capitolo 4
devo ammettere che sul quel divano si stava molto comodi, o forse avevo meno pensieri che mi tormentavano. Mi ero svegliata alle 9.30 ed ero in ottima forma.
Marco ancora non si faceva vivo. 'forse è andato a lavoro' pensai.
Decisi di andare a vedere da sola il resto della casa. Uscii dalla sala da pranzo e salii una delle due scale e mi accorsi che alla fine portavano allo stesso posto. Mi ritrovai in un altro salone, molto ampio. Andai verso il corridoio a sinistra e aprii la prima porta. Era una stanza da letto molto grande. I muri erano di un rosa pastello e i mobili erano bianchi, c'era un armadio enorme e i avvicinai per aprirlo.
'wow' esclamai. Quella doveva essere sicuramente la mia stanza: c'erano vestiti bellissimi e tantissime scarpe, in un piccolo cassetto c'erano tanti gioielli tutti in oro.
'non merito questo' sussurrai sedendomi sul letto. Uscii dalla stanza e sentii un dolce profumo, chiusi gli occhi, quel profumo mi ricordava Josh.
Josh,il mio Josh: la ragione del mio sorriso,l'unico che amavo.
voglio chiamarlo
pensai.
presi il cellulare ma rispose la segreteria e mi disse che il numero era inesistente.
e ora?cosa avrei dovuto fare?
Sento la porta di casa aprirsi
poi un -Clara dove sei?-
Marco.
-sono in camera.- gli dissi.
dopo poco varcó la porta della camera.
-Clara per quanto riguarda il vestito per il matrimonio....andremo domani a sceglierlo-
-okai- riuscii a dire...ma io volevo scoppiare, magari a piangere ma non mi importava. La verità era che stavo vivendo la vita di un'altra e non potevo farci nulla.
lui continuava a guardarmi.
faccio finta di niente e lo evito dirigendomi verso le scale.
vado verso la galleria e apro la porta a sinistra. mi spunta un ragazzo biondo, occhi verdi,alto.
-oh scusa- mi dice
-no,scusami tu-rispondo con un gran sorriso.
-sei il giardiniere giusto?- domando.
mi risponde con un cenno di capo.
-posso aiutarti?- domando
-certo- risponde con un sorriso.
Ci dirigiamo in giardino e ci raccontamo un po' di cose.
Io gli raccontai della mia vita e lui della sua.
Siamo stati così tanto tempo a parlare che io so tutta la storia della sua vita e si è gia fatto buio.
-vado- gli dico
-ciao- mi rispose
entro e vado a sedermi e a cenare.
ancora una volta nessuno parla.
si sente solo il rumore dei piatti e delle forchette.
Dopo aver finito di cenare do la buonanotte alle cuoche e vado in camera mia. E tra sogni e incubi sorse l'alba.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro