⭐Capitolo 79⭐
Mi sveglio con un tremendo mal di schiena. Mi ritrovo a pancia in giù, con il cuscino sotto la testa ed entrambe le braccia sopra la testa. Una posizione abbastanza scomoda per dormire direi. Soprattutto se hai dormito sul divano.
Ieri devo essermi addormentata mentre guardavo la TV; infatti è ancora accesa.
<< Cavolo! È rimasta tutta la notte accesa! >> Esclamo. La spengo e mi alzo subito dal divano stiracchiandomi.
Mi si è anche addormentato un braccio, e quando vado in bagno, e mi specchio, vedo che ho il segno della cerniera della fodera dal cuscino sulla guancia.
<< Uffa! Quanto detesto quando mi succede! >> Frigno.
Entro in cucina e il sole entra dalla finestra. Il cielo è limpido, neanche una nuvola, e il sole riscalda abbastanza l'aria.
Quanti gradi ci saranno? Guardo sul cellulare: 10 gradi. Però! Non male per essere un giorno di pieno inverno!
Ogni tanto ci vuole.
Guardo l'ora e sono anche in perfetto orario; oggi sento sarà una bella giornata.
Faccio colazione ed esco di casa; mi sento stranamente serena oggi.
Arrivo al bar in perfetto orario, trovo Sophie seduta su uno sgabello vicino al banco, mi precipito da lei e l'abbraccio da dietro sorprendendola.
Si volta di scatto e quando vede che sono solo io ricambia l'abbraccio.
<< Dimmi che sei qui per il motivo che penso io! >> Esclamo.
Annuisce.
Mi precipito addosso a lei, e per poco non la faccio cadere dallo sgabello.
Scoppia a ridere, poi dice: << Adesso vado a parlare con Christian, ci vediamo dopo? >>
Annuisco felice della splendida notizia.
Sophie entra nell'ufficio di Christian, e nel frattempo arriva Ethan.
<< Ciao. >> Lo saluto, e lui mi saluta con un cenno del capo.
Abbassa lo sguardo e io sono combattuta se dirgli di Sophie, o lasciare che lo scopra solo quando lei uscirà da lì dentro.
<< Che c'è Grace. Perché mi guardi così? >> Chiede.
Scuoto la testa sorridendogli: << No. Niente. Tutto okay. >>
<< Come stai? Hai notizie da darmi su Ivy? >> Chiedo.
Fa spallucce, << Seriamente, non so più che pensare. >>
Sospiro.
Venti minuti dopo, la porta si apre e Sophie ci raggiunge; quando vede Ethan, vedo che trattiene il respiro.
Forse sta ancora cercando di superarlo, ma allora perché è tornata se vederlo le fa ancora male...
<< Sophie... >> Sussurra Ethan sorpreso.
<< Ciao. >> Dice e abbassa gli occhi a terra.
Ethan le si avvicina e lei guarda me:
non posso fare altro che darle una mano; la tiro per un braccio e la trascino via con me, via di lì.
<< Scusa Ethan, ma le devo parlare. Un consiglio sulla cucina. >> Invento.
Ci chiudiamo nel bagno: << Perché sei tornata Sophie? >>
Una lacrime le scorre sul viso: << Non posso continuare a nascondermi. >> Sussurra tra un singhiozzo e un altro.
Le poso una mano sulla spalla,
<< Credo tu abbia fatto bene. Sono sicura che riuscirai a superare tutto. >>
La rassicuro. << Lo spero. >>
Sorrido: << Ne sono più che sicura. E sono anche sicura che troverai la persona adatta a te; forse Ethan è stato solo un modo per farti capire che lui non è la persona adatta a te, ma che al mondo c'è la tua vera metà. Devi solo aspettare, prima o poi arriverà. >>
Annuisce: << Hai ragione. >>
Ritorniamo dentro; Ethan sta preparando una bevanda quando ci vede arrivare; subito smette di fare ciò che stava facendo e viene verso di noi, verso Sophie.
Con sguardo triste, le si avvicina e dice:
<< Sophie... Mi dispiace. Davvero sono dispiaciuto. Io ti amo, ma credo di amarti più come amica, forse... Forse sono stato io a interpretarlo male questo sentimento. >>
Sophie prende la sua mano, Ethan la guarda sorpreso: << Si, l'ho capito e lo accetto. Anche io ti amo, ma io ti amo davvero... >>
<< Sophie... >>
Scuote la testa: << Lasciami finire. Ti amo, ma ho capito che non siamo fatti per stare insieme. Quindi va bene. Siamo amici noi... >>
<< Si. >>
Lei sorride e lui l'abbraccia; Sophie ricambia, ma quelle che vedo sulle sue guance, sono altre lacrime.
Io sono più che sicura che riuscirà ad andare avanti.
Ci mettiamo tutti a lavoro; Ethan sembra molto più rilassato, come se si fosse tolto un peso di dosso.
A fine serata, Sophie è andata via, Ethan mi sta aiutando a pulire gli ultimi tavoli; sbadiglia: << Oddio! >>
Esclama, si stiracchia e io sorrido.
Per qualche attimo il mio sguardo si ferma sulla porta dell'ufficio: sempre chiusa.
<< Se vuoi puoi andare, finisco io di pulire qui, tanto ormai abbiamo
finito. >> Sembra davvero stremato, e poi è stata una giornata pesante per lui, e per Sophie. Spero che lei stia bene.
<< Mi faresti un grande favore Grace, sono esausto. >>
Annuisco: << Vai. Ci vediamo domani. >> Gli faccio l'occhiolino e lui corre da me per darmi un bacio sulla guancia.
<< A domani. >> Dice.
Lo saluto con un cenno della mano e lo guardo andare via.
Pulisco gli ultimi due tavoli, poi do una pulita anche al bancone.
<< Watson. >>
Sussulto. Ero talmente distratta che non ho sentito Christian uscire dall'ufficio.
Mi volto di scatto verso lui, << Ti ho spaventata? Scusa. Cosa fai? >>
<< Non lo vedi? Sto pulendo. >> Dico brusca.
<< Non ce n'è bisogno. >>
Scuoto la testa: << No, voglio farlo. >>
Mi si avvicina posando una mano lungo la mia schiena.
Faccio un passo indietro: << Poso il panno con cui stavo pulendo sul banco e vado a prendere la mia giacca nello spogliatoio.
Quando ritorno, vedo Christian seguirmi attentamente con lo sguardo:
<< Vai via? >>
Annuisco senza aprire bocca e senza degnarlo di uno sguardo.
<< Ma hai detto che volevi... >>
Mi volto di scatto: << Lo so cosa ho detto ma... >> Mi interrompo. Sospiro esasperata. << ... Lascia perdere. >>
Prendo la borsa e mi avvio alla porta d'ingresso per andare via, ma quando apro la porta, mi trovo davanti due uomini, più che uomini sembrano due bestie enormi.
Uno tutto tatuato, i capelli color rosso fuoco, un piercing sul labbro, l'altro un piercing sul sopracciglio destro e uno all'angolo della bocca.
Spaventata cammino indietro; finisco con la schiena al banco.
Christian corre nella mia direzione.
<< Chi siete voi? >> Chiede.
<< Ciao Christian, tu non ci conosci, ma noi conosciamo tuo padre. Ci deve dei soldi e non ci ha ancora pagato. >> Dice l'uomo con i piercing.
Ride nervosamente; sembra parecchio agitato. << Non capisco. Io cosa dovrei fare? >>
I due si guardano e scoppiano a ridere:
<< Se facciamo male a suo figlio ci pagherà. >> Dice con tono minaccioso.
L'uomo dai capelli rosso fuoco tira un pugno a Christian, facendogli uscire il sangue dal labbro.
Christian se lo asciuga con il palmo della mano.
Scoppia a ridere. Ride? Perché ride?
<< Posso anche morire, non gliene fregherebbe un cazzo. >>
Lo stesso uomo gli tira un altro pugno, più forte, che lo fa cadere a terra.
Mi porto le mani alla bocca. Sono terrorizzata, ho paura che possano ammazzarlo.
Christian si alza lento; è in ginocchio.
Si massaggia la mascella. Guarda in cagnesco l'uomo che lo ha colpito: << Mi hai fatto male, stronzo... >> Ringhia.
<< Se tuo padre non ci darà
un soldo... >>
L'uomo dai capelli rossi fa segno a quello con i piercing.
Si avvicina a me con aria minacciosa. Arretro di qualche passo, ma poi mi afferra per un braccio e mi strattona, mi sbatte con le spalle al muro e porta le sue grosse mani al mio collo.
<< Allora ce li darai tu. E stai attento perché faremo del male alla tua ragazza. >>
Christian mi guarda con il terrore negli occhi.
L'uomo comincia a stringere e comincio ad avere difficoltà a respirare.
Scuote la testa, << Non è la mia ragazza, lasciatela stare! >> Ringhia e stringe i pugni lungo i fianchi.
<< Vedo però che ti sta a cuore. >>
L'uomo mi stringe sempre di più togliendomi completamente la possibilità di respirare.
Ho il terrore che non ne uscirò viva.
<< Te li darò, ora lasciala. >>
L'uomo fa come dice e io cado a terra tossendo.
Christian corre da me e mi carezza la guancia.
<< Stai bene? >> Sussurra.
<< Questo era solo un avvertimento. Dacci i soldi, o faremo del male sia a te, sia a questa bella signorina. >> Dice con tono minaccioso.
Christian guarda me preoccupato, poi cambia completamente espressione quando si volta verso l'uomo.
<< Te li darò. Ma lei non la
tocchi. >> Ringhia.
I due uomini se ne vanno, e Christian torna a prestare l'attenzione su di me, << Stai bene? >> Chiede di nuovo.
Scuoto la testa tenendo una mano alla gola.
"Stavo per morire soffocata, non posso stare bene", vorrei dire, ma non riesco a parlare.
<< Grace, mi dispiace. Non immagini quanto. >> Sussurra con aria preoccupata. Mi carezza la guancia delicatamente, poi porta le sue mani al mio collo, alzo lo sguardo su di lui, e non appena incrocio i suoi magnifici occhi blu, una scossa mi fa tremare.
<< Parla ti prego, dì qualcosa. >>
Ma non riesco a parlare; una lacrima mi scorre sul viso e lui me l'asciuga.
<< Mi dispiace tantissimo per lo spavento. Non ti accadrà nulla. Tranquilla. >> Mi rassicura.
Fa per abbracciarmi, ma quando mi volto dal lato opposto, capisce che non voglio e allora si tira indietro.
<< Ti aiuto a tirarti su. >>
Porta un braccio dietro la mia schiena e uno dietro le mie ginocchia, io mi aggrappo a lui. Mi solleva da terra, e mi ritrovo improvvisamente il suo viso a un millimetro dal mio. Avvampo.
Una volta che mi ha aiutato ad alzarmi, lo ringrazio sforzandomi a parlare, << Grazie. >> Dico con voce roca; e quando faccio per scendere, lui serra la presa.
<< Christian... >> Sussurro confusa.
<< Aspetta. >>
Si muove con me ancora tra le sue braccia verso il bancone e mi ci fa sedere sopra.
<< Vuoi un po' d'acqua? >> Chiede.
Scuoto la testa; lo osservo attentamente: << Tu hai bisogno di essere medicato. >>
Gli prendo il mento con il pollice e sfioro con l'altra mano il labbro che si è gonfiato ed è diventato viola.
Si ritrae.
Subito tiro via la mano.
<< Ti fa male? >> Chiedo preoccupata. È messo proprio male.
Scuote la testa. << Sto bene. >>
Lo guardo male. Non è per niente vero. Non sta bene. Non sta per niente bene; ha il sangue che gli cola dal labbro rotto e una mascella che gli si sta facendo viola.
<< Christian... >> Dico con aria di rimprovero.
<< Devi medicarti, vado a vedere se c'è qualcosa... >> Faccio per scendere, ma mi blocca.
<< Vado io, aspetta qui, non muoverti. >>
Si allontana e stranamente ne sento la mancanza.
Mi era così vicino, e non mi ha dato alcun fastidio, anzi, mi sono sentita così sicura con lui.
Arriva con un kit di pronto soccorso.
<< Sono ben attrezzato, lo
sapevi? >> Dice sorridendo, o almeno ci ha provato; si vede che ha dolore, non vuole mostrarlo, ma è così...
Prendo dell'ovatta e ci metto su il disinfettante, poi lo poso delicatamente sul labbro.
<< Ahi! >> Tira via la testa.
<< Ti fa male? >>
<< No. L'ho detto giusto per
dirlo. >> Dice scontroso.
Sbuffo e continuo a disinfettarlo, ma questa volta facendo attenzione a non fargli male.
Mi sento i suoi occhi puntati addosso, e la situazione si sta facendo parecchio imbarazzante.
<< Da quando lavori qui, ho notato che entrano molti più ragazzi nel mio bar.. >> Ridacchia.
Che fa?
Faccio una smorfia e sbuffo, alzo gli occhi su di lui e dico:
<< Smettila, non sei divertente. >>
Lui continua a ridere, << Christian... Guarda che ti faccio male. >> Lui sorride beffardo.
L'ha voluto lui.
Premo forte l'ovatta sul labbro e lui si ritrae dal dolore: << Stupida! Mi fai male. >> Dice allontanandosi un po'.
Faccio spallucce e incrocio le braccia al petto. << Te lo avevo detto. >>
Sospira. << Va bene... >> Dice semplicemente.
Senza chiedere il permesso, si piazza tra le mie gambe e mi si avvicina un po' troppo. È ancora più vicino di prima, i nostri nasi si sfiorano.
<< La differenza è che loro possono solo ammirare, io invece... >> Lo interrompo guardandolo confusa, guardo le sue mani che sono posate sui miei fianchi adesso.
<< Tu cosa? >>
<< Io posso toccarti, e posso fare questo... >> Dice con aria seducente.
Lo ammetto, quando mi è vicino non riesco a controllare le mie emozioni.
Fremito. Mi fissa intensamente negli occhi, il mio cuore comincia a battermi all'impazzata nel petto.
Il mio respiro non è più regolare, per niente.
Non posso credere che sta per baciarmi...
Posa le sue labbra sulle mie. Dai fianchi, sposta le mani sul mio viso: una su una guancia, e l'altra mi sfiora il collo.
Dal collo scende di nuovo sui miei fianchi, lentamente. Mi stringe forte, e mi attira di più a se'; io gli porto le braccia al collo.
Schiudo leggermente le labbra e lui ci infila la lingua. È così morbida e calda, si muove perfettamente all'unisono con la mia.
Si spinge contro di me, non stacca le sue labbra dalle mie, e sentirlo così vicino mi fa andare il corpo in fiamme.
Ritorno in me, e la forza della ragione, mi blocca.
Non posso! Poso le mani sul suo petto e lo spingo indietro interrompendo quel bacio meraviglioso.
<< Che c'è? >> Si sporge in avanti per riprendere il bacio, ma mi tiro indietro.
<< Non possiamo. >> Dico, scendo dal bancone e corro via lasciandolo lì su due piedi.
Corro verso casa, più veloce che posso.
Sento sulle labbra ancora il suo sapore: così dolce.
Mi sfioro le labbra con le dita, scuoto la testa: << Non doveva succedere... >>
Non accadrà mai più. È stato solo un momento di debolezza.
⭐⭐⭐⭐
Buon anno a tutti! 🎊🎊🎊
Aggiornamento delle 3:57! SOLO PER VOI!
Scusate se ho pubblicato solo adesso, ma sapete, è capodanno! Si festeggia! Ma appena sono tornata a casa mi sono rimessa a scrivere! 😁
Che dite? Siete contenti di questo capitolo?
Buono come inizio del nuovo anno? Hahaha spero siate rimaste contente!
Come avete festeggiato il capodanno?
Scrivetemi in tanti!
Notte! Credo sia ora di andare a dormire.. 😂😂
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