42. Vuoi che non perdoni te?
JIMIN
Dopo le mie parole, Jungkook sbarrò gli occhi e mi fissò incredulo, quasi che pensasse che lo stessi prendendo in giro.
Ma, effettivamente, non sapevo bene nemmeno io perchè le avessi fatte uscire dalla mia bocca, quindi non gli davo così tanto torto...
"E questo cosa vuol dire?" mi chiese dopo qualche secondo, cercando di mantenere la voce controllata ma, purtroppo, tradendosi nell'istante in cui si ruppe appena.
"Vuol dire che ti lascio parlare. Però sbrigati, che non ho tutta la notte" gli dissi con sincerità, accendendo un'altra sigaretta e portandomela alle labbra per sentirmi addosso un po' meno nervosismo.
"Da quando mio fratello è scomparso...ho sempre avuto l'abitudine di chiudermi in un altro mondo anche quando ero circondato dagli altri.
Ho iniziato ad isolarmi da chiunque, anche da amici che, magari, conoscevo da anni, mettendomi addosso quel cazzo di cappuccio nero solo perchè, così, avrei dato l'impressione di essere uno da evitare come la peste.
E, andando avanti con gli anni, fu proprio quello che è successo...
Il ragazzo con il cappuccio non sono mai stato realmente io, ma credevo che in questo modo, quindi diventando amico della solitudine e facendo di tutto per non farmi spuntare un sorriso in volto, mi sarei sentito meno in colpa.
E...poi sei arrivato tu. Hai abbattuto il muro che mi ero messo davanti in pochi giorni, facendomi ritornare ad essere quello che c'è sempre stato sotto al cappuccio, ma che avevo deciso di nascondere.
Con te non sono mai riuscito a "chiudermi in un altro mondo". E, probabilmente, nemmeno mai ci riuscirò.
Non appena te ne sei andato, per quelle enormi stronzate che ti ho detto, la tua mancanza mi ha devastato così tanto, giorno dopo giorno, che le felpe con il cappuccio nero sono ritornate fuori dal cassetto dove le avevo gettate tutte quante quando stavo con te.
E, tutto d'un tratto, ero di nuovo il ragazzo che non parlava e non guardava nemmeno negli occhi qualcuno per gli ulteriori sensi di colpa che mi sono sentito addosso.
Non so come spiegartelo in modo più facile...è...come se questo fosse l'unico modo che ho per smettere di provare qualsiasi cosa...
Comunque...dopo tre mesi sono riuscito a fare realmente i conti con il fatto che te ne eri andato. Precisamente nel periodo in cui hai iniziato a bloccarmi ovunque.
Poi non so cosa sia precisamente successo. Mi sono semplicemente reso conto che quel ragazzo nel quale ero risprofondato...non sono io.
Io sono quello che scherzava con te in ogni momento della giornata. Quello che ti proponeva di bere vino rosso a colazione. Quello che è caduto dal letto la prima volta che gli hai chiesto dove tenesse i preservativi...
Così ho gettato tutte le felpe, nessuna esclusa. Forse un po' per dimenticarmi di quell'automa vivente che si svegliava e viveva passivamente ogni giorno.
Quindi ti dico, in tutta sincerità, che ho avuto bisogno di perderti, e di rendermi conto di questa perdita, per ritrovare me stesso.
Quello che..." mi spiegò con calma e tranquillità, venendo, però, interrotto da un mio scatto d'ira al sentire le sue ultime parole.
"Quindi sei solo venuto qui a rinfacciarmi che il fatto che io ti abbia lasciato ti ha portato a stare bene, adesso?" gli domandai con rabbia, gettando la sigaretta a terra e calpestandola con forza.
"Assolutamente no. Non sono stato bene in questo periodo. Ma...il fatto che tu sia scappato non so ancora dove, effettivamente, era quello di cui avevo bisogno per...tornare in pace con me stesso, credo" mi rispose con un sorrisetto piuttosto infondato dipinto in faccia.
"Ed allora perchè sei qui?" gli chiesi con un pizzico di insicurezza nella voce, quasi credendo che non mi potesse volere più.
"Perchè ora ho bisogno di un'altra cosa visto che mi pare di aver aspettato abbastanza. E, ovviamente, quella cosa sei tu.
Quindi...sono venuto qui, sotto consiglio di Minkun, per dirti che mi dispiace da morire per quello che ti ho detto quel giorno. Ero così arrabbiato e frustrato per il fatto che dove potesse essere mio fratello fosse ancora una grande incognita che me la sono presa con te quando tu, invece, non c'entravi niente.
Insomma: non è colpa tua se ti hanno scattato quella foto. Non è colpa tua se, proprio quei giorni, sei andato a Busan.
Ma, invece, è colpa mia per averti fatto sentire inadeguato ed il rimpiazzo di mio fratello quando non lo sei mai stato.
E, fidati, so che queste misere scuse non bastano per rimediare a come ti sei sentito non appena tutto questo è successo, ma...ti amo, ancora, così tanto che spero che possano fare qualcosa" mi disse in un sussurro, incontrando, poi, il mio sguardo in cerca di una risposta.
Io, dal canto mio, rimasi in silenzio per qualche secondo, decidendo cosa sarebbe stato meglio fare.
Ma, alla fine, sapevo già prima di iniziare tutta quella conversazione come sarebbe finita...
"Ho perdonato Minkun dopo che mi ha spaccato brutalmente una caviglia, e non solo quella. Vuoi che non perdoni te, che sei la persona che ho amato, e che amo, di più in tutta la mia vita?" gli chiesi in tono divertito, sorridendo automaticamente non appena vidi un sorriso aprirsi anche sul suo volto.
E...poi, le nostre labbra si trovarono automaticamente quasi come se fossimo stati di nuovo nel giorno in cui abbiamo osservato la stelle per la prima volta.
Iniziarono ad esplorarsi con timore, dovuto al fatto che fossero mesi che non si sfioravano nemmeno più, ma, poi, tutti i ricordi che avevamo condiviso assieme riaffiorarono nella mente, ed approfondii quel bacio facendolo diventare esattamente come tutti gli altri che ci eravamo sempre scambiati.
"Mi sei mancato da morire" mi sussurrò nell'orecchio non appena le nostre bocche si staccarono, iniziando, poi, ad arrotolarsi una mia ciocca di capelli, divenuti castani, tra le dita.
"Anche tu" mormorai in risposta, posando la testa nell'incavo della sua spalla e rimanendo semplicemente lì a godermi il contatto con il suo corpo.
"Comunque...il fatto che tu abbia avuto un altro ragazzo e che ti sia tinto i capelli non mi va giù, eh" mi disse Jungkook dopo qualche minuto di silenzio in tono divertito, facendomi alzare la testa verso di lui per incontrare i suoi occhi scherzosi.
"Per i capelli possiamo anche rimediare. Ma...per Scott, con cui, tra il resto, mi devo scusare visto che l'ho usato e basta, mi sa che non posso fare niente" gli risposi con sincerità ed un pizzico di ironia, incrociando le braccia dietro al suo collo e facendo nuovamente scontrare le nostre labbra.
"E se ti facessi perdonare in camera mia?" mi propose nell'orecchio non appena il baciò finì, mordendomi, poi, il lobo fino a farmi mugolare.
"Direi che è un ottimo compromesso" conclusi con aria sbrigativa, prendendolo per un polso e trascinandolo fino alla porta che ci avrebbe permesso di tornare dentro al teatro.
Forse fu proprio in quel momento che capii il senso della frase: "I grandi amori non si perdono mai. Fanno solo giri immensi e, poi, ritornano".
Ecco, Jungkook è il mio giro immenso che, poi, è tornato...
SPAZIO AUTRICE:
Allora...ci ho provato con tutta me stessa a scrivere un capitolo decente😂.
Fatemi sapere se vi è piaciuto e/o emotivamente "arrivato", visto che per me è molto importante saperlo✌🏻.
E niente, grazie infinite per le 11mila letture e buona giornata a tutti❤️.
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