⭐Capitolo 89⭐
Sono ancora le 23:30; poco fa è andato via l'ultimo cliente.
I miei occhi si fermano sempre su quella bottiglia di alcol. Chiudo la porta e la prendo, la apro e bevo un sorso.
Mi brucia la gola. Strizzo gli occhi. Non sono tanto abituata...
Sono arrivata alla terza bottiglia, credo, e mi gira un po' la testa.
Con la bottiglia in mano cammino barcollando verso il bancone; giro dietro di esso e poso la bottiglia.
Forse ho un po' esagerato.
Guardo l'ora: 00:21.
Cavolo è tardissimo, e sono anche ubriaca, non posso tornare a casa così...
Forse dovrei bere o mangiare qualcosa.
Prendo un bicchiere e ci verso l'acqua dentro. Bevo un sorso ed è davvero disgustoso.
Accidenti a me! Ma cosa mi è saltato in mente? Perché ho bevuto?
Senza rendermene conto sono entrata nell'ufficio di Christian.
<< Sei uno stupido, ma sei così
bello... >> Ho la lingua impastata, non riesco a parlare bene.
Bevo un altro sorso d'acqua e cammino verso il bar.
Prendo due sedie di un tavolo e le affianco a mo' di letto.
Mi ci sdraio su, poggio il bicchiere d'acqua a terra e chiudo gli occhi sperando che tutto smetta di girare.
<< Grace... Cosa ci fai qui. >> Sento una voce in lontananza.
Non riesco ad aprire gli occhi, me li sento così pesanti.
D'un tratto mi sento sollevare di peso, e quando apro gli occhi, due braccia forti, una dietro la schiena, una dietro le ginocchia mi tengono strette.
Alzo gli occhi e vedo Christian che mi guarda con un'espressione preoccupata.
<< Christian... Cosa fai? >>
Entriamo nel suo ufficio.
Mi adagia sul divano. << Perché sei qui? >> Chiede.
Mi guardo intorno: << Io... >> Mi massaggio le tempie. Ho un terribile mal di testa.
Si siede accanto a me e si avvicina un po' troppo. Fissa le mie labbra e lo vedo esitare, si allontana tenendo gli occhi bassi.
<< Hai dormito qui? Perché? >> Domanda ancora.
<< Ecco... Io... Non ricordo perfettamente cosa sia successo ieri sera... >>>
Okay si, ricordo di essermi scolata tre bottiglie di alcol, e ricordo anche...
<< Non devi bere Watson. >> Interrompe i miei pensieri.
Okay, come ha fatto a cap... Ah, adesso capisco tutto. Ha visto le bottiglie li per terra.
<< Perché l'hai fatto? >>
Scuoto la testa. È la verità. Non so perché l'ho fatto.
Scuoto la testa. << Be', non farlo più. Okay? >> Mi si avvicina di nuovo.
Le sue labbra sono vicinissime alle mie, e sono tentata di baciarla, ma mi trattengo. Non posso.
<< Ho... Mal di testa. >> Prendo le distanze facendomi indietro sul divano.
Sospira deluso. Ancora; << Ti porto un'aspirina, okay? >>
Annuisco. << Resta qui. >>
Ridacchio: << Dove vuoi che vada? Non riesco a reggermi in piedi. >>
Adesso ride anche lui, ed è bellissimo. Ancora più bello di quanto non li sua normalmente.
Lo guardo andare via, e quando finalmente resto sola, tiro un forte sospiro.
Porto una mano al petto: << Perché batti così forte quando c'è lui? >> Parlo al mio cuore.
<< Devi smetterla, o mi farai
morire. >>
Reclino la testa indietro poggiandola sullo schienale e chiudo gli occhi portandomi una mano alla fronte.
Perché ho bevuto? Cosa mi è passato per la testa?
<< Watson... Watson... >> Una voce maschile mi chiama dolcemente.
Conosco questa voce, ma non è di Christian. Apro gli occhi e mi ritrovo davanti Ethan e Sophie.
Mi sistemo raddrizzandomi.
<< Hei ragazzi. >>
<< Ragazzi un corno! Cosa cazzo ti è passato per la testa!? >>
Mi massaggio le tempie. << Sssh! Non urlare Sophie. Mi scoppia la testa. >>
Incrocia le braccia al petto: << Guarda, vorrei fartela scoppiare io. Perché ti sei ridotta così! >>
<< Sssh! Non urlare. >>
Mi guarda male: << Non sto
urlando! >>
Ethan le lancia un'occhiataccia:
<< Stai urlando. >>
<< Okay, forse. Ma te lo meriti. >>
Sbuffo.
<< Ragazzi, allora siamo d'accordo? >>
Cosa? C'è qualcosa che non so?
Entrambi si voltano verso Christian che sta entrando con in mano un bicchiere, ed entrambi annuiscono.
<< Posso sapere di cosa parlate? >>
Christian si siede accanto a me e gli faccio spazio: << Bevi questo. >> Prendo il bicchiere e bevo.
Spero almeno che mi passi questo terribile mal di testa!
<< Ethan ti accompagnerà a casa e Sophie rimarrà a casa con te. >>
Spalanco gli occhi e scatto in piedi, ma la testa comincia a girarmi e ricado sul divano.
<< No! >> Mi massaggio le tempie:
<< Non ce n'è bisogno... >> Spiego.
Christian mi sorride. Mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e io avvampo: << Lo so. Ma sono io a volerlo. >> Rimango esterrefatta da queste sue parole.
A questo punto non ho altra scelta.
Christian chiede, -anche se a me è sembrato più un ordine - ad Ethan e a Sophie di portarmi a casa.
Quando salgo in macchina, lo vedo fissarmi, e sorridermi di nuovo.
Si avvicina alla macchina e dice:
<< Non bere più. Okay? >> Mi sfiora la guancia e io prendo fuoco di nuovo.
Basta! Grace smettila di arrossire!
Si, ma non posso farci niente...
<< Allora tesoro sei pronta? Oggi ti riposi. Contenta? >> Ethan sale al lato giuda accanto a me e Sophie dietro.
Allaccio la cintura di sicurezza, e quando alzo gli occhi, Christian è già sparito.
Tiro un forte respiro e guardo la strada avanti a me, nel frattempo Ethan ha messo in moto la macchina ed è già partito.
Quando arriviamo davanti casa mia, scendo, saluto Ethan e raggiungo l'ascensore seguita da Sophie.
<< Perché Christian ha chiesto che tu restassi con me? >>
Fa un sorrisetto: << Era molto preoccupato. >>
Resto a bocca aperta. << Gli importa Grace. Vuoi capirlo o no?! >>
Scuoto la testa: << No, l'ha fatto solo perché ero in uno stato pessimo e gli ho fatto pena. >>
Ridacchia: << Io credo di no. Ho visto come ti guardava. >>
Inarco un sopracciglio: << Christian non mi guardava. >>
<< No infatti. Hai ragione mia cara, ti mangiava con gli occhi. >>
Le lancio un'occhiataccia: << Non intendevo quello. >>
<< È così. >> Insisto.
Sbuffo e lei scoppia a ridere. Nel frattempo siamo arrivate al mio piano, prendo le chiavi di casa dalla borsa e le inserisco nella serratura, giro e la porta si apre.
<< Ti sbagli comunque. A Christian non importa di me. E anche se fosse Sophie. Io non voglio, okay? >>
Incrocia le braccia al petto e si poggia con la schiena alla parete: << Ricordi? Io non cerco l'amore. Non fa per me. Ho rinunciato. >>
Sbuffa. << Non insistere. Vado a fare una doccia. Fai come fossi a casa
tua. >> Taglio corto e corro a chiudermi in bagno.
Si è comportato così solo perché questa mattina si è svegliato di buon umore, altrimenti mi avrebbe cacciato a calci, o addirittura mi avrebbe costretto a rimanere a lavorare tutto il giorno.
Lo so che è così. Lui è così.
⭐⭐⭐⭐
Buon pomeriggio!
Come state? Cosa fate? Io sono bloccata a casa, questa mattina ho preso una distorsione al piede ed ora non posso camminare... 😭😭
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo!
Bacioni! Vi voglio bene. ❤
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