⭐Capitolo 93⭐
"Pronto?" Rispondo al cellulare che sta squillando da tipo mezz'ora.
Ma non si stancano?
"Grace!" Sospiro.
"Ciao Sandy..."
"Hai da fare oggi?"
Mi guardo intorno, eh si...
"Sono a lavoro oggi Sandy... Perché? È successo qualcosa?"
"No, volevo chiederti se ti va di venire con me e... E Katie?"
La sento tirare un sospiro.
Se non accettassi so che ci rimarrebbe male, e se accettassi, so che la renderò felice. Ma infondo ho sempre voluto conoscere la "ragazza" della mia migliore amica.
"Certo Sandy. Ci sarò."
"Okay, passiamo a prenderti noi... Va bene alle 23:00?"
Credo sia l'orario perfetto.
"Si. È perfetto."
Riattacco e mi rimetto a lavoro.
Oggi il bar è pieno.
<< Signorina? Può venire qui per favore? >> Un signore chiama Sophie che sta ancora servendo un tavolo.
Sophie gli sorride e poi si avvicina al tavolo dove è seduto il signore che l'ha chiamata.
<< Ti serve una mano? >> Chiedo ad Ethan riferendomi alle bottiglie di Vodka.
Le sta sistemando da circa una ventina di minuti.
Annuisce: << Mi saresti di grande aiuto. Devo togliere prima queste di vino e metterle lì dietro. Non c'è più spazio e Christian non si decide a trovare una soluzione. >>
Giro attorno al banco e passo dietro.
<< Dai qui. Ci penso io. >>
<< Non serve che faccia tutto tu, di do una mano. >>
Lo guardo male.
<< Quando avete finito dovrei parlare con voi. >> Sussultiamo.
Non ci eravamo resi conto che Christian ci stesse osservando.
<< Christian... >> Mi sistemo il ciuffo di capelli che avevo davanti il viso.
Mi scruta attentamente, poi sposta lo sguardo su Ethan, e poi su Sophie.
Fa segno di raggiungerci, e solo quando ci ha raggiunti anche lei, Christian comincia a parlare.
Incrocio le braccia al petto aspettando che parli: << Oggi ho bisogno di chiudere prima. >>
Mi raddrizzo sorridendo: << Perfetto! >> Esclamo con un po' troppo entusiasmo.
Inarca un sopracciglio e inclina la testa di lato: << Perché Watson? Hai... Hai qualcosa da fare oggi? >> Chiede esitante.
Che gli succede?
<< Non ti riguarda. >> Rispondo brusca.
Si rabbuia: << Okay... >> Sibila abbassando lo sguardo.
Okay, forse sono stata un po' troppo brusca, ma cosa vuoi che gli importi cosa devo fare!
Sophie ed Ethan mi guardano confusi.
<< Okay, questo è... È tutto? Tutto quello che dovevi dirci? >>
Annuisce e con gli occhi sempre bassi se ne va; si ferma di spalle e senza voltarsi dice: << Spero passiate una bella serata. >>
Ethan e Sophie lo ringraziano, io mi limito ad annuire, ma tanto non può vedermi; be'... Non mi importa.
<< Salve, posso portarvi qualcosa da bere? >> Mi avvicino a un tavolo dove c'è seduto un ragazzo.
<< Si, grazie. >> Alza la testa con sorriso da deficiente sul viso.
Spalanco gli occhi: << Patrick! >> Esclamo. Gli do un leggero colpo sulla spalla: << Stupido, non ti avevo riconosciuto. >> Continuo a ridere.
<< Allora cosa ti porto? >> Chiedo di nuovo.
<< Puoi portarmi qualcosa da mangiare? >>
Annuisco: << Dolce o salato? >>
Alza gli occhi al cielo e si gratta il mento pensieroso: << Dolce. Che avete. E che sia buono tesoro. Non voglio morire avvelenato. >>
Ridacchio e gli mollo un altro colpetto.
<< Fammi pensare... >> Dopo qualche secondo, conto sulle dita: << Oggi abbiamo torta Red Velvet, senza glutine. Preciso eh... >>
Annuisce ironico: << Bene. Ti ringrazio per l'informazione. >>
Continuo a contare: << Maffin al cioccolato, torta di mele e... >>
Mi interrompe: << Una fetta di torta Red Velvet. Voglio assaggiare questa meraviglia. >>
Annuisco sorridendogli e vado via: << E... Da bere? >> Ritorno indietro.
<< Acqua. Solo acqua. Più che sete ho fame. >>
Scoppio a ridere. Annuisco e vado via.
<< Torta Red Velvet e una bottiglia d'acqua. Frizzante. Grazie. >> Sorrido.
<< Il tuo nuovo amico? >> Chiede Ethan con un sorrisetto.
Gli do una gomitata: << Si Ethan, amico. Nient'altro. >> Socchiudo gli occhi.
Alza le mani in segno di difesa e scuote la testa con un sorriso: << Okay. Scusa. Tieni. Questa è la torta e la bottiglia d'acqua. >>
Me li porge e io li prendo.
Sorride a trentadue denti. Lo guardo male: << Stronzo... >> Dico a denti stretti.
<< Ecco. Torta e acqua. >>
Li poso sul tavolo, davanti al mio amico. Alza gli occhi su di me:
<< Frizzante. >>
<< Grazie. >>
Mi fa segno di sedermi con lui, mi guardo intorno: << Ma Patrick, io qui ci lavoro, non posso. >> Spiego.
Ridacchia: << Dai... Cosa vuoi che siano cinque minuti. >>
Mi mordo il labbro inferiore e picchietto il piede a terra indecisa sul da farsi; se Christian mi vede mi farà fuori immediatamente.
Ma Christian adesso non c'è; non uscirà proprio adesso.
Mi siedo. << Ecco... Vedi? Non ti è successo nulla. >>
Inclino la testa di lato: << Già... Adesso però perché non assaggi la torta e mi dici com'è? >>
Prende la forchetta e ne taglia un pezzetto, per poi portarselo alla bocca.
Lo osservo masticare ed emettere piacevoli gemiti ogni volta che mastica.
Non dice niente: << Allora? >>
<< Allora cosa? >> Ridacchia. Si pulisce la bocca con un fazzoletto.
<< Com'è? >>
<< Buono... >>
Annuisco. << Vuoi assaggiare? >> Taglia un altro pezzettino di torta.
<< No... >>
<< Dai... Solo un pezzetto. Solo
uno. >>
Guardo il pezzo di torta e mi viene l'acquolina in bocca; ha proprio l'aria di essere buono.
Cedo alla tentazione. Sono anche vicina ai miei giorni. Sono golosa più che mai; e guai a chi me ne nega un pezzo!
Avvicina la forchetta e mi imbocca.
Se non fossimo amici, potremmo tranquillamente sembrare una coppia, ma io non ho mai pensato Patrick in quel modo...
<< Hai ragione, è buonissima. >>
Incrocia le braccia al petto: << Ho fatto un'ottima scelta... >> Dice soddisfatto.
<< Watson! >> Sussulto e mi volto di colpo, Christian!
Mi alzo immediatamente e guardo il mio amico terrorizzata.
<< Dimmi addio... >>
Scoppia a ridere: << Dai... Sono più che sicuro che non ti ammazzerà... >> Mi fa l'occhiolino.
Alzo gli occhi al cielo e mi volto camminando verso lui.
Con gli occhi bassi mi avvicino a lui:
<< Cosa stavi facendo? >> Chiede guardando Patrick.
Faccio per dire qualcosa ma non ho niente da inventarmi, quello che stavo facendo è chiaro...
<< Ecco... >>
<< Se ti sentivi stanca potevi
dirmelo. >>
Lo guardo allibita. Ma che gli prende?
Scuoto la testa, << No, sto bene, è... Quel ragazzo è un mio amico e mi ha chiesto... >>
Porta le mani avanti: << Non mi... Riguarda. >>
Mi rabbuio; mi guardo le mani e annuisco. << Okay, allora... Io torno a lavoro. >>
<< Va bene. >> Mentre torno al bar mi mordicchio le labbra.
Questa mattina ho chiamato Sandy avvertendola che saremmo potute uscire prima.
Ne è rimasta contenta; sia perché avremmo potuto passare più tempo insieme, sia perché è felice che io sia interessata nel conoscere la sua ragazza.
Ma è normale... È la mia migliore amica e voglio conoscere chiunque lei frequenti.
Salgo in auto e tolgo la giacca, dato che ha azionato il riscaldamento e sto iniziando a sudare...
<< Allora dove andiamo? >> Chiedo.
<< Andiamo a mangiare qualcosa. >>
<< Katie dov'è? >> Chiedo.
Mi aspettavo ci fosse anche lei, ma non c'è.
<< Ci raggiungerà al locale tra dieci minuti. Ha del lavoro da sbrigare e non poteva lasciarlo in sospeso... >> Dice, e dal suo tono di voce sembra delusa.
Mi volto verso di lei che invece è concentrata sulla strada: << Sandy? Va tutto bene? Tra te e Katie è tutto
okay? >> Chiedo.
Annuisce, ma io non le credo. C'è qualcosa che non vuole dirmi...
Arriviamo al locale, parcheggia l'auto e scendiamo.
Insieme ci avviamo dentro e prendiamo un tavolo libero.
Aspettiamo dieci, venti minuti, ma Katie non arriva. Sandy ci sta davvero male; sbuffa: << Io vado. Non... Non arriverà. >> Gli occhi le brillano, e una lacrima le scorre sul viso.
Si osa di scatto: << Vado via, vieni con me? Ti accompagno a casa. >>
Scuoto la testa: << Resto ancora un po'. Tu vai a casa, fatti una bella tisana e dritta a letto, okay? >>
Tira su col naso e annuisce, poi va' via.
Chiamo la ragazza per ordinare da bere: prendo una "Samuel Adams".
Strano, ma ultimamente bevo più alcol del solito.
La ragazza annuisce e se ne va con il mio ordine.
Dopo cinque minuti la stessa ragazza porta la mia birra.
Sono le 20:12. Questa sera ho la possibilità di andare a dormire prima del solito; sono stanca, e una bella doccia, e un buon riposo è proprio quello che mi serve.
Esco dal locale dopo aver pagato il mio ordine: << Cavolo! Che freddo! >>
No! La mia giacca l'ho lasciata nella macchina di Sandy!
Mi stringo nelle spalle.
<< Watson! >> Trasalisco. Qualcuno mi chiama. Mi volto di scatto e con mia grande sorpresa vedo Christian venire verso di me.
<< Christian... >> Dico riuscendo a parlare a male appena.
Sono un ghiacciolo e sto congelando.
Mi guarda con aria preoccupata: << Hei, ma tu stai congelando? >> Si toglie la giacca e me la poggia addosso portando le braccia attorno alle mie spalle. Mi stringe forte e strofina le mani sulle mie braccia per cercare di riscaldarmi.
Io poggio la guancia sul suo petto, ed è in questo modo che trovo calore.
Arrossisco, lo so perché sento le guance andarmi a fuoco.
Mi carezza da sopra i capelli e io alzo la testa; mi ritrovo a sfiorare il suo naso con il mio, e le sue labbra a un millimetro dalle mie.
<< Cosa ci fai qui da sola? >> Chiede e io distolgo lo sguardo.
<< Sono con Sandy e... >> Mi interrompo. Okay, ho mentito.
<< Che c'è? Perché ti sei fermata? Cosa stavi dicendo? >>
Scuoto la testa: << Credo sia meglio che vada. >> Mi tolgo la sua giacca di dosso e gliela porgo, ma lui me la rimette sulle spalle.
<< Ti prenderai l'influenza. >>
Scuoto la testa. << No, grazie. >> Gliela porgo e finalmente lui la prende.
<< Io vado... >>
Guarda dentro il locale: << Ma non eri con la tua amica? >>
Alzo gli occhi al cielo, sospiro poi abbasso lo sguardo: << Ho mentito. Ecco... Prima ero con la mia amica, adesso... >>
<< Okay, ho capito. >> Dice, mette le mani nelle tasche dei pantaloni;
<< Ti accompagno a casa. >>
Spalanco gli occhi e scuoto la testa: << No. Non ce n'è bisogno. >>
Mi afferra per un braccio e mi fa voltare.
<< Si invece. >>
Sbuffo e mi lascio trascinare via con se'.
<< Christian... Va bene. Non tirarmi; vengo con te. >> Esclamo.
Mi lascia il braccio e cammino dietro lui.
Il tragitto in moto è stato straziante.
Stargli così vicino è troppo per me, non riesco a sopportare tutto questo.
C'è una parte di me che vorrebbe lasciarsi andare, ma un'altra parte che non vuole più soffrire. Vince sempre la seconda.
Una volta sotto casa mia, scendo dall'auto e lo ringrazio per il passaggio.
<< Buona notte. >> Mi blocco e senza voltarmi: << Buona notte
Christian... >>
⭐⭐⭐⭐
Sera! Come state? Cosa fate?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Buona lettura! Baci 😘
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