Capitolo IX - La visione (seconda parte)
Nel ricordare quell'immagine disumana, Rita incominciò a balbettare parole incomprensibili fino ad ammutolirsi, cadendo in uno stato quasi catatonico.
Era come se, per qualche strana ragione, Rita avesse deciso di "spegnersi".
Non muoveva più neanche un muscolo, il suo sguardo era assente, gli occhi fissi e vitrei riflettevano l'immagine di Luigi che continuava a guardarla preoccupato.
«Oh mio Dio! Che cos'hai? Che succede? Parlami! Dimmi qualcosa!» le chiese disperato Luigi stringendole forte le mani in segno di amore e sostegno.
Fu proprio questo gesto che ridestò Rita dalla sua assenza.
«Cos'è che hai visto di così scioccante da ridurti in questo stato? Qualsiasi cosa sia la affronteremo insieme come abbiamo sempre fatto» le disse Luigi con voce amorevole stringendola a sé.
I due stettero in silenzio; l'unico rumore che si sentiva era il respiro sempre più affannato della povera Rita.
Poco dopo il silenzio venne interrotto da Luigi che, stringendo le mani della moglie, le disse:
«Non voglio costringerti a ricordare cose che magari tu vuoi dimenticare. Vorrei solo saperne di più; magari possiamo trovare una soluzione.»
Rita fece un cenno della testa e continuò così il suo racconto.
«Ho visto una figura abominevole, con una bocca spaventosa e il corpo che pareva una fiamma!»
«Va avanti! Lo so che c'è dell'altro» le disse il marito tenendole sempre le mani strette nelle sue.
Con un cenno del capo Rita continuò il racconto.
«A un certo punto quell'essere orrendo puntò quei suoi occhi rosso sangue su di me con uno sguardo pieno d'odio diabolico e spaventoso che fece tremare la mia anima. Percepii immediatamente che si trattava di qualcosa di malvagio. Mi feci coraggio e gli chiesi chi era e che cosa voleva da me. Poco dopo mi rispose di rimando la voce cupa e forte di quell'essere terrificante, il quale mi disse di essere Lucifero, il re degli Inferi».
Rita trasalì.
In quel preciso momento le ritornarono alla mente alcune delle pungenti parole di quell'essere deforme che le rimbombavano continuamente nella testa, come se fossero parte di un'antica e funesta profezia, che riguardavano la piccola Silvia.
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