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capitolo 5

tutto era in silenzio, dalla finestra entrava una piccola brezza che mi procurava dei brividi.

Quella casa nascondeva qualcosa di misterioso. Poteva essere una mia impressione, forse era per la nostalgia della mia vera casa.

le cose andavano piuttosto bene. In fine settimana mi sarei sposata e niente sarebbe stato più come prima.

La casa era piuttosto accogliente e anche il personale, ma Marco era tutt'altro.

scesi dal letto e mi vestii, presi un libro e iniziai a leggere.

'Marika...' è tutto quello che riuscii a leggere fin quando una voce mi interruppe.

"signorina la colazione" mi disse una piccola fanciulla della mia età, mi sembra che si chiamasse Alice.

Sul vassoio c'erano delle fette biscottate con la marmellata ,il latte e il caffè.

Mentre stavo finendo di bere il caffè mi ricordo che oggi dovevo andare a scegliere l' abito da sposa.

Rabbrividisco solo al pensiero.

Mi preparai per andare in negozio, mentre infilavo le scarpe qualcuno bussó alla porta.

"avanti" urlo

Marco varca la soglia.

"è permesso?" bisbiglia

"si" dico in tono freddo.

"sei pronta?" mi domanda.

"si" rispondo.

"ti aspetto giù" mi dice ma io non rispondo.

sento il rumore dei suoi passi sulle scale e poi un silenzio assordante.

Mi pettinai un po', mi guardai nello specchio e mi aggiustai il vestito.

Attraversai la porta principale e mi ritrovai nel giardino. Salutai varie domestiche con un bel sorriso finto e poi mi avvicinai all'auto.

Dopo essere salita un po' di nervosismo passa ,ma, aumenta appena apro lo sportello della macchina e metto piede sul marciapiede.

scesi dall'auto e vidi un immenso negozio di abiti da sposa.

Ero triste. Quel giorno si avvicinava... al solo pensiero unito all'ansia iniziai a tremare. Marco mi prese per il braccio e mi tirò nel negozio.

"buongiorno" dissi alla commessa che rispose con un gran sorriso.

Marco si mise a sedere su una poltrona mentre una signora mi si avvicinò.

"sono Laura ,piacere. Tu devi essere Clara, giusto?" mi disse

"si" risposi.

mi guidò nel camerino e mi iniziò a far vedere alcuni vestiti.

più che camerino, quello, si poteva definire una sala.

c'era un enorme specchio che prendeva tutta la parete,due divani, una statua, un tavolo e dei quadri.

Laura bussò alla porta e io l'aprii.

mi diede un vestito bianco con un velo.

lo misurai ma non lo vedevo adatto.

Fu così anche per gli altri vestiti che mi diede.

Marco diceva che mi stavano tutti a meraviglia...ma a me non piaceva nessuno.

Decisi di andarne a scegliere uno da sola.

ne trovai uno bellissimo: era bianco ed era il classico modello 'a principessa'. Alla fine del colpetto aveva una catena che lo circondava. La catena era presente anche sul cerchietto con il velo.

Pensavo che quel vestito era perfetto...la catena rappresentava la mia famiglia che mi teneva stretta e non mi faceva fare quello che io volevo.
Probabilmente Marco si sarebbe arrabbiato...in fondo non è uno di quei vestiti che voleva farmi indossare lui...non so davvero come possa reagire.

Entrai in sala per farlo vedere a Marco...

"ti scordi di metterti quel 'coso'!...sembri una sgualdrina, sgualdrina!" mi urlò

sentivo fragili le gambe, fino a non sentirle più, caddi e tutto quello che sentii furono le lacrime. Abbassai il viso.

"cosa fai ora? piangi? lurida sgualdrina"

alzai il capo verso di lui

"non chiamarmi cosi!"

lo vidi venire verso di me.

Tutto quello che sentii dopo fu un bruciore sulla guancia poi due braccia che mi alzavano e mi sbattevano contro il muro...poi altri schiaffi, altro dolore fino a quando non sentii più niente.

Aprii gli occhi e mi andai a cambiare...corsi in macchina e decisi di smettere di piangere ma dopo poco ricominciai.

Avevo perso Josh , non potevo contattarlo ,non avevo il suo numero e non potevo scappare da li,non potevo fare più niente. Forse è vero che le fiabe non esistono.






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