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30. Dobbiamo parlare

-Lombardo continui a leggere tu per piacere?- la voce squillante della professoressa le fece alzare la testa dal libro facendola sobbalzare sul posto.

-sì, sì certo- rispose immediatamente cercando col dito il segno su cui si erano fermati, per poi iniziare a leggere il paragrafo nuovo.
In realtà non capiva nemmeno quello che stava leggendo, la sua bocca pronunciava semplicemente le frasi che la sua mente leggeva, mentre con la testa pensava a quanti minuti mancassero a quella che ogni studente definiva "libertà".
Il suono della campanella le impedí di continuare e chiuse svogliatamente il libro, consapevole che tutte quelle pagine spiegate e/o lette durante la lezione se le sarebbe ritrovate da studiare per casa per la prossima volta.

-va bene così, per la prossima volta mi portate questo più la ripetizione. Mi raccomando alla lettura state molto attenti quando ripassate, questo è un argomento molto importante e ve lo ritroverete sicuramente agli esami- la voce dell'insegnante sovrastò il suono della campanella e tra gli alunni c'era chi usciva liberamente dall'aula salutando velocemente, probabilmente senza nemmeno aver percepito a pieno quell'informazione, chi invece sbuffava preoccupato e a chi semplicemente non fregava niente.
Alessia era un misto tra tutti.
Ormai sapeva che qualsiasi argomento si trattasse durante la lezione se lo sarebbero ritrovati all'esame, per cui sentirlo dire un'ennesima volta non faceva altro che farla sospirare e cercare di cambiare luogo o argomento.

-hei ciao scusami- una vocina acuta attirò la sua attenzione, facendola voltare di spalle dopo aver chiuso bene la zip del suo zaino.

-Ludovica giusto? Dimmi pure- si mostrò disponibile dinanzi la ragazza del terzo banco della seconda fila. Essendo sempre occupata tra lo studio, la famiglia e l'ospedale, non aveva mai avuto testa e umore per relazionarsi il rapporti d'amicizia nuovi con i suoi compagni d'aula, nonostante fossero gli stessi da un paio d'anni. Certo ci scambiava spesso e volentieri qualche parola, si prestavano penne e appunti a vicenda e ogni tanto qualcuno rideva alle battute dell'altro, ma niente di più.

-mi chiedevo se ti andasse di fare un giro uno di questi giorni...sai per conoscerci meglio dato che in 5 anni di studi assieme non siamo mai andate oltre al "ciao"- propose concludendo con una risata nervosa e imbarazzata che la coinvolse un leggero sorriso tirato.

-uhm purtroppo sono sempre abbastanza impegnata però magari se riesco a trovare un buco di tempo libero ti chiamo e ti faccio sapere, ok?- in realtà non avrebbe voluto rispondere in quel modo, perché sapeva che non avrebbe mai trovato uno spazio di tempo libero da dedicarle e che se lo sarebbe dovuto ricavare da sola, affrettando i compiti, smezzando i turni e i pasti. Ma allo stesso tempo non se la sentiva nemmeno di dirle di no e di mandarla via senza nulla di più. Si sarebbe sentita troppo in colpa e sarebbe stata giorni a pensare a come l'avrebbe guardata Ludovica dopo quel rifiuto.
Magari non sarebbe cambiato niente, ma nella sua testa ogni risposta corrispondeva ad una reazione e conseguenza e non poteva permettersi di fare brutte mosse.

-Va bene, allora mi dirai tu quando sarà possibile, ci sentiamo- sì congedò con un sorriso cordiale, lasciando la ragazza con una domanda che le rimbombava nella testa: perché si era decisa proprio ora di conoscerla meglio se, come detto da lei stessa, aveva avuto 5 anni a disposizione?

Decise di non darci troppo peso e uscì dall'aula aggiustandosi lo zaino sulla spalla  ed uscì il telefono dalla tasca, controllando le notifiche che erano state silenziate per tutto il tempo. Eliminò quelle che non le interessavano e aprì la chat di whatsapp, scorrendo velocemente i messaggi che i suoi compagni si erano inviati sul gruppo classe durante la lezione, e aprí quella con sua madre, dove c'era un pallino verde che le segnalava l'arrivo di un messaggio, il quale citava semplicemente: "non passare a prendere Liam da scuola oggi, non ce n'è bisogno, va a casa di un suo amico a mangiare, ci vediamo domani". Evitò di rispondere, risparmiandosi anche un misero "ok" e lasciandole semplicemente il visualizzato, consapevole che con o senza risposta non le sarebbe cambiato niente.
Scese poi più in basso e scorse altri due pallini verdi, i quale questa volta le segnalavano lo stesso messaggio, più corto del precedente ma proveniente da due chat differenti.
Sia la chat con Kevin che con Niccolò le segnalava un "dobbiamo parlare" che le metteva al quanto paura. Si limitò ad un "va bene" per entrambi, nonostante avesse voluto porre loro mille domande del tipo "perché?" "successo qualcosa?" "mi devo preoccupare?" "ho fatto qualcosa?" "è morto qualcuno?" "qualcuno deve partire?" e così via, ma si trattenne, convincendosi che di qualsiasi cosa si trattasse ne avrebbero parlato faccia a faccia.

Tornò a casa, privilegiatosi del fatto che quel giorno avrebbe dovuto fare turne serale per cui aveva tutto il pomeriggio "libero" per pranzare tranquillamente, iniziare i compiti e prendersi un po' di tempo per sé, perlomeno così si augurava.
Scese alla fermata e quasi corse sul marciapiede pur di arrivare il prima possibile e togliersi dalla testa tutti i dubbi che le affioravano per via di quei messaggi.

-dove le ho messe le chiavi 'mo?- si domandò mentre cercava disperatamente nello zaino, ricordandosi della scena avvenuta quella stessa mattina quando non trovava il libro di biologia.

-fa che non le abbia scordatate a casa, anche queste no ti prego!- implorò un entità sconosciuta persino a lei, nonostante non fosse nemmeno credente. Poi sobbalzò spalancando le palpebre -e se le ho dimenticate in classe? O peggio! Se mi sono cadute nel pullman? E se me le ha prese qualcuno?-
Cominciò a farsi mille paranoie e ad autoincolparsi di tutto quello che aveva fatto da quella mattinata fino a quel momento ma fortunatamente una voce a lei conosciuta sembrava conoscere la soluzione a tutti i suoi problemi.

-hai controllato nelle tasche?- Kevin era sull'uscio della sua porta a pochi passi da lei, con le braccia incrociate al petto e l'aria di una persona che sembrava la stesse aspettando da chissà quanti giorni.

-Kev! Che ci fai qui?- domandò sorpresa di vederlo, dopo aver tastato con le mani entrambe le tasche dei jeans e aver accurato che effettivamente il mazzo di chiavi che tanto cercava si trovava proprio nell'ultimo luogo dove avrebbe cercato.

-L'hai letto il messaggio?- domandò quasi retorico in risposta e la ragazza non poté fare a meno di notare quanto fastidio le provocasse quello strano tono nella sua voce quel giorno rispetto al solito. Sapeva che c'era qualcosa che sicuramente non andava.

-Sì, ti ho anche risposto mi pare, ma non pensavo ti avrei trovato addirittura di fronte la porta di casa mia. Cioè pensavo ne avremmo parlato con calma dopo...-

-hai ragione sono stato un po' troppo precipitoso ma avevo bisogno di parlartene adesso, altrimenti poi ci avrei pensato troppo e magari me ne sarei anche pentito. Ho preferito agire il prima possibile, dato che il tempo per pensare a ciò che ti sto per dire ne ho avuto, perché sai, ci ho pensato molto in questi giorni- spiegò mentre la osservava girare le chiavi  nella serratura della porta.

-Quindi deve essere una cosa che ti porti dentro da chissà quanto tempo...- riflettè a voce alta mantenendo lo sguardo basso sulla serratura.

-Qualche settimana circa- le diede ragione senza sentirsi minimamente toccato. Dalla sicurezza e dalla no-chalance che dimostrava ogni volta che apriva bocca, Alessia riusciva a capire quanto fossero vere le parole che le aveva riferito inizialmente, quanto fosse vero che a quella discussione ci aveva pensato per giorni interi. Sembrava addirittura avesse previsto le sue risposte e questo la turbava parecchio.

-va bene, allora cosa vuoi dirmi?- gli rivolse finalmente lo sguardo, lasciando lo zaino a terra e le chiavi ancora inserite dentro la serratura.

-Di noi- rispose facendola annuire, se l'aspettava.

-devi però promettermi che mi farai parlare tranquillamente senza interrompermi, va bene?- le chiese cosciente che come tutte le loro discussioni lei si sarebbe dilungata e messa in mezzo e, per questo discorso almeno, voleva evitare.

-va bene- rispose solamente, serrando le labbra e guardandolo negli occhi.
Timorosa ma consapevole della discussione che stavano per affrontare, convinta che sarebbe stata sicuramente la più difficile da dimenticare.

-sai apprezzo il fatto che tu non mi abbia invitato ad entrare, significa che già ti aspetti in cosa stiamo andando in contro e questo mi alleggerisce dai sensi di colpa per averti inviato quel messaggio all'improvviso ed essermi presentato qui senza preavviso, io-

-cosa vuoi dirmi Kev?- lo interruppe quasi bruscamente, mantenendo le labbra serrate e le braccia incrociate al petto, facendo leva su tutte le sue forze di non crollare o non perdere la pazienza proprio in quel momento.
Perché sì, aveva ragione, entrambi sapevano a cosa stavano per andare in contro, con l'unica differenza che uno si era preparato a quel giorno da settimane, pensando a tutte le battute e le possibili reazioni, mentre l'altra era stata scoperta sulla porta di casa mentre tornava da scuola totalmente ignara fino a quel momento.

-Non sto più bene con te- sganciò così la bomba, la prima delle tante, forse quella che fece più male e Alessia incassò il colpo inghiottendo il primo magone che le si stava formando in gola. Ma restò in silenzio, sorprendendolo e permettendogli di continuare il monologo che tante volte si era ripetuto davanti allo specchio in quei giorni prima di uscire di casa.

-non mi fraintendere, sono stato benissimo in questi anni, sei stata di ottima compagnia, sia dentro che fuori dal letto, ma ora non me la sento più di continuare, non mi sento più preso, se capisci quello che intendo-e questo fu il rumore che preparò Alessia all'arrivo di una seconda bomba, da cui purtroppo non poteva proteggersi.

-no, non capisco scusa. In che senso fuori o dentro il letto? "Ottima compagnia" poi...Mi hai presa per una escort?- si sentí autorizzata ad intervenire, sperando che quella fosse solo un'esagerazione della sua mente e che aveva capito tutt'altro.

-No ma insomma è quel che è stato...cioè ci siamo fatti compagnia a vicenda ed è stato bellissimo, te l'ho già detto. Sei stata importante ma ora sento di aver perso quella cosa che ci legava, penso concorderai anche tu su questo-

-in realtà io credevo fossimo stati più di semplici persone che si fanno compagnia a vicenda per poi finire a letto insieme...- rispose spiazzandolo, questa parte non era prevista nel suo monologo.

-ma sì, posso concordare sulle ultime settimane dove siamo stati assenti entrambi...anche se speravo di chiarirla questa cosa e di far rinascere il sentimento, ma da quel che sto capendo da parte tua non c'è mai stato niente di tanto profondo- riprese immediatamente parola concludendo la sua riposta e assumendo quella leggera corazza di freddezza che le permetteva di rimanere stabile e lucida in momenti come quelli.

-ti sbagli c'è stata attrazione anche da parte mia, è che- provò a contrabbattere, ma venne interrotto nuovamente

-no, è qui che ti sbagli. Io ho parlo di sentimenti, non di attrazione, non so se ti è ben chiaro il concetto-

-ti avevo chiesto di non interrompermi- cambiò palesemente discorso tentando di ritornare sulla strada da cui era partito, facendole alzare gli occhi al cielo.

-Come mi hai confermato anche tu, ultimamente siamo stati distanti e distratti entrambi, tu con quel tuo nuovo amico depresso ed io...io ho conosciuto la figlia dei vicini che...beh mi ha fatto scattare qualcosa- riprese così il suo discorso e arrivò alla terza bomba, l'ultima della scorta.

"te l'ha fatto rizzare?" pensò la mora in un momento di rabbia ma se lo tenne per sé.

-Si chiama Niccolò comunque e questa da dove sbuca fuori?- intervenne correggendolo sull'appellativo del moro e facendo trasparire quella punta di gelosia che la stava divorando. Non era mai stata una ragazza gelosa, ma percepire di essere sostituita da una nuova ragazza che sicuramente sarebbe stata meglio di lei la faceva imbestialire.

-si chiama Veronica e l'ho conosciuta più o meno qualche giorno dopo che tu mi presentasti quel tuo amico...Niccolò ecco, per cui come periodo stiamo lì- rispose tranquillamente, sfoderando tutte le risposte che fortunatamente aveva preparato.

-Veronica?- ripeté il nome quasi con disgusto, misto allo stupore di star provando un'emozione del genere per la prima volta in una situazione che mai si era sognata di vivere, e non le piaceva affatto.

-Sì beh è parecchio carina, ha molto tempo libero, una famiglia semplice e per nulla complicata e sa essere molto silenziosa quando serve, cioè mi sento proprio tranquillo quando sto con lei- senza accorgersene sganciò una quarta bomba, la più dolorosa e la meno programmata che segnò uno squarcio sopra al cuore della ragazza, rimasta impassibile e con gli occhi bagnati dinanzi la porta.

-"più silenziosa"...- rimurginò sulla frase appena percepita e gli squadrò il viso per accettarsi se stesse scherzando o meno.

-oh ma tranquilla, non è successo ancora niente tra di noi, te lo posso giurare- tentò di alleviare il dolore convinto di riparare il tutto con quella frase che al momento alle orecchie di Alessia risuonava più che insignificante.

-in pratica mi stai dicendo che non solo non c'è mai stato un sentimento da parte tua nei miei confronti ma anche che nelle ultime settimane ti sei allontanato da me perché hai conosciuto una ragazza meno logorroica, con più tempo libero, perché suppongo che abbia una vita normale come tutte le ragazze di quartiere, e una famiglia "senza problemi" rispetto alla mia, come se la questione di mio padre toccasse più a te che a me. In poche parole mi stai addosando colpe sul fatto che non riesco a controllare il mio modo di parlare e che ho poco tempo libero, nonostante questo purtroppo non dipende da me ma dal fatto che oltre all'università e allo studio ho una famiglia, vari problemi economici e un lavoro da mantenere.
Ma ti rendi conto da solo di quello che stai sparando o hai bisogno di risentirti una seconda volta?- sputò cominciando ad agitarsi, sentendosi incolpata e ferita da cose che non riusciva nemmeno a controllare.

-allora innanzitutto rilassa i toni parla più lentamente altrimenti non ti capisco- premise facendole salire i nervi alle stelle -seconda cosa, ti ho chiesto di non interrompermi e lo stai facendo-

-NON TI STO INTERROMPENDO, È UNA DISCUSSIONE, STO INTERVENENDO, NON DEVI PARLARE SOLO TU- replicò, interrompendolo sul serio questa volta.

-Terzo, fammi finire- la zittí alzando alzando una mano in aria come per richiamare attenzione. -Sì, lei è più silenziosa e semplice di te e con questo? Non è colpa mia se preferisco avere una relazione meno complicata e più stabile con un'altra ragazza che con te- concluse finalmente tutti i punti del suo monologo.

-ma tu così mi stai facendo sentire una merda, lo capisci?- domandò quasi sottovoce mentre le corde vocali le tremavano e gli occhi sbriluccicavano per quanto lucidi.

-non era mia intenzione, non è colpa mia se ti vengono complessi di inferiorità paragonandoti ad altre ragazze-

-complessi di inferiorità? Io non- si bloccò trovandosi a corto di parole per quanto assurda le sembrava la situazione che stesse vivendo -io non so che dire, sinceramente-

-allora non dire niente, significa che semplicemente doveva andare così- decise così di chiudere la conversazione, staccandosi dallo stipide della porta e dandole le spalle per andarsene.

-come si vede da parte tua non c'è stato nulla...- la sentì borbottare amaramente e si voltò nuovamente verso di lei, curioso di questa sua ultima affermazione.

-se ci fosse stato seriamente qualcosa non te ne saresti andato con la prima ragazza libera che ti capitava davanti, seppure ti fosse sembrata la via più semplice avresti lottato per restare. Di solito funziona così...- finí con lo schiarirsi della voce mentre il suo sguardo puntava al mazzo di chiavi che si passava tra le dita.

-ascolta non ho intenzione di ripeterti le cose dette in precedenza perché so che non sei così stupida, almeno ci spero. Ma non ho nemmeno intenzione di passare per lo stronzo di turno, è chiaro?- questa volta i suoi toni si fecero più alti e accorciò le distanze, avvicinandosi velocemente a lei tanto da sorprenderla.

-la vita è una Alè e non ho intenzione di passarla accanto ad una ragazza che so che mi porterà solo problemi- se fino a quel momento aveva provato a mostrarsi calmo e pacato recitando il suo bel discorso tanto ben impostato, adesso aveva cambiato completamente modo e maniera per sputarle in faccia l'amara verità, per dirle direttamente chiaro e tondo che lui con lei non ci vedeva un futuro, ma solo un mucchio di problemi da evitare.
Alessia lo percepí forte e chiaro questo concetto e si limitò ad annuire silenziosamente, prima di percepire una carezza sul viso che in quel momento le trasmetteva solo falsità e vederlo allontanarsi a piedi verso la sua auto parcheggiata poco più avanti.

-comunque nemmeno tra me e Niccolò c'è stato nulla in questi giorni- richiamò la sua attenzione poco prima che potesse aprire la portiera.
Non seppe chiaramente perché lo fece, se per pulirsi la coscienza davanti a lui o per non passare per la traditrice di turno. Fatto sta che l'unica reazione che ottenne fu un cenno col capo.

-ne sono felice- rispose con un'aria di uno a cui palesemente non interessava e salì a bordo della sua auto, facendo poi retromarcia e allontanarsi dall'abitazione della ragazza, molto probabilmente per l'ultima volta.

Ella lo vide allontanarsi in silenzio ed entrò dentro casa, chiudendosi fortemente la porta alle spalle e lanciando lo zaino con rabbia contro il muro.
Sapeva che questa discussione l'avrebbero avuta prima o poi, ma non si sarebbe mai aspettata tutto quel limite di sopportazione nei suoi confronti che le fecero pesare solo maggiormente i problemi che già aveva, aggiungendone altri di cui in quel momento non aveva minimamente bisogno.

E mentre Alessia era lì, ai piedi della porta e le mani nei capelli a ripensare alle frasi appena ricevute ai nuovi complessi che le stavano affiorando nella testa, Niccolò si preparava per ritornare nello studio della psicologa, per ricominciare il suo giro di sedute e far contenta sua madre.

Ciao ciao ❤️
-Fla :)

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