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⭐Capitolo 65⭐

Questa mattina sono di fretta, come ogni maledetta mattina!
Il peggio è che Jim non mi rende le cose facili! Mi sta appiccicato come una calamita, e non mi lascia.
<< Jim, ho detto che non posso trattenermi, devo andare ad aprire il bar... >> Ripeto per la millesima volta da quando mi sono alzata.
Lui sbuffa: << Ma quando torna il tuo capo? >> Frigna.
<< Fra tre giorni. >>
<< Poi potrai dormire fino a tardi? >> Chiede.
Scuoto la testa: << No, mi sveglierò solo un'ora più tardi; invece delle sei alle sette. >>
Mi guarda sbalordito: << Come fai... >> Mi viene da ridere.
<< Tu non lavori oggi? >>
Scuote la testa. << Domani tornerò in ufficio, puoi prestarmi dei soldi? Li ho finiti tutti quelli dell'ultimo stipendio preso. >> Dice assumendo improvvisamente un'espressione triste.
Si siede sul bordo del letto e io mi avvicino inginocchiandomi davanti a lui; gli prendo il viso tra le mani e dico: << Non preoccuparti. Ti darò i soldi che ti servono. Almeno fino a quando non riceverai il prossimo stipendio. >>
Annuisce e io mi alzo e riprendo la corsa di tutte le mattine.
<< Ci vediamo a pranzo allora? >> Chiedo. Fa spallucce, << Forse vengo a trovarti al bar. Mettimi da parte una birra. >> Mi fa l'occhiolino.
<< Jim... >> Esito. Ho un po' paura a dirgli ciò che penso.
<< Che c'è? >>
<< Non credi stia bevendo un po' troppa birra in questi ultimi giorni? >>
Si acciglia alzandosi di scatto dal letto: << Non credi siano affari miei? >>
Mi rabbuio. << Non sei mia madre tesoro. Non dirmi più cose del
genere. >> Annuisco tenendo gli occhi bassi.
<< Adesso vai, o farai tardi e darai la colpa a me. >> Mi bacia sulla fronte si allontana per chiudersi in bagno.
Esco di casa scioccata.
Non mi aveva mai parlato così; lui mi raccontava sempre tutto.
È sicuro che qualcosa è cambiato.

Arrivo al bar giusto in tempo, alzo la saracinesca e apro la porta; quando entro trovo una bottiglia di Red Bull sul banco: la prendo, è... Aperta e anche mezza vuota.
Mi guardo intorno: << Ma... >> Sono terrorizzata all'idea che possa esserci qualcuno qui dentro. Ma come ha fatto ad entrare?
Sento un rumore provenire dal retro.
Mi precipito dietro il banco e prendo immediatamente la prima cosa che mi capita tra le mani; in questo caso una bottiglia di vino rosso.
Sarà uno spreco se sarò costretta ad usarla, ma la mia vita vale più di questa bottiglia. Christian lo capirà.
<< Chi... Chi c'è? >> Dico con voce tremante, ho le mani che mi tremano, il cuore che mi batte all'impazzata e le gambe non me le sento più dalla paura.
<< C'è qualcuno? >> Chiedo ancora.
La luce del mattino illumina la porta che porta al retro, vedo da lontano una sagoma, socchiudo gli occhi per vedere meglio.
Stringo di più la presa della bottiglia. Non so, mi da coraggio.
<< Chi sei? >> Dico alzando la voce sentendomi leggermente più sicura.
Alza le braccia e cammina verso di me mostrandosi.
Spalanco gli occhi, abbasso immediatamente la bottiglia e mi porto le mani alla bocca per la sorpresa.
<< Christian! >> Urlo a squarciagola, lascio cadere la bottiglia che si frantuma in mille pezzi e corro da lui, mi butto tra le sue braccia e lui mi prende al volo, però perde l'equilibrio e cadiamo a terra, lui sotto, io sopra.
Con la guancia premuta sul suo petto, resto per qualche secondo in questa posizione, a terra e sopra di lui, tenendo gli occhi chiusi; poi mi rendo conto di ciò che è appena accaduto e spalanco gli occhi alzandomi; lui mi tiene per un braccio, e mi tiene ferma, ancora a terra, seduta sulle sue gambe.
<< Che accoglienza... >> Commenta sorridente. Ho una ciocca di capelli che mi ricade sul viso, allora lui me la sposta portandola dietro il mio orecchio, soffermandosi su quest'ultimo e mi fissa intensamente negli occhi.
Distolgo lo sguardo imbarazzata.
Guardo la bottiglia rotta e tutto il vino versato a terra.
Questa volta scatto in piedi prima ancora che lui possa fermarmi.
<< Oddio! >> Strillo. << Cosa ho combinato! Ripulisco subito e ti pagherò la bottiglia rotta, o puoi sottrarmeli dallo stipendio... >> Mi interrompe posando il dito indice sulle mie labbra: << Sssh... Non mi importa. Se ha significato ricevere un tuo abbraccio, puoi rompere tutte le bottiglie che vuoi. >>
Eh? Lo guardo confusa.
Con questo che intende dire? Che gli sono mancata? Che voleva vedermi? Che voleva abbracciarmi?
<< Perché sei qui a quest'ora? >>
Si porta le mani in tasca e dice: << Avevo la doppia chiave. Sono entrato dal retro. >> Dice indicandomi con un cenno del capo la porta.
<< Ah... Quando... Quando sei arrivato? >> Chiedo.
<< Questa notte. >>
<< Ma dovevi tornare tra due giorni. Come mai sei tornato prima? >>
Ridacchia. << Perché sei così
curiosa? >>
Aggrotto la fronte: << Non hai risposto alla mia domanda. >> Esclamo.
<< Non avevo più niente da fare ormai, così ho deciso di tornare prima del tempo stabilito. Non sei contenta? >> Mi lancia un'occhiatina furba e mi fa l'occhiolino.
Incrocio le braccia al petto: << No. Sono solo sorpresa. >>
Si sporge in avanti, << Allora la tua reazione di poco fa? Cosa significa? >>
A questa domanda m'irrigidisco; non so cosa rispondergli.
<< Ero... Semplicemente felice che fossi tu e non un ladro, tutto qui. >> Mi guardo intorno, e lui fa lo stesso.
<< Vedo che è ancora tutto intero. >> Dice con tono scherzoso.
Metto il broncio: << Guarda che se non ti fidavi di me, potevo benissimo affidare questo incarico a Sophie o ad Ethan! >>
Scoppia a ridere portandosi le brache al petto. 
<< Guarda che stavo scherzando! >>
<< Lo so, ma fa lo stesso! >>
D'un tratto diventa serio. << Sapevo di potermi fidare di te. >> Guarda la bottiglia a terra alle mie spalle: << A parte quella bottiglia. >> La indica.
Ridacchio. Faccio spallucce: << Posso pagartela. >>
Scuote la testa. << Assolutamente no. >> Sussurra avvicinandosi a me.
È così vicino che mi sento avvampare.
<< Ehm... Credo sia meglio aprire, tra un po' arriveranno i clienti. >>
La sua espressione cambia; sembra deluso. Cosa si aspettava?
<< Hai ragione. >> Dice.

Quando arrivano Sophie ed Ethan, nemmeno loro credono al fatto che Christian è tornato prima.
<< Andate a vedere con i vostri occhi, è nel suo studio. >>
Entrambi increduli alle mie parole si avviano verso l'ufficio, e li vedo scomparire dietro la porta.
Jim entra e viene al banco: << Ciao tesoro. Mi hai conservato la birra? >>
Gli sorrido: << Ciao. No, ma... Sono finite, devono arrivare. >> Mento.
Ci sono, ma non voglio dargliela.
<< Okay. >> Ci ha creduto.,
Fa il giro del banco, mi prende per la vita e mi attira a se'. Gli porto le braccia al collo: << Baciami. >> Sussurra fissando le mie labbra.
Poso le mie labbra sulle sue e lui ci infila subito la lingua.
Sento uno strano sapore in bocca: credo abbia già bevuto prima di venire qui.
<< Watson...? >> La voce di Christian mi fa sussultare. Smetto all'istante di baciare Jim che mi tiene ancora stretta a lui. Mi volto di scatto verso Christian che mi sta guardando sorpresa.
⭐⭐⭐⭐
Sera! Contente? Christian è finalmente tornato! Ma ora che ha scoperto Grace con Jim, cosa accadrà? 🤔
Buona lettura e buona notte!

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