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capitolo 3

Lunedì quel maledetto lunedì in cui dovevo andare a convivere con il mio 'promesso sposo'.
Fine settimana ci sposeremo.
-"odio la mia vita!"- urlai sperando che nessuno mi sentisse.
Erano le quattro circa e non riuscivo ad addormentarmi.
Mi alzai dal letto e aprii la finestra. -"É bellissima questa casa"- sussurrai.
Mi vestii: indossai un top nero e una gonna con dei fiori bianca, legai i capelli in una coda di cavallo, misi un nastrino e indossai le ballerine.
Scesi con calma le scale togliendomi le scarpe per evitare di far rumore e uscii di casa.
Mi avvicinai all'altalena non utilizzata da tempo e mi sedetti.
-"mamma non ho utilizzato quest'altalena per far rimanere il tuo prufumo ancora sulle corde, ma ora che anche io devo andare via voglio sentire il tuo odore e poter sentire la tua presenza..."girai lo sguardo verso la casa e dissi:-"...ti amo mamma..."-
Stavo benissimo in quel momento, chiusi gli occhi per godermelo bene: quella pace, l'amore nell'aria, la libertà che si respirava.

Strinsi di piu le mani alle corde quando mi si fiondó nella mia testa il ricordo di Josh, ero arrabbiata per la decisione di mio padre...ma l'odore di mia madre mi fece rilassare e in un attimo riuscii a dimenticare tutto fino a quando delle urla non mi fecero sobbalzare.
Erano le 7 ed erano tutti svegli, alle 8 sarei dovuta partire.
-"Clara forza devi andarti a preparare!"-
Era mio padre.
-"subito papá"- dissi giá con le lacrime agli occhi...mancava poco...
Mi misi una canotta bianca con una gonna verde acqua con un fiocco ,sciolsi i capelli, mi truccai un po' e feci i bagagli.
Erano le 8 e ancora non veniva, io ero in giardino a salutare uno alla volta tutti i fiori...e tutti i ricordi.
Vidi una macchina entrare dal nostro cancello.
Era una ferrari, poi sento una mano  che mi tira per il braccio e vedo mia sorella Eleonora.
Arrivammo davanti a quella macchina, io avevo una rosa bianca nei capelli e lui la tolse, la fece cadere e la calpestò.
Giá lo odiavo,
-"vieni "-mi disse aprendomi lo sportello io mi sedetti sui sedili in pelle, lui caricó i bagagli e io salutai la mia 'famiglia' ma nessuno ricambiò il mio saluto.
Eravamo partiti. Avevo le lacrime negli occhi ma cercavo di non piangere, dicevo no a me stessa ma come facevo a smetterla? Sarebbe stata una cosa impossibile, mi manca già tutto. Voglio essere libera da tutto e da tutti, io voglio solo Josh.
"cerca di non piangere" mi dicevo in mente...ma non ci riuscivo.
-"allora? Come ti chiami?"- mi disse girando il suo sguardo verso di me.
-" Clara,tu?"-dissi io con tono insicuro.
Non volevo parlargli.
-"Marco"- rispose.
Guardavo sempre avanti e non distoglievo lo sguardo dalla strada, mentre lui mi guardava le gambe...
"finiscila" gli dissi.
Ma lui non rispose ,mi girai verso il lato del finestrino e iniziai a guardare per l'ultima volta il boschetto e mi venne in mente il mio cavallo misterioso...non l'ho salutato...mi sentivo in colpa, sicuramente mio padre l'avrebbe lasciato libero.
Lui non saprebbe dove andare...immersa nei miei pensieri  appoggiai la testa al finestrino.
Delle lacrime mi stavano rigando il viso, il trucco stava colando.
-"hai un fazzoletto?"-chiesi senza girarmi
-"prenditelo da sola"-mi disse indicandomi un punto esatto sul retro della macchina.
Non mi andava di fare l'acrobata e mi asciugai con le mani.
Poi cercai di non piangere piu.
Eravamo arrivati.

La sua casa era veramente grande, si trovava un grande cancello con delle mura come quelle di protezione nell'antichità. Qualcuno che assomigliava ad una guardia ci aprì il cancello. Entrammo in un boschetto e dopo alcuni metri intravidi una cancellata che circondava tutto il giardino e la villa. Entrammo in quest'altro cancello e scendemmo dall'auto. Ci incamminammo lungo una strada ricoperta di pietre che portava dal cancello diritto alla porta di ingresso in legno.
Nei lati di questa strada si trovava un prato ben curato con molti fiori e delle composizioni floreali al bordo della stradina. Entrammo in questa porta e delle guardie ci seguivano.
-"ti mostro la casa"-mi disse
Iniziammo a salire una favolosa scalinata molto ampia e molto alta. Appena salii tutte le scale difronte si presentava una grande porta di un oro antico, Marco la aprì.
-"questa è la sala da pranzo..."-
Era veramente immensa al centro c'era un lungo tavolo e c'erano numerose finestre, alle estremità della sala c'erano delle porte.
-"se vai da quella parte ti trovi in una galleria...-
Mi indicò la porta a sinistra e andò verso la porta e la aprì, in questo tratto di tempo mi resi conto che in un angolo della sala da pranzo c'erano numerose statue.
La galleria era di un colore rosso e sul pavimento c'era un lungo tappeto di un azzurro chiaro che copriva le mattonelle color panna.
Erano esposti numerosi quadri che raffiguravano cavalieri, per un attimo guardai Marco e tornai a guardare un quadro in cui non c'era un dipinto ma una fotografia.
-"è tuo padre?"- chiesi
-"si"- mi disse con tono freddo
Nel lato destro si vedevano volti di fanciulle e nel lato opposto si vedevano volti di cavalieri.
In fondo c'erano altre due porte di un colore bianco.
-"questo è il bagno"- mi disse indicando la porta difronte
-"questa porta invece porta al giardino"- mi disse indicando una porta sul lato sinistro della galleria.
Intanto si era fatta ora di pranzo e pranzammo. Nessuno dei due disse niente. Il silenzio era diventato assordante e io non mi sentivo a mio agio, anche il cinguettio degli uccelli sembrava essere diventato uno stridulio.
Sotto ad una finestra nel salone c'era un divano di pelle bianca e mi misi a fissarlo,aveva cuscini di un oro chiaro ed era trapuntato.
Marco si accorse della mia distrazione e mi disse "stasera dormirai lì perchè la camera non è ancora pronta,io dopo pranzo ho una riunione quindi resterai qui da sola. Domani ti mostreró il resto della casa" si alzó e si avvió verso la porta. Uscì e tirai un sospiro di solievo.
Non avevo piu fame,mi avviai verso la cucina e bussai la porta
"signorina ditemi" sbucó una signora un po'bassina con un enorme sorriso stampato in faccia.
"oh nono non chiamarmi "signorina" chiamami Clara,volevo sapere se potevo aiutarvi" risposi un po' imbarazzata
Lei fece un cenno con la testa e poi disse "Clara se vuoi,ma il signore non deve vederti così"
"non mi conosce e mi ha voluto sposare ora se faccio qualcosa di "utile" non dovrebbe dire niente" risposi e mi scappó una risata.
"potresti sparecchiare la tavola se per te va bene"mi propose
"sisi"risposi

la giornata passò abbastanza in fretta. Era arrivata ora di andare a dormire e mi sdraiai sul divano in pelle e subito mi addormentai.

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