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𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚏𝚘𝚞𝚛

𝑇𝑖 𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑡𝑡𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑒

N/A: prima di iniziare a leggere il capitolo, ci tenevo ad avvisarvi che questo sarà diverso dagli altri, infatti verrà raccontato da una diversa prospettiva: Luna sarà infatti la voce narrante.

Luna's POV

"Perché si comporta così?" Domandai a me stessa mentre la guardavo destreggiarsi tra le case distrutte, alla disperata ricerca di altri giganti da sterminare.
Amos aveva ragione, quella non era lei. Per quanto mi sforzassi, risultava impossibile capire il perché di questo suo repentino cambiamento. Nel giro di poche ore era diventata un'altra persona, differente in tutto e per tutto dalla Kurasa di sempre. Avrei voluto parlarle, stringerla forte e consolarla, ma non potevo. Sapevo che, in quel momento, voleva solo stare da sola. Aveva bisogno di schiarirsi le idee.
"Capitano!" Sentimmo Ciara urlare alle nostre spalle, disperata. Kurasa si girò, ancora con la maschera sul viso.
"Cosa ci fai qui, Dos Santos?"sputò acidamente, prima di continuare "Non dovresti essere con gli altri tuoi compagni?"
La ragazza alzò il volto, rivelando una miriade di lacrime. Portò una mano tra i capelli, quasi strappandoseli.
"Lucas, Mary, Tsuki, la Mia Tsuki... sono morti, dal primo all'ultimo. I giganti ci hanno attaccati di sorpresa, non sapevamo che fare. Siamo corsi via, sperando di salvarci. Che stupidi! Abbiamo ignorato le tue raccomandazioni, dimenticato quel che avevamo imparato, il perché siamo qui a combattere, solo perché avevamo paura. I titani sono stati più veloci di noi, ci hanno inseguiti e così, uno dopo l'altro, i miei amici sono stati divorati davanti ai miei occhi e non ho potuto fare niente per aiutarli..."Gridò. Un dolore atroce si fece spazio nel cuore di tutti noi, faticavamo a crederci. Strinsi forte i pugni. Ancora una volta quei mostri avevano spezzato vite innocenti e, ancora una volta, lo avevamo permesso.

Sentii Kurasa sussurrare qualcosa di incomprensibile, prima di avvicinarsi a passo lento verso Ciara. Posò una mano sulla sua guancia, accarezzandola lievemente.
"non piangere, cosa farebbe Tsuki se ci vedesse in questo stato? Dobbiamo trovare la forza di continuare, possiamo ancora vincere, e sai perché? Perché noi siamo capaci di amare, di provare sentimenti, cosa che a loro non sarà mai permessa. Ed è proprio dall'amore che troveremo l'energia per rialzarci, per batterci fino all'ultimo. Insieme possiamo farcela, nessuno verrà mai abbandonato." le sue parole sincere avevano acceso in me un barlume di speranza, aveva ragione: forse c'era ancora qualche possibilità.
Di certo però non potevamo mollare proprio adesso,avremmo vendicato i nostri amici, anche a costo di morire.

Orgogliosa di lei, senza pensare, le corsi velocemente incontro e l'abbracciai forte, beandomi di quella sensazione. Questa era la mia Kiki. Avvicinò le labbra al mio orecchio e mormorò:
"Ti voglio bene, Luna, sei la cosa più bella che mi sia capitata, prometto che ti proteggerò sempre."
Perché avevo le farfalle nello stomaco? Perché ogni volta che la toccavo il mio corpo reagiva in questo modo? Cosa mi stai facendo, Rei Kurasa Meghami?
Rimasi in silenzio, incapace di rispondere. Si allontanò dopo poco, mi sentivo vuota senza di lei.
"La seguirei anche in capo al mondo, capitano."Disse Meredith, fiduciosa. Amos e Ciara annuirono, asciugandosi le lacrime. Aaron, invece, restò in silenzio, era ancora troppo sconvolto per parlare.
"Siete fantastici, davvero, grazie per la fiducia che mi state dando. Ora, però, basta perdere tempo, abbiamo un popolo da salvare."
Kurasa sguainò le spade, pronta per rientrare in campo. Uno ad uno, imitammo il suo gesto e, con agilità, iniziammo a saltare di tetto in tetto, determinati ad uccidere tutti i giganti. Mossi da una potente sete di vendetta, oscillavamo tra le rovine della città, ripensando ai momenti passati con i nostri amici. Era come se una strana forza si fosse impossessata di noi,
ci sentivamo imbattibili, protetti dall'amore del nostro capitano.

"A sinistra!" mi avvisò Aaron, tranciando la testa di un classe quattro metri. Lo ringraziai, prima di tornare a guardare la strada davanti a noi. Il sangue e i cadaveri erano sparsi ai cigli del sentiero, a stento trattenni un conato di vomito. Arrivammo ad un bivio, Kurasa si voltò verso di noi. Deglutì fortemente.
"Ragazzi, ho un piano, anche se dubito vi piacerà: dobbiamo dividerci. Io, Amos e Ciara andremo da questa parte, voi dalla direzione opposta, alla ricerca di qualche superstite o, comunque, di qualcuno in grado di aiutarci. Qui la situazione si sta facendo critica, i giganti continuano ad arrivare e abbiamo urgentemente bisogno di una mano. Se siamo fortunati, potreste anche incontrare i membri del corpo di ricerca...ad ogni modo, Luna, affido a te il comando del secondo gruppo." spalancai gli occhi, davvero voleva che ci separassimo di nuovo, nonostante quello che era accaduto la scorsa volta?
Annuimmo, anche se poco convinti.  Ci salutammo con malinconia, come se quella fosse l'ultima volta in cui ci saremmo visti.
"Fai attenzione, Kiki, per favore." Le dissi, non riuscendo a staccarmi da lei. Avevo così tanta paura di perderla.
"Ci vediamo dopo, Luna. Credo in te."rispose, prima di allontanarsi verso Amos e Ciara. Mi voltai, con un cenno intimai ai miei due compagni di andarcene.

Saltammo giù dal cornicione su cui ci trovavamo, facendo saettare lo sguardo da una direzione all'altra, speranzosi di incontrare il corpo di ricerca. Sul nostro cammino incontrammo diversi giganti, ma nessun anomalo. Li abbattemmo facilmente.
Una strana sensazione, però, mi stava perseguitando, ero sicura che presto sarebbe avvenuta una catastrofe.
"Guardate! Vedo del movimento, ce l'abbiamo fatta!" Aaron mi superò urlante, in preda alla felicità. Indicò un punto davanti a noi e mi accorsi che, effettivamente, aveva ragione. Degli uomini in divisa stavano uccidendo dei giganti, proprio come noi. Passo dopo passo, camminammo nella loro direzione.
"Comandante Erwin, ci sono dei ragazzini in avvicinamento." Parlò uno di loro, con diffidenza.
"Abbassate le armi, forse sono degli abitanti della città." ordinò un uomo biondo, cosicché tutti i soldati posassero le spade. I suoi occhi azzurri si fissarono nuovamente su di noi, potei notare una sorta di sorrisetto nascere sul suo volto.
"Abbiamo bisogno di aiuto, -iniziai io-  tutti i nostri amici sono stati divorati, non sappiamo che fare. Il nostro capitano ci ha ordinato di venire a cercarvi, mentre lei e gli altri distraggono i giganti." Il mio tono di voce si incrinò notevolmente, soffocato dalla paura.
"Non so se possiamo fidar-" Provò a dire lo stesso uomo di prima, senza riuscire a finire la frase, visto che il biondo lo interruppe.
"Smettila di essere sempre così scontroso, questi ragazzi sono feriti. Come vi chiamate?"Ci venne incontro e mi porse la mano. L'afferrai saldamente, mentre lo guardavo con gratitudine.
"Il mio nome è Luna Evans, loro invece sono Aaron Meyer e Meredith Black"
Lui annuì e chiese:
"Il vostro capitano, invece, chi è?" Rimasi in silenzio per un secondo, abbassai il capo.
Se gliel'avessi rivelato, avrei fatto un torto a Kurasa.
"Non posso dirvi la su vera identità, mi dispiace, però credo che la conosciate come Ravager." Vidi tutti sussultare, sbalorditi. Diversi mormorii si diffusero intorno a noi. Avevo detto qualcosa di male? Erwin, per un motivo a me ignoto, sembrò interessarsi ancora di più di quella conversazione.
"Capisco e rispetto la tua volontà, tranquilla. Sai dove si trovi adesso? -Annuii, fissando il braccialetto che portavo al polso.- Perfetto. La raggiungeremo, così, magari, potrò scambiare quattro chiacchiere con lei: ho una proposta da farle..." Si girò verso le truppe, chiamando a sé una dozzina di soldati, tra cui la formidabile Hanji Zoe e il leggendario Levi Ackerman, il combattente più forte dell' umanità.
"Benissimo Luna, conducici dal tuo capitano." Ordinò la castana, con un sorriso stampato sul volto. Ricambiai e, prendendo un forte slancio, cominciai a ondeggiare tra le case, grazie al movimento tridimensionale.

Ossessivamente scrutavo il paesaggio che mi circondava, alla ricerca della mia migliore amica. Loro, intanto, mi seguivano in sella ai cavalli. Ci stavamo avvicinando, questo era sicuro, potevo percepire la sua energia. C'era ancora una speranza, niente era perduto. Potevamo vincere. Abbassai lo sguardo verso il terreno sotto di me, cadaveri abbandonati giacevano al ciglio delle strade. Speravo con tutta me stessa che tra di essi non vi fosse nessuno dei miei vecchi compagni. Rabbrividii, ripensando alla sorte ingiusta che gli era toccata.
Fu in quel momento che la vidi, dall'altra parte del sentiero, mentre combatteva contro un anomalo di almeno venti metri. Sembrava stremata, ma, nonostante ciò, era determinata a continuare.
Notai solo dopo che era sola, intorno non vi era nessuna traccia di Amos o Ciara.
Sono morti.
Ancora una volta, le emozioni ebbero la meglio su di me e, senza pensare, urlai: "Kiki!"
Lei si girò d'istinto, stupita. Probabilmente credeva che non mi avrebbe rivista mai più. Ero sempre più vicina, a momenti l'avrei potuta abbracciare, dovevo solo aspettare pochi secondi.

"Luna?" Sussurrò, prima di essere sbalzata violentemente contro il muro di un edificio. Lanciò un grido disumano mentre il suo corpo urtava la parete, quasi andando in frantumi. Il gigante l'aveva colpita. I miei muscoli erano paralizzati dalla paura e dalla consapevolezza: Kurasa non c'era più . Il titano, nel frattempo, si era pericolosamente avvicinato a me, così tanto che potevo sentire il suo fiato caldo infrangersi contro la pelle.
"scappa!" Disse Hanji, iniziando a correre nella mia direzione. Io, però, rimasi lì, ferma, a fissare il punto in cui, pochi istanti prima, c'era Kurasa.
Avevo perso l'unica persona che realmente mi volesse bene. Che senso aveva continuare a vivere? Mi arresi al destino, ne avevo abbastanza di combattere. Socchiusi le palpebre, rassegnandomi. Una mano mastodontica oscurò la luce del sole, pronta a catturarmi nella sua morsa micidiale.

Aspettavo la mia fine, il dolore della morte, ma non accadde nulla, sentii solo un enorme tonfo. Aprii gli occhi, senza capire. Una lacrima di gioia solcò la mia guancia quando la vidi: la sua spada era conficcata nel collo del mostro, mentre lei si ergeva con fare imponente sul gigantesco cadavere. Scese dai resti dell'anomalo e si tolse la maschera, lasciando tutti sbalorditi.

"Com'è possibile..."Bisbigliò Erwin alle mie spalle, avanzando verso la ragazza, la quale portò una mano alla testa. Mi coprii la bocca quando vidi del liquido rosso sul suo palmo...stava sanguinando copiosamente. Sorrise e, senza smettere di guardarmi, si accasciò al suolo, inerme. Preoccupata, mi precipitai da lei. La strinsi forte tra le braccia, supplicandole di restare con me. Quanto avrei voluto che quello fosse solo un brutto sogno. Ma come fai a svegliarti da un incubo, quando non stai dormendo?
"Kiki! Ti prego, resisti. Hai ancora una vita davanti, abbiamo così tante cose da fare. Per favore, respira. Non lasciarmi."  Piansi, posando la testa sul suo petto, per ascoltare il lento battito.
"Alla fine ho mantenuto la promessa...ti ho protetta fino alla fine." Mormorò flebilmente, prima di chiudere gli occhi, ancora con il sorriso sul volto.

Parole: 1799

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