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.33.

Attenzione: questo capitolo contiene scene adatte a un pubblico maturo.

«Baciami anche se fa male,
Vieni,
stringimi finché non farà più male.
Piccola,
anche se sono ubriaco va bene,
adesso ti berrò profondamente,
un whiskey,
chiamato "te".»
-BTS, Blood Sweat & Tears.

«Fammi tua» era stata la mia richiesta dopo un lungo, tanto atteso e passionale bacio consumato sulle gambe e tra le braccia di Louis, l'unico posto in cui mi sentissi realmente a casa.

Ancora ansante per la situazione il ragazzo mi guardò con occhi stupiti, quasi non si aspettasse che, dopo tutto ciò che era accaduto, non ci fosse altro che bramassi più di concedermi completamente a lui.

«Amber...» pronunciò il ragazzo con voce grave e incredula, tenendomi ancora stretta su di lui.

I suoi occhi cristallini espressero tutto ciò che stesse pensando: la mia determinazione lo aveva indubbiamente sorpreso, ma sembrava comunque essere restio, probabilmente perché avrebbe preferito fosse accaduto in circostanze diverse, in cui né il dolore dell'anima e neppure le ferite aperte avrebbero potuto rovinare quel momento.

Tuttavia, decisi di bloccare le sue seguenti parole posandogli un lieve bacio a stampo, fissandolo intensamente negli occhi.

«Lo voglio, Louis» dissi, incastonando i nostri occhi chiari tra loro come gemme preziose. «È te che voglio». Volevo che capisse quanto fossi seria, desideravo sapesse cosa provavo realmente per lui.

Fu proprio per questo che, finalmente, lo dissi.

«Sono pronta, Louis, perché... perché ti amo».

Il respiro del ragazzo parve mozzarsi all'istante, come se si fosse aspettato di tutto, meno che quelle parole.

Poggiai la fronte sulla sua, lasciando che alcuni boccoli dorati solleticassero la mascella pronunciata di Louis, che mi guardò come se fossi stata la donna più preziosa al mondo.

In assenza di una risposta, però, mi preoccupai: attesi a lungo, ma il ragazzo non proferì alcuna parola, limitandosi a fissarmi meravigliato, e cominciai a chiedermi se, forse, Louis non ricambiasse i miei sentimenti.

Tuttavia, quando finalmente parlò, compresi il motivo della sua reazione.

«E che mi dici di Zade?» m'interrogò infatti, senza interrompere il contatto visivo con le mie iridi azzurre.

Fui io a farlo, colta per un attimo alla sprovvista: sapevo che prima o poi quella domanda sarebbe arrivata, e anche se ciò significava affrontare una volta per tutte i miei sentimenti, non ne ero più spaventata.

In fondo, tutti meritavamo la sincerità.

Non avrei mai potuto ignorare le forti emozioni che Zade mi faceva provare quando mi era vicino, ma neppure il passato che irrimediabilmente ci legava.

Non attesi a lungo prima di parlare.

«Non mento quando dico che ho perdonato Zade» esordii, tornando con lo sguardo sulle iridi attente del ragazzo su cui ancora mi trovavo a cavalcioni, «il nostro rapporto è sempre stato pieno di alti e bassi, tormentato dagli elementi del nostro passato che ci accomunano, e forse proprio per questo Zade è sempre stato capace di farmi provare emozioni forti e contrastanti. So di provare un affetto smisurato per lui e desidero sinceramente aiutarlo e continuare a rimanere al suo fianco, se lui lo vorrà». La vista di Louis non si spostò per un attimo dal mio viso, intento a prestare ascolto a ogni singola parola proferissi.

«Ma con lui non proverò mai quello che mi fai provare tu» rivelai con quanta più sincerità avessi in corpo, liberando attraverso le mie corde vocali quella consapevolezza.

Finalmente avevo capito cosa volevo.

Dal momento in cui Louis era entrato in casa in quelle condizioni, avevo capito che per lui non provavo soltanto apprensione, non gli volevo solamente bene.

Perché durante quei giorni passati in casa a scherzare, a prenderci in giro, accarezzarci e baciarci intensamente, io mi ero innamorata di quel bellissimo ragazzo dagli occhi che parevano di ghiaccio, e non l'avevo capito finché vederlo soffrire non mi aveva spezzato il cuore.

Eppure, in seguito alla mia risposta, non disse nulla.

Abbassai lo sguardo verso le mie mani, «Io ti amo, Louis, ma se tu non provi le stesse cose per me...»

Finalmente, Louis reagì: le sue dita affusolate si posarono sotto il mio mento, pronte a sollevare il mio viso in modo tale da poter tornare a osservarlo negli occhi. Parve guardarmi in maniera così candida, così deliziata, facendomi sentire speciale attraverso un solo sguardo.

«Amber» pronunciò con voce roca, soffiando sulla mia pelle sensibile, «dall'esatto istante in cui sei entrata a far parte della mia vita, ho saputo che saresti stata l'unica. L'unica che avrei guardato con questi occhi».

Prese una piccola pausa, poggiando entrambe le mani ai lati del mio viso, e quando pronunciò le seguenti parole, sentii mancare la terra da sotto i miei piedi.

«Ti amo più di ogni altra cosa, e questo mai niente e nessuno potrà cambiarlo».

Non avevo bisogno di sentire altro.

Gli buttai immediatamente le braccia al collo, avventandomi sulle sue labbra con frenesia: Louis ricambiava i miei sentimenti, e il mio cuore non avrebbe potuto scoppiare di gioia più di così.

Il ragazzo mi afferrò per i fianchi e mi strinse forte a sé come se non avesse più voluto lasciarmi andare, come se mi avesse avuta lontana per un tempo che a stento era riuscito a sopportare.

Le sue umide e calde labbra piene baciarono le mie con desiderio, creando un contatto più dolce del dolce stesso; eppure, non osò andare oltre: non cercò di toccarmi in parti che non fossero la schiena o il viso.

Capii subito che qualcosa lo bloccasse: aveva forse paura di fare qualcosa di sbagliato?

«Louis...» sussurrai staccandomi per un secondo dalla sua invitante bocca, mordendomi il labbro inferiore e guardandolo supplicante mentre, lentamente, mossi i fianchi contro la sua intimità ormai elevata, facendolo gemere.

Ora che avevo finalmente capito cosa provassi, mi sentivo in tutto e per tutto pronta a compiere quel passo che in passato tanto temevo con il ragazzo che amavo: volevo essere sua, in ogni maniera possibile.

Afferrai entrambe le sue mani, poggiandole in un gesto veloce sul mio fondoschiena e invitandolo a toccarmi, senza interrompere i miei lenti movimenti contro la sua virilità che fecero ansimare entrambi: non avevo un minimo di esperienza, eppure i miei fianchi iniziarono muoversi da soli contro di lui, quasi sapessero esattamente ciò di cui avevamo bisogno, e i piccoli ansiti provenienti dalle corde vocali di Louis suggerirono quanto quel semplice gesto ripetuto risultasse appagante anche per lui.

Non esitò neppure per un istante a stringere i miei glutei tra le mani quando lo invitai a farlo, mordendosi il labbro e ansimando poco dopo quando mi spinse ancor di più contro di sé, accompagnando i miei movimenti senza spostare la vista dai miei occhi neppure per il più breve frangente.

Il suo tocco delicato risalì poi lungo le mie braccia, regalandomi pelle d'oca sulle mie carni sensibili, giungendo fino al mio viso, che sfiorò con le dita. Rimasi completamente rapita dalla sua immagine sotto di me.

Il suo volto dai lineamenti pronunciati e iridi dalle mille sfumature celesti, ora così serie puntate nelle mie, non fece altro che causare in me un'irrefrenabile desiderio di baciare quelle sue labbra carnose. Il suo corpo imponente coperto solo da un pantaloncino era teso, la muscolatura delle braccia e dei suoi addominali ben evidente mentre una mano si insinuò al di sotto della mia t-shirt, mandando a fuoco la mia pelle sensibile al suo tocco accorto.

Mossi istintivamente i miei fianchi contro di lui ancora una volta quando, dopo essersi assicurato di avere il mio consenso, la sua grossa mano andò a posarsi proprio sul mio seno, e lo sfregare delle nostre intimità ancora coperte provocò in lui un nuovo gemito di piacere.

La stanza buia e dalle pareti blu intorno a noi si riempì dei nostri caldi respiri ansanti, unica testimone dei nostri baci, dei nostri tocchi, del nostro amore.

«Amber...» sussurrò Louis, socchiudendo per un istante gli occhi; poi riportò lo sguardo su di me, e le dita che prima accarezzarono dolcemente il mio volto, si posarono sulle mie labbra.

«Sei bellissima» soffiò sul mio viso, provocandomi mille brividi di piacere che si propagarono lungo tutto il mio corpo totalmente in balia di qualunque cosa Louis avesse voluto farmi.

Ero pronta a tutto, perché desideravo quel ragazzo con tutta me stessa.

«Ti amo così tanto...»

E poi sostituì le dita con la propria bocca, portandomi a chiudere gli occhi nell'attimo in cui mi trascinò in un nuovo e intenso bacio pieno di passione: una medicina alternativa a tutte le nostre pene, l'unica capace di provocare un effetto di beatitudine e appagamento immediato ai nostri animi feriti.

Per un breve frangente si alzò in piedi, portandomi con sé in braccio, per poi stendermi con cura sul divano, senza staccarsi neppure per un istante dalle mie labbra, lasciando che assaporassi al meglio il gusto di felicità che Louis riusciva a trasmettermi attraverso un solo bacio.

Le sue mani si spostarono con frenesia lungo il mio corpo, mentre la sua bocca calda scese sulla mia mandibola, scivolando giù lungo il mio collo, facendomi fremere. Il suo tocco ardente sulla mia pelle mi fece desiderare di averne di più.

Volevo di più.

Totalmente rapita dal ragazzo sopra di me cominciai a sfiorare il suo fisico robusto e ben piazzato, facendo attenzione a tenermi ben alla larga dalle ferite evidenti e passando dal petto alla schiena, che graffiai appena quando, improvvisamente, Louis strofinò ancora una volta la sua intimità contro la mia.

«Non desidero altro che farti sentire bene» sussurrò contro il mio orecchio, e ansimai quando quel movimento si ripeté.

Ormai piegata favorevolmente alla situazione, le mie dita si mossero istintivamente verso l'elastico dei pantaloni di Louis, e spostai il mio sguardo in alto verso di lui per poterlo guardare negli occhi: mi sentii attaccata dalla profonda bellezza che riscontrai nel ragazzo che, con la sua figura imponente, mi sovrastava, ma ciò non mi bloccò dal dirglielo.

«Vorrei che... che te lo togliessi» pronunciai solamente, fissando le sue iridi di ghiaccio.

Sapevo bene che un «vorrei» al posto di un «voglio» avrebbe intensificato ancora di più la mia inesperienza, ma la verità era che non m'importava più: stavo per concedermi in tutto e per tutto a Louis e volevo farlo senza filtri, senza fingere di saperne qualcosa in più, volevo semplicemente essere... me stessa.

Quella mia richiesta scatenò in Louis un sorriso intenerito, prima di soddisfare la mia richiesta: si liberò velocemente di quell'indumento che ormai da troppo tempo era divenuto inutile, e presto tornò su di me, mantenendosi sui gomiti per non pesare sul mio esile fisico.

«Come desideri» sorrise, e vedere spuntare quell'espressione allegra sul suo viso fu per me come ritrovare la luce dopo un tempo lungo e infinito passato nel buio.

Ci fissammo per secondi che parvero interminabili, squadrandoci da capo a piedi come se fossimo pronti a mangiarci con gli occhi, e Louis parve ottenere l'input di cui aveva bisogno per posizionare le dita ai lati del mio pantalone e sfilarmelo lentamente, facendo lo stesso con la maglietta scura che portavo, così che fossimo quasi del tutto nudi l'uno dinanzi all'altro, fatta eccezione per la biancheria intima.

Il ragazzo rimase a osservare per qualche istante la mia pelle pallida e liscia, per poi, quasi come incantato, posare la mano sulla mia coscia, trascinandola fino all'inguine: fremetti per l'eccitazione e mi inarcai verso di lui, bisognosa di un contatto maggiore.

Fu nell'attimo in cui mi privò dei miei indumenti intimi che fui completamente nuda, spoglia da ogni abito, ma anche da ogni singola ferita del passato, pronta a essere ricucita minuziosamente dal ragazzo che torreggiava su di me, tramite il suo amore.

«Sei perfetta» disse semplicemente, dopo aver fissato attentamente ogni centimetro del mio corpo: arrossii, un po' per il complimento, un po' perché non ero abituata a mostrarmi nuda davanti a qualcuno, anche se quel qualcuno era Louis.

Quest'ultimo notò subito il mio imbarazzo e mi sorrise, avvicinandosi al mio viso finché potei percepire il suo inebriante profumo al muschio bianco, passando per un attimo la mano tra i miei boccoli dorati.

«La mia bellissima Amber» sussurrò sulle mie labbra, poi diminuì la poca distanza che ci separava e posò le labbra sulle mie in un bacio dolce, carezzandomi il viso con le dita, dita che, pian piano, cominciarono a scendere percorrendomi il collo, le spalle, il ventre, causandomi brividi su tutta la pelle, fino a giungere alla parte più delicata, quasi proibita.

Inaspettatamente, premette il pollice contro il mio punto sensibile, azione che produsse in me un forte ansimo e mi costrinse a portarmi ancora più vicina al suo corpo.

Il ragazzo sorrise osservando la mia reazione, e io rimasi ammaliata dalla maniera in cui, lentamente, cominciò a usare le dita con precisione e intensità, fino all'istante in cui uno di essi non fu dentro di me, provocandomi un piacere che difficilmente avrei potuto spiegare a parole.

«Louis...» pronunciai il suo nome tra gli ansimi. L'estasi che provai sotto il suo tocco era immensa, e il fatto che fosse proprio lui, il ragazzo di cui ero profondamente innamorata, a prendersi cura di me in quella maniera, rese quella nuova esperienza unica nel suo genere.

«Ambs...» sussurrò d'un tratto, sfilando il dito dalla mia intimità: lo guardai storto, non capendo perché avesse deciso di interrompere quel contatto con me, ma le parole che mi sussurrò poco dopo, fissandomi negli occhi, mi fecero comprendere le sue intenzioni.

«Voglio farti provare qualcosa di nuovo...» svelò, «solo se sei d'accordo, però» passò il pollice sulla mia guancia, arrossita alle sue parole, senza alcuna intenzione di interrompere il contatto visivo mantenuto fino a quel frangente.

«T-ti prego...» gli dissi solamente, facendogli capire che avrebbe potuto fare di me qualunque cosa avesse voluto, in quel momento.

Il mio consenso lo spinse a unire nuovamente le nostre bocche in un lento ma focoso bacio, che non durò a lungo poiché, poco dopo, le sue labbra scesero lungo il mio mento, e in seguito sul mio collo, lasciandomi baci umidi sulla mia pelle totalmente rabbrividita.

Quando però scese ancor di più con la bocca, arrivando ai miei seni e prendendo a stringerne uno con una mano, e a baciare l'altro, sussultai per il piacere e mi piegai contro il suo tocco, mentre prese a stringere delicatamente il mio capezzolo coi suoi denti.

Non avrei mai immaginato che una situazione simile potesse essere così bella.

Poco dopo scese ancor di più, lasciandomi umidi baci su tutto il ventre, e sussultai quando si fermò proprio dinanzi al punto che, poco prima, aveva massaggiato con attenzione provocandomi un immenso piacere. Mossi istintivamente i fianchi contro il suo viso a quella vicinanza con la mia intimità.

Il ragazzo ridacchiò alla mia reazione, ma la sua espressione impiegò ben poco a mutare in una profondamente seria.

«Amber, voglio essere il primo e ultimo uomo a farti provare il piacere che sto per provocarti. Voglio essere l'unico per te» pronunciò, mantenendo saldo il contatto visivo tra noi.

Poi le sue labbra piene si posarono proprio sul mio punto sensibile, e io persi completamente la testa.

Mi inarcai contro di lui quando prese a baciarlo proprio nel modo in cui, poco prima, aveva fatto con la mia bocca, inumidendo quel punto con la saliva e lambendolo in maniera studiata e esperta: strinsi in un pugno il cuscino al mio fianco e morsi con forza il mio labbro inferiore, e se in un primo momento avevo provato a contenere i gemiti, a quel punto non mi disturbai più neppure di pensarci.

Louis sorrise contro la mia intimità, continuando a lambire quel punto così sensibile mandandomi in un totale stato di estasi.

«Dimmi quanto ti piace, piccola». Louis mi fissò nuovamente negli occhi, osservandomi contorcere dal piacere sotto il suo tocco esperto.

Non avrei mai creduto che sarebbe potuto essere così bello, che la sola bocca di Louis in un posto diverso dalle mie labbra avrebbe potuto arrecarmi tanto piacere da farmi sentire come fossi in paradiso.

«è... è bellissimo...» balbettai incapace di aggiungere altro, e i miei fianchi sembrarono sconnettersi dal mio cervello quando cominciai a muoverli d'istinto contro di Louis, che sembrò apprezzare molto il mio gesto.

«Dio, sei così bella...» sussurrò, e il suo caldo fiato contro di me non fece altro che incrementare il mio stato di eccitazione.

Quando però a quei movimenti aggiunse un dito, che insinuò sulla mia entrata fino a spingerlo dentro di me, emisi un gemito più forte degli altri, e il piacere salì alle stelle.

«L-Louis...» poggiai una mano dietro la sua nuca, prendendo a stringere i suoi capelli castani, continuando ad ansimare.

Dopo svariati minuti di quel tocco così piacevole, però, decisi che volevo di più: volevo congiungermi in tutto e per tutto col ragazzo che, dopo tutti quei mesi, mi aveva rubato il cuore.

Volevo concedermi in tutto e per tutto a lui.

«Louis, ti prego... voglio... voglio di più».

Solo Dio sapeva quanto fosse stato difficile articolare quella frase, per me che non avevo mai fatto nulla di simile in tutta la mia vita: eppure, in quell'istante, era quella più giusta che potessi pronunciare.

Louis si allontanò subito dalle mie parti intime e prese a guardarmi con una certa apprensione, come se non si fosse reso conto di ciò che realmente desideravo, fino a quel momento.

«È quello che vuoi veramente?» domandò, posizionando le forti braccia ai lati del mio viso e osservandomi come se, al mondo, non avesse visto cosa più bella.
Era proprio così che quel ragazzo riusciva di farmi sentire.

«Louis...» lo interruppi, «voglio sentirti in ogni maniera possibile... adesso».

Non servirono parole in più.

Gli bastò ciò che dissi per capire che non desideravo altro, se non passare la notte più bella della mia vita e, sì, proprio su quel divano, con lui.

Si liberò velocemente dei boxer che ancora indossava, liberando allo stesso tempo la sua palpitante virilità fino ad allora ignorata, che dimostrò quanto anche Louis bramasse quel momento.

Il ragazzo rimase per attimi che sembrarono infiniti così, sopra di me, tenendosi su coi gomiti e fissandomi negli occhi con uno sguardo profondo.

«Amber... ti amo più di quanto tu possa immaginare».

E quella magica e indimenticabile notte, tra le quattro mura di una casa in cui avevo trovato tutto ciò di cui avevo sempre avuto bisogno, Louis fu capace di dimostrarmelo ancora una volta, suggellando tra di noi quel sentimento tanto sofferto: l'amore.




Fu un brusco rumore che rimbombò in tutta la casa a risvegliarmi brutalmente, il mattino seguente.

Spaventata spalancai gli occhi, guardandomi intorno: non sapevo cosa fosse stato quel suono, e neppure perché mi trovassi sul divano del salone.

Quando li richiusi, però, i ricordi della sera precedente invasero la mia mente.

Louis mi aveva raccontato al telefono cosa gli fosse successo, credendo di parlare con Isaac; ricordai che fosse entrato in casa malridotto e con una profonda ferita che ero stata io a medicargli.

Riportai alla mente il nostro discorso, il nostro bacio...

Che ben presto si era tramutato in altro.

Mi ero concessa a Louis.

Avevo avuto la mia prima vera esperienza con lui... ed era stato fantastico.

Indubbiamente era stato doloroso, inizialmente, ma il suo sguardo, i suoi bellissimi e limpidi occhi celesti puntati nei miei che mi parlavano, mi rassicuravano, erano stati capaci di infondermi la forza necessaria a resistere, e presto il dolore che provavo si era tramutato in piacere.

Quella notte, ci eravamo presi cura l'una dell'altro.

Dopo aver entrambi raggiunto l'apice, Louis mi aveva accolta tra le sue braccia, sussurrandomi ripetutamente all'orecchio quanto mi amasse e quanto non avesse mai desiderato altro se non quel momento; poi mi aveva obbligata a indossare la sua maglietta, che mi arrivava fino a metà coscia, in modo tale da non lasciarmi del tutto nuda, siccome ci trovavamo in un'ala fin troppo accessibile della casa.

Quella visione incantevole della sera precedente venne presto spazzata via da un successivo forte rumore, molto simile a qualcosa che toccò il suolo e si infranse in mille pezzi: aprii gli occhi.

Solo a quel punto mi accorsi che Louis non fosse più lì con me.

Mi alzai velocemente dal divano, mettendomi seduta. Dov'era finito?

Non mi avrebbe mai lasciata da sola, non prima che mi svegliassi, non dopo quella notte, che era stata così importante, per me.

Afferrai la biancheria intima da sotto il cuscino, chiedendomi solo per un istante come avesse fatto a finire lì, prima di infilarla.
Non sapeva che ora fosse e, ancora mezza addormentata, decisi di alzarmi definitivamente per scoprirlo.

Fu allora che mi resi conto di cosa stesse realmente succedendo.

I rumori che avevo udito non provenivano da fuori, bensì dalla cucina, e avendo ormai la mente più lucida, riuscii anche a distinguere delle voci. Qualcuno stava litigando.

E quando capii di chi si trattasse, la sensazione di benessere che sentivo di avere addosso sparì all'istante, lasciando spazio al terrore puro.


Spazio autrice

Spero davvero tantissimo che questo capitolo vi sia piaciuto, ci ho messo tutta me stessa per scriverlo al meglio🙈
So che è particolarmente sdolcinato, ma spero comunque lo apprezziate: fatemelo sapere!
Cosa credete stia succedendo? Chi è che litiga?
Non dimenticatevi di lasciarmi una stellina⭐️ se il capitolo vi è piaciuto!
Alla prossima❤️
Per le nuove lettrici: ho aperto una pagina Instagram in cui pubblico tutto ciò che riguarda I'm gonna sace your life tonight, mi chiamo _.corastories._ seguitemi se vi va!

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