meno di gemere.
- Ah... Ahhhh-.
Il moro sorrise, soddisfatto; gli diede una sonora pacca sul culo, che fece gemere ancora più forte il biondo, prima di serrare le mani attorno ai suoi fianchi e aumentare la velocità.
- Ah... Di più... Ahhh...- gemette Chifuyu.
Al che il moro tornò a colpirlo sul fondoschiena e Chifuyu quasi urlò dal piacere, inarcando ancora di più la schiena.
Il moro ormai aveva iniziato a colpire ripetutamente il punto che gli procurava più piacere e non aveva intenzione di fermarsi, anzi, la sua velocità continuava ad aumentare.
- Ah... Ah! Così!- Chifuyu sentiva di stare raggiungendo il limite, ma non voleva che tutto quello finisse.
Provò a resistere, ma le spinte sempre più forti e le pacche sempre più frequenti non lo aiutarono.
- Ah!- un ultimo gemito e iniziò a venire, ma né lui né il moro volevano fermarsi; Chifuyu mosse leggermente il bacino, assecondando i movimenti del ragazzo dietro di lui.
Lo sentì rilasciare un forte ringhio mentre veniva dentro di lui; Chiufuyu gemette a sua volta mentre veniva conquistato dalla sensazione di essere stato riempito da qualcosa di fenomenale.
Lentamente e assicurandosi che il biondo riuscisse a reggersi in piedi, il moro uscì da dentro di lui.
Chifuyu sentì un po' del liquido cadergli sulla gamba e arrossì leggermente, imbarazzato.
Le mani del moro, ancora sui suoi fianchi, lo facero voltare per unire di nuovo le loro labbra.
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Il moro lo sollevò e Chifuyu avvolse le gambe attorno al suo busto mentre si dirigeva verso il letto.
Lo fece sdraiare, sempre continuando a baciarlo, e si sdraió al suo fianco.
Si fissarono entrambi negli occhi, con un lieve sorriso in volto.
Chifuyu non sapeva perché, ma sentiva come se avesse sviluppato una nuova complicità con quello sconosciuto.
Il moro allungò la mano, accarezzandogli le labbra con il pollice; lo bació, prima di circondargli la vita con un braccio. Lo tirò verso di sé e chiuse gli occhi.
Chifuyu si accoccolò tra le sue braccia e chiuse gli occhi a sua volta, scivolando in un sonno profondo.
Riaprí gli occhi solo la mattina dopo e si guardò intorno, confuso; dove si trovava? Non era la sua stanza, e neanche quella di uno dei suoi amici... Era una stanza d'albergo.
Si tirò su; il lenzuolo gli cadde di dosso e si accorse di essere nudo.
Si fissò per un attimo, e improvvisamente ricordó tutto quello che era successo la notte prima.
Arrossì e si guardò intorno, alla ricerca dell'altro ragazzo, ma non vide nemmeno i suoi vestiti.
Sospiró: in fondo era normale, era solo uno sconosciuto ubriaco incontrato in discoteca...
Però ci era rimasto un po' male; aveva avvertito una strana complicità con lui, gli sarebbe piaciuto rivederlo.
Improvvisamente, vide la porta aprirsi e il moro rientrare con un sacchetto in mano.
- Oh, ti sei svegliato! Sono andato a prendere la colazione; ti piace la Yakisoba Peyoung, ehm...-.
- Chifuyu. Matsuno Chifuyu- si presentò il ragazzo, con un sorriso in volto.
- Baji Keisuke- rispose il moro.
Pure il suo nome era figo.
- Mi piace la Yakisoba Peyoung; ma è adatta a una colazione?- commentó Chifuyu.
- La Yakisoba Peyoung è sempre adatta! Ne avevano solo una, ho preso anche delle brioche; ma se ti va ce la dividiamo, d'accordo?- propose Baji.
- Volentieri!- rispose Chifuyu, continuando a sorridere; chi era quel ragazzo così perfetto?
Baji andò a sedersi sul letto; si tolse la maglietta, dopodiché tirò fuori la colazione che aveva portato.
- Ti ricordi tutto... Posso chiamarti Chifuyu? Bè, non che ci dovrebbe essere imbarazzo a questo punto- commentó Baji, divertito.
- Chiamami pure Chifuyu; e comunque, dubito di potermi dimenticare una cosa simile- rispose il biondo.
- Vale anche per me- rise Keisuke - mangiamo? Sto morendo di fame-.
Chifuyu non capiva cosa gli stesse succedendo: era nudo, in una stanza d'albergo, con un ragazzo appena conosciuto.
Eppure, era più che tranquillo, stava bene, anzi, durante quella colazione si divertí un mondo.
Il ragazzo davanti a lui era davvero divertente; ogni tanto magari sembrava prendersela per poco, ma era divertente.
Chifuyu non poteva che osservarlo con occhi pieni di ammirazione per essere riuscito a farlo sentire così tanto a suo agio in un attimo; di solito non si fidsva così facilmente, eppure...
La magia venne interrotta dallo squillare del cellulare di Baji.
- Devo andare- sospiró il moro, spegnendo l'oggetto e alzandosi.
Chifuyu diventò leggermente triste, ma non poteva certo impedirglielo.
Baji si rimise la maglietta, poi si voltò verso di lui.
- Mi piacerebbe rivederti- affermò - cosa ne dici?-.
Il sorriso tornò a farsi largo sul volto di Chifuyu.
- Dico che mi piacerebbe molto- affermò.
- Perfetto! La stanza è tutta pagata, quando te ne vuoi andare vai senza problemi; a presto- Keisuke afferrò il telefono, si chinò a dargli un veloce bacio sulle labbra e uscì dalla stanza.
Chifuyu rimase un attimo immobile, dopodiché si portò le mani al volto mentre iniziava a sclerare interiormente.
- Ho davvero fatto sesso con quel figo? Ha detto di volermi rivedere? Mi trova sexy! Non ci credo! Devo assolutamente raccontarlo a Takemichi- Chifuyu si alzò e si guardò intorno, alla ricerca del suo telefono.
Lo aveva nella tasca dei pantaloni, per cui probabilmente era ancora a terra con quelli.
Andò verso i suoi vestiti, ma notó l'oggetto che stava cercando sulla scrivania.
Aggrottó le sopracciglia e lo prese; il telefono vibrò tra le sue mani e sullo schermo comparve un messaggio.
Ops, potrei aver rubato il tuo numero... A presto, baby.
Quella parola, immaginata con la voce del moro, aggiunse una piccola scarica di piacere alla felicità che aveva invaso Chifuyu.
Si affrettò a rispondere.
Non vedo l'ora.
Dopodiché sbloccò il telefono e aggrottó la fronte quando vide una sfilza di chiamate perse e messaggi di Takemichi.
- Si vede che aveva perso da qualche parte Makoto e Yamagishi... O forse era preoccupato, in effetti sono sparito all'improvviso- mormorò, richiamando il numero dell'amico mentre si rimetteva i pantaloni.
- Chifuyu! Finalmente mi rispondi! Stai bene?!-.
- Hey Takemichi. Scusa se sono sparito all'improvviso, ho avuto un... Incontro interessante- fece un piccolo sorriso al pensiero - tra un attimo torno a casa. Voi state tutti bene?-.
- Chifuyu, torna a casa in fretta, e fai attenzione, ti prego-.
Il ragazzo aggrottò la fronte: il suo amico era sempre stato un po' ansioso, ma così esagerava...
- Che succede?- gli chiese.
- Ieri notte... Ho assistito a un omicidio-.
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