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capitolo 2

mancava poco al risveglio di tutti, circa 3 ore ma per me era poco tempo.
Mi riusciva a scappare sempre di mano. L'alba ancora doveva sorgere e le goccie di rugiada sulle foglie e sui petali di quella piantagione sembravano dei piccoli cristalli.
il blu del cielo si mescolava ad un azzurrino accompagnato da un giallo.
mi vestii velocemente per poi scendere le scale con passi svelti e leggeri per evitare di far rumore.
uscii di casa e andai nel
boschetto a pochi metri fuori da casa mia.

Mia mamma mi ci accompagnava sempre,andavamo a raccogliere i mirtilli...mi manca...se ci fosse ancora sicuramente non mi permetterebbe di sposare un ragazzo che non conosco e che non amo.
Lei era quel tipo di persona che ti lasciava libera ed era sempre felice.

Piano piano iniziai a correre sempre più veloce dirigendomi nella parte piu fitta della foresta. Stavo scappando dai problemi, ma non dovevo farlo.
Piano piano la stanchezza si fece sentire e la luce iniziò a penetrare dalle foglie illuminandomi la strada.

In un punto nel buio sentii un rumore di passi...
intravidi una figura distesa ma comunque abbastanza grande...mi avvicinai e vidi un cavallo...abbastanza alto con una lunga criniera e una lunga coda di un marroncino chiaro mentre sul corpo presentava un colore bianco ma in quel momento sembrava grigio visto che era sporco.
-"hey piccolo"- sussurrai accarezzandolo ancora con le lacrime agli occhi.
mi guardó impaurito poi si tranquillizzò e si alzó, avvicinò la sua testa alla mia e col muso asciugò le mie lacrime.
io gli feci un grande sorriso
-"hey piccolo vieni..."- lui mi seguì

lo portai a casa e lo misi nella vecchia stalla ormai non utilizzata da tempo.
ormai erano le 8:00 di mattina,mio padre si era alzato e scese in giardino a chiamarmi per la colazione. Quando vide il cavallo iniziò a sgridarmi ed io con tono debole risposi:
-"papà me ne occuperó io, non preoccuparti"-

Ormai mio padre non mi trattava più come sua figlia ma come una nipote o una conoscente.
A volte si dimenticava di me, lui in questo momento ha solo 3 figlie.

col tempo mi ci sono abituata anche se è stato piú difficile di quanto speravo.
ancora una volta rimasi senza mangiare.
Presi il cavallo misterioso del bosco e gli misi il sotto sella,sella,sotto coda,morso,redini...tutto.
ci salii sopra e iniziammo a correre. Avevo deciso di chiamarlo John.
Il vento nei capelli, la senzazione di essere libera...mi ricordava il mio "LUI" quando correvamo con la moto.
Mi manca!...voglio rivederlo ma non ho neanche il permesso di andare in città...questi pensieri erano così forti che non mi accorsi di un ramo e...mi ritrovai a terra
-"aiuto"- dissi con un filo di voce per poi perdere i sensi.
Quando mi svegliai erano ormai le 7:00,il sole stava per tramontare...
-"è passata un'altra giornata, manca poco all'inferno"-
pensai.Tornai a casa, posai quel misterioso cavallo nel box e rientrai.
Dopo aver cenato avevo i lividi che mi bruciavano...era come se stessero buttando sassi bollenti sul mio esile corpo.
Mi chiusi in camera sedendomi sul davanzale della finestra.
Amavo il panorama che si vedeva da lí .
Il tramonto era bellissimo...ero arrabbiata e triste...
Misi le gambe fuori alla finestra
-"...IMPOSSIBILE..."-Urlai
-"in questa vita per me é tutto impossibile"- sussurrai.
Scoppiai in un tremendo pianto.
Mi misi distesa sul davazale come prima e presi la chitarra che ormai non usavo da tempo e iniziai a suonare e a cantare:-"and this love will sconer or later be reborn..."- questa fu la prima frase che cantai...-" questo amore prima o poi rinascerá"- mi ripetevo spesso ma in parole siamo tutti dottori laureati, nei fatti tutti anziani pensionati.
Posai la chitarra e mi addormentai ancora una volta con le lacrime agli occhi.

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