39. Ma lui non tornerà
JUNGKOOK
"Ma...quindi quando torni?" chiesi per l'ennesima volta a Hobi al telefono, iniziando seriamente a spazientirmi.
"Non lo so, Kook. Non mettermi ansia. Sto così bene qui" mi rispose lui con aria scocciata, chiudendo, poi, la chiamata senza darmi modo di dire altro come se quello arrabbiato fosse lui e non io.
Sbuffai visibilmente, lanciando, subito dopo, il telefono sul divano con un tonfo e gettandomici sopra con finta aria drammatica.
"Sei ancora arrabbiato con Hobi?" mi chiese Yoongi in tono divertito, girando leggermente lo sguardo verso di me mentre, con le mani, continuava ad accarezzare i capelli di Tae, disteso con la testa sulle sue gambe.
"Sì" mormorai praticamente sussurrando, sentendomi, effettivamente, uno stupido per essere arrabbiato solo perchè il nostro amico fosse andato a "sistemare le cose" con Doyoung in Cina e, alla fine, fosse lì già da due settimane e mezza e non aveva ancora intenzione di tornare.
"Devi capirlo, Kook: ora che hanno fatto pace e si sono dichiarati il loro amore eterno, Hobi non vorrà tornare qui mai più" mi disse Tae senza riuscire ad evitare di scoppiare a ridere nel bel mezzo della frase per ben tre volte.
Io feci solo un sospiro, decidendo di chiudere la questione con le parole appena pronunciate da Tae. Peccato che non appena la testa fu libera da quel pensiero, poi, sopraggiunse l'altro che mi tormentava da circa quattro mesi.
Inutile che vi dico quale fosse, visto che lo potete intuire benissimo da soli.
"Tae?" chiesi dopo un po', con titubanza e paura che la risposta sarebbe stata sempre la stessa.
"Dimmi" mi rispose lui con circospezione, quasi che già sapesse cosa avevo intenzione di chiedergli.
"L'hai sentito, di recente?" domandai in un sussurro, non osando nemmeno pronunciare il suo nome.
Ma, ormai, era piuttosto facile capire a chi mi stessi riferendo visto che, quando quelle parole uscivano dalla mia bocca, si riferivano solo ed esclusivamente ad una persona.
"La risposta è la stessa dell'ultima volta che me l'hai chiesto" mi rispose lui in tono secco, facendo, poi, sprofondare tutta la stanza in un silenzio quasi sinistro.
"Cioè che ti ha detto che sta bene e che ha ricominciato a ballare ma che non hai la più pallida idea di dove sia visto che non te lo vuole dire?" gli chiesi con amarezza, non riuscendo a scuotere ripetutamente la testa quasi deluso.
"Esatto. Comunque...ora vado, che ho un colloquio di lavoro tra un'ora. Sai, la pasticceria di cui ti parlavo..." concluse lui con rapidità, rivolgendo le sue ultime parole a Yoongi, piuttosto che a me.
"Sì, sì: ho capito di che pasticceria mi stai parlando. Penso sia ovvio che ti prendano. Insomma: chi non vorrebbe avere uno affascinante come te dietro alla cassa?" gli rispose Yoongi in un tono un po' allusivo, dandogli un rapido bacio sulle labbra e, poi, lasciandolo uscire dalla porta di casa sua come se nulla fosse.
Comunque, nel caso in cui ve lo steste chiedendo, vedere Tae e Yoongi sempre così insieme e sempre così uniti mi faceva salire una sensazione di vuoto a livello dello stomaco.
E, per quanto cercassi di farla sparire, non se ne andava in nessun modo...
Proprio in quel momento lo schermo del mio telefono si illuminò, facendomelo prendere quasi di scatto, come ogni esatta volta che succedeva.
Ma, alla fine, le mie speranze sul fatto che potesse essere Jimin, che dopo quattro mesi si faceva vivo per dirmi che mi aveva perdonato o che gli mancavo, furono spazzate via, come ogni volta, quando lessi il messaggio di Hobi dove si scusava per avermi risposto male al telefono.
Mi presi il labbro inferiore tra i denti, stringendolo con forza nel tentativo di non scoppiare a piangere, per l'ennesima volta, davanti a Yoongi.
"Lo stai ancora aspettando, vero?" mi sentii chiedere da quest'ultimo all'improvviso, vedendolo rivolgere un timido sguardo nella mia direzione.
"Come hai fatto a capirlo?" gli domandai solamente, con un pizzico di consapevolezza nella voce che, forse, non avei voluto avere.
"Perchè la tua faccia quasi si illumina quando ti arriva un messaggio sul cellulare. Ma, poi, quando ti rendi conto che non è lui sprofondi in un piccolo stadio di tristezza. Quasi come se avessi avuto una fitta al cuore.
Ogni volta.
Lo stai ancora aspettando dopo quattro mesi. Forse, a questo punto, lo aspetterai per sempre.
Ma lui non tornerà...e questo lo sai, giusto?" mi disse in tono quasi confortante, mettendomi una mano sulla spalla e stringendola quasi per darmi forza.
"Sì, lo so. Ma, insomma, sto...bene" mormorai quasi meccanicamente, cercando di convincermi delle mie parole nello stesso momento in cui le pronunciavo.
"No che non stai bene. Insomma, hai passato tre mesi ad essere di nuovo il "ragazzo cappuccio" dopo che Jimin se n'è andato e, poi, all'improvviso hai buttato nella spazzatura tutte quelle tue felpe nere e sei ritornato esattamente quello che eri quando c'era ancora lui, quasi che non fosse mai scappato da questo condominio a gambe levate.
Nessuno ti ha mai detto niente perchè, fidati, vederti parlare, dopo settimane di silenzio, è stato incredibile per tutti, ma...non abbiamo mai capito cosa tu abbia passato in questo arco di tempo per farti comportare così. E, sinceramente, chiedertelo, visto che tu parlavi solo con Jimin delle tue cose, non mi sembrava la soluzione migliore" mi rivelò con sincerità, posandosi, poi, allo schienale del divano e guardandomi nell'attesa di una risposta.
"Non riesco ancora a dirti il perchè, ma...il fatto che io abbia finalmente buttato quelle felpe e la parte di me che ero diventato prima che Jimin arrivasse e dopo che è scappato è molto positivo" dissi con aria convinta, giusto per far un po' diminuire in lui la preoccupazione, per me, che gli vedevo dipinta negli occhi.
"Lo so, ma il fatto che tu stia ancora male per Jimin nonostante siano passati quattro mesi e lui non solo non si è fatto mai sentire, ma ti ha anche bloccato ovunque, non lo è" ribattette con aria quasi stanca, facendo, poi, un enorme sospiro e dicendomi che sarebbe andato a prendere una boccata d'aria perchè ne aveva bisogno.
"Ti posso aspettare qui? Così, non so, magari, poi, ci facciamo una piccola maratona di Netflix?" gli domandai con un sorrisino dipinto in faccia, già sapendo che non sarebbe stato in grado di dire di no a quello.
"Certo. Ormai finisce sempre così" concluse lui con una piccola smorfietta sul viso, prendendo, poi, le chiavi ed uscendo da casa sua.
Io, dal canto mio, presi un gran respiro e mi misi più comodo sul divano, prendendo in mano il telecomando ed entrando su Netflix per scegliere cosa avremmo potuto guardare.
Fu solo quando il mio telefono iniziò a squillare all'impazzata che mi irrigidii all'improvviso, prendendolo tra le mani e notando che stesse tentando di contattarmi un numero sconosciuto.
"Pronto?" chiesi con un titubanza subito dopo aver accettato la chiamata, sperando, in realtà, di sentire la voce di una sola persona in particolare...
"Ciao...sei Jungkook per caso?" sentii mormorare, invece, da una voce che non avevo mai sentito in tono flebile ed insicuro, iniziando a sudare freddo ed a preoccuparmi come mai nella mia vita subito dopo.
SPAZIO AUTRICE:
Grazie per le 10mila letture. Un grande abbraccio a tutti quelli che stanno leggendo🥺❤️.
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