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⭐Capitolo 82⭐

Sono ferma davanti a Christian e non so che scusa inventarmi.
<< Christian... Ehm... >> Mi sorride,
<< Devi dirmi qualcosa? >> Chiede con un tono speranzoso.
Scuoto la testa: << Perché dovrei dirti qualcosa? >> Fa spallucce: << Non lo so, mi hai nominato, questo mi fa pensare che... >>
<< Sbagli. >> Lo interrompo.
<< Bene... Io... Vado. >> Sophie ci lascia soli; la guardo andare via, poi torno a posare gli occhi su Christian che mi guarda attentamente.
<< Va tutto bene? >> Chiede premuroso.
Annuisco, poi guarda alle mie spalle,
<< Perché Ethan sta servendo quel tavolo? In genere lì servi tu. >>
Rimango senza parole. Christian sa quali sono i tavoli che servo in genere? La cosa mi stupisce, non credevo sapesse...
Mi volto e guardo Ethan che quando vede che lo sto osservando, mi fa un cenno del capo.
Mi volto e mi fisso i piedi.
<< Ti va di bere qualcosa? >> Chiede d'un tratto, resto a fissarlo per qualche secondo del tutto sorpresa.
Annuisco: << Ti preparo subito da bere, cosa vuoi? >>
Ridacchia. Inarco un sopracciglio. Che ho detto?
<< Non qui. Voglio rimanere solo con te Watson... >> Sussurra avvicinandosi un po' troppo. Arretro di qualche passo.
Alza le mani, << Due chiacchiere. >> Mi sorride dolcemente. << Non ho intenzione di baciarti. >> Annuisco.
<< Anche se lo vorrei. >> Lo sento sussurrare, ma faccio finta di non aver sentito.
<< Okay. >>
Improvvisamente i suoi occhi brillano, << Sul serio? >> Chiede incredulo.
<< Si. >>
<< Bene! Vai a prepararti. >>
Inarco un sopracciglio: << Aspetta. Adesso? >>
Annuisce. << Ma è presto! Il bar ancora non è chiuso. >> Gli faccio notare.
Incrocia le braccia al petto e fa un sorrisetto che è la fine del mondo:
<< Sono io il capo qui. Solo io posso dirti quando devi o non devi lavorare; quindi adesso andiamo... >>
Si avvicina, porta le mani dietro la mia schiena a slaccia il grembiule.
È talmente vicino che sento il suo fiato caldo sul mio viso, e improvvisamente, averlo così vicino, mi fa venire voglia di baciarlo, ma reprimo subito questo stupido pensiero, perché è stupido!
È successo una volta, una sola volta, ed è stato per un momento di debolezza, ma non dovrà più accadere. Mai più!
Mi schiarisco la gola e mi allontano.
Porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi sento avvampare. Lui sorride; sono più che sicura che se n'è accorto, ma non me lo dice.
<< Ti aspetto qui, va' a prepararti. >>
Annuisco e vado a cambiarmi.

Quando mi stavo cambiando, Sophie è venuta nello spogliatoio; mi ha chiesto di cosa abbiamo parlato, e naturalmente non poteva non chiedermi dove stessi andando.
Le ho spiegato tutto e lei si è messa a ridere.
Le ho lanciato un'occhiataccia e me ne sono andata.
Adesso io e Christian stiamo andando a bere qualcosa da qualche parte, non so dove voglia portarmi.
Sono aggrappata a lui, mi tengo stretta, ho paura di cadere. L'ultima volta ho rischiato, e anche lui si è preso uno spavento. E poi non è che si sta poi così male...
Grace, cosa dici...?
La notte è serena, si vedono le stelle, quindi presumo che non ci siano nuvole nei paraggi.
Un lieve vento mi sferza i capelli che fuoriescono dal casco.
Ci fermiamo davanti a un piccolo bar, ma pieno di gente.
Mi aiuta a scendere e poi sistema la moto, posa i caschi e insieme entriamo.
Mi guardo intorno, è grazioso.
Le pareti sono di un colore neutro e lo fanno sembrare più grande, gli dà luce nonostante non ce ne sia troppa.
Di fronte il bancone del bar con dietro il barman che serve i clienti.
Ai lati, ci sono divanetti bianchi, e sulle colonne, delle tende bianche legate di lato con nastro rosa, e scendono morbide a terra.
Sono tutti divanetti, di tavoli ce ne saranno due o tre, non di più.
Christian porta una mano dietro la mia schiena accompagnandomi delicatamente e con l'altra mano mi fa segno: << Ci sediamo qui? >>
Annuisco.
Mi sistemo sul divanetto, e Christian di fronte a me. A dividerci c'è un piccolo tavolino. Meglio così, meglio non rischiare, la troppa vicinanza è pericolosa.
Restiamo in silenzio e lui mi osserva attentamene; tossisco.
<< Allora Watson... >> Si siede meglio, poi porta una gamba sull'altra e allunga un braccio sullo schienale del divanetto.
Alzo gli occhi su di lui imbarazzata, mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Voglio parlare Watson. >> Mi comunica.
<< Christian io non... >>
<< Non di quello che è successo l'altro giorno. >> Dice.
<< Di te. >> Lo guardo sconcertata.
Cosa vuole sapere di me?
<< Di me? >> Dico portandomi una mano al petto.
Annuisce: << Perché? Non posso imparare a conoscerti? >>
No, davvero non lo capisco questa sera. Perché dice una cosa del genere?
<< Perché vorresti conoscermi Christian? >> Chiedo.
Serra la mascella guardando alle mie spalle, poi torna a posare gli occhi su di me.
<< Scusa. Dicevi? >>
Ah, bene. Non mi ascolta neanche...
<< Lascia perdere. >>
<< Perché vorrei conoscerti? Perché mi va, ecco tutto. >>
Stronzo, perché mi ha chiesto di ripetere se aveva capito tutto?!
Incrocio le braccia al petto. << E se io non volessi? >>
<< Qualsiasi cosa io dico per te non va bene Watson. Cosa ti ho fatto? >>
<< Mi dai sui nervi! >> Dico tutto d'un fiato. Okay, forse non era quello che volevo dire, ma allora perché l'ho detto?
Si rabbuia. << Sul serio? >> Sembra molto dispiaciuto, e in un certo senso dispiace anche a me per quello che gli ho appena detto.
No, non è vero che mi da sui nervi, cioè a volte si, ma non sempre...
Scuoto la testa: <<No... >> Dico con un filo di voce e tenendo la testa bassa.
Si sporge in avanti, << Perché prima mi hai detto così? >>
Faccio spallucce e scuoto la testa:
<< Non lo so, è che quando ci sei tu io... Io parlo senza pensare... >>
Annuisce rabbuiandosi di nuovo:
<< Allora è quello che pensi
realmente. >>
<< No! >> Scatto. Mi sorprendo io, tanto quanto lui.
Cosa mi prende?
<< Mi dai sui nervi si, ma non... Christian mi fai imbestialire quando mi tratti male, okay? Ecco tutto, ma se devo dire che ti odio, no. Non ti odio. Okay? >> Spiego. Voglio essere sincera. A cosa mi serve mentirgli?
Annuisce, << Watson, ti faccio di nuovo la stessa domanda... Parlami di te. Ti va? >> Attende la mia risposta, e io non posso fare altro che dire di no.
<< Perché? >> Chiede con tono disperato. Perché ci tiene così tanto?
Mi stringo nelle spalle: << Perché a me non va di parlare della mia vita. >>
Mi guarda attentamente: << Ci sono cose che non mi piace raccontare. >> Continuo.
Allunga un braccio e mi sfiora la guancia scostandomi dal viso una ciocca di capelli.
Al suo tocco una scossa elettrica attraversa il mio intero corpo.
<< Quanto hai sofferto Watson per chiuderti così... >>
Sospiro tenendo gli occhi bassi.
<< Okay. Basta parlare di cose brutte. Voglio riaccompagnarti a casa con il sorriso sulle labbra, e non con le lacrime agli occhi. Cosa vuoi bere? >>
È molto dolce da parte sua. Sorrido e dico: << Quello che prendi tu. >>
<< Okay. Allora acqua. >>
Acqua?
Inarco un sopracciglio e lo guardo confusa. << Che c'è? >>
<< Bevi solo dell'acqua? >>
Annuisce. << Devo guidare la moto Watson; e poi ci sei tu, non vorrei ti capitasse qualcosa. Con l'acqua vado sul sicuro. >> Mi fa l'occhiolino.
Rimango impietrita guardandolo sbigottita.
Okay, adesso è troppo. Cosa sta succedendo? Dov'è finito Christian l'arrogante? Quest'uomo non lo conosco.
<< Mi spieghi perché mi guardi con quella strana espressione? >> Chiede.
E glielo devo pure spiegare! Non lo capisce da solo? Non se lo riesce proprio a immaginare?
<< Non riesco a capirti. A volte sei così scontroso, altre volte invece... >>
<< Lo so. Sono volubile. Fa parte del mio carattere, non posso farci
niente. >> Ridacchio.
<< Perché ridi? >>
Porto la mano alla bocca mentre continuo a ridere. << Niente. >>
<< No! Non puoi ridere per qualcosa che pensi e non dirmi niente! >> Esclama.
D'un tratto me lo ritrovo seduto vicino, con le sue braccia avvolte attorno alla mia vita, e il suo viso vicinissimo al mio.
Mi si mozza il fiato, smetto di ridere, e il mio cuore comincia a battere all'impazzata.
Fisso i miei occhi nei suoi; hanno una luce diversa, non saprei spiegarlo, ma sono ancora più belli.
Mi tiro indietro e lui molla la presa.
Si passa una mano tra i capelli: << Mi dispiace. >> Sussurra.
Gli sorrido: << È tutto okay. >>

Questa mattina è il mio giorno libero. Dopo la serata di ieri passata con Christian, rivederlo oggi a lavoro sarebbe stato troppo imbarazzante.
Mi sono alzata presto, nonostante sia tornata all'una di notte.
Alle sei ero già sveglia. Okay, non ho chiuso per niente occhio questa notte.
Non ho fatto altro che pensare a Christian e alle sue mani attorno a me, e il suo viso vicino al mio, e ai suoi occhi. I suoi occhi... È a quelli che non riesco a smettere di pensare...
Ho fatto da colazione, ma dato che è ancora troppo presto per iniziare a pulire casa, decido di guardare un po' di TV, così mi sistemo sul divano cercando di trovare una posizione più o meno comoda, e comincio a fare zapping, con la speranza di trovare qualcosa di interessante.
Suonano il campanello, << Chi è a quest'ora? >> In effetti è presto. Sono le 7:00!
Decido di scoprirlo, così vado ad aprire, ma prima guardo dallo spioncino.
Ma cosa?!
Apro la porta << Cosa ci fai qui? >>
⭐⭐⭐⭐
Tadan! Chi sarà alla porta?
Leggete il prossimo capitolo per scoprirlo!
Buona lettura! Non dimenticatevi di votare! Baci! 😘

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