⭐Capitolo 88⭐
Christian continua a ridere e a prendersi gioco dei due uomini mentre io me ne sto ferma terrorizzata che possano fargli del male, e a quel punto io potrei fare ben poco.
L'uomo con i tatuaggi gli punta un dito contro: << Dacci i soldi, o sai la fine che farai, e che farà lei. >> Punta il dito contro me adesso.
Mi stringo nelle spalle.
Christian si volta a guardarmi e quando incrocia i miei occhi, si volta di scatto verso i due uomini con un'espressione inferocita: << No. Vi ho già ripetuto che lei non la toccate. >> Sbotta.
Entrambi scoppiano a ridere: << Bene. Allora ti conviene pagarci, e in fretta. Molto in fretta. >> I due se ne vanno lasciandoci soli.
Christian mi si avvicina e io gli mollo un ceffone, lui mi prende per i fianchi e mi attira a se', e io scoppio a piangere tra le sue braccia.
<< Perché mi hai colpito? >> Sussurra tra i miei capelli.
<< Te lo sei meritato. Potevano ammazzarti. >> Dico singhiozzando.
Mi carezza da sopra i capelli, << Scusa. >> Non mi aspettavo le sue scuse.
<< Perché sei rimasta da sola? Dove sono Ethan e Sophie? >>
<< A casa. Li ho fatti andare via
prima. >>
Spalanca gli occhi e si allontana da me: << Perché?! >>
<< Avrei chiuso io, non avevano motivo di rimanere. >>
Mi guarda male e incrocia le braccia al petto. << Che c'è? >> Chiedo.
<< Sto pensando se lasciarti o no le chiavi. Per fortuna che sono arrivato. >> È vero! Che ci fa lui qui?
<< Perché sei qui? >> Chiedo.
<< Avevo dimenticato la giacca. E ripeto. È stata una fortuna. >>
Annuisco.
<< Vuoi un po' d'acqua? >> Chiede premuroso.
Scuoto la testa. << Ti accompagno a casa. >> Accetto; tanto so già che non ho altra scelta.
Insieme usciamo; camminando fianco a fianco arriviamo alla moto, mi porge il casco e monta sulla moto, io dietro di lui. << Reggiti. >>
Avvolgo le braccia attorno alla sua vita e mi stringo forte a lui.
Poggio la testa sulla sua schiena e chiudo gli occhi mentre il vento mi sferra i capelli. La città è ancora viva a quest'ora.
Arrivati sotto casa mia, Christian spegne la moto e mi aiuta a scendere.
Lo ringrazio e gli do la buona notte.
Sto per rientrare quando mi chiama, mi blocco: << Watson... >>
Non mi volto. Fisso l'asfalto sotto i miei piedi; poi due braccia mi avvolgono da dietro. Christian mi abbraccia poggiando il suo petto contro la mia schiena, il suo viso tra i miei capelli.
<< Mi hai spaventato maledettamente. Come sempre. >> Allora mi volto e quando incrocio i suoi magnifici occhi azzurri il mio cuore manca di un battito.
Dai miei occhi, i suoi occhi indugiano sulle mie labbra; si fa avanti, e quando sta per posare le sue labbra sulle mie, mi scanso divincolandomi e scappo via lasciandolo lì su due piedi.
Chiamo l'ascensore e il mio cuore batte a mille, ho paura che possa esplodermi nel petto. << Calmati Grace. Calmati. >> L'ascensore arriva e quando le porte si aprono mi precipito dentro, premo il tasto del mio piano e le porte si chiudono, ma prima che possano chiudersi del tutto, vedo Christian correre dentro, verso di me, ma per fortuna non riesce ad entrare in ascensore.
Entro in casa e adesso l'unica cosa che spero, è che non gli venga in mente di salire sopra perché non lo apro.
Entro in casa e mi chiudo dentro girando la chiave e lasciandola nella serratura.
Corro in camera mia a spogliarmi, per poi chiudermi in bagno e fare una lunga doccia calda.
Sembra che le temperature non vogliono proprio alzarsi!
Detesto morirmi di freddo! Voglio il caldo!
Il getto d'acqua è forte, e caldo. Piacevolmente caldo. Rimango sotto il getto d'acqua per quasi dieci minuti, è solo dopo che mi sono riscaldata per bene, comincio a insaponarmi.
Che intenzioni aveva Christian? Mi avrebbe baciato se non fossi scappata?
Cosa gli passa per la testa, non lo capisco. Prima mi ignora, poi vuole baciarmi...
Io almeno sono costante; credo...
Questa mattina, mi sono svegliata dieci minuti più tardi, e ora sto correndo come una pazza per arrivare in tempo al bar. Non ho nemmeno fatto colazione; credo mangerò qualcosa quando arriverò.
Sento un clacson, e una moto si accosta. No! Questa moto la conosco fin troppo bene, ci sono salita già un paio di volte, fin troppe volte.
<< Watson sei in ritardo? Monta
su! >> Christian alza la visiera del casco e mi fissa intensamente negli occhi.
No! Sarebbe troppo imbarazzante! Con quello che è successo ieri!
Scuoto la testa e rifiuto. << Salta su! Fa freddo e sei in ritardo... >>
<< Ma... Mi congelerei più di quanto non lo sono già... >>
Più che altro questa è una scusa. Se gli sono vicina non potrei mai congelare; ogni volta che lo sfioro avvampo.
Ridacchia: << Ti scalderai dopo tra le mie braccia. >> Mi fa l'occhiolino e avvampo. Ecco, appunto.
Sbuffo. << Dai Watson... Farai fare tardi anche me! >>
Sospiro distogliendo lo sguardo da lui, guardo la strada avanti a noi e prendo il casco che aveva già preparato per me.
Monto dietro di lui e mi aggrappo alla sua giacca, non lo abbraccio, solo, mi tengo alla giacca; poi però lui prende le mie mani e se le avvolge sui fianchi e io prendo fuoco di nuovo.
Non ho freddo, ho caldo, caldissimo!
Grace cosa ti succede?
Arriviamo al bar e mentre lui apre, io mi guardo intorno imbarazzata.
Si, sono arrivata prima, ma adesso mi ritrovo sola con lui, il che è molto, molto pericoloso.
<< Entra o ti congelerai. >>
Entro e poso la giacca sullo sgabello.
Tossisco; il silenzio è imbarazzante.
Christian mi viene incontro.
Indietreggio e finisco contro il bancone, << Che fai? >>
<< Voglio riscaldarti. >> Dice mentre continua ad avanzare verso me.
Scuoto la testa e metto le mani avanti: << Non serve. Mi sto già riscaldando da sola. Sto bene. >>
<< Watson, quando ci sono io, qualsiasi cosa tu dici, è una
stronzata. >> La presunzione con la quale lo dice, mi irrita.
Avanza sempre di più e quando è fin troppo vicino, gli do una spinta facendolo arretrare.
<< Ma che problema hai? >>
Io? Che problema ho io? Ma diamo i numeri?
<< Devi starmi lontano. >> Ringhio.
Lascia cadere le braccia lungo i fianchi e mi guarda deluso. Ma cosa credeva? Che mi sarei buttata tra le sue braccia? No, non mi chiamo Miranda io...
Si avvicina di nuovo.
<< Buon... giorno. >> Sophie entra ed è la mia salvezza.
<< Ho interrotto qualcosa? >> Chiede visto che Christian è a pochi centimetri da me.
Scuoto la testa e lo spingo di nuovo indietro: << No! >> Esclamo mostrando un sorriso.
Cammino verso Sophie e mi fermo al suo fianco e guardo Christian con freddezza. << Per me è tutto. >> Dico.
Serra la mascella e se ne va.
Quando restiamo sole, Sophie mi prende per le spalle e mi scuote sorridendo: << Cosa stava succedendo? Adesso me lo dici! >>
<< Basta Sophie. >>
<< No, tu mi racconti tutto. Prima che viene Ethan. E ti dico un'altra cosa carina... Questa sera andiamo
a ballare! >> cosa?! Sta scherzando?
Scuoto la testa. << No. Scusa, ma... Per come è già iniziata la giornata, preferisco tornarmene a casa e mettermi a letto. Nient'altro. >> Dico e lei mi guarda mettendo il broncio.
< Sei noiosa. >>
<< Non sono noiosa, sono solo stanca di questa situazione. >> Spiego.
Inarca un sopracciglio: << Quale situazione? >>
Sospiro: << Vieni che ti racconto un po' di cose. >>
Strilla entusiasta come una bambina e andiamo a chiuderci nel bagno delle donne; tanto è ancora presto e abbiamo ancora parecchio tempo a disposizione.
Dopo averle raccontato tutto, torniamo dentro, Ethan è già arrivato.
Incrocia le braccia al petto e ci guarda male: << Eccovi, finalmente. Invece di starvene a chiacchierare, perché non venite ad aiutarmi? >>
Ci guardiamo entrambe; ma quanto tempo è passato? Quanto tempo siamo state chiuse li dentro?
Annuiamo e ci mettiamo a lavoro.
Il sole sta tramontando e il cielo comincia a scurirsi.
Christian è andato via prima, anche questa volta, ha lasciato le chiavi ad Ethan, ma gli ho chiesto di lasciarle a me. Chiuderò io anche questa sera.
<< Sei sicura di non voler venire con noi dopo? >> Sophie sta cercando di convincermi da questa mattina.
Le ripeto per la centesima volta che preferisco tornare a casa.
Sbuffa: << Sei noiosa. >> Dice.
Incrocio le braccia al petto e sposto il peso da una gamba all'altra, annuisco e dico: << Lo hai già detto. >>
<< Si, e te lo ripeterò fino a quando non la smetterai di essere così
noiosa. >>
Alzo gli occhi al cielo.
<< Signorine! Vorremo ordinare. >>
Ci voltiamo e vediamo una coppia con le braccia in alto mentre ci fissano.
Ma cosa credono? Che stanno solo loro qui dentro? Non vedono quante altre persone prima di loro ci sono?
<< Ci penso io. >> Sophie mi rivolge un sorriso. Annuisco e raggiungo Ethan dietro il bancone.
<< Cosa prepari? >> Chiedo.
<< Una bevanda per queste due nelle signorine. >> Indica le due ragazze che gli stanno facendo gli occhi dolci.
Gli do un calcio; tanto non possono vedermi. << Cosa fai? >>
Si sorprende?
<< Fai lo stupido con queste due ragazze e poi vieni a piangere da me perché Ivy non ti vuole. Sei proprio uno
stronzo. >>
Aggrotta la fronte. << Io amo da morire Ivy Grace, e con loro... Be' lo faccio per lavoro; l'ho sempre fatto. >>
Si, poco ci credo.
<< Come vuoi, poi però... >> Mi interrompe: << Servo queste bibite alle ragazze e poi andiamo a parlare,
okay? >>
Mi lancia un'occhiata e io annuisco.
Dopo aver servito le due ragazze che continuano a fargli gli occhi dolci, Ethan mi afferra per un braccio e mi trascina via con se'.
Ma dove mi sta portando!
<< No, cosa fai? Perché qui? >>
Chiude la porta. << Christian non c'è. Possiamo parlare tranquillamente. >>
Incrocia le braccia al petto e io faccio spallucce; non so perché mi ha portata qui e di cosa vuole parlare...
<< Allora? >> Dico impaziente.
<< Perché ce l'hai con me? >>
Mi acciglio: << Smettila di fare gli occhi dolci a quelle, smettila di fare gli occhi dolci alle ragazze! >>
Inarca un sopracciglio e fa un sorrisetto: << Sei gelosa? Sembra che io ti piaccia; è così? >>
Spalanco gli occhi. Ma come può pensare una cosa del genere?
<< No, non mi piaci! Ma non voglio che fai il carino con le altre per il semplice motivo che... >>
Alza le mani e dice interrompendomi ancora una volta: << Ho capito. >>
Si fa serio. << Mi dispiace. Adesso capisco. >> Viene da me e mi abbraccia cogliendomi del tutto alla sprovvista.
<< Sei un'ottima amica Grace, lo sai? >> Scioglie l'abbraccio e fissa i suoi occhi nei miei. << Amo Ivy, di questo non devi dubitare. Ivy lo sa, e spero prenda presto la sua decisione; io l'aspetterò; a costo di aspettare tutta la vita. >> Rimango paralizzata.
Sono parole bellissime. Quanto vorrei sentirle dire per me...
Gli sorrido e mi rilasso.
<< Lei ti ama. >>
Annuisce: << Questo lo so. >>
<< Sono convita che andrà tutto bene. Siete fatti l'una per l'altra. >>
Mi abbraccia si nuovo e torniamo a lavoro.
<< Ragazzi andate, chiudo io. >> Dico.
<< Ma è tardi, sei sicura? >>
Annuisco.
<< Ciao Sophie... >>
<< Ciao Miss noia, a domani. >>
Le faccio un sorrisetto, ma vorrei strozzarla.
Finalmente vanno via e rimango sola.
Oggi pomeriggio ho visto delle bottiglie d'alcol; strano a dirsi, ma mi è venuta voglia di aprirne una...
⭐⭐⭐⭐
Bene... E adesso? Aspettiamo a domani per vedere cosa succederà...
Notte! 💤
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