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.19. .Part Two.


Louis

«Allora, qualcuno vuole spiegarmi cosa diavolo sta succedendo?» domandò Lincoln, perplesso, massaggiandosi ancora la mandibola.

Dopo aver colpito il castano, Isaac aveva perso i sensi per il troppo alcol che aveva in circolo: una volta sveglio, avrebbe dovuto ringraziare me e Nolan per averlo afferrato prima che potesse cadere rovinosamente al suolo.

Sospirai a lungo, esausto. Decisi che gli avrei dato una risposta esplicita, anche se sapevo che, dopo aver udito la verità, Lincoln avrebbe preferito sicuramente che Isaac avesse continuato a prenderlo a pugni.

prima che potessi rispondergli, però, fu Nolan a farlo.

«Isaac ha visto Lucy in un night club. Questo l'ha scombussolato parecchio, gli ha fatto fare un viaggio nel passato, passato in cui lei l'ha tradito...» esitò un secondo prima di concludere la frase, «con te, Linc».

Lincoln rimase colpito, e non riuscii a interpretare l'espressione sul suo volto quando emise un lieve sospiro prima di aprire bocca.

«Io... pensavo avessimo superato la cosa...» dichiarò.

Nonostante ai tempi fosse fidanzata con Isaac, Lucy aveva da sempre nutrito una profonda attrazione verso Lincoln: inizialmente nessuno se ne curava, ma più il tempo passava, più Lucy cominciava ad avvicinarsi sempre più a lui, all'insaputa di Isaac.

Fedele all'amico, però, Lincoln aveva sempre respinto la ragazza, finché un giorno, da ubriaco perso, non cedette alle sue avance sessuali.

A detta sua, fu lo sbaglio più grande della sua vita: Isaac ne rimase distrutto.

Ma era passato quasi un anno dall'accaduto, ormai, e il ragazzo sembrava aver definitivamente perdonato Lincoln.

«Lo pensavamo tutti, e sembrava davvero così. Ma certe ferite non si rimarginano così facilmente... Isaac è ancora cotto di lei» rivelò Nolan con una serietà destabilizzante, conferendo voce ai miei pensieri. Poi, diede una pacca sulla spalla dell'amico.

Lincoln abbassò lo sguardo al suolo, visibilmente pentito.

«Non so come abbia fatto tutto questo tempo a guardarlo negli occhi, senza accorgermi del dolore che si teneva dentro...» ammisi, voltandomi istintivamente verso Isaac che, in quel momento, riposava sul divano di pelle.

Già immaginavo a quale sorta di emicrania sarebbe andato in contro il giorno successivo, dopo tutto l'alcol che aveva ingerito.

Lincoln imitò la mia azione e guardò Isaac, amareggiato.

«Non troverò una scusa per giustificarmi, perché non ce ne sono e lo so bene. Posso solo dire che mai, dico mai nella vita, avrei voluto infliggere così tanto dolore a una persona, tantomeno ad Isaac, che è uno degli amici più cari che ho. Giuro che darei tutto ciò che possiedo per tornare indietro nel tempo ed evitare di bere un bicchiere di troppo, quel sabato sera» passò una mano sul viso, scuotendo la testa.

«Non so più che altro dire. Vorrei solamente che si svegliasse e mi riempisse così tanto di pugni, è quello che mi merito...»

Sapevo che ciò che aveva pronunciato lo pensava realmente: Lincoln era sempre stato un ragazzo a modo, nonostante le corse clandestine e i combattimenti.

Ero inoltre convinto che, se quella sera non si fosse ubriacato fino a perdere la lucidità e Lucy non ne avesse approfittato, Lincoln non avrebbe mai tradito la fiducia di Isaac... anche se quest'ultimo sapeva bene che non fosse stato l'amico a rovinare la sua relazione con Lucy.

«Cerca di stare tranquillo ora, Linc: avrete modo di riparlarne con calma una volta che Isaac avrà smaltito la sbornia» gli dissi in un tentativo di conforto.
Lincoln annuì, poi sospirò.

«Sì, credo sia meglio così. Allora... buonanotte» disse, prima di rivolgerci un debole sorriso e voltarci le spalle per raggiungere la sua camera.

«Nolan, vado anch'io di sopra, faccio una doccia e torno. Fammi sapere se si sveglia con manie omicide» lo avvisai, indicando il riccio.

Il biondo annuì, dandomi il via libera, perciò mi diressi anch'io verso il piano superiore.

Decisi però di passare per un secondo dalla stanza di Amber: le avevo promesso che sarei tornato da lei, una volta gestita la situazione con Isaac.

Trovai la porta socchiusa, così la aprii. Amber era sdraiata nel suo letto, bella come il sole, dormiva beatamente col piumone arrotolato attorno al corpo minuto.

Mi avvicinai, chinandomi verso di lei non appena fui ai piedi del letto, e cercando di fare il minor rumore possibile le posai un innocente bacio sulla fronte.

In dormiveglia, la sentii sussurrare qualcosa.

«L-Louis. Cos'è... successo?»

Le sorrisi anche se non poteva vedermi, accarezzandole lievemente il viso.
«Solo un piccolo disguido tra Lincoln e Isaac... Ma si risolverà, vedrai».

Non ottenendo alcuna risposta, capii che si fosse addormentata definitivamente.

«Buonanotte, Ambs» sussurrai dolcemente al suo orecchio. Poi mi alzai e uscii dalla sua stanza, dirigendomi finalmente verso il bagno per fare una doccia e concludere quella lunga e intensa giornata.

Amber mi aveva reso una persona migliore.

Amber

«Sveglia, dormigliona!»

Furono queste le parole che mi destarono improvvisamente dal mio sonno profondo, insieme a una porta che sbatté forte contro al muro, che mi fece sobbalzare.

«Oh, merda!» imprecò una voce allegra prima di scoppiare in una fragorosa risata, dandomi la forza necessaria a scostarmi le coperte di dosso e alzarmi dal letto per scoprire di chi si trattasse.

Mi strofinai gli occhi a lungo, ancora assonnata, e quando li riaprii vidi le lunghe treccine bionde raccolte in una coda di cavallo e il sorriso smagliante di Claire.

Le sorrisi istintivamente: ero veramente felice di poterla rivedere dopo tutto quel tempo.
L'ultima volta che avevamo trascorso una serata insieme, era stata al luna park...

Dove avevo incontrato Jacob.
Quando Zade mi aveva baciata, per poi ordinarmi di fingere che non fosse mai accaduto.

Zade.

Gli eventi della sera precedente mi colpirono come proiettili nella carne.

Avevo avuto la mia prima esperienza con Louis... e mi era piaciuta.
Dio, se mi era piaciuta.

Ma poi Zade era piombato in camera, qualcosa era successo ad Isaac...

La sua stretta sul mio fianco.
La sua mano sul mio collo.

Le sue parole, la cosa più dura da digerire, mi avevano fatto più male di qualunque altra cosa.

«A quanto pare ti stimola tanto quel ragazzo, eh? O forse ti faresti chiunque, in questa casa? Forse saresti dovuta rimanere sulla strada, quel giorno in cui Louis ti ha trovata, perché quella è l'unica casa che potrai mai avere!»

Non avrei mai potuto dimenticare quelle crudeli parole, ma se c'era una cosa chiara, ormai, era che non ne avrei ascoltata più neppure una, se pronunciata da Zade.

Avrebbe dovuto tenersi a debita distanza da quel momento in poi, perché non avrei più risposto di me stessa se avesse osato anche solo avvicinarsi ancora una volta.

Odiavo Zade con tutta me stessa, non meritava niente da me, e niente avrebbe avuto: desideravo solamente che sparisse, nulla di più.

«Allora, che aspetti? Non startene lì impalata, corri a darmi un abbraccio!» La voce di Claire mi riportò nuovamente alla realtà. La bionda spalancò le braccia, in attesa che corressi da lei.

Lo feci: mi schiantai letteralmente addosso al suo corpo magro, stringendola forte a me e provocandole una fragorosa risata.

«Sono venuta qui per passare la giornata insieme a te, cuoricino. Cavolo, mi sei mancata!» ammise, staccandosi dall'abbraccio con un sorriso a trentadue denti stampato in volto.

Fu in quel preciso istante che decisi di non rivolgere più i miei pensieri a tutti gli avvenimenti orribili accaduti nelle ultime settimane, di smettere di focalizzarmi sulle persone che, nella vita, non avevano fatto altro che farmi del male.

Non avrei speso un secondo di più a rimuginare sulle parole o sulla violenza di Zade.

Da quel momento in poi, mi sarei concentrata su chi in quei mesi aveva solamente cercato di rendermi felice, senza alcun secondo fine: come Claire, e...

Louis.

Lui mi aveva dato tutto, e io ero pronta a fare lo stesso.

«Mi sei mancata anche tu, amica».

Nessuno mi avrebbe più abbattuta.




Quando vidi Louis, istintivamente sorrisi.
Ero scesa al piano di sotto insieme a Claire e lo avevo trovato in cucina a chiacchierare con Nolan, intento ad affettare del pane con un coltello.

Osservai i movimenti delle sue dita coperte da alcuni spessi anelli afferrare le fette già pronte e metterle in un piatto, poi il mio sguardo risalì, e notai che indossasse solamente un pantaloncino della tuta blu notte.

Mi ritrovai a studiare ogni particolare del suo petto nudo, scrutandone la curva degli addominali e dei pettorali, poi posai gli occhi sui muscoli delle sue braccia, che si tendevano ogni qual volta tagliasse una nuova fetta di pane.

Non potei fare a meno di chiedermi quanto si allenasse, per mantenere un fisico imponente come il suo.

In realtà, però, ciò che ogni volta mi faceva completamente crollare e sentire profondamente fortunata, era il suo viso.

Louis era bellissimo.

«Sei cotta, amica» mi sussurrò Claire all'orecchio, sorprendendomi a fissare il suo amico. Decisi di darmi subito un contegno.

Volsi lo sguardo verso di lei, ma non dissi niente, perché la voce di Nolan sovrastò la mia.

«Ragazze, se avete finito di starvene in un angolo a spiarci, il pranzo è servito!»
Un'espressione divertita prese il possesso del volto del biondo, e con la coda dell'occhio notai Louis sorridere, prima di sollevare gli occhi dalle sue azioni e posarli su di noi. Su di me.

«Ben volentieri» rispose Claire altezzosa, prendendomi per mano e conducendomi verso il tavolo.

Solo in quel momento mi accorsi della presenza di Lincoln: se ne stava seduto in silenzio sulla poltrona della cucina, il capo chino sul cellulare, nonostante non sembrava stesse messaggiando o qualcosa di simile.

Claire prese posto a tavola mentre mi avvicinai a Louis, lievemente in imbarazzo.

D'altronde, non avevamo avuto modo di parlare di ciò che c'era stato tra di noi la sera prima.

Il ragazzo però mi sorrise e mi attirò a sé, poggiando la mano sulla mia schiena coperta da una lunga t-shirt nera.

«Mi dispiace per ieri sera. Volevo davvero rimanere con te, ma non ho potuto» rivelò, avvicinandosi alla mia fronte per posarvi un bacio. Poi mi spostò i boccoli dal viso, abbassandosi verso il mio udito.

«Mi farò perdonare» sussurrò al mio orecchio, ricoprendo il mio corpo di mille brividi al contatto delle sue calde labbra sulla mia pelle.

D'un tratto, una porta situata al fondo della stanza che si aprì maldestramente catturò l'attenzione di tutti i presenti.

Ne uscì Isaac, in condizioni in cui non l'avevo mai visto prima: indossava un pantaloncino rosso di un famoso brand portato a vita bassa ed era a petto nudo, aveva i capelli ricci ridotti a un groviglio simile a paglia e delle profonde e violacee occhiaie a solcargli il viso.

Più che camminare, sembrava trascinarsi a fatica fuori dalla sua camera, e non potei fare a meno di chiedermi cos'avesse combinato per essere ridotto in quel modo.

«Ah, Louis. Hai visto per caso un antidolorifico da qualche parte? Credo che perderò ogni mia facoltà mentale, se la testa non smetterà di martellarmi».

Il ragazzo chiamato in causa si voltò verso Isaac, e il suo viso sembrò intenerirsi alla vista dell'amico.
«Prova nel cassetto del bagno di sopra, Zac. Troverai sicuramente qualcosa» gli suggerì.

«Mi stai salvando la vita, giuro». Prima di dirigersi verso le scale tirò un'occhiata ai presenti in cucina.

Quando il suo sguardo si posò su quello di Lincoln, che sembrava essersi irrigidito dall'istante in cui Isaac aveva fatto la sua comparsa, rimasero a fissarsi per un intenso periodo di tempo che raggelò l'atmosfera, perché per qualche motivo nessuno parlò.

Poi il riccio voltò le spalle al ragazzo e si precipitò su per le scale, imprecando subito dopo, probabilmente accorgendosi che forse sarebbe stato meglio non correre in quelle condizioni.

In quel momento, mi ricordai che Louis mi avesse raccontato di aver assistito a un disguido tra Isaac e Lincoln. Data la tensione che quel piccolo gioco di sguardi aveva creato, avrei tanto voluto anch'io, come chiunque altro in quella stanza, sapere cosa fosse successo tra i due.

Nolan si schiarì la voce.
«Bene, vedo che abbiamo tutti un po' bisogno di distrarci, qui. Sono felice dunque di informarvi che stasera avrò una corsa, e siete tutti invitati!» esclamò raggiante, cercando di alleggerire un po' l'atmosfera, «ah, e non accetto un no come risposta» precisò infine, puntando il dito verso ognuno dei presenti.

Louis prese fiato per rispondere, ma Claire sembrò prevedere quello che stava per dire, perché parlò per prima.

«È stata organizzata poco fuori da Londra, a Ilford. Ancora nessuno ci conosce lì» gli rivolse un sorriso apprensivo. In seguito alla sua affermazione, capii che Claire sapesse quali fossero le preoccupazioni di Louis.
Sapeva di Jacob.

«Sì, amico, Amber potrà venire con noi. Mi sono personalmente assicurato che non correrà alcun rischio. Non conosco nessuno, eppure so il nome e cognome di chiunque prenderà parte a quella corsa» ammise Nolan.

Lo sguardo di Louis si posò subito su di me, dandomi la possibilità di incontrare le sue iridi dalle mille sfumature celesti.

«Non lo so...» pronunciò interdetto, e già il fatto che stesse valutando la cosa mi fece capire quanto si fidasse del suo amico.

«Tu vorresti andarci?» mi domandò, pensieroso.

Ricordai il giorno in cui gli dissi che avrei voluto essere partecipe della vita che conduceva.

«Certo che sì. In fondo, se si trova fuori città, sarà molto più sicuro. E poi...» presi una piccola pausa.
«Non posso rimanere nascosta per sempre» dissi, intendendolo sul serio.

Louis mi guardò a lungo, come se stesse realmente prendendo in considerazione la cosa.

Sapevo perfettamente quale fosse il suo timore: l'ultima volta che eravamo usciti avevo incontrato Jacob, che aveva cercato di portarmi via con sé, ma dallo sguardo che mi rivolse capii che sapeva bene anche lui quanto le mie parole fossero vere.

Non potevo rimanere chiusa in casa per il resto dei miei giorni col terrore che Jacob potesse trovarmi da un momento all'altro.
Quella non era vita.

«Verrò anch'io».

Lincoln, che ancora non aveva aperto bocca da quando ero scesa al piano inferiore, spiazzò tutti con quell'affermazione.

Il ragazzo dai capelli castani abbandonò il cellulare sulla poltrona e si alzò in piedi, attirando la nostra attenzione.

Un paio d'occhi in più fanno sempre comodo in fondo, no? In questo modo potrò aiutare Louis ad assicurarsi che né Jacob, né qualche suo scagnozzo siano presenti. Almeno... mi renderei utile per qualcuno» sentenziò infine, abbassando lo sguardo al suolo.

«Oh andiamo, Lincoln, non fare il melodrammatico!» Nolan si avvicinò all'amico, tirandogli uno scherzoso pugnetto sul braccio, «sai bene che ovunque vada, devi esserci anche tu per forza di cose. Non sei utile, amico. Tu sei indispensabile».

Le parole di Nolan accesero qualcosa in Lincoln, perché notai nei suoi occhi un barlume di gioia, di vita. Un timido sorriso si fece strada sul suo volto.

Avevo sempre pensato che Nolan, quel ragazzo biondo dagli occhi limpidi, fosse tra tutti il più sincero in quella casa: non aveva peli sulla lingua e non si faceva problemi a esternare i propri sentimenti davanti a tutti.
Era semplicemente genuino.

«Va bene ragazzi, mi avete convinto» parlò Louis, «ha ragione Nolan, abbiamo tutti un po' bisogno di distrarci, stasera. E dato che la corsa si terrà fuori Londra, basterà mantenere un profilo basso ed essere prudenti: in questo modo, passeremo inosservati» annuì, per poi rivolgere lo sguardo verso di me. Abbassò di poco il tono di voce quando mi parlò.

«Questa volta non mi allontanerò da te per nessuna ragione al mondo, e voglio che tu faccia lo stesso, Amber, va bene? Voglio che tu sia al sicuro» specificò con tono apprensivo, guardandomi intensamente negli occhi.

Annuii immediatamente, d'accordo con la sua decisione: prendere una boccata d'aria mi avrebbe sicuramente aiutata a liberare la mente e, inoltre, avrei potuto trascorrere altro tempo insieme a Claire, oltre che con Louis.

Allontanarmi da quella casa, in fondo, era tutto ciò di cui avevo bisogno per reprimere il ricordo delle orrende cattiverie che mi erano state dette.

Ancora non sapevo però che, quella sera, avrei assistito alla bestia che Louis diventava quando veniva toccato ciò a cui più teneva.



Spazio autrice

Holaaa!
Questo capitolo è piuttosto tranquillo, oserei dire quasi di passaggio... Premetto che ho aggiunto diverse cose, perché il prossimo capitolo è una specie di capitolo bonus, non esisteva prima ma avevo quest'idea, così mi sono detta: beh, perché no? Aggiungiamola!
Ma veniamo a noi: cosa ne pensate di Claire e Amber? E di Nolan? Quanto è stato dolce da uno a un milione?🙈
E cosa pensate accadrà alla corsa? Vi ho lasciate di nuovo con la suspense, eh?😏😂
Fatemelo sapere nei commenti, mi fa sempre piacere avere un vostro parere! Alla prossima🖤

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