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Capitolo 6: Il prezzo del perdono

Niente TW oggi, solo Eda e Lilith. Perché le loro interazioni amichevoli sono troppo carine e non accetto obbiezioni.

"A dopo," disse Luz facendo un cenno con la mano "uhm... salutami Lilith, se la vedi."

"Sicuro, piccoletta, buona scuola."

Appena la porta si chiuse la casa ricadde nel silenzio a cui Eda non era più così abituata. Tra King e l'arrivo di Luz, senza parlare di Lilith- che per la maggior parte del tempo rimaneva in salotto a leggere qualsiasi libro riguardante la magia su cui potesse mettere le mani-, la casa era diventata sempre più vivace, sempre più accogliente se Eda avesse voluto descriverla con qualche parola elegante, di quelle che uscivano solo dagli sdolcinati libri a cui Luz era tanto appassionata.

Ma ora era vuota. Persino Hooty non emetteva nessun tipo di suono.

E poi dov'era sua sorella? Di sicuro non in casa, l'avrebbe vista.

"Hooty, hai visto Lily?" Domandò la strega richiamando l'attenzione del demone della casa intento a cacciare una qualche sorta di creatura volante.

"Hmm, non vedo Lulu da ieri sera." Rispose lui.

E come se fosse stata letteralmente evocata, Lilith riemerse da un sentiero del bosco che non portava da nessuna parte se non nel bosco stesso. In mano teneva una manciata di boccette varie, ma Eda non riuscì a distinguerne il contenuto.

"Oh, ehi, dov'eri finita?" Chiese Eda camminando verso sua sorella.

Lilith sembrò accorgersi di Eda solo dopo averla sentita e nascose velocemente le boccette in una borsa a tracolla che aveva preso in prestito qualche giorno prima. Sospetto.

"Edalyn. Ero solo... uscita a cercare degli ingredienti... sai, per le pozioni."

Lilith non era brava a mentire- più di una volta Eda si era chiesta come poteva averle nascosto della maledizione per trent'anni-, aveva un tono particolarmente nervoso ed un sorriso fin troppo forzato. In fin dei conti qualsiasi tipo di sorriso sarebbe sembrato forzato su di lei.

"Mhm, sicuro."

Ci fu mezzo minuto di silenzio prima che Lilith riprendesse la parola.

"Avevi bisogno di me?" Cambiò discorso andando verso la porta di casa, diede una pacca sulla testa di Hooty aspettando che Eda rispondesse.

"Nah... più o meno. Possiamo parlarne dentro?"

Lilith annuì mentre il demone di casa, forse intuendo l'importanza della situazione, aprì la porta senza dire nulla.

Eda si lasciò cadere sul divano come faceva sempre mentre Lilith si mise nella posizione più rigida che Eda avesse mai visto.

"Qualcosa non va?" Chiese Lilith sforzandosi di sembrare disponibile, pronta ad ascoltare qualsiasi cosa frullasse nel cervello di sua sorella, esattamente come quando erano piccole, prima che Lilith si lasciasse sopraffare dalla sua gelosia rovinando la vita di Eda.

"... sì... no, o forse sì... Ugh!" Eda affondò entrambe le mani nei suoi arruffati capelli grigi in un chiaro gesto di frustrazione.

"Vuoi parlarne?" Chiese Lilith continuando con lo stesso tono di voce.

Eda si sdraiò completamente appoggiando le testa sulle gambe di sua sorella e lasciando le gambe piegate in una posizione dall'aspetto tutt'altro che comodo.

"Cos'è quel tono? Non sto morendo, Lily."

Lilith roteò gli occhi dando un colpetto col dito sulla fronte di Eda. La sorella minore la guardò con un ghigno di vittoria.

"Sei infantile tanto quanto me, non puoi fregarmi." Disse ricambiando il colpetto sulla fronte, solo un po' più forte.

"Non cambiare discorso, Edalyn, è di te che stiamo parlando."

Fu il turno di Eda di roteare gli occhi incrociando le braccia. A volte non sopportava quel comportamento che Lilith aveva nei suoi confronti, quando la trattava come una bambina, anche ora che era, chiaramente, non più una bambina.

"C'entra Luz?" Chiese Lilith capendo che sua sorella non aveva intenzione di replicare alla frase precedente.

"Sì, anche... ma non è solo lei, ci sono un sacco di cose che..." che stanno cambiando, e che cambieranno, cose che non voglio succedano.

"Che?"

"Luz deve tornare a casa, prima o poi," cambiò discorso mantenendo un tono più contenuto "ma non sappiamo da dove iniziare. Non ci sono mai stati umani qui, non di cui si sappia qualcosa, e non è che il portale che usavo avesse un manuale di istruzioni o roba simile, se l'avesse avuto l'avrei bruciato in ogni caso. Io non so come aiutarla, Lily."

Lilith sembrò pensare per qualche istante, valutando attentamente cosa rispondere per essere d'aiuto.

"Non c'era stato un umano ai tempi della nostra bis-bisnonna?"

Quindi avevano pensato entrambe alla stessa cosa. Anche Lilith, come Eda, ricordava quelle storie che venivano loro raccontate da bambine.

"Non so se crederci." Confessò Eda girando leggermente la testa verso la parete.

"Già, e non vedo nostra madre da... anni ormai."

Eda spalancò gli occhi fissando sua sorella con l'espressione più stupita che avesse mai fatto.

"Cosa?" Chiese la sorella maggiore con tono confuso osservando Eda, con la testa ancora comodamente appoggiata sulle sue gambe.

"Anni? Come puoi essere tanto fortunata? A me visita una volta all'anno come minimo." Replicò la sorella minore con un tono esasperato.

"Fortunata io? Nostra madre ti fa visita... regolarmente?"

"Non essere tanto invidiosa, viene solo per darmi qualche 'rimedio' per curare la maledizione, rimedi che regolarmente non funzionano. Ho smesso di darle corda almeno dieci anni fa."

Lilith avrebbe voluto continuare quel discorso raccontando di come sua madre non si fosse presentata nemmeno alla sua cerimonia d'iniziazione nella congrega dell'imperatore, ma sapeva non era il momento, magari un'altra volta.

"Tra quanto dovrebbe farti nuovamente visita, nostra madre?"

Eda ci pensò qualche secondo, non teneva il conto precisamente, e sua madre in primo luogo non si presentava in uno specifico giorno.

"Non so, nei prossimi giorni, forse." Rispose alzando le spalle.

"Potresti cogliere questa possibilità per chiederle di quell'umano." Propose Lilith.

"Ugh... mi costringerà a provare una delle sue medicine alternative in cambio." Brontolò Eda girando il capo verso sua sorella e affondando la fronte nel suo stomaco.

Lilith non finiva mai di stupirsi di quanto sua sorella riuscisse ad essere infantile nonostante la sua età.

"Lo fai per Luz, no?"

"Per Luz..." Mugugnò alzando appena il pugno in un segno di vittoria che poco si accostava alla sua voce.

Lilith soffocò una risata mentre guardava sua sorella minore. Erano anni che non erano così vicine, anche prima della maledizione il loro rapporto si era lentamente affievolito. Erano sempre amiche, nulla poteva cambiare il loro legame di sangue, ma avevano interessi diversi, obbiettivi diversi. Quello di Lilith era di entrare nella congrega dell'imperatore, quello di Eda era imparare più incantesimi possibile per causare un maggior numero di danni.

Al tempo, Lilith pensò fosse normale quel distaccamento, era ovvio che lei e sua sorella fossero persone diverse. Ma Eda continuava a difenderla dai bulli, ad ascoltare quando si lamentava di un professore piuttosto che di un altro perché "lei si meritava un voto più alto", in generale, Eda continuava a mostrare il suo affetto nei confronti di Lilith. E lei l'aveva ripagata con una maledizione incurabile.

Al solo pensiero le saliva l'istinto di dare una sberla alla sé stessa del passato per aver pensato fosse una buona idea usare una maledizione comprata al mercato notturno su sua sorella, e solo per entrare in una congrega che, alla fine della fiera, non aveva fatto nulla per lei.

Ma il passato era passato, l'unica cosa che poteva fare era usare il resto dei suoi giorni per rimediare ai suoi sbagli.

E se il prezzo del perdono era sopportare i piagnistei infantili ed ingiustificati di Edalyn, l'avrebbe fatto.

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