⭐Capitolo 74⭐
<< Ciao Grace... >> Ethan mi saluta, e dalla sua espressione, deduco che non l'ha avuta vinta con Ivy.
<< Ethan... >>
Sorride, quasi con le lacrime agli occhi.
<< Testarda la tua amica. >>
Arriccio il naso: << Mi dispiace. >>
Tira su la testa e raddrizza le spalle, stringe i pugni davanti al petto:
<< Non mollo mica, cosa credi? La amo e voglio stare con lei. >>
<< Testardo anche tu. >>
Sorride fiero: << Sono determinato nel riconquistarla. >>
Faccio una smorfia, << Ethan, devi capire che non tutto torna ad essere a come l'hai lasciato. >> Spiego.
Si rabbuia: << Lo so. Sono stato uno stronzo; alla più piccola discussione ho mollato, non ho lottato abbastanza per il nostro amore. >>
<< Non è solo tua la colpa. Ivy, anche lei avrebbe dovuto lottare. Le cose si fanno in due. >>
Annuisce ma non del tutto convinto.
<< Cosa farai? >> Chiedo.
<< Andrò di nuovo a casa sua. >> Annuisco e gli auguro che questa volta possa avere fortuna, che Ivy ceda e che ritornino insieme.
Usciamo e ci dividiamo.
Oggi torno a casa, non mi va di stare per strada. Ho voglia di un po' di brodo caldo, fa tanto freddo, è un brodo caldo è proprio quello che ci vuole.
In lontananza vedo Sandy; la chiamo, e mi quando mi vede viene verso di me.
<< Hei straniera! È da tanto che non ci si vede! >> Esclama e mi abbraccia.
Ricambio l'abbraccio e annuisco: << Hai ragione. Non mi sto facendo più sentire, è che il lavoro mi prende tutta la giornata, ho solo due ore di tempo per mangiare per poi ritornare a lavoro.
Lei sorride: << Tranquilla, scherzavo. Non ci sentiamo ma ti voglio comunque bene! >> Ammicca.
<< Fiùù! >> Mi passo una mano sulla fronte. << Meno male! Pensavo non mi volessi più bene. >> Scherzo e scoppiamo a ridere.
Incrocia le braccia al petto: << Come sei spiritosa Grace Watson. >>
Ridacchio. << Sei appena uscita dal lavoro? >> Chiede ed io annuisco.
<< Stai tornando a casa? >>
<< Si, ti va di venire? Pranziamo insieme. >> Scuote la testa dispiaciuta.
<< Mi dispiace, ma ho un impegno. La prossima volta verrò. Te lo prometto. >> Annuisco.
La osservo attentamente e noto uno strano luccichio nei suoi occhi: << Dimmi un po', che impegno hai? >>
Sorride, è anche un po' arrossita. Quanto è tenera!
<< Katie? >> Chiedo.
Annuisce passandosi una mano tra i capelli. << Forse ce l'ho fatta, forse sono riuscita a conquistarla. >>
Inarco un sopracciglio, << Come, "forse"? >>
<< Se... >> Mi interrompe alzando una mano, << Non chiedermi niente. >>
<< Va bene, allora ti lascio. >>
<< Ciao Grace. >> Mi abbraccia e ci separiamo.
Sto cuocendo un po' di pasta, il brodo è già pronto, devo solo riscaldarlo.
Assaggio la pasta per vedere se è pronta. << Ahi! >> Scotta!
<< Okay, due minuti ed è pronta. >>
Chiudo il gas e prendo la scolapasta; ci butto la pasta dentro, e una volta fatta scorrere tutta l'acqua, rimetto la pasta in pentola e aggiungo il brodo. Riaccendo il gas e lo faccio riscaldare.
Mi è venuta fame!
Metto il piatto a tavola e mi siedo per pranzare. Da sola.
Mi guardo in torno e sospiro.
Sola. Sempre sola.
Guardo l'ora: << Cavolo! Sono già le due! >> Esclamo e mi sbrigo a finire di mangiare.
Per come mi ha trattata stamattina Christian, non gli andrà di sicuro bene che faccia tardi, mi urlerà di sicuro in faccia; quindi è meglio sbrigarmi ed arrivare in tempo!
Finito di mangiare, lascio il piatto nel lavandino ed esco di casa di corsa.
Una volta giù, esco dal palazzo e comincio a correre più veloce che posso.
<< Christian se la prenderà a morte con me se non arrivo in tempo! >>
Continuo a guardare l'orologio, adesso segna le due e quindici minuti.
Ho altri quindici minuti di tempo.
<< Perché devo essere sempre in ritardo! Detesto dover correre
sempre! >>
Arrivo al bar che sono le due e trentacinque minuti, cinque minuti di ritardo. Va bene! Non sono niente cinque minuti!
<< Grace! >> Ethan mi guarda spaventato.
Ho l'affanno e mi fanno male le gambe per quanto ho corso.
<< Ethan! Sono arrivata giusto in tempo! >> Dico cercando di riprendere fiato.
Lo vedo guardare alle mie spalle, allora mi volto lentamente, so già chi troverò.
Accenno a un sorriso, ma Christian se ne sta a braccia conserte con occhi infuriati e mi guarda male.
<< Sei in ritardo Watson... >> Dice brusco.
<< Ma sono solo cinque minuti! >> Frigno.
<< Cinque minuti di ritardo. Voglio la puntualità Watson. Non te lo ripeto più... >> Mi lancia un'altra occhiataccia e poi se ne va, sempre a braccia conserte.
Inarco un sopracciglio: << Cosa hai fatto questa volta, Grace? >> Mi volto verso Ethan che mi guarda divertito.
Scuoto la testa: << Non ho fatto niente. È da lunedì che mi tratta così... Non capisco, domenica alla festa era tutto okay, poi... >> Alzo gli occhi al cielo e sbuffo: << Davvero non so cosa pensare. >>
Ethan mi guarda attentamente, poi ricordo che c'è qualcosa che deve dirmi.
<< Sputa il rospo! >> Dico. Distoglie lo sguardo. Eh, no! << Ethan non evitarmi! Devi dirmi com'è andata. >>
Abbassa gli occhi frustrato. Scuote la testa e si guarda le mani: << Non lo so. Mi ha ascoltato, ma non so quali siano le sue intenzioni. >> Sembra davvero abbattuto.
<< Le parlerò io. Cercherò di farla ragionare. >>
Mi prende la mano e dice: << Grazie. Ti ringrazio. >>
Sospiro: << Anche se si arrabbierà molto. Mi ha già detto di non impicciarmi. Ma io vi voglio bene, e voglio il vostro bene, e voglio, cioè vorrei... >> Mi correggo.
<< ... Che tornaste insieme. >>
<< Sono preoccupato per Sophie. >> Diventa più serio di quanto non lo fosse già, e anche un'espressione preoccupata. Tanto preoccupata.
<< L'hai sentita? >> Chiedo, e lui scuote la testa.
Annuisco. << Proverò a contattarla dopo, adesso è meglio che mi metta a lavoro o Christian mi ammezzerà, o licenzierà o chissà cosa... >> Ethan scoppia a ridere ed io con lui.
È quasi ora di chiusura, avevo detto ad Ethan che avrei chiamato Sophie, ma non abbiamo avuto un minuto di pausa; la chiamerò domani, adesso ho bisogno di tornarmene a casa e mettermi nel letto.
Sono stanchissima.
<< Mi dispiace, non sono riuscita a chiamarla. Domani le parlerò. >>
Mi sorride dolcemente: << So benissimo che non hai potuto, oggi è stata davvero tosta. Guarda ti direi di non farlo; che la chiamerò io, ma ho paura che mi mandi a quel paese, e ha tutte le ragioni del mondo per farlo, ma non me la sento di sentire la sua voce spezzata dal pianto, so che è a causa mia. So che se sta soffrendo è solo colpa mia. Sono un codardo, lo so, ma non mi va di sentirla così... >> Si spiega.
Scuoto la testa e gli dico di non preoccuparsi.
<< La chiamerò domani. Non preoccuparti, non te lo avrei mai chiesto. Uno: perché so che Sophie non ti parlerebbe, chiuderebbe subito la chiamata. Due: non te lo avrei mai lasciato fare. Sentirti le provocherebbe ancora più dolore. >>
Mi ringrazia ancora e mi abbraccia:
<< Hai bisogno di un passaggio? >>
Gli sorrido. << Sei il mio salvatore. Sono stanchissima, e vorrei attivare il prima possibile a casa. >>
Ridacchia: << Perfetto! Vai a preparati. Ti aspetto. >> Mi fa l'occhiolino e prima di andare agli spogliatoi, lo abbraccio.
Passo davanti l'ufficio di Christian, la porta è chiusa, ma sento la sua voce.
Sta parlando con qualcuno, sicuramente al cellulare.
<< Ci vediamo tra venti minuti da me. Ti aspetto. Ciao. >> La sua voce calda mi fa venire la pelle d'oca.
Con chi stava parlando? Chi aspetterà?
Perché mi faccio queste domande?
Continuo a camminare fino ad arrivare agli spogliatoi, prendo la mia giacca e la mia borsa e raggiungo Ethan che mi sta aspettando con il sorriso sulle labbra.
<< Perché sorridi? >>
Scuote la testa ma continuando ad avere quel sorrisetto stampato sulle labbra: << Sono felice. Tutto forse può risolversi. >>
Annuisco, ma solo per non ferirlo.
Io non credo che Ivy cederà.
<< Ethan... Ascolta. Non voglio darti false speranze; io le parlerò, ma ne dubito che riuscirò a convincerla a darti un'altra possibilità. >>
Si rabbuia. Ecco. Era questo che non volevo.
<< Lo so, non c'era bisogno che me lo dicessi. So com'è fatta Ivy. Testarda come un mulo. >>
Ridacchio: << Già... Più di me. >>
Sorride, ma i suoi occhi sono tristi:
<< Ma la speranza è sempre l'ultima a morire, no? >>
Annuisco: << Esatto. >> Esclamo.
Ethan mi ha riaccompagnata a casa. Prima di salutarlo abbiamo parlato un po'. Mi ha detto di essere davvero pentito di ciò che ha fatto; pentito di sapere Sophie a pezzi e Ivy confusa.
Credo lo sia anche lui ancora un po'. Non credo abbia deciso definitivamente.
Le ama entrambe, ma non può averle tutte e due. Questo gliel'ho detto chiaro e tondo.
Appena sono entrata in casa, ho cominciato a tremare come una foglia; è talmente fredda che non riesco a prendere calore.
Decido di fare una doccia calda, così forse riuscirò a riscaldarmi un po', e dopo la doccia dritta nel letto!
Domani è un altro giorno.
Un'altra giornata da affrontare.
Il solo pensiero mi fa pensare che forse è meglio che non mi svegli proprio.
Spero vada tutto bene...
⭐⭐⭐⭐
Sera fan! Allora che ne dite di questo capitolo? Secondo voi, cosa è preso a Christian? Chi deve incontrare?
Ed Ethan? Con chi preferite che stia, Sophie o Ivy? Scrivetemi in tanti! Sono curiosa!
Baci e buona lettura! ❤😘
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