CAPITOLO 8~ A BAD DAY
⚠️In questo capitolo,ci sono degli argomenti che potrebbero urtare la vostra sensibilità,uno di questi è l'autolesionismo,vi auguro comunque una buona lettura.⚠️
Il silenzio rimbomba come un rombo durante un temporale.
L'imbarazzo,e la sensazione di essere giudicati sono le percezione più terribili che ogni essere umano potrebbe avere.
È piombato il silenzio da bene 5 minuti,ma il problema è:che nessuno dei due è riuscito ad esporre ciò che è realmente accaduto.
L'espressioni deluse di Vanessa e Brandon continuano a persistere,e i secondi che passano non sembrano affatto convertirle.
La mia pelle si rabbrividisce all'ascolto del chiacchiericcio fastidioso delle famiglie e dei ragazzi che c'è attorno a noi,e notare che noi siamo l'eccezione attorno a questo circolo colmo di felicità,mi fa rattristare.
Oggi doveva essere una giornata indimenticabile,straordinaria,ma sembra che questo momento sia in salvabile,irrecuperabile,come se questo evento fosse la chiave dell'inizio di una giornata orribile.
Era meglio se non alimentavo l'idea di Jason,e in questo esatto instante vorrei poter teletrasportarmi a scuola in modo tale da seguire come ogni giorno monotono,le mie lezioni scolastiche,credo sarebbe stata la scelta migliore.
Ma nel momento in cui Jason mi ha posto quella questione davanti,ho percepito una scarica elettrica smuovere le mie idee e funzioni,pensando e riflettendo che ne valeva davvero la pena.
O forse ho accettato solo perché volevo più attenzioni da parte di Jason?
Non so nemmeno io come come cazzo sia stato creato il mio intelletto,ma so solo che in questo esatto instante sto pensando troppo,più del dovuto.
Tra le mie paranoie emerge anche la paura che mia madre mi reputi una figlia orribile,e se scoprisse che la maggior parte delle volte formulo delle menzogne solo per poter fare delle cazzate adolescenziali,penserebbe sicuramente che io sia una delusione totale,una delusione proprio come mio padre.
E se fossi come lui?
Non voglio neanche pensarlo.
<<Allora? Io e Brandon stiamo attendendo le vostre spiegazioni,siete scomparsi tutt'ad un tratto.>>
La voce di Vanessa fa ritornare alla normalità i miei pensieri ed emozioni.
Ma dopo aver "risolto" questo problema ne rimane uno solo.
Spiegare la verità a tutti.
Io e Jason ci guardiamo in modo furente e scattante negli occhi,in questo esatto momento il nostro modo di pensare è legato da un ottima relazione,e dopo aver accordato mentalmente chi tra i due debba proferire parola,annuiamo con la testa,come se sapessimo perfettamente chi sarà il primo a formulare un discorso.
<<Ci siamo persi tutto qui.>>
La sua esposizione è molto breve,infatti,non sembra molto allettante e formosa.
La risposta negativa è ben visibile dai volti dei nostri compagni,il quale sono fermi ad osservarsi proprio come la prima volta,ancora increduli.
Nel mentre io e Jason attendiamo un cenno,un effetto sonoro,o una risposta accettabile da parte dei nostri amici,loro si schierano delle occhiatacce negative.
<<Questo è tutto?>>
Dopo che Vanessa ha esternato il suo parere ci osserva molto attentamente con occhi affilati e braccia conserte.
<<Visto che "vi siete solo persi" allora perché eravate mano per mano come due fidanzati?
Pensa se Daniel avrebbe visto tutta questa sceneggiata, ci sarebbe rimasto di merda,tanto so che in quell'arco di tempo è successo molto di più,vi sarete baciati? Toccatine? O nel modo più peggiore vi siete approfittati di quel momento per fare sesso.
Davvero,non me lo aspettavo da te Rox.>>
Quelle parole che emergono dalle labbra di Vanessa,fuoriescono come tanti taglierini i quali si intersecano nel mio cuore,tagliandolo in mille pezzettini.
Mi ha ferita per davvero.
Se solo comprendesse che non è facile come sembra,se solo sapesse tutto il mio passato e i miei pensieri oscuri sono certa che quelle cattiverie se le rimangiava,pentendosene amaramente.
In questo momento il mio campo visivo si annebbia completamente,tutto ciò che attorno a me era culminato da vaste colorazione,si converte nel grigio più assoluto,mentre molte lacrime passive idratano il mio viso colmo di lentiggini sbiadite.
Non mi aspettavo che mi giudicasse proprio lei,la mia migliore amica.
Nonostante la mia vista non mi permetta di poter osservare i visi aggrottati e confusi degli altri, riesco comunque a percepire le loro reazioni sbalordite dal mio contrasto inaspettato.
In questo momento nessuno è qui a sostenermi,ad abbracciarmi,ad asciugare le mie lacrime,ma ci sono solo io.
Finemente reco il mio braccio verso i miei lineamenti,e molto delicatamente strofino la stoffa morbida della maglia sopra il viso cosparso e bagnato da piccolissime quantità di liquido.
Quelle parole mi hanno davvero distrutta.
<<Io...Io...è meglio che vada.>>
Rispondo singhiozzando,mentre continuo a sfregare la stoffa sul mio viso.
Nessuno ferma la mia reazione,ma tutti e tre restano a fissarmi senza contrapporre nessuna opposizione.
Anche Jason non sa come reagire,nessuno sa come aiutarmi,nemmeno la mia migliore amica la stessa persona che poco fa mi ha frammentato il cuore in mille pezzettini.
Così disseminata dall'imbarazzo più totale,inizio ad incamminarmi con passo sollecito verso l'uscita del luna park.
Non dovevo accettare quel maledettissimo invito,ma la cosa che mi fa più male è che ormai non posso fare più nulla per rimediare.
È colpa del destino.
La mia corsa fulminea mi guida direttamente fuori dal parco divertimenti,senza alcuna distrazione.
Ma,improvvisamente,vengo attirata dalla visione di una panchina disposta di fianco a me,così ne approfitto per sedermi in modo tale da poter calmarmi e rilassarmi cercando un passatempo che potrebbe farmi dimenticare il trauma subito poco fa,ma,sembra che quest'oggi la fortuna non sia dalla mia parte,perché il mio cellulare vibra ancora una volta all'interno della mia tasca.
Daniel mi invia un altro messaggio,e il mio respiro diventa improvvisamente incessante a causa del SMS che i miei stessi occhi hanno intravisto,oggi è proprio una giornata sfortunata.
~CHAT DI DANIEL
Tutto bene?
11:15✔️✔️
Alla visione di quel messaggio le mie mani iniziano a tremare,mentre i miei occhi continuano ad osservare lo stesso messaggio che Daniel mi ha inviato esattamente 4 minuti fa.
Le mie iridi sono irrilevanti,e nel frattempo vengono folgorate dalla luce lampante del mio cellulare,rimanendo immobilizzata per altri minuti.
Incredibile come gli eventi negativi si vanno ad intersecare in modo netto e perfetto,proprio come un puzzle.
La mia intenzione non è assolutamente quella di rispondergli,perché in questo momento sta andando tutto male,e non vorrei peggiorare la situazione.
Ma nel momento in cui ripongo il mio cellulare all'interno della tasca,il suono di un clacson mi fa sobbalzare.
<<Signorina per caso attende il taxi?>>
Domanda il taxista abbassando lentamente il finestrino della macchina gialla zebrata,per poi radiografare la mia espressione che non sembra affatto splendete,cosparsa ancora dall'umidità delle lacrime.
Successivamente l'uomo di mezza età aggrotta le sue folti sopracciglia convertendo la sua espressione che fino a poco fa appariva indifferente in un atteggiamento un pò più preoccupato e coinciso.
<<Non mi sembra che lei stia tanto bene,vuole un passaggio? Passo nelle cittadine al di fuori di Los Angeles.>>
La mia espressività si modifica tutt'ad un tratto,passerà sicuramente nel mio quartiere,e,tornare a casa è tutto ciò che mi serve in questo momento terribile.
<<D'accordo,ma vorrei anticiparle che non ho soldi per pagarla.>>
<<Tranquilla,offre la casa sta volta.>>
Un sorriso ritorna a splendere tra le mie labbra carnose color ciliegia,alla fine non è una giornata del tutto sfortunata,c'è ancora uno spiraglio di luce che potrebbe riparare questa giornataccia.
<<Grazie davvero.>>
Il mio ringraziamento è molto suscettibile,sono stata davvero fortunata questa volta,trovare dei taxista così gentili in America è davvero raro,nessuno avrebbe avuto pietà di me nemmeno se mi avrebbero vista nel peggiore dei modi,purtroppo ciò che ha maggior valore è che ha interesse nelle persone è il proprio guadagno,nessun dispiacere.
Rimango ancora sorridete verso il mio angelo paradisiaco,il mio salvatore,e,nel momento in cui sono sul punto di alzarmi lui strizza l'occhio con intensa complicità per poi fare cenno con la testa di salire all'interno dell'auto,perché è arrivato il momento di mettersi in viaggio.
Il motore rumoreggia,mentre la marmitta dell'auto permette la fuoriuscita del fumo nero carico di combustibili inquinanti.
La partenza è molto placita e serena,il quale mi permette di vivere pienamente la mia tranquillità,la stessa sensazione che mi è mancata per un po'.
Mezzo giorno è appena scoccato infatti,si può notare la massima lucentezza del sole che riflette tra i palazzi di Los Angeles,il quale colpisce anche i miei occhi rendendo il colore delle mie iridi molto più chiaro e splendente.
I minuti passano frettolosamente quando si è distratti ad osservare il magnifico panorama Americano,che,pur essendo colmo di traffico,inquinamento,e caos,rimane pur sempre meraviglioso.
In quest'ora categorica il flusso stradale raggiunge la massima pienezza.
Nel frattempo che attendiamo l'attesa del semaforo verde, rimango incantata a fissare il vuoto più assoluto ed è qui che le parole taglienti di Vanessa subentrano ed affiorano nella mia testa "non me lo aspettavo da te Roxana" "avrete fatto molto di più in quell'arco di tempo".
Queste frasi pungenti rimarranno per sempre intersecate nella mia memoria.
Come ha potuto pensare queste cattiverie su di me?
Come ha potuto pensare che in quel momento avessi tradito Daniel baciando Jason?
Non doveva esporre le sue idee senza avere la nostra spiegazione ufficiale,mi ha fatto e mi fa ancora tanto male.
Nel medesimo tempo in cui penso a ciò che è accaduto in quell'asso temporaneo delle lacrime fuoriescono dalle mie palpebre bagnando nuovamente il mio viso,che,però,viene asciugato dalla mia frettolosità imminente,odio piangere davanti a tutti,figuriamoci davanti ad uno sconosciuto.
<<Quanto manca?>>
Chiedo io in moda da poter spezzare il momento tragico che si è creato tra i miei pensieri accattivanti.
<<Poco,siamo quasi usciti da Los Angeles.>>
Afferma il taxista,dopo aver osservato con perfezione il mio volto grazie al riflesso dello specchietto retrovisore.
<<D'accordo,grazie per l'informazione.>>
Il viaggio sembra ancora molto lungo,ma non è la distanza a preoccuparmi,la causa primaria sono io,perché in questo intervallo di tempo mi immergerei solo ed unicamente nei miei pensieri e paranoie.
Forse è stata tutta colpa mia,non avrei mai dovuto cacciarmi in questo terribile guaio.
POV DI VANESSA
Nel momento in cui Roxana è fuggita via,la percezione e l'immagine del gruppo si è alterata improvvisamente.
Jason è nervosissimo,difatti in questo esatto momento ha tra le labbra la sua solita sigaretta,che non è una novità,ma il fattore che mi spaventa di più è che,quando Rox è corsa via ha iniziato a sospirare affannosamente camminando su un perimetro di spazio conteggiato,e, ancora tutt'ora non ha nessuna intenzione di fermarsi.
Invece,Brandon,ha trovato l'occasione per accomodarsi in un margine di spazio limitato,e sta passando il resto del suo tempo con le mani sopra il viso,riflettendo sulla nostra curiosità eccessiva che,probabilmente,è stata la causa principale del delitto.
Mentre io,mi sento una persona terribilmente orribile,non avrei mai dovuto esporre le mie idee in questo modo,ma soprattutto con un tono di voce che facesse percepire ai presenti che Roxana in realtà non è la persona che voi tutti avete conosciuto.
Non mi sono mai sentita in colpa così tanto in vita mia,mi rendo conto di aver esagerato e sbagliato.
Ma ora dovrei scuotere il gruppo dallo schock adottato in modo tale da poter correggere ogni nostro sbaglio.
<<Ragazzi,so che ciò che è accaduto poco fa è stato sconvolgente,ma ora dobbiamo riprenderci e ritrovare Roxana,in modo tale da poter continuare la nostra giornata,abbiamo ancora tante attrazioni da fare!>>
La mia tonalità di voce cerca di donare una buona quantità di positività,che,purtroppo non viene recepita dagli altri, che,non sembrano adottare il mio senso dell'umorismo.
<<Secondo me non sta qui.>>
Dichiara Jason con tono maestoso,come se avesse la sicurezza che Rox se ne sia andata da questo luogo.
<<Io non so che dire,ma so solo che mi sento in colpa.>>
Dichiara Brandon sospirando rumorosamente,e nel contempo accarezza delicatamente il suo viso agitato e pentito.
<<Anche io giuro.>>
Non so da dove iniziare,non so che idea esporre,sembra tutto un déjà vu,un azione ripetuta per la millesima volta,e,in entrambi i casi è stata colpa mia.
Inizio a girovagare con le braccia conserte in uno spazio di piastrelle illimitato,accompagnando il movimento con la sinfonia della mia profonda emissione ed immissioni respiratoria.
Un'idea ce l'ho ovvero quella di chiamarla,ma non mi risponderebbe mai,è arrabbiata con me,ma forse potrebbe rispondere a qualcun altro...
<<Mi è venuta un'idea statemi a sentire.>>
Dopo la mia dichiarazione l'attenzione dei ragazzi si sofferma finalmente su di me,le loro iridi si illuminano improvvisamente,mentre la loro posizione si converte in un atteggiamento propositivo e obbediente.
Loro non mi rispondono ma si limitano solo a farmi un cenno col capo,per farmi intuire che la mia proposta è stata accettata e vorrebbero ascoltarla con tanta attenzione,notabile dal loro portamento seduti su un margine rialzato di strada.
<<So già in precedenza che non mi risponderebbe se la telefonassi io,ma,forse,c'è una persona che accetterebbe di ascoltare...
Jason,per favore chiamala ti do il suo numero.>>
Quest'ultimo si blocca completamente,la sua respirazione da essere incessante il quale gli stava causando una tachicardia si muta nella tranquillità più assoluta quasi da non riuscire più ad udirla.
La sua risposta non è immediata come speravo,infatti in questo esatto istante la sua figura è avvolta da tanti pensieri oscuri,rimarcato dall'incertezza che trasmettono le sue iridi cristalline cagionate dai raggi solari.
Passa ormai un minuto abbondante e il mio volto e sia quello di Brandon ha perso tutte le speranze apportate nel momento in cui ho condiviso il mio punto di vista.
Ma per fortuna Jason ha scelto di reagire,alzandosi improvvisamente dalla sede rialzata scagionando un sospiro confusionario.
Io e Brandon restiamo a guardarlo per pochi secondi e le nostre espressioni titubanti e impaurite dalla risposta si intersecano perfettamente.
<<Lo farò.>>
Il suo tono di voce è stato profondo e proficuo,rivelando la sua certezza la quale gli ha costato alcuni ripensamenti.
All'ascolto dell'affermazione tanto attesa,io e Brandon iniziamo a saltellare spargendo la nostra felicità,per poi infine incrociare i nostri corpi in un abbraccio puro e sincero.
Mentre Jason rimane immobile nel suo spazio vitale selezionato,mostrando un atteggiamento indifferente e distaccato,ma ormai si è fatto avanti con la sua scelta e non può più modificarla.
Con passo quieto mi avvicino a Jason per poi tramandare oralmente il numero telefonico di Roxana.
Lui inizia a digitare i numeri richiesti palesando e manifestando la sua ansia attraverso il tremolio delle sue mani e dalla sveltezza nel comporre la cifra.
Perché ha così tanto paura? È solo un fottuto numero di telefono.
Non l'ho mai visto così agitato ha sempre mostrato la sua durezza a tutti,forse è solo una mia impressione,ma,molto probabilmente ha solo paura di perdere Roxana,lo capisco infondo,si sono legati così tanto in solo pochissimo tempo,ma,questa faccenda mi puzza un po'.
Il tempo impiegato a registrare il numero è passato più velocemente possibile.
In questo momento siamo tutti e tre riuniti ad osservare il cellulare di Jason,attendendo pazientemente che quest'ultimo premi il pulsante per avviare la chiamata.
POV DI ROXANA
La strada che abbiamo percorso fin ora era carente di traffico,perché la maggior parte della circolazione urbana era incentrata nell'epicentro di Los Angeles.
Una volta essere usciti dalla metropoli,la guida scorrevole del taxista sta per addentrarsi nel mio quartiere,l'atmosfera è completamente discrepante,Los Angeles era colma di trambusto,traffico,e c'era poca tranquillità,mentre il mio ambiente nativo è letteralmente l'opposto,calmo,pacato,pochi abitanti,ma soprattutto,nessuno sa niente di nessuno,e,quindi, di conseguenza pochi gossip.
<<Dove devo andare signorina?>>
Chiede l'uomo di mezza età,pazientando la mia indicazione.
<<Deve svoltare a destra per poi continuare sempre dritto.>>
<<D'accordo.>>
I centri abitati in questo tratto di zona sono carenti,questa località,è incentrata più sulla raccolta di grano e olive,una delle poche zone campagnole americane,per noi abitanti questo luogo è sacro essendo l'unico che riesce a coltivare e vendere prodotti genuini.
I miei pensieri si confondono con la natura sussistente,gli alberi di ciliegio persistono tra le vie sperdute adiacenti di casa mia,questa strada di solito la percorro per raggiungere il mio liceo,ed ogni volta che le mie iridi osservano questo paesaggio,uno dei pochi luoghi naturali ancora rimasti, si illuminano alla spettacolarità innaturale,essendo che in America ci sono solo ed unicamente luoghi urbani,e poca natura.
Per godermi l'autenticità dello scenario sofisticato abbasso leggermente il vetro dell'auto,e mi sporgo per poter congiungermi con la natura presente,la brezza settembrile smuove la mia folta chioma ramata ricamata da docili boccoli,mentre l'odore dei ciliegi e del polline aderiscono perfettamente all'interno delle mie narici sensibili all'odore sottile.
Il taxista continua con la sua guida,mentre io sono tutt'una con la natura,e con il venticello procreato dalla velocità dell'auto,ma,purtroppo quella sinfonia perfetta verrà tra poco disgregata perché il mio campo visivo inizia a visionare il mio quartiere a pochi metri da qui.
Così prima che il taxista si fermi vicino casa mia mi ricompongo,e afferro il mio cellulare.
Ormai il magnifico momento immortalato dalla natura e dall'arietta fresca è stato scollegato,segno che l'auto si è fermata,ed è giunto anche il momento di cadere con i piedi per terra e di ritornare nella realtà,la stessa che stavo cercando di dimenticare.
<<Grazie davvero per il passaggio,cercherò di ripagarla prima o poi.>>
<<Non c'è di che,sono contento che io abbia potuto aiutare una ragazza sconcertata ad andarsene via di lì,tranquilla davvero.>>
Io gli sorrido,dallo specchietto retrovisore in modo tale da poter ricongiungere i nostri volti,proprio come la prima volta.
Una volta essere uscita dall'auto un fremito sconosciuto attraversa il mio ventre che viene colpito da docili vibrazioni d'ansia,ad alimentare la mia sensazione strana è anche l'aura che compare d'improvviso il quale stimola il movimento di alcune foglie verdi cadute per terra,una smorfia di panico si presenta sul mio volto indifferente.
Dopo essermi immobilizzata per poter decodificare e comprendere la causa primaria di questa sensazione strana ancora presente sul mio corpo,inizio ad incamminarmi verso casa mia accompagnata dal frastuono del taxi che si allontana dal mio vicinato,il sole caldo non è più posizionato al centro dell'emisfero terrestre ma è collocato sulla mia destra cosparso da un'ammasso di vapori.
La porta di casa sembrava un pozzo senza fondo,ma una volta averla raggiunta mi rendo conto che era solo una mia illusione,avvisaglia della presenza del mio malore.
Senza creare alcun tipo di frastuono busso alla porta e attendo l'arrivo di un membro della mia famiglia che apra l'ingresso.
Attendo alcuni minuti riflettendo che forse ne mia mamma e ne e Benjamin siano presenti,ma, per fortuna l'ingresso viene aperto con molta delicatezza e rilassatezza,intravedendo dietro di essa la mia stessa tintura di capelli.
<<Tesoro sei già a casa? Comunque ti sei dimenticata lo zaino a casa.>>
Mi domanda mia mamma con un tono di voce un po' stranito e confuso.
<<Tranquilla mamma,Vanessa ha condiviso i suoi libri con me.>>
<<D'accordo,io stavo preparando qualcosa da mangiare prima che andassi a prendere Ben,se hai fame puoi assaporare qualche pietanza.>>
<<Non preoccuparti mamma,ho mangiato alla mensa scolastica.>>
Come sempre le mie menzogne non mancano mai,potrei anche sforzarmi e mangiare qualche boccone,ma in questo momento ho lo stomaco chiuso,per via degli eventi traumatici accaduti poco fa.
Per non prolungare il discorso sul limite dell'entrata mi faccio avanti in modo tale da addentrarci dentro casa e poter proseguire la nostra conversazione qualora ci sia un continuo.
Ma le nostre figure non si allontanano molto dall'ingresso.
<<Va bene,arrivo tra un po',è ora di andare a prendere Benjamin,se vuoi venire con me,mi farai un po' di compagnia.>>
Dichiara mia mamma lanciando un'occhiata furente al nostro vecchio orologio a pendolo.
<<Scusa mamma,ma sono distrutta è stata una giornata colma di studio,ho la testa che potrebbe esplodere da un momento all'altro.>>
<<Tranquilla tesoro,va a riposarti io verrò tra un po'.>>
<<Va bene a dopo.>>
Prima che mia mamma raggiunga l'uscio della porta i nostri sguardi collidono per alcuni secondi,per poi scambiarci un sorriso pacifico.
La porta che fino a qualche minuto fa era socchiusa,viene definitivamente sigillata dall'uscita di mia madre.
Un lieve sospiro di sollievo s'introduce nel mio corpo,ho trattenuto le lacrime per fin troppo tempo.
Con andatura svelta mi reco nella mia stanza,durante il mio percorso alcune gocce cadono dalle mie palpebre in modo tale da poter dipingere il mio volto rendendolo umido e secco.
Non riesco più a controllarmi,quelle dannate lacrime fredda continuano a scivolare dappertutto,fino ad inumidire il completo di Brandon.
All'interno del mio cuore percepisco un abisso,una profondità,mi sento vuota,persa,senza alcun sentimento,indifferente e impassibile.
Quelle parole terribili hanno annientato la mia coscienza fino a farla diventare nera e oscura,il mio cuore caldo e ardente si è convertito in un animo ghiacciato e inerte.
Il dolore che provo in questo momento è indescrivibile,un dolore estraneo che non ho mai provato in vita mia.
Una sofferenza creata da una delle persone più importanti della mia vita.
In questo momento c'è un profondo abisso che separa la mia cognizione con la realtà del mondo sussistente,vorrei tanto bloccare il dolore psichico,e convertirlo in dolore fisico.
Qualche anno fa,avevo tanto bisogno di una figura paterna al mio fianco,e nei momenti peggiori della mia vita,ricongiungevo anche quei terribili ricordi che ogni bambino non avrebbe mai dovuto avere,questi eventi traumatici si intersecavano perfettamente,e l'unico modo per poter fuggire via da quel dolore interiore era l'autolesionismo,commettevo quel gesto autodistruttivo grazie al bruciore dell'accendino,che mi rendeva viva,ma soprattutto non subivo più quella sofferenza mentale,perché mi concentravo sul dolore corporeo.
Stanca di quella situazione instabile,riuscii a convincere mia madre a farmi curare da uno specialista,ovviamente,però senza annunciarle tutte le cause principali,tranne una, ovvero il trauma che ho subito durante le violenze,volevo tanto sfogarmi con qualcuno ma non riuscivo,nemmeno con la mia migliore amica,così l'unico modo per poter esporre le mie problematiche era un ascoltatore esterno,una persona che non conoscesse nulla di me.
Feci tante sedute e grazie all'aiuto di una professionista riuscii a lucidare la mia mente oscura,e,di conseguenza ho smesso di autodistruggermi,però,ho comunque nascosto il mio accendino in caso di ricadute,sapevo che mi sarebbe servito,e infatti in questo momento ho tanto bisogno di uscire da quella oscurità mentale.
Quando ho smesso le mie cure,la mia psicologa mi ha donato un diario,dicendomi che potevo sfogarmi e raccontare le mie giornate attraverso la scrittura,ma in questo momento terribile non riesco a dare sfogo al mio dolore attraverso la stesura.
Le lacrime di dolore che provo in questo momento continuano a cadere lungo il mio corpo,con passo pacato e sofferente mi dirigo nel luogo dove ho nascosto il mio accendino,all'interno del mio porta gioielli.
Senza pensarci due volte afferro quel marchingegno che mi ha causato tanta sofferenza,e prima di appicciare il fuoco,mi abbasso la gonna,per poter accordare i due corpi.
Il calore della fiamma si avverte in lontananza,così per poter dare vita al dolore corporeo avvicino la lingua di fuoco tra le mie cosce,il dolore che provo è atroce,ma ne vale la pena.
Nel mentre commetto il gesto soppressivo il mio cellulare incomincia a vibrare imperterrito sopra la mia scrivania,ma non sarà questo a distaccare la sintonia straziante che io stessa sto creando.
I due corpi rimangono collisi per più di due minuti,e dopo aver provato abbastanza dolore fisico separo la concordanza che si era creata.
Il mio interno coscia è colmo di arrossamenti che nel corso del tempo diventeranno rigonfiamenti pieni di dolore.
Conosco già questa sensazione.
Prima che mia mamma rientri a casa e raggiunga la mia stanza afferro il pigiama e lo indosso con una fugacità istantanea.
Nascondo il mio accendino per poi porre il mio porta gioielli dentro il mio armadio.
È tutto ok,tutto sistemato,mia madre non potrà destare nessun sospetto.
Afferro il mio telefono che fino a poco fa stava vibrando pazientemente,e nel mentre scendo le scale controllo la telefonata persa.
Il numero che mi ha chiamata non è presente tra i miei contatti,un numero non memorizzato,così con atteggiamento apatico esco dall'app telefonica e raggiungo la cucina attendendo l'arrivo di mia madre.
POV DI JASON
La chiamata non è stata accettata,infondo non ha tutti i torti essendo che Ariel non ha il mio numero memorizzato tra i miei contatti.
<<Riproviamo.>>
Insiste Vanessa.
<<Non servirà a nulla,fidati di me,per lei è un numero sconosciuto,non risponderà mai.>>
Dichiaro io con tono responsabile e precipitoso.
<<Ha ragione Jason,non servirà a nulla,secondo me dobbiamo solo dargli tempo,e si sistemerà tutto.>>
L'agitazione presente all'interno del corpo di Vanessa è ben visibile,sembra che in questo momento vorrebbe solo scoppiare a piangere.
<<Andiamocene da qui,non c'è più nulla da fare.>>
Afferma Vanessa con tono apatico e freddo.
Senza nessun rimpianto e rimorso Vanessa si dirige verso l'uscita del luna park,mentre noi la susseguiamo dietro.
In questo momento della giornata,le persone presenti all'interno del parco divertimenti si sono moltiplicate,la moltitudine è ben evidente,adolescenti e adulti ridono e scherzano tra di loro,mentre altri attendono il loro turno per poter accedere all'interno delle attrazioni.
Anche la nostra giornata doveva realizzarsi in questo modo,solo che il destino ha voluto che succedesse il contrario.
Il ritmo lampante di Vanessa ci costringere a compiere un alternanza altrettanto repentina in modo tale da non perderci tra la folla.
Le mie palpebre si socchiudo leggermente per poter visionare Brandon e Vanessa tra la calca,
La nostra distanza è ben separata,ma riesco comunque a stare a passo con il loro ritmo costante.
Impieghiamo un paio di minuti per poter uscire dal luna park,il quale si era convertito in un vero e proprio labirinto a causa della moltitudine,per infine raggiungere il parcheggio dove avevamo diposto l'auto.
Il silenzio è calato dal momento in cui abbiamo abbandonato il luna park,e,sembra che nessuno di noi voglia rompere il ghiaccio,dopo lo schock adottato poco fa.
Repentinamente ci insinuano nella macchina e ci disponiamo nei rispettivi posti di prima,il silenzio piomba anche durante il viaggio.
Il paesaggio e il clima è variato,dal calore di un sole torrido,ad una condizione atmosferica instabile e tempestosa.
Il clima armonioso che si era creato nel viaggio di andata era davvero euforico e gioioso,mentre ora si è convertito nella tristezza più assoluta.
<<Vanessa dov'è casa tua?>>
Chiede Brandon con una tonalità di voce impassibile e imbarazzante.
<<Devi uscire definitivamente da Los Angeles,per poi continuare dritto e svoltare a destra.>>
<<Va bene.>>
L'andamento dell'auto si converte in un ritmo più spinto e celere,e,in men che non si dica usciamo da Los Angeles nonostante alcune controversie subite durante il traffico.
L'ambiente nativo di Vanessa è ben diverso dal nostro,la strada che stiamo intraprendendo fin'ora è colma di natura,ma carente di traffico,caos e inquinamento,mentre, Boston,il luogo dove abitiamo io e Brandon,è colmo di traffico e carente di naturalezza.
<<Mi devo fermare qui Ness?>>
Domanda Brandon impugnando con vigore il volante,è più agitato che mai.
<<Si,grazie.>>
Però ora mi sorge un dubbio,Vanessa e Roxana abitano nello stesso luogo,oppure no?
Vorrei tanto chiederglielo,ma sembrerei sospetto.
Vanessa è sul punto di uscire dalla macchina,ma quella fottuta domanda mi sta divorando la testa.
Devo chiederlo,non posso perdermi questa occasione,o ora o mai più.
<<Vanessa aspetta un attimo,vorrei chiederti una cosa.>>
La mia domanda la fa sostare ancora per qualche secondo.
Le sue mani sono posate sullo sportello della macchina,mentre la sua gamba destra è posizionata nel mezzo,il polpaccio fuori la porta mentre la coscia è ancora collocata sul sedile,e il sul capo è semi girato in modo tale da poter ascoltare la mia richiesta.
<<Dimmi.>>
La sua tonalità di voce è molto esasperata,ma nonostante lei mostri le sue contrarietà in modo implicito,gli chiederò comunque quella dannata domanda.
<<Tu e Roxana abitate nella stessa cittadina?>>
<<Si,se non avete altre domande, io dovrei andare,grazie per il passaggio.>>
Vanessa se ne va definitivamente,lasciandoci ammutoliti.
E prima di lasciare una volta per tutte questo posto,Brandon attende qualche secondo per accertarsi che Vanessa rientri a casa sana e salva.
Dal finestrino dell'auto possiamo visionare Vanessa aprire la porta,e,prima di addentrarsi all'interno della struttura,si volta per poterci salutare con un sorriso illusorio.
Brandon riaccende il motore,ma il silenzio tra noi due non è stato ancora sbloccato,l'auto avanza,ma il guidatore non è riuscito ancora a voltarsi verso di me e guardarmi negli occhi,la sua attenzione è concentrata verso il percorso,mentre le sue mani grandi stringono con forza il volante.
<<Questa qui ti piace per davvero,o è solo un'altra preda Jason?>>
La domanda che mi ha posto Brandon mi fa deglutire rumorosamente il groppone che non riuscivo a mandare giù da un bel pò di tempo,e sincronicamente la mia pelle si rabbrividisce fino a provare una forte sensazione di freddo,come se improvvisamente un anima sconosciuta ha oltrepassato la mia schiena.
<<Ti dico solo una cosa Brandon,Roxana è l'oggetto principale della mia nuova missione.>>
<<Non mi dire Jason...La stai solo illudendo? Ora,vorrei capire,cosa cazzo c'entrano le tue fottute missioni mafiose,con lei?>>
<<Non posso dirti altro, posso solo annunciarti che è una delle missioni più importanti,il capo l'ha affidata a me,visto che sono uno dei suoi principali e si fida ciecamente,sai come sono messo con i debiti e il capo mi ha promesso un bel bottino se termino questa missione.>>
<<Quindi...Tutte quelle sceneggiate sono false,ti stai avvicinando a lei solo per un tuo interesse personale,non ti importa davvero di come sta?>>
<<Perché dovrebbe importarmene Brandon?>>
<<Allora cosa è successo quando non vi abbiamo più visti?>>
<<Ti dico solo una cosa Brandon stammi bene a sentire,il mio fottuto scopo è solo quello di farla innamorare di me,ed il gioco sarà fatto,se sembravo agitato nel luna park era solamente perché avevo paura di fallire nella mia missione,perché se fallisco è la fine,la fine cazzo.>>
<<Davvero,non ti riconosco più Jason,non mi aspettavo arrivassi a questi livelli,spero che un giorno te ne pentirai amaramente.>>
<<Sono un cuore di ghiaccio Brandon,nulla può urtare il mio animo,nemmeno uno gentile come quello di Roxana Anderson.>>
~~~
Eh beh care ragazze,la situazione si sta facendo hot,avete scoperto un po' di Jason e uno dei suoi scopi,ma chi se lo sarebbe mai aspettato che Roxana Anderson fosse la missione principale del nostro Jason,chi lo sa,forse si innamorerà,forse terminerà la sua missione.
Ma soprattutto chi è il suo capo è perché sa di Roxana? Scoprirete tutti questi misteri nei prossimi capitoli di ANL.
Alla prossima,vi voglio bene.🧡
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