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MIWOXSEYRU ~ TOGHETER

- Sono a casa!- urlò Miwo, aprendo la porta di casa; per un attimo, non udí risposta.

Sospirò e si sfilò le scarpe, prima di dirigersi in soggiorno; lì lo attendeva un ragazzo dai capelli mori e gli occhi dorati, con un broncio in volto, che seduto su una poltrona non pareva intenzionato a voltarsi verso di lui.

- Seyru- lo chiamò, raggiungendolo; si inginocchiò davanti alla poltrona del ragazzo, che continuò a ignorarlo.

- Mansuke ha la febbre, sono dovuto rimanere fino alla chiusura; so che ti avevo detto che sarei tornato prima oggi, ma Takeshi è dovuto scappare a casa-.

- Mansuke ha la febbre? Sta bene?- chiese il minore, voltandosi verso di lui, troppo preoccupato per continuare a tenere il broncio.

- Non preoccuparti, tuo padre l'ha già controllato e ha detto che sta bene. Però capisci che non potevo venire a casa vero?- rispose Miwo.

Seyru abbassò lo sguardo.

- Lo so, ma ultimamente ci vediamo veramente poco...- mormorò - avevi promesso che avremmo cercato di passare più tempo insieme...-.

- E lo faremo: non appena Mansuke starà meglio, prendiamo un paio di giorni di ferie e ci facciamo un viaggio; che ne dici?- propose il maggiore.

Gli occhi di Seyru si illuminarono.

- Sarebbe fantastico!- esclamò, gettandogli le braccia al collo con un sorriso. Anche Miwo sorrise: era insieme a quel ragazzo da quando erano bambini, si era sempre preso cura di lui e odiava vederlo triste.

Fosse stato per lui avrebbero passato tutto il tempo insieme, ma erano adulti ormai, non era così semplice.

- Non eri geloso vero?- chiese, staccandosi appena da lui. Seyru aggrottò la fronte.

- Geloso? Perché dovrei esserlo? Se parli di Takeshi, è talmente innamorato di Masamune che non ti guarda neanche- commentò, con un cenno di divertimento nella voce.

- È il mio migliore amico, non voglio neanche che mi guardi in quel modo- borbottò Miwo - e poi eri tu convinto che mi piacesse, quando sono sempre stato innamorato di te-.

- Bè, sei tu che non l'hai mai detto: se mi vizi, devi farlo fino in fondo- dichiarò Seyru con un sorriso.

- Dovevo immaginarlo- sospirò Miwo; ma in fondo, quando la tua cotta è un ragazzo di quattro anni più piccolo di te con cui sei cresciuto e che vizi da quando siete piccoli, è difficile riuscire a fare la prima mossa.

Soprattutto quando il minore si metteva spesso nei guai e lui doveva riuscire a tirarlo fuori...

- Quindi niente gelosia?- chiese.

- Non ne ho motivo- Seyru gli circondò il collo con le braccia e fece un sorriso furbo, avvicinandosi leggermente a lui - nessuno ti conosce come me, so bene che a nessuno potresti tenere come me. Anche se fossi circondato da cento persone che ti vogliono per loro, se ti chiamassi correresti da me no?- sussurrò.

- Non mi sarei neanche lasciato circondare, sarei venuto subito da me- mormorò Miwo, fissandolo; il sorriso del minore si allargò.

- Allora non ho motivo di essere geloso no?- commentò.

- Decisamente no- confermò il maggiore - che ne dici se preparassi da mangiare, e poi te lo dimostrassi?-.

- Bravo, vai a fare la cuoca, io intanto mi metto a decidere dove voglio andare in vacanza!- esclamò Seyru, lasciandogli un veloce bacio sulle labbra e alzandosi.

Miwo scosse la testa, divertito: già, lo viziava fin troppo ma... In fondo, gli piaceva parecchio così.


































🔞

La schiena nuda di Seyru entrò violentemente in contatto con il muro e un gemito uscì dalle labbra del ragazzo.

Miwo si fiondò sul suo collo, mordendo e succhiando con avidità la sua pelle, facendolo gemere ancora più forte.

- Siamo voraci stasera eh?- ghignò il minore, le gambe serrate attorno alla vita del maggiore; appena arrivati in stanza si era trovato nudo in un attimo, e in quel momento aveva l'erezione di Miwo che premeva con forza contro la sua entrata.

- Cosa ti aspettavi dopo avermi provocato in quel modo tutto il giorno?- ringhiò il maggiore contro la sua pelle.

Seyru fece un sorriso furbo.

- Ma cosa dici? Ho solo pensato che, visto che siamo in montagna e fa freddo, non sarebbe stato un problema starti parecchio vicino...- mosse appena il bacino, strusciandosi leggermente contro il rialzo dei pantaloni del maggiore - guarda, fa così freddo che sei ancora vestito... Vuoi che ti scaldi io?- sussurró.

Miwo strinse appena le mani sui suoi fianchi: quel ragazzo aveva un corpo decisamente più piccolo del suo, ma era talmente pieno di malizia da farlo impazzire...

Si avvicinò al suo orecchio.

- Sono ancora vestito, perché se vuoi essere preparato a ciò che ti farò ho bisogno di contenermi- sussurró, con voce roca, e un brivido scosse il corpo del minore.

- Perché non me lo mostri?- Seyru sorrise, inclinando appena la testa e fissandolo con aria tranquilla - sono proprio curioso di ciò che vuoi fare...-.

In un attimo, Miwo lo fece voltare con il petto contro il muro e si inginocchiò dietro di lui.

Gli afferrò le natiche, separandogliele con una leggera forza, e si chinò, insinuando la lingua nella sua aperta.

Seyru gettò la testa all'indietro, gemendo con forza, il corpo che premeva leggermente contro la parete fredda, creando fin troppo contrasto con il suo corpo più che caldo.

Miwo infilò più a fondo la lingua dentro il minore, che spinse appena indietro il bacino, cercando di fargli capire che voleva ben altro al suo interno; ma Miwo si era sempre preso cura di lui, non voleva di sicuro fargli del male, per cui continuò con quel lavoro nonostante i lamenti di protesta del minore.

- Ti piace così tanto farmi aspettare?- borbottò Seyru, quando sentì il maggiore staccarsi finalmente dal suo corpo.

- Devo prendermi un po' di divertimento no?- commentò Miwo, sfilandosi velocemente la maglietta, prima di passare ai pantaloni.

Seyru si voltò verso di lui, posando le mani sui suoi boxer, un sorriso furbo in volto; glieli abbassò, inginocchiandosi mentre glieli faceva scivolare lungo le gambe.

Con la lingua, iniziò ad accarezzare il membro del maggiore; Miwo ringhiò appena: era già parecchio impaziente, se lo stuzzicava in quel modo...

- Seyru- ringhiò.

- Pensavo non ti dispiacesse aspettare- commentò il minore, alzando lo sguardo su di lui, prima di aprire la bocca e prendere lentamente tra le labbra la sua erezione.

La mano del maggiore scattò sui suoi capelli.

- Sicuro di avere abbastanza pazienza per aspettare?- commentò.

Seyru inclinò appena la testa, con uno sguardo che sembrava comunicargli che lui era più che a posto... Invece, per il maggiore sarebbe stato decisamente più difficile.

Si spinse leggermente in avanti, prendendone in bocca ancora di più, e avvertendo dei lievi gemiti soddisfatti uscire dalla bocca del maggiore; era decisamente ben dotato, ma Seyru ormai ci era abituato e non si sarebbe fermato facilmente.

Iniziò a muoversi delicatamente, ma Miwo gli strinse leggermente più forte i capelli, tirandogli la testa indietro.

- Non sarà così semplice per te- lo fece alzare e gli afferrò i fianchi, facendolo voltare nuovamente con il petto contro il muro, e premendo la sua erezione contro l'entrata del minore.

Si chinò, avvicinandosi al suo orecchio.

- Sto per scoparti, preparati- sussurró, mentre con una mano gli apriva appena le gambe.

- Finalmente eh- commentò Seyru, spingendo indietro il bacino - aspettavo solo te-.

- Non preoccuparti, non ti farò più aspettare- stringendo più forte i suoi fianchi, Miwo si allineò alla sua entrata e iniziò a spingersi dentro di lui.

Seyru gemette appena, a metà tra il piacere e un lamento per la lentezza del maggiore; prima che potesse dire qualcosa, Miwo con un colpo secco entrò completamente, facendogli lanciare un urlo di piacere.

- Vediamo se sei in grado di sostenere i tuoi desideri- sussurró il maggiore, tirandosi leggermente indietro, prima di spingersi nuovamente con forza dentro di lui.

Seyru gemette, la schiena poggiata al petto del maggiore, che iniziò ad aumentare la velocità.

- Ah... Miwo... Di più...- gemette, stringendo appena le mani come per aggrapparsi al muro davanti a lui; cosa inutile ovviamente, anche perché le scosse che il suo corpo continuava a subire non lo aiutavano ad avere una presa salda.

- Sicuro di riuscire a sopportarlo?- sussurrò Miwo, aumentando la forza delle sue spinte; non aveva certo una grandezza indifferente, e contando la sua impazienza e quanto stava andando a fondo stava riuscendo a risucchiare via le energie al minore, che non riusciva a fare altro che gemere, appoggiato al suo corpo, il piacere che prendeva totalmente il sopravvento in lui.

Miwo lo tirò appena verso di sé, muovendogli il bacino a ritmo con le sue spinte, facendolo urlare ancora più forte; Seyru riusciva a sentire il membro del maggiore praticamente fin dentro il suo stomaco, non riusciva a pensare a niente se non a tutto quel piacere, ai ringhii bassi del ragazzo dietro di lui che lo facevano sentire come se fosse completamente bloccato, totalmente in suo potere. Ed era una cosa che gli piaceva parecchio.

Il maggiore continuò a muovere con forza i loro corpi insieme, facendoli scontrare sempre più velocemente, fin quando con un urlo più forte dei precedenti Seyru iniziò a venire; serrò le natiche e Miwo lo seguì senza esitazione, riversandosi dentro il minore.

Tenendolo per i fianchi, uscì delicatamente da dentro di lui, prendendolo in braccio in modo che non cadesse.

🔞

- Adesso ti senti meglio?- gli chiese, mentre tenendolo in braccio si dirigeva verso il bagno.

- Si, decisamente- rise il minore - lo rifacciamo?-.

- Prima riprenditi e riposiamo un po', siamo stati fuori a sciare tutto il giorno- ribattè Miwo, aprendo l'acqua della vasca da bagno.

- E lo dici mentre stiamo per entrare in vasca insieme?- rise il moro.

Miwo alzò gli occhi al cielo, divertito.

- Prima ti puliamo, non voglio che ti venga il mal di pancia- affermò.

- Come sei premuroso- Seyru alzò la testa, prendendo il volto del maggiore tra le mani e lasciandogli un bacio sulle labbra - ma lo sai che ho tanta resistenza- sussurró.

- Già, parecchia- mormorò il maggiore.

- È perché sono più giovane di te- rise il moro - mi vai a prendere le sigarette?-.

- Va bene, ma vedi di rimanere in piedi tu- Miwo lo lasciò giù, assicurandosi che avesse la forza per reggersi, prima di uscire dal bagno per dirigersi in camera.

Prese le sigarette di entrambi, per poi di tornare in bagno; trovò Seyru già nella vasca, che lo aspettava con un sorriso furbo in volto.

- Arrivo- sospirò Miwo, tirando fuori una sigaretta dal pacchetto; la accese prima di passarla al minore, che se la mise tra le labbra.

Ne preparò una anche per sé, poi entrò in vasca; si posò con la schiena contro il bordo e Seyru si sistemò tra le sue gambe.

Per un attimo rimasero in silenzio, entrambi a rilassarsi, prima che il minore parlasse.

- Masamune mi ha detto che Takeshi ha diminuito le sigarette- dichiarò.

- Mh?- Miwo ci pensò per un attimo - in effetti, lo vedo fumare di meno...-.

- Si: ha detto che non vuole rischiare di mettere in pericolo la salute di Mansuke. Pare che anche Shinichiro lo avesse fatto, quando l'avevano appena adottato- spiegò il minore.

- In effetti ha senso... In fondo è un bambino- mormorò Miwo - e immagino che non voglia neanche rischiare di passarglielo come un vizio di famiglia-.

- Esatto. Masamune già fumava poco quindi non era un problema, ma per Takashi sarà difficile- commentò il minore; quel ragazzo praticamente viveva fumando...

- Bè, contando che non potrà usare neanche il sesso come sfogo, temo proprio di sì- rise il maggiore - ma ci tiene parecchio a Masamune e a Mansuke, per loro lo farà volentieri-.

Seyru annuì, senza rispondere.

- Tutto bene?- gli chiese Miwo; quel silenzio non era da lui...

- Si... Tu lo faresti?- mormorò.

- Cosa?-.

- Smettere di fumare per tuo figlio- Seyru si voltò verso di lui - lo faresti?-.

Lo fissò negli occhi, e Miwo impiegò un attimo a capire la domanda implicita nascosta dietro quella che gli era stata esplicitamente posta.

- Sì- gli fece passare un braccio attorno alla vita, tirandolo appena verso di sé - per nostro figlio lo farei-.

Seyru fece un piccolo sorriso.

- Non saremmo bravi come Takashi e Masamune ma... Vorrei anch'io un bambino- affermò - penso che sarei un padre divertente-.

- Quindi sarò io quello responsabile?- rise Miwo.

- Ovvio! Volevo lasciare quel ruolo a me?- commentò il moro.

Miwo finse di pensarci per un attimo.

- No, me ne occuperò decisamente io- affermò, facendo ridere il minore.

- Quindi... Adotteremo un bambino?- chiese Seyru.

- Si: adottiamo un bambino-.

Seyru si voltò e gli gettò le braccia al collo, un sorriso in volto. Miwo lo strinse alla volta: se quello era il desiderio che avevano per il loro futuro insieme, lo avrebbe fatto avverare a ogni costo.
































- Katai, vieni un attimo qui!- urlò Seyru dalla cucina.

Dopo un attimo, si voltò verso la porta, e vide il bambino di tre anni dai capelli neri andare verso di lui.

- Dimmi papà- disse. Seyru sorrise: quel bambino era super dolce...

Si chinò davanti a lui.

- Vai tu a chiamare papà per il pranzo?- gli chiese; il bambino annuì.

- Bravo! Si trova fuori insieme al nonno; mi raccomando, non uscire dal cortile- si raccomandò Seyru.

- Va bene- rispose il bambino, prima di uscire dalla stanza; al suo posto entrò Akashi.

- Pare che ormai si sia adattato completamente eh?- commentò, andando verso il figlio.

- Si, è un bambino veramente intelligente!- dichiarò il ragazzo con un sorriso.

L'avevano adottato che aveva già quasi due anni, per cui per un po' avevano avuto paura che non sarebbe riuscito ad ambientarsi; ma visto che era stato portato all'orfanotrofio alla sua nascita e gli avevano sempre detto che un giorno qualcuno sarebbe arrivato ad adottarlo, non aveva avuto troppi problemi con la sua nuova casa.

Ogni tanto era un po' silenzioso e si isolava, ma quando i genitori lo chiamavano ne era sempre più che felice, e stava volentieri in loro compagnia.

Kakucho aveva detto loro che probabilmente non voleva rischiare di fare qualcosa di sbagliato ed essere rimandato indietro, per cui Seyru ci aveva messo tutto sé stesso per fargli capire che in quella casa c'erano poche regole e che l'importante era che lui stesse bene.

Infatti, Katai si era ambientato in pochi mesi.

- Ha avuto qualche problema a integrarsi a scuola?- chiede Takeomi.

- Nessuno- dichiarò Seyru - aveva già i suoi amici, e Mansuke va con Yue a trovarlo a ogni lezione, per cui non sta avendo problemi. È in classe sia con Hiro, che come sua madre Sakura è tranquillo e intelligente, sia con Junichi e Juichi, per cui può anche sfogarsi se vuole. Inoltre è la classe di Masamune, si trova in un ambiente più che favorevole-.

Akashi fece un sorriso.

- E dire che un tempo dovevo portare te all'asilo, quando eri così piccolo... Sei diventato grande e responsabile eh?- allungò la mano, scompigliando appena i capelli al figlio, che sorrise.

- Crescendo certe cose cambiano!- dichiarò.

- E altre no eh? Ricordo ancora la prima volta che sei venuto a piangere da me perché avevi visto Miwo giocare con altri bambini- commentò Takeomi.

- Lui deve prendersi cura di me, mica degli altri!- borbottó Seyru - e di Katai ovviamente!-.

Akashi rise appena.

- Sono fiero di come sei cresciuto. Nonostante la situazione familiare in cui sei nato, sei riuscito a trovare un modo in cui ti piace vivere. Sei davvero forte- dichiaró.

- Bè, sono cresciuto con un padre super premuroso, una zia incredibile e... Uno zio che mi ha involontariamente aiutato a capire come distinguere sigarette e droga. Direi che ho avuto tutte le carte in regola per diventare così- affermò Seyru.

- Decisamente- confermò Takeomi.

- Eccoci tornati- annunciò Miwo, entrando in stanza con Katai in braccio, seguito da Benkei.

- Cosa si mangia di buono?- chiese l'uomo.

- Lo scoprirai solo sedendoti!- esclamò Seyru.

- Papà ti dò una mano con i piatti- affermò Katai; Miwo lo lasciò a terra in modo che potesse correre dal padre.

- L'avete cresciuto bene eh?- commentò Benkei, sedendosi.

- Abbiamo? Io ho messo giù tre regole e Seyru ha pensato a tutto il resto, a volte mi sembra di non avere fatto niente- rise Miwo.

Il minore era stato talmente emozionato di avere quel bambino in famiglia, che aveva fatto il massimo per farlo sentire accettato, e in poco tempo lui si era trovato a tenerli d'occhio per assicurarsi che potessero essere entrambi felici, senza bisogno che facesse altro.

- Certe persone sono così, riescono a catturare gli altri; com'è successo a te no?- commentò Benkei - vederti così grande e grosso fare da balia a un bambino di quattro anni più piccolo di te mi ha sempre fatto sorridere-.

- Se non l'avessi fatto io, si sarebbe cacciato nei guai ogni due minuti- borbottò Miwo, poi fece un piccolo sorriso - ho deciso di non lasciarlo mai solo, ed è ciò che farò- affermò, osservando il ragazzo, che stava dando i piatti a loro figlio.

- È pronto- dichiarò il bambino, mentre anche Akashi si accomodava a tavola, andando a passare i piatti a Miwo e Benkei.

- Grazie mille Katai- gli disse Miwo.

- Prego papà- rispose il bambino, per poi voltarsi e tornare da Seyru.

Miwo li osservò per un attimo, sorridendo: quei due insieme... Si sarebbe preso cura di loro per sempre





































- Sei pronto Katai?- chiese Takeshi; il bambino annuì e il ragazzo lo prese in braccio, facendolo sedere sulla sua moto.

- Adesso che va alle elementari è ora che inizi è?- commentò Miwo, mentre la moto con sopra Masamune e Mansuke li affiancava.

- Ovvio, ha sei anni- rise Seyru - anche se Mansuke ha voluto aspettare gli otto, aveva un po' di paura... Ma ora che ne ha dieci gli è passata-.

- Meno male direi, i suoi genitori hanno una leggera fissa- rise Miwo.

Seyru si portò le mani a coppa attorno alla bocca.

- Vai Katai! Fagli mangiare la polvere!- urlò; il bambino si voltò verso di loro e sorrise, prima che Takeshi partisse con la sua prima lezione di guida.

- Pensavo che anche Junichi e Juichi volessero provare- commentò Miwo.

- Si, ma stanno nascendo i nuovi tigrotti, per cui per oggi sono rimasti a casa; verranno un'altra volta. Hiro invece verrà, anche se non vuole ancora provare- dichiarò Seyru; visto che quei tre avevano la stessa età di suo figlio erano spesso insieme, molte prime esperienze le avevano fatte in comune.

Il che era un bene: essendo tutti e quattro adottati, per loro era semplice capire la situazione gli uni degli altri e darsi una mano.

Katai stava spesso anche con Mansuke, vista l'amicizia tra i loro genitori, lo vedeva come un esempio... E si divertiva a sentirlo borbottare ogni volta che Yue lo trascinava in qualche nuova avventura.

Ma quando c'erano i suoi amici, si impegnava ancora di più in tutto ciò che faceva... Soprattutto fare in modo che i due cugini non facessero casino, ma essendo figli degli Haitani e dei Kawata era leggermente difficile come compito.

- Hey ragazzi-. I due si voltarono e videro Sakura andare loro incontro, tenendo per mano Hiro, che si stava guardando intorno, come per studiare l'ambiente, qualcosa che il bambino faceva molto spesso.

- Hey Sakura- la salutò Seyru - come va?-.

- Tutto bene; voi?-.

- Tutto alla grande, ci hanno rubato il bambino- borbottó Miwo.

- Sai che sono più bravi di noi in questo- rise Seyru.

- Katai è già in pista?- chiese Hiro, guardando i due adulti.

- Si; vuoi che zio Miwo ti sollevi per vederlo?- disse Seyru. Il bambino annuì e Miwo lo prese in braccio, facendolo sedere sulle sue spalle, in modo che potesse vedere meglio la pista.

In quel momento, i quattro nel circuito stavano finendo il primo giro.

- Guarda Katai, è arrivato Hiro- disse Mansuke, notando il bambino poco distante.

Katai si voltò di scatto e fece un sorriso.

- Ciao!- urlò, alzando la mano - guarda come sono bravo!- esclamò.

- Sono qui per questo!- rispose Hiro con un piccolo sorriso; il sorriso sul volto dell'altro bambino si allargò e si voltò verso suo zio.

- Andiamo più veloci?- chiese.

- Ma certo: tieniti forte- rispose, prima di ripartire.

- Che bello... Sembra divertente- mormorò Hiro, osservando le due moto che iniziavano ad andare leggermente più veloci lungo il circuito.

- Vuoi provare?- gli chiese dolcemente Sakura. Il bambino esitò per un attimo.

- Magari chiederò a Katai com'è- mormorò; Seyru e Miwo si scambiarono uno sguardo: di sicuro, loro figlio sarebbe stato molto convincente.






































- Papà-. I due ragazzi, seduti sul divano a guardarsi un film, si voltarono verso il figlio, trovandolo sulla soglia della porta del soggiorno.

- Ciao tesoro- Seyru si alzò e si diresse verso di lui - tutto bene? Non riesci a dormire?-.

- Papà, ho tredici anni, non mi parlare come un bambino- borbottó Katai, facendo ridere l'uomo.

- Scusami, è che sei troppo carino! Volevi chiederci qualcosa?- chiese.

Katai annuì appena, leggermente esitante.

- Ecco, voi... Quando avete capito che il vostro legame non era più dettato solo dal fatto che vi conoscevate da tempo e che eravate tanto uniti?- mormorò.

I due si scambiarono uno sguardo.

- Bè, questa sarà divertente- dichiarò Miwo, mentre Seyru faceva cenno al figlio di seguirlo.

Tornò a sedersi sul divano, e Katai si sedette sul pouf di fronte a loro due.

- Per quanto riguarda me, non sono mai riuscito a immaginare la mia vita senza tuo padre: lui è sempre stato al mio fianco e si è sempre preso cura di me, non volevo fare niente che non fosse con lui, neanche sperimentare l'amore. Ma dato che non penso tu sia innamorato di qualcuno di più grande... Forse Miwo potrà darti più aiuto- affermò Seyru, voltandosi verso il maggiore.

- Diciamo che... Da quando ero piccolo, ho sempre amato prendermi cura di tuo padre. Se lui era felice lo ero anch'io, volevo vederlo sempre sorridente e libero di fare ciò che voleva. Mi sono accorto che, rispetto all'affetto che provavo per i miei amici, era un sentimento molto più forte e speciale, ero disposto a tutto pur di fare sì che fosse felice. È qualcosa che senti, se è diverso: ed è qualcosa di cui non ti devi vergognare e per cui devi lottare. Non c'è niente di male a essere innamorati di qualcuno, per cui combatti per il tuo amore- concluse Miwo.

Seyru sorrise e gli strinse la mano.

- Come sei romantico- disse.

- Solo per te- sospirò il maggiore.

Katai fece un piccolo sorriso.

- Grazie mille... Ci penserò- si alzò e si diresse verso i due, abbracciandoli - sono felice che siate state voi ad adottarmi- sussurró.

- Se fai così però non ti lascio più andare!- esclamò Seyru, stringendolo a sua volta, mentre Miwo li racchiudeva entrambi tra le sue braccia.

- Facci sapere come va, d'accordo?- disse.

- Certo!- rispose Katai, staccandosi dall'abbraccio - vado a riposare... Buonanotte a entrambi-.

- Buonanotte!- risposero i due, mentre il ragazzo si allontanava.

- Amo tanto nostro figlio- sussurró Seyru; Miwo sorrise.

- Perché lo hai cresciuto al meglio- lo tirò verso di sé, lasciandogli un bacio sulla testa - sei diventato davvero responsabile sai? Non fumi più, non mi assali più in luoghi pubblici, hai iniziato a pulire casa sempre meglio, sei presente per lui in ogni momento... Sai davvero un padre perfetto- dichiarò.

- Posso farlo perché so che ci sei tu a tenermi d'occhio- mormorò Seyru, stringendosi leggermente a lui - siamo entrambi ottimi genitori-.

- Si, hai ragione-. Seyru sorrise: grazie a lui... Poteva essere veramente una brava persona.




































- Allora, mi raccomando: se vuoi chiarire chi sta sotto, dillo prima- disse Seyru - e accordatevi su come muovervi, è importante che ci andiate piano le prime volte-.

- Papà, sai che... Andiamo solo via un weekend con Junichi e Juichi per il loro compleanno vero?- fece notare Katai, leggermente rosso.

- Tesoro, so com'è andare via con il proprio fidanzatino a diciotto anni. Tu nel dubbio portati tutto il necessario, al massimo limonate e basta!-.

- Papà!-.

- Ok, forse è il momento di lasciarlo andare- rise Miwo, raggiungendo i due - buona vacanza Katai, facci sapere quando arrivi- disse.

- Certo- il ragazzo si avvicinò ai due e li strinse in un abbraccio veloce - ci sentiamo presto!- li salutò, prima di afferrare il suo zaino e uscire di casa.

I due genitori si diressero alla finestra, guardando fuori e osservando loro figlio salutare Hiro con un bacio sulla guancia, arrossendo appena per qualcosa che avevano detto i due Haitani, prima di salire sulla moto e allontanarsi.

- È proprio cresciuto...- sussurró Seyru con un piccolo sorriso.

- E anche nel migliore dei modi. Non fare quella faccia, tornerà a casa presto- dichiarò il maggiore, stringendolo appena a sé.

- Lo spero- mormorò il minore, alzando appena lo sguardo su di lui - ci guardiamo qualcosa insieme per tirarci su?- chiese.

- Certo- Miwo lo prese in braccio, dirigendosi poi verso il soggiorno.

Aveva passato la vita a prendersi cura di lui, ed era certo che non avrebbe mai potuto desiderare vita migliore di quella.










Storia richiesta da cupidohhhhh, spero ti piaccia!

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