SAN VALENTINO *CAPITOLO EXTRA*
FEBBRAIO
Eleonora
Chiudo il libro e mi sdraio esausta sul letto.
«Sai tutto, Ele, basta ripetere ora. Conosci più cose tu che la prof dai baffetti lunghi. L'esame di domani andrà benissimo, vedrai».
«Lo so, Lilla. Grazie per aver passato l'intero pomeriggio ad ascoltarmi ripetere. È che ci tengo a prendere un bel voto, questo corso mi è piaciuto molto e sono dodici crediti! È importantissimo. Deve essere un trenta».
«Secchiona».
«Non sono secchiona».
«Sì che lo sei».
«Non è vero. È che a causa di questo esame ho dovuto rinunciare al San Valentino con Berto. Si può mettere un esame il quindici febbraio? È una cosa crudele!»
«Tesoro, ti ricordo che baffi-lunghi è una vecchia zitella. Lo avrà fatto di proposito».
Scoppio a ridere e sollevo il busto per abbracciare la mia amica.
«Grazie, Lì. Non so che farei senza di te».
«Te la caveresti lo stesso. Infatti, ora vado via», dice lasciandomi un sonoro bacio sulla guancia.
«Cosa? Perché? Dove vai?»
«Esco».
«Davvero?»
«Sì».
«Stasera?»
«Che c'è? Pensi non possa passare San Valentino in dolce compagnia?»
«Certo che puoi! Ma... con chi? Che mi sono persa?»
«Te lo racconto domani, vediamo come va la serata», risponde con un sorrisetto soddisfatto, incrociando le dita. Quando fa così sembra proprio mio fratello. Anche lui non mi parla dei suoi appuntamenti per scaramanzia e sono entrambe sfortunati in amore».
«Va bene. Ma domani voglio tutti i dettagli».
«Oh, spero che ci siano tanti dettagli da raccontare».
Detto questo, la mia amica sparisce dalla mia camera, lasciandomi sola la sera di San Valentino.
Dopo circa un'ora di solitudine e silenzio, mi decido a farmi una doccia e pensare a cosa preparare per cena. Mentre infilo la mia tuta di ciniglia blu notte, inizio a pensare che forse non cucinerò proprio niente e ordinerò cinese, poi guarderò qualche film romantico su Netflix, nell'attesa di parlare al telefono con il mio fidanzato, fino al momento della buonanotte. Quanto mi manca... Mi sono rinchiusa in camera a studiare per due settimane, non lo vedo da almeno venti giorni e mi manca da morire. Il suono del campanello interrompe il flusso dei miei pensieri. Non è il citofono, è la porta di casa, quindi o è qualcuno del palazzo, o qualcuno che ha trovato il portoncino aperto, o è Lilla che ha dimenticato le chiavi. Guardo dallo spioncino e vedo solo un enorme orsacchiotto bianco col naso a forma di stella. Apro la porta e da dietro la faccia dell'orso appare Berto.
«Buon San Valentino, biondina».
Lancio un urlo di gioia e abbraccio il mio ragazzo e l'orsacchiotto tra di noi.
«Oh, mio dio! È bellissimo! È.... una sorpresa dolcissima!»
«Ci fai entrare?»
«Sì, certo!»
Lascio che Berto entri in casa con l'orsacchiotto gigante e chiudo la porta alle mie spalle.
«Ho pensato che i fiori fossero banali e che... adori i peluches, quindi...»
«Lo adoro!»
Prendo quell'enorme orsacchiotto e lo abbraccio chiudendo gli occhi. Berto sorride mostrandomi la sua irresistibile fossetta e penso che sia giunto il momento di togliere l'orsacchiotto di mezzo e abbracciare il mio ragazzo. Quindi volo in camera e adagio sul mio letto Ottone - perché ho deciso di chiamarlo così - e corro da Berto. Gli butto le braccia al collo e stringo le gambe intorno al suo corpo, quando lui mi solleva da terra e mi fa volteggiare.
«Ti amo, latin lover».
«Ti amo anche io, biondina».
«Grazie per la sorpresa, è bello averti qui».
«Oh, ma la sorpresa è appena iniziata».
«Che vuoi dire?»
Berto mi mette giù e punta lo sguardo sulle pantofole con l'unicorno che porto ai piedi.
«Mettiti un paio di scarpe».
«Cosa? Oh... dobbiamo uscire?»
«Più o meno», mi dà un bacio sulla testa, «fidati di me».
«Ok».
Faccio come dice, infilo un paio di sneakers e sono di nuovo da lui.
«Prendo il giubbotto...»
«Non ti servirà», mi prende per mano, «andiamo».
Usciamo di casa e Berto chiama l'ascensore.
«Dove stiamo andando?»
Mi passa un braccio intorno alle spalle per avvicinarmi a lui e mi stampa un bacio sulle labbra.
«Più vicino alle stelle», sussurra stuzzicando la mia curiosità.
Arriviamo all'ultimo piano del mio palazzo. Prima che le porte dell'ascensore si aprano, Berto si mette dietro di me e mi attappa gli occhi con le mani.
«Cammina dritto davanti a te, biondina e non sbirciare».
«Potrei cadere e rompermi l'osso del collo».
«Non ti succederà niente finché ci sono io».
Iniziamo ad avanzare lentamente, tengo per istinto le mani davanti a me e avverto un misto di eccitazione e paura dell'ignoto. Dopo qualche passo capisco di essere all'aperto perché un'aria gelida mi investe facendomi rabbrividire, nonostante la mia schiena sia tenuta al caldo a contatto con il corpo di Berto alle mie spalle. Lui mi ferma e lentamente toglie le mani dai miei occhi.
«Questa è la sorpresa».
Apro gli occhi e ciò che vedo mi strappa un sospiro di stupore. Siamo sul tetto del palazzo, ci sono candele e tante lucine ad illuminare una piccola serra dove c'è l'orto del signor Borlotti del primo piano. A terra, in uno spazio ricavato tra i diversi ortaggi, c'è un tappeto e diversi cuscini intorno a un pallet di legno adibito a tavolino, al centro del quale c'è un vaso di terracotta con dei fiori colorati e intorno tovagliette, posate, piatti e bicchieri per due.
«Wow! Ma cosa...?»
«Ti piace? Ho pensato che fossi stanca e non avessi voglia di uscire, considerando che domani hai un esame importante e hai passato tutto il giorno... anzi, due intere settimane a studiare, quindi...»
«È perfetto... un sogno», non riesco a dire altro, sono sorpresa, incantata, non ho parole per esprimere quello che sento. Berto sorride e mi prende per mano, guidandomi dentro la serra.
«Siediti. Mangeremo a terra, dato che ho ordinato menù nippo-cinese ho pensato che potessimo anche fare a meno delle sedie».
«Hai preparato tutto tu?»
«Sì, certo. Beh, Lilla mi ha aiutato chiedendo il permesso al signor Borlotti di utilizzare il suo orto e tenendoti impegnata tutto il giorno».
«Berto, io... non ho parole».
Lui sorride di nuovo e si siede facendomi segno di imitarlo.
«Le parole verranno quando avrai lo stomaco pieno. Adesso mangiamo».
Dal suo smartphone fa partire una musica new age diffusa da una piccola cassa wireless. L'atmosfera è magica e rilassata e aveva ragione Berto, in questa serra non fa freddo, è la mia temperatura ideale. Passiamo la serata a mangiare, parlare e ridere. Come dessert, due deliziosi tiramisù al pistacchio di una nota pasticceria di Roma. Dopo esserci spazzolati anche il dolce, Berto prende il mio plaid blu e mi invita a spostarci all'esterno. Noto solo in quel momento che ha portato sul tetto anche la mia chaise-longue a forma di gigantesco cuscino verde lime, quello dove abbiamo passato la notte la prima volta che è venuto a trovarmi a Roma, quando eravamo ancora solo amici, ma già segretamente innamorati.
«Mi hai svaligiato casa?»
Berto sorride e scuote la testa.
«Non sarebbe la prima volta».
«Spiritoso!»
«Vieni qui», mormora mentre prende posto sulla chaise-longue.
Mi siedo accanto a lui che mi abbraccia, avvolgendoci nel caldo plaid.
«Non è male la vista da qui», commenta.
Mi soffermo a guardare il panorama di mille luci che illuminano la città, poi alzo lo sguardo verso il cielo e vedo una grande luna piena e milioni di stelle su uno sfondo blu notte. Non c'è nemmeno una nuvola, il cielo è sereno, siamo al di sopra dei lampioni; quindi, c'è il buio ideale per ammirare la luna e le stelle.
«Hai ragione, non è niente male».
Lui mi stringe, ispira il mio profumo e mi dà un dolce bacio sulla tempia.
«È perfetto, mi sembra di vivere un sogno con te tra le mie braccia. Ti amo, Ele. Ti amo da impazzire».
Mi volto a guardarlo. Non capita spesso di sentirlo dire certe cose. Berto è un tipo molto chiuso, discreto, non si lascia mai andare a sentimentalismi e quelle rare volte che lo fa, per me è un'emozione immensa. Gli prendo una mano e me la porto sul cuore, affinché senta quanto batte forte per lui, per le sue parole, per questa serata meravigliosa, per tutto l'amore che c'è tra noi. Lui sorride, poi mi guarda negli occhi e sembra perdersi. Dopo tanto tempo, ancora si perde nel mio sguardo, sembra entrare in un mondo di pace e serenità dal quale non vorrebbe mai uscire. Gli accarezzo una guancia e avvicino il mio viso al suo per baciarlo. Quel bacio ci mette poco a diventare sempre più intenso, passionale. Sento il bisogno di fare l'amore con lui, il desiderio ardente che mi brucia dentro, la voglia di perdermi tra le sue braccia, sotto il tocco delle sue mani e i baci delle sue labbra.
«Berto...» lo interrompo perché ho voglia di fare l'amore con lui, ma è febbraio, siamo su un tetto e fa decisamente freddo per ciò che ho in mente, «devo darti il tuo regalo di San Valentino».
«Adesso?»
«Fidati, adesso è il momento adatto. Ma dobbiamo rientrare».
«Ok».
Torniamo in casa lasciando il resto sul tetto. Sistemeremo tutto domani mattina, ora devo dargli il mio regalo. In realtà non gli ho preso niente di materiale, ma conoscendolo è sicuramente qualcosa che apprezzerà. Lo porto in camera mia, avvio una playlist R&B, spengo le luci e accendo l'abat-jour a forma di unicorno sul mio comodino. Sposto Ottone ai piedi del letto e prendo ciò che mi serve dal cassetto.
«Aspettami qui, torno subito».
Esco dalla stanza prima che Berto dica una parola. Rientro vestita solo con un completino intimo che ho comprato appositamente pensando a una situazione come questa.
Una sera stavamo parlando del più e del meno e gli ho chiesto cosa potessi regalargli per San Valentino, la sua risposta fu:
«Non voglio regali, desidero solo te».
Quindi ho comprato questo completino di pizzo rosso, con il reggiseno a balconcino e un brasiliano, completo con una vestaglia di pizzo nera, pensando di indossarlo quando avrei potuto donargli il suo regalo di San Valentino, ovvero, tutta me stessa. Quando faccio la mia apparizione nella stanza, Fedro Starr e Jill Scott cantano True Colors e Berto è in piedi davanti alla finestra che guarda fuori dandomi le spalle. Non so perché mi sento emozionata in questo momento, mi ha vista con e senza vestiti tantissime volte ormai, sono due anni che facciamo l'amore, eppure sento il cuore battere in modo incontrollato, un'agitazione incredibile, come se fosse la prima volta.
Berto mi vede nel riflesso della finestra e sembra rimanere qualche secondo senza respiro. Poi finalmente si volta e il suo sguardo accarezza lentamente tutto il mio corpo. Mi sembra di sentire il suo tocco, anche se siamo a due metri di distanza e lui mi sta toccando solo con gli occhi, arrivando comunque ad accarezzarmi l'anima.
«Avevi detto che per San Valentino volevi solo me, ho pensato di scegliere almeno una bella confezione regalo», dico divertita e imbarazzata.
«È la confezione regalo più bella che abbia mai visto», mormora avvicinandosi a me, «peccato che sparirà subito», conclude passandomi una mano sulla vita e l'altra sul viso, per avvicinarmi a lui e baciarmi. La mia pelle risponde al suo tocco con brividi e un calore intenso, sospiro avvinghiandomi a lui improvvisamente priva di forze. Mi sento completamente sua, mi affido a lui e lascio che faccia ciò che sa fare meglio, amarmi con passione e dolcezza. Ci spogliamo senza smettere di baciarci, facciamo l'amore con un'intensità sempre nuova. Me lo ripete mille volte che mi ama, mentre siamo persi in quel vortice di passione. Glielo dico mille volte che lo amo, mentre ci fondiamo in un'unica essenza.
Eravamo due anime sole, vedevamo le persone allontanarsi, lasciandoci un profondo e costante senso di solitudine, ma poi ci siamo trovati e quella solitudine è sparita. Io ci sono per lui, lui c'è per me e ci amiamo tantissimo. Le mie paure sono svanite, Berto riesce a farmi sentire sicura di lui, di noi e di me stessa. Penso che la persona giusta sia quella che ti fa sentire con il cuore in pace, allontana ogni dubbio o paura e ti fa innamorare di te stessa. In questo momento amo la versione di me che sono diventata, una donna forte, che non ha più paura di buttarsi e vivere emozioni meravigliose. Berto mi ha dato il coraggio di amare e di lasciarmi amare e io spero solo di ricambiarlo, donandogli tutto l'amore che provo per lui.
Vorrei fermare il tempo e sentirmi così felice per sempre. Ma poi penso che abbiamo ancora tante cose da fare insieme, esperienze incredibili da condividere e non vedo l'ora di farlo, quindi, più che fermare il tempo dobbiamo viverlo, assaporando ogni singolo istante.
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Hello readers! Questo è un romantico capitolo extra creato per il giorno di San Valentino.
Chi ha letto il mio romanzo "TI RUBO GLI OCCHI" sarà stato felice di incontrare i protagonisti e sbirciare nelle loro vite per scoprire cosa succede qualche tempo dopo.
Chi non lo ha ancora letto ma, solo da questo capitolo si è appassionato alla storia e vuole saperne di più, trovate il romanzo su Amazon!
Vi lascio il link, sperando che voi lasciate una recensione per me!
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LOVE
Berenike Swan
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