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21

Yashua condusse Christopher in una stanza seminascosta in fondo al corridoio. yashua aprì la porta facendolo entrare e invitandolo a sedersi su una poltrona, mentre lui si sedeva di fronte a lui.

-Qualche giorno fa mia madre e io siamo andati a fare la spesa. L' abbiamo incontrato questa anziana signora che mia madre aveva già avuto l'opportunità di incontrare. Era molto stanca e...Quella era la prima volta che faceva la spesa per questo mese.

-Come?-rimase interdetto Christopher

-La sua famiglia non ha i soldi per sopravvivere e potrebbero essere sfrattati da un momento all'altro.

-Quanti sono?

-La signora con la figlia che ha tre figli maschi.

-La donna non é sposata?

-Il marito si é tolto la vita. E il figlio maggiore é stato ucciso.

-Che storia terribile. Ma cosa vuoi che io faccia?

-Il secondo genito...é un ragazzo distrutto ma...Ha una forza che mi ha disarmato. Basta guardarlo negli occhi.

-E quindi?

-Elementi simili servono sempre in squadra.

Christopher portò le mani sotto il mento e sembrava pensarci. Lui aveva sofferto per la sua famiglia, ma c'era chi stava peggio di lui.

-Portami quel ragazzo.



Qualche ora dopo, Erick si era svegliato e stava cercando i suoi tre angeli custodi. Non era molto sveglio e quindi si limitò a seguire le voci che sentiva. I quattro avevano smesso di parlare quando lo videro entrare.

-Ti sei svegliato, dormiglione.-disse Richard

-Ho tanto sonno.-disse sedendosi a terra accanto alle gambe di Christopher che era ancora seduto sulla poltrona e chiuse di nuovo gli occhi.

-Non dormire così.-gli disse cercando di scuoterlo.

-Qui c'è un divano, starà meglio.

Zabdiel lo prese in braccio e poi lo mise steso sul divano, e poi tornò alle spalle di Christopher. Stavano parlando del ragazzo trovato da Yashua e non erano del tutto convinti. Però erano pronti ad aiutare.

-Mio fratello é molto bravo nel capire le persone, ma non possiamo fare la mensa dei poveri o cose simili.-disse Richard a voce bassa-Deve lavorare come tutti noi.

-Aspettiamo che arrivi.-chiuse il discorso Christopher leggendo i fogli spediti da Johann. Non era niente di serio, solo Maluma che gli faceva sapere di aver rispettato i loro accordi. Era una persona non facile da decifrare, ma era una persona di cui fidarsi.

Richard ad un certo punto si alzò e lasciò la stanza, ma nessuno ci fece caso. Erick non era sicuramente abituato a viaggiare e ora doveva combattere contro il jet leg. Dei passi risuonarono per il corridoio. Bussarono tre volte e Zabdiel aprì la porta per poi tornare dietro a Christopher.

Quando Richard entrò accompagnato da un ragazzo Christopher si fece attento.

-Lui chi é?-chiese a voce bassa per non svegliare Erick come fino ad ora-

-Joel Pimentel.-lo presentò con fare ovvio Richard

-Quanti anni hai?-chiese Christopher dopo averlo squadrato. Sembrava un mabino.

-17 anni.-ripose con voce un pò tremolante.

-Di dove sei?

-Messico.

Fece cenno e Zabdiel prese i fogli così Christopher si alzò e si avvicinò a Joel.

Sembrava un bambino spaventato, ed era normale dopo due perdite così grandi e le condizioni economiche disparate in cui la sua famiglia versava. La legge messicana richiedeva che fosse lui a prendersi cura della famiglia. Ma é perso.

Però Yashua aveva ragione. 

Gli occhi erano quelli di un guerriero.

-Che cosa dovrei fare con te?

A quella domanda, Joel si mise dritto con la schiena, mettendo sotto gli occhi di tutti i presenti la sua forza.

-Quello che vuoi.

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