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19. Lo so bene che così sembro un codardo

JUNGKOOK

Aspettai un po', dal momento in cui rimisi piede nel mio appartamento, per aprire quella busta e per leggere le parole di Jimin.
Forse perchè credevo che il cuore avrebbe smesso di martellarmi nel petto e le mani avrebbero smesso di tremarmi se avessi aspettato.

Ma, invece, l'ansia che mi sentivo addosso aumentò a dismisura nei cinque minuti che ci misi a capire che dovevo scorrere con attenzione tutta quella lettera il prima possibile.

Non ne sapevo il motivo, ma avevo una bruttissima sensazione addosso.
Probabilmente era perchè dopo aver capito che avevo sbagliato qualsiasi cosa con Jimin, iniziando dall'averci costruito un "rapporto" solo perchè fisicamente era simile a mio fratello, passando per il bacio assolutamente inaspettato che gli avevo dato arrivando alle parole che gli avevo detto la sera prima solo perchè ero incazzato, avevo paura che se ne fosse reso conto anche lui.

Ripresi la busta, posata qualche minuto prima sul tavolino di fronte a me, in mano, aprendola e tirandone fuori il foglio bianco contenuto all'interno, ricoperto da parole scritte con la calligrafia che, ormai, mi ero abituato a vedere ogni volta che giravo lo sguardo alla mia destra durante la lezione di astronomia.

"Sto scrivendo queste parole nel cuore della notte. Principalmente per il fatto che sono così arrabbiato con me stesso che non riesco a chiudere occhio.

Sì, Kook, hai capito bene: non ce l'ho con te. Non hai fatto altro che dirmi quello che, in realtà, avrei dovuto sentirmi dire da mesi.

Ho passato giorni su giorni a ripetermi ed a ripetere a tutti quelli che mi stavano attorno che non mi è mai successo niente e che ho smesso di ballare per un "infortunio" accidentale, quando, invece, quello è stato tutt'altro che un incidente.

E...ora sono pronto per dirti cosa hanno comportato la mia ingenuità e la mia stupidità nella mia vita...

Mi dispiace di non esserlo riuscito a fare ieri sera davanti a te, guardandoti negli occhi, ma tutto quello che mi hai rivelato tu mi ha spiazzato.
Tutto perchè non credevo che ti fosse potuta capitare una cosa così...tremenda. E, in confronto a quello che hai passato tu, la mia storia è soltanto una barzelletta.
Ed è proprio per questo motivo che il fatto che mi sentissi così bloccato dal raccontarti tutto mi ha fatto sentire un completo idiota.

Quindi, visto che ti devo almeno questo, ti racconterò in questa breve lettera, se così possiamo chiamarla, quello che non ho avuto il coraggio di dirti qualche ora fa.

Fidati, lo so bene che così sembro un codardo, ma...sono sempre stato più bravo con le parole scritte.
Non ne ho mai capito il motivo...

Comunque, cercherò di non fartela troppo lunga perchè non avrei nemmeno io la voglia di leggere pagine su pagine riguardanti un ragazzo cieco e sognatore.

Ho iniziato a ballare da piccolo solo perchè i miei genitori credevano che, così, mi sarei calmato un po'. Anno dopo anno, però, l'amore verso la danza mi ha letteralmente riempito.

Ero bravo...questa cosa te la possono confermare in tanti a Busan. E, probabilmente, fu proprio per questo che riuscii ad entrare in una compagnia di ballo parecchio influente.
Era ad uno dei tanti raduni a cui partecipavamo che lo incontrai. Minkun Lee, il ragazzo che mi rovinato la carriera. Primo ballerino della compagnia di danza di Taegu.

Ci mettemmo insieme poco dopo quell'incontro, quasi incapaci di staccarci l'uno dall'altro.
La verità è che l'unico così preso da non riuscire a capire più niente ero io...

Così tanto che il giorno di una gara delle gare più importanti della mia vita, quando lui mi chiese di raggiungerlo nel suo spogliatoio, io credetti che non potesse essere niente di strano.
Invece, visto che con me in mezzo ai piedi avrebbe potuto non vincere, decise di farmi fuori facilmente, senza nemmeno battere ciglio, spingendomi giù dalla rampa di scale vicino allo spogliatoio della sua compagnia.

Mi ruppe la caviglia...non potei ballare quel giorno e non riuscii a camminare per molti mesi a seguire.

E la cosa peggiore non è questa.
La cosa peggiore è che, quando chiunque mi ha chiesto cosa fosse successo, io ho mentito.

Non ho mai fatto il suo nome. Con nessuno.

Ho semplicemente detto a tutti che è stato un incidente, e che la colpa era completamente mia, per proteggerlo.
Perchè io, a differenza sua, l'ho sempre amato. Anche se percepivo che fosse distante. Ma credevo che fosse solamente fatto così. Anche se mi sentivo in soggezione, ogni tanto, a stare con lui. Ma credevo che con il tempo questa sensazione sarebbe sparita. Anche se l'unico che veniva amato era lui...

Da quel momento ho iniziato a vederlo ovunque. E, quando dico ovunque, non scherzo. Qualsiasi cosa di Busan mi ricordava lui.
Per questo mi sono trasferito qui, a Seoul, sperando che qualcosa potesse cambiare.

E...ora sai qual è il motivo dei miei sguardi pensierosi e del mio rabbuiarmi in volto continuo.

Detto questo, per un po' di giorni non ci vedremo, perchè mi sono reso conto che ho il bisogno di tornare a Busan per lasciarmi tutta questa merda e tutte queste emozioni negative alle spalle. Una volte per tutte.

E, comunque, scusa se verrai a sapere che sono partito da Tae e non da me. Voglio solamente che queste parole siano la prima cosa che tu "senta" da parte mia.

Se, dopo averle lette, vuoi scrivermi qualsiasi cosa fallo, perchè sono convinto del fatto che avrò bisogno di un messaggio da parte della persona di cui mi sto innamorando per riuscire, finalmente, a gettarmi tutto indietro.

Grazie di aver "ascoltato" tutto quello che avevo da dire.
Sempre che tu non sia così pigro da non essere nemmeno arrivato fino a qui".

Dopo l'ultima frase mi spuntò una piccola risata sul volto, che, però, scomparve non appena ripensai a tutto quello che, invece, avevo letto prima.

Altro che barzelletta, il fatto che il suo ex ragazzo l'avesse gettato giù da una rampa di scale solo perchè così sarebbe stato sicuro di vincere una stupida gara probabilmente aveva fatto male esattamente come la perdita di mio fratello.

Anzi, sapete che c'è? Non ha senso mettere a relazione quanto male si sta per una cosa con un'altra persona.
Ci sono diversi modi di soffrire...e fanno tutti un male atroce...

Fu dopo qualche respiro, fatto per cercare di calmarmi e di metabolizzare la situazione, che presi il telefono dalla tasca dei jeans, andando di filato nella chat con Jimin.

"Ciao, Jimin. Ho...letto tutto. E, sinceramente, mi dispiace di averti aggredito in quel modo ieri sera. Non ne avevo alcun diritto.
Non ti rubo altro tempo, visto che sei con i tuoi genitori. Spero solo che quando tornerai potremmo parlare di tutta questa situazione con calma".

Non appena lo inviai chiusi gli occhi e mi permisi di tirare un piccolo sospiro di sollievo, perchè almeno, finalmente, la verità era venuta a galla da parte di entrambi.

SPAZIO AUTRICE:

Benissimo, il mistero che aleggiava intorno a questa storia per quanto riguarda i "passati oscuri" di Jimin e Jungkook si è finalmente dissolto✌🏻.

Vogliatemi bene almeno per questo🥺😂.

Buona giornata a tutti!✌🏻❤️

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