𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚠𝚎𝚗𝚝𝚢
"Svegliatevi, mocciosi!" La monotona voce di Levi rimbombava all'infinito nelle mie orecchie, mentre una fresca folata di vento attraversò il mio corpo, avvolto solo dall'uniforme di seta.
Rabbrividii e, stiracchiandomi senza ritegno, aprii finalmente gli occhi, prestando attenzione a non svegliare in modo troppo brusco il ragazzo che dormiva sulle mie gambe.
Accarezzai con premura la testa di Eren, prima di tirargli leggermente i capelli. "Ehi, siamo arrivati."
Udendo tali parole, spalancò in men che non si dica le sue intense pozze verdi, all'interno delle quali, incastonati saldamente, vi erano smeraldi luminosi, i più belli che esistessero in natura.
Sbadigliò e, stranito, si guardò intorno, nel tentativo di capire dove si trovasse.
"Perché siamo qui, Rasa?" Domandò ancora più confuso, ancora incapace di distinguere sogno e realtà.
Sorrisi al nomignolo infantile che mi aveva appena dato, come poteva un ragazzo così dolce essere paragonato ad un mostro?
"Oggi è il grande giorno, incontrerai tutta la squadra per la prima volta!"
Mi fissò dal basso verso l'alto per qualche secondo, sembrava quasi non credere a ciò che gli avevo da poco rivelato.
La fama di quel team era impossibile da descrivere, proprio come la profonda stima che egli provava nei confronti dei membri del nostro gruppo.
Non riusciva ancora a credere che fosse riuscito a realizzare lo stesso sogno che lo accompagnava ormai da anni, da quando era solo un bambino: entrare a far parte del corpo di ricerca in nome dell'umanità.
Certo, avrebbe sperato che ciò fosse avvenuto in circostanze diverse, possibilmente che non prevedevano i calci del capitano Ackerman.
Notai solo in quel momento che la mia migliore amica non si vedesse da nessuna parte, nonostante si fosse appisolata al nostro fianco. "Levi, dov'è Luna?"
Il diretto interessato si girò, mi squadrò con il suo solito sguardo cupo che non lasciava trapelare alcuna emozione.
"È già dentro."
Annuii, mentre percepivo il peso del castano sollevarsi dalle mia cosce. Una volta in piedi, quest'ultimo mi porse la mano, come un vero gentiluomo, per aiutarmi ad alzarmi, visto che mi facevano un po' male le gambe.
Afferrai la sua presa in un batter d'occhio, ringraziandolo con un piccolo sorriso.
Uno sbuffo infastidito ci riportò all'ordine.
Benissimo, il nano si è svegliato dalla parte sbagliata del letto.
Per evitare di farlo arrabbiare ancora di più, io e Eren ci affrettammo a scendere dal trabiccolo su cui fino a pochi istanti prima ci eravamo addormentati.
Con un distaccato cenno del capo, Levi ci intimò di seguirlo, in modo così da poter avere un'idea di come fosse internamente la struttura dinanzi ai nostri occhi.
Il nuovo quartier generale era molto simile a quello in cui avevo trascorso le ultime settimane. C'erano anche qui diversi edifici di legno allineati in file ordinate, grandi sale e appezzamenti di terreno all'aria aperta adibiti all'addestramento.
Una cosa che non passò inosservato alle mie riflessioni, però, era che esso fosse molto più piccolo rispetto al precedente in cui avevo alloggiato.
Quando le persone in un reggimento muoiono a destra e a manca, non c'è motivo di espandersi, giusto?
Mentre ci facevamo strada nell'accampamento, tutti gli occhi degli altri membri del corpo di ricerca erano puntati costantemente su di noi, sentivo bruciare sulla pelle i loro sguardi indagatori, scivolare contro il mio corpo i commenti che lasciavano le loro labbra.
Mormorii sommessi cominciarono a turbinare intorno a noi e, seguendo il mio istinto, afferrai la mano di Eren, stringendola nella mia, senza accorgermi che il mio gesto avesse recato un gran fastidio al bassino davanti a noi.
Detestavo essere al centro dell'attenzione, le insicurezze che portavo con me, sembravano sempre venire allo scoperto nei momenti peggiori.
L'ansia, l'imbarazzo, la paura di essere giudicata, bloccavano i movimenti ogni volta, ghiacciando gli arti inferiori e mandando in cortocircuito il mio sistema nervoso.
In quegli istanti, non riuscivo a riconoscermi.
"La Mensa è alla vostra sinistra, gli alloggi infondo a destra, l'allenamento invece si svolgerà fuori a meno che non piova. Se il tempo non permetterà, ci sposteremo all'interno." Si fermò un attimo, proprio davanti alle porte del refettorio, esitò, forse incerto se continuare a parlare.
"Esaminiamo dei punti fondamentali prima che ti presenti alla squadra."
Il ragazzo vicino a me sorrise raggiante, dai suoi occhi trasudava profonda ammirazione, nonostante il nostro capitano fosse lo stesso che, a distanza di qualche ora, lo aveva picchiato a sangue.
"Innanzitutto, Jeager, io sono il 'fortunato' che dovrà controllarti durante la tua permanenza qui. Ho il pieno controllo di ciò che farai d'ora in poi, quindi valuta bene le tue scelte e esegui ogni mio ordine. Secondo, ti verrà richiesto di dormire nei sotterranei, per evitare spiacevoli imprevisti notturni. Terzo, non potrai trasformarti senza permesso, altrimenti mi costringerai ad ucciderti e, sappi, che non esiterei a farlo. Inoltre-"
"Dai, " lo interruppi, notando che sul viso di Eren cominciò ad apparire un cipiglio. Sebbene io non fossi entusiasta di essermi unita al corpo di ricerca, avevo capito quanto il diciannovenne tenesse a un simile incarico ed ero disposta a difendere i suoi sogni ad ogni costo. "penso che lo sappia già, evitiamo di farlo sentire un criminale in gabbia."
Levi inarcò il sopracciglio e si diresse verso di me, fermandosi a pochi centimetri dal mio corpo, prima di affondare un sottile dito nel mio petto.
"Bada bene a ciò che dici, Meghami, potresti ritrovarti in guai più grandi di quanto immagini. Marmocchio, tu entra, vai dagli altri e lasciaci soli. Io e la tua amichetta vi raggiungeremo tra poco."
Cazzo.
Eren spalancò la bocca e ci scrutò, interdetto. Da un lato non voleva lasciarmi sola con l'uomo, ma dall'altro aveva paura delle ripercussioni della sua disobbedienza.
Gli feci l'occhiolino, per dargli la conferma di potere andare, anche se, dentro di me, speravo che sarebbe rimasto lì.
Non mi piaceva l'idea di rimanere sola con il capitano, non mi fidavo di lui.
Il ragazzino, cogliendo al volo il messaggio, cominciò ad allontanarsi e, prima di spalancare le porte, si girò verso di noi un'ultima volta, sorridendomi in maniera rassicurante, per tranquillizzarmi.
Io e Levi restammo così in silenzio, uno difronte all'altro. Le mie braccia ricadevano saldamente lungo i fianchi, mentre il suo indice pungeva ancora contro il mio petto, all'altezza del cuore.
Manutenni il contatto visivo, cercando di leggere o di prevedere le sue intenzioni.
Davvero è la persona che vuole far credere di essere?
"La tua posizione nella mia squadra è instabile e non sono esattamente contento che Erwin ti abbia messo con noi, però credo che questo tu l'abbia già capito."
"Instabile?" Chiesi, in parte sfidando la sorte.
Si avvicinò di più a me, senza distogliere gli occhi cerulei dai miei color nocciola nemmeno per un secondo.
"Se mi fai incazzare, sei fuori." Spiegò con autorevolezza, non voleva riprendere di nuovo il discorso.
Credeva di avermi messo con le spalle al muro, e che, dicendo ciò, avrebbe posto la parola fine a tutte le seccature che aveva portato il mio arrivo nel team.
"È la tua ultima chance, sfruttala o ti ritroverai senza niente e nessuno, la scelta è tua."
Sa sempre come ferirmi, conosce i miei punti deboli e li sfrutta a suo vantaggio. Adorabile, davvero.
"...Ma adesso pensiamo al presente, è giunto il momento per il tuo fidanzatino di incontrare gli altri."
Perché dovrei stare insieme ad una persona che shippo con Mikasa?
"Muori." Mormorai, seguendolo dentro la grande sala, ignara che mi avesse sentito.
L'interno della mensa era vuoto, non vi era anima viva, fatta eccezione per il nostro gruppetto compatto che, al momento, sedeva ai lati di Eren.
Quest'ultimo, in particolare, non sembrava molto contento di trovarsi lì, sentendosi asfissiato dalla marea di domande che gli stavano ponendo i miei compagni.
Oluo, appena vide me e il corvino arrivare, si sporse verso di lui, lo osservò con fare intimidatorio, imitando miseramente Ackerman.
Tacque per un po', mentre cercava le parole giuste da usare per fare bella figura con tutti noi e, soprattutto, con la sua tanto amata rossa, che aveva occhi solo per Levi.
Bleah.
"Sei sicuro di non essere una minaccia per noi? Se lo sei sappi che...Ahia!"
Petra lo aveva afferrato saldamente per il colletto, mentre l'altro continuava a massaggiarsi la guancia, dove un'intensa impronta rossa iniziò già ad apparire.
"Dannazione, non potevi andarci un po' più piano, Ral?"Borbottò, liberandosi a fatica dalla presa della giovane.
"No, idiota, se fossi stata più delicata non avresti capito, considerando anche quanto tu sia testardo. E poi ricorda che se Jeager avesse rappresentato un pericolo, il nostro capitano non lo avrebbe portato qui!"
"Soldati." Mormorò mister simpatia, per far stabilire ordine nella stanza. Tutti, ad eccetto di Eren, iniziarono a controllare le proprie uniformi, in modo da assicurarsi che nemmeno un capello fosse fuori posto. "Vi siete presentati alla nuova recluta?"
"Non-non esattamente...Scusaci se abbiamo perso tempo, ma qualcuno era troppo impegnato a porre domande prive di significato. Rimedieremo subito però!" Disse Petra, alzando le mani in segno di resa e alludendo alla poca intelligenza di Bozado.
Scostò una ciocca fiammeggiante dietro l'orecchio, prima di spostare la sua attenzione da Levi al diciannovenne che sedeva tra Luna e Oluo. La prima gli si presentò subito, con il suo solito sorriso stampato sul volto.
"Io sono Eld Jinn." Si fece avanti l'uomo dai capelli biondi, che allungò amichevolmente la mano verso il più giovane.
"Il mio nome è Gunther Schultz, sono il secondo in comando."
"E questo rincitrullito invece è Oluo Bozado. Non badare affatto a lui, nessuno di noi lo fa mai." Petra, esuberante più che mai, apparve all'improvviso davanti a Eren, tenendo fisso il pollice contro il babbeo che gli sedeva al fianco.
Dopo ciò, lo colse di sorpresa e lo cinse tra le braccia con abbastanza forza, così tanta che lui si irrigidì sotto il suo tocco, in parte anche a causa dell'atto improvviso della ragazza.
"Sono Petra! Mi dispiace, forse ho esagerato...il fatto è che sono felicissima che la nostra piccola famiglia si stia ampliando sempre più, adesso ho anche due sorelline, Luna e Kurasa! Non potrei desiderare di meglio!"
"Non abituartici." S'intromise Levi con tono cupo, chiaramente rivolto a me. "Ora che vi siete incontrati, possiamo benissimo accantonare le chiacchiere. Adesso ci alleneremo, avrete l'occasione di parlare con Jeager e la mocciosa indisponente più tardi."
Non apprezzai per nulla la scelta delle parole da lui usate, glielo feci capire con lo sguardo omicida che gli lanciai, nonostante sembrò fregarsene. Fissò il mio labbro arricciato per qualche istante, per poi scansarmi e uscire a grandi falcate dalla mensa, seguito da tutti i miei compagni.
"Mi piacciono, spero che andremo d'accordo." Sussurrò Eren, rimasto solo con me nel refettorio.
"Sono sicura che lo farai, piccoletto."
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