4.Dopo questa voglio una statua!
Si svegliò verso il tardo mezzogiorno, con la gola secca per la sete, lo stomaco che brontolava per la fame e la schiena che gli doleva per la scomoda postura con cui aveva dormito.
Si diede una stiracchiata e tra uno sbadiglio e l'altro raggiunse la cucina. Prese la cialda del caffè e accese la macchinetta, accendendo il telefono nell'attesa che essa svolgesse il suo lavoro.
266 messaggi non letti.
Si stupì del numero che aveva appena letto e aprí le chat, capendo che la maggior parte provenissero dal gruppo dei miserabili. Aprí la chat, giusto per levare la spunta della notifica dalla schermata, con l'intenzione di richiuderla subito dopo, ma un nome attirò la sua attenzione: Wendy.
Un messaggio chiaro sembrava palesemente parlare di lei e non solo, anche di lui. Niccolò non entrava in quel gruppo da talmente tanto tempo che i suoi amici sembravano essersi dimenticati della sua presenza.
Les miserables🤍⚽
Tiziano
Regà ma Niccolò che fine ha fatto?
Vale
Magari si è ripreso
Adri
Macché? Tu dici? Ma l'hai visto com'era depresso l'ultima volta che siamo andati a trovarlo? Ha detto chiaramente che vuole restare solo, per cui non vedo manco er motivo per preoccupasse
Leggendo quel messaggio si sedette sulla punta del tavolo, deglutendo per mandare giù il magone che gli si era creato.
Cocco
Ma probabilmente noi avremmo dovuto restargli accanto, sappiamo com'è fatto. Niccolò è una persona riservata, è vero, ma era palese che in quel momento non voleva, non doveva, restare solo.
Lesse l'intervento di Gabriele e un lieve sorriso gli si dipinse sulle labbra.
Il rumore della macchina da caffè lo riportò alla realtà, facendolo scattare in piedi e spegnere l'aggeggio, prima di posare la tazzina, ormai bollente, sul tavolo e riprendere il cellulare.
Adri
Ci ha cacciati lui e dopodiché non ci ha più cercati. Il cellulare lo tiene sempre spento e quando lo accende non sfrutta l'occasione per farce na chiamata o mandacce un messaggio. È chiaro che non ci pensa più ormai.
Cocco
Probabilmente è ancora scosso allora...non so voi ma io mi preoccuperei, indipendentemente che lui voglia o no.
Vale
Ma non era Adriano il suo avvocato difensore? 😂
Adri
Non più.
Una risposta secca, composta da due sole parole fu in grado di farlo preoccupare. Si passò una mano tra i capelli scombinati e iniziò a sorseggiare il caffè dalla tazza bollente, stando attento a non scottarsi.
Gianmarchino
A regà me fate nriassunto?
Tiziano
Io avevo fatto solo una misera domanda e si è creato un dibattito...
Gianmarchino
E non mi avete chiamato?🥺
Vale
Così impari a dormire mentre scriviamo
Gianmarchino
Siete voi che scrivete mentre io dormo!
Cocco
Fai il serio Gianma', stiamo parlando di Niccolò
Gianmarchino
Torno a dormire allora
Adri
No fermo qui, non fare il coglione.
Pensi anche tu che è inutile preoccuparci per Niccolò dato che lui non ci fila più? Che palle devo riformula' le frasette come si fa coi bambini dell'asilo
Tiziano
Dai calmate che te vedo troppo agitato stasera
Adri
Non si fosse mai messo con quella... Cazzo lo sai che sta male ed è in punto di morte, è stata a rischio ben due volte! Alla prima si è salvata e ok, ma non puoi aspettarti di ricevere la stessa fortuna alla seconda volta! Sai che sta così e soffrirai, allora lasciala! Non condannarti la vita!
Leggendo quel messaggio, Niccolò strinse il manico della tazzina talmente tanto forte da far diventare le nocche bianche.
Vale
Sai anche tu che hai appena detto una cosa crudele e senza senso, giusto?
Adri
Pensatela come volete, io con quello non ci torno a parlarci.
Cocco
Ma fa sempre parte del gruppo
Adri
A te ne sei ancora convito? Ma per piacere! Se lo levassimo manco se ne accorgerebbe!
Tiziano
L'altra sera l'ho visto in giro comunque e la sera prima pure, sempre allo stesso orario
Adri
Quindi?
Tiziano
Quindi boh pensavo che sarebbe una bella occasione incontrarci e parlare, anche per chiarire e capire la situazione.
Da qui non seguirono più risposte e il ragazzo sbuffò lanciando il telefono sul tavolo, prima di bere il suo caffè ed uscire di casa dirigendosi al solito locale contenente il suo pianoforte nero.
Sí, avrebbe potuto suonare quello di casa, ma quella mattina aveva un'improvvisa voglia di uscire, oltre al bisogno di prendere aria pulita.
Entrò notando che non era per nulla affollato e, anzi, gli unici posti occupati accoglievano qualche ragazzo dell'università, probabilmente nella sua ora di pranzo. Tra questi sedeva Alessia che, essendo di spalle e con lo sguardo rivolto verso lo schermo del cellulare, non s'accorse nemmeno quando il ragazzo le passò davanti per andarsi a sedere sullo sgabello del pianoforte lì davanti.
Con le dita accarezzò i tasti bianchi, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal sentimento, creando una melodia dolce e malinconica, in grado di suscitare numerosi ricordi, non solo a lui, ma anche agli universitari seduti al tavolo.
-la conosci questa? Un classico! Prima la suonava con una ragazza dai capelli rossi, ma si sa, non fa lo stesso effetto senza di lei- disse uno dei ragazzi seduto al tavolo della mora, facendole alzare gli occhi dal telefono. Non appena riconobbe lo sguardo del moro e incrociò il suo sguardo, gli mostrò un caldo sorriso che venne ricambiato con un semplice cenno del capo.
Rimase tutto il tempo ad osservarlo incantata, notando come suonare lo rendesse vivo, in sintonia con sé stesso e col mondo, proprio come le aveva raccontato lui l'altra sera. Le sue dita si alternavano con perfezione sopra quei tasti bianchi e neri, si muovevano come se già sapessero come spostarsi, dove posarsi, sempre in modo elegante e leggero.
L'ora di pranzo finí e tutti gli universitari uscirono dal locale, o quasi.
Alessia rimase lì, rifiutandosi di abbandonare quel locale senza prima aver rivolto anche solo un saluto al ragazzo. Per cui gli si avvicinò e aspettò che egli alzasse lo sguardo, accorgendosi della sua presenza.
Quando questo accadde, le mani tatuate del ragazzo si staccarono bruscamente dal piano, interrompendo quella fantastica armonia che si era venuta a creare.
-wow!- esclamò la mora concedendogli un piccolo applauso prima di vederlo sussultare spaventato
-ciao...- la salutò imbarazzato distogliendo lo sguardo e strofinando nervosamente le mani sul tessuto dei pantaloni.
-così finalmente ti ho sentito suonare! Beh è stata una fortuna che ciò sia avvenuto così presto, dato che non avrei saputo come intrufolarmi qui di notte per avere l'alternativa- esclamò sinceramente lasciandolo senza parole
-cioè tu...ti saresti venuta qui di notte pur di sentirmi suonare? Nah nun te credo- liquidò il discorso pigiando qualche tasto a caso sulla tastiera per smorzare la tensione
-beh se proprio non mi credi vorrà dire che ti verrò a far visita una di queste notti, devo solo cercare un modo per non svegliare i miei- rispose convinta riflettendo sull'ultima frase, strappandogli un sorriso
-comunque suoni molto bene, almeno su questo mi credi?- si complimentò poi aprendo un altro argomento come suo solito fare
-diciamo che me la cavo- acconsentì in modo vago passandosi una mano tra i capelli
-anche se mi avevi detto che lo suonavi solo di notte o a casa tua- fece notare la ragazza, ignorando la parte del discorso riguardante la ragazza rossa, capendo che quelli non fossero realmente fatti suoi.
-oggi sono qui perché avevo voglia di suonarlo qui, ecco tutto- spiegò brevemente
-tu invece che ci facevi qui?- cercò di aprire lui un discorso questa volta, cercando di non mostrarsi troppo imbarazzato e la mora dovette nascondere un sorriso intenerito di fronte a tale scena
-semplicemente era l'ora di pranzo e dato che l'università era qui vicino io e i miei compagni ne approfittiamo per venire qui a mangiare, dato che il cibo della mensa non è dei migliori. A proposito a quest'ora dovrei avere biologia... Ah che odio quella materia, tu non hai idea! È troppo complicata! È incomprensibile! Ma poi ci si mette pure la professoressa! Ti assicuro che è molto antipatica e parla sempre con quell'aria saccente e superba...non la sopporto proprio!- iniziò a passare da un discorso all'altro, sotto gli occhi stupiti del moro che cercava di seguire almeno parte dell'argomento senza perdersi e nascondendo un sorriso divertito dall'esagerata confidenza che ad ogni domanda la ragazza si prendeva.
-ma te parli sempre così tanto?- domandò all'improvviso ottenendo un'occhiata stranita
-e tu parli sempre così poco?- domandò di rimando la ragazza mettendo le mani sui fianchi e lanciandogli uno sguardo di sfida, non lasciandosi sfiorare minimamente da quella che qualche altra persona avrebbe preso come un'offesa.
-comunque te capisco, anch'io non avevo buoni rapporti con la scuola- confessò Niccolò, concedendole l'ennesimo piccolo annedoto su di lui e facendole brillare gli occhi
-davvero? E quale liceo hai preso?- s'interessò facendolo sentire bene. Era raro che qualcuno s'interessasse a lui ultimamente e quelle piccole attenzioni non facevano altro che rallegrarlo ogni volta.
-ne ho intrapreso più di uno a dire il vero, sono stato bocciato più di una volta- ammise con un filo di vergogna nella voce, sicuro che dopo quell'affermazione sarebbe stato preso in giro persino da lei che invece alzò le spalle
-vabbe tranquillo, non sei l'unico a cui è successo. Sono stata rimandata due volte in un anno per colpa della prof di Biologia ed ero persino a rischio della bocciatura! Quest'anno dovrebbe essere la mia "rivincita" diciamo, devo riuscire a battere quella perfida vecchia una volta per tutte, prendermi questa maledetta laurea ed andare a festeggiare in Congo con qualche scimmia- disse con tutta onestà, stupendosi della reazione del ragazzo che senza volerlo scoppiò a ridere
-ma stai ridendo! Ma quindi ne sei capace anche tu! Dopo questa voglio una statua!- lo prese affettuosamente in giro con un sorriso gioioso sulle labbra. Non si sarebbe mai aspettata una reazione del genere ma ne era contenta, soprattutto se quella reazione comprendeva un sorriso così contagioso e allegro.
-scusa- si scusò il ragazzo una volta essersi ripreso dalle risate e coprendosi leggermente le labbra subito dopo
-inutile che ti copri, ti ho già sgamato mi dispiace!- gli disse facendogli abbassare svogliatamente la mano
-tranquillo, hai un sorriso che coinvolge, fattelo dire- si complimentò nuovamente in totale sincerità, vedendo due fossette formarsi proprio agli angoli della sua bocca.
-me togli una curiosità?- azzardò dopo poco il ragazzo aggiustandosi gli occhiali sulla punta del naso
-dica tutto-
-perché il Congo? Cioè voglio dire tra tutte le regioni e stati che ce stanno ar monno!-
-beh tu hai mai sentito di una laureata che festeggia la fine degli studi in Congo?- domandò di rimando la mora ottenendo un cenno di negazione da parte sua
-appunto! È strano ed è una novità, per cui...perché no?- rispose con un'alzata di spalle, ottenendo questa volta un cenno d'accordo
-ora ti faccio io una domanda strana- azzardò posando gli avambracci sul pianoforte
-se riguarda gli occhiali sappi che non ci dormo la notte- premise il moro precedendo una delle tante domande che gli venivano poste frequentemente
-sì ci mancherebbe, mi riferivo ad un'altra domanda-
-spara-
-che hai mangiato a pranzo?- fece la sua domanda lasciandolo sbigottito
-che domanda è?- domandò confuso
-una domanda che di certo non ti saresti mai aspettato, o sbaglio?- domandò in risposta recuperando il suo esta-the dal tavolino e sorseggiandone qualche sorso dalla cannuccia viola
-no infatti, comunque se proprio t'interessa io avrei appena fatto colazione- rispose lasciandola altrettanto sbigottita
-che c'è? Non te l'aspettavi? Risposta insolita per una domanda insolita- le disse facendola ridere divertita
-c'hai ragione- concordò Alessia prima di prendere in mano il cellulare dalla sua tasca di jeans e leggere i messaggi che le stavano arrivando in quel momento
-ok, a quanto pare la Carducci sta dando di matto perché si è accorta solo adesso della mia assenza, devo scappare- lo informò lasciando la lattina del tè sul bancone
-la Carducci?- domandò Niccolò confuso prima di lasciarla uscire dal locale
-quella prof simpatica di biologia che ti ho accennato poco fa- rispose ironicamente facendogli alzare gli occhi al cielo
-non farla dannare troppo!- la raccomandò scherzosamente
-ci proverò!- urlò la ragazza in risposta uscendo dal locale chiudendosi la porta vetrata alle spalle e correndo velocemente verso il suo istituto.
Non appena la ragazza uscì dal locale, Niccolò si sentí vuoto, come se gli avessero appena portato via il sorriso.
Abbassò lo sguardo e rimurginò sulla breve conversazione avvenuta con la mora e si stupì della risata di cuore che gli era uscita verso la fine.
Erano anni che non sorrideva, che non rideva o che non parlava con qualcuno, tranne quando si trattava delle serate o giornate in cui l'alcol lo rendeva forse la persona più socievole e ridicola di questo mondo. Eppure quella moretta non troppo alta, dagli occhi verdi e un sorriso sempre allegro in volto, era riuscita a farlo sorridere e divertire senza l'utilizzo dell'alcol ma con delle semplici parole accompagnate dalla sincerità.
Poteva sembrare banale tutto ciò? Beh forse sì, forse era scontanto per qualcuno tornare a sorridere dopo tanto tempo, ma per lui no. Per lui era una grande piccola vittoria e la doveva solo a lei che in quel momento stava correndo a tutta velocità verso una scuola dove ad attenderla c'erano forse le urla dei professori.
"è solo per oggi Wen, te lo prometto" si disse prima di alzarsi velocemente dallo sgabello e correre verso l'uscita del locale, mettendosi sulle punte e cercando disperatamente quella chioma di capelli castani che sapevano di cocco.
Li riconobbe in lontananza, ma la distanza che li separava era troppa, quasi quanto la gente che la circondava in quel momento.
Io che osservo i suoi capelli,
E poi la perdo tra la gente.
Ciao ciao ❤️
-Fla :)
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