⭐Capitolo 73⭐
Appena entro nel bar, Sophie si è già messa a lavoro, Ethan è appena entrato nello spogliatoio per cambiarsi.
<< Buongiorno. >> Saluto Sophie che mi sorride mentre sciacqua i bicchieri e li asciuga con un panno.
<< Ciao Grace. >> Risponde con la tristezza nella voce.
Mi avvicino di più a lei: << Che hai? >>
<< Chi, io? >> Dice indicando se stessa.
No, mia nonna...
Fa spallucce. << Ho litigato con Ethan. >> Mi informa; lancio un'occhiata in direzione degli spogliatoi dove è entrato Ethan. Non le avrà mica raccontato tutto?
<< Perché? >> Chiedo.
No, impossibile. Ethan non rischierebbe mai di perderla; io però gli ho detto chiaro e tondo di parlarne con lei.
<< Hai visto ieri? >>
Continuo a non capire, la guardo confusa e scuoto la testa: << Non mi ha nemmeno guardata! Non mi ha detto se stavo bene! >> Esclama.
Abbassa lo sguardo: << Non so, ma è come se non fosse più interessato a me, lo sento distante Grace... >> Sospira.
Mi dispiace così tanto per lei. Non merita tutto questo.
Le prendo la mano: << Io invece credo sia solo stanco. Forse lavora un po' troppo. Forse per questo... >> Mi interrompe e scuote la testa: << Non lo so Grace. Io credo che lui ami
un'altra. >> Trattengo il respiro.
<< Stai bene? >>
Annuisco: << Sei sicura? Ti vedo pallida. >>
<< Si. Tutto okay. >> Forzo un sorriso.
Nel frattempo Ethan ci raggiunge.
Gli lancio occhiate come per dirgli "stupido, non farla soffrire".
Il problema è che adesso è solo una stupidaggine, ma quello che ha fatto.., Quella no, Sophie soffrirà ancora di più quando lo verrà a sapere.
<< Ciao Grace. >> Mi saluta; gli lancio un'occhiata, << Ethan... Devo parlarti. >> E prima di allontanarsi in mia compagnia, guarda Sophie.
<< Che c'è? >> Chiede. Come "che c'è?"
Dice sul serio? Non si è reso conto di come sta Sophie?
Incrocio le braccia al petto: << Hai visto Sophie? >>
Annuisce: << E allora? >>
<< E allora non farla soffrire! >>
Scuote la testa: << Non è quello che voglio. >>
<< Ma è quello che stai facendo! >> Lo rimprovero.
<< Grace sono confuso. >>
<< Rimetti in ordine i tuoi pensieri allora. E fai in fretta! Stai facendo soffrire le mie amiche! >>
<< Non è colpa mia... >>
Rido nervosamente, inclino la testa indietro: << No? E di chi sarebbe la colpa? Spiegami. >> Picchietto nervosamente il piede a terra continuando a lanciargli occhiate.
Si porta una mano al petto: << Del mio cuore che non sa decidere. >>
Guardo la mano sul petto, poi alzo gli occhi su di lui, << Sei tu a dover decidere. >>
<< Si, ma il mio cuore mi dice una cosa, la mia testa un'altra. >>
Porto le mani sui fianchi e sposto il peso da una gamba all'altra: << Si, che sei una testa di cazzo! >>
<< Grace, ti prego. >> Frigna.
<< Deciditi in fretta. >> Dico a muso duro.
Unisce le mani e se le porta alla bocca: << Soffrirà comunque. >>
<< Lo so, ma almeno gli avrai detto la verità. >>
Scuote la testa: << Non voglio rischiare di perderla. >>
<< È un rischio che devi correre. >>
<< Grace... >> Sophie mi chiama con voce rotta. Mi volto di scatto e vedo che ha gli occhi lucidi: ha pianto?
<< Posso parlarti? >> Chiede e mentre lo dice guarda Ethan.
Annuisco, e prima di seguire la mia amica mi volto di nuovo verso Ethan lanciandogli un'occhiata per fargli capire che deve decidersi.
<< Dimmi Sophie. Che ti succede? >> Dico preoccupata. La prendo per le spalle e lei sospira.
Tiene gli occhi bassi, si fissa i piedi,
<< C'è qualcosa tra te ed Ethan? >>
Spalanco gli occhi: << Cosa? Vuoi scherzare? >> Arriccio il naso: << Io ed Ethan? No, Sophie... >>
Mi guarda con la disperazione negli occhi: << Allora perché ultimamente parlate sempre in disparate? >>
Non posso credere che sia arrivata a pensare a questo!
<< Be'... Perché... >> Comincio, ma vengo interrotta da Ethan che compare alle mie spalle. << Perché io sono un'idiota. >> Mi volto di scatto e poi guardo Sophie.
Allunga una mano verso lei, e lei la fissa, << Devo dirti una cosa. >> Prende la mano e insieme si allontanano.
Oddio... Ha deciso di dirle tutto. Devo preparami perché starà da cani.
Le darò tutto il conforto che vuole.
Per ammazzare il tempo, e dato che l'ansia mi fa sembrare un minuto un'eternità, mi do da fare cominciando a servire i clienti che sono già seduti ai tavoli.
<< Ecco a lei signor... a. >> Entra Christian, e la sua espressione mi incute terrore.
Guardo l'ora, le 8:27. Oggi è arrivato tardi; non è da lui.
<< Ciao Christian. >> Servo la signora e alzo gli occhi su Christian, il quale mi fulmina all'istante.
Mi volta le spalle e se ne va.
Maleducato. Non saluta nemmeno.
Adesso cosa gli ho fatto?
<< Davvero non lo capisco. >> Commento tra me e me.
<< Gli uomini sono fatti così... Ragazza. >> Abbasso lo sguardo sulla signora che mi sta parlando.
<< Non sai mai cosa gli passa per la testa. E noi non siamo da meno... >>
Certo.
<< Io davvero non li comprendo gli uomini. >>
La signora ridacchia.
<< E continuerai... Io mio marito continuo a non comprenderlo. >>
Sorrido.
Ritorno al banco e prendo altre bibite da portare.
Sto versando la Coca Cola nel bicchiere, quando Sophie arriva con un'espressione sconvolta, triste; non saprei, e gli occhi rossi.
Ha pianto. Mi si avvicina: << Perché non me lo hai detto? >> Dice singhiozzando.
Scuoto la testa: << Non ero io a dovertelo dire Sophie... Mi dispiace. >>
Incrocia le braccia al petto: << Ma sei felice per Ivy, perché sai che lui sceglierà lei, vero? >>
<< No. Assolutamente. Non avrei mai voluto una cosa del genere. >>
Sospira.
<< Io non voglio che lei soffra, e non voglio che nemmeno tu soffra. Siete mie amiche e per me... >> Alza una mano interrompendomi: << Basta. Ho capito. >>
Abbasso gli occhi: << Mi dispiace Sophie... >>
Mi sorride con la tristezza negli occhi: << Sai, in un certo senso me lo sentivo; sentivo che non sarebbe durato. Le cose belle hanno sempre una
scadenza. >> Dice con voce rotta. Una lacrime le scorre sul viso e io gliel'asciugo.
<< Ancora non sa cosa fare... >>
<< Ma so cosa prova, e sono certa che per me non prova niente. Mi chiedo se abbia mai provato qualcosa
per me... >>
Annuisco prendendole la mano: << Si, Sophie. >>
<< Io invece credo sia stato solo un modo per cercare di dimenticare
Ivy. >> Tira via la mano dalla mia e va via.
<< Sophie, dove vai? >>
Sta andando verso la porta, quando si ferma e si volta a guardarmi: << Me ne vado. Ho chiesto un paio di giorni a Christian. >> Dice con voce rotta.
<< Sophie... >> Sussurro.
Mi sorride dolcemente: << Non ce l'ho con te, e nemmeno con lui. Ce l'ho con me stessa. >>
Trattengo il respiro. << Ho bisogno di starmene un po' da sola. >>
Faccio un cenno con il capo e lei dice: << Ci sentiamo in questi giorni. >>
Si volta e se ne va.
<< È andata via? >> La voce di Ethan alle mie spalle.
Mi volto di scatto e gli mollo un ceffone senza pensarci due volte.
<< Me lo meritavo. >>
Porto le braccia sui fianchi: << Te lo meritavi. Esatto. >> Lo guardo male.
<< Adesso, mio caro Ethan, se hai fatto la tua scelta, vai, e non azzardarti a farle soffrire ancora. Ti spacco
la faccia! >> Dico con tono duro.
Mi guarda spaventato.
<< Andrò da Ivy oggi, nella pausa pranzo. >> Mi comunica.
Uomini. Sono tutti uguali.
A fine giornata, Ethan va da Ivy, io invece decido di andare comunque al pub, non mi va di tornare a casa; neanche per andare e tornare.
Sono un po' stanca, posso prendermi da mangiare e andare magari al Central Park. Non è molto distante.
Si, deciso. Farò così.
<< Dimmi buona fortuna. >>
Lo guardo male. << Ti avverto ancora Ethan, sei mio amico, ma fai soffrire ancora una delle mie amiche, e ti farò pentire di essere nato. >> Ringhio.
Deglutisce e se ne va con la cosiddetta "cosa tra nelle gambe".
<< Hei... Se continui così non troverai mai qualcuno. >> Christian mi fa sussultare.
Mi volto: << Non sono in cerca d'amore. >> Dico.
Annuisce per niente convinto, incrocia le braccia al petto: << Ma con il tuo ex però ci hai provato... >> Fa un sorrisetto malizioso.
Faccio per dire qualcosa, ma mi fermo: << Era diverso... >> Dico.
<< Credevo... >> Alzo gli occhi su di lui: << Perché sto parlando con te? Non sono affari tuoi. >> Esclamo.
Alza le mani: << Certo. Non lo sono... >> Farfuglia qualcos'altro che non riesco a capire e se ne va, ma prima di andarsene dice: << Sta' attenta. >>
Mi volto, vorrei dirgli che non deve impicciarsi dei fatti miei, che deve lasciarmi in pace dato che mi tratta bene solo quando vuole lui.
Ma è già andato via, e sono rimasta solo io in questo stupido bar.
Il Central Park; non c'è posto migliore dove passare il tempo.
Sono seduta su una panchina a mangiare il mio pranzo: un panino con mortadella e formaggio; proprio davanti mi passano due ragazzine; parlano tra di loro, non che mi faccia i fatti degli altri, ma mi capita di sentire i loro discorsi.
<< Jenna devi smetterla con Joseph... Lui non ti merita. Troverai uno migliore di lui. Te lo assicuro. >>
Jenna sospira con gli occhi tristi: << Lo so, ma io soffro tanto per lui. Lo amo da impazzire e non potrei vivere senza di lui. >>
Resto esterrefatta alle parole di quella ragazzina.
Ma quanti anni hanno? Si e no avranno tredici, quattordici anni; come fa a dire di amare da impazzire qualcuno e dire di non poter vivere senza lui!
Si, vabbè, amori adolescenziali, però...
Il mio cellulare squilla interrompendo i miei pensieri sull'amore adolescenziale.
Lo prendo e rispondo:
"Pronto?"
"Pronto?! Grace, cosa hai fatto?" La voce di Ivy per poco non mi rompe un timpano.
"Ivy, non urlare. Cosa ho fatto?" Chiedo, perché proprio non capisco.
"Grace, perché hai detto ad Ethan di raccontare tutto a Sophie? Adesso mi odierà!" La sua voce sembra disperata.
"Non capisco Ivy, non sei contenta?" Chiedo perché continuo a non capire.
"Grace io lo amo, ma ho cambiato pagina. E non torno indietro."
Mi porto le mani nei capelli: "Cosa hai fatto Ivy?"
"Gli ho detto di tornare da Sophie."
Rido esasperata, davvero non riesco a crederci.
"Ma Ivy!" Esclamo.
"Grace, ti ringrazio, ma io ho fatto la mia scelta e... Ho scelto di non stare più con Ethan."
Scuoto la testa incredula.
Scatto in piedi dalla panchina e comincio a camminare a passo svelto.
"Ethan starà da cani. Dov'è adesso?"
Chiedo.
"Non lo so, credo stia andando da Sophie." Dice con noncuranza; eppure dal suo tono di voce sento che è preoccupata per lui.
No, non lo farebbe mai. Ethan non tornerebbe da Sophie sapendo di averla fatta soffrire, e sapendo di non poter più ricambiare i suoi sentimenti.
"Ivy scusa, riattacco. Provo a rintracciarlo."
"Okay, dammi sue notizie se lo trovi."
Riattacchiamo e subito digito il numero di Ethan, che fortunatamente mi risponde subito.
"Ethan! Dove sei?" Chiedo preoccupata.
Lo sento singhiozzare. "Non mi vuole più Grace, è andata avanti, ma io non riesco, e non posso andare avanti senza lei. Adesso che ho capito di amarla più della mia stessa vita, non posso perderla. Non posso e non voglio!" La sua voce rotta, i suoi singhiozzi, mi fanno venire le lacrime agli occhi e un nodo in gola.
"Ethan, dove sei?" Chiedo di nuovo.
"Le sto andando a comprare dei fiori; lo so che serviranno a poco, ma io non mi arrendo. Non rinuncio a lei. Lotterò per riaverla." Sembra deciso in quello che dice.
Mi tranquillizzo un po'. Almeno sono sicura che non stia facendo qualche sciocchezza...
Mi tornano in mente le parole di quella ragazzina: "Lo amo da impazzire e non potrei vivere senza di lui."
L'amore non ha età, non ha tempo.
Puoi innamorarti a qualsiasi età, che tu abbia quattordici o trent'anni.
⭐⭐⭐⭐
Sera gente! Come state? Cosa fate di bello?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Buona lettura! ❤❤
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