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21. La Lavatrice

Eleonora

Inizialmente avevo deciso di ignorare la proposta assurda di Berto. Mi sono detta che forse voleva solo scherzare, prendersi gioco di me, o forse era un modo per togliere l'imbarazzo tra noi, in ogni caso, la storia dei "tromba-amici" non funzionava per me. Io sono una che si innamora facilmente, portare avanti una relazione di solo sesso poteva rivelarsi un boomerang per me. Non per Berto ovviamente, lui è abituato a questo tipo di relazioni. Quindi, determinata a non pensare neanche lontanamente all'eventualità di diventare l'amica di letto di Berto, sono riuscita a tornare ad una parvenza di normalità con lui. Non che evitare di pensare a quel momento fosse una cosa semplice. Fare l'amore con Berto è stato bellissimo. Mi sembra di non averlo mai fatto prima, non veramente. Con lui è stato completamente diverso, io stessa mi sono sentita diversa, amata, venerata, bellissima. Abbiamo ripreso a frequentarci come amici, ad uscire insieme a mio fratello, a correre insieme al mare, a vederci a lavoro e al pub del borgo dove lavoro il sabato sera e stava filando tutto liscio, se non fosse stato per quella maledetta lavatrice.

Era un venerdì pomeriggio, i miei erano fuori per l'ennesimo weekend romantico, Marco e Berto in officina ed io a casa alle prese con le pulizie generali, il bucato e tante altre cose. Andai nella lavanderia, una stanza che mia madre ha voluto dedicare al bucato, arredandola con la lavatrice, l'asciugatrice, asse per stirare e ferro da stiro e una nuovissima macchina da cucire con tavolino e sedia vintage. Lei passa le giornate intere in questa stanza, perché inspiegabilmente adora occuparsi del bucato. Mi ricordo che da piccola mi portava qui mentre faceva il bucato, riempiva la lavatrice con i panni sporchi, profumando la stanza con il detersivo e l'ammorbidente. C'era un tappeto persiano sul pavimento, mi faceva sdraiare lì, con in mano i miei giochi o qualche libro con le immagini colorate, accendeva un vecchio stereo a cassette che ancora funziona e si sedeva a cucire per ore. Adoravo stare lì con lei, regnava un'atmosfera rilassante ed era bello stare lì ad ascoltare lei che canticchiava serena le canzoni che passava la radio, il rumore della lavatrice e della macchina da cucire o lo sbuffare del ferro da stiro nei momenti in cui doveva stirare. Spesso Daisy veniva lì con me e giocavamo con le Barbie o ballavamo mentre mia madre si divertiva a cucire vestiti e guardarci inventare nuove coreografie. Ora questo posto non mi piace più così tanto, perché lo vedo solo come il luogo per fare il bucato e stirare e non amo fare nessuna delle due cose. Ma dopo quello che è successo con Berto, ho rivalutato questa particolare zona della casa e ho aggiunto un nuovo ricordo a questa stanza.

Scesi a fare la seconda lavatrice della giornata, il caldo di un Maggio stranamente rovente mi aveva costretta ad archiviare l'abbigliamento invernale e avevo passato l'intera giornata in leggins neri al polpaccio e una canotta a costine rossa. Ovviamente giravo rigorosamente scalza per casa, quindi non fu un problema quando entrai nella stanza della lavanderia e mi ritrovai con i piedi nell'acqua. Era chiaro che la lavatrice avesse un problema. Quindi mi precipitai nel salotto dove avevo abbandonato il mio telefono e chiamai Marco. Ovviamente non mi rispose, e quando mai! Quindi provai al telefono dell'officina. Berto rispose al sesto squillo. Rimasi qualche secondo senza parole dopo aver sentito la sua voce. Non potevo farci nulla, mi succedeva sempre.

-Ele? -

-Sì, sono io-

Mi chiesi come facesse a saperlo, non avevo parlato.

-Che succede? -

-Cercavo Marco, non mi risponde al telefono, dov'è? -

-Non ci crederai, ma sta lavorando-

Scoppiai a ridere,

-Questa sì che è una novità-

-Gli faccio una foto e te la mando! Davvero, è sotto un'auto a lavorare-

-Domani piove! Senti... io ho un problema a casa, mi dispiace interrompere questo suo raro quanto sorprendente momento di stacanovismo, ma deve venire subito a casa-

-Che è successo? -

-La lavatrice è impazzita! È uscita tantissima acqua e si sta allagando la lavanderia-

-Merda! Deve essersi rotto qualche tubo se c'è così tanta acqua-

-Puoi mandarlo a casa? -

-Non ci penso proprio! Per una volta che lavora, non sarò io a farlo smettere! Arrivo subito-.

Non mi diede nemmeno il tempo di ribattere, me lo ritrovai davanti il cancello dopo appena dieci minuti. Appena entrò in casa il mio cuore iniziò a battere fuori controllo, come se il fatto che fossimo in casa da soli gli desse il diritto di impazzire. Lo guidai nella stanza della lavanderia e si mise subito all'opera per arrestare il flusso dell'acqua che continuava ad uscire da uno dei tubi dietro la lavatrice. Prese la cassetta degli attrezzi di papà, cosa che mi sorprese perché io non sapevo neanche dove si trovasse. Marco deve avergli dato indicazioni su dove trovarla. Dopo qualche minuto, l'acqua non usciva più e la lavatrice era di nuovo funzionante. Presi degli stracci per asciugare per terra e lui mi diede una mano a ripulire il disastro.

-Grazie Berto, non sapevo davvero dove mettere le mani-

-Io so sempre dove metterle- rispose accorgendosi solo dopo del doppio senso della sua frase. Restammo a guardarci per qualche secondo con gli occhi sbarrati, poi scoppiammo a ridere.

-Presuntuoso- lo presi in giro dandogli un colpetto sulla spalla,

-Vorresti dire che non è vero? - mi sfidò con uno sguardo intrigante. Il mio corpo reagì a quella provocazione ricordando in un flash le su mani su di me. Smisi di ridere e deglutii,

-Ti riferisci a qualcosa di particolare? O alle auto magari? - chiesi ostentando indifferenza, mentre vagavo per la stanza guardando ovunque tranne che nella sua direzione,

-Dico in generale, so dove mettere le mani e come farlo-.

Lo disse in modo naturale, senza malizia, come se fosse un semplice dato di fatto e aveva ragione, cavolo se aveva ragione! Il calore che sentii esplodere tra le gambe e poi ovunque dentro di me, era un chiaro segnale che il mio corpo ricordava benissimo come sapeva usare quelle mani. Lo desideravo ancora, desideravo quelle mani su di me ancora una volta.

-Se lo dici tu- risposi per non dargli soddisfazione. Lui sorrise e si avvicinò a me spingendomi verso la lavatrice in funzione, che accompagnava la nostra conversazione con un sottofondo per niente romantico, ma molto rilassante.

-Forse non te lo ricordi- disse questa volta in modo molto intrigante. Non perché volesse sembrare sensuale o provocante, ma semplicemente perché quando era serio e usava quel tono di voce baritonale, diventava il ragazzo più sexy del mondo.

-Evidentemente non era una cosa così... indimenticabile- mentii balbettando. Lui sorrise divertito mostrando quella sua irresistibile fossetta e un luccichio di eccitazione negli occhi neri,

-Allora dovrei rinfrescarti la memoria, ho una reputazione da difendere- mormorò poggiando le mani sulla mia vita. Avvicinò le sue labbra al mio orecchio e neanche a dirlo, andai a fuoco!

-Se proprio ci tieni alla tua reputazione...- sussurrai cercando di non fargli capire che stavo lentamente cedendo alle sue provocazioni. Appoggiò finalmente la sua bocca dietro al mio orecchio e uno sciame di brividi mi percorse la schiena,

-La tua pelle...- sussurrò tra un bacio e l'altro,

-C-cosa? - balbettai ormai completamente nel pallone,

-Il tuo profumo...- continuò prendendomi il viso tra le mani, mentre con i baci risaliva dal collo al viso,

-Berto...- non so cosa volessi fare, fermarlo? Dirgli di continuare? Forse pregarlo di non fermarsi!

-Ele...? - sussurrò in tono interrogativo vicino alle mie labbra,

-Sì- dissi semplicemente. E quel diceva tutto. Sì, lo voglio, sì rinfrescami la memoria, sì baciami, toccami e fammi sentire viva come l'altra volta. E lui lo fece, mi baciò togliendomi il respiro, mi sollevò tra le sue braccia facendomi sedere sulla lavatrice, mi spogliò di tutti i vestiti e mi stese su quel tappeto dove giocavo da piccola. Mi regalò un'ora d'amore, di brividi, sospiri, emozioni forti, piacere immenso e felicità. Tra le sue braccia mi sentii felice, sotto il suo corpo mi sentii attraente, sotto il suo sguardo mi sentii bellissima e sotto le sue mani e le sue braccia mi sentii una donna, una donna importante. Era una sensazione nuova per me, non avevo mai provato tutte quelle emozioni con i miei ex. Mi ero sempre sentita come un mezzo attraverso il quale loro raggiungevano il piacere e la cosa peggiore è che per me era quella la normalità. Con Berto ho capito che non è così che vanno le cose.

Siamo amici di letto da circa due mesi ormai, davanti agli altri fingiamo che tra noi non ci sia nulla a parte una bellissima amicizia, ma poi ci concediamo dei momenti di passione, tenerezza, sesso, tanto, bellissimo, meraviglioso sesso!

O almeno, per lui è solo sesso... credo, per me non so cosa sia, ma è un coinvolgimento pazzesco. Non riesco a dirgli di no, non riesco a placare questo mio desiderio di lui e con lui mi sento bene, al posto giusto, con la persona giusta. Forse perché non c'è niente di definito tra di noi, non so se lui stia frequentando altre persone, io non ne sento il bisogno, so che è sincero con me e siamo d'accordo che, nel caso dovesse entrare qualcun altro nella sua o nella mia vita, dovremo essere sinceri e dircelo senza alcun problema. Perché noi siamo solo amici che fanno sesso e questa situazione si può interrompere in qualsiasi momento. O almeno, questa è la teoria. Nella pratica io non riesco a fare a meno di lui, dei suoi sguardi accesi di desiderio, delle sue parole sussurrate all'orecchio, dei suoi messaggi dolci ma mai sdolcinati, della sua mano che distrattamente mi sfiora quando siamo tra la gente, dei suoi abbracci che dicono "se fossimo da soli farei molto di più", della nostra complicità e di tutti quei momenti che ci ritagliamo per noi. Sono in un bel casino! Lo so. E tenermi tutto dentro mi fa impazzire. Vorrei parlarne con Daisy, ma ho paura della sua reazione, ho paura che mi rimproveri perché lo sa che potrei innamorami e soffrire di nuovo, ho paura che possa convincermi a rompere con Berto e io non voglio farlo. Potrei andare avanti così all'infinito, mi interessa solo averlo nella mia vita.

Cosa ne pensi lui della nostra storia non lo so, cosa provi per me è un mistero. Non parliamo mai di queste cose, parliamo di tutto, tranne che di noi.

Ed ora che è qui, nel salotto di casa mia ad aspettare mio fratello per uscire, il mio cuore è ancora una volta fuori controllo. È come se avvertisse la sua presenza ed esultasse per le emozioni che sta per provare nel rivederlo. Mi preparo per uscire. Ho una festa di compleanno in una villa molto frequentata dai giovani della zona. Ho indossato un tubino nero, una giacca di ecopelle e delle decolté fucsia, in pandan con la pochette e gli orecchini. Ho lasciato i capelli sciolti e ho usato un trucco leggero che mi illumini il viso senza appesantirlo. Scendo al piano di sotto con il cuore in fibrillazione per l'emozione di vedere Berto. Lui è in piedi nel salotto e sta parlando con mio padre e mia madre seduti sul divano. Mi dà le spalle e mi prendo qualche secondo per ammirare la sua schiena enorme, tonica, le sue braccia tornite e il suo sedere sodo. Chiudo gli occhi per non lasciare che la mia fantasia prenda il volo. Come richiamato dalla mia presenza, Berto si volta verso di me e il mio cuore si blocca, come il mio respiro, come ogni mio pensiero. I suoi occhi neri cercano i miei e il suo sguardo mi prende alla bocca dello stomaco. Dio! Vorrei correre a baciarlo! Ma mi limito a sorridergli mentre lui fa scivolare lo sguardo su di me.

-Esci? - chiede con una nota di preoccupazione nella voce,

-Sì, ho... quella festa di compleanno di cui ti parlavo-

-Ah, giusto... me ne ero dimenticato-

-Voi che fate? -

Marco scende rumorosamente le scale in quel momento, mi abbraccia da dietro e mi lascia un sonoro bacio sulla guancia,

-Andiamo al Red e poi a farci un giro. Tu dove vai vestita così? Stai di rimorchio eh! - commenta mio fratello sorridendo. Io lancio uno sguardo a Berto, giusto il tempo per notare un muscolo che gli guizza sulla guancia e il suo sguardo duro,

-Macché! È solo un vecchio abito-

-Beh, ti sta benissimo tesoro- interviene mio padre,

-Tutta sua madre- commenta orgogliosa mamma,

-Molto bene! Si sta facendo tardi e devo proprio andare- concludo il discorso.

-Stai attenta e se hai bisogno chiamami- dice mio fratello puntandomi il dito contro in stile "I'm watching you".

-Certo. Divertitevi- dico guardando Berto. Lui ricambia con uno sguardo intenso, impaziente. Vorrebbe dire qualcosa, fare qualcosa, ma non fa niente perché non può fare nulla.

Prendo le chiavi e mi avvicino alla porta di casa passandogli accanto. Le sue dita sfiorano le mie incendiando quel lembo di pelle che prova il contatto col suo. Esco di casa lanciando un "Ciao" rivolto a tutti e raggiungo il garage. Sto armeggiando con le chiavi dell'auto quando sento dei passi alle mie spalle. Mi volto appena in tempo per vedere Berto venirmi incontro con un'espressione tormentata sul volto. Non dice nulla, mi afferra il braccio, mi fa voltare completamente verso di lui, mi prende il viso tra le mani per poi infilare le dita tra i miei capelli. Mi spinge verso lo sportello dell'auto prima di coprire la mia bocca con la sua. Mi bacia con passione lasciandomi senza fiato. Il mio cuore è definitivamente impazzito, il mio stomaco è sottosopra e il mio corpo è in fiamme.

-Scusa- sussurra ad occhi chiusi appena smette di baciarmi, -Sei troppo, troppo, troppo bella. Non potevo lasciarti andare senza baciarti-

-Va bene- riesco a dire a corto di fiato, -Puoi farlo quando vuoi- aggiungo facendolo ridere.

-Posso chiederti un favore Ele? -

-Certo, dimmi-

-Potresti non... baciare nessun altro stasera? -

-Cosa? -

-Non lo so che mi prende ma... non voglio pensare che tu possa stare con qualcun altro stasera. Vorrei sfanculare tuo fratello e passare la serata con te, ma non possiamo farlo, giusto? Non stiamo insieme- chiede cercando una risposta, la vera risposta nei miei occhi,

-No, non stiamo insieme. Ma te lo prometto, stasera non bacerò nessun altro- dico in fine per tranquillizzarlo. Non so perché ma sento la necessità di fargli sapere che non ho nessuna intenzione di stare con altre persone. Lui sospira e mi da un altro leggero bacio,

-Grazie-

- Puoi farmi la stessa promessa? - tento infine. Lui mi guarda di nuovo negli occhi mentre con le dita mi accarezza il volto tra le sue mani,

-Non voglio nessun'altra Ele-.

Queste parole, il suo sguardo intenso e sincero, fanno esplodere un'emozione immensa dentro di me. Vorrei piangere e ridere e baciarlo e abbracciarlo. Ma non faccio niente di tutto ciò, gli sorrido, sussurro un "Grazie" e sfioro le sue labbra con le mie.

-Vai ora, o farai tardi-

-Sì, meglio che vada-

-Ed io è meglio che corra in macchina, ho detto a Marco che lo avrei aspettato lì-

-Sbrigati allora, se ti trova qui si insospettisce-

-E sarebbe così grave? - chiede grattandosi la nuca,

-Non lo so, dimmelo tu! Non conosco le regole tra amici maschi- dico mimando le virgolette su quest'ultima parte della frase. Lui sorride e abbassa lo sguardo,

-Ha la licenza di uccidermi-

Scoppio a ridere,

-Ok allora stai attento, mi servi vivo- commento facendogli l'occhiolino. Lui si morde un labbro e scuote la testa,

-Buona serata- dice mentre salgo in macchina,

-Anche a te- rispondo mentendo, perché in realtà spero che si annoi da morire senza di me e che passi la serata a pensarmi.

Cosa che invece succede a me. La festa è noiosa, ma solo perché ho la testa altrove, ho la testa dove è il mio cuore, da Berto. E passo l'intera serata a pensare chissà che sta facendo, chissà dove è, mi starà pensando?

Forse è per questo che faccio una cosa che non dovrei, una cosa che farebbe forse una fidanzata o qualcuno che vorrebbe una relazione esclusiva. Gli mando un messaggio esponendomi forse un po' troppo o comunque più di quanto dovrei:

"Per la cronaca, non desidero più nessun bacio, nessuna carezza da quando sei tu a baciarmi e toccarmi"

Non lo rileggo nemmeno, premo INVIO e me ne pento all'istante. Stupida, stupida, stupida! Ma che cavolo faccio? Mi contraddico in continuazione, dico di non volere relazioni e poi mi butto a capofitto in una storia di sesso con il mio migliore amico, dico di non volere innamorarmi per non soffrire e poi confesso al mio tromba-amico di non desiderare nessun altro che lui. Ma che ho nella testa? Apro la chat per eliminare il messaggio ma è troppo tardi, la doppia spunta blu significa che ha letto ed ora sono nel panico totale. Penserà che sia una stupida ragazzina illusa. E non so nemmeno perché l'ho fatto. Sarà stato il bacio nel garage, la sua richiesta di fargli quella promessa, o forse il terzo Gin Lemon che bevo. Mi siedo su un divanetto con la testa tra le mani, prossima alla disperazione, ma il mio telefono vibra e leggo il suo nome sul display. Ho paura ad aprire il messaggio e leggere la risposta. Mi immagino le frasi peggiori per dirmi che sono una stupida ragazzina e che forse è meglio finirla qui, prima che mi lasci coinvolgere troppo da questa relazione decisamente poco sana, ma mi faccio coraggio e lo leggo:

"Questo è un grande sollievo biondina! Perché da quando ho te, non ho bisogno di nessun'altra e avevo davvero paura di essere l'unico a sentirmi così"

Sento il sorriso stendersi sul mio viso e una felicità inimmaginabile colmarmi il petto e la testa. Non so cosa sia quello che provo per lui, ma ora so che non è a senso unico. Lui sente quello che sento io e ha bisogno di me, tanto quanto io sento di aver bisogno di lui. Mi rilasso sul divanetto buttando la testa indietro con un sospiro di sollievo. Guardo il cielo stellato e mi sembra fantastico. Mi sento come se fossi lassù tra le stelle anziché qui giù sulla Terra in mezzo a tante persone. È forse questa la felicità?

************

A volte si diventa "amici di letto" senza nemmeno accorgersene, ci si frequenta di nascosto, ci si sente tutti i giorni, si passa il tempo insieme e si fa l'amore, fingendo che non c'è una storia vera, che si è solo amici. Ma è davvero così? Il limite tra amore e amicizia dov'è in questi casi?
È quello che Ele e Berto non riescono a comprendere... non ancora! 😊
Ma una cosa è certa, questi due non riescono a stare lontani e quando sono vicini sono fuoco e fiamme!!! 😍

LOVE

Berenike

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