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⭐Capitolo 62⭐

Sono passati cinque giorni, Christian ancora non è tornato, e non si è fatto nemmeno sentire. Mi chiedo cosa
doveva fare di così importante da assentarsi tutti questi giorni...
Oggi è una bella giornata, pero si muore dal freddo, ci saranno almeno 2 gradi.
<< Grace è finito il caffè, e le bibite di Coca-Cola, di Aranciata e Red Bull! >>
Sophie mi urla dal banco.
La guardo un po' male; le ho ripetuto più volte che quando sono ai tavoli a servire i clienti, non deve parlarmi urlando in quel modo.
Finisco di servire e poi mi avvicino al banco. Mi guarda facendo spallucce: << Scusa. È che mi dimentico. >>
Inarco un sopracciglio, << Si... Lo so. >>
Si sporge in avanti: << Hai saputo niente di Christian? >>
Scuoto la testa. << Jim? Si è fatto più rivedere? >> Chiede ancora.
M'irrigidisco, scifo la testa: << No. Per fortuna. >> Commento.
<< Se si fa rivedere dimmelo, così gli spacco il suo bel visino. >> Fa spallucce: << Anche se non so com'è fatto. >> Scoppio a ridere. È davvero buffa, forse un po' troppo violenta, ma la ringrazio per questo. So che ne sarebbe capace, e solo per il mio bene.
<< Cosa c'è? >> Chiede ridendo.
Scuoto la testa: << Va tutto bene Sophie. Se Jim dovesse avvicinarsi di nuovo, gliela farò vedere io. >> Dico.
<< Ottimo. >>
Sorrido: << Adesso rimettiamoci a lavoro. >> Annuisce e quando mi volto, vedo Ethan venire nella nostra direzione.
<< Amore... >> Sophie si sporge in avanti da sopra il bancone per baciarlo sulle labbra.
<< Mi ha chiamato Christian. >> Ci comunica. Subito ha la mia attenzione.
<< Davvero? Cosa ha detto? Quando torna? >> Chiedo tutto d'un fiato.
Sophie ridacchia e mi lancia un'occhiatina e io sbuffo.
<< Che sta bene. Che tornerà tra cinque giorni. >>
Cinque giorni?! Non so se riuscirò a resistere ancora.
<< Sei contenta Grace? >> Sophie mi fa l'occhiolino.
Le lancio un'occhiataccia: << Piantala Sophie. >> Borbotto.
<< I clienti stanno entrando, dobbiamo lavorare. >> Cambio discorso.
Ride e annuisce: << Si, certo. >>
<< Signorina! >> Un signore non troppo anziano, sulla cinquantina o qualcosa in più, alza una mano chiamandomi.
<< Arrivo subito. >> Mi volto di scatto verso Sophie e dico: << Vedi? Dobbiamo lavorare. >>
Prendo l'occorrente per prendere l'ordinazione e cammino verso il tavolo.
<< Buon pomeriggio. Mi dica. Cosa vuole ordinare? >> Gli sorrido.
<< Niente. Cerco Christian. >>
<< Mi dispiace non c'è. Perché lo cerca? >> Chiedo.
<< Non ti riguarda, devi solo svolgere il tuo lavoro. >>
Un po' sgarbato, allora decido di usare il suo stesso tono.
Incrocio le braccia al petto.
<< Mi scusi ma lei chi è? >>
<< Suo padre. >> Resto in silenzio non sapendo che dire. Ho di fronte suo padre.
<< Capisco. Mi dispiace, ma come le ho detto, Christian non è qui. >>
Posa i gomiti sul tavolo: << E sapresti dirmi dov'è? >>
Scuoto la testa: << Non saprei. Non ha detto dove andava, solo che si assentava. >> Spiego.
<< Brutto figlio di puttana... >> Bisbiglia.
Mi sporgo in avanti: << Mi scusi, come ha detto? >> Faccio finta di non aver capito. È un maleducato; forse ho capito da chi ha preso Christian...
Alza gli occhi su di me, poi si alza dalla sedia e dice: << Ma tu chi sei? >>
Intimorita balbetto: << Io... Io lavoro qui. >> Incute terrore quest'uomo.
<< Non c'è un superiore, che ne so, qualcuno a cui mio figlio abbia lasciato questo buco? >> Dice guardandosi intorno.
Scuoto la testa: << No, ha lasciato le chiavi a me. Mi occupo io del BAR in sua assenza. >> Sottolineo la parola "bar". Non è affatto un buco come lo ha chiamato lui.
Si siede di nuovo.
<< Stupido. Lasciare la propria attività nelle mani di una cameriera... Pff...
Così facendo finirà col fallire. >>
Aggrotto la fronte e porto le mani sui fianchi: << Mi scusi, ma se non lo ha notato, i clienti non ci mancano. E poi non potrei mai portare questo locale al fallimento, e mi impegnerei sempre di più se accadesse. >>
L'uomo mi studia attentamente grattandosi la barba sul mento.
<< Hai la lingua lunga ragazzina. >>
Sospiro nervosamente: << Mi scusi. Come mi ha chiamata? Se è qui per insultare, è pregato di andarsene... >>
Ride sfacciatamente portandosi le mani sulle ginocchia e reclinando la testa all'indietro.
<< Io vengo qui per mio figlio, e mi ritrovo a discutere con una ragazzina che presume che io la stia
offendendo. >>
Si alza in piedi: << Deve fidarsi tanto per affidarti il suo prezioso bar... >> Commenta.
<< A quanto pare... >>
<< Cosa succede Grace? >> Ethan si avvicina, rivolge uno sguardo all'uomo: << Signor Fuller... >>
<< Sei ancora qui, tu? >>
Ethan aggrotta la fronte. << Si, e non me ne andrò. Quello però che se ne andrà adesso è lei... >> Dice brusco.
Non lo avevo mai visto così; Ethan gli fa segno di andare via, e così l'uomo finalmente se ne va.
<< Cosa ti ha detto? >> Chiede.
<< Che suo figlio è stato uno stupido a lasciare a me il locale, e che pollo porterò al fallimento. >> Dico tenendo lo sguardo fisso.
Ethan mi accarezza la schiena affettuosamente. << Non dare peso alle sue parole. È un uomo perfido, e il suo intento è sempre quello di ferire le persone che lo circondano. >> Spiega.
<< Anche gli estranei a quanto
vedo. >> Annuisce sospirando.
<< Mi chiedo come abbia fatto a sposarsi. >>
Già. Me lo chiedo anche io.
<< Su, rimettiamoci al lavoro. >>
Annuisco e riprendo a girare per i tavoli. << E... >> Mi volto verso il mio amico.
<< Non dare peso alle sue parole; sei in gamba, e Christian deve averlo capito. Altrimenti non ti avrebbe affidato le chiavi del bar. >> Mi fa l'occhiolino e se ne va.
Sorrido. Forse ha ragione.

È quasi ora di pranzo, tra un po' chiudiamo e andiamo a mangiare da qualche parte, ancora non so dove, ho lasciato a loro la scelta.
<< Grace! Ultimi due clienti da servire, poi andiamo! >> Mi avvisa Ethan.
Annuisce e gli faccio il segno di "okay" con le dita.
Guardo fuori la finestra, vedo una persona, credo sia un uomo. È di spalle e non so chi sia.
Decido di uscire fuori a vedere, e quando lo guardo in volto, la rabbia mi sale.
<< Ti avevo detto di non farti vedere mai più. Come devo dirtelo? >>
Si avvicina: << Non me lo dire tesoro, mentiresti solo a te stessa. >>
Ridacchio: << Sei troppo sicuro. Non credi che forse io non ti voglia più adesso? >> scuote la testa.
<< Devi andartene Jim. >> Dico guardandolo in cagnesco e portandomi le braccia al petto.
Incrocia anche lui le braccia al petto, mi sorride lanciandomi un'occhiata di sfida.
Alzo gli occhi al cielo e rientro dentro. <<Perché sei uscita fuori? >> Chiede Sophie che sta finendo di pulire i tavoli.
Mi strofino le mani per cercare di riscaldarle; avevo dimenticato del freddo che facesse fuori.
<< Jim... >> Dico con aria irritata.
Sophie fa cadere la pezza che aveva in mano sul tavolo e si tira su le maniche della maglia: << Cosa fai Sophie? >> Va' verso la porta d'ingresso.
<< Ci penso io. >> Ringhia.
La blocco mettendomi davanti a lei.
<< Lascia perdere, non ne vale
la pena. >>
Mi guarda per qualche secondo, poi torna a posare gli occhi sulla porta.
<< Rompe le scatole a una mia amica, vale la pena spaccargli le ossa. >>
Guardo Sophie impaurita e continuando a tenerla ferma, chiamo Ethan che accorre subito.
<< Perché Sophie è incazzata? >> Chiede.
<< Mantienila. C'è il mio ex fuori e vuole spaccargli fa faccia. >> Spiego.
<< Le ossa! >> Mi corregge, << Ma se per te non è un problema gli spacco anche la faccia. >> Aggiunge.
Ethan la guarda esterrefatti: << Non l'avevo mai vista così. Grace, ricordami di non farla infuriare. >>
Scoppio a ridere, ma poi torno seria: << Tu non specchi niente a nessuno Sophie. Torna a finire ciò che stavi finendo e poi andate via. >> Dico.
Ethan la prende per un braccio e se la porta via con se'.

Ethan e Sophie sono andati via, e io come tutte le sere da quando Christian non c'è sono rimasta per vedere quanto abbiamo incassato.
La porta d'un tratto si apre e compare per mia sfortuna Jim.
Picchietto le dita sul banco. << Ti avevo detto si andartene. >> Dico continuando a tenere gli occhi fissi sui soldi che sto contando.
<< E io per la millesima volta non ti ho dato ascolto. >> Dice soddisfatto.
Sbuffo. << Vuoi capirlo che è finita? >>
Adesso alzo gli occhi su di lui. Si è messo seduto sullo sgabello, di fronte a me.
<< Sarà finita solo quando mi arrenderò, e questo non succederà mai. Tu sarai di nuovo mia. >> Inarco un soprannome: << Scordatelo. >> Poso si nuovo i soldi in cassa e giro attorno al banco, vado verso gli spogliatoi.
Tolgo il grembiule e prendo la giacca; la indosso.
<< Non sapevo avessi aperto questo bar. Complimenti. >>
Scuoto la testa: << Non è mio. >>
<< Ah no? E di chi? >> Chiede curioso. Poggia il mento sulla mano e mi fissa negli occhi, non prima di aver guardato in basso, sulla scollatura della mia maglietta.
<< Del mio capo. >> Dico.
<< E dov'è? >>
<< Non c'è. Ha affidato il bar a me in sua assenza. >> Annuisce.
<< Adesso capisco perché sei ancora qui a quest'ora della notte. >>
<< Jim te ne devi andare. >> Dico annoiata.
Lui mi si avvicina di più, fino ad avere il viso vicino al mio; mi sfiora il braccio con le dita, lentamente, dall'alto verso il basso, e dal basso verso l'alto.
Questo mi fa venire i brividi.
Il suo profumo alla menta invade le mie narici. Mi ancora uno strano effetto.
Credevo di esserci riuscita; ma sono ancora troppo debole.
<< Jim... >> Ansimo. Si avvicina alle mie labbra sfiorandole con le sue. 
Gli porto le braccia al collo e chiudo gli occhi.
<< Lo vedi tesoro? Non puoi resistermi. Tu mi ami ancora. >> Sussurra a un soffio dalle mie labbra.
Le lacrime cominciano a brucarmi gli occhi. Le lascio uscire, non riesco a trattenerle.
Jim me le asciuga e mi sorride dolcemente, mi guarda con quello sguardo: quello di chi è innamorato.
<< Jim, vuoi davvero tornare con
me? >> Chiedo con un filo di voce; mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si sofferma su quest'ultimo.
Annuisce: << Lo voglio. Tu lo vuoi? >>
Un'altra lacrima bagna il mio viso e annuisco.
Voglio tornare ad essere felice, ma questa volta però non voglio soffrire.
<< Jim, questa volta non farmi soffrire, non te lo perdonerei. >>
Scuote la testa e si china di nuovo in avanti per baciarmi.
⭐⭐⭐⭐
😱😱😱😱
Ve lo aspettavate?
Sinceramente? Nemmeno io. Mi è uscito così questo capitolo.. 😂😂
Ma va be'! Adesso cosa accadrà? 🤣🤣🤣

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