𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚜𝚎𝚟𝚎𝚗𝚝𝚎𝚎𝚗
꧁ 𝘋𝘰𝘭𝘰𝘳𝘦 𝘦 𝘥𝘪𝘴𝘤𝘪𝘱𝘭𝘪𝘯𝘢 ꧂
Bastarono quelle parole di Zachary per far sì che nella sala scoppiasse l'inferno. Voci minacciose, grida di sdegno colme di rabbia...sembrava di essere in ogni luogo ad eccetto di un tribunale.
Tra tutti, però, spiccava per eccellenza un uomo al quanto bizzarro, che indossava un inusuale vestito nero. Lo guardai schifata, mentre sentivo crescere dentro di me un ribrezzo viscerale nei suoi confronti.
Armin, accortosi della mia espressione orribile, spostò lo sguardo nella direzione in cui erano fissi i miei occhi. Inarcò le sopracciglia e lo indicò senza farsi vedere, prima di raccontarmi ciò che sapeva su di lui.
"Se te lo stai chiedendo, è il pastore Nick, un estremista che fa parte di una setta che venera le mura. Roba da matti!"
"Sa di essere patetico, vero?" Chiesi a mia volta, continuando a osservare quel pazzo che inveiva contro Eren.
Il biondino stava per rispondermi ma venne interrotto quando il vecchio giudice, stanco di un tale disordine, tentò di riportare il silenzio tra i testimoni.
"Come in molti temevamo, è stato impossibile tenere ancora nascosta la tua esistenza. E da quanto è emerso da una prima serie di discrete verifiche, stiamo rischiando l'insorgere di una nuova minaccia a ordine pubblico. È per questo che oggi dovremmo decidere a quale corpo affidare la tua custodia: se a quello di Gendarmeria o a quello di ricerca. Ora però bando alle ciance, ascoltiamo la proposta della polizia militare." Tuonò, senza distogliere lo sguardo da una gran pila di fogli.
"Sì signore, sono il comandante di divisione Nile Dok. Noi riteniamo che una volta studiata la struttura fisica di Eren Yeager sia necessario procedere alla sua eliminazione. È innegabile il fatto che ci abbia aiutato ad ottenere una prima vittoria sul campo di battaglia, ma la sua sola esistenza rischia di causare innumerevoli disordini." Gridò un uomo barbuto, che tra le mani reggeva dei documenti, contenenti informazioni riguardo l'accusato.
"Molto bene, adesso tocca ad Erwin Smith prendere la parola."
Il sopracciglione, sentendosi chiamare, avanzò di poco, prima di introdurre velocemente le sue intenzioni.
"Sì signore. Noi vorremmo accogliere il qui presente nei nostri ranghi, sfruttando la sua forza per riconquistare il Wall Maria. Contiamo di poterci muovere dal distretto di Calanes e, una volta lì, dirigerci poi verso Shiganshina. Riusciremo a sfruttare al meglio il suo nuovo potere a partire dalla prossima spedizione, i cui risultati mostreranno se è realmente un nemico o un alleato."
Un boato di disapprovazione illuminò l'aula, i gendarmi non smisero di chiedere l'esecuzione immediata di Eren, appoggiati per tutto il tempo dal pastore Nick. I nobili riuniti poco sopra di loro sembravano inorriditi e iniziarono a urlare, sdegnati da una simile richiesta.
"Perché si comportano così?" Chiese Armin, che sembrava sia scioccato che deluso da tanta cattiveria.
"Le persone con denaro e potere non hanno il 'privilegio' di soffrire senza di essi, non sanno quanto siano repellenti ai nostri occhi...non si rendono conto che anche loro vivono in questa gabbia." Ribattei a mia volta, fissandoli intensamente.
"Erwin," iniziò Zachary "capisco la tua posizione in tutto questo, ma ho più rapporti che testimoniano che, dopo la sua trasformazione, l'imputato abbia attaccato un compagno, finendo quasi per ucciderne un altro."
Mikasa deglutì rumorosamente, capii all'istante che la persona in questione fosse lei. A giudicare dalla sua faccia, aveva sperato fino all'ultimo di non essere tirata in ballo.
Non sapevo molto di ciò che era successo, eppure ero sicura che il castano non ricordasse nulla di tutto ciò. Era evidente visto che, all'udire tali parole, si girò rapidamente verso il parlamentare, terrorizzato.
I presenti rivolsero subito l'attenzione verso dove ci trovavamo noi, ora la cicatrice che la mia amica portava sul volto aveva assunto un significato diverso.
Mi lanciò un'occhiata implorante, tenendo la bocca chiusa, forse sperando in un mio aiuto oppure in un consiglio.
Con un piccolo cenno del capo, la esortai a prendere le sue difese.
"È vero, però mi ha salvato più volte di quante voi possiate immaginare! Pr-" cominciò a parlare, venendo immediatamente interrotta da un membro della polizia militare.
"Puoi dirlo solo perché sei ferita a malapena, sii grata di essere ancora viva!"
"Hey, idiota! Non c'eri quel giorno, quindi non pensare di sapere cosa è successo." Scattai e affondai le unghie nei palmi delle mani, per calmarmi.
"Le ferite che hai subito ti sono state procurate da Yeager?" Chiese Zachary, riferito a Mikasa, la sua voce rimbombava nella stanza, più quella di tutti gli altri.
Guardai Eren, mantenendo il contatto visivo con lui, mentre rispondevo al posto della diciannovenne.
"In parte, è un soldato terribile e si è procurata da sola più della metà delle lesioni che adesso ha sul corpo."
"Non dovevamo essere onesti al cento per cento?" Mormorò impercettibilmente il biondino alla mia destra, lo zittii con una mossa convulsa della mano.
"Stai mentendo." Affermò l'anziano, prima di togliersi gli occhiali. Alzai un sopracciglio, ero determinata a salvare Eren, ma allo stesso tempo consapevole che presto le mie bugie si sarebbero ritorte contro di me.
"Vuoi scommettere?"
Nella stanza esplose nuovamente un gran putiferio, la corte non vedeva così molta azione da anni.
"Forse dovremmo prendere anche lei!" Un uomo puntò il dito contro di me, aizzando l'intera folla.
"È troppo vicina al ragazzo!"
"Sono solo bugie le sue."
"Forse anche lei è una di loro."
"Uccidiamo entrambi."
Notai Levi, esattamente in piedi sul lato opposto al nostro, cominciare ad avvicinarsi minacciosamente ad una delle persone che aveva urlato, per essere interrotto solo dalla voce spezzata di Eren.
"State zitti! Sono l'unico mostro qui, lei non c'entra niente, lasciatela stare e tenetela fuori da ogni questione. Perché non abbandonate le vostre paure e la smettete di inventare assurdità? Dovete accettarlo: sono una delle ultime speranze dell'umanità e sono pronto per uccidere i giganti, li sterminerò, dal primo all'ultimo! Sono più forte di tutti voi codardi!"
Ammiravo la passione che risuonava nel suo discorso coraggioso, anche se lo supplicai internamente di stare zitto. In certi casi, come avevo potuto capire sulla mia pelle, simili monologhi prolissi facevano più male che bene.
Purtroppo, avevo ragione, visto che in una manciata di secondi ogni membro della gendarmeria puntò il fucile contro di lui.
Prima che potessi fare o dire qualcosa, Ackerman saltò oltre la barricata di legno, sferrando un calcio fortissimo al giovane ammanettato.
"Sai, personalmente, credo che niente instilli disciplina come il dolore." Disse il mio capitano, senza smettere di colpirlo brutalmente.
Chiunque era troppo scioccato e impaurito da ciò, fui l'unica, oltre a Mikasa, ad avere una vera reazione.
È solo un ragazzino.
"Che cosa ti salta in mente, idiota?!" afferrando la corvina e tirandola indietro, sbraitai verso il nano, che nel mentre premette il piede contro la testa dell'altro, in modo che la sua faccia fosse schiacciata contro il pavimento.
Se fossi intervenuta come avrei voluto, la mia carriera nel corpo di ricerca sarebbe finita. Avevo bisogno di mantenere la calma.
"Chiudi quella cazzo di bocca." Ringhiò Levi in risposta, potevo vedere la rabbia ardere nei suoi occhi.
Rimangio tutto, merita di essere schiaffeggiato.
"Adesso lo uccido."
Armin lasciò la presa sulla corvina, che, come me, aveva provato a raggiungere i due.
"Fermati, è un piano di Erwin, non fare niente di stupido e assecondalo." Mi trattenne con entrambe le braccia, lottando e faticando molto, visto che ero nettamente più potente di lui.
Se non ci fosse stato, con ogni probabilità avrei distrutto la barriera di legno a causa della forza con cui stringevo i palmi su di essa. Tutte le cellule del mio corpo desideravano più di ogni altra cosa oltrepassarla e picchiare a morte Ackerman.
Per miracolo, i miei occhi riuscirono a trovare Hanji tra la folla e, improvvisamente, mi tornarono a mente le parole che ci eravamo scambiate quella sera dopo l'allenamento.
"Sii pronta per una scenata."
Era davvero una strategia di Smith allora, Armin aveva ragione!
Tentai di rilassarmi, spostai le mani del ragazzino dalle mie spalle, mentre continuavo a fissare lo spettacolo orribile che si stava svolgendo al centro della sala.
A ogni calcio, gemito e schizzo di sangue, però, non riuscivo a smettere di immaginare la situazione opposta, con Levi schiacciato sotto le mie suole.
Mi dispiace Eren, scusami davvero.
Dopo diversi minuti di silenzio imbarazzante, durante i quali il bassino non aveva smesso di picchiare il più piccolo, un soldato parlò: "Capitano, stia attento."
"Perché? È divertente, no?" Alzò le spalle, prima di continuare. "Non volevi ammazzarlo tu?" Sollevò il viso del castano, tirandolo per i capelli, quasi come se fosse un oggetto.
"Zachary" cominciò Erwin "ripropongo ancora una volta la mia richiesta. Siamo pronti a tenerlo sotto controllo e a studiare i suoi movimenti, in modo da sfruttare al meglio le sue trasformazioni."
"Capitano," disse il giudice appena interpellato, rivolgendosi all'idiota che stava massacrando Eren "saresti capace di ucciderlo, se la situazione lo richiedesse?"
Levi prese per i capelli il castano, sembrava rimuginare sulla domanda appena posta.
"Senza dubbio. Posso mettere fine alla sua miserabile vita, se devo. Sarà facile, ma dubito che chiunque altro sarebbe in grado di farlo...a meno che al corpo di gendarmeria farebbe piacere avere a che fare con lui..."
Mormorii nervosi circondarono i presenti, sopratutto i membri della polizia militare, che iniziarono a sudare freddo. Era la conferma di cui aveva bisogno l'anziano, il quale riprese a parlare.
"Allora è deciso, Yeager sarà preso in custodia dalla legione esplorativa in attesa dei risultati della missione."
Con un forte colpo della sua mano sulla superficie di legno, le persone all'interno del tribunale cominciarono a disperdersi, tra rabbia e frustrazione.
Io, d'altro canto, ero felice, contenta del fatto che il mio nuovo amico si sarebbe unito alla squadra, visto che, da come avevo capito, toccava a Levi tenerlo d'occhio.
Era il miglior risultato che potessimo ottenere.
"Andiamo, raggiungiamolo!" Guardai i due ragazzi in piedi accanto a me, sorridendo e afferrandoli per i polsi, mentre ci facevamo spazio tra la folla.
"Non lo vedo." Disse Armin con un'espressione sconsolata sul volto, aveva sperato di poterlo riabbracciare dopo il processo, a prescindere dall'esito di quest'ultimo.
In tutta la confusione, in tutto il movimento, Mikasa aveva perso Eren, ancora una volta.
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