⭐Capitolo 72⭐
<< Prepara i crostini, ai panini ci penso io! >> Esclamo.
<< Va bene! Grace! Ce la facciamo per questa sera? >>
Mi porto una mano nei capelli, poi alle labbra, e infine vicino alle tempie.
Ho un terribile mal di testa!
<< Guarda, lo spero... >> Dico disperata e sospiro.
<< A che ora... >> Sophie inizia a parlare, ma viene interrotta da Christian che ci raggiunge.
<< Alle otto e mezzo. Ma io sono sicuro che ce la farete... >> Mi lancia un'occhiatina e mi fa l'occhiolino.
<< Non credo Christian... Sono già le sei e dobbiamo ancora finire di preparare tutto! >> Sophie sembra davvero disperata, credo sia molto stressata. Spero almeno che quando finiremo, riuscirà a rilassarsi un po'.
Christian le si avvicina e la prende per le spalle: << Hei? Tranquilla Sophie... Io so che ce la farete; ma nel caso non riuscite a preparare tutto in tempo, non importa. Okay? >> Dice con tono molto calmo, lei si tranquillizza un po', poi annuisce.
<< Se volete vi do una mano. >> Si propone.
<< Si! >> Esclama Sophie. Scuoto la testa, << Non ce n'è bisogno. >> Dico.
Fa spallucce: << Due mani in più potrebbero servire. >>
Sophie mi viene incontro con le mani sui fianchi e un'espressione disperata: << Ci potrebbero servire. Che male c'è se ci da una mano? >> Mi lancia un'occhiatina.
Scuoto la testa, << Nessuno. >>
<< Okay. Allora se vuoi aiutarci... >>
<< Certo. Ditemi cosa posso fare. >> Si alza le maniche della camicia.
È così bello...
Scuoto la testa per scacciare questo pensiero.
<< Niente! >> Esclamo. Sophie mi guarda male e sbuffa lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
Mi volto verso Christian che sta ancora aspettando istruzioni.
<< Puoi cominciare a preparare i tavoli, e magari il tavolo dove verrà servito il buffet. >>
Annuisce e si mette a lavoro.
<< Ragazze andate a casa, fate una bella doccia, e fatevi belle... >> Fa l'occhiolino a entrambe, poi si sofferma su di me e mi sorride dolcemente.
<< Ma non ce n'è bisogno... Scusa, come dovremmo servire in abito e tacchi? >>
Ridacchia: << Watson, perché hai sempre da ridire. Non devi preoccuparti. Andate a prepararvi, non voglio che le mie dipendenti vengano alla mia festa con degli stracci
addosso. >> Tiene gli occhi fissi su di me.
Credo che "stracci addosso", sia riferito a me. È me che guarda, forse vorrebbe dirmi: "stracciona, vai a casa a cambiarti. Metti qualcosa di meglio, e se non ce l'hai, fattelo prestare. Qui non ti ci voglio in quelle condizioni".
Credo sia questo quello che voleva dirmi...
<< Ma... >> Faccio per dire qualcosa, ma Sophie mi tira per un braccio e mi porta via con se' negli spogliatoi.
<< Sophie! >> Esclamo.
<< Grace che fai? >>
Spalanco gli occhi sconcertata: << Cosa faccio? Perché mi hai tirata? Non hai visto che stavo parlando? >>
Incrocia le braccia al petto e picchietta il piede a terra.
<< Si, e chissà cosa gli avresti detto! >>
Ridacchio. << Sophie... Hai sentito cosa ha detto? Ci ha chiamate straccione! >>
Sbuffa. << Grace piantala. >>
Mi acciglio. << No, piantala tu. >> Metto il broncio. Come può dare ragione a quello stronzo di Christian! Ci ha appena dato delle straccione!
<< A che ora viene a prenderci Ethan da te? >> Chiede.
La guardo di sbieco, lei sorride: << Ha detto che sarebbe passato per le otto. >> Le rispondo fredda.
Annuisce: << Meglio se andiamo, o non riusciremo ad essere pronte in tempo. >>
Sospiro: << Okay. >>
Va bene. Mollo. Non ho voglia di litigare con la mia amica per un cretino.
<< Andiamo? >> Dico.
<< Certo. >>
Prendiamo la nostra roba e usciamo dagli spogliatoi. Christian è seduto su uno sgabello, con le braccia incrociate davanti al petto; sembra parecchio pensieroso...
<< Christian noi andiamo. >> Lo avverte Sophie mentre gli passiamo accanto.
<< Watson... >> Dice con un filo di voce.
A stento lo sentiamo. Tossisce.
<< Ragazze... >>
Ci voltiamo. << Non intendevo darvi delle straccione. >> Dice con voce triste. Si guarda le mani; mi volto verso Sophie che mi guarda con aria di rimprovero.
Okay, non intendeva darci delle straccione, ma allora perché ha detto quello che ha detto?
<< Mi dispiace... Se lo avete pensato. >> Sophie alza le mani: << Io no di certo. >>
Vorrei ucciderla; allora Christian si volta verso di me e dice: << Mi dispiace se lo hai pensato; ma il stavo scherzando. Non credo siete due straccione, non l'ho mai pensato, te lo giuro. >> Mi sorride e io annuisco.
Sembra essere sincero; adesso mi sento un po' in colpa nell'aver pensato male di lui.
<< Adesso andate. Ci vediamo dopo. Come venite? >> Chiede.
<< Passa a prenderci Ethan. >>
Annuisce.
<< Wow Grace! Sei... Stupenda! Christian impazzirà di gelosia! >> Si copre la bocca con me mani.
<< Sophie? Christian non impazzirà... E non sono stupenda. >> Incrocio le braccia al petto e finisco di truccarmi:
metto un po' di mascara, blush e gloss.
Indosso un abito nero, la gonna scende morbida lunga fin sopra le cosce, le spalle scoperte.
<< Io sono pronta, tu sei pronta? >> Dico posando il lucida labbra nel cofanetto dei trucchi.
<< Lo sono da più tempo di te, cara... >> Mi lancia un'occhiatina furba.
Inarca un sopracciglio: << Dimmi, Grace Watson... Per chi ti sei fatta così bella? >>
Scuoto la testa mentre mi sistemo i capelli che ho legato su di un lato.
<< Per nessuno. C'è una festa... >>
Ethan suona alla porta di casa e vado ad aprire.
Mi sono salvata giusto in tempo, o Sophie avrebbe iniziato a farmi milioni di domande alle quali io non intendo rispondere.
<< Ethan! >> Esclamo.
<< Wow! Quanto entusiasmo... >> Sorride.
<< Andiamo? >> Dico.
Mi metto in punta di piedi e gli sussurro all'orecchio: << O la tua ragazza mi farà milioni di domande, e non voglio. >> Ridacchia guardando Sophie che sta a braccia conserte e ci guarda con aria sospetta.
<< Be' se siete pronte, direi di
andare. >>
Sophie mette il broncio: << Stronzo. >> Dice mentre gli passa accanto.
<< Che cosa? >>
Usciamo e scendiamo al piano terra.
Saliamo nell'auto che Ethan ha fermato davanti al marciapiede.
Salgo dietro e Sophie avanti.
Arriviamo davanti al bar in silenzio, nessuno ha aperto bocca. Io e Sophie scendiamo, mentre Ethan va a parcheggiare.
Appena entriamo, la prima persona che vediamo è Christian. Il mio cuore d'improvviso comincia a battere forte.
Mi vede e fissa i suoi occhi nei miei; mi squadra da capo a piedi e si avvicina.
Oddio!
<< Buonasera signorine. >> Saluta sia me che Sophie, ma alla fine posa lo sguardo su di me e non lo sposta nemmeno per un secondo.
<< Watson... Sei... Bellissima. >>
Sophie mi lancia un'occhiata furba, arrossisco al complimento e lo ringrazio.
<< Watson, puoi servire le bibite? >> Mi chiede.
Annuisco. << Certo. Solito posto? >>
<< Solito posto. >>
Annuisco e vado al banco per prendere le bibite.
È passata un'ora da quando la festa è iniziata, la musica ha portato molte persone in pista a ballare.
Mi sto versando un po' d'acqua, quando Christian mi si avvicina.
<< Watson, puoi mettermi un po' d'acqua? >> Mi volto verso lui e annuisco accennando a un sorriso.
Prendo un bicchiere, lo riempio d'acqua e glielo porgo.
<< Grazie. >>
<< Prego. >>
Mi squadra da capo a piedi e io resto immobile davanti a lui non sapendo che fare.
<< Sei bellissima. >> Arrossisco ancora.
<< Lo hai già detto. >>
<< Lo so. Ma... >> Si passa una mano tra i capelli e improvvisamente mi sembra così tenero.
<< Sei davvero bellissima. >> Fisso i miei occhi nei suoi e restiamo a fissarci per qualche secondo senza aprire bocca.
<< Io torno di là, tu... Continua a... Qui. >> Sembra parecchio in imbarazzo, e la cosa è divertente.
Annuisco e va via.
La porta si apre e compare Alan, che appena mi vede si avvicina.
<< Ciao bellissima. >>
<< Ciao Alan. >> Gli sorrido.
<< È da molto che non ci vediamo. Da quella... >>
Spalanco gli occhi: << Si. È vero. >> Dico. Fortuna che Christian non era nei paraggi, o avrebbe cominciato a fare domande.
Quanto odio le domande!
<< Cerco Christian, sai dirmi dov'è? >>
<< È appena andato da quella parte, non so adesso dove possa essere andato. >>
Annuisce e se ne va in cerca del fratello.
<< Che voleva? >> Dice Sophie.
<< Cercava Christian. >>
<< Che ti ha detto? Ti ho vista parecchio agitata. >>
<< Stava per dire "non ci vediamo dalla sera in cui abbiamo cenato
insieme". >> Scoppia a ridere e io le do un colpetto sul braccio.
<< Smettila stupida. >> Ma lei continua a ridersela.
<< Brutto stronzo! >> Sento urlare.
Un gruppo di persone sono riunite in cerchio. Cosa sta succedendo?
Corro a vedere e trovo Alan al muro e Christian che gli stringe le mani al collo.
Mi copro la bocca con le mani.
<< Christian! Fermo! >> Strillo terrorizzata.
Non voglio vederli fare a botte.
<< Christian! >> Strillo ancora.
Mi lancia un'occhiata e poi torna a posare lo sguardo di nuovo sul fratello che è ancora con le spalle al muro.
Serra la mascella e poi molla la presa.
<< Solo perché c'è una donzella... Questo non significa che la passerai liscia. >> Ringhia.
Aspetta un momento! Come mi ha chiamata?
<< Donzella? >> Dico con tono interrogativo e parecchio irritato.
<< Non c'è niente da guardare. La festa è finita. Tornatevene a casa! >> Strilla.
La gente si guarda intorno e un po' alla volta vanno via.
<< Cosa è successo? >> Mi avvicino ad Alan che si sta massaggiando il collo.
<< Christian ha... >>
<< Sta' zitto stronzo o ti spezzo le
ossa. >> Ringhia.
Alan smette di parlare.
Li guardo entrambi, ma nessuno si degna di darmi una spiegazione.
<< Christian... >>
<< Tornatene a casa Watson, ormai qui non hai più niente a fare. >>
Trattengo il respiro, sbuffo e vado via, seguita da Sophie che sta chiamando Ethan per andare via.
Voglio andarmene a casa.
Come ha osato chiamarmi "donzella"?
⭐⭐⭐⭐
Ecco il nuovo capitolo! Buona lettura! ❤
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