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⭐Capitolo 78⭐

<< Sandy! Questo è per te. >> Le porgo un pacchetto.
<< Grazie! >> Lo prende, poi con aria di rimprovero dice: << Quante volte ti ho detto che non è necessario che mi porto un regalo! >>
Incrocio le braccia al petto; << E io quante volte ti ho detto che non mi importa. Continuerò a farteli. >>
Sbuffa: << Quanto sei testarda! >>
Ridacchio: << Lo so! >>
<< Tanti auguri! >>
Mi ringrazia e io l'abbraccio.
<< Allora? Quanti sono? >> Chiedo con un sorriso beffardo.
Mi guarda di sbieco: << Venticinque. >>
<< Lo sapevi? >>
<< Che cosa? >> Chiedo.
<< Della festa, perché sai che io non amo festeggiare. >>
<< È stata un'idea di Ivy, e io ero d'accordo, quindi si. Lo sapevo. >>
<< Che stronze. >>
Ridacchio.
<< Sono felice che siate qui. >> Dice seria.
Sorrido e ne frattempo arriva Ivy con Jonathan.
<< Ciao ragazzi! Venite! Ho preparato gli Hot Dog! >> Dice scherzosamente.
Ivy storce il naso: << Tu? Li hai preparati tu? >> Incrocia le braccia al petto e scoppiamo a ridere tutti.
<< Va bene. Tu, li hai preparati tu. >>
<< Bene... >> Ridacchio.
<< Quanti sono Sandy? >> Chiede Jonathan.
<< Non metterti anche tu adesso! >> Scoppiamo tutti a ridere di nuovo.
Festeggiata presa di mira. Mi piace!
<< Sandy gli anni passano per tutti! >>
<< Lo so! >> Esclama.
Mi ricapita di pensare a Christian, d'altronde sono alcuni giorni che mi capita.
Oggi non l'ho visto, o meglio, l'ho visto solo quando è arrivato, si è chiuso nel suo ufficio e non è più uscito; e se è uscito non si è fatto notare.
Mi chiedo come passi il suo tempo chiuso lì dentro. Cosa fa? Be', oltre parlare con quella sgualdrina di Miranda non saprei.
<< Terra chiama Grace! >> La voce di Ivy mi fa tornare in me; strizzo gli occhi e scuoto la testa per scacciare il pensiero di Christian.
<< A cosa pensi? O dovrei dire a chi? >> Incrocia le braccia al petto e mi guarda lanciandomi occhiatine furbe.
M'irrigidisco: << A nessuno. A chi dovrei pensare? >>
Fa spallucce: << Non lo so, dimmelo tu. >>
<< Nessuno. >> Dico e le volto le spalle.
<< Certo, ma a me non la dai
a bere. >>
<< Perché non bevi un po' di Coca Cola? >> Dico cercando di deviare il discorso. << Avrai sete, no? >>
Mi guarda seria: << Non cambiare discorso signorina. Parla con me, sai che puoi farlo. >>
Sospiro lasciando cadere le braccia lungo i fianchi: << Lo so, ma non c'è niente da spiegare. >>
Scuote la testa: << No. Non è vero che non c'è niente da spiegare, altrimenti non avresti quella faccia. >>
Mi porto le mani alla faccia: << Perché, che faccia ho? >>
Fa un'espressione come disgustata:
<< Terribile. >>
<< Davvero? Sono così tremendamente orribile? >>
Annuisce: << Si vede che c'è qualcosa che ti turba. C'entra Christian? >>
Inclina la testa di lato per incontrare i miei occhi: << Chi altro sennò? >>
<< Cosa ti ha detto? >>
<< Non voglio parlare, okay? >>
Ivy aggrotta la fronte: << Grace, cosa provi per Christian? >>
Questa domanda mi spiazza.
Io non provo niente per lui.
Scuoto la testa: << Niente. Non provo niente. >>
Incrocia le braccia al petto: << Allora perché qualsiasi cosa lui dica o faccia che a te non piace, ci stai male? >>
<< Non è così! >> Esclamo.
Non è così...
<< Perché te la sei presa quando lui ha ammesso di essere andato a letto con Miranda? >>
<< Non me la sono persa. >>
Mi guarda con aria di rimprovero, << Grace Watson, perché non vuoi aprirti all'amore? >>
Mi stringo nelle spalle: << Ogni volta che l'ho fatto mi sono fatta male. Non voglio che accada di nuovo; non voglio più soffrire, mi capisci? >>
Si rabbuia. Sono stata una stupida è insensibile.
<< Si, ti capisco. >> Abbassa gli occhi.
Le prendo le mani: << Mi dispiace Ivy, non volevo... >>
Scuote la testa e alza una mano per interrompermi: << Non importa. >>
<< Credo dovresti dargli un'altra possibilità. Io passo tutto il giorno con lui, e per tutto il giorno non fa altro che aspettare una tua telefonata, ma che non arriva. >> Trattiene il respiro.
<< E questo lo fa stare da cani. >> Continuo.
Alza gli occhi su di me, << Sta davvero così male? >> Chiede.
Annuisco. << Lui ti ama. Permettigli di... >> Mi interrompe ancora.
<< No. Non voglio. Almeno non ora. Non lo so, vorrei, ma... >>
<< Ma la paura di soffrire ancora ti frena. >> Annuisce.
<< Adesso capisci perché non voglio che quello che sento si sappia? >>
<< Si, ma tu lo ami. >>
Scuoto la testa: << Non credi sia troppo la parola "amore"? >>
Scuote la testa: << Se stai bene con quella persona, no. Non credo che usare la parola amore sia troppo. >>
<< Tu ci stai bene con Ethan? >> Lo so che è cattivo chiederle una cosa del genere, ma lei da consigli a me sull'amore, però non vuole che io le consigli di dare una possibilità ad Ethan.
<< Si, con lui stavo bene. >>
<< E allora cosa aspetti? >>
Scuote la testa e fa spallucce: << Non so se ci sto bene adesso. >>
Sbuffo: << Ivy, tu lo ami. >>
<< Si, ma Grace, noi stavamo parlando di te, non di me. >> Le da fastidio parlare dell'argomento "Ethan"; e a me da fastidio parlare di Christian.
Quindi faccio la cosa che mi riesce meglio: me ne vado.
<< Sono un po' stanca, il lavoro mi sfinisce. Saluto tutti e torno a casa. >>
<< Come vuoi. >>
Le do un abbraccio e poi saluto Sandy e gli altri.
<< Vai già via? >> Chiede Sandy dispiaciuta.
Annuisco: << Sono un po' stanca, e domani devo alzarmi di nuovo presto. Passa una bella serata, domani ti chiamo e mi racconti. >>
<< Va bene. >>
Faccio per andarmene, ma Sandy mi chiama e io mi volto: << Sono d'accordo con Ivy, devi dire ciò che provi, non puoi tenerti tutto dentro; e per come la vedo io, non è detto che tu debba soffrire di nuovo. >> Mi fa l'occhiolino e sorrido, poi me ne vado.

Sulla strada di casa mi capita di incontrare Carl, un amico di Jim.
Cosa ci fa qui? Credevo fosse partito.
<< Ciao bellissima! >> Mi abbraccia, e io lo spingo via. Non mi sono mai piaciuti i suoi amici, ma meglio non dire cose sgarbate: << Non sono per niente belle persone. Tutt'altro. >>
<< Ciao Carl. >> Dico. << Scusa, ma vado di fretta. Devo tornare a casa. >>
<< Ho visto Jim ieri. Mi ha detto che siete tornati insieme. >>
Inarco un sopracciglio: << Frottole. >>
Scoppia a ridere portandosi le mani sulla pancia.
Sul dorso della mano destra ha un tatuaggio: un teschio nero.
Dal polso al gomito una serie di tatuaggi astratti; solo tre colori: nero, giallo e rosso.
Resto a fissarli, << Ti piacciono? >> Chiede notando che tengo gli occhi fissi sui suoi tatuaggi.
<< Si. Sono molto belli. >>
<< Non li avevi prima. >> Dico.
Annuisce: << Li ho fatti qualche mese fa. >>
<< Va bene. Meglio che vada
adesso. >>
<< Abiti sempre lì, vero? >>
<< Si. >> Perché me lo chiede?
<< Posso darti un passaggio? >>
Scuoto la testa e rifiuto gentilmente l'offerta.
<< Preferisco fare due passi. >>
<< Okay. Allora, stammi bene. Mi ha fatto piacere rivederti. >> Mi sorride. La cosa mi sorprende. Da quando lo conosco, Carl non ha mai sorriso a nessuno. Credo sia cambiato più lui che Jim.
Ma lo so che Jim ormai è un caso perso.

Rientro a casa e mi butto sul divano a pancia in giù. Sospiro rumorosamente. Si sente solo il suono del mio respiro affannoso in questa casa buia e desolata.
Faccio una rapida doccia, asciugo i capelli, e dopo aver messo il pigiama, decido di guardare un po' di TV prima di andare a letto.
⭐⭐⭐⭐
Secondo aggiornamento! Quanto vi piace? Da 1 a 10? 😁
Secondo voi Ivy ha detto bene? Grace deve dire ciò che prova? Però lei ha paura di soffrire. Voi che fareste al posto suo?
Scrivetemi in tanti! Baci!

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