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Capitolo 7: Demoni acquatici, come non farsi mangiare

Quando Luz varcò la porta di casa, dopo aver ignorato le domande di Hooty sul perché fosse arrivata in anticipo, vide Eda intenta a contare un mucchietto di monete sul tavolo della cucina, Lilith le era seduta di fianco ma non sembrava stesse aiutandola.

"Che ci fai a casa? Successo qualcosa a scuola?" Chiese Eda abbandonando, temporaneamente, il suo lavoro.

"No... mi girava un po' la testa." Inventò sul momento. Tornando a casa l'unica cosa su cui era riuscita a concentrarsi era il mal di testa che le era preso poco dopo la sua crisi di pianto, non ne aveva parlato con King per non farlo preoccupare, aveva già attirato fin troppa attenzione.

"Te lo dico sempre che leggi troppo." Disse Eda alzando le spalle "Oh diamine, ho perso il conto."

"Eri solo a trentadue." Ricordò Lilith che, senza farsi notare, si era allontanata dalla cucina, sembrava tesa ma Luz non ci fece molto caso, non era strano che la strega assumesse quel tipo di comportamenti, normalmente non era nulla di grave.

Eda guardò Lilith come se volesse dirle qualcosa, ma alla fine sembrò lasciar perdere tornando a concentrarsi sulla sua apprendista.

"Andrò a riposarmi." Annunciò l'umana dando un mezzo sguardo a King, ancora appollaiato sulla sua spalla come un pappagallo. Il piccolo demone non fece nulla se non stringere appena la presa sul cappuccio di Luz. "Andremo." Si corresse sfiorando il muso di King con la testa.

"Va bene, mi trovi qua se ti serve qualcosa." Disse Eda, aveva già riportato gli occhi sulle monete che stava contando, non era un mucchietto molto numeroso perciò Luz immaginò che da lì a poco avrebbe finito e si sarebbe data ad altro.

Lilith era già sparita nello scantinato a fare solo lei sapeva cosa. Probabilmente pozioni dato che quello era l'unico uso della stanza, oltre a ricovero cianfrusaglie.

Luz salì le scale in modo totalmente normale, fino a quando non girò un angolo, era abbastanza lontana per non essere vista mentre si lasciava scivolare con la schiena contro il muro reggendosi la testa con entrambe le mani, stando piegata su se stessa facendo sì che il petto le toccasse le ginocchia, che aveva piegato mentre scivolava giù dalla parete.

King era già saltato fuori dal cappuccio e si era inginocchiato davanti alla sua migliore amica, le appoggiò una zampa sulla mano, sperando che Luz non reagisse in modo aggressivo come aveva fatto a scuola.

"Vuoi che chiami Eda?" Chiese dopo qualche minuto di silenzio, la ragazza scosse la testa.

Le mani erano strette ai lati del cranio sperando che così il dolore passasse, ma nulla.

Alla fine riuscì ad accumulare la forza necessaria per rialzarsi da terra e camminare fino alla sua camera, mentre percorreva a passi lenti il corridoio le sembrò di essere ancora nel conformatorio, quando stava disperatamente cercando la stanza in cui Eda era rinchiusa.

Si fermò di colpo e si guardò attorno, era il conformatorio, era di nuovo lì.

Però non aveva nessuna mappa, non sapeva dove andare, sentì gli occhi che iniziavano a pulsare e bruciare allo stesso tempo, la vista le si appannò a causa delle lacrime che minacciavano di scenderle.

Quando si sfregò gli occhi però, era di nuovo a casa. Per esserne sicura toccò tutte le pareti controllando fossero esattamente come le ricordava, controllò se il pavimento scricchiolasse in quel punto dove l'asse era stata fissata male.

King la guardò confuso e preoccupato ma si astenne dal dare giudizi, sapeva che Luz era spaventata, non sapeva come aiutarla perciò il minimo che potesse fare era assecondarla controllando che non si facesse male.

Quando Luz ebbe finito di controllare tutto ciò che aveva da controllare fece un respiro profondo, non era un sospiro di sollievo, sembrava solo che stesse cercando di calmarsi. Teneva la mano sul cuore mentre il suo petto si alzava e abbassava in sincronia con i suoi respiri.

Riprese a camminare verso la sua stanza, il mal di testa tutt'altro che sparito.

Aprì la porta e si lasciò cadere sul suo sacco a pelo, King le chiuse la porta alle spalle e si acciambellò ai suoi piedi nonostante non avesse alcuna intenzione di dormire, non se prima non si fosse assicurato che Luz stesse bene.

Luz, dal canto suo, non aveva voglia di fare assolutamente nulla, era troppo stanca e la testa le faceva troppo male.

Affondò il naso nel cuscino emettendo un lamento vagamente simile ad un ringhio per poi rigirarsi per guardare il soffitto in legno.

Le ricordava casa sua, il soffitto della sua stanza.

Anche se pensandoci era completamente diverso.

Forse mi sto facendo prendere dalla nostalgia. Si disse.

Non erano pensieri che voleva avere, non in quel momento per lo meno, voleva pensare a qualcosa di bello, immaginare di trovarsi in un posto qualsiasi che la facesse sentire al sicuro. Ma l'unica cosa che vedeva chiudendo gli occhi era il conformatorio, Belos, Eda... Tutti gli avvenimenti erano confusi, era arrivata a non ricordare gran parte di quello che le era successo. Gran parte non era tutto.

Dopo essere rientrata a scuola era stata ancora più difficile ignorare quello che le era successo con Gus e Willow che, senza volerlo, mettevano il dito nella piaga facendole domande di ogni tipo. Non li incolpava, in fondo era lei che non diceva nulla, e non era stato un problema fino a qualche giorno fa.

Perché di colpo aveva iniziato ad avere incubi?

Perché non ricordava cos'era successo?

In uno dei momenti in cui era riuscita a pensarci razionalmente si era detta che era una cosa normale. Doveva ancora elaborare la situazione. Presto sarebbe passata.

Se lo ripeteva in continuazione.

Ogni volta che aveva un incubo. Ogni volta che i suoi ricordi si offuscavano. Ogni volta che le veniva la pelle d'oca a camminare nei corridoi poco affollati che le ricordavano fin troppo il conformatorio. Si diceva che era normale e che sarebbe passata.

Ormai non ci credeva nemmeno lei ed iniziava a chiedersi se quelle sensazioni avrebbe continuato a provarle per sempre.

Si rimise seduta di scatto facendo saltare in piedi King. Non era il momento di avere quei pensieri.

Doveva solo trovare qualcosa da fare, qualcosa che la distraesse.

"King, ti va di cercare un gioco da tavola? Eda avrà qualcosa dal..." Non concluse la frase quando un nodo le si formò in gola minacciando di farla ricadere in una crisi di pianto.

King recepì il messaggio senza che concludesse la frase.

"Nel seminterrato!" Esclamò lui afferrando il suo coniglio di peluche, Francois, ed aspettando che Luz si alzasse.

La ragazza diede un tenero sorriso al piccolo demone superandolo mentre uscivano dalla porta.

Luz passò il corridoio più velocemente che all'andata cercando di non concentrarcisi troppo.

"Ugh...Dovremo fare dei tagli alle spese, Lily."

Luz si fermò in cima alla scala per ascoltare la conversazione che stava avvenendo al piano di sotto.

King si scontrò con Luz rischiando di finire a terra.

"Perché ti sei-"

"Shh"

Entrambi indietreggiarono per non essere notati, King non era sicuro cosa Luz credesse di scoprire origliando, ma per come stava andando il discorso non sarebbe stato piacevole.

"Perché?" Chiese Lilith alzando lo sguardo da un calderone in cui ribolliva un qualche liquido verde-giallo.

"Cinquantasei snails, è quanto abbiamo guadagnato con le ultime pozioni." Spiegò Eda indicando il mucchietto di monete che Luz le aveva visto contare pochi minuti prima.

"Com'è possibile?" Il tono di Lilith, più che stupito, sembrava indignato.

Eda alzò le spalle sospirando rumorosamente, ed in modo decisamente poco aggraziato.

King cercò di attirare l'attenzione di Luz sperando di poterla allontanare, ma la ragazza fissava la scena senza battere le palpebre, un'espressione preoccupata e colpevole.

"Gli alchimisti sono il fondo del barile, secondo te perché eravamo così pochi in classe."

"Come se fosse semplice fare pozioni." Sbuffò Lilith riprendendo a mescolare il composto che ormai aveva cambiato colore prendendo la tinta di un verde lime.

"L'unica è risparmiare, almeno finché non troviamo una soluzione. Hanno anche alzato i prezzi delle uova di grifone, sono una delle poche cose che Luz riesce a mangiare. Ugh! Non poteva andare peggio."

"Lo dirai a Luz e King?"

"No, non voglio che si preoccupino."

Il discorso continuò, ma Luz smise completamente di ascoltare.

Erano al verde ed era colpa sua. Colpa delle sue azioni sconsiderate. Se solo avesse messo la testa a posto come le aveva detto sua mamma tutto questo non sarebbe successo. Se solo avesse potuto tornare indietro....

King si accorse di come Luz stava stringendo i pugni combattendo le lacrime che minacciavano di scendere dalle guance, cercò di attirare la sua attenzione delicatamente finché Luz rilasso le mani e sciolse i pugni.

"È colpa mia King," sussurrò guardando ancora dritto davanti a sé "è colpa mia se siamo al verde, e sarò io a sistemare le cose."

---

 
Il mercato era, come sempre, pieno di streghe e demoni di ogni tipo, di mercanti palesemente poco affidabili e di altri meno sospetti. Ma non era questo che Luz era andata a cercare.

"L'imperatore sta prendendo sempre più controllo su Bonesborough." Osservò King indicando una statua alta almeno quattro metri dell'imperatore Belos, che era abbastanza sicuro di non aver mai visto prima.

"Già..." Replicò Luz osservando un tipo con indosso vario merchandise propagandistico della congrega dell'imperatore.

Dietro di lui alcuni manifesti, altrettanto propagandistici che invitavano le giovani streghe ad unirsi alla congrega, dove una volta c'era stampata l'immagine di Lilith ora c'era un soldato con la maschera dorata. 'Golden Guard'

Per qualche ragione Luz avrebbe tanto voluto bruciare tutto quello che vedeva che ricordasse l'imperatore, non era da lei fare certi pensieri, ma sapendo come la congrega aveva trattato Eda, l'unico sentimento che provava nei suoi confronti era odio- ed un filo di paura che non avrebbe ammesso di star provando- Ad ogni modo si trattenne per non dare nell'occhio, non erano certo lì per farsi arrestare.

Finalmente Luz vide ciò che stava cercando. La bacheca dove venivano esposte le taglie con la ricompensa in caso di cattura. Diede un'occhiata veloce poiché non le ci volle molto a trovare la taglia con la ricompensa maggiore.

"Ecco, il Selkidomus." Disse indicando il poster con il disegno di una creatura dalla pelle azzurra con qualcosa di simile a delle alghe sulla testa e sulla schiena.

King guardò l'animale senza dire nulla per qualche secondo, il tempo necessario per Luz di prenderlo in braccio camminando a passo svelto verso il porto.

"Sei sicura, Luz?" Chiese il piccolo demone osservando l'espressione seria sul volto della sua amica, un'espressione che non era solito vedere sul volto costantemente allegro di Luz.

"Non posso cambiare il passato, King, ma posso cambiare il futuro ed aiutare Eda." Sospirò abbassando lo sguardo "Devo rimediare, in qualche modo..."

In quel momento King avrebbe voluto dire più di una cosa, partendo dal fatto che non fosse stata colpa sua se la maledizione stava peggiorando, non era colpa sua se Belos aveva deciso di pietrificare Eda, non era colpa sua se la porta era andata distrutta. Ma prima che potesse fare una sola obbiezione Luz aveva già raggiunto il porto.

Una nave era ormeggiata vicino alla passerella di legno, lì un demone dalle fattezze di gambero aspettava che dei volontari si presentassero per cacciare il Selkidomus.

"Sicura di potercela fare, sardina d'acqua dolce?" Aveva chiesto in tono di scherno il capitano della nave.

Luz rimase in silenzio a guardare la taglia della creatura, non stava avendo ripensamenti ma il suo cervello aveva smesso di ascoltare e l'unica cosa a cui pensava era catturare quell'animale.

"Ehi, la mia amica può fare di tutto!" Rispose King arrampicandosi sulla spalla della ragazza ed indicando il capitano della nave sperando di sembrare minaccioso.

Il demone-gambero a quel punto aveva lanciato una divisa da marinaio a Luz che l'aveva presa senza batter ciglio per poi salire sulla nave.

King non era ancora convinto, ma sapeva che qualsiasi cosa avesse detto non sarebbe servita a dissuadere Luz dal suo piano, in oltre, la ragazza era perfettamente in grado di cavarsela, aveva combattuto Belos dopotutto, e ne era uscita illesa.

---

 
Luz era già stata al mare, più di una volta infatti, e l'odore di salsedine era una delle poche cose che davvero non riusciva a sopportare, se non fosse stato necessario non sarebbe mai salita su una nave in primo luogo.

Ma l'aria era piacevole e la vista dalla cima del ponte era qualcosa di mozzafiato, sapeva che le Boiling Isles avevano le loro parti migliori- nettamente meno delle parti peggiori ovviamente- e questo grazie a Eda, la sua mentore, la strega che le aveva insegnato ad accettare le sue stranezze fin dal primo momento che l'aveva conosciuta. Era importante che questa missione andasse bene. Non poteva assolutamente permettersi di incasinare le cose, non di nuovo.

King, appollaiato sulla spalla di Luz come un pappagallo, osservava la distesa di acqua bollente cercando di concentrarsi esclusivamente nell'avvistare il Selkidomus il prima possibile. Sapeva che Luz non era esattamente al pieno della sua concentrazione. Tra il mal di testa- che cercava di nascondere deviando tutte le domande di King a riguardo- e i sensi di colpa non si poteva dire che imbarcarsi fosse stata un'idea geniale. Ma Luz era in grado di badare a sé stessa.

Se avesse continuato a ripeterselo era sicuro i suoi dubbi sarebbero scomparsi.

"È vicina!" Gridò il capitano, Salty, indicando un'ombra appena sotto al pelo dell'acqua, si trovava a qualche metro di distanza da loro, ma nuotava velocemente per raggiungerli.

Bum

Erano stati colpiti dalla coda dell'animale sul fianco della nave, King cadde dalla spalla di Luz rotolando verso la porta che avrebbe logicamente portato all'alloggio del capitano.

In un primo momento Luz cercò di afferrare King ma la sua attenzione fu subito reindirizzata verso l'acqua quando il demone che avrebbero dovuto catturare emise un ruggito, prima di lanciare degli aghi- dalla sua pancia- verso la nave. King poteva cavarsela qualche minuto per conto suo.

Tutti i marinai iniziarono a tirare arpioni verso l'acqua mancando di diversi metri il Selkidomus, la creatura nuotava più veloce di qualsiasi pesce Luz avesse mai visto. Era anche il primo demone marino che vedesse così da vicino.

La giovane dominico-americana estrasse alcuni fogli da una tasca creando degli spessi pilastri di ghiaccio per deviare la fuga del demone. Una volta questi fu fermato dall'ennesimo muro ghiacciato, Luz fu veloce a prendere dei glifi per creare delle sorte di liane che avvolgessero il Selkidomus.

Con l'aiuto degli altri marinai, la creatura venne legata alla nave assicurandosi che ormai non potesse più fuggire. Non ci volle molto prima che quella convinzione venisse ribaltata completamente.

Luz non ebbe nemmeno il tempo di rilassarsi che un secondo boato si sentì dalle loro spalle.

Il Selkidomus era fuggito.

E qualcuno stava scappando con i soldi della taglia.

"Un pirata... fantasma..." Insinuò Salty osservando la scena senza batter ciglio.

"Ci stanno derubando!" Esclamò Luz, nonostante la cosa le sembrasse sufficientemente ovvia a quel punto.

Nessuno degli altri marinai mosse un dito e Luz non era certo andata fin lì per farsi una piccola crociera. Nossignore. Si sarebbe ripresa quei soldi in un modo o nell'altro.

La ragazza reagì in fretta, saltò giù dal ponte dritta verso il mare bollente creandosi una piattaforma di ghiaccio sotto i piedi. Poteva sentire il calore da lì.

"Non ho tempo da perdere..." Si disse sottovoce prendendo due glifi di fuoco e attivandoli dandosi così la spinta necessaria per seguire il ladro che sembrava dirigersi verso un isolotto poco lontano. Non si sarebbe fatta fregare in quel modo.

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King smise di rotolare solo quando colpì una scrivania in legno. Non si era accorto di essere passato in un luogo chiuso, tutto girava ancora un po' su se stesso ad essere onesti e ci mise qualche istante a mettere a fuoco la stanza intorno.

L'unica luce era quella di una candela ad olio sopra la scrivania contro cui si era appena fermato- una candela estremamente stabile se  non si era ancora ribaltata dopo tutto quel trambusto-.

Fu un dettaglio particolare ad attirare l'attenzione del piccolo demone-canide, qualcosa in oro sembrava riflettere la luce. Dopo solo qualche secondo King poté distinguere perfettamente l'oggetto, sul soffitto, dietro alla scrivania, si stagliava imponentemente lo stemma della congrega dell'imperatore: una spada con due ali che divideva a metà un triangolo, nel legno erano poi incise delle ali più grandi per rendere il tutto più appariscente.

Guardandosi attorno notò come tutto fosse riconducibile all'imperatore e alla sua congrega, i simboli erano ovunque, appesa ad una parete c'era anche una di quelle maschere col becco, che una volta Luz aveva paragonato alle maschere che usavano i medici della peste nel diciassettesimo secolo. King non aveva idea di cosa fosse la 'peste' o cosa si intendesse con 'diciassettesimo secolo' ma la frase gli era rimasta impressa.

Il piccolo demone corse verso la porta, intenzionato ad avvisare Luz dell'enorme rischio che stavano correndo.

Purtroppo venne fermato da una delle guardie dell'imperatore.

No. Non era un soldato qualsiasi, King era sicuro di averlo già visto da qualche parte. Non che fosse importante in quel momento.

Il povero demone non fece nemmeno in tempo a provare a scappare che il soldato l'aveva preso senza il minimo sforzo, e non importava quanto si dimenasse, sembrava solo tempo perso.

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Luz non era certa quanto ancora sarebbe durata la sua barca di ghiaccio, ormai erano rimasti due piccoli pezzi a sorreggerla, e le bruciavano le gambe, era sicura fosse colpa dei vapori bollenti del mare e una volta a casa se ne sarebbe occupata, ma ora erano solo d'intralcio, doveva concentrarsi finché non raggiungeva la riva. Era vicina. Doveva resistere ancora qualche secondo...

Oof

Aveva preso in pieno il ladro che, cadendo a terra, aveva lasciato andare il sacco di monete finendo per farlo risucchiare dalle onde del mare.

"No!" Esclamò Luz in un vano tentativo di recuperare i soldi.

La ragazza si girò verso il ladro, pronta per iniziare una battaglia.

Ma incrocio due occhi estremamente familiari. L'unica persona con una tale eterocromia era...

"Eda?"

"Ehi..."

Luz la guardò esterrefatta, indecisa se sentirsi in imbarazzo o arrabbiarsi.

"Perché hai derubato la nave?!" Chiese con un tono quasi deluso, prima di osservare le gambe- o meglio l'assenza delle gambe- di Eda "E cos'è successo alle tue gambe?"

Eda schioccò le dita e le sue gambe arrivarono balzellando verso di lei riattaccandosi senza problemi. Luz l'aveva visto talmente tante volte che non le faceva più nessun effetto. Beh, certe volte era inaspettato, ma non si spaventava più come le prime volte.

"Mascherare le tracce, mai sentito?" Quando la strega si rimise in piedi, spolverandosi la sabbia dal completo, realizzò finalmente cosa stava succedendo "Cosa ci facevi tu su quella nave, tanto per iniziare. Ci potevi rimanere secca, sai?"

Luz incrociò le braccia e girò la testa nella direzione opposta, sapeva di essere stata stupida- anche se ci stava pensando solo in quel momento- e non aveva nessun bisogno che Eda, tra tutte le persone, le facesse la predica. Avrebbe voluto rispondere ma qualcosa la bloccò sul nascere.

Qualcosa sembrò emergere dall'acqua. La forma ben distinta di un pugno che colpì la sabbia con un tonfo per poi ritirarsi. Dove prima c'era quell'ammasso d'acqua ora un soldato dell'imperatore con la maschera d'orata teneva saldamente un bastone in una mano ed una gabbietta coperta dall'altra.

Il soldato alzò la testa guardando direttamente Luz- o almeno così sembrava a lei-.

"A questo possiamo ancora rimediare." Disse con un tono fin troppo allegro per la situazione, come se avesse pensato a quell'entrata d'effetto per diversi giorni.

"Salve, criminali," continuò "quello che sta per succedere potrebbe essere relativamente indolore, se seguite i miei ordini."

Luz si accigliò, pronta a lanciarsi contro quel soldato scatenando tutto il potere dei suoi glifi ma qualcosa nell'espressione di Eda le fece cambiare idea. Aspetta, non sappiamo contro chi stiamo andando. Sembrava la traduzione più sensata.

"Perché dovremmo?" Chiese la giovane umana avvicinando la mano alla tasca, pronta a contrattaccare (o ad attaccare per quel che contava) al minimo senale di pericolo.

"Perché nessuna di voi due può usare della vera magia." Schernì. Luz era certa che, chiunque fosse questo soldato, non poteva essere molto più grande di lei. Era così infantile dopotutto. Probabilmente non era nemmeno forte quanto credeva, si stava solo dando arie.

Eppure qualcosa non la convinceva, sarà stata la sicurezza del ragazzo, o la sua entrata ad effetto. O magari il bastone che aveva. Uno dall'aspetto spaventosamente simile a quello di Belos, solo più piccolo.

Luz l'aveva notato subito. Era diverso dai bastoni che vedeva normalmente, sembrava più... tecnologico, dei bastoni tradizionali. E non aveva un palismano inciso sopra, come Owlbert. Era solo una sfera rossa su di un bastone metallico.

"Non puoi sapere cosa siamo in grado di fare." Disse Eda con un tono decisamente più calmo di quello che era stato usato da Luz.

A Luz sembrò di sentire il sorriso del ragazzo sotto la maschera "Forse hai ragione. Ma so che siete proprio sopra una pianta mangia carne."

Il ragazzo rise, nonostante il suono sembrasse poco onesto.

Eda e Luz risero decisamente meno.

Luz aveva sentito uno strano bruciore sotto le scarpe, ma aveva ipotizzato fossero le ustioni che si era procurata inseguendo Eda.

E comunque non era esattamente il momento adatto ad abbassare la guardia.

Dopo essersi fatto un'altra risata il soldato parlò ancora proponendo un patto. Una di loro avrebbe dovuto uccidere il Selkidomus e lui le avrebbe lasciate andare. Avrebbe chiuso un occhio, per intendersi.

Nel mentre Luz aveva anche scoperto di essere stata a bordo di una delle navi dell'imperatore per tutto il pomeriggio, il che la fece tremare al solo pensiero.

"Perché state cacciando il Selkidomus, è un demone pacifico e voi lo state provocando." Aveva detto Eda, il su tono non era più così calmo e sembrava sul punto di attaccare quel ragazzino presuntuoso.

"L'imperatore mi ha ordinato di ucciderne uno. Sto solo seguendo gli ordini." Aveva risposto il soldato.

Come una persona potesse seguire gli ordini di qualcuno senza mai farsi domande era una cosa che Luz non comprendeva. Com'era possibile essere tanto servizievoli al punto di seguire cecamente i comandi nonostante la loro assurdità.

Eda e Luz avevano poi provato ad iniziare una lotta che si era conclusa in un battito di ciglia. Quasi letteralmente.

Il soldato, per quanto giovane, aveva degli ottimi riflessi e sembrava muoversi più veloce del normale. I glifi di Luz non lo sfiorarono nemmeno.

Il soldato sembrò poi perdere la pazienza, sollevò un sottile strato di sabbia su cui erano state scaraventate Luz e Eda per portarle sopra all'acqua bollente del mare.

"Solo il fumo può causarvi ustioni di terzo grado, che ne dite se vi lasciassi qui per un po'?" Disse sicuro di sé.

Terzo grado, eh. Pensò Luz. Sperava solo che non fosse il caso delle sue gambe, che sicuramente erano ustionate- o delle sue braccia che iniziavano a farle male allo stesso modo-.

"Ma non serve sia così cattivo." Il soldato le fece riatterrare entrambe sulla sabbia senza tante cerimonie.

"La cosa potrebbe restare tra di noi, se una di voi due segue queste tracce," puntò un solco nella sabbia diretto verso una caverna "e uccide il Selkidomus."

Una spada si materializzò di fronte a loro per poi cadere a terra "Ecco, vi do una mano." Aggiunse con tono sarcastico.

Luz emise un mugolio avvilito nel guardare la spada di fronte ai suoi piedi.

"Ugh, stai rendendo le cose difficili." Sbuffò il ragazzo.

"Andate o annego il pennuto." Dopo appena un secondo di confusione da parte di Luz, il soldato mostrò cosa fosse chiuso nella gabbietta da pappagalli.

"Weh?"

"King!"

Luz cercò di avvicinarsi ma il soldato la fermò puntandole la punta del suo bastone davanti.

Luz gelò sul posto, cosa che non passò inosservata agli occhi della sua mentore. Eda la tirò indietro in modo che il ragazzo, che avevano appena scoperto tenesse in ostaggio King, spostasse l'arma in una posizione meno pericolosa.

Appena Luz tornò in sé capì che c'era solo una cosa che potesse fare.

"Va bene, vado io." Dichiarò afferrando la spada.

Si alzò in piedi, sotto lo sguardo incredulo di Eda, e sotto lo sguardo sicuramente soddisfatto del soldato dalla maschera dorata.

"Luz, aspetta." Cercò di richiamare l'attenzione Eda. Ma era inutile, la sua giovane apprendista si stava già dirigendo verso la caverna con l'espressione più decisa che la strega le avesse mai visto in volto.

"Luz!"

Luz ignorò- o forse non sentì affatto- il suo nome pronunciato da Eda.

Stava andando a passo veloce verso la caverna, stava seguendo le tracce come aveva detto quel soldato, se avesse fatto come aveva detto ne sarebbero usciti illesi.

Era il minimo che potesse fare, lo doveva a Eda, e lo doveva anche a King dopotutto. Si meritava di essere nei guai: aveva agito senza pensare come suo solito. Ma i suoi amici. La sua famiglia no. Loro non meritavano di rimetterci per colpa sua. Perché era troppo debole. Se non fosse stata a corto di tempo si sarebbe sicuramente fatta una ramanzina.

'Ecco Luz, l'hai fatto di nuovo.' Avrebbe detto la sua mano sinistra.

'Perché non ascolti quando la gente cerca di darti un consiglio?' Avrebbe continuato la mano destra.

E lei sarebbe rimasta lì a sentire le sue mani sgridarla per quanto fosse irresponsabile.

Ma non aveva tempo.

Quando Eda la raggiunse era ormai nella caverna- la tana del Selkidomus probabilmente-.

"Luz, non fare del male al Selkidomus, ci dev'essere un'altra soluzione." Disse afferrando l'umana per la spalla, costringendola quindi a girarsi.

"Hai sentito cos'ha detto, Eda." Si liberò dalla presa della strega facendo qualche passo verso una voragine decisamente profonda "Se tu e King volete essere liberi, devo farlo," saltò sul bompresso di una nave che, in qualche modo, era arrivata fin lì "e devo farlo da sola."

"Cos'è questa cosa del fare da soli?" Sbottò Eda "Non ricordi? Noi strambi dobbiamo-"

"Cosa?" La interruppe la ragazza con la voce rotta "Restare uniti? È perché sei con me che hai perso i tuoi poteri, sei quasi stata pietrificata e ora non puoi nemmeno permetterti il tuo sangue di mela perché sei preoccupata di cosa io debba mangiare." Un ruggito fece tremare la caverna, sicuramente il Selkidomus si trovava all'interno di quella voragine.

Luz fece un respiro e guardò Eda negli occhi. "È colpa mia tutto questo, ecco perché devo farlo da sola. Mi farò perdonare, Eda, lo prometto."

Luz strinse la spada tra le mani e si lasciò cadere nella voragine buia mentre in lontananza sentiva chiamare il suo nome.

Atterro su qualcosa di ruvido, squamoso e bagnaticcio. Oh fantastico. Era atterrata sul muso del Selkidomus. Sempre meglio che atterrare su qualche affilata stalagmite- sempre ammesso esistessero-.

La creatura si scrollò di dosso la ragazza facendola rotolare giù dalla propria schiena e poi dalla coda.

Luz finì a testa in giù contro la parete della grotta. Il colpo non stava aiutando il suo mal di testa o il dolore crescente alle gambe e alle braccia. Le girava la testa ed era sicura che se si fosse alzata avrebbe visto subito tutto nero a causa della pressione.

Ma doveva alzarsi.

Il Selkidomus ringhiò di nuovo e la caverna s'illuminò di un'innaturale luce rossa. Quando il demone gonfiò la pancia, pronto per scagliare una raffica di aculei Luz capì che fosse il momento di reagire. Afferrò la spada e si nascose dietro il primo riparo che riuscì a trovare, sembrava una lastra di roccia conficcata nel terreno, giusto ciò che faceva al caso suo.

Una volta che gli aculei smisero di pioverle addosso uscì dal suo nascondiglio, pronta a sferrare il suo attacco.

Corse verso il demone, recuperando un glifo di ghiaccio nel mentre, appena fu abbastanza vicina al suo bersaglio piazzò il glifo a terra creando un pilastro che, grazie alla spinta, la spedì diversi metri sopra la testa del Selkidomus. Strinse la spada pronta ad affondarla in una parte qualsiasi della povera creatura. Era un prezzo che si doveva pagare se volevano essere liberi.

Ma qualcosa la fermò. Sentì qualcosa afferrarla per la vita.

In un primo momento pensò che il Selkidomus le avesse, in qualche modo, dato un colpo con la coda e stesse attualmente volando dritta verso un muro. Però il contatto non svanì, qualcosa la stava tenendo.

Atterrò in un cespuglio di alghe e cadde a terra, il suolo era sempre più duro di quanto ricordasse.

Quando riaprì gli occhi davanti a sé vide Eda intenta a togliersi un'alga da davanti agli occhi. Prima che potesse dire qualsiasi cosa la sua mentore aveva già preso parola.

"Credi che gettare la tua vita per nulla mi aiuterebbe? Perché non è così che funziona." Il tono di Eda era severo, ma non cattivo. La stava rimproverando, ma non era come i rimproveri gelidi dei suoi vecchi professori nel mondo umano. Era come quando sua madre la sgridava, ed era severa solo perché Luz aveva fatto qualcosa che l'aveva spaventata. Come quella volta che aveva costruito una rampa per saltare un fiumiciattolo con la bici ed era finita per rompersi entrambi i gomiti.

Eda sospirò "Mi hai aiutato a trovare la corona di King quando appena mi conoscevi, hai evitato diventassi una statua di pietra... e mi hai persino fatto parlare di nuovo con mia sorella." C'erano così tante altre cose a cui Eda poteva pensare, tutte cose che senza Luz non sarebbero mai successe "Quindi, sfortunatamente per te, la mia vita è grandiosa, perché ho conosciuto Luz l'umana."

Luz era definitivamente sul punto di piangere, aveva scordato tutto quello che la preoccupava cinque minuti prima. Sapeva che non sarebbe durato molto, ma non le importava.

"Ora." Eda afferro il viso di Luz per assicurarsi che la ragazza la stesse bene a sentire "I sensi di colpa ti offuscano il giudizio," disse premendole un dito sulla fronte "ci dev'essere un modo per uscirne tutti illesi."

Appena la strega si allontanò di qualche passo dalla sua apprendista per controllare che il Selkidomus non si stesse avvicinando un suono stridulo riecheggiò nella grotta.

Luz e Eda si voltarono a tempo. A terra, poco distante da loro, un piccolo demone, palesemente un cucciolo di Selkidomus, le stava guardando come un bambino guarda qualcosa di nuovo e sconosciuto.

Di colpo a Luz venne un'idea, se prima era incerta nell'uccidere un demone solo perché l'imperatore voleva così, ora che aveva scoperto dell'esistenza di un cucciolo non aveva dubbi. Uccidere il Selkidomus non era un'opzione accettabile.

"Eda," chiamò la ragazza voltandosi verso la sua mentore "vuoi imparare il tuo primo glifo?"

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King non riusciva ancora a credere di essere stato catturato. Quella guardia dell'imperatore- la Golden Guard a quanto ricordava- aveva minacciato Eda e Luz, non l'aveva visto con i propri occhi, ma aveva sentito la discussione. Avrebbe voluto saltare sulla testa di quello sbruffone dal completo scintillante e usare i suoi artigli- come gli piaceva definirli- per graffiargli la faccia.

La gabbia ora era appoggiata sulla sabbia e non si sentiva alcun suono se non quello delle onde che si infrangevano contro gli scogli attorno all'isola. E un motivetto allegro fischiettato dalla Golden Guard.

Il piccolo demone stava cercando di piegare le sbarre della gabbia aiutandosi con il suo corno sperando non si rompesse. Ma anche se si fosse rotto, ne valeva la pena. Doveva uscire, quella gabbietta per uccelli sembrava sempre più piccola.

"Non uscirò mai di questo passo." Mormorò osservando la sbarra metallica appena inclinata.

Una parte di lui avrebbe voluto lasciar perdere e aspettare che Luz e Eda tornassero, l'altra parte non era sicura di quanto ci avrebbero potuto mettere. Il Selkidomus era enorme. Certo, l'aveva visto solo per qualche secondo, ma si ricordava quasi esattamente tutto quello che c'era scritto su di lui sul suo libro "Demoni acquatici, come non farsi mangiare da loro volume 1".

Dopo aver provato di nuovo a piegare le sbarre della gabbia, senza successo, decise di riposarsi. Solo qualche secondo, per riprendere fiato.

Si mise seduto con la schiena appoggiata alla gabbia, le zampe anteriori molli lungo il corpo e quelle posteriori distese a terra a toccare il lato opposto della sua prigione in miniatura. Nonostante la gabbia fosse coperta, il tessuto non era abbastanza spesso da bloccare completamente la luce.

"Mi dispiace Luz..." Mormorò il piccolo demone guardando di fronte a sé, in un movimento inconscio si abbraccio nelle spalle facendo un lungo sospiro "Avrei dovuto convincerti a non venire." Disse con un filo di voce.

Avrebbe voluto continuare il suo monologo ma si trovò impossibilitato a farlo, gli tremavano le labbra e gli bruciavano gli occhi. Forse tutta la tristezza di Luz si stava attaccando a lui. Eppure non aveva nessun motivo di piangere, non avrebbe risolto nulla.

"Se solo- se solo potessi aiutarti di più..." Riprese sfregandosi gli occhi nonostante non ci fossero lacrime.

Di colpo si sentì sollevare da terra. La gabbia stava venendo sollevata da terra.

"Tu fai schifo!" Era la voce di Luz "Ora dammi King!"

La gabbietta venne sollevata di nuovo e dondolò leggermente, per fortuna King era ancora seduto.

"A dire il vero, nemmeno lui ha un buon odore." Replicò la Golden Guard, King doveva essersi perso una parte della conversazione, non che fosse importante in ogni caso.

King si sentì sospeso per qualche secondo prima che qualcun altro afferrasse nuovamente la gabbia e aprisse la tendina.

Al povero demone stordito servì qualche secondo per abituarsi alla luce.

Davanti a lui poté vedere il viso di Luz con stampato sopra un mezzo sorriso dall'aspetto sincero, sollevato forse.

"Grazie del servizio." Parlò il soldato, ormai lontano diversi metri. S'incamminò verso il mare afferrando saldamente il suo bastone

"E cercate di stare fuori dai guai," si girò una volta arrivato a pochi passi dall'acqua "l'imperatore non è un uomo misericordioso." Aggiunse in tono cupo.

In un lampo di luce rossa era già sparito in sella al suo bastone.

Luz aprì la gabbia di King in modo che potesse finalmente uscire da quello spazio claustrofobico, la ragazza sorrise e fece segno a King di restare in silenzio appoggiandosi un dito sulle labbra mentre camminavano verso la bocca della caverna.

Inginocchiata sulla sabbia c'era Eda concentrata a disegnare un glifo di luce su uno dei fogli di Luz, era tanto assorta che sembrò non notare l'arrivo della sua allieva e del suo piccolo demone domestico.

Dietro alla strega c'era un ammasso di alghe intrecciate in modo da sembrare un Selkidomus, in quel momento King capì cos'avessero fatto. Geniale. Pensò spalancando gli occhi.

Eda concluse di disegnare il glifo e lo attivò, guardò Luz mostrando fieramente la piccola sfera luminosa.

"Il mio primo glifo, com'è?" Chiese.

Luz sembrò, per la prima volta in tutta la giornata, davvero felice.

"Fantastico, sei stata fortissima." Si complimentò la ragazza appoggiando King a terra.

Da dietro alcune rocce arrivò il Selkidomus, preceduto dal suo piccolo.

Il cucciolo si lanciò contro Luz sfregando il muso sopra la vita della ragazza, King fece qualche passo indietro spaventato ma Eda si affrettò a rassicurarlo.

"Non preoccuparti, King," Disse accarezzando il piccolo Selkidomus "Appena la madre ha capito non fossimo un pericolo per il suo cucciolo, si è calmata." Spiegò la strega.

King si calmò, avvicinandosi a sua volta al cucciolo di demone e passando la zampa sulla superficie squamosa della sua coda, l'animale sembrò gradire il contatto così King continuò delicatamente mentre Eda si avvicinava alla madre del piccolo.

"Quest'area è pericolosa," spiegò rivolgendosi all'esemplare adulto di Selkidomus "devi spingerti più lontano, nell'oceano." Disse indicando il mare.

La creatura sembrò capire ed annuì. E subito dopo sembrò cercasse di vomitare.

Quello che uscì dalla bocca del Selkidomus era una sorta di ammasso, all'apparenza molliccio e appiccicoso, d'oro, e non era nemmeno poco.

Luz guardò la scena leggermente disgustata, mentre King, che conosceva tutto sui demoni, sembrò sul punto di esplodere. Non aveva mai visto nulla di simile dal vivo.

"Accidenti! Ti ha donato il tesoro dei mari!" Esultò Eda stringendo Luz con un braccio, la ragazza la guardò confusa.

"Bava... d'oro?" Tirò ad indovinare la ragazza.

"È selkigrist!" Intervenne King puntando al mucchietto di "bava d'oro"

"La gente paga un sacco di soldi per questo al mercato notturno." Spiegò Eda prima di spalmare una manciata di quella sorta di macinato sulle guance della ragazza.

La strega ignorò ogni protesta della ragazza mentre la lanciava nel mucchio di selkigrist.

Subito dopo fu il turno di King, che venne preso alla sprovvista mentre osservava il mucchio di oro cercando di ricordarsi bene di cosa odorava- principalmente di sale- e che consistenza avesse, in modo da poterselo scrivere sulla sua personale raccolta di informazioni sui demoni. Fu troppo lento per fuggire dalla presa di Eda.

"Non vi piace essere coperti da tutto questo lusso?" Scherzò mentre Luz si sfregava la faccia tentando di liberarsi dei residui di selkigrist dalle guance.

"Eda!" Esclamò la ragazza appena la sua mentore si tuffò a sua volta nel mucchio di poltiglia d'oro.

King fu il primo a scoppiare a ridere, seguito a sua volta da Eda, e per ultima Luz.

Forse quell'avventura era davvero ciò che serviva dopotutto. Avevano guadagnato un bel po' di selkigrist e Luz stava finalmente ridendo di gusto. King immaginò che, dopotutto, era stato un bene non fermare la sua amica, Luz era in grado di badare a sé stessa.

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Eda si sedette su una sedia vicino al tavolo della cucina, appoggiò la testa sul legno aspettando sua sorella le chiedesse quale fosse il problema, come faceva sempre quando Eda si comportava in modo strano.

Lilith, dal canto suo, non si era nemmeno accorta di Eda, era ancora impegnata a rimettere a posto alcuni ingredienti che erano avanzati dalla pozione che aveva fatto quel pomeriggio, con l'insospettabile aiuto di Hooty.

"Ugh!" Sbuffò Eda rimanendo ferma.

"Qualcosa non va?"

"Alla buon'ora, Lily."

La sorella maggiore si avvicinò al tavolo della cucina per ascoltare qualsiasi cosa Eda volesse dirle, probabilmente qualcosa inerente a quel pomeriggio. Nessuna delle due era stata molto chiara nel raccontare cosa fosse successo.

"Si tratta di Luz," iniziò Eda girando appena la testa in modo da appoggiare la guancia sul legno, in una posizione solo leggermente più comoda.

Lilith rimase in silenzio, sapeva che Eda aveva bisogno qualche secondo per mettere in ordine i pensieri prima di poter fare un discorso sensato, interromperla sarebbe stato inutile, probabilmente anche controproducente.

"Lei e King sono andati a caccia del Selkidomus, su una nave dell'imperatore. Non lo sapevano, ma comunque... ci siamo imbattuti in una guardia dell'imperatore, King dice sia la Golden Guard. L'imperatore voleva che venisse ucciso un Selkidomus, per qualche ragione. Non ne vedo il motivo dato che-"

"Eda," la bloccò bruscamente Lilith "non divagare."

"Lo so, lo so." Rispose scuotendo la mano "Luz era strana, ok?"

"Strana in che senso?" Per quanto poco Lilith conoscesse la giovane apprendista di sua sorella aveva notato vari comportamenti definibili quantomeno "bizzarri" da parte sua, perciò il fatto che proprio Eda la definisse strana necessitava di alcune spiegazioni in più.

"Era nervosa, e triste. Si sentiva in colpa per quello che è successo alla cerimonia di pietrificazione," Eda guardò Lilith lanciandole un'occhiataccia inconsapevolmente, ma la sorella maggiore non disse nulla, non adesso, si disse "le ho detto che non era colpa sua. Ma non credo... non lo so."

"Cos'ha fatto di strano? Che a te è sembrato strano?"

"Ignorava qualsiasi cosa le dicessi, e si è lanciata in una voragine per inseguire quel Selkidomus, si sarebbe potuta far ammazzare e non sembrava nemmeno che la cosa le interessasse. Non ho mai avuto tanta paura per qualcuno in vita mia, Lily." Eda sollevò la testa dal tavolo per massaggiarsi le tempie con gli indici.

"È uscita prima da scuola," Eda guardò il vecchio poster di quando Luz era stata bandita dall'Hexside a causa di un piccolo incidente "lei adora quella scuola, e non ha mai saltato un giorno."

"Non so cosa fare con lei, non ho le competenze per prendermi cura di una ragazzina." Sbuffò lanciando indietro la testa rischiando di cadere dalla sedia nel mentre.

"Ti sei presa cura di lei fino a questo punto, no?"

"Sì, ma è diverso, doveva essere una cosa temporanea... io non so-"

"Eda," Lilith la interruppe con un tono fermo, ma comprensivo allo stesso tempo "non puoi aspettarti che le cose vadano sempre come vuoi tu, a volte succedono degli... imprevisti." Lilith guardò il pavimento sapendo che dato "imprevisto" era stato causato da lei.

"Luz tiene davvero molto a te, e tu tieni a lei, è palese. Se vuoi il mio consiglio, le devi parlare e se sarà pronta ti racconterà cosa la turba, se non lo sarà... beh dovrai aspettare il momento giusto."

Eda annuì appoggiando il mento sul palmo della mano osservando sua sorella con un mezzo sorriso.

"Sempre così saggia." Scherzò lei.

"Non quanto dovrei probabilmente." Sospirò Lilith appoggiandosi al muro.

"Mh, e, per quel che conta, grazie della pozione spia, non so quanto la useremo, ma apprezzo l'impegno per rientrare nelle mie grazie."

Lilith sorrise appena tenendo le labbra serrate, osservò il calderone che era stato spostato in un angolo del soggiorno subito dopo l'arrivo di Eda.

"Ci sto provando."

"Lo vedo, non sei ancora perdonata, ma sappi che non ti odio più così tanto." Ammise Eda prima di alzarsi e allungare le braccia sopra la testa facendo scrocchiare qualche osso nel frattempo.

"Per oggi ho avuto troppi discorsi sdolcinati, vado a letto." Annunciò dirigendosi verso le scale al piano di sopra "Notte Lily."

"Notte Edalyn."

Passarono pochi minuti prima che le luci si spegnessero definitivamente per la notte.

La notte era silenziosa e tranquilla, tutto dormiva pacificamente- per quanto pacifiche potessero essere le Boiling Isles- lo stesso purtroppo non si poteva dire di Luz.





6937 parole. Questo capitolo ha quasi 7000 parole... vi prego mandate i soccorsi, sono fuso a questo punto.
Nel prossimo capitolo ci sarà Amity, per l'amore della ship. (A volte dimentico che questa dovrebbe essere una ship-fic)

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