16
Correva come un sopravvissuto ad un incendio. Rischió di travolgere tutti nella troppa fretta, e nello stesso tempo cercava di non fare cadere i sacchetti che teneva in mano.
Ripercorse di nuovo la strada cercando di arrivare il prima possibile all'hotel, sperando che non sia successo niente nel suo periodo di assenza.
Nel vederlo tornare stanno attenti ad evitarlo e lui li ringrazia mentalmente per renderli le cose così facili. Alla vista dell'hotel accelera un po'di più, entrando per un pelo attraverso la porta che si stava chiudendo. Salí di corsa le scale, in quel momento non pensò nell'usare l'ascensore, voleva raggiungere la stanza.
Una volta arrivato davanti alla porta la spalancó di colpo, facendo sussultare tutti i presenti per lo spavento.
-Eccomi.-disse Zabdiel poggiando le buste sul tavolino.-Ho preso un pasto completo.
-Bene, vado a vedere se si é svegliato.-fece Christopher per poi dirigersi verso una porta che portava ad una stanza. Il letto era occupato da un piccolo corpo che si muoveva. Si stava svegliando e quindi lui si avvicinò per tranquillizzarlo in caso c'è ne fosse stato bisogno.
Il bambino aprì gli occhi e si guardò intorno leggermente confuso e preoccupato. Era in una stanza, ed era su un letto morbido.
-Ehi...-si voltò verso la voce e sussultò e quasi si chiuse a riccio.-Tranquilo, va tutto bene. Non voglio farti niente, voglio...solo sapere come stai.-lo guardava con gli occhioni spaventati e non sapeva cosa rispondere.-Stai bene?
Il bambino si limitò ad annuire quasi con sospetto.
-Ho fame...-disse con la sua vocina.
-Vuoi mangiare?- gli chiede Christopher
-Si.
-Allora vieni.- allungò una mano verso di lui. Si limitò ad osservare la mano, era come se lo stesse ispezionando.
Come stesse cercando di capire se poteva prendere quella mano. Se si può fidare di quella persona. Venne distratto dall'improvviso ingresso di Richard.
-Il cibo é pronto.-disse-Qualcuno vuole mangiare?
-Io...-disse a voce un pò più alta.
-Allora andiamo.
Scese dal letto, si avvicinò a Christopher e prese la mano che nel frattempo lui stava abbassando. Tornarono nell'altra stanza, trovando il tavolino ben addobbato. Christopher lo fece sedere e gli passò il cucchiaio in modo che iniziasse a mangiarle la zuppa.
I tre lo osservano mentre divora letteralmente tutto ciò che é presente in tavola.
Dio solo sa da quanto non mangia, pensò Richard quasi con le lacrime agli occhi. La sua famiglia non aveva conosciuto quel livello di poverta. Il bambino finì di mangiare in 15 minuti e poi li guardò. Non sapevano come comportarsi in quel momento.
Zabdiel fece un passo in avanti e si sedette accanto al bambino, ma non troppo vicino perché poteva interpretare male il suo troppo avvicinamento.
-Io mi chiamo Zabdiel, vengo da Puerto Rico. E tu?
Lui si limitò a guardare il suo sorriso così tranquillo e rassicurante. Vedeva nei suoi occhi tanta gentilezza.
Non era un uomo cattivo.
-Mi chiamo Erick.
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