30. Sei proprio tu
JUNGKOOK
La mattina seguente mi svegliai sentendomi qualcuno aggrappato alla schiena. Inutile che vi dico chi fosse.
Mi allungai lentamente verso il comodino, cercando in qualsiasi modo di non svegliare Jimin, afferrando il mio telefono ed iniziando a guardare tutti i messaggi che mi fossero arrivati dalla sera precedente.
Fu solo quando mi resi conto che Yoongi mi aveva mandato ben sette messaggi dove chiedeva dove fossimo e che ci stavano aspettando per colazione che mi preoccupai visibilmente. Anche perchè il tono dei messaggi era diventato via via sempre più alterato.
E, fidatevi, non volevo finire nell'uragano della furia di Yoongi.
"Svegliati, svegliati, svegliati!" iniziai a dire, a raffica, alla persona distesa di fianco a me, scuotendola bruscamente.
"Kook, ma che c'è?" mi rispose Jimin con tono arrabbiato e mezzo addormentato, mettendosi a sedere e fissandomi con gli occhi ancora semichiusi.
In quel momento non riuscii a fare altro che pensare a quanto tenero fosse in quelle condizioni, ma, poi, la mia coscienza mi intimò di dirgli che dovevamo iniziare a sbrigarci. Ed anche in meno di due secondi.
"Gli altri sono giù a fare colazione e ci stanno aspettando da venti minuti" spiegai brevemente, ottenendo come reazione solo il fatto che Jimin sbarrasse gli occhi e che si alzasse dal letto per iniziare a mettersi addosso le mie prime cose sparse per la stanza ad una velocità a cui non lo avevo mai visto fare assolutamente niente.
"Cazzo" gli sentii dire dopo un po', notando che avesse infilato il piede nello strappo del jeans, aprendo il suddetto strappo ancora di più.
"Dai, siamo quasi pronti" gli risposi con aria incoraggiante, infilandomi la maglietta che avevo indosso anche il giorno precedente e trascinandomelo dietro, chiudendo la porta alle nostre spalle, subito dopo.
Finimmo di sistemarci praticamente in ascensore, passandoci le dita tra i capelli a vicenda ed appurando, l'un l'altro, che fossimo almeno presentabili.
Non appena arrivammo nella hall, ci dirigemmo con rapidità verso la "sala della colazione", chiamata così da Hobi fin dal primo giorno, notando i nostri amici, e più precisamente lo sguardo alterato di Yoongi, dopo qualche secondo.
Fu quando mi resi conto che le persone a quel tavolo fossero sei e non cinque che notai il ragazzo seduto vicino a Hobi, che stava ridendo per qualcosa proprio con quest'ultimo.
E, messa così, mi sembrava pure dannatamente familiare...
"Jimin, è il tipo con cui stava...ballando ieri sera?" sussurrai rapidamente nell'orecchio del mio ragazzo, nel mentre che ci dirigevamo verso il tavolo, scrutandolo, poi, con aria curiosa nell'attesa di una risposta.
"Sì, è lui senza ombra di dubbio" mi rispose Jimin con la mia stessa intensità di voce, posando, poi, i suoi occhi su Yoongi e chiedendogli scusa con lo sguardo per svariati secondi.
"Vi perdono solo perchè siamo in vacanza e ho sentito cosa siete stati impegnati a fare ieri sera" ci disse quest'ultimo dopo un po', riabbassando, subito dopo, lo sguardo e riprendendo a piluccare con calma un pezzo dei pancake nel suo piatto.
Jimin ed io arrossimmo all'istante, sedendoci, poi, nei due posti rimasti liberi con un leggero imbarazzo ancora dipinto in viso.
Incredibile, comunque, quanto fossimo sfacciati l'uno con l'altro quando si parlava di sesso e, poi, davanti agli altri al solo nominarlo ci vergognavamo all'improvviso...
"E cosa avrebbero fatto ieri sera questi due?" chiese Hobi in tono curioso praticamente all'istante, guardandoci con gli occhi attenti nell'attesa di una risposta.
"Esattamente quello che avete fatto tu e Doyoung" rispose Tae al nostro posto, facendoci intuire che quello fosse il nome del ragazzo accanto a Hobi.
"La vasca è stata la migliore idea della mia vita. Comunque, per voi due che non lo sapete, lui è Doyoung" mormorò Hobi con aria sognante, facendoci, poi, riposare lo sguardo su questo fantomatico Doyoung.
Jimin ed io ci presentammo entrambi, andando, poi, a prendere qualcosa da mangiare con rapidità.
"Lo vedo preso. Hobi, dico" mi sussurrò Jimin nell'orecchio poco prima di ritornare al tavolo, con un'enorme tazza, piena di caffè bollente, in mano.
"Lui è sempre preso delle sue conquiste per le prime dieci ore. Poi, però, trova sempre qualcuno di più interessante" gli spiegai io con leggerezza, sapendo ormai, dopo tutti i racconti di Yoongi, che le "relazioni" per Hobi funzionassero sempre così.
Jimin annuì con un po' di amarezza, risedendosi, poi, al suo posto e guardandomi nell'attesa che io facessi lo stesso.
Fu solo quando, ormai, stavo già per dare il secondo morso al pezzo di crostata nel mio piatto che sentii Yoongi dirmi in tono secco: "Capisco che avete ancora sonno, ma datevi una mossa che dobbiamo andare in spiaggia".
"Intanto voi salite a prepararvi. Ti prometto che facciamo il più rapidamente possibile" gli giurai con una mano sul cuore, ottenendo solamente il fatto che scuotesse la testa con gli occhi rivolti al cielo e che, poi, dicesse a tutti gli altri di salire tranquillamente per prepararsi.
I primi ad alzarsi furono Nam e Jin, che si allontanarono mano nella mano come una coppia di novelli sposi, seguiti a ruota da Hobi e la sua "temporanea conquista".
"Ma...lui viene in spiaggia con noi?" chiesi a Yoongi, bloccandolo per un braccio poco prima che se ne andasse dal tavolo.
"Sì, gliel'ha chiesto espressamente Hobi" mi rispose lui in tono stranito, intimandoci, poi, di sbrigarci.
Io, dal canto mio, rimasi per un attimo fermo con lo sguardo perso nel vuoto, rendendomi conto che, dopo la prima notte di "sesso sfrenato", Hobi non aveva mai chiesto a nessuno di passare la giornata con lui.
E...se le cose con questo "Doyoung" potessero essere diverse?
*******
"Come si può essere stanchi senza aver fatto assolutamente niente?" mi chiese Jimin in tono drammatico nel momento stesso in cui tornammo in camera nostra, gettandosi sul letto con stanchezza.
"Ma come? Siamo stati tutto il giorno distesi sull'asciugamano, baciandoci appassionatamente solo quando gli altri erano in acqua. Questo è fare qualcosa" lo contraddissi io, distendendomi al suo fianco ed iniziando a dargli dei leggeri baci sulle labbra e sul collo.
"Almeno noi siamo stati più indiscreti. Hobi non ha minimamente pensato di appartarsi per succhiare la faccia di Doyoung" mi rispose lui in tono ironico, facendomi ancora riflettere su cosa questo Doyoung sarebbe potuto diventare per Hobi.
Lo so, è prematuro pensare a queste cose dopo che avevano solo passato un pomeriggio in spiaggia insieme, ma...la mia speranza che Hobi, finalmente, capisse che avere una relazione stabile, senza andare a scopare in giro con una persona diversa ogni sera, è una delle cose più belle della vita di una persona si stava accendendo.
"Comunque è una bella persona. Doyoung, dico. Hobi lo ha stanato bene in mezzo ad una discoteca piena di pervertiti ubriachi" aggiunse dopo un po', iniziando, poi, a ridere un po' all'impazzata.
"Non ci posso credere che domani già torniamo a casa" mormorai con un po' di tristezza non appena tra di noi si aprirono svariati secondi di silenzio, rendendomi conto che quel fine settimana era letteralmente volato.
"Non pensarci adesso. Godiamoci ancora le ultime ore che ci restano in questo bellissimo posto. Ed in quella bellissima vasca, aggiungerei" mi rispose Jimin con spensieratezza, prendendomi il viso tra le mani e lasciandoci svariati baci.
"Questa vacanza con te mi ha fatto proprio bene. Grazie" mi sussurrò nell'orecchio dopo un po', girandosi su un fianco e rimanendo lì a fissarmi facendomi sentire come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto.
"Non devi ringraziarmi. Vedevo che ne avessi bisogno" gli risposi un po' in imbarazzo, accarezzandogli qualche ciocca di capelli ancora bagnati dall'acqua del mare.
"Sai che c'è? Forse non è la vacanza che mi ha fatto bene. Sei proprio tu" concluse lui con un sorriso dipinto in viso, proponendomi, subito dopo, una doccia rinfrescante.
E, per quanto l'idea dei nostri corpi nudi a contatto sotto l'acqua fredda mi piacesse molto, non riuscii, durante quella doccia, a fare a meno di pensare alle ultime parole di Jimin ed a quel sorriso che mi faceva ancora tremare le gambe ogni volta che lo vedevo.
Perchè...sì, posso confermarvelo in fase definitiva, Jimin era diventato l'unico modo che avevo trovato per sentirmi vivo di nuovo.
SPAZIO AUTRICE:
Allora...con queste ultime parole di Jungkook avete finalmente capito il motivo del titolo di questa storia. "To feel alive", ovvero "sentirsi vivi" in inglese, è quello che Jungkook stava cercando di fare da quando suo fratello è sparito. E, anche se non l'ho ancora esplicitato, è anche lo scopo di Jimin dopo quello che ha dovuto passare per Minkun.
Non so nemmeno perché ve lo sto dicendo, ma okay😂.
Forse per rendervi partecipi dei miei ragionamenti mentali per scegliere il titolo di questa storia...
Detto questo, grazie per le 6K letture e spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto❤️.
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