22 I cacciatori e la suora
Quando la squadra uscì dal labirinto rimase meravigliata: il cielo era ancora nero, ma le stelle si erano decise a rendere vivo quel nero da mortorio. La luna era piena, e la sua pallida luce dava tutt'altra aria a quel posto così tenebroso. Senza dire una parola, i maghi si misero in marcia verso Magnolia; durante il viaggio non fecero mai soste di alcun tipo, come se la scomparsa del cadavere della suora avesse dato loro la forza di tornare a casa. Ci impiegarono due giorni, e Magnolia apparve a loro con un'alba che non credettero di poter rivedere: sembravano passati secoli da quando erano partiti per salvare i loro genitori, ed erano seri a dire che non sapevano quanto tempo fosse passato da allora.
"Appena arriviamo alla gilda" cominciò a dire Nashi appena entrata in città "comunichiamo le nostre scoperte a tutti e poi andiamo".
"Andiamo dove?", chiese Gale.
"Ad affrontare Rachele ovviamente".
"Io non penso proprio" insorse Kida "dobbiamo riposarci".
"Ma i nostri genitori-".
"I nostri genitori sono forti" fu Storm a interrompere Nashi "ma non li possiamo salvare se siamo messi male".
La rosata sospirò e annuì. I quattro proseguirono fino a raggiungere la gilda: Fairy Tail dall'esterno non sembrava cambiata, ma l'interno? Entrarono; per fortuna tutto e tutti erano uguali a come li avevano lasciati, ma appena messo piede dentro, i ragazzi vennero investiti dagli abbracci e le dimostrazioni d'affetto da parte di tutti compagni di gilda.
"Dove siete stati?!" chiese Makarov, preoccupatissimo "Eravamo preoccupati per voi!".
I quattro si sedettero e ciascuno raccontò la propria parte di storia, narrando le vicende sugli scontri e ciò che avevano scoperto su Rachele.
"E così Rachele è tornata mortale", commentò Macao.
"Sì" rispose Nashi "e i nostri genitori? Sono tornati?".
Wacaba scosse la testa.
"Mai visti da quando erano partiti due mesi fa".
"Capisco" disse Gale "io dico di riposarci ed andare da Rachele questo pomeriggio".
"E dové?" chiese Storm "Ora che è mortale può gironzolare per tutta Magnolia".
"No" gli rispose secca Kida "indipendentemente dalla sua condizione Rachele resterà sempre legata alla sua cappella".
"Quindi dovremmo andare lì in primis?", le domandò l'amica.
"Sì. E questa sicurezza non mi piace affatto".
Quando giunsero di fronte alla cappella si era fatta notte; con una luna incompleta nel cielo e le stelle completamente assenti, quel luogo pareva molto più macabro di quanto non fosse in realtà.
"Io e Gale ci occuperemo di Rachele" disse Nashi "mentre voi due vi occuperete dei nostri genitori".
"Per me va bene", disse Storm.
"Perfetto. Andiamo".
Con una paura che tutti avevano ma nessuno la voleva mostrare, i ragazzi entrarono nella cappella; era illuminata da delle candele appese al soffitto, tramite dei giganteschi candelabri fatti di ferro. Molti angoli erano in penombra, e soltanto la parte centrale e l'altare erano ben illuminati. Guardandosi attorno, la videro: Rachele era seduta sull'altare, con le gambe a penzoloni e un ghigno in volto. Era profondamente cambiata: ora appariva come una ventenne, e sembrava più viva di quando l'avevano vista l'ultima volta. Il piano per la sua resurrezione aveva funzionato.
"A quanto vedo siete ancora vivi".
Anche la voce era cambiata, più acuta, e quasi dolce.
"Lo sei anche tu", commentò Nashi.
Il ghigno della suora scomparve, tramutandosi in uno sguardo serio e privo di umanità.
"Prima di uccidervi ditemi come ci siete riusciti", disse.
"Il tuo corpo era collegato alle vite di sette guerrieri detti Sette Peccati Capitali" rispose Gale "compreso il tuo caro compagno di seminario Eruannon".
Se il volto di Rachele pareva fatto di pietra, adesso sembrava appartenere a un mostro; gli occhi lampeggiavano d'ira, carichi di un odio che erano in contrasto con un sussulto fisico, come sorpresa di udire quel nome.
"Non mi stupisce che sia stato battuto" fu il suo commento "era un debole, un miserabile".
"Avrà fatto cose crudeli" disse Nashi "ma quell'uomo aveva più umanità di te! Ha venduto la sua anima al diavolo, e ha sofferto, solo per farsi amare da una donna che l'umanità non l'avrà mai!".
Rachele non commentò, né reagì in alcun modo.
"Preparatevi a morire", disse con una voce fredda come il ghiaccio.
"Tu sei sola" rispose Storm "noi siamo in quattro".
La suora ghigno' e schiocco' le dita; alle sue spalle irruppero dall'alto otto figure, quattro maschili e quattro femminili. I ragazzi rimasero allibiti: i loro genitori erano lì, davanti a loro, eppure non sembravano loro. Gli occhi di tutti erano dorati, e la carnagione cadaverica.
"Che l'ultima battaglia abbia inizio", decretò Rachele.
Storm si ritrovò a scontrarsi contro suo padre Gray e sua madre, Juvia, isolato dai compari.
"Mamma, papà" disse il ragazzo "tornate in voi. Non mi fareste mai del male".
Sua madre parlò, ma non disse quello che lui si era aspettato.
"Water Lock!".
Storm venne ingabbiato da un'enorme sfera d'acqua, ma si liberò subito facendola evaporare. Poi fu il turno di suo padre.
"Ice Make: Lance!".
Stese le braccia di fronte a sé e creò lunghe lance di ghiaccio che fecero per trafiggere Storm; il ragazzo si difese creandosi un gigantesco martello, e con esso colpì le lance che tentavano di colpirlo, facendole sbagliare traiettoria.
"Tornate in voi maledizione!" urlò, concentrandosi poi su Gray "Papà! Cosa mi dicesti nel labirinto?!".
"Niente" rispose lui, secco e lapidario "assolutamente niente".
"Menti! Mi hai detto di finire la missione e di fermare Rachele! E lo sai il perché?! Perché sennò quella fottuta suora distruggerà Fairy Tail!".
Fairy Tail, e Gray parve risvegliarsi da un lungo sonno; gli occhi tornarono normali e la carnagione tornò quella di sempre.
"Storm...", mormorò.
Guardò subito dopo Juvia. Sua moglie invece era ancora sotto il potere di Rachele, e per liberarla fece una sola e unica cosa: la baciò.
Dopo tanto tempo Kida poté rivedere i suoi genitori, ma la riconciliazione non fu come si era aspettata; sua madre era sottoforma di serpente ed avvolgeva il corpo di suo padre come fosse un albero.
"E io mi dovrei scontrare con una ragazzina?", chiese Erik.
Kida non ascoltò quelle parole e contrattaccò.
"Sono tua figlia papà, non te lo ricordi?".
"Tu? Mia figlia? Non farmi ridere. Vediamo se gradisci il veleno di Cubellios".
Il serpente venne aizzato contro la ragazza; in quel decimo di secondo, Kida comprese una realtà dolorosa: se voleva avere la forza per tenere a bada i suoi genitori aveva bisogno di veleno, e l'unico modo per poterselo procurare al momento era sua madre. Si lasciò mordere il braccio, e percepì il veleno entrarle nelle vene; fu come bere acqua fresca dopo una lunga passeggiata nel deserto, eppure il dolore lo percepiva eccome, e il sangue usciva a fiumi. Si mise in piedi, e suo padre rimase allibito.
"Come sei riuscita a metterti in piedi? Il veleno di Cubellios ti atterra in seduta stante!".
"Cubellios non è un serpente!" rispose la figlia "È Kinana! Mia madre, tua moglie!".
Erik guardò il serpente, e con stupore lo vide mutare il proprio corpo, trasformandosi in una donna dai capelli corti e violacei, con gli occhi simili a due smeraldi.
"Kinana...", mormorò lui, con la pelle e gli occhi che tornavano normali.
"Erik...", mormorò a sua volta la donna.
Si voltarono a vedere la figlia, e la trovarono in ginocchio, sostenendo il braccio che non aveva cessato di insanguinare.
"Kida!", urlarono in coro, correndo da lei.
Raggiunta la ragazza, l'abbracciarono disperati, piangendo di gioia.
Gale vs Gajeel Redfox e Levy McGarden, uno scontro che tutti avrebbero pagato per vederlo.
"Non costringetemi a farvi del male", attaccò il ragazzo.
"Tu? Fare del male?" domandò il moro con tono di sfera "Ma non fammi ridere!".
"Il tuo umorismo mi entusiasma".
"Fatti da parte ragazzino", disse invece Levy.
"Da quand'è che sei così aggressiva, eh gamberetto?".
La donna parve imbestialirsi udendo quel nomignolo.
"Solid Script: Snake!".
Scrisse la parola per terra, e comparve da essa un lungo serpente marrone che, veloce come la luce, tentò alla vita di Gale. Il ragazzo afferrò il serpente e lo rimandò al mittente; Gajeel difese la moglie proteggendola con una parete di metallo.
"Non sei più il Gajeel di Phantom Lord!" urlò Gale "Ed ecco la prova! Hai difeso Levy McGarden, la donna che ami e che ti sopporta per il tuo caratteraccio!".
Il padre non si fece abbindolare da quella frase ed attaccò il figlio con la tecnica della Spada del Drago d'Acciaio, ma quest'ultimo evitò il colpo scartando di lato, e con un potente calcio scaraventò Gajeel più in là rispetto a dove si trovavano. Lo vide alzarsi in piedi, e con gran sollievo rivide nei suoi occhi il sangue che li colorava. Ora mancava soltanto sua madre.
"Mamma" disse Gale, guardando Levy "non fare cose di cui ti pentiresti. Tu non sei così, e non lo sarai mai".
La donna parve non averlo sentito.
"Solid Script: Fir-".
Fece per finire per scrivere Fire, ma un braccio esterno la bloccò, sollevandola da terra per il colletto dietro al collo. Era Gajeel.
"Rimettimi giù razza di armadio a due ante!", urlò lei.
"Una piccoletta come te è difficile da trovare, perciò non ti allontanare più da me".
Una frase, e Levy tornò alla normalità.
Nashi contro Natsu Dragneel e Lucy Heartphilia, uno scontro che faceva scalpore al solo pronunciare.
"Tornate in voi!" urlò la ragazza "So che c'è del buono in voi!".
I suoi genitori parvero non ascoltarla e Lucy evocò Taurus; lo Spirito Stellare sembrava combattere svogliato, e alla fine, insoddisfatta di Taurus, la maga stellare lo fece tornare nel suo mondo.
"Pugno di Ferro del Drago di Fuoco!", urlò Natsu, lanciandosi sulla figlia con furia.
Nashi evitò il colpo scartando di lato, e da lì in poi non fece altro; sarebbe morta pur di fare del male ai suoi genitori, a suo padre.
"Papà! Torna in te per favore! Non permettere a Rachele di possederti!".
Gli bloccò i pugni infiammati e proseguì.
"Tu sei Natsu Dragneel! Il ragazzo che tanto amava Lucy Heartphilia, e la ami ancora! Tu ami e proteggi la tua famiglia! E allora manda al diavolo Rachele e torna in te!".
Gli occhi, lentamente, sbiadirono e il verde divenne il colore dominante, e la pelle tornò rosea come i capelli.
"Nashi...".
Si staccò dalla figlia e la abbracciò; Nashi ricambiò, e all'abbraccio si unì anche Lucy. Evidentemente le sue parole avevano avuto effetto anche su di lei. Il momento venne rovinato da Natsu; l'uomo infatti si staccò dalle donne, traballante. Dal petto gli usciva una lama di ferro che lo trafiggeva da dietro; cadde all'indietro, e alle sue spalle Rachele rideva sadica, col braccio fatto a lancia, sporca di sangue.
"No!".
La figlia corse verso il padre e gli si inginocchiò accanto; la carnagione diventava sempre più chiara ogni secondo che passava.
"Dov'è Wendy quando serve?!" urlò guardando la madre "CHIAMALA!".
"N-no...".
Nashi guardò il padre, ovvero colui che aveva parlato.
"Finisci quello che hai iniziato...", mormorò.
"Non posso...ho bisogno del tuo aiuto...".
"Non ne hai bisogno fiammella, tu sei forte e molto coraggiosa. Con i tuoi amici ce la farai...".
"Ma è colpa mia. Se non ti avessi disobbedito...".
Gli occhi divennero sempre più pesanti, e le lacrime cominciarono a solcarle le guance.
"Ehi tranquilla..." Natsu gliene asciugò una, portandole una ciocca di capelli dietro all'orecchio "io non morirò mai. Dopotutto, sono tutto un fuoco".
Sorrise, e proseguì.
"Ora vai, e ricorda che per te ci sarò sempre...".
Poi chiuse gli occhi, e collassò.
"Adesso sai cos'ho vissuto".
Nashi si voltò verso Rachele, dato che era stata lei a commentare; senza distogliere lo sguardo, il corpo si ricoprì di fuoco e parte del fisico mutò. Metà volto si ricoprì di scaglie cremisi, e l'occhio colpito divenne a drago; sulla scapola destra si materializzò un'ala membranosa, e aperta. La furia che stava provando sarebbe stata capace di distruggere il mondo intero.
"Ti ucciderò maledetta!".
"Non sei un vero Dragon Slayer" le rispose Rachele, mettendosi al centro della sala "tu non puoi fare niente".
"Ma noi quattro sì".
Si girò di scatto a destra; metà della faccia di Gale era ricoperta di scaglie metalliche e l'occhio era nero, col braccio trasformato in una spada.
"Non sei più così potente eh?".
Rispettivamente opposto a Gale, Storm si era spogliato dei propri abiti, e l'unica cosa che portava erano i boxer; il petto e una parte del volto erano marchiati dal tatuaggio del Devil Slayer, con l'occhio completamente bianco. Per esclusione, Rachele si guardò alle spalle; le mani di Kida erano fatte a drago, e gli occhi violacei.
"Kida" le disse la suora, con voce persuadente "ami ancora queste persone? Te l'ho detto quella sera: questa gente non ti ama, non ti considera, e nemmeno ti protegge. Quella che consideri la tua migliore amica ti ha mandato in coma!".
Kida non si lasciò ingannare da quelle parole, sputate alla vanvera.
"Mi hai già ingannato una volta, e non cadrò nel tuo stesso inganno".
"Ma non puoi-".
"Ruggito del Drago Velenoso!".
Colpì la suora col ruggito, spingendola contro Nashi; la rosata ricambiò l'attacco e Gale e Storm imitarono le compagne. Rachele si ritrovò nel mirino di tre figli di Dragon Slayer e un figlio di un Devil Slayer; le vesti iniziarono a corrodere per via degli attacchi e la pelle anche. Fu un dolore talmente acuto che la mente fu perversa di suoni del suo passato; i rintocchi delle campane di Zentopia, i canti ecclesiastici, l'organo...bastò quest'ultimo ricordo per rammentare la sua adorata figlia. Mentre stava ormai perdendo la sensibilità al dolore, la vide, cresciuta ai venticinque anni; Artemis sorrideva.
"Ciao mamma".
I quattro maghi smisero, e Rachele cadde in ginocchio, ferita a morte; sua figlia le si era avvicinata, e le stata porgendo una mano. La donna, sorridente e con le lacrime agli occhi, gliela strinse, e morì.
Nashi tornò normale, e con sgomento vide Rachele cadere a terra, priva di vita. Si era aspettata di essere contentissima nel vederla morire, eppure non lo era, anzi, era quasi dispiaciuta. Il motivo però, non lo sapeva. Si voltò, e vide chine sul corpo di suo padre Wendy e Lucy.
Corse da loro, ed esaminò Natsu; la ferita era sparita, e la carnagione era normale, ma ciononostante non si era svegliato.
"Svegliati papà" gli disse "papà abbiamo vinto! Vinto! Ora svegliati! SVEGLIATI NATSU!".
La voce in quell'istante si tramutò in quella di un uomo, o meglio, in quella di un drago, quella di Egneel. Salamander aprì gli occhi di scatto, come svegliandosi da un lungo sonno.
"Ehila' gente!" esclamò ridendo "Che mi sono perso?".
"Nashi ti ha riportato in vita", gli rispose Lucy.
Natsu si concentrò sulla figlia e le accarezzò la guancia.
"Brava la mia bambina".
Sorrise, e la ragazza ricambiò quel sorriso.
Angolo Autore:
E fu così che la saga To The Stars si concluse. Anche se ha avuto molto meno successo rispetto al primo spero comunque che vi sia piaciuta questa storia. Ho progetti per altre storie su Fairy Tail, ma li svolgero' semmai in seguito. Ora mi concedero' un piccolo periodo di pausa dalla scrittura ma tornerò trionfante con una nuova storia: The Wanted Decepticon, una storia sul tema di Transformers (non si era capito vero?😅😅😅😅😅😅) per la gioia di MomokoNihil.
A PRESTOOOOOOOOOO
*fa il saluto alla Fairy Tail e scompare*
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