8. Il passato di Vleats
Ci conduce a casa sua, vedo la mia camera dalla finiestra del suo salotto, Kaneki è stupito.
-Come hai fatto tutto questo tempo a non essere visto da noi che lavoravamo, lavoriamo- si corregge indicando me- all'Anteiku?-
-Vedi Kaneki..ho imparato che spesso le persone vedono, o meglio, guardano, solo ciò che gli interessa. Quindi non ho difficoltà a usare l'indifferenza della gente per non essere visto. Ora, se io ti faccio vedere questa moneta, tu puoi dirmi che è reale, soltanto perchè la vedi, io ti dico che si, è reale, ma è falsa, perchè la guardo. La differenza è una linea sottile. Ma importante. Ma non vi starò ad annoiare con discorsi inutili e stupidi, devo raccontarmi di me. Faccio un caffè per voi due e poi incomincio. Accomodatevi pure.-
Ci indica due poltrone rosse, davanti a noi c'è un tavolino di vetro dove ha appoggiato la maschera. Esce dalla stanza, e poco dopo si sente un buon odore di caffè caldo. Non gli ho mai chiesto se sa farlo, ma ora non posso fare a meno di pensare come ha fatto a imparare.
-Sarà stato il Capo a insegnargli no?-
-Ah già...non ci avevo pensato.-
Kaneki abbassa il capo bianco sulle mie ginocchia.
-Siamo in casa di un pazzo, probabilmente molto più forte di entrambi noi, che ci racconterà una storia certamente assurda e...-
-Non hai una grande considerazione di me, caro Kaneki. E pensare che...se vi racconto di me è soltanto perchè possiate capire chi sono realmente...Quasi vi faccio un favore.-
-Infatti cosa stai dicendo Ken! Io mi fido di Vleats, e non penso che lui voglia eliminarci.-
Vleats china la testa in atto di assenso poi dice:-Comunque non tutto quello che ha detto "Benda sull'occhio" è sbagliato. Io sono molto più forte di voi..sarebbe uno scherzo annientarvi, ma come dice giustamente Touka io non ho alcuna voglia di uccidervi. Anche perchè non mi converrebbe.-
-Sono contento, allora questo caffè condito di passato?-
Non riesco a capirli. Vleats è esageratamente scrupoloso e preciso, alla sua pazzesca gentilezza Kaneki si contrappone con un'abissale arroganza e insolenza, mentre so che se Vleats può arrivare a estremi del genere, Kaneki non è mai stato così.
Ignora completamente la domanda di Kaneki, il caffè infatti è già sul tavolino in tazzine di porcellana bianca.
-Ah..puoi smettere di parlare come se fossi un pazzo maniaco?-
Chiede ancora Kaneki.
-Se proprio vuoi. La prima parte della mia infanzia fu molto felice, mio padre e mia madre si amavano e mi amavano e non avevo pensieri. Giocavo con lo zio, quando non ero impegnato, e con i miei amici. Ne ricordo due in particolare: Jeanette e Kuosa. Erano miei vicini, si erano trasferiti dopo di me e la prima volta che ci incontrammo ci ignorammo totalmente. Ma questa indifferenza non durò molto, meno di una settimana. Loro si conoscevano già da prima, erano stati nello stesso asilo. E mi ricordo..che mentre noi giocavamo nel cortile di casa mia, da dentro si sentivano i suoni più celestiali che ho mai sentito: mio padre suonava il pianoforte e mia madre, cullata da quella musica divina, disegnava...-
-È stato da lì che hai preso la tua passione per il disegno?-
-Si Touka. Vedi, io non ho mai avuto doti particolari, a parte la Kagune. Ma mi sono sempre fidato di ciò che i miei genitori mi consigliavano, e così appresi l'arte del disegno e quella della musica.
Ma la felicità non dura per sempre.
Tenete a mente questa frase, può sembrare scontata, ma in realtà non lo è. Ognuno vorrebbe che la propria gioia non terminasse mai, a prescindere dai modi. La mia realtà gioiosa si ruppe in un attimo, come una bambola. Avete sentito parlare, ma non penso, della strage della 17esima?-
-Io si!-
-Davvero Touka?-
-Si, ricordo che il Capo, tuo zio, una volta mi raccontò di cosa era successo. Avevo 9 anni, e ne ero rimasta...Ma tu sei..uno di quelli?-
-Intendi uno dei 35 bambini che la Ccg, il 4 febbraio di 8 anni fa, rapì? Si. Io sono uno di quelli. Il sopravvissuto.-
-Ma..-
-Stupefacente vero? Anche alcuni ispettori delle colombe la pensano così. La pensavano, ahimè non hanno fatto in tempo a dirlo a nessuno...-
-Cioè, per ricapitolare, tu solo, su 35 persone, su 35 ghoul, sei sopravvissuto a..cosa? Un rapimento?
Perdonami ma mi viene da ridere.-
E Kaneki ride davvero.
-Se tu avessi un briciolo di intelligenza, caro Kaneki, a quest'ora saresti già stato scalpato. Ma ho compassione per la tua deficienza. Fammi parlare! Potresti capire cose, e ascoltarne di quelle che cambiano per sempre l'animo di una persona.-
-Continua Vleats, perdonami.-
Tende la mano verso Vleats, che la prende con mollezza e la stinge.
-Allora, ora che vi siete riappacifficati, continuiamo?-
-Certo. Non so ancora quali furono i mandanti per questo reato, e le dinamiche non ve le racconterò. Vi dico solo, che i miei genitori, e quelli di molti altri morirono. E noi?
Ci portarono alla Centrale di Tokyo.
Ma eravamo illusi, se ancora dopo aver visto gli amichetti più grandi distrutti dalle quinque, speravamo la liberazione.
Perchè chi entra nella Centrale di Tokyo non esce.
Perchè chi entra nelle Camere di Tortura, difficilmente sopravvive.-
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