Cap 24: Pensieri
Trenta dicembre:
Nella foto in alto a destra troviamo l'attrice esordiente Rossana Martinengo (17)
assieme a Salvatore D'Agostino (18)
noto attore di fama internazionale, nonché figlio d'arte del talentuoso ed amatissimo Carlos D'Agostino.
Pare, infatti, che i due colleghi si stiano frequentando anche al di fuori del set che li vede impegnati per la nuova serie tv de "I giardini degli aranci".
Sembra, da fonti certe, che Salvatore si rechi spesse volte a casa di lei e che in questi giorni siano stati pizzicati assieme in giro per i locali più in della costa meridionale della penisola.
Ricordiamo alle nostre lettrici che D'Agostino è noto alle cronache rosa per i suoi numerosissimi flirt con attrici e fotomodelle (nel riquadro in basso alcune delle sue bellissime ex fiamme).
Sarà capitolata anche la nostra Rossana dinanzi al grande carisma ed alla estrema bellezza del nostro amato latin lover?
Ai posteri l'ardua sentenza.
Martina e Marika si giravano e rigiravano tra le mani quell'articolo di TvAssieme da giorni ormai.
Erano, certo, abituate a guardare la loro migliore amica sugli schermi della tv tra pubblicità e comparse in film più o meno importanti, ma mai prima di allora Sana era finita nella sezione della cronaca rosa di un giornale non già regionale bensì nazionale.
Ed ora che era successo erano super fiere di avere un'amica di quel calibro, così importante da far sì che anche i media iniziassero ad interessarsi a lei ed alla sua vita sentimentale e privata.
Tuttavia, inspiegabilmente, il loro entusiasmo non era ricambiato proprio dalla diretta interessata che da giorni si era chiusa in un silenzio quasi irreale.
《Comunque Rossana, non so perchè tu l'abbia presa in questo modo!》 esordì Martina, sbattendo con forza il giornale sulla scrivania di Sana.
《Sono giorni che non gli rispondi al telefono ed inventi scuse per evitare di vederlo, ma che ti è preso?》 continuò imperterrita sedendolesi di fianco.
Poi, si prese una ciocca dei suoi capelli dorati e se la fece passare tra le sue dita affusolate.
Un gesto, segno di un'abitudine di remota origine, che Martina faceva ogni qual volta si trovasse in una situazione di imbarazzo, di pericolo o, proprio come stava accadendo allora, di estremo nervosismo.
《Io e Marika proprio non capiamo perchè tu abbia preso questo articolo in questo modo e soprattutto perchè ti stia comportando così proprio con Salvatore.》esclamò a mò di rimprovero, proprio mentre un lieve raggio di sole puntava diritto ai suoi occhi rendendo ben più marcate e profonde le venature verdi delle sue iridi.
《Insomma Rossana, sono giorni che non esci di casa e che vaghi come uno zombie da una stanza all'altra... stiamo al trenta dicembre e domani si festeggia l'inizio di un nuovo anno, che, da quanto ho avuto modo di vedere finora, per te sarà l'anno della vittoria, della rivincita, un anno pieno soddisfazioni e di sogni che si avverano.
Non mi sembra giusto che tu ti prepari ad accoglierlo in queste condizioni.
Quando ti deciderai a parlarmi di quello che ti sta passando per la testa chiamami, mandami un messaggio su wathsapp, contattami su messanger, mandami un piccione viaggiatore nella stanza, accendi un falò davanti alla tua finestra, fa quello che ti pare... fino ad allora mi rifiuto di stare a parlare da sola e di sprecare le mie energie per te che sembri non aver capito nulla di tutto quello che di fantastico ti sta accadendo》le urlò, poi, la fissò per qualche frazione di secondo in attesa di una sua risposta che però, in coerenza con l'atteggiamento di chiusura assunto in quei tre giorni precedenti, non arrivò.
Così Martina si diresse verso la porta, la aprì, si voltò verso di Sana e si lasciò scappare un sospiro deluso e stanco.
Poi andò via, lasciando nella stanza la fragranza del suo profumo deciso.
Deciso proprio quanto lei.
Rossana sbuffò e affondò il suo viso tra i cuscini sparsi disordinatamente sul suo letto.
Sapeva di averle fatto perdere la pazienza e sapeva anche il perchè.
Martina era da una vita la sua fan numero uno, fin dai tempi delle elementari quando tapezzava il suo diario, a poise bianchi e fuxia, delle fotografie della sua tv in cucina mentre andavano in onda le immagini di lei che promuoveva l'orzo bimbo o le scarpine di Lelly Kelly.
"Rossana è la mia migliore amica e oggi abbiamo fatto i compiti di matematica assieme" così parlava di lei alle cuginette quando capitava che le chiedessero curiose della sua amica famosa.
Era sempre stata fiera di lei e da che Sana aveva memoria la ricordava sempre al suo fianco.
Qualsiasi sua delusione, qualsiasi sua sconfitta, qualsiasi sua piccola vittoria.
C'era sempre Martina a credere in lei ed anche quando lei stessa faticava a crederci, c'era sempre la Marty che ci credeva per entrambe.
Ed ora che piano piano stava scalando la vetta dei suoi desideri era plausibile che la sua migliore amica faceva fatica a capire il perchè lei sembrava avesse smesso, così d'un tratto, di crederci.
Ma come avrebbe dovuto spiegarle che quell'articolo le era piombato addosso come un macigno?
Che non sapeva bene il perchè ma ciò che era scritto nero su bianco su quel foglio aveva destabilizzato e non poco il suo equilibrio mentale?
Ancora non sapeva cosa l'avesse turbata a quel punto, se la reale causa fosse stata la foto impietosa che avevano piazzato sul riquadro in alto a destra della colonnina dedicata a lei, oppure l'essere stata invasa così pesantemente nella sua privacy, o ancora l'essere stata messa sullo stesso piano delle ex fiamme strafighe di Salvatore come se lei, a partire da quel momento, venisse conosciuta dal pubblico, proprio come loro: solo perchè si accompagnava a lui e non per tutti i sacrifici fatti per arrivare fin lì.
Oppure.... ma a questa eventualità per il momento Sana preferiva non pensarci.
Più scrutava quella foto e più inorridiva a riguardarsi conciata in quel modo: i suoi capelli erano legati in una coda disordinata e qualche ciuffo ribelle e arruffato le cadeva ai lati del suo viso coperto solo da un velo di fard. Il tutto era reso ancora più osceno da un jeans strappato sulle ginocchia, da una banale t-shrt bianca con su scritto 90's e dalle snekers variopinte di colori fluo che calzava ai piedi.
Ma come avrebbe potuto sapere, quel giorno, che sarebbe finita di lì ad una settimana su di uno dei giornali più venduti tra i teenegers e non della nazione?
E che il paragone con quelle gnocche delle ex di Salvatore tutte in ghingheri con quello stacco di gambe da fare invidia persino a Naomi Campbell le sarebbe risultato così schiacciante?
Sembrava quasi che si sporgessero tutte, dalla prima all'ultima, dai bordi del riquadro in basso a sinistra per guardarla con aria disgustata quasi a dirsi, con un velo di complicità tipica di chi è stato scaricato dallo stesso ex,
" hai visto alla fine che cesso a pedali si è preso?"
Più osservava quella fotografia e più scovava innumerevoli altri difetti:
su quell'outfit, ai lobi, andavano meglio le perline piuttosto che le stelline verdi che invece aveva scelto quel giorno, lo smalto blu che aveva sulle unghia era evidentemente mangiucchiato frutto della tensione di qualche ora prima dovuta all'andamento disastroso del suo compito di latino, poi, la sfiga... sarebbe stato mille volte meglio che la foto gliel'avessero scattata al profilo sinistro, per lei, molto più armonico e lineare di quello destro.
Insomma se continuava a fissare quella foto non ne sarebbe più uscita viva.
Ma forse non era neanche vero che stava così tanto male.
Alla fine si trattava semplicemente di una ragazza di diciassette anni con lo zaino della scuola sulle spalle fotografata mentre era intenta a fare un giro per i negozi con un amico.
Tutto qui.
Forse la reale causa di quel suo malessere non era nulla di quello per cui lei si stava dannando e non aveva a che fare nè con l'articolo, nè con la foto, nè con Salvatore e neanche con le fotomodelle con cui lui se l'era spassata un tempo.
Forse il reale problema era proprio quell' Oppure ... a cui lei si obbligava da giorni a non pensare.
Sana sapeva che c'era un'altra causa così come sapeva perfettamente quale fosse, ma la sua mente la rifiutava e quindi si concentrava su tremila altre cose per evitare di darle un nome.
Il suo nome.
Il nome di Samuel.
Da che era partito per Praga non lo aveva mai più beccato online su whattsapp, mentre su facebook Cristian e Max continuavano a taggarlo un giorno sì e l'altro pure; e sulle foto che postavano lui era quasi sempre accompagnato a delle bellissime ragazze bionde, alte e magre.
Una di loro, quella che fisicamente gli era più vicina in ogni foto che lo ritraeva, era di una bellezza da mozzare il fiato, biondissima con degli occhi azzurro cielo e delle labbra carnose rosso fuoco.
In alcune foto, scattate presumibilmente in qualche nota discoteca di Praga, lei gli cingeva i fianchi e lui sorrideva soddisfatto all'obiettivo, in delle altre la mano piccola e ben curata di lei era poggiata sul ginocchio di Samuel, mentre lui tra le mani reggeva una pigna trabordante di Piña colada e con gli occhi fissava divertito la biondina sexy che gli sedeva di fianco.
In altre foto ancora vi era solo lui che, con zaino in spalla, girava tra le viuzze della città, mentre curioso si guardava intorno.
Digitò sul motore di ricerca del suo facebook Samuel Martini e selezionò nuovamente la sua foto preferita tra quelle pubblicate da Cristian fino ad allora.
Al di sopra di essa vi era scritto:
" ed ora sfatiamo anche il mito che Martini sia SOLO uno studente con scarse capacità di concentrazione visto che anche a Praga come a scuola lui ha la testa chissà dove, facciamo che anzicchè il caffè scuro io e @Max ti offriamo una birra BIONDA ? magari ti riprendi!! 😉"
Ovviamente con quel "birra BIONDA" il simpaticone di Cristian si riferiva alla bonazza dalle sembianze esotiche che molto stranamente non compariva in fotografia al suo fianco e questo, per qualche istante, le fece salire un voglia matta di prendere la testa di Cristian e sbatterla contro il primo muro che si trovava davanti non appena lo avrebbe rivisto il giorno successivo.
In questa foto Samuel aveva davanti a sè una tazzina di caffè ed entrambe le sue mani erano serrate in dei pugni poggiati su di un tavolino di legno di un bar dall'arredamento molto country.
Guardava fuori dalla finestra e da quella prospettiva, sebbene vi fosse la luce del flash riflesso nei vetri, Sana riusciva a scorgere nel nero della notte illuminata solo da luci lontane, dei fiocchettini di neve qui e lì sul marciapiede fuori dal locale e sul davanzale della finestra.
È al suo nome straniero che stavi pensando?
Ai suoi occhi grandi e limpidi?
Alle sue guancia calde?
Alle sue mani sul tuo petto e tra i tuoi capelli?
L'hai già fatta sentire importante proprio come sei solito fare con me?
Presa dai suoi mille pensieri posò il cellulare sbattendolo con rabbia sul suo comodino, poi, affondò nuovamente il suo viso tra i cuscini.
Mancava poco al ritorno di Samuel ormai e lei iniziava a provare un senso di forte agitazione.
Cosa avrebbe dovuto dirgli una volta che si sarebbero rivisti?
Oooo Samuel, dimmi perchè mi sento così sola e confusa in questi giorni in cui tu non ci sei qui con me. - pensò qualche istante prima di cadere in un sonno profondo.
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