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cap1: Rossana(Presentazione dei protagonisti.)

《Salve, ci dica chi è e cosa fa nella vita.》


Così Rossana iniziò un altro provino.

L'ennesimo.

Gran parte dei provini che aveva fatto per pubblicizzare prodotti televisivi, infatti, erano andati a buon fine ed ora invece le toccava sostenere un'audizione per la partecipazione in una serie TV che sarebbe andata in onda la stagione successiva.

Era tutto pronto.

Gli attori protagonisti erano già tutti stati scelti, il set ricostruito negli studi televisivi e mancavano pochi giorni al montaggio del "pilot", cioè l'episodio pilota, il primo di una lunga serie di episodi che avrebbero formato quella serie TV.

"Il giardino degli aranci" , era quello il nome che era stato scelto per quella che sarebbe diventata sicuramente una serie cult.

Di fatti, quest'ultima, era già pubblicizzata ovunque ancor prima del CIAK di inizio in quanto fin dal primo momento era stata presentata come una serie innovativa, nuova ed originale, destinata cioè, a primeggiare rispetto al resto delle serie televisive che per molti anni avevano troneggiato sugli schermi delle tv italiane.

Rossana, quel pomeriggio, era lì per sostenere il provino per interpretare il ruolo della protagonista.

Prima di lei era stata scelta un'altra ragazza che però, qualche giorno prima,  ebbe un diverbio con uno dei produttori e così si optò,in fine, per Rossana.

Rossana era in ansia, da quell'audizione, infatti, sarebbe dipesa tutta la sua vita.

Se fosse andata male, sarebbe stata costretta a vagare da studio televisivo a studio televisivo, interpretando ruoli secondari o, ancor peggio, prendendo parte solo delle pubblicità televisive.

Se non fosse stata scelta per quel ruolo, sarebbe stato di certo un precedente inglorioso,
chi l'avrebbe più contattata per farle interpretare un ruolo da protagonista assoluta di un film?

L'ansia le saliva sempre di più.

Era in piedi al centro del palco, al centro dell'attenzione di chi, da lì a poco, avrebbe deciso il suo destino.


Il cuore le batteva forte, la voce le tremava e le mani le sudavano.


I suoi lunghi capelli castani, quel pomeriggio,  erano legati in una treccia laterale,
ed il nocciola dei suoi occhi sembrava molto più carico alla luce dei numerosi fari che le erano puntati contro.


《Sa-salve, sono Rossana Martinengo,
ho diciassette anni e frequento il quarto anno del liceo scientifico., farfugliò mentre con fatica cercava di camuffare il tremolio della sua voce.

《Ciao, Rossana, sbaglio o ti ho visto già in tv da qualche parte?》le chiese, una giovane donna bionda con grandi occhiali neri, mentre con una mano reggeva un blocco di fogli e con l'altra tamburellava nervosamente sulla scrivania posizionata sotto al palco sul quale stava per esibirsi Rossana.

《Esatto...sono la testimonial di una serie di prodotti che passano nelle pubblicità delle nostre televisioni.》cercò di sorridere, ma aveva un nodo allo stomaco.

Avrebbe pagato oro perché non l'avessero riconosciuta in quel provino.

Aveva imparato, infatti, lungo quegli anni di carriera televisiva che il mondo della tv era spietato.

Sana, aveva capito che la televisione e chi ne muoveva i fili dall'alto,
avevano delle regole invisibili, quasi paragonabili a delle norme tacite, conosciute e rispettate da tutti anche se non scritte formalmente nero su bianco.

In base a queste regole, chi fa pubblicità è condannato a fare pubblicità per sempre, non potrà, infatti, mai essere credibile in un film d'Autore chi ha prestato il proprio volto ad una pubblicità di cosmetica o di telefonia.

《Ok.》le rispose con aria severa la signora bionda.
Quasi come se quella sua risposta non l'avesse soddisfatta abbastanza.

《Oltre a fare pubblicità fai altro?》le chiese, con l'atteggiamento di chi ha già classificato l'interlocutore che ha difronte a sé.

《Recito una commedia in teatro,
spesso viaggio da un luogo all'altro e questo mi porta a conoscere posti nuovi e nuove persone...
Amo sul serio questo lavoro!》le rispose Sana, questa volta la voce divenne un po' più flebile.

Ok, raccontaci un po' di te...
Parlaci della tua famiglia, dei tuoi amici e della scuola.》intervenne,
un signore con una cravatta stramba piena di colori forti ed in vistoso contrasto tra loro.

Quell' uomo di mezza età, aveva l'aria di una persona buona e costantemente in pace ed in armonia col mondo.

Poi le sorrise.

Così Sana prese un po' più di coraggio.
Quella domanda era palesemente diretta a metterla a proprio agio ed infatti, subito dopo, Sana si rasserenò quel tanto che le bastava per riuscire a formulare una frase in senso compiuto.

《Certo, come dicevo prima, mi chiamo Rossana, per gli amici Sana.

Amo recitare e da quando ero poco più che una bambina, sono stata sempre impegnata in teatro.

Il teatro è ciò che amo di più.

È la realtà, è la vita.

Lì non esiste margine di errore, lì sei costantemente sotto l'attenzione di chi ti guarda da sotto al palco.

Lì se sbagli, non c'è nessuno che grida: STOP. SI RIGIRA.

Ho iniziato a cinque anni, la maestra delle elementari mi segnalò al teatro del mio paesino e da lì ho sviluppato l'amore per la recitazione.

Sono figlia unica, mia madre è spesso via per lavoro.

È una scrittrice affermata e questo la porta spesso a girare l'Italia.

Amo studiare, amo la vita in generale.

Sono molto creativa e non riesco mai a stare ferma allo stesso posto per più di un'ora.

Ho tante amiche ed amici.

Amo scrivere e leggere.

Amo fare lunghe passeggiate per strada o sulla spiaggia.
Amo il verde dei prati ed il blu del mare.

Mi piacerebbe prendere parte al vostro prodotto televisivo perché sono sicura di potercela fare...

Sono sicura che farei al caso vostro!》

Poi si fermò, tirò un respiro forte e cercò di schiarirsi la voce.
Aveva il cuore che le impazziva dentro al petto e dover camuffare indifferenza, oramai, le costava fatica.

Le sorrisero però e questo fu un buon segno.
Persino quella donna bionda dall'aria austera sembrava compiaciuta per quella sua presentazione così minuziosa e sincera.

Poi, dopo qualche minuto, un uomo sulla sessantina le pose dei copioni, lei dapprima li lesse e poi senza alcun timore recitò quanto fosse scritto su quei fogli.

Gli spettatori rimasero ammutoliti dinanzi a quella sua interpretazione.
Sembrava fatta per quella parte.
Sembrava che quella parte fosse stata cucita su di lei.

《Rossana, tu sarai Cristina. La parte al 99% è tua!》esclamò entusiasta, l'uomo con la cravatta buffa.

Finalmente ce l'aveva fatta, pensò.

Poi, tirò un forte sospiro di sollievo.
《Grazie !》riuscì a dire, mentre le lacrime premevano per uscire fuori.

Scese giù dal palco e si lasciò cadere su una sedia, sfinita.

"Ce l'ho fatta!" Sì ripeté tra sé e sé di nuovo.

Finalmente, tutti quegli anni di sacrifici parevano iniziare a valere qualcosa.

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